venerdì 5 ottobre 2012

HIC SUNT PRAEDONES, ILLIC SUNT SICARII





Necessità è la giustificazione di ogni violazione della libertà umana. E’ l’argomento dei tiranni. E’ il credo degli schiavi, (William Pitt)

Le nostre case sono piene di schermi  che distolgono la nostra attenzione dal mondo reale, anche quando presentano una visione distorta di quel mondo. Il problema di questi schermi ubiqui non è il controllo della mente, come in “1984”; è l’apatia della mente. (Aldous Huxley)

Non ci sono confini per questa lotta alla morte. Non possiamo restare indifferenti a quanto succede in qualsiasi parte del mondo, perché la vittoria di un qualsiasi paese sull’imperialismo è la nostra vittoria. (Che Guevara)

Siria, verso quale epilogo? Resta confuso quanto accaduto in territorio turco. Per la granata di mortaio caduta in territorio turco il governo siriano ha espresso il suo rammarico, ma, con il ministro degli esteri, ha risolutamente negato che la Siria abbia mai ammesso responsabilità e chiesto scusa, come falsamente affermato da Ankara e dai media imperiali. Girano peraltro video che indicherebbero che la paternità del bombardamento sarebbe proprio di provocatori infiltrati. Tutto questo, sul piano sostanziale della realtà, è insignificante, se non per l’uso che ne fanno i terroristi guerrafondai, da Erdogan alla Clinton, dal tiranno del Qatar al nostro grottesco ministruccolo Terzi, da Hollande allo tsunami di menzogne dei media di regime. A essere realisti e dunque onesti, infatti, le scuse dovrebbero essere pretese da una Turchia che da 18 mesi, con intervento di scagnozzi dei principali paesi Nato, in sue basi militari a ridosso del confine, addestra e arma mercenari Al Qaida rastrellati dai vari scenari di destabilizzazione Nato e poi li spedisce in Siria per compiere atrocità terroristiche come le distruzione di mezza Aleppo, gli attentati stragisti tra civili e apparati di Stato, la distruzione di infrastrutture vitali per la popolazione.

Qualcuno ha definito, bonariamente, “sproporzionato” l’uso della forza di Piombo Fuso rovesciato dai nazisionisti su Gaza,  con 1400 civili uccisi e l’intera striscia-campo di concentramento rasa al suolo, in risposta ad alcuni razzi artigianali, largamente inoffensivi, lanciati sugli occupanti della Palestina. Nessuno dice nulla oggi sulla “sproporzione” – formalmente castigata dall’ONU e dalle Convenzioni di Ginevra – tra un colpo di mortaio finito per errore addosso a cinque persone, e un bombardamento turco ininterrotto ormai da 48 ore su obiettivi siriani, con decine di vittime militari e civili, nel quadro di una scoperta aggressione in corso dal marzo 2011, con l’utilizzo di migliaia di tagliagole importati e di tutto l’apparato tecnologico, spionistico e terroristico di Nato e Israele. Tra lo scopertamente psicopatico Netaniahu, Stranamore al cubo, con la sua bombetta di Topolino agitata all’ONU per tirarsi dietro governi e opinioni pubbliche nel disfacimento dell’Iran; un Erdogan neo-ottomano, cui non basta sguazzare nel sangue dei suoi curdi e sulle ossa della Siria vorrebbe contendere ai satrapi trogloditi del Golfo l’egemonia sulla regione; signori e sguatteri Nato da ottusi nichilisti impegnati in un’eugenetica maltusiana, con razzie di tutto ciò che sostiene il pianeta e i suoi abitanti, rischiamo di avviarci al baratro se non ci svegliamo. A quello vero. Non quello finto, minacciatoci a ogni porcata di Fornero o Passera o Grilli, dai robot mannari impadronitisi dello Stato, Napolitano facente e Ratzinger benedicente, per persuaderci che farci scorticare uno per uno farà domani il bene di tutti.


Studenti avanguardie. La Siria, il popolo siriano, Bashar El Assad tengono. Speriamo che Russia, Cina, l’America Latina, i  BRICS tengano. Ciò su cui non possiamo contare nel nostro paese sclerotizzato è la sabbia negli ingranaggi del rullo compressore neoliberista e tecnofascista che viene invece gettato in Spagna (tre giornate di lotte e di attacchi ai cannibali), in Grecia (sciopero generale dopo sciopero generale, con sacrosanta resistenza ai pretoriani del regime), in Portogallo. Segno di una capacità di risposta di massa nel Sudeuropa depredato e spedito alla deriva, cui solo noi veniamo meno, ma che fuori di qui ha l’intelligenza e il coraggio di collegare la propria condizione menomata agli esborsi per la guerra che gli vengono sfilati dalle tasche. Mentre scrivo arrivano le notizie che in parte rettificano queste geremiadi sulla nostra narcolessia. Nel giorno della protesta degli studenti, a Roma, Torino, Milano, Palermo, oggi, 5 ottobre 2012, migliaia di ragazzi depredati della possibilità di crescita, conoscenza, critica, per farne vitelli da macello nel mattatoio del lavoro alla Marchionne-Fornero, si sono ribellati. Le immagini mostrano la solita ferocia “genovese” delle milizie padronali, ma stavolta ci fanno vedere, come a Madrid e altrove, non mani alzate, ma braccia attive nella difesa del proprio diritto a parlare, a opporsi, con quei cartelli e quelle parole d’ordine di alternativa radicale che la mitica “classe operaia”, infiacchita dalle sue organizzazioni e ridotta a gesti di disperazione, non sa più né concepire, né formulare. Che sia un inizio?

Fiorito ed Ercole. Da noi i benpensanti, unanimi da destra a manca, con maggiore o minore ipocrisia, si limitano a rivangare nella melma di una  corruzione apicale che fa dei borboni e del loro abissale divario dalla plebe – spread per i burini – una dinasta di samaritani. Alla facile mano di un ladrocinio ontologico, strapraticato fin dai tempi di Cirino Pomicino e dei puffi pieni di miliardi, ma scagliato oggi sulla ribalta con forza tale da oscurare tutto il resto, si stanno facendo fuori tutti gli organismi istituzionali intermedi tra territorio, gente, mestieri, ambiente, e cupola. Si fa per dire, cupola. Semmai cupolina. Che il vertice del nostro Stato, con il presidenzialista presidente e gli pseudotecnici da lui  installati, sta alla Cupola mondialista come la mezza sfera di Don Verzè sopra il San Raffaele sta a San Pietro. Possibile che a nessuno di noi che, assistiamo a bocca aperta e, magari, battendo le mani, alla bolla speculativa sulla corruzione regionale, provinciale, comunale, dal Lazio al Piemonte, dalla Sicilia al Campidoglio, sia arrivata alle narici la puzza di qualcosa di più strategico dietro a questo agitarsi di mani pulite che pescano pantegane dalle fogne? Siamo o no sulla strada della remissione della sovranità nazionale nelle mani dei bucanieri della finanza?  Ebbene, con quella è prevista la scomparsa di ogni tipo di sovranità intermedia, tanto più se vicina al popolo e sancita da una costituzione, borghese, ma fiorita dalle lotte contro le forme estreme che il capitale via via tende ad assumere. Quelle autonomie erano un buon salto in avanti a sinistra dopo il fascismo, ma anche rispetto alla rancida Italietta feudale precedente. Un buon salto, prima di quello da spiccare verso la rivoluzione.

Ma è mai possibile che questa improvvisa bonifica dall’alto degli enti locali, da decenni trasformati in satrapie di famelici zoticoni, quasi un Ercole che ripulisce le stalle di Augia, settima fatica di Monti, non venga scoperta essere un macchina del fumo per occultare, oltreché delle autonomie locali, a volte turbative d’asta, il saccheggio di ben altre dimensioni che lo stesso Ercole perpetra sulla nazione tutta? Cosa sono i milioni dei vari Fiorito, Formigoni, Penati e compagnia festante, rispetto ai miliardi che Ercole trasferisce dalle nostre mense, da scuole, ospedali, infanzia, vecchiaia, lavoro, per arricchire la propria genìa? Cosa sono i Suv, le ville, le feste da bordello d’angiporto, le ostriche e le zoccole, rispetto alla TAV, i 90 cacciabombardieri F35, la rendita immobiliare, i furti con destrezza dello Stato biscazziere, la spesa di guerra, l’aggio di Equitalia e simili, la fantastica iniquità fiscale, i proventi dell’usura di assicuratori e banchieri, oggi al timone della nave pirata detta governo tecnico?   Non ci resta che attendere la nemesi di Deianira, che voi tutti ricordate figlia di Dioniso e sposa ad Ercole. Deianira ridusse in cenere il marito plurifedifrago facendogli indossare una veste intrisa del sangue avvelenato del centauro Nesso, da Ercole ucciso.


Lo schema è trasparente. La cupola mondialista, Bilderberg, banche, corporations, chiese, criminalità organizzata, il cui consiglio d’amministrazione è collocato in USraele, rappresenta lo Stato Maggiore della guerra fatta iniziare da Bush-Sharon l’11 settembre 2001. Lo scacchiere paneuropeo è affidato ai colonelli di Bruxelles e Francoforte, i quali si sono presi la sovranità un tempo, dal 1789, degli Stati, dove adesso operano i sergenti. Questi ultimi si rifanno impadronendosi della sovranità popolare, sia manipolando in ogni maniera immaginabile, diretta e indiretta, un ormai ridicolizzata delega parlamentare, sia liquidando le deleghe intermedie riservate agli enti locali. La forsennata campagna contro regioni, provincie, comuni, effettivamente intrisi di corruzione e incompetenze, ma lo sono da decenni, serve  a togliere di mezzo questi intralci al sub-sub-centralismo sotto il sub-centralismo UE sotto il supercentralismo della Cupola. E’ la morte della democrazia, dal capitale finora realizzato qua e là, ma ora perseguito a livello planetario. O meglio, a livello della sedicente “comunità internazionale”. Per fortuna fuori da questa c’è molto di più.

Svenati e resi impotenti i comuni, abolite o svuotate le provincie, dichiarate carcinomi letali le regioni, curate da Monti con la cancellazione fino all’80% dei trasferimenti, ogni sforzo riformatore, magari rivoluzionario, democratico, partecipativo, di rendere questi ectoplasmi di rappresentanza strumenti di contropotere, viene vanificato ab ovo. Se poi una valle nell’alto Piemonte,  un’organizzazione operaia, una qualsiasi autonomia sociale, pretendono di inserirsi nel processo decisionale dell’ultima istanza di potere – assoluto – rimasto, ci pensano gli sgherri alla De Gennaro, non per nulla capo-massacratore premiato dal sergente Monti con sottosegretariato e delega ai servizi di repressione. Ecco ciò che andrebbe visto nell’apocalisse scandalistica scatenata, pour cause, dalla Guardia di Finanza. Quella che a Genova 2001 ha dato il meglio di sé. O ritenete che abbia le traveggole?

Flottiglie undirezionali. Magari ce l’ho davvero, le traveggole, quando nutro perplessità sulla spedizione della nave “Estelle”, festeggiata da folle solidariste di porto in porto, mandata con ogni probabilità a fallire per l’ennesima volta la rottura del blocco israeliano a Gaza, e sospetto un’inconsapevole, per i più, occasione di depistaggio. E' noto e preoccupante il sostegno ad elementi delle flottiglie passate, i cui passeggeri sappiamo comunque generosissime e candide persone, fornito dallo stesso monarca del Qatar che, ogni due per tre, si ritrova al circolo della caccia di Tel Aviv, a concordare con i teocrati sionisti  i sistemi migliori per liquidare la questione palestinese e generale araba, laica, democratica  e nazionale. Intanto, Khaled Mashaal, leader massimo di Hamas, quelli che governano a Gaza, ha seguito nel Qatar altre organizzazioni palestinesi e la stessa ANP. Vista l’aria che tira intorno a Siria delenda est, si sono messi sotto le ali dorate dello stesso tiranno qatariota, nella speranza che qualche uovo d’oro riescano a covarlo anche loro. Questo, mentre i loro nuovi alleati e protettori stanno sterminando arabi come fossero gramigna da Round Up (l’erbicida terminator della Monsanto). 

Da quelle parti, però, neanche un gommone della Flottiglia. Come non se ne vedevano nemmeno quando i fratelli libici dei palestinesi venivano fulminati come visoni, con la scossa elettrica negli orifizi. E’ questo il punto che getta un’ombra su un’impresa altrimenti al mille per mille condivisibile. Figuratevi, sono stato tra i primi, dopo Piombo Fuso, a riuscire con altri compagni a forzare l’assedio di Gaza, quella volta via terra. Ma è possibile che da tre anni la solidarietà antisionista e antimperialista non sappia che mobilitarsi per la sacrosanta causa di Gaza, e non metta in mare una barchetta di carta che sostenga la sacrosanta causa di altri milioni di donne, bambini, uomini della stessa regione, bersagli di un Piombo Fuso all’ennesima potenza e di un blocco genocida? Possibile che non veda, non studi, le connessioni, quelle che Maria Montessori ci indicava come chiavi dell'interpretazione della realtà? Credo che chi vuole bene alle donne, ai bambini, agli uomini alla terra palestinesi e non vuole altrettanto bene alle donne, ai bambini, agli uomini, alla terra di Siria e Libia è come se volesse bene all’albero e non al bosco.   Posso dire che tutto questo mi provoca sconcerto e tristezza per l’impresa unidirezionale di  “Estelle”, con tutto il rispetto e la stima per chi naviga e per il migliore dei nostri combattenti con la matita. Vedi qui.



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Un contributo di Alex 1 nei commenti al blog.
Circa 15 anni fa sentivo su di una trasmissione radio la lettura di un articolo di un giornale americano, forse il Washington Post, nel quale si diceva che l'amministrazione di allora auspicava il regime change nel Medio Oriente per creare una sorta di "Nuovo Impero Ottomano" probabilmente per mettere le mani su quell'area strategica, togliere risorse energetiche e sbocchi commerciali a Russia e Cina, e condizionare l'Europa. Allora poteva sembrare fantascienza, ma adesso dopo le guerre alla Yugoslavia, Iraq, Libia e Siria tutto sembra drammaticamente verificatosi. Spero pero' che le resistenze di quelle nazioni combinate all'opposizione delle masse alla guerra imperialistica, deboli in Italia, ed ancora contraddittorie nel resto dell'impero, ma tenaci nei paesi aggrediti, faccia fallire questo progetto di conquista neocoloniale, i cui costi sociali e politici sarebbero pagati dalla classe lavoratrice anche qui da noi. Questi sono i veri "costi della politica" al confronto dei quali le appropriazioni indebite delle mezze tacche di consiglieri regionali sono veniali ragazzate.

3 commenti:

  1. ora il sequestro del MUOS di Niscemi,giusto il giorno prima della manifestazione,sembra una guerra tra "bande"

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  2. Per la precisione tale rassegna stampa era di Radio Citta' Aperta. Oggi le notizie dalla Libia non promettono nulla di buono, sembra che i ratti, rinforzati dai marines (inviati con la scusa di difendere "l'ambasciata di Bengasi" peraltro evacuata da tempo) tenteranno di fare una carneficina a Bani Walid, visto che la resistenza all'invasione e' ancora viva. Rai 1 afferma che "nonostanze sia passato un anno dalla morte (avrebbero dovuto dire assassinio, ma tant'e'...) di Gheddafi la Libia rimane divisa. Come se la causa della divisione fosse lui (Non si capisce come mai la Libia non solo sia rimasta unita nei precedenti 42 anni ma bbia fatto progressi economici e sociali...). Anche per me quell'avvenimento e' coinciso con una perdita di un familiare, e non vorrei che a tali ricordi tragici si aggiunga una nuova Falluja, un massacro dimenticato da tutti, anche i progressisti democraticamente corretti. Spero che la resistenza verde riesca a respingere i ratti, perche' una vittoria delle forze imperialiste sarebbe almeno per me, anche psicologicamente un addensarsi delle nubi sulle speranze che un po' di giustizia in questo mondo trionfi. Troppe volte ho visto che i padroni distruggono le conquiste dei lavoratori, troppe volte i processi di decolonizzazione e di liberazione sono stati schiacciati e sconfitti. E che possa dare motivazioni anche alla nostra vita quotidiana, che possa essere affrontata con un po' piu di otttimismo.
    Alessandro

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  3. A proposito di chi ha ancora dubbi sulla natura dei "democratici ribelli" in Siria, ecco un link sulle loro intenzioni riguardo ai pellegrini iraniani presi in ostaggio: http://www.asianews.it/news-en/Syrian-rebel-ultimatum:-we-will-kill-Iranian-pilgrims-26016.html

    Alessandro

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