sabato 29 giugno 2013
mercoledì 26 giugno 2013
ELEZIONI IN IRAN. QUANDO IL POPOLO PARTECIPA.
Buona parte dell’ignoranza può essere sconfitta. Se non sappiamo, è perché non vogliamo sapere.(Aldous Huxley)
Ogni volta che vi trovate dalla parte della maggioranza, è tempo di fermarsi e riflettere (Mark Twain)
Quando troppa gente è d’accordo con me, senti che mi sto sbagliando (Oscar Wilde)
Lo scopo della vita non è di stare dalla parte della maggioranza, ma di evitare di trovarsi tra le fila degli insani (Marc’Aurelio)
C’è qualcosa di divertente nell’attuale momento della guerra planetaria tra l’imperialismo economico o bellico e i popoli che vi resistono o gli si rivoltano contro.
In occasione delle elezioni presidenziali in Iran, tamburini, pifferai e trombettieri dei diritti umani e della democrazia, pionieri della conquista imperiale sul modello dei missionari cristiani di ieri (e pure di oggi), sciacquettando tra i denti saliva di anticipazione, si aspettavano un replay della cosiddetta “rivoluzione verde” del 2009. “Rivoluzione” filoccidentale che tanto entusiasmo suscitò dall’estrema destra all’estrema sinistrata, quando da fighetti e riccastri di Tehran, con il supporto delle solite agenzie Usa, fu scatenata contro la vittoria (con 11 milioni di vantaggio!) di Ahmadinejad. “L’onda verde”, pur supportata dalla truffa di una Neda Soltan, “militante verde uccisa da un cecchino dei basiji”, che si è scoperto dai fotogrammi essersi buttata da sola del sangue in faccia e poi rispuntata a nuova vita in Germania, si spense rapidamente quando i 40mila osservatori del voto, tratti da tutti i partiti, non riuscirono a produrre una sola prova di brogli. Il remake non c’è stato, non s’è mossa foglia di contestazione, anzi, gli iraniani, lontani da qualsiasi nostro disgusto per la politica, col 73%, hanno votato più che in tutte le elezioni precedenti e più di qualsiasi paese della del Sud del mondo e di moltissimi del Nord. Pur vincendo per appena 261.251 voti, praticamente con il 50% + 1, Hassan Rohani, definito un “moderato”, non è stato contestato da nessuno. Analoga partecipazione hanno visto le simultanee elezioni amministrative, nelle quali 800mila candidati si sono battuti per 200mila seggi e che hanno visto prevalere i candidati vicini a Ahmadinejad.
domenica 16 giugno 2013
HITLER SI SENTIREBBE UN PRINCIPIANTE
Non
sono dispiaciuto perché mi hai mentito. Sono dispiaciuto che, d’ora in poi, non
potrrò più crederti. (Friedrich Nietzsche)
La
storia è un insieme di menzogne sulle quali ci si è messi d’accordo. (Napoleone
Bonaparte)
C’è nel
governo degli Stati Uniti un enorme apparato che, in totale segretezza, ha
costruito una struttura gigantesca che ha un solo scopo: distruggere ogni
privatezza e ogni anonimato, non solo negli Stati Uniti, ma in tutto il mondo. (Glenn
Greenwald, The Guardian, rivelatore del sistema “Prism”)
Strani
tempi, questi in cui viviamo, ove ad anziani e giovani si insegna in scuole
della falsità. E dove l’uomo che osa dire la verità viene chiamato
contemporaneamente un folle e un cretino. (Platone)
Nella
nostra condizione di schiavi coloniali, non riusciamo a vedere che la “Civiltà
Occidentale” nasconde dietro alla sua brillante facciata una muta di iene e
sciacalli. Questo è l’unico nome che deve essere dato a coloro che vanno in
giro a svolgere “compiti umanitari”. Sono animali carnivori che si nutrono di
viventi disarmati. Questo è ciò che l’imperialismo fa all’uomo. Questo è ciò
che caratterizzata l’”uomo bianco” imperiale. (Ernesto
Che Guevara)
Ragazzi,
questa è lunga. Diciamo edizione domenicale. Quella che si finisce con il
leggere un po’ per la volta durante la settimana. Non va bene per chi ama
twitter.
Sulle
manifestazioni del 15 giugno 2013.
Solo un’osservazione, anche in risposta ad alcuni
commenti sul blog. La kernesse dell’internazionale nera a Roma, tipicamente a
Ponte Milvio, centro di adunate dei fasci, che ha attirato siriani tanto
ingenui quanto in contraddizione con il loro governo da sempre antifascista e
anticolonialista. Quella romana dei filo-ratti anti-Assad e, dunque,
antisiriani, dei trombettieri di AL Qaida-Nato, abusivamente nel quartiere
rosso di San Lorenzo, corifei dei traditori palestinesi filo-Qatar. E quella,
del sabato precedente a Milano davanti al consolato USA dei sostenitori del
popolo siriano e della sua resistenza, indebolita dai nonviolenti e
dall’assenza di immagini di Assad. L’ultima è sicuramente la più apprezzabile. Ai
suoi promotori, auguriamo, con il concorso di più gente e un maggiore coraggio
antimperialista, la migliore diffusione ed espansione.
La più fetente è senza dubbio quella di San Lorenzo,
perché condotta da falsi sinistri, falsi democratici, falsi antimperialisti,
falsi rivoluzionari, falsi filo palestinesi, che colpiscono l’eroico popolo
siriano alle spalle facendo passare, sotto mentite spoglie, esclusivamente il
messaggio dei cannibali imperialisti. Non per nulla hanno il conforto del
padrinaggio di tentacoli Cia come Amnesty
International e Reporters Sans
Frontieres. Sulla prima, dei profittatori dell’ignavia delle sinistre per
guadagnarsi una visibilità e uno spazio politico che la storia e la coscienza
di massa antifascista gli ha negato, visto che il fascismo vero lo
rappresentano Obama, l’UE e le Larghe Intese nostrane, c’è solo da sottolineare
la soddisfazione di questi ultimi per aver avallato la loro propaganda su Assad
dittatore fascista, sostenuto dai fascisti.
Bilderberg
alla lotta di classe
lunedì 10 giugno 2013
"SENZA ASSAD E SENZA VIOLENZA"?
“SENZA ASSAD E SENZA VIOLENZA”?
COMUNICATO URGENTE:
IL 15 GIUGNO A ROMA SI RADUNANO, PROCLAMANDO
CHE SONO PER LA SIRIA E PER IL PRESIDENTE ASSAD, I PEGGIORI RIGURGITI FASCISTI
E NEONAZISTI EUROPEI. SI TRATTA DEGLI EREDI E PROSEGUITORI DEL PIU’ FEROCE
ASSALTO AI POPOLI COMPIUTO NEL NOVECENTO, DEI SEGUACI DI UN’IDEOLOGIA RAZZISTA
E TOTALITARIA, DI POTENZA E SOPRAFFAZIONE,
CHE E’ L’ESATTO CONTRARIO DI QUANTO LA SIRIA PANARABA, ANTICOLONIALISTA,
ANTIMPERIALISTA E SOCIALISTA HA COSTRUITO CON LA SUA RIVOLUZIONE. FACCIAMO
APPELLO AI SIRIANI DI BUONAFEDE, AI LORO RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI, A TUTTI I
CITTADINI AMANTI DELLA LIBERTA’, PERCHE’
SI DISSOCINO DA QUESTA IGNOBILE KERMESSE CHE NON FA CHE RAFFORZARE GLI
ARGOMENTI STRUMENTALI E FALSI CON I QUALI L’IMPERIALISMO E I SUOI CORIFEI
GIUSTIFICANO IL MASSACRO DELLA SIRIA.
Contemporaneamente si riuniscono a Roma, infangando il quartiere rosso di San Lorenzo, gli esqualidos della sinistra sinistrata, gli infiltrati dell'imperialismo-sionismo, per presentare l'altra faccia dei nemici della Siria e della sua libertà, quella dei buffoni di corte degli aguzzini della Nato e dei dittatori del Golfo. Ne parla, in fondo a questo articolo, la rivista "La Scintilla"-
Contemporaneamente si riuniscono a Roma, infangando il quartiere rosso di San Lorenzo, gli esqualidos della sinistra sinistrata, gli infiltrati dell'imperialismo-sionismo, per presentare l'altra faccia dei nemici della Siria e della sua libertà, quella dei buffoni di corte degli aguzzini della Nato e dei dittatori del Golfo. Ne parla, in fondo a questo articolo, la rivista "La Scintilla"-
La durezza di alcuni è preferibile
alla delicatezza di altri. (Kahlil Gibran)
Il guerrigliero è un riformatore
sociale, il quale impugna le armi per rispondere all’irata protesta del popolo
contro l’oppressore e lotta per cambiare il regime sociale colpevole di tenere
i suoi fratelli inermi nell’ombra e nella miseria. (Ernesto Che Guevara)
Una puntura di zanzara prude meno,
quando sei riuscito a schiacciare la zanzara. (Ugo Ojetti)
Preferisco avere sangue nelle mie
mani piuttosto che acqua come Ponzio Pilato. (Graham Greene)
Ogni violazione della verità non è
soltanto una specie di suicidio del bugiardo, ma è una pugnalata alla salute
della società umana. (Ralph
Waldo Emerson)
Integrità è dire la verità a me
stesso. Onestà è dire la verità agli altri. (Spencer Johnson).
Non è causa futile, né frutto di fissazione monomaniacale, se torno sul
tema della nonviolenza opposta al diritto di difesa-offesa armata, o comunque
fisica, degli aggrediti, l’unica decretata esecrabile e da soffocare come
crimine. Dagli aggressori. E’ un tema che segna il confronto di ogni epoca tra
libertà e oppressione, tra legge dell’uomo e legge del cannibale. Strumento
dell’assassino, è spesso anche la foglia di fico del codardo. Il suo dilagare
negli ultimi decenni è alla base delle difficoltà e, ahinoi, di molte sconfitte
subite dai giusti. Ricordo le giornate che ho vissuto, dopo il colpo di Stato Usa-Narcos, in
Honduras. Un movimento nascente, irriducibile, di resistenza protrattosi per
mesi fu falciato, più che dalla repressione, dall’intimazione alla nonviolenza
fatta da dirigenti sindacalisti alle masse in rivolta che stavano paralizzando
il paese. Niente barricate, niente servizi d’ordine, niente organizzazione per
la salvaguardia e la risposta delle manifestazione. Piuttosto, facciamo un bel
partito, inseriamoci nella logica dell’esistente in cui tutte le leve del
dominio e del consenso sono in mano all’avversario, puntiamo alle elezioni. E
gli studenti che fisicamente difendevano scuole e università, i proletari dei
quartieri che li avevano eretti a fortilizi di contropotere, indigeni e
campesinos che si erano riappropriati, morendo a decine sotto l’assalto di
militari e sicari, delle terre sottratte da speculatori e desertificatori
multinazionali, rimasero soli.
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Ecco un commento al mio post precedente. Poi continuo.
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Ecco un commento al mio post precedente. Poi continuo.
mercoledì 5 giugno 2013
I BUONI E I CATTIVI. E I BUONISSMI. E LA COMBRICCOLA RODOTA'-TALMUT
Muore un albero. Si sveglia una nazione. (Nazim Hikmet, poeta turco)
L’uomo miri a uno scopo, e
coll’aspettativa, coi disegni, colle speranze dell’avvenire, rilevi il pregio
dell’esistenza, la quale sempre che manca di prospettiva d’un futuro migliore,
sempre ch’è ristretta al solo presente, non può non parer cosa vilissima e di
niun momento, perché nel presente, cioè in quello che è sottoposto agli occhi,
non hanno luogo le illusioni, fuor delle quali non esiste l’importanza della
vita. Or la vita degli italiani è appunto tale, senza prospettiva di miglior
sorte futura, senza occupazione, senza scopo, e ristretta al solo presente. (Giacomo Leopardi, “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli
italiani”)
I BUONISSIMI.
Per prima cosa gaudio e giubilo e fanfare e cimbali per l’insurrezione in
Turchia contro la dittatura del neo-ottomano despota islamista ultrà,
affamatore del popolo e guerrafondaio per mandato dell’imperatore. Contrassegna
la rivolta di massa, fatta passare dai media come istanza puramente e
innocuamente ecologista (la sostituzione di 600 alberi con un centro commerciale),
pure validissima, l’incendio dell’edificio che alloggia i ratti mercenari da
spedire in Siria e che invece mette in discussione un regime sanguinario e
aggressore all’interno e all’esterno. Per ribadire il punto gli insorti hanno
attaccato e dato alle fiamme le sedi del partito di Erdogan in tutto il paese. E
lì, come in Cile, in Spagna, in Grecia, in Portogallo, i giovani, gli studenti
stanno trascinando tutto un popolo subalterno, schiacciato, coinvolto in
avventure militari che gli ripugnano. E, dopo 5 giorni di lotta da un capo
all’altro del paese, ecco gli statali, colonna vertebrale di questo Stato
centralizzato, scendere in sciopero per 48 ore. Magari ce n’est que le debut per l’intero Medioriente.