“SENZA ASSAD E SENZA VIOLENZA”?
COMUNICATO URGENTE:
IL 15 GIUGNO A ROMA SI RADUNANO, PROCLAMANDO
CHE SONO PER LA SIRIA E PER IL PRESIDENTE ASSAD, I PEGGIORI RIGURGITI FASCISTI
E NEONAZISTI EUROPEI. SI TRATTA DEGLI EREDI E PROSEGUITORI DEL PIU’ FEROCE
ASSALTO AI POPOLI COMPIUTO NEL NOVECENTO, DEI SEGUACI DI UN’IDEOLOGIA RAZZISTA
E TOTALITARIA, DI POTENZA E SOPRAFFAZIONE,
CHE E’ L’ESATTO CONTRARIO DI QUANTO LA SIRIA PANARABA, ANTICOLONIALISTA,
ANTIMPERIALISTA E SOCIALISTA HA COSTRUITO CON LA SUA RIVOLUZIONE. FACCIAMO
APPELLO AI SIRIANI DI BUONAFEDE, AI LORO RAPPRESENTANTI DIPLOMATICI, A TUTTI I
CITTADINI AMANTI DELLA LIBERTA’, PERCHE’
SI DISSOCINO DA QUESTA IGNOBILE KERMESSE CHE NON FA CHE RAFFORZARE GLI
ARGOMENTI STRUMENTALI E FALSI CON I QUALI L’IMPERIALISMO E I SUOI CORIFEI
GIUSTIFICANO IL MASSACRO DELLA SIRIA.
Contemporaneamente si riuniscono a Roma, infangando il quartiere rosso di San Lorenzo, gli esqualidos della sinistra sinistrata, gli infiltrati dell'imperialismo-sionismo, per presentare l'altra faccia dei nemici della Siria e della sua libertà, quella dei buffoni di corte degli aguzzini della Nato e dei dittatori del Golfo. Ne parla, in fondo a questo articolo, la rivista "La Scintilla"-
Contemporaneamente si riuniscono a Roma, infangando il quartiere rosso di San Lorenzo, gli esqualidos della sinistra sinistrata, gli infiltrati dell'imperialismo-sionismo, per presentare l'altra faccia dei nemici della Siria e della sua libertà, quella dei buffoni di corte degli aguzzini della Nato e dei dittatori del Golfo. Ne parla, in fondo a questo articolo, la rivista "La Scintilla"-
La durezza di alcuni è preferibile
alla delicatezza di altri. (Kahlil Gibran)
Il guerrigliero è un riformatore
sociale, il quale impugna le armi per rispondere all’irata protesta del popolo
contro l’oppressore e lotta per cambiare il regime sociale colpevole di tenere
i suoi fratelli inermi nell’ombra e nella miseria. (Ernesto Che Guevara)
Una puntura di zanzara prude meno,
quando sei riuscito a schiacciare la zanzara. (Ugo Ojetti)
Preferisco avere sangue nelle mie
mani piuttosto che acqua come Ponzio Pilato. (Graham Greene)
Ogni violazione della verità non è
soltanto una specie di suicidio del bugiardo, ma è una pugnalata alla salute
della società umana. (Ralph
Waldo Emerson)
Integrità è dire la verità a me
stesso. Onestà è dire la verità agli altri. (Spencer Johnson).
Non è causa futile, né frutto di fissazione monomaniacale, se torno sul
tema della nonviolenza opposta al diritto di difesa-offesa armata, o comunque
fisica, degli aggrediti, l’unica decretata esecrabile e da soffocare come
crimine. Dagli aggressori. E’ un tema che segna il confronto di ogni epoca tra
libertà e oppressione, tra legge dell’uomo e legge del cannibale. Strumento
dell’assassino, è spesso anche la foglia di fico del codardo. Il suo dilagare
negli ultimi decenni è alla base delle difficoltà e, ahinoi, di molte sconfitte
subite dai giusti. Ricordo le giornate che ho vissuto, dopo il colpo di Stato Usa-Narcos, in
Honduras. Un movimento nascente, irriducibile, di resistenza protrattosi per
mesi fu falciato, più che dalla repressione, dall’intimazione alla nonviolenza
fatta da dirigenti sindacalisti alle masse in rivolta che stavano paralizzando
il paese. Niente barricate, niente servizi d’ordine, niente organizzazione per
la salvaguardia e la risposta delle manifestazione. Piuttosto, facciamo un bel
partito, inseriamoci nella logica dell’esistente in cui tutte le leve del
dominio e del consenso sono in mano all’avversario, puntiamo alle elezioni. E
gli studenti che fisicamente difendevano scuole e università, i proletari dei
quartieri che li avevano eretti a fortilizi di contropotere, indigeni e
campesinos che si erano riappropriati, morendo a decine sotto l’assalto di
militari e sicari, delle terre sottratte da speculatori e desertificatori
multinazionali, rimasero soli.
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Ecco un commento al mio post precedente. Poi continuo.
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Ecco un commento al mio post precedente. Poi continuo.
Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post ""SENZA
ASSAD E SENZA VIOLENZA"?":
sono andato alla manifestazione di sabato a Milano ed è stato piuttosto deprimente, ma me l'aspettavo.
Presenti al massimo 50 persone, meno dei celerini schierati davanti al Consolato Usa. C'erano le bandiere siriane, ma anche una bandiere "nemica", quella con la striscia verde anziché rossa: foto di Assad mi pare non ce ne fossero. In compenso tante bandiere rosse targate Pdci Csp Fgci e anche Pcl, cosa che mi ha stupito perché si tratterebbe di trotkisti. Sembrava la fiera campionaria del comunismo italiano. Di siriani manco l'ombra, questo confermerebbe i timori di Fulvio: "E' facendosi intimidire dal ricatto democratico dei distruttori di democrazia, che si è persa gran parte della comunità siriana che, comprensibilmente, si è lasciata trascinare in piazza da chi ci va con le immagini del loro presidente": in pratica, i siriani in Italia seguono preferibilmente le manifestazioni fasciste a quelle "rosse"? Bel risultato!
I discorsi: alcuni apprezzabili, quello di Tranquillino per esempio e un messaggio molto vibrante inviato da un parroco, altri più mosci, distaccati e lontani, senza mordente o fuori tema, per non parlare della Correggia, decisamente minimalista. A volte penso che la sinistra in Italia sia proprio morta definitivamente in quanto del tutto deprivata di coraggio e di identità. Ma l'Italia (e la sua sinistra) ormai sono come il Lichtenstein, oggi il centro del mondo è ad al-Qseir.
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Un gruppo di ottimi compagni, del Comitato contro la Guerra di Milano, hanno fatto, sabato scorso, un presidio davanti al consolato Usa di Milano. Avevo tanto di biglietto ferroviario per parteciparvi. Un improvviso febbrone me lo ha impedito. L’iniziativa era stata contrassegnata dal solito conflitto: Assad sì, Assad no. E dalla partecipazione di quelli di No War che da anni inquinano la legittima forza di contrasto ai genocidi biologici e sociali, dai popoli da colonizzare ai No Tav da annientare, con la pugnalata alla schiena della nonviolenza di tutti. Di quelli, aggressori, che se ne fottono e di quelli, aggrediti, che, a volte, se ne fanno indebolire. Hanno prevalso coloro per i quali l’immagine e le parole d’ordine per Assad non risultavano “utili”. Avrei voluto dire le cose che, qui sotto, ho inviato per email agli organizzatori. Il mio intervento al presidio del consolato non è stato letto, pare perché non c’è stato il tempo per trarlo dal computer.
sono andato alla manifestazione di sabato a Milano ed è stato piuttosto deprimente, ma me l'aspettavo.
Presenti al massimo 50 persone, meno dei celerini schierati davanti al Consolato Usa. C'erano le bandiere siriane, ma anche una bandiere "nemica", quella con la striscia verde anziché rossa: foto di Assad mi pare non ce ne fossero. In compenso tante bandiere rosse targate Pdci Csp Fgci e anche Pcl, cosa che mi ha stupito perché si tratterebbe di trotkisti. Sembrava la fiera campionaria del comunismo italiano. Di siriani manco l'ombra, questo confermerebbe i timori di Fulvio: "E' facendosi intimidire dal ricatto democratico dei distruttori di democrazia, che si è persa gran parte della comunità siriana che, comprensibilmente, si è lasciata trascinare in piazza da chi ci va con le immagini del loro presidente": in pratica, i siriani in Italia seguono preferibilmente le manifestazioni fasciste a quelle "rosse"? Bel risultato!
I discorsi: alcuni apprezzabili, quello di Tranquillino per esempio e un messaggio molto vibrante inviato da un parroco, altri più mosci, distaccati e lontani, senza mordente o fuori tema, per non parlare della Correggia, decisamente minimalista. A volte penso che la sinistra in Italia sia proprio morta definitivamente in quanto del tutto deprivata di coraggio e di identità. Ma l'Italia (e la sua sinistra) ormai sono come il Lichtenstein, oggi il centro del mondo è ad al-Qseir.
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Un gruppo di ottimi compagni, del Comitato contro la Guerra di Milano, hanno fatto, sabato scorso, un presidio davanti al consolato Usa di Milano. Avevo tanto di biglietto ferroviario per parteciparvi. Un improvviso febbrone me lo ha impedito. L’iniziativa era stata contrassegnata dal solito conflitto: Assad sì, Assad no. E dalla partecipazione di quelli di No War che da anni inquinano la legittima forza di contrasto ai genocidi biologici e sociali, dai popoli da colonizzare ai No Tav da annientare, con la pugnalata alla schiena della nonviolenza di tutti. Di quelli, aggressori, che se ne fottono e di quelli, aggrediti, che, a volte, se ne fanno indebolire. Hanno prevalso coloro per i quali l’immagine e le parole d’ordine per Assad non risultavano “utili”. Avrei voluto dire le cose che, qui sotto, ho inviato per email agli organizzatori. Il mio intervento al presidio del consolato non è stato letto, pare perché non c’è stato il tempo per trarlo dal computer.
Non è accettabile che, nello stile consociativista, entrista e subalterno
del vecchio PCI, ci si faccia intimidire dalle demonizzazioni occidentali di
ogni leader di paese da predare e distruggere. La Cia ha indagato e ha trovato
che il 75% dei siriani vuole Bashar el Assad. Ed è per il valore di simbolo, di
anima, di determinazione di un popolo che Assad riveste, che i briganti, nemici
della Siria, non accettano dialogo se non con Assad rimosso. Intorno a questa
figura si gioca tutto. C'è del colonialismo e del razzismo inconsapevoli nel
temere di perdere consensi solo a costo di deformare la verità secondo il
vangelo dei carnefici. Non presentare immagini di e slogan per Assad, onde ottenere
l'adesione di qualche persona o gruppo, intossicati dal menzognificio dei veri
Stati canaglia, mi pare poco etico e neanche molto produttivo. E' di questo
passo che gli antimperialisti genuini, i pacifisti veri, gli antiguerra, gli
anticapitalisti, hanno ceduto praterie alla destra fascista e alle sue
mistificazioni. Assad, nella misura in cui ha operato per il bene e il pluralismo
confessionale ed etnico del suo popolo, nella misura in cui il suo popolo lo
invoca quasi unanime per essere difeso dalla più sanguinaria e criminale feccia
di invasori mai vista, nella misura in cui ha soddisfatto, con riforme e
modifiche costituzionali, le richieste di un’opposizione critica, ma onesta e
patriottica, nella misura, infine, in cui è rimasto l’ultimo leader combattente
antimperialista e antiglobalista nel mondo arabo, è uomo di sinistra, è nostro
compagno e le calunnie e falsità dei nemici della Siria vanno respinte
smascherate, affermando, anche con la sua immagine, la verità.
Personalmente, mesi fa, per le strade e le città della Siria a brandelli,
ma resistente, ho sentito invocare da infinite voci di madri, bambini, anziani,
l’esercito nazionale a difesa dalle belve ingaggiate dai regimi occidentali e
dalle dittature del Golfo. E' facendosi intimidire dal ricatto democratico
dei distruttori di democrazia e diritti umani, che si è persa gran parte della
comunità siriana che, comprensibilmente, si è lasciata trascinare in piazza da chi ci
va con le immagini di un presidente sostenuto dal 75% (almeno) del popolo
aggredito. Da chi avrebbe ogni ragione e ogni dovere di schierarsi con il
presidente legittimo della Siria,un po’ si operano contorcimenti
"tattici" che finiscono col produrre i risultati di una captatio benevolentiae fatta dal bosco
al piromane, e un po’ si tollerano coloro che pretendono di salvare il
mondo predicando, senza vergogna, la
nonviolenza ai massacrati. Hai voglia a denunciare gli abusi e le atrocità
degli interferenti stranieri, quando poi persegui un disarmo unilaterale delle
vittime, mettendo la loro difesa della vita e della nazione sullo stesso
piano di una violenza incommensurabile e che mira alla morte, al nazionicidio.
Bandire dalla vista del volgo e dell’inclita il volto di Assad e gli slogan
a suo sostegno, è segno di debolezza, di timore, e, soprattutto, finisce col
ribadire a chi ha subito il veleno della disinformazione, che, sì, evitiamo di
confondere la difesa del popolo siriano con l’appoggio a un
presidente-dittatore a cui i media attribuiscono nefandezze di ogni genere. Non
si difende la Siria se non insieme al leader voluto dal popolo. Meglio perdere
qualche adesione guadagnata con l’esclusione di Assad, meglio spiegare per ogni
dove che l’unanime precondizione della rimozione di Assad, avanzata dal coro
degli aggressori, è la migliore dimostrazione che è Bashar el Assad, in quanto
cuore della nazione, l‘ostacolo da abbattere per impadronirsi del paese e
schiavizzare il suo popolo. Ogni sostegno anche tacito alle demonizzazioni lanciate
da quell’Asse del male che si sta mangiando vivi anche noi, significa tradire
il popolo, la giustizia, la pace, la verità. Che è sempre rivoluzionaria. E lo
stesso vale per gli intollerabili cerchiobottisti della nonviolenza, arma di riserva del cobra
che deve convincere la mangusta a ritirare le zanne.
Questo sarebbe stato il mio
contributo al presidio davanti al consolato Usa. Una introduzione mia e poi la
lettura di due testi ineccepibili sulla Siria e sulla questione della violenza.
Sono rispettivamente del Premio Nobel per la Pace irlandese, Mairead Maguire e
della più illustre intellettuale, politologa, sociologa, ed ecologista indiana,
Arundhati Roy.
Cari compagni, cari tutti, che siete venuti in difesa di
una grande nazione aggredita da carnefici senza scrupoli. Sull’argomento
dell’aggressione alla Siria e sulla dibattuta questione di come si debbano difendere e sostenere le classi e i popoli
sotto attacco imperialista, leggerò le parole di due donne prestigiose e
universalmente stimate: Mairead Maguire, nordirlandese Premio Nobel della Pace,
e Arundhati Roy, la più illustre intellettuale ed ecologista indiana.
Al terzo anno di aggressione da parte dei più potenti
Stati del mondo e delle petrodittature del Golfo, la Siria del presidente Assad
sta sbaragliando i terroristi mercenari jihadisti, messi in campo da queste
potenze e che inenarrabili sofferenza hanno inflitto al popolo siriano in lotta
per la sua sovranità, la sua libertà e il suo laicismo. Il governo di Assad,
sostenuto secondo un’indagine, nientemeno che della CIA, dal 75% del popolo
siriano, sta vincendo la sua battaglia. Negli ultimi giorni i terroristi sono
stati cacciati indietro su tutti i fronti. Questo avrebbe dovuto convincere gli
aggressori che sarebbe l’ora per condurre quel dialogo che il presidente Assad
ha infinite volte proposto all’opposizione e che questa, incitata dalla Nato,
dagli Usa, da Israele, dall’UE, dalla Turchia, dal Qatar e dall’Arabia saudita,
ha sempre respinto.
Non dobbiamo però illuderci che, di fronte a questa
volontà compatta di un popolo eroico e di fronte alla sua resistenza
vittoriosa, l’imperialismo e i reazionari abbandoneranno i propri propositi di
guerra, di distruzione, di genocidio. Le guerre d’aggressione e la conseguente
distruzione di Jugoslavia, Serbia, Afghanistan, Iraq, Libia, i milioni di
morti, i complotti contro i popoli liberati dell’America Latina, le minacce
addirittura nucleari all’Iran, sono la conferma che l’attacco alla Siria,
ultimo caposaldo antimperialista e pluralista del mondo arabo, è parte della
guerra infinita per il Nuovo Ordine Mondiale. Un nuovo ordine mondiale
pianificato dai regimi occidentali, guidati dagli USA e da Israele, per imporre
a tutto il mondo la perdita della sovranità, dell’autodeterminazione e la
schiavitù del neoliberismo capitalista. In parallelo queste classi dirigenti
conducono nella stessa metropoli occidentale una guerra interna per annientare
i diritti e sottrarre dignità e benessere ai lavoratori e ai cittadini.
E un’unica strategia che ci vede accomunati ai popoli invasi, bombardati, occupati, nel Sud del mondo. Questo rende necessario e urgente schierarsi a fianco e lottare uniti contro i disegni di un mostro la cui violenza e ingordigia rischia la distruzione del nostro pianeta. I popoli hanno il diritto di difendersi secondo le proprie scelte, ogni equivalenza tra violenza del carnefice e violenza della vittima è improprio, controproducente, profondamente ingiusto. E se un governo e un leader è per questi popoli il simbolo della lotta e del riscatto, non credo che possiamo sottrarci alla solidarietà con le loro scelte, compresa quella dei propri leader. O pensate che sarebbe comprensibile manifestare per il Venezuela e non per Chavez, per Cuba e non per Fidel, per la Libia e non per Gheddafi, cedendo alla diffamazione e demonizzazione che sistematicamente i dirigenti dell’Occidente lanciano contro chi non cede alla loro arroganza?
Ecco alcuni estratti dagli interventi di Mairead Maguire
e di Arundhati Roy.
.MAIREAD MAGUIRE
La violenza in Siria è esplosa subito e si è diffusa con
una velocità che ci ha lasciato tutti attoniti. Stranieri bene armati
arrivarono a Homs e occuparono le case, violentarono le donne, uccisero giovani
uomini che si rifiutarono di entrare nei
loro ranghi, la popolazione doveva fuggire terrorizzata. Questi combattenti
stranieri venivano da molti paesi: libici,
sauditi, tunisini, ceceni, afghani, pachistani, degli Emirati, libanesi, giordani,
turchi, europei, australiani e queste bande erano finanziate e addestrate da
governi stranieri. Attaccano cinture suicide ai corpi delle persone e li
minacciano di farle esplodere se non dovessero fare quanto loro ordinato.
All’inizio c’erano state manifestazioni pacifiche, ma subito si sono
trasformate in bagni di sangue quando uomini armati presero a uccidere soldati
che, invece, avevano l’ordine di non
sparare. Solo quando la gente ha chiesto ai militari di proteggerla, questi hanno
reagito per difendere la popolazione e se stessi.
Abbiamo visitato gli ospedali e abbiamo vista tanta gente
ferita da spari, bombe, attacchi armati. Un Imam moderato sunnita mi ha
raccontato che era stato rapito dai jihadisti, che lo hanno torturato, gli
hanno tagliato un orecchio , tentato di tagliargli la gola, affettato la gamba
e lasciato come morto. Ha detto che se torna alla sua moschea lo massacrano. Si
tratta di combattenti stranieri, jihadisti di paesi esteri, bene armati, bene
addestrati e pieni di denaro. Sono nel paese per distruggerlo. Non si tratta di
veri musulmani, ma di estremisti religiosi che terrorizzano, sequestrano e
uccidono la nostra gente. Uccidono medici, distruggono infrastrutture sanitarie
dello Stato siriano, che pure tenta l’impossibile per soccorrere la
popolazione.
Ci è stato detto che il presidente Assad è il loro
presidente e ha tutto il loro appoggio. Sono state tantissime persone a
esprimere questi sentimenti. Anche esponenti dell’opposizione si sono uniti nel
sostegno ad Assad, fino alle prossime elezioni, per proteggere l’unità della
Siria dalla distruzione portata da fuori. Hanno dichiarato che la Coalizione
riunita in Qatar non li rappresenta e che nessuno da fuori della Siria ha il
diritto di rimuovere il presidente Assad, ma che ci si deve affidare alle
elezioni dell’anno prossimo.
I leader musulmani e cristiani dicono che il Medioriente
perderebbe il suo tessuto sociale pluralistico, con i cristiani costretti a
fuggire in altri paesi. Sarebbe una tragedia per tutti coloro che vivono in questa
multiconfessionale, multiculturale e laica Siria, fino ad oggi una luce di
pacifica convivenza in tutto il mondo arabo.
Voglio sottolineare che lo Stato siriano e il suo popolo
sono aggrediti da una guerra per conto terzi, guidata da paesi stranieri e
direttamente finanziata e sostenuta soprattutto dal Qatar, che ha imposto il
suo volere alla Lega Araba, dalla Turchia, da parte dell’opposizione libanese e
dalle autorità giordane che offrono un santuario ai gruppi jihadisti, oguno
separato dall’altro, con i propri scopi, reclutati in vari paesi. Bande di
jihadisti, armate e pagate da governi stranieri invadono la Siria attraverso la
Turchia, la Giordania, il Libano nel tentativo di destabilizzare la Siria.
Distruggono sistematicamente lo Stato siriano e le sue infrastrutture. Il paese
è sommerso da cecchini, terroristi, agitatori, banditi. Impongono la sharia e
sequestrano la libertà e la dignità del popolo siriano.
In sintesi, la guerra in Siria non è una guerra civile,
come la si dipinge, ma una guerra per procura che viola il diritto
internazionale e ogni legge umanitaria.
ARUNDHATI
ROY,intervistata dalla CNN sul conflitto in India tra milioni di abitanti
nativi, maoisti, e le forze militari della repressione di Stato.
Quello che ho visto entrando nella foresta era che la resistenza non violenta del popolo non
ha funzionato. Non qui e neanche con molti altri movimento nonviolenti e
neanche tra i movimenti degli attivisti. La nonviolenza, quella ghandiana,
richiede un pubblico. E’ un teatro che richiede un audience. Ma nella battaglia
non c’è audience. Quando migliaia di combattenti vengono e circondano i centri
abitati in mezzo alla notte, cosa si può fare? I poveri possono forse fare lo
sciopero della fame? Come può la gente senza mezzi boicottare le tasse, o i
prodotti stranieri, o i consumi? Non hanno niente. Vedo la violenza nella foresta come una contro-violenza legittima, una
violenza che è resistenza. Sento che è terribile che povera gente debba
sollevarsi contro Stati potenti che aggrediscono con migliaia di paramilitari e
mercenari.
Credo
che sia molto utile per quelli dello status
quo che tutti dicano che ogni violenza è terribile.
Non scordiamoci mai della violenza strutturale che sta creando una vera
situazione di genocidio. Se osservate i livelli di assoluta disperazione, ogni persona responsabile deve dire che la
violenza si fermerà solo quando si cesserà di attaccare il popolo. Un popolo che è all’orlo della sua
sopravvivenza e che combatte contro il proprio annientamento. Non posso mettere
la sua risposta, la sua resistenza, sullo stesso piano di chi li aggredisce.
Credo che sia immorale metterli sullo stesso piano. C’è tutto un arcipelago di
movimenti popolari, dai pacifisti fuori di qui alla lotta armata all’interno.
che stanno riuscendo a bloccare questo assalto imperialista.
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Cari compagni, la lotta continua
Lunga vita e resistenza fino alla vittoria al popolo
siriano e al suo presidente Bashar el Assad.
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Gentaccia contro gentaccia
Caro Fulvio, ti
segnalo che il 15 giugno, nel quartiere rosso di San Lorenzo alcuni ratti
capeggiati dall'ambiguo personaggio di nome Germano Monti, più altri
provocatori regolarmente stipendiati dai servizi e il solito ciarpame trotzkosionista
di contorno, manifesteranno a favore dei tagliagole salafiti sedicenti
"ribbbelli siriani", che stanno tentando di macellare la Siria e il
popolo siriano per conto di Israele, degli USA e dell'Arabia Saudita.
Nel loro delirante comunicato dipingono l'eroica Resistenza Antimperialista del popolo siriano, del Partito Comunista di Siria, del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e del PKK come "Fascismo".
E paragonano i tagliagole terroristi di 28 paesi diversi sponsorizzati, stipendiati, addestrati e armati da Israele, USA e Arabia Saudita alle "Brigate Internazionali di Spagna contro il franchismo".
Di fronte alle atrocità, agli stupri di massa, alle torture, alle decapitazioni, all'uso delle armi chimiche contro la popolazione siriana di cui ogni giorno i sedicenti "ribbbelli" si rendono protagonisti, ogni parola in più per descrivere la viltà, la menzogna e lo schifo per questi infami è sprecata.
Confidiamo soltanto che i compagni di San Lorenzo e del resto di Roma sapranno indicare in modo militante ai ratti la strada più celere e sicura per le fogne.
Nel loro delirante comunicato dipingono l'eroica Resistenza Antimperialista del popolo siriano, del Partito Comunista di Siria, del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e del PKK come "Fascismo".
E paragonano i tagliagole terroristi di 28 paesi diversi sponsorizzati, stipendiati, addestrati e armati da Israele, USA e Arabia Saudita alle "Brigate Internazionali di Spagna contro il franchismo".
Di fronte alle atrocità, agli stupri di massa, alle torture, alle decapitazioni, all'uso delle armi chimiche contro la popolazione siriana di cui ogni giorno i sedicenti "ribbbelli" si rendono protagonisti, ogni parola in più per descrivere la viltà, la menzogna e lo schifo per questi infami è sprecata.
Confidiamo soltanto che i compagni di San Lorenzo e del resto di Roma sapranno indicare in modo militante ai ratti la strada più celere e sicura per le fogne.
sono andato alla manifestazione di sabato a Milano ed è stato piuttosto deprimente, ma me l'aspettavo.
RispondiEliminaPresenti al massimo 50 persone, meno dei celerini schierati davanti al Consolato Usa. C'erano le bandiere siriane, ma anche una bandiere "nemica", quella con la striscia verde anziché rossa: foto di Assad mi pare non ce ne fossero. In compenso tante bandiere rosse targate Pdci Csp Fgci e anche Pcl, cosa che mi ha stupito perché si tratterebbe di trotkisti. Sembrava la fiera campionaria del comunismo italiano. Di siriani manco l'ombra, questo confermerebbe i timori di Fulvio: "E' facendosi intimidire dal ricatto democratico dei distruttori di democrazia, che si è persa gran parte della comunità siriana che, comprensibilmente, si è lasciata trascinare in piazza da chi ci va con le immagini del loro presidente": in pratica, i siriani in Italia seguono preferibilmente le manifestazioni fasciste a quelle "rosse"? Bel risultato!
I discorsi: alcuni apprezzabili, quello di Tranquillino per esempio e un messaggio molto vibrante inviato da un parroco, altri più mosci, distaccati e lontani, senza mordente o fuori tema, per non parlare della Correggia, decisamente minimalista. A volte penso che la sinistra in Italia sia proprio morta definitivamente in quanto del tutto deprivata di coraggio e di identità. Ma l'Italia (e la sua sinistra) ormai sono come il Lichtenstein, oggi il centro del mondo è ad al-Qseir.
LUCIANO
Caro Fulvio,ma qualcuno vuole spiegare ai cd"Trotschisti"ed anche a chi supporta i"ratti"Siriani,che poi tanto Siriani non sono visto che la stampa occidentale(nella fattispecie quella Tedesca)enumera ca il 50%(almeno)degli stranieri presenti nelle file della cd"ribellione"
RispondiEliminaCome dicevo prima,cioè che le brigate internazionali,in Spagna nel 1936/1938 erano state formate x combattere CONTRO i golpisti fascisti e a FAVORE del legittimo governo repubblicano del fronte popolare,il quale aveva vinto le elezioni politiche nel luglio 1936.
X specificare anche i militari golpisti e i loro alleati falangisti,ebbero cospicui aiuti internazionali,tralasciando x ora armamenti e mezzi vari,solo x i combattenti si contavano:
Italia-da 80.000 a 100.000 uomini
Germania-20.000 uomini(legione Condor)
Portogallo-da 40.000 a 50.000 uomini
infatti,molti pseudo-storici dimenticano sempre che il regime para-fascista di Salazar oltre ad essere un cd"santuario"x i"ribelli"golpisti inviò anche un corpo di spedizione
Ci furono poi anche altre nazioni che inviarono"volontari"x combattere a fianco dei fascisti(Russi bianchi,Ungheresi,ecc...)
tutto questo x ristabilire una verità storica oggi molto spesso dimenticata,se non addirittura stravolta.
un saluto
Alexfaro
Alexfaro,la spiegazione agli ottusi opportunisti abusivamente autodefiniti trotzkisti, l'ha già molto bene tu.
RispondiEliminaSe io fossi siriano non perderei nemmeno un minuto a scegliere fra una manifestazione in cui si espone con orgoglio l’effigie del mio presidente e una in cui devo cercare la bandiera siriana in mezzo a quelle cubane, del PRC e del centro sociale Porchetta Rossa. Un siriano non ha nessun obbligo morale di attenersi alle regole menoppeggiste che governano la sgangherata sinistra occidentale, ha il diritto-dovere di scegliere chi gli mostra rispetto. Se questo rispetto lo riceve solo da post o pre o proto o veterofascisti non è un problema suo ma nostro. Siamo noi che dobbiamo ripulirci, non dire ai siriani che se frequentano quelli là il sacro cuore di Lenin sanguina.
RispondiEliminaPersonalmente, potendo scegliere fra la manifestazione “fascista” e quella “comunista”, sceglierei la seconda per dovere di appartenenza anche se, come Luciano, mi lascerebbe scoraggiato dalla pochezza di chi ci rappresenta. Ma se abitassi a Roma, pur di marcare la mia differenza dai ratti stronzkisti, andrei dagli innominabili: dare un piccolo segno di solidarietà al popolo siriano vale molto più della mia purezza ideologica.
A proposito di "ratti" vedo che in Libia le cose non sono poi cosi' tranquille...che la sconfitta che si delinea per i loro colleghi in Siria li rende nervosa? Riguardo agli opportunisti e pacifisti a senso unico, che tanto vengono citati sui giornali, ritengo che la responsabilita' sia di tanti "politically correct" presenti nei partiti di sinistra e sindacati. Quelli chiaramente in malafede (non tutti sono "ingenui") vanno smascherati senza esitazione.
RispondiEliminaScusami Fulvio ma la manifestazione Antifascista è anche contro il raduno nazifascista . Forse te sfugge che pochi giorni fa hanno assasinato Clèment , aggredito OZUòU' . Spiegami cosa dovremo fare zitti e permettere che questi scorrazzino per Roma .Allorchè motivo in più per essere presente e motivo in più di non vergognarmi di essere ANTIFASCISTA . E poi io non capisco cosa vuoi dire che secondo il tuo inequivocabile parere meglio lasciare fare e stare in pantofole .??.Ritieni giusto tu se non pubblicare oppure rispondermi .Altra parte il blog è tuo .Io sarò in piazza contro i NAZIFASCISTI sta porcata va avanti da troppo e siamo in tanti -e averne le cosidette piene .
RispondiEliminaC'è un po' di confusione politico-sintattica in alcuni commenti. Compresi certi buchi ortografici miei.
RispondiEliminaMa la cosa più grave è la disponibilità di Mauro Murta, eccellente commentatore, a sostenere con la sua presenza l'infiltrazione dei ratti fascisti nella causa della Siria e dei popoli. Me ne dissocio radicalmente. L'unico risultato è quello di farsi penoso strumento di una mistificazione tossica: fascisti per la libertà e la giustizia dei popoli. Terribile. Altrettanto terribile è l'impotenza e l'ignavia di noi antimperialisti e anticapitslisti che non sappiamo mettere in piedi niente per smascherare sia i nazi di Ponte Milvio, sia i ratti di San Lorenzo. Su questo si dovrebbe lavorare, altro che andare a sporcarsi tra le chiaviche euronaziste.
Per ricollegarmi al commento di alexfaro, vorrei anche aggiungere che i governi delle "democrazie occidentali" di allora non fecero nulla per sostenere la repubblica spagnola, che dovette per tre anni acquistare a prezzi di mercato tutto quello di cui aveva bisogno. Solo l'Urss, anche se con atteggiamenti discutibili, ed il Messico rivoluzionario inviarono alcuni aiuti.
RispondiEliminaA propositro vorrei segnalare una manifestazione dell'associazione Assadakah in collaborazione con Indipendanza dal titolo "Syria: quello che i giornali non dicono" martedi 18 giugno a Roma, Garbatella, presso la sede Arci. Scusatemi per questa involontaria pubblicità, ma mi sembrava che la Rivista Indipendenza fu, nel corso dell'aggressione alla Libia, una delle poche a fornire solidarietà alla Jamahiria ed a descrivere la sua resistenza alla Nato. Vorrei ricordare che solo un anno fa, quando ancora la propaganda antisiriana non era ancora stata intaccata da verità uscite fuori solo più tardi, a Los Angeles, un gruppetto di circa 100 - 150 persone (quasi tutti siriani emigrati) manifestarono davanti al federal building per due o tre volte con le loro bandiere e con la foto del loro presidente, nonostante una volta ci fu dall'altro lato della strada, con la polizia in mezzo, un gruppetto di sostenitori dei "ribelli" con la bandiera con la striscia verde al posto di quella rossa.
Mauro Murta@
RispondiEliminaPer fortuna ci sono siriani, miei amici, che non si sognerebbero neanche per un attimo a stare tra i nazi di Ponte Milvio e i loro connazionali boccaloni che gli stanno appresso.Che sanno benissimo come quelle parate non facciano altro che fornire argomenti a chi satanizza la Siria e il suo presidente: "Vedete chi sta con il dittatore Assad e il regime?"
I mafiosi, seppure vadano in chiesa e si appendino addosso croci e madonne, non per questo sono bravi cristiani.
Non si può non prendere le difese della Siria di Assad così come non si poteva che stare dalla parte della Serbia, della Libia, dell´Iraq e degli altri paesi brutalmenti attaccati dall´imperialismo. Mi permetto però di dissentire quando affermi che la Libia, l´Iraq e la Serbia od altri paesi rappresentavano o rappresentano un´avanguardia rivoluzionaria. Rappresentavano e rappresentano , semmai, un avanguardia antimperialista. Anche i nazisti attaccarono la Polonia ed invasero la Francia. I Giapponesi attaccarono la Cina e provocarono un olocausto dimenticato in Manciuria. In quei paesi vi fu una resistenza. Charles de Gaulle invitò, via radio , da Londra, la popolazione francese alla lotta contro I tedeschi. La Francia non era un paese rivoluzionario, era un paese capitalista sotto attacco dell´imperialismo nazista. Siamo onesti. Non vi è attualmente alcun movimento rivoluzionario rilevante sul pianeta terra. Prenderne atto significa posare il primo mattone per la creazione di un nuovo movimento rivoluzionario. Altrimenti si leggeranno commenti di bravi compagni che affermano che se cade Assad siamo spacciati. Ma lo siamo anche con Assad! La rivoluzione si irradia dai paesi rivoluzionari nel mondo. Ha come base un diverso MODO DI PRODUZIONE, più efficiente di quello che attualmente domina. Produce un salto di qualità tecnico scientifica che determina, tra l´altro, un vantaggio militare dei paesi rivoluzionari. Il paese rivoluzionario è un faro a cui si rivolgono i lavoratori sfruttati di tutto il mondo. Potevamo rivolgerci a Gheddafi? È vero che Gheddafi ha fatto fare un salto di qualità straordinario alla Libia, ma in un quadro di equilibri e rapporti tribali, equilibrio fragile visto che gli imperialisti ne hanno approfittato, e certamente inapplicabile in realtà sociali il cui sviluppo si è da tempo lasciato alle spalle il tribalismo. Fu, è vero, una rivoluzione un avanzamento dal tribalismo al capitalismo. Stop. La sanità gratuita e l´edilizia sociale non sono una prerogative esclusiva dei paesi rivoluzionari esistendo anche in paesi capitalistici di ispirazione socialdemocratica.
RispondiEliminaBen vengano le lotte e speriamo che si estendano.
Piero
Piero@
RispondiEliminaPrimo, quello che conta è che senza Assad è la Siria a essere spacciata.
Sbaglio, o sento un vago odorino di colonialismo eurocentrico nel tuo discorso su rivoluzioni vere e rivoluzioni fasulle?
La rivoluzione non si misura su sacri canoni e pandette, ma sulla volontà e la coscienza delle masse, sulle circostanze culturali e geopolitiche, sulle condizioni storiche, sui risultati relativi allo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e dello Stato dominante sugli altri. Se non ti va di chiamare certi fenomeni "rivoluzioni", perchè ne hai un'idea tutta tua e, secondo me, libresca, chiamali come ti pare. Non importa il nome. Mi dispiace se a te non convincono rivoluzioni come tali salutate dalle masse e che sono tali perchè hanno portato a un cambio di paradigma distruggendo le forze economiche e militari dell'oppressione: Saddam, Assad, Gheddafi, Chavez, Nasser, Sukarno,Morales, Correa. E hanno funzionato meglio, sul piano sociale e su quello antimperialista delle rivoluzioni "vere", tipo quella del Vietnam, finita a schifìo ultraliberista e colonialista, o di Cuba, svoltata alle privatizzazioni.
Mi ha sempre dato fastidio quando qualcuno mi dice “per il mio bene” chi devo o non devo frequentare. Per questo mi guarderei dal dire a un siriano “con quelli non ci andare che sono fascisti”, presupponendo che sappia cosa vuol dire quando neppure i due terzi degli italiani lo sanno. Fra l’altro, definire questi siriani “boccaloni” ha un vago retrogusto colonialista.
RispondiEliminaComunque grazie Fulvio per definirmi eccellente commentatore, ma io sono prima di tutto un uomo qualunque (nel senso buono) e, come diceva il grande Pierangelo Bertoli, le masturbazioni cerebrali le lascio a chi è maturo al punto giusto. Chi sta con la Siria deve dimostrarlo senza distinguo e nannimorettismi, non omettendo le effigi di Assad perché, sapete, il momento è delicato, la dirigenza del partito ci tiene d’occhio e non è il momento di provocare scomuniche interne, noi siamo per la democrazia, bisogna tranquillizzare l’elettorato e via vendoleggiando.
Non andrò alla manifestazione di Roma, è fuori dal mio raggio d’azione, ma ribadisco che sia pure come “osservatore” e senza dare confidenza a nessuno un salto ce lo farei. Può darsi benissimo che sia roba organizzata da chi vuole denigrare il sostegno alla Siria, i piloti degli F-18 pronti al decollo sulle catapulte della Nimitz stanno pregando “…speriamo che riescano a mettere in imbarazzo i pacifisti italiani, altrimenti come facciamo?”. Ma, chiunque siano questi “fascisti per la Siria”, hanno comunque abbracciato una posizione giusta, irrituale e tutt’altro che comoda da queste parti e per questo, forse, una parte di loro avrebbe potuto essere dei “nostri” se la sinistra occidentale si fosse liberata di quella vocazione a perdere che ormai ha già nauseato tanti di noi.
Per Alex1.
RispondiEliminaDetto da uno come me che è due culi in un paio di braghe con i fascisti per la Siria può lasciare perplessi, ma non mi fiderei troppo dell’associazione Assadakah. Ora è paladina della resistenza siriana ma ai tempi dell’aggressione alla Libia era tutto uno spurgare imbarazzanti elogi ai ratti e insulti a Gheddafi. Dal nuovo sito, sinceramente (?) filosiriano, tutto questo è sparito ma per fortuna del web e del maiale non si butta niente. Guardate qua:
http://www.assadakah.it/old_site/modules.php?name=News&file=article&sid=3520
http://www.assadakah.it/old_site/modules.php?name=News&file=article&sid=3596
http://www.assadakah.it/old_site/modules.php?name=News&file=article&sid=3592
Questo è il vecchio sito ma il responsabile esteri è sempre lui, Talal Khrais. È un giornalista libanese e posso solo supporre che il suo fiero sostegno alla Siria, così stridente con il trattamento che riservò alla Libia, sia frutto di qualche interesse personale. Naturalmente non possiamo negare a prescindere la possibilità che ha un uomo di ravvedersi, ma per quanto i riguarda “timeo Danaos et dona ferentes”. A titolo di curiosità, ai tempi della guerra in Libia ho avuto il privilegio di dirgli il suo quando entrambi eravamo iscritti alla newsletter di un’ambigua associazione sedicente filopalestinese.
Volevo replicare a Piero che il conflitto fra Francia e Germania e' stato un conflitto fra stati imperialisti, ben diverso dal tentative di "Reconquista" verso quei paesi che dalla decolonizzazione hanno fatto dei progressi e cercano di restare autonomi, pur inseriti nell'economia globale. E che se si vuole che un movimento per il superamento del modo di produzione possa crescere nei paesi sviluppati e' necessario sostenere anche la lotta nei paesi che a tali spire stritolanti cercano di opporsi. Credi che il crollo degli stati aggrediti (come e' stato quello dell'Iraq o della Yugoslavia) abbia favorito la classe lavoratrice in Italia? O che il riversarsi di disperati provenienti da paesi crollati e la possibilita' di esportare la produzione in aree "conquistate" non abbiano reso i lavoratori piu' ricattabili ed ideologicamente disarmati?
RispondiEliminaMauro Murta, eccellente commentatore, sì, perchè ci pensa due volte a quello che scrive. Ma talvolta gli ci vorrebbe una terza volta. Come quando mi accusa di colonialismo, nientemeno!, per aver definito boccaloni certi siriani che ascoltano le sirene nazifasciste e vanno alle loro manifestazioni, provocando un danno enorme alla Siria e facendo un grande favore a chi la Siria la definisce una dittatura fascista.
RispondiEliminaQuella di Mauro mi sembra un'uscita da "manifesto". Mo' non si può dire a uno di un altro paese che è un ingenuo? O un fesso? O un farabutto? Ma cos'è razzismo all'incontrario? Tutti i siriani sono astuti? Io preferisco ragionare di classi piuttosto che di nazionalità e da compagno di Bashar el Assad e di tanti siriani anche in Italia, mi prendo il diritto di ripetere che sono boccaloni tutti quelli che, siriani o no, sono tentati, come lo era Murta, di prestarsi alla scaltra strumentalizzazione dei nazi fascisti (senza spazi politici che non siano quelli lasciatigli dalla sinistra), rischiando di screditare la Siria patriottica. Aggiungo di più: boccaloni e ignoranti sono anche certi rappresentanti diplomatici di certi paesi che a questi sciacalli hanno dato retta.
Occhio Mauro, parli con un "colonialista" che dal 1967 sta in mezzo a quasi tutte le guerre contro il colonialismo. E le combatte. Pagando il prezzo.
A proposito di violenza te la ricordi Fulvio la battaglia di Dien Bien Phu, quando i Vietnamiti, straordinariamente condotti da Giap, sconfissero, prima volta nella storia, un paese colonialista, la Francia, ed il loro sterminato orgoglio nazionale. Fu violenza rivoluzionaria. Alle superiori mi hanno gonfiato gli zebedei con la non violenza Gandhiana. Senza la violenza rivoluzionaria in atto in larghe aree del pianeta col cavolo che gli inglesi avrebbero concesso l´indipendenza all´India. Senza quella violenza, agita o minacciata, la decolonizzazione non sarebbe mai avvenuta. Ammetto di aver letto ( ma che è una colpa leggere???) sul libro di Engels che la “violenza” è foriera di cambiamenti. Da quando quella violenza è venuta meno la ri-colonnizzazione è ripresa.
RispondiElimina@ Alex1.
Concordo con quanto affermi , ma vorrei farti notare che l´equazione resistenza=rivoluzione è una sciocchezza. Gli indigeni delle americhe cercarono di resistere ai Conquistadores, ma non per questo possiamo definirli dei rivoluzionari. È ovvio che si DEVE stare dalla parte di Assad, e non dalla parte dei salafiti invasati utilizzati dalle forze reazionarie Usraeleuropee.
La rivoluzione si misura però, non sui “ sacri canoni e pandette”, ma sulle sconfitte del nemico. Purtroppo Gheddafi, Saddam, Milosevic etc sono stati fatti fuori. Se i libri riportano le sconfitte dei nemici o ci spiegano come sconfiggerli, ben venga la lettura dei libri! Compreso il tuo, Fulvio!
Piero
Caro Piero, anche Robespierre fu sconfitto. Anche il Vietnam è stato sconfitto, vedi oggi cos'è. Ma erano rivoluzioni. Se solo bastasse spiegare come sconfiggere il nemico!
RispondiEliminaCaro Fulvio, hai ragione. Non si può essere neutrali ed anch'io credo che occorra schierarsi con Assad . Tu l'hai capito prima ma ora è evidente che gli Stati Uniti, Arabia saudita, Qatar ed Israele non vogliono la pace ma la sparizione di Assad e la distruzione della Siria. Obama, un vergognoso Premio Nobel, sta preparando una nuova guerra Nato contro Assad , proprio ora in cui si sta profilando qualche possibilità di pace per la riconquista di Qusair da parte dell'esercito, utilizzando gli stessi prestesti delle armi di distruzione di massa usati contro Saddam Hussein. E pensare che perfino la Del Ponte ha dichiarato che, se c'è stato uso di prodotti nervini e tossici, questi sono stati usati dai ribelli e non dall'esercito.
RispondiEliminaPurtroppo non giova ad Assad, nei confronti dell'opinione pubblica, la prossima manifestazione a Roma della peggior destra europea.
Tra la situazione economica e politica italiana e quanto accade in Medio Oriente, con possibili ripercussioni mondiali, non è possibile essere ottimisti
Aggiungo che sulla Siria, a proposito della non-violenza, ho notato qualche contrasto fra te e Marinella Correggia, una giornalista che stimo, e spero che vi possiate chiarire di persona perchè i bravi giornalisti sono pochi.
Un abbraccio Ireo
Ho appena visto il documentario Target Iran, davvero un ottimo lavoro. Mi ha fatto tornare alla mente il mio soggiorno in Iran nel 2006, dove la mia scarsissima propensione a fraternizzare con gli altri mammiferi bipedi è stata messa a dura prova dall'eccezionale ospitalità e disponibilità degli iraniani.
RispondiEliminaUn piccolo suggerimento, Fulvio: perché non proponi il documentario al canale russo RT? Ovviamente con le tv italiane non vale neppure la pena di provarci ma RT si vede sul satellite e magari qualcuno lo guarda. O magari lo guardo solo io...
Buona idea, Mauro. Ora li cerco.
RispondiEliminaAllora ci siamo,stando alle ultime notizie la casa bianca,avrebbe,le cd"prove"che l'esercito lealista Siriano"avrebbe"(il condizionale è d'obbligo)usato armi chimiche(cioè gas)contro i cd"ribelli"
RispondiEliminaEbbene secondo il mio(modestissimo)
parere,i casi sono 2:Obama é impazzito improvvisamente,oppure è successo qualcosa,ma non certo l'uso di armi chimiche da parte del legittimo governo Siriano,in quanto ciò è una balla colossale.
Ora prescindendo dal fatto che le ultime notizie di fonte ONU(vds le dichiarazioni di Carla del Ponte!)addossavano la colpa di avere usato il gas ai cd"ribelli"e non all'esercito governativo,a proposito era notizia di pochi giorni fa che la polizia Turca aveva pizzicato,alla frontiera Siro/Turca diversi cd"ribelli in possesso di alcuni contenitori di gas Sarin,ma guarda un pò oggi questa"notizia"è sparita dai mass media internazionali.
Non sarà mica,perchè l'esercito regolare Siriano sta dando botte da orbi ai"ratti"tagliagole,
salafiti/takfiriti,ed essendo questi ultimi in forte difficoltà,"devono"essere "aiutati"in modo massiccio,molto più di adesso,con ogni mezzo possibile(vds il caso Libia)altrimenti x loro sarebbe la fine?
Con questa escalation,resta da vedere cosa faranno la Russia(ed anche l'Iran e la Cina)visto che la marina della federazione Russa ha nel porto di Tartus almeno 10/12navi da guerra(con relativi militari in numero consistente)e che essendo tra le poche nazioni in possesso di notizie vere e non la propaganda che spacciano i ns media o quelli arabi degli emirati del golfo,dicevo,di prima mano sulla guerra civile in Siria,sicuramente desunte sia dai satelliti che anche dai cd humint,cioè agenti segreti che sul terreno monitorano continuamente entrambi i contendenti,riferendo poi a Mosca le notizie acquisite,con i suddetti mezzi.
A mio parere,credo che Obama stavolta stia facendoo come si dice"il passo più lungo della gamba"
Perciò credo che questa volta il capitalismo/imperialismo/colonialismo occidentale abbia fatto quell'enorme errore di valutazione
politico/diplomatico/militare che se dovesse continuare ci porterà dritti dritti,prima o poi,verso la 3^ GM(purtroppo!aggiungo).
un saluto comunista
Alexfaro
Non sarà mica che l'escalation nella ingerenza manifesta (perché quella sotterranea è da mò che c'è!) del Nobel dagli orecchi a sventola sul quadrante siriano oltreche dalle batoste inflitte ai mercenari qaedisti filoNato dall'esercito siriano sia motivata dalla "straordinaria" opportunità data dalla coincidenza delle elezioni in Iran? L'affermazione di tali moderati e l'avvicendamento del'Ahmadinejad ("dagli occhi luciferini e dal pizzo da conquistatore spagnolo" il Fatto Quotidiano di ieri, sabato) può costituire una interruzione di una strategia regionale ed una ghiotta opportunità di disgregazione. I dollari sono già arrivati altre volte in Iran, come Tu Fulvio ben hai sottolineato nel Tuo documentario e nelle Tue corrispondenze. Mi associo a quanto suggerisce Murta su Target Iran, è un peccato, uno spreco, che sia limitato a quelli che già conoscono il Tuo lavoro e il Tuo percorso (per l'appunto dal '67, i filmati dal Vietnam di un Fulvio giovanotto la più gran parte dei fasulli corrispondenti da TG se la sogna, anzi non se la sogna, si sarebbero imboscati), devi allargare la platea, non necessariamente su famiglia Cristiana...
RispondiEliminaEmilio