Necessità
è la giustificazione di ogni violazione della libertà umana. E’ l’argomento dei
tiranni. E’ il credo degli schiavi, (William Pitt)
Le
nostre case sono piene di schermi che
distolgono la nostra attenzione dal mondo reale, anche quando presentano una
visione distorta di quel mondo. Il problema di questi schermi ubiqui non è il
controllo della mente, come in “1984”; è l’apatia della mente.
(Aldous Huxley)
Non
ci sono confini per questa lotta alla morte. Non possiamo restare indifferenti
a quanto succede in qualsiasi parte del mondo, perché la vittoria di un
qualsiasi paese sull’imperialismo è la nostra vittoria. (Che Guevara)
Siria,
verso quale epilogo? Resta confuso quanto accaduto in territorio
turco. Per la granata di mortaio caduta in territorio turco il governo siriano
ha espresso il suo rammarico, ma, con il ministro degli esteri, ha
risolutamente negato che la Siria abbia mai ammesso responsabilità e chiesto
scusa, come falsamente affermato da Ankara e dai media imperiali. Girano peraltro
video che indicherebbero che la paternità del bombardamento sarebbe proprio di
provocatori infiltrati. Tutto questo, sul piano sostanziale della realtà, è
insignificante, se non per l’uso che ne fanno i terroristi guerrafondai, da
Erdogan alla Clinton, dal tiranno del Qatar al nostro grottesco ministruccolo
Terzi, da Hollande allo tsunami di menzogne dei media di regime. A essere
realisti e dunque onesti, infatti, le scuse dovrebbero essere pretese da una
Turchia che da 18 mesi, con intervento di scagnozzi dei principali paesi Nato,
in sue basi militari a ridosso del confine, addestra e arma mercenari Al Qaida
rastrellati dai vari scenari di destabilizzazione Nato e poi li spedisce in
Siria per compiere atrocità terroristiche come le distruzione di mezza Aleppo,
gli attentati stragisti tra civili e apparati di Stato, la distruzione di
infrastrutture vitali per la popolazione.
Qualcuno ha definito, bonariamente, “sproporzionato”
l’uso della forza di Piombo Fuso rovesciato dai nazisionisti su Gaza, con 1400 civili uccisi e l’intera
striscia-campo di concentramento rasa al suolo, in risposta ad alcuni razzi
artigianali, largamente inoffensivi, lanciati sugli occupanti della Palestina.
Nessuno dice nulla oggi sulla “sproporzione” – formalmente castigata dall’ONU e
dalle Convenzioni di Ginevra – tra un colpo di mortaio finito per errore
addosso a cinque persone, e un bombardamento turco ininterrotto ormai da 48 ore
su obiettivi siriani, con decine di vittime militari e civili, nel quadro di
una scoperta aggressione in corso dal marzo 2011, con l’utilizzo di migliaia di
tagliagole importati e di tutto l’apparato tecnologico, spionistico e
terroristico di Nato e Israele. Tra lo scopertamente psicopatico Netaniahu,
Stranamore al cubo, con la sua bombetta di Topolino agitata all’ONU per tirarsi
dietro governi e opinioni pubbliche nel disfacimento dell’Iran; un Erdogan
neo-ottomano, cui non basta sguazzare nel sangue dei suoi curdi e sulle ossa
della Siria vorrebbe contendere ai satrapi trogloditi del Golfo l’egemonia
sulla regione; signori e sguatteri Nato da ottusi nichilisti impegnati in un’eugenetica
maltusiana, con razzie di tutto ciò che sostiene il pianeta e i suoi abitanti, rischiamo
di avviarci al baratro se non ci svegliamo. A quello vero. Non quello finto,
minacciatoci a ogni porcata di Fornero o Passera o Grilli, dai robot mannari impadronitisi
dello Stato, Napolitano facente e Ratzinger benedicente, per persuaderci che
farci scorticare uno per uno farà domani il bene di tutti.
Studenti
avanguardie. La Siria, il popolo siriano, Bashar El Assad
tengono. Speriamo che Russia, Cina, l’America Latina, i BRICS tengano. Ciò su cui non possiamo
contare nel nostro paese sclerotizzato è la sabbia negli ingranaggi del rullo
compressore neoliberista e tecnofascista che viene invece gettato in Spagna
(tre giornate di lotte e di attacchi ai cannibali), in Grecia (sciopero
generale dopo sciopero generale, con sacrosanta resistenza ai pretoriani del
regime), in Portogallo. Segno di una capacità di risposta di massa nel
Sudeuropa depredato e spedito alla deriva, cui solo noi veniamo meno, ma che
fuori di qui ha l’intelligenza e il coraggio di collegare la propria condizione
menomata agli esborsi per la guerra che gli vengono sfilati dalle tasche.
Mentre scrivo arrivano le notizie che in parte rettificano queste geremiadi
sulla nostra narcolessia. Nel giorno della protesta degli studenti, a Roma,
Torino, Milano, Palermo, oggi, 5 ottobre 2012, migliaia di ragazzi depredati
della possibilità di crescita, conoscenza, critica, per farne vitelli da
macello nel mattatoio del lavoro alla Marchionne-Fornero, si sono ribellati. Le
immagini mostrano la solita ferocia “genovese” delle milizie padronali, ma
stavolta ci fanno vedere, come a Madrid e altrove, non mani alzate, ma braccia
attive nella difesa del proprio diritto a parlare, a opporsi, con quei cartelli
e quelle parole d’ordine di alternativa radicale che la mitica “classe
operaia”, infiacchita dalle sue organizzazioni e ridotta a gesti di disperazione,
non sa più né concepire, né formulare. Che sia un inizio?
Fiorito
ed Ercole. Da noi i benpensanti, unanimi da destra a
manca, con maggiore o minore ipocrisia, si limitano a rivangare nella melma di
una corruzione apicale che fa dei
borboni e del loro abissale divario dalla plebe – spread per i burini – una dinasta di samaritani. Alla facile mano
di un ladrocinio ontologico, strapraticato fin dai tempi di Cirino Pomicino e
dei puffi pieni di miliardi, ma scagliato oggi sulla ribalta con forza tale da
oscurare tutto il resto, si stanno facendo fuori tutti gli organismi
istituzionali intermedi tra territorio, gente, mestieri, ambiente, e cupola. Si
fa per dire, cupola. Semmai cupolina. Che il vertice del nostro Stato, con il
presidenzialista presidente e gli pseudotecnici da lui installati, sta alla Cupola mondialista come
la mezza sfera di Don Verzè sopra il San Raffaele sta a San Pietro. Possibile
che a nessuno di noi che, assistiamo a bocca aperta e, magari, battendo le
mani, alla bolla speculativa sulla corruzione regionale, provinciale, comunale,
dal Lazio al Piemonte, dalla Sicilia al Campidoglio, sia arrivata alle narici
la puzza di qualcosa di più strategico dietro a questo agitarsi di mani pulite
che pescano pantegane dalle fogne? Siamo o no sulla strada della remissione
della sovranità nazionale nelle mani dei bucanieri della finanza? Ebbene, con quella è prevista la scomparsa di
ogni tipo di sovranità intermedia, tanto più se vicina al popolo e sancita da una
costituzione, borghese, ma fiorita dalle lotte contro le forme estreme che il
capitale via via tende ad assumere. Quelle autonomie erano un buon salto in
avanti a sinistra dopo il fascismo, ma anche rispetto alla rancida Italietta
feudale precedente. Un buon salto, prima di quello da spiccare verso la
rivoluzione.
Ma è mai possibile che questa improvvisa bonifica
dall’alto degli enti locali, da decenni trasformati in satrapie di famelici
zoticoni, quasi un Ercole che ripulisce le stalle di Augia, settima fatica di
Monti, non venga scoperta essere un macchina del fumo per occultare, oltreché
delle autonomie locali, a volte turbative d’asta, il saccheggio di ben altre
dimensioni che lo stesso Ercole perpetra sulla nazione tutta? Cosa sono i
milioni dei vari Fiorito, Formigoni, Penati e compagnia festante, rispetto ai
miliardi che Ercole trasferisce dalle nostre mense, da scuole, ospedali,
infanzia, vecchiaia, lavoro, per arricchire la propria genìa? Cosa sono i Suv,
le ville, le feste da bordello d’angiporto, le ostriche e le zoccole, rispetto alla
TAV, i 90 cacciabombardieri F35, la rendita immobiliare, i furti con destrezza
dello Stato biscazziere, la spesa di guerra, l’aggio di Equitalia e simili, la
fantastica iniquità fiscale, i proventi dell’usura di assicuratori e banchieri,
oggi al timone della nave pirata detta governo tecnico? Non ci resta che attendere la nemesi di
Deianira, che voi tutti ricordate figlia di Dioniso e sposa ad Ercole. Deianira
ridusse in cenere il marito plurifedifrago facendogli indossare una veste
intrisa del sangue avvelenato del centauro Nesso, da Ercole ucciso.
Lo schema è trasparente. La cupola mondialista,
Bilderberg, banche, corporations, chiese, criminalità organizzata, il cui
consiglio d’amministrazione è collocato in USraele, rappresenta lo Stato Maggiore
della guerra fatta iniziare da Bush-Sharon l’11 settembre 2001. Lo scacchiere
paneuropeo è affidato ai colonelli di Bruxelles e Francoforte, i quali si sono
presi la sovranità un tempo, dal 1789, degli Stati, dove adesso operano i
sergenti. Questi ultimi si rifanno impadronendosi della sovranità popolare, sia
manipolando in ogni maniera immaginabile, diretta e indiretta, un ormai
ridicolizzata delega parlamentare, sia liquidando le deleghe intermedie
riservate agli enti locali. La forsennata campagna contro regioni, provincie,
comuni, effettivamente intrisi di corruzione e incompetenze, ma lo sono da
decenni, serve a togliere di mezzo
questi intralci al sub-sub-centralismo sotto il sub-centralismo UE sotto il
supercentralismo della Cupola. E’ la morte della democrazia, dal capitale
finora realizzato qua e là, ma ora perseguito a livello planetario. O meglio, a
livello della sedicente “comunità internazionale”. Per fortuna fuori da questa
c’è molto di più.
Svenati e resi impotenti i comuni, abolite o svuotate le
provincie, dichiarate carcinomi letali le regioni, curate da Monti con la
cancellazione fino all’80% dei trasferimenti, ogni sforzo riformatore, magari
rivoluzionario, democratico, partecipativo, di rendere questi ectoplasmi di
rappresentanza strumenti di contropotere, viene vanificato ab ovo. Se poi una valle nell’alto Piemonte, un’organizzazione operaia, una qualsiasi
autonomia sociale, pretendono di inserirsi nel processo decisionale dell’ultima
istanza di potere – assoluto – rimasto, ci pensano gli sgherri alla De Gennaro,
non per nulla capo-massacratore premiato dal sergente Monti con
sottosegretariato e delega ai servizi di repressione. Ecco ciò che andrebbe
visto nell’apocalisse scandalistica scatenata, pour cause, dalla Guardia di Finanza. Quella che a Genova 2001 ha
dato il meglio di sé. O ritenete che abbia le traveggole?
Flottiglie
undirezionali. Magari ce l’ho davvero, le traveggole, quando nutro perplessità sulla spedizione della nave “Estelle”, festeggiata da folle solidariste di porto in
porto, mandata con ogni probabilità a fallire per l’ennesima volta la rottura
del blocco israeliano a Gaza, e sospetto un’inconsapevole, per i più, occasione di
depistaggio. E' noto e preoccupante il sostegno ad elementi delle flottiglie passate, i cui
passeggeri sappiamo comunque generosissime e candide persone, fornito dallo
stesso monarca del Qatar che, ogni due per tre, si ritrova al circolo della
caccia di Tel Aviv, a concordare con i teocrati sionisti i
sistemi migliori per liquidare la questione palestinese e generale araba, laica,
democratica e nazionale. Intanto, Khaled
Mashaal, leader massimo di Hamas, quelli che governano a Gaza, ha seguito nel
Qatar altre organizzazioni palestinesi e la stessa ANP. Vista l’aria che tira
intorno a Siria delenda est, si sono
messi sotto le ali dorate dello stesso tiranno qatariota, nella speranza che
qualche uovo d’oro riescano a covarlo anche loro. Questo, mentre i loro nuovi
alleati e protettori stanno sterminando arabi come fossero gramigna da Round Up (l’erbicida terminator della
Monsanto).
Da quelle parti, però, neanche un gommone della Flottiglia. Come non se ne vedevano nemmeno quando i fratelli libici dei palestinesi venivano fulminati come visoni, con la scossa elettrica negli orifizi. E’ questo il punto che getta un’ombra su un’impresa altrimenti al mille per mille condivisibile. Figuratevi, sono stato tra i primi, dopo Piombo Fuso, a riuscire con altri compagni a forzare l’assedio di Gaza, quella volta via terra. Ma è possibile che da tre anni la solidarietà antisionista e antimperialista non sappia che mobilitarsi per la sacrosanta causa di Gaza, e non metta in mare una barchetta di carta che sostenga la sacrosanta causa di altri milioni di donne, bambini, uomini della stessa regione, bersagli di un Piombo Fuso all’ennesima potenza e di un blocco genocida? Possibile che non veda, non studi, le connessioni, quelle che Maria Montessori ci indicava come chiavi dell'interpretazione della realtà? Credo che chi vuole bene alle donne, ai bambini, agli uomini alla terra palestinesi e non vuole altrettanto bene alle donne, ai bambini, agli uomini, alla terra di Siria e Libia è come se volesse bene all’albero e non al bosco. Posso dire che tutto questo mi provoca sconcerto e tristezza per l’impresa unidirezionale di “Estelle”, con tutto il rispetto e la stima per chi naviga e per il migliore dei nostri combattenti con la matita. Vedi qui.
Da quelle parti, però, neanche un gommone della Flottiglia. Come non se ne vedevano nemmeno quando i fratelli libici dei palestinesi venivano fulminati come visoni, con la scossa elettrica negli orifizi. E’ questo il punto che getta un’ombra su un’impresa altrimenti al mille per mille condivisibile. Figuratevi, sono stato tra i primi, dopo Piombo Fuso, a riuscire con altri compagni a forzare l’assedio di Gaza, quella volta via terra. Ma è possibile che da tre anni la solidarietà antisionista e antimperialista non sappia che mobilitarsi per la sacrosanta causa di Gaza, e non metta in mare una barchetta di carta che sostenga la sacrosanta causa di altri milioni di donne, bambini, uomini della stessa regione, bersagli di un Piombo Fuso all’ennesima potenza e di un blocco genocida? Possibile che non veda, non studi, le connessioni, quelle che Maria Montessori ci indicava come chiavi dell'interpretazione della realtà? Credo che chi vuole bene alle donne, ai bambini, agli uomini alla terra palestinesi e non vuole altrettanto bene alle donne, ai bambini, agli uomini, alla terra di Siria e Libia è come se volesse bene all’albero e non al bosco. Posso dire che tutto questo mi provoca sconcerto e tristezza per l’impresa unidirezionale di “Estelle”, con tutto il rispetto e la stima per chi naviga e per il migliore dei nostri combattenti con la matita. Vedi qui.
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Un contributo di Alex 1 nei commenti al blog.
Circa 15 anni fa sentivo su di una trasmissione radio la
lettura di un articolo di un giornale americano, forse il Washington Post, nel
quale si diceva che l'amministrazione di allora auspicava il regime change nel
Medio Oriente per creare una sorta di "Nuovo Impero Ottomano"
probabilmente per mettere le mani su quell'area strategica, togliere risorse
energetiche e sbocchi commerciali a Russia e Cina, e condizionare l'Europa.
Allora poteva sembrare fantascienza, ma adesso dopo le guerre alla Yugoslavia,
Iraq, Libia e Siria tutto sembra drammaticamente verificatosi. Spero pero' che
le resistenze di quelle nazioni combinate all'opposizione delle masse alla
guerra imperialistica, deboli in Italia, ed ancora contraddittorie nel resto
dell'impero, ma tenaci nei paesi aggrediti, faccia fallire questo progetto di
conquista neocoloniale, i cui costi sociali e politici sarebbero pagati dalla
classe lavoratrice anche qui da noi. Questi sono i veri "costi della
politica" al confronto dei quali le appropriazioni indebite delle mezze
tacche di consiglieri regionali sono veniali ragazzate.
ora il sequestro del MUOS di Niscemi,giusto il giorno prima della manifestazione,sembra una guerra tra "bande"
RispondiEliminaPer la precisione tale rassegna stampa era di Radio Citta' Aperta. Oggi le notizie dalla Libia non promettono nulla di buono, sembra che i ratti, rinforzati dai marines (inviati con la scusa di difendere "l'ambasciata di Bengasi" peraltro evacuata da tempo) tenteranno di fare una carneficina a Bani Walid, visto che la resistenza all'invasione e' ancora viva. Rai 1 afferma che "nonostanze sia passato un anno dalla morte (avrebbero dovuto dire assassinio, ma tant'e'...) di Gheddafi la Libia rimane divisa. Come se la causa della divisione fosse lui (Non si capisce come mai la Libia non solo sia rimasta unita nei precedenti 42 anni ma bbia fatto progressi economici e sociali...). Anche per me quell'avvenimento e' coinciso con una perdita di un familiare, e non vorrei che a tali ricordi tragici si aggiunga una nuova Falluja, un massacro dimenticato da tutti, anche i progressisti democraticamente corretti. Spero che la resistenza verde riesca a respingere i ratti, perche' una vittoria delle forze imperialiste sarebbe almeno per me, anche psicologicamente un addensarsi delle nubi sulle speranze che un po' di giustizia in questo mondo trionfi. Troppe volte ho visto che i padroni distruggono le conquiste dei lavoratori, troppe volte i processi di decolonizzazione e di liberazione sono stati schiacciati e sconfitti. E che possa dare motivazioni anche alla nostra vita quotidiana, che possa essere affrontata con un po' piu di otttimismo.
RispondiEliminaAlessandro
A proposito di chi ha ancora dubbi sulla natura dei "democratici ribelli" in Siria, ecco un link sulle loro intenzioni riguardo ai pellegrini iraniani presi in ostaggio: http://www.asianews.it/news-en/Syrian-rebel-ultimatum:-we-will-kill-Iranian-pilgrims-26016.html
RispondiEliminaAlessandro