L'APOCALISSE E I SUOI FRATELLI
Che gli uomini non imparino molto
dalle lezioni della Storia è la più importante delle lezioni che la Storia
insegna. (Aldous
Huxley)
Il peggiore peccato contro la
mente umana è credere a fatti privi di prove. (Aldous Huxley)
Su “il manifesto” Fratello
Da
sempre il nemico “interno”, cioè quello che reclama di collocarsi tra le tue
file, magari per buonafede tanto
ignorante quanto presuntuosa, o piuttosto per scaltra impostura, o ancora per
ottusità da calcificati dogmatismi, è da individuarsi come il più insidioso
rispetto a chi ti si oppone frontalmente e senza remore. Nel “quotidiano
comunista il manifesto” ritengo siano presenti tutte e tre le fattispecie. Me
ne occupo sovente a dispetto del fatto che la sua presenza editoriale è da
tempo agli sgoccioli, deludente fino all’esasperazione per chi riesce ad
attenersi a una linea di aderenza alla realtà come rappresentata
indefettibilmente da principi marxisti, in particolare dopo la brutale estromissione
dei personaggi delle fasi iniziali, peraltro pure costoro inquinati da elementi
delle tre categorie sopra elencate. Rimane uno zoccolo duro di poche migliaia
di lettori in progressiva estinzione. Si aggrappano alla testata sedicente
comunista e, o sono segnati dal fideismo cieco con cui ne ha eliminato
l’autonomia critica la tradizione stalinista-togliattiana, in grado di farli
attraversare disinvolti qualsiasi mutazione genetica, o non sono in grado di
reperire fonti alternative, perlopiù non cartacee, o pensano che valga ancora
la pena leggere quel giornale alla vista di uno sparuto numero di firme
dignitose, marginali o esterne alla redazione, capeggiata dalla più inetta dei
direttori susseguitesi nei decenni.
Se
insisto a denunciare malefatte, capriole, degenerazioni consociativiste,
diritto-umaniste, democraticiste, di questo giornale, è per mettere sull’avviso
proprio questi ultimi. E anche perché, pur nella sua irrilevanza politico-editoriale
per lo schieramento delle forze antagoniste, “il manifesto”, rispecchia, tra i
deliri governisti del suo onnipresente guru Asor Rosa (arrivato ad auspicare un
golpe dei carabinieri per “ristabilire la legalità costituzionale”) e
l’arcipelago dei politically correct che navigano sulle carrette del né né, un
ambiente più vasto e più deleterio della sua rinsecchita tiratura.
Perché
quel politicamente corretto è l’arma di distrazione di massa che esibisce cause
tanto giuste quanto strumentalizzate e perfettamente compatibili con i regimi gangster
capital-imperialisti di quasi tutto l’Occidente, quali i famosi “diritti
civili”, nozze gay, migranti, condizione
e violenze subiti dalle donne (declinate però quasi sempre da ginocrate alla
rincorsa del potere maschile), dietro cui occultare le pessime ragioni per
guerre di cui risentono eminentemente proprio le donne e i bambini. Ragioni di
guerra, persecuzione, fame, che sono la prima causa della tragedia migratoria e
per le quali vengono avallati i falsi pretesti avanzati dagli aggressori. Basta
pensare ai lamenti per la “distruzione
della democrazia” nella rimozione del regime oscurantista e tirannico dei
Fratelli Musulmani, protagonisti pro-Nato degli orrori che devastano il Medio
Oriente; al vile cerchiobottismo dei né-né tra bombe Nato e “dittature”, come
le definisce l’automatismo propagandistico imperialista ovunque si tratti di
organizzazioni sociali altre, di diversa matrice culturale e storica, non ligie
all’espansionismo economico, politico e militare dell’Occidente; alla
satanizzazione dei governanti di capisaldi dell’antimperialismo come Putin,
Lukashenko, i nordcoreani, Mugabe nello Zimbabwe; alla santificazione di agenti
della restaurazione coloniale come il Dalai Lama, Aung San Suu Kyi, Bergoglio,
Walesa, Morsi, Madre Teresa. E’ da questo terreno contaminato che poi proliferano
i virgulti della rinascita della sinistra, del “Nuovo Soggetto di Sinistra”
reinventato ogni giorno, da Revelli a Pardi a Ginsborg, fino a Ingroia,
straordinario PM a Palermo e demenziale politico che taffazzeggia inneggiando a
Kennedy e Obama come suoi modelli di riferimento. Ultimamente, nel suo flirt
con un PD da recuperare, se non alla rivoluzione a un minimo di keynesismo, il
manifesto ha addirittura onorato di ampi spazi i documenti neo-sinistri di
maleodoranti personaggi, emersi dall’immondezzaio storico veltroniano o
dalemiano, come Bettini e Barca.
Ancora su fratelli e cugini dei Fratelli
Pensavamo
che il meglio di questo “manifesto” lo avessimo vissuto venendo imbrattati dai
peana che tale cuginetto dei Fratelli Musulmani, Stefano Liberti, sotto
l’augusto patrocinio di Rossanda e della Cia, scioglieva ai “giovani
rivoluzionari” Al Qaida di Bengasi, mentre su laghi di sangue si aprivano la
rotta verso il linciaggio di Gheddafi e della Libia. Ma il destino scelto da questo
giornale impone il perseverare più diabolicum.
Nello tsunami dei veleni scagliati dai media embedded sull’esplosione di tutto un popolo contro i Fratelli,
prima scelta dei nemici della libertà e perciò boia delle speranze accese dalla
Primavera araba, si è prontamente inserito lo spiffero tossico di un logorroico
inviato al Cairo, altro membro d’onore della Fratellanza, cui da settimane
vengono concessi i maggiori spazi redazionali e grafici per rappresentare la
massonica Fratellanza come vittima dell’Auschwitz di una nuova Gestapo. Nel
peregrinare incessante tra “le vittime della repressione”, questo Fratellino di
complemento non si avvede, né dei jihadisti con la mannaia giunti in soccorso
dai fronti di altre imprese democratiche, Siria, Libia, Tunisia, Qatar, né
della riproposizione, sparando su manifestanti e poliziotti, incendiando
chiese, linciando, saccheggiando patrimoni archeologici, delle prodezze che la
stessa organizzazione va compiendo altrove, oggi tirando armi chimiche sulla
gente. Il tutto con l’ausilio di armi, salvacondotti, suggeritori e capisquadra
forniti dall’alleanza democratica Golfo-Occidente.
Fratelli musulmani mentre pacificamente
manifestano al Cairo.
Cerchiobottismo: come, tra Serbia e Siria, mi
salvo il culo
Venendo
alla Siria, c’è un commentatore del “manifesto”, Tommaso di Francesco, che
cerca di tenersi fuori dalla mischia, richiamando alla memoria il precedente
del Kosovo, già ventilato a giustificazione del programmato intervento
anglo-franco-statunitense perché, per quanto privo dell’autorizzazione ONU,
sarebbe stato legittimato dal consenso Nato. Come se la decisione di un
organismo statutariamente impegnato alla difesa dei suoi membri e che “si
difende” assaltando chiunque non si stende a zerbino davanti alla “comunità
internazionale” del crimine, giustificasse l’obliterazione di Stati e popoli,
quanto una risoluzione di quello che viene fatto passare per consesso mondiale
delle nazioni.
La finta strage di
Racak
Come Powell con la provetta di urina fatta passare per arma chimica di Saddam; come Blair che annunciava missili di Saddam su Londra
Non
si augura un altro Kosovo, Di Francesco, visto che in quell’occasione ci fu,
come ipotizza audacemente per i gas in Siria, la messa in scena di una finta
strage (Racak. Però l’altrettanto finta strage di Srebrenica la avalla), da
parte dell’UCK e dell’Osce, a determinare il bombardamento di Kosovo e Serbia,
la distruzione di quest’ultima e la trasformazione del primo in narcostato, per
i traffici di droga Usa dall’Afghanistan. Sarebbe più convincente, il buon
Tommaso, se, finalmente, davanti alla valanga di prove, si rimangiasse quanto
all’epoca, in sintonia con Clinton e D’Alema, andava distorcendo su Milosevic
dittatore, su Srebrenica e su una pulizia etnica che i serbi non facevano, ma subivano,
fino al genocidio.
Ambiguità e toppate che si ripetono a ogni
conflitto. Ci sono le prove definitive della provocazione chimica dei
terroristi mercenari in Siria, come la documentazione satellitare fornita dai
russi all’ONU che mostra i tiri al gas da zone “ribelli”, gli accordi
intercettati tra dirigenti di una ditta di contractors
britannica, la Britam Defence LTD, che affermano l’OK di Washington per
l’operazione-armi chimiche che avrebbero fornitoTurchia e Golfo; l’allestimento
di comunicati dei “ribelli” sull’avvenuta strage redatti prima che questa si
verificasse; decisiva la scoperta da parte dell’esercito nazionale delle
gallerie scavate dai “ribelli” zeppe di armi chimiche; l’idiozia della tesi che
Assad si sarebbe suicidato insieme al paese, dopo 30 mesi di vincente
resistenza, sparando gas mortale sul suo popolo nel momento esatto dell’arrivo
dei, non proprio simpatizzanti, osservatori ONU; il precedente dell’altra
missione ONU che, con Carla Del Ponte, aveva
attribuito l’uso di armi chimiche all’opposizione armata; il dato che
Usa e UK si erano preparati all’attacco da settimane, con straordinario
schieramento di terra in Giordania, di mare e aria nel Mediterraneo, fino a
fissare con analogo anticipo il vertice militare di tutti gli Stati Canaglia in
Giordania, prima che qualcuno facesse scattare l’innesco gas. Sul grottesco di
queste fandonie svetta quella dell’Assad che gassa il proprio popolo all’arrivo
degli ispettori, come fosse il marito che, per ammazzare la moglie, aspetta
l’arrivo alla porta di casa della polizia (copyright di Manlio Dinucci, un irriducibile
Robinson Crusoe che, nella rubrichetta concessagli dai capoccia del
“manifesto”, pare un naufrago sull’isoletta “Verità” battuta da rabbiosi
marosi).
L’esercito siriano e
il suo popolo
Ma
l’astuto Di Francesco ne avalla un’altra di ipotesi, originalissima, che di
tutto questo non tiene conto e, anzi, indica un modo surrettizio per scaricare
ogni colpa nuovamente sul governo siriano: “E’
verosimile una bombardamento normale e non meno criminale dell’esercito siriano
che per caso ha colpito depositi chimici in mano ai ribelli”. Del resto,
continua, “che i militari siriani si siano macchiati di sangue
è fuori discussione, come è fuori discussione che Assad ha ormai fatto il suo
tempo”. Qui l’arroganza del cronista delle pulizie etniche rovesciate è
pari alla sua scaltra stolidezza. Ossimoro? Nient’affatto. Così dicendo il
riluttante giullare delle balle Nato si è coperto una chiappa a destra,
avallando responsabilità siriane per gas e “macchie di sangue” e
l’indiscutibilità della fine di Assad, e l’altra, a sinistra, ipotizzando la
non intenzionalità dell’esercito nello spargere gas sulla gente. In ogni caso i
“ribelli” sono esonerati: depositi chimici, evidentemente dell’esercito, in
mano ai ribelli che, dunque, non li avevano utilizzati. Naturalmente la
rimozione di Assad è “fuori discussione”, anche se vi si oppongono la
stragrande maggioranza dei siriani e la maggioranza dei popoli e dei governi
del pianeta. Per renderla “fuori discussione” bastano Obama, Cameron, Hollande,
Netaniahu, i cari Fratelli Musulmani e, dallo sgabuzzino, il berlusconide
ciellino Mauro. Uno che a chiamarlo ministro della Difesa stride come dare
dello statista a un segretario comunale per grazia della Camorra.
Si
riunisce in Giordania, da dove, alla testa di altri squadroni di ben addestrati
tagliagole, sono già partiti per la Siria corpi speciali angloamericani, lo
Stato maggiore del crimine internazionale. Tutti i ministri della difesa della
Nato e delle satrapie del Golfo, i cosiddetti “amici della Siria”, con, sul
predellino posteriore il paggetto Mauro e il pupo Letta (quello del pizzino
alla saliva a Monti) con l’elmetto. Devono decidere cosa fare per sminuzzare la
Siria, visto che il terrorismo dei ratti non funziona, della Sesta Flotta e dei
suoi Tomahawk contro colui la cui eliminazione per Di Tommaso è “fuori
discussione”. E magari anche contro il Libano, a sostegno della campagna di
attentati condotta, come sempre, dal Mossad con autobombe sia contro la
Resistenza nazionale (Hezbollah), sia, in funzione di provocazione false flag (sotto mentita bandiera),
contro le proprie quinte colonne sunnite di salafiti e Fratelli Musulmani.
Arrivano i russi?
Molti
miei interlocutori si disperano per una presunta passività della Russia. Eccone
un esempio:
Da Mauro Murta. La Russia non ha
intenzione di muovere guerra contro nessuno, neanche in caso d'intervento
militare dall'estero nel conflitto siriano, ha dichiarato il ministro degli Esteri
russo Serghej Lavrov alla conferenza stampa urgente a Mosca.
Ed ecco un controparere di Alexfaro: Cari Alex1 e
Fulvio,NON solo la Russia si é mossa da un bel pò,visto che, oltre ad aver
messo x 3 volte al CdS dell'ONU(come la Cina)il veto contro ogni intervento
militare contro la Siria.
Ha schierato nel Mediterraneo ben 16(sedici)navi da guerra,delle quali,almeno 5/6 sono permanentemente di stanza nel porto Siriano di Tartus.
Poi vi é da dire che Putin ha consegnato nelle mani dell'ONU le foto satellitari ed i rapporti,questi sì veritieri!del GRU sull'uso o meno delle armi chimiche in Siria.
Ha schierato nel Mediterraneo ben 16(sedici)navi da guerra,delle quali,almeno 5/6 sono permanentemente di stanza nel porto Siriano di Tartus.
Poi vi é da dire che Putin ha consegnato nelle mani dell'ONU le foto satellitari ed i rapporti,questi sì veritieri!del GRU sull'uso o meno delle armi chimiche in Siria.
La
situazione è complessa e le valutazioni non sono facili. Eviterei però
conclusioni affrettate in una partita geopolitica che coinvolge tanti elementi,
tante incognite, tanti retroscena e decisioni che affettano il futuro
dell’umanità, se non del pianeta. Anche se i precedenti libici non inducono
all’ottimismo. Ma sono, appunto, precedenti e la direzione suprema della Russia
è cambiata. Interpreterei le dichiarazioni di Lavrov come una dichiarazione di
principio, quella che la Russia non muove guerra a nessuno, cosa che sottolinea la differenza tra
Mosca è i cannibali e gli sciacalli (chiedo scusa agli sciacalli) di
Washington, Londra, Parigi, Golfo e Roma. Non mi pare che l’affermazione
implichi passività davanti all’aggressione.
La
Russia è minacciata a ovest e sud dalle incessanti manovre ai suoi confini
degli eserciti Nato, con forze di migliaia di uomini, cacciabombardieri e
sommergibili nucleari, dall’installazione tutt’intorno dello scudo missilistico
finalizzato al primo colpo nucleare, da un uragano di campagne diffamatorie,
dai terrorismi propagandistici e bombaroli interni, dal costante influsso di
droga afghana governata dagli occupanti Usa e destinata a minare, come in Iran,
la salute e la coesione della società. Ha di fronte degli assassini seriali
psicopatici che non aspettano che l’occasione di sganciare alcune delle loro
novemila testate termonucleari. Ma, fin dai tempi di Lenin non ha mai mosso guerra
a nessuno, salvo ristabilire con la forza, bene o male che fosse, la sua
egemonia sui paesi partecipi dell’opzione socialista alla sovietica e del Patto
di Varsavia. Putin ricorda come, ciononostante, ai tempi della guerra fredda,
l’intero Occidente, compreso le sedicenti sinistre, si sia compattata contro
l’URSS, con il risultato dell’isolamento e del collasso finale, per quanto
agevolato da difetti strutturali interni.
Salvaguardare
rigorosamente il principio di non interferenza è un principio che, al confronto
con le belve di guerra, eleva la Russia a forza di pace e di equilibrio, cosa
che le assicura quanto meno il consenso dei popoli e Stati fuori dalla
delinquenziale “comunità internazionale” e degli avveduti che non seguono il
“manifesto”. Tuttavia ciò non le ha impedito di monitorare la situazione con
migliaia di agenti sul terreno, con le navi militari nel Mediterraneo e nel
porto di Tartus, con le immagini satellitari e di controbattere, colpo su
colpo, alle montature antisiriane. Molti osservatori sono convinti che è grazie
a questa presenza che finora i carnefici hanno dovuto frenare e che le forze
siriane sono riuscite a conseguire le vittorie sul campo dei mesi recenti. E’
confermato che i siriani hanno ricevuto le prime quattro batterie dei sistemi
missilistici S-300, parte di un complesso sistema di difesa integrato antiaereo
e pare che questi siano serviti a distruggere i centri offensivi dei mercenari
a Qusayr e Deraa, per dove entravano armi e uomini da Libano e Giordania,
liberando così l‘intera zona costiera di Latakia e buona parte delle aree al
confine con la Turchia. Ora dovrebbero arrivare anche i più avanzati S-300PMU2.
Mettiamo al confronto le dichiarazioni del ministro degli esteri Lavrov, con
quelle di due giorni fa del capo di Stato Maggiore interforze russo, secondo
cui altre unità navali si stanno dirigendo al porto siriano di Tartus. Notizia
confermata dal sito dei servizi israeliani DEBKAfile.
Mosca o morte
Quello
che, a proposito della Russia e del resto del mondo fuori dalla comunità degli
antropofagi sfugge agli astuti analisti che cavalcano la propaganda anti-russa,
è il fatto che il grande paese di Putin, sotto mutate spoglie tuttora baluardo
anti-Nato insieme alla Cina, potrebbe essere oggi garanzia di sopravvivenza non
solo della Siria, ma anche dei paesi europei e di altri continenti che la
cupola dell’élite finanziaria mondiale, con lo strumento della potenza militare
USraeliana, ha votato all’uscita dalla storia. Il nostro miserevole paese e gli
altri del Sud Europa sono ridotti a degrado e rovina dai propri ciarlatani, delinquenti
abituali, scilipoti, mafia, preti e massoneria, tutti tentacoli e tentacoletti
della Grande Piovra inventrice della crisi che ci ha paralizzati. Da questa Grande Piovra, che agisce attraverso
lo strumento Statale anglosassone, siamo destinati a essere i primi frammenti
ridotti in polvere di un’Europa che va tolta di mezzo nella corsa mondiale al
primo posto. I primi, perché vocati da storia, geografia, cultura,
complementarietà varie, a essere partner e amici a tutti i livelli, per un
comune destino e un comune benessere, delle genti dell’altra riva del
Mediterraneo in corso di eliminazione. Con questi mostri e mostriciattoli alle
calcagne, quale opzione di sopravvivenza ci rimane, al di là di una rivoluzione
non alle viste, o anche in concorso con essa, che l’alleanza con quella grande
parte di mondo che resiste fuori dal recinto delle bestie feroci? Qui non si
tratta di ideologia, ma di restare in vita.
Un
primo passo sarebbe riesumare i movimenti di massa che, in tempi non lontani,
seppero bloccare i cingoli del rullo compressore colonialista e imperialista.
Ma non pare sia aria. Negli stessi Usa oggi si sta manifestando contro una
guerra che oltre il 60% rifiuta. A noi tocca accontentarci dell’eliminazione,
per mano dei suoi stessi compari, di quel Padre Dall’Oglio che, pugnalando alle
spalle i propri correligionari massacrati e in fuga senza che un qualche papa
sollevasse un ciglio, ha operato in Siria in combutta con la peggiore feccia
dell’umanità. Quella i cui Fratelli e sodali d’Egitto, cavalli di Troia
dell’imperialismo, i sinistrati del “manifesto” e altri compiangono come
vittime. E poi un’altra soddisfazione: giorni fa patrioti della vera Resistenza
irachena hanno liquidato Mohammed Nassif Al Maliki, il boia di Saddam Hussein.
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Un paio di contributi
Ma prima di
soffermarmi sul comunicato, sono costretto a ritornare sulla questione del Sarin
che, a differenza di altri gas militari, uccide agendo sulla pelle: una microgocciolina e via. Questo,
tra l’altro, impedisce il soccorso a personale che non sia incapsulato in tute
NBCR di terzo livello. Guardate, invece, questo video: dovrebbe raffigurare l’affranto padre che abbraccia il suo
bambino morto per Sarin. E poi guardatevi tutti gli altri video circolanti in Rete.
Fosse stato gas Sarin, che speranza di sopravvivenza dovrebbero avere i
“soccorritori”? Prevengo l’obiezione: “E vabbè, questione di lana caprina.
Invece del Sarin, sarà stato qualche altro gas.” No. La sintomatologia
denunciata nei comunicati dell’”Opposizione anti-Assad” e delle “organizzazioni
umanitarie” sono ascrivibili esclusivamente a gas neurotossici (nervini), di cui
il Sarin (insieme al Tabun, Soman, VX….) è il più conosciuto. (Francesco
Santoianni)
Dal
blog di Grillo
QUI SI FA L’ITALIA O SI
MUORE
"Il Movimento 5 Stelle è venuto al mondo per
riconsegnare la politica nelle mani dei cittadini. Non è nato per trasformarsi
in un partito tradizionale. Non è nato per ragionare come un Alfano, un Letta,
un Berlusconi qualsiasi. Non è nato per fare compromessi perché
“altrimenti cosa ci stiamo a fare”. Chi
ha votato 5 Stelle lo ha fatto per rovesciare il tavolo. Con tutto il servizio
buono di porcellana sopra. Perché ormai non è più questione solo di ‘mangiare meno’, ma di mangiare ‘meglio’, e
soprattutto di mangiare ‘tutti’. Chi ha votato 5 Stelle
ha votato un
programma in 20 punti e 163 persone che lo
portassero dentro. Così com’era. Non un po’ più europeo cosicché potesse
piacere anche al Pd. Non un po’ meno trasparente cosicché potesse piacere anche
al Pdl. Così è basta. Perché questa è la democrazia
diretta. O così o niente. O così o nuove
elezioni, per cercare di avere la maggioranza e realizzarlo
tutto, per intero, come i cittadini lo hanno voluto.
‘Intelligenza politica’ per un eletto a 5 Stelle è una locuzione senza senso. L’intelligenza politica lavora prima, quando la rete si confronta e stila Carte comequella di Firenze. Se un eletto prende i punti del programma e li cambia (magari con i migliori propositi, perché crede di avere un mandato a modificare quello che i cittadini lo hanno spedito a realizzare), affinché quei punti si accordino con le esigenze del Pd del Monte dei Paschi, o del Pdl dello scudo fiscale, o di Scelta Civica del fiscal compact, allora non ha capito niente: sta solo facendo vecchia politica. Sta tradendo il mandato elettorale. Non sta gettando un ponte tra il cittadino e le istituzioni, in maniera che il sistema si trasformi lentamente da una rappresentanza vuota e fallimentare a una autentica democrazia diretta: sta perpetuando le vecchie pratiche dell’inciucio e distorcendo il significato di ‘portavoce’. Il Movimento 5 Stelle non è stato mandato nelle istituzioni per mendicare un misero emendamento rivendicandolo come un successo. È stato mandato in Parlamento per provare ad avere la maggioranza. Una maggioranza che non fosse finta come quella offerta da Bersani. Una maggioranza vera, perché solo così si possono cambiare le cose. Se non può avere un incarico di Governo perché i numeri non lo consentono, o perché il Paese è in mano a chi sotto il nome di ‘larghe intese’ cerca di mascherare il solito vecchio inciucio e perpetrare se stesso, allora il 5 Stelle non ha difficoltà a tornare alle urne. La fiducia i 5 Stelle la chiedono al Paese, non a Letta, a Monti o a Berlusconi.
Qui c’è bisogno di un atto di coraggio totale e definitivo. L’Italia è sempre più vicina al baratro. In certe zone sono mesi che non viene pagata neppure la disoccupazione. In queste condizioni, lasciare il timone nelle mani di chi ci ha portato nelle secche è pura follia autodistruttiva. Cercare di convincerlo con le buone, oltreché un tradimento dei principi ispiratori, è anche e soprattutto una cosa stupida. Il Movimento 5 Stelle è un movimento rivoluzionario. Le cose le cambia invertendo i rapporti di forza, mettendosi alla guida della nave. O così, oppure non ha senso. La democrazia diretta o si realizza e si mandano a casa i responsabili dello sfacelo, oppure a casa ci deve andare chi ha provato a fare la rivoluzione senza riuscirci. In mezzo non c’è niente, mettetevelo bene in testa. Per questo, se non ci sono i termini per realizzare il mandato elettorale (che è scritto chiaro, semplice, nero su bianco), si deve tornare alle urne e chiedere con forza e convinzione agli italiani di provare a cambiare tutto, di conferire una maggioranza chiara e inequivocabile a Grillo e al suo movimento politico. Nessuno giochi al piccolo onorevole. Nessuno pensi a nuovi compromessi storici. Nessuno creda di salvare se stesso. Qui si governa o si muore. Tutti insieme."Claudio Messora
‘Intelligenza politica’ per un eletto a 5 Stelle è una locuzione senza senso. L’intelligenza politica lavora prima, quando la rete si confronta e stila Carte comequella di Firenze. Se un eletto prende i punti del programma e li cambia (magari con i migliori propositi, perché crede di avere un mandato a modificare quello che i cittadini lo hanno spedito a realizzare), affinché quei punti si accordino con le esigenze del Pd del Monte dei Paschi, o del Pdl dello scudo fiscale, o di Scelta Civica del fiscal compact, allora non ha capito niente: sta solo facendo vecchia politica. Sta tradendo il mandato elettorale. Non sta gettando un ponte tra il cittadino e le istituzioni, in maniera che il sistema si trasformi lentamente da una rappresentanza vuota e fallimentare a una autentica democrazia diretta: sta perpetuando le vecchie pratiche dell’inciucio e distorcendo il significato di ‘portavoce’. Il Movimento 5 Stelle non è stato mandato nelle istituzioni per mendicare un misero emendamento rivendicandolo come un successo. È stato mandato in Parlamento per provare ad avere la maggioranza. Una maggioranza che non fosse finta come quella offerta da Bersani. Una maggioranza vera, perché solo così si possono cambiare le cose. Se non può avere un incarico di Governo perché i numeri non lo consentono, o perché il Paese è in mano a chi sotto il nome di ‘larghe intese’ cerca di mascherare il solito vecchio inciucio e perpetrare se stesso, allora il 5 Stelle non ha difficoltà a tornare alle urne. La fiducia i 5 Stelle la chiedono al Paese, non a Letta, a Monti o a Berlusconi.
Qui c’è bisogno di un atto di coraggio totale e definitivo. L’Italia è sempre più vicina al baratro. In certe zone sono mesi che non viene pagata neppure la disoccupazione. In queste condizioni, lasciare il timone nelle mani di chi ci ha portato nelle secche è pura follia autodistruttiva. Cercare di convincerlo con le buone, oltreché un tradimento dei principi ispiratori, è anche e soprattutto una cosa stupida. Il Movimento 5 Stelle è un movimento rivoluzionario. Le cose le cambia invertendo i rapporti di forza, mettendosi alla guida della nave. O così, oppure non ha senso. La democrazia diretta o si realizza e si mandano a casa i responsabili dello sfacelo, oppure a casa ci deve andare chi ha provato a fare la rivoluzione senza riuscirci. In mezzo non c’è niente, mettetevelo bene in testa. Per questo, se non ci sono i termini per realizzare il mandato elettorale (che è scritto chiaro, semplice, nero su bianco), si deve tornare alle urne e chiedere con forza e convinzione agli italiani di provare a cambiare tutto, di conferire una maggioranza chiara e inequivocabile a Grillo e al suo movimento politico. Nessuno giochi al piccolo onorevole. Nessuno pensi a nuovi compromessi storici. Nessuno creda di salvare se stesso. Qui si governa o si muore. Tutti insieme."Claudio Messora
Sulle mie catastrofiche (e facili) previsioni e sulla mia pessima opinione dell'atteggiamento russo spero fortemente di sbagliarmi. Purtroppo, finora non è mai successo.
RispondiEliminaQuanto all'invito di un lettore nel precedente intervento ad attaccare manifestini nelle metropolitane, sarebbe un'ottima idea se nascesse da un'organizzazione del dissenso che purtroppo, per ora, non c'è. E, in ogni caso, dovrebbero evitare astruse sbrodolate stile "Lotta Comunista", solo un titolo ad effetto, un'immagine toccante (ma non nauseante, in Occidente anche i più poveri hanno sempre qualche hamburger nello stomaco) e al massimo una ventina di parole di spiegazione. Meglio se con qualche velato riferimento alle ricadute delle guerre sui "nostri" interessi. E attaccare periodicamente manifesti diversi, per creare una specie di attesa e dare l'impressione di un'iniziativa dinamica.
Ciao Fulvio.
RispondiEliminaSono scoraggiato.Scoraggiato dall'ignoranza,ignavia e disinformazione che ci circonda.il giorno che questo occidente malato paghera' le colpe delle atrocita' imposte al resto del mondo ,i buoni cittadini avranno anche il coraggio di indignarsi e di meravigliarsi...
Luca.
Questa mattina, su RAI Radio 3, il giornalista dell'Espresso Marco Damilano rispondeva alle telefonate degli ascoltatori. Uno di questi chiese se siano meglio quelli che lanciano i gas o quelli che hanno bombardato e distrutto la Libia per fermare le "stragi di civili" e quante persone, militari libici o civili, siano state ammazzate dai bombardamenti italiani. Una domanda onesta, anche se ingenua nell'accettare la fola che le truppe siriane abbiano veramente usato i gas. Ma proprio per questo significativa perché sembra che le menzogne della propaganda, accettate dai più perché è orribile rendersi conto di vivere in un regime peggio che fascista, non riescono a trasformare proprio tutti i cittadini in belve sanguinarie.
RispondiEliminaIl giornalista ha iniziato a tergiversare mugolando come un liceale che non sa il teorema di Pitagora. Era chiaro che stava soppesando se fosse più utile alla sua carriera inalberarsi contro il proditorio attacco alla moralità dei nostri militari o assumere un basso profilo. Dopo aver anche inserito un elogio al fotoreporter italiano che mostrò al mondo le foto di Gheddafi trucidato, giusto per tenere alta la bandiera della categoria, ha balbettato qualcosa come "in una guerra civile la soluzione da scegliere è sempre il dialogo".
Se non fosse una tragedia sarebbe stato uno spettacolo spassosissimo.
Fulvio,
RispondiEliminaproponiti come consigliere di politica estera ai grillini; sentite le loro
domande alla bonino in commissione esteri ti ingaggierebbero subito !
(http://www.francescosantoianni.it/wordpress/?p=969 ).
Lasciam perdere che e' meglio.
Ti rinnovo la proposta fatta tempo fa':
girare per piazze ,ospedali,biblioteche,centri commerciali ect con un lenzuolo gigante e proietta i tuoi documentari ;
i centri sociali e le riserve indiane di testimonianza non sono sufficenti.
Se passi per il nord e hai bisogno di un facchino o qualsiasi cosa
(anche pulire i cessi) sono a disposizione .
Ma per favore basta con sta' menata di beppe grillo !!!!!
maurizio@
RispondiElimina"Basta con 'sta menata di Beppe Grillo" mi pare assioma un po' criptico e un po' sommario. Ma cosa vuol dire? Il M5S dice tantissime cose sacrosante che nessun altro dice più e poi piscia anche fuori dal vaso, come sulla politica estera, dove è imbrigliato dall'ignoranza e dal veleno dirittoumanista. Prendo il buono e caccio il cattivo. Diversamente faren solo un favore alla melma delle larghe intese e ai detriti della sinistra.
Quanto alla romantica idea di una specie di Nuovo Cinema Paradiso, che mi vede circolare con furgone (Ape 50?) carico di lenzuola, amplificazione, luci, proiettori, lettori cavi e controcavi, bè avessi 30 anni di meno, non fosse necessario il buio per proiettare (che, quando c'è, i centri commerciali, le biblioteche, ecc. sono chiuse, non fossero necessari lunghi percorsi burocratici per ottenere ogni volta la difficile concessione di spazi pubblici da occupare, avessi un personale di supporto che possa viaggiare per mesi, senza farci una lira, anzi rimettendoci e non lavorando, sarebbe anche una cosa carina...
Infine, non frequento riserve indiane, ma centri vivaci e dinamici di migliaia di persone che hanno sviluppato un buon naso e sguardi acuti. IN parte anche grazie a Grillo.
Signor Grimaldi lei parla di "Grande Piovra che agisce attraverso lo strumento Statale anglosassone", questo mi riporta a quanto sorprendemente sostiene Lyndon Larouche, cioè che il mondo, Usa compresi tranne pochi periodi come quelli di Lincoln e Kennedy, è nelle mani di Londra, dei Windsor e dei monetaristi della City e della loro colonia di Wall Street. Che questo potere origina da Roma, prosegue con Venezia e passando per l'Olanda arriva all'Inghilterra con Guglielmo d'Orange. Sempre le stesse famiglie oligarchiche che si spostano. Sempre il controllo della moneta, gli omicidi, le guerre, le trame. Cose che non si leggono da nessuna parte. Qual'è la sua opinione in proposito. Dimenticavo, Larouche dall'ottobre 2011 sostiene che quella che lei chiama la Grande Piova vuole innescare una guerra termonucleare con Russia-Cina-India e altri e con la "green economy" vuole ridurre drasticamente gli abitanti del pianeta.
RispondiEliminaCaro Fulvio,
RispondiEliminail bentornato da parte di un fedele lettore dei tuoi articoli. E' un sollievo poter trovare in un articolo di un giornalista autorevole risposta ai propri dubbi, e una nota discordante all'interno del coro polifonico che anziché far suonare la voce della verità si cura solamente di eseguire fedelmente lo spartito redatto dall'ufficio stampa USA.
Fra tutto il resto ho trovato particolarmente interessante la parte introduttiva sui lettori del manifesto. Delle tre ragioni addotte alla presenza irriducibile di uno zoccolo duro di lettori (fideismo cieco, mancanza di fonti alternative, giudizio sommariamente positivo sul giornale) ritengo sia la seconda quella più verosimile. Nel panorama di mezzi di informazione di massa offerti le alternative sono pressoché nulle, ed internet continua a rimanere una fonte d'informazione di nicchia, e perdipiù dispersiva e ricca d'insidie.
Il suo blog è una felice isola in un mare di narrazione approssimativa, ma rimane comunque un commentario, che dovrebbe completare le opinioni maturate attraverso una lettura quotidiana degli avvenimenti, attività che al momento è divenuta impossibile in Italia.
Lei cosa ne pensa? Se un ragazzino, ad esempio un nipote che sulla soglia dei 14 anni cominci ad interessarsi di politica, interna ed estera, si rivolgesse a lei chiedendole dei consigli in merito ad una lettura quotidiana con cui maturare un'opinione critica, cosa si sentirebbe di consigliargli? Probabilmente non si tratterebbe di un giornale italiano, così come credo non consiglierebbe siti di controinformazione, quali ad esempio donchisciotte, in cui si trova tutto e il contrario di tutto. Probabilmente il ragazzino che si rivolge a lei sarebbe un giovanotto intelligente e sveglio, appartenente a questa nuova generazione di ragazzi che vivono l'inglese come una lingua di fronte a cui non ci si possa sentire frenati. Consiglierebbe pertanto il New York Times, oppure il Guardian, oppure ancora l'Economist? Credo proprio di no.
Vede che in questa condizione ci si trova pressoché costretti a ripiegare su soluzioni di compromesso: chi si rivolge al Manifesto, chi al Fatto Quotidiano, chi ad altre testate. Ciò per avere una narrazione quotidiana che una pubblicazione periodica a cadenza più ampia non può dare. Gli italiani vengono spesso criticati per essere dei lettori deboli, quasi accusati di disinteresse nei confronti di ciò che accade nel mondo, e che sia questa la causa per la quale la stampa sta morendo in Italia. Come se fossero stati i lettori italiani ad uccidere la stampa. Io ritengo che purtroppo sia il contrario. E' stata la stampa ad uccidere i lettori italiani, con tutto ciò che ne è conseguito e che ha portato all'attuale dilagante stagnazione del pensiero.
Michele Garau@
RispondiEliminaGrazie del saluto, degli apprezzamenti e delle condivisibilissime considerazioni. Credo però che per arrivare a saper scegliere le fonti dell'informazione tocca avere per primo una forte e sana base teorica. A cominciare da buone letture di testi fondamentali, come "Il manifesto del Partito Comunista" "Stato e rivoluzione", Gramsci, Pinocchio, Victor Hugo,Luxemburg e altri. Queste sono le lame che consentono di recidere il falso e strumentale dal vero e onesto. Con questi discernimenti e un'attenta visione delle connessioni che legano gli avvenimenti si può iniziare a sceverare il buono dal cattivo, anche in donchisciotte o in Free Syrian News.
I giornali vanno bruciati quasi tutti, se non qualcosa di nicchia: sono passati sotto la proprietà e il controllo dei cannibali e dei loro servi. Rimane comunque internet e poco altro. Purtroppo siamo un popolo di analfabeti delle lingue. Altrimenti il panorama si allargherebbe assai. Grandi siti negli Usa, per esempio, le televisioni Telesur venezuelana, quella RT (Russia Today) all news in inglese. Poi alcune cose nel Guardian (Greenwald e Snowden!), nel giornale della tedesca Die Linke, nell'iraniana PressTV, all news in inglese, ora eliminata dai satelliti europei ma visibile in rete. Eccetera eccetera. Tocca darsi da fare. Imparare l'inglese!
Internet è sicuramente fondamentale, di questi tempi (e per ora) è difficile trovare informazione seria altrove.
RispondiEliminaPer quanto riguarda i siti in italiano aggiungerei Sibialiria, Megachip, La Voce della Russia, Infopal e IRIB italiano. Fra i siti esteri SANA, Al-Akhbar e Al-Manar che, oltretutto, appartengono alle parti in causa. Vale la pena, a stomaco vuoto, di visionare anche Informazione Corretta per capire quali abissi di fanatica inumanità possono raggiungere i sionisti.
Vado spesso sul sito del Fatto Quotidiano non perché mi piaccia, anzi, ma perché è molto istruttivo sulla devastazione culturale della "sinistra" neocolonialista che infesta l'Occidente. Gli articoli-blog di politica estera, tranne i pochi sempre ottimi di Giulietto Chiesa, vanno da quelli anonimi della Redazione, che sembrano scritti a Langley, alle disarmanti ovvietà del tenerone Fabio Marcelli, uno che vorresti avere come suocero ma ti dà le stesse informazioni di un libretto del catechismo. Dagli scaracchi che cerca di far apparire velenosi, ma sono solo maleodoranti, di Massimo Cavallini, acerrimo nemico di Chavez e di tutta l'America Latina socialista, alle gare di rutti contro la Siria fra Shady Hamadi e Joseph Zarlingo.
Scrivo spesso commenti su questi blog, alternando il dileggio alle tenie che sbavano per ogni guerra imperialista all'esortazione ad informarsi su siti più seri. Il giorno in cui sapessi che un distratto lettore delle ciance del Fatto ha acquisito una briciola di conoscenza grazie alle mie segnalazioni (ma non sono l'unico), ne sarei incontenibilmente felice.
Megachip, a dire il vero, a volte sembra una parodia della Siria, in cui si aggirano bande di ratti che il governo non riesce a controllare. Come Ennio Remondino che qui (http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=85143&typeb=0&Facciamo-la-guerra-ma-non-troppo) ci ammanisce la vecchia minestra rancida di Assad sostenuto da Israele e Occidente che, nonostante tutto, lo preferirebbero ai ribelli. Ma quando Giulietto Chiesa si deciderà a fare pulizia?
RispondiEliminaGrazie Mauro delle utili indicazioni.
RispondiEliminaAll'eterno infiltrato anti-serbo risponderemo.
Salvo@
Conosco i teorici delle "antichissime famiglie" che reggono le sorti del mondo. Non mi pare una teoria storicamente supportata, ma fosse anche in qualche misura fondata, non è questo il punto. Trascina verso la nebbia delle leggende una realtà evidentissima che si chiama coalizione mondiale del denaro e del potere capital-imperialisti, Bilderberg, Wall Street, Goldman Sachs, Vaticano, mafie. Cosa aggiunge un romanzo su chi, nei recessi della Storia, li ha preceduti e li accompagna.
Qui si tratta di fermare i cannibali che stanno arrostendo l'umanità. Hanno volti, nomi, indirizzi precisi.
Il premio della linea antisiriana credo sia da dare a "Repubblica" quando afferma che "La Siria minaccia l'Europa" trasformando in "minacce" gli avvertimenti di Damasco riguardo ai gruppi terroristi posseggono armi chimici e potrebbero usarli in Europa. D'altra parte non sono stati gruppi islamisti a compiere attentati a Londra ed a Parigi? Ma la cosa che oggi mi ha sorpreso è che mentre stavo in sala di aspetto ho letto il giornale di Amnesty. Propaganda per il libro di un certo Shadi Hamani, (introduzione del vecchio Dario Fo!) nel quale l'autore gioiva per le primavere arabe in quanto avrebbero svelato finalmente l'arabo che vuole la libertà e guarda ad occidente in contrapposizione all'immagine di arabo=islamico=terrorista (!). Affermando che la felicità per lui sarebbe il rovesciamento della Siria come stato e di Assad. Ma Amnesty non dovrebbe limitarsi ai "diritti civili" (chiamiamoli così) nei singoli stati invece che promuovere un "regime change"? Ma c'è di più. In Equador il governo di Correa vuole effettuare presente in alcune zone, ma uno sparuto gruppo di indios di cui non ricordo il nome si oppone ed ha fatto ricorso ad un ente trasnazionale che gli ha dato ragione. Amnesty quindi fa tutte le pressioni perchè Il governo rinunci allo sviluppo in quel luogo per "rispetto della cultura e delle tradizioni" di quel popolo...per Amnesty è meglio che certe comunità restino a vivere fra gli alberi e nutrirsi di bacche e piccoli animali piuttosto che si sviluppino? E sull'ultima pagina, udite udite, la campagna per l'arruolamento in Amnesty dei ragazzi fra 8 e 12 anni! Penso sia necessario denunciare apertamente il comportamento di questa associazione, che gode di tanta stima anche fra sinceri progressisti.
RispondiEliminaVolevo dire a Madrid, non Parigi. scusatemi.
RispondiEliminaSull'Equador volevo dire trivellazioni nel sottosuolo.
RispondiEliminaDal Corrierre della Sera "Israele ha fornito le prove (!) ad Obama". Se tale notizia fosse vera sarebbe la chiusura del cerchio a dimostrare qual e' lo Stato che vuole che altri facciano la guerra per il suo tornaconto. Con Francia ed Inghilterra in prima fila, scenario gia' visto nel '56 con la crisi di Suez. Non sarei pero' cosi' sicuro che oggi l'inghilterra sia solo un appendice dell'imperialismo americano, credo che come accadde due anni fa in Libia, cerchi di ritagliarsi un ruolo piu' autonomo insieme alla Francia, per prendersi un vantaggio rispetto ad altri "alleati" (ma sempre competitor quando c'e' da dividersi il bottino) europei.
Alex1, lo stesso ignobile trucchetto di trasformare gli avvertimenti di Assad in "minacce all'Europa" lo ha fatto stamattina il TG5. Welcome to the magic country of the Larghe Intese!
RispondiEliminaShady Hamadi è il ratto siriano che dal sito del Fatto Quotidiano invoca la distruzione del suo (?) paese. Guardate qui:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/08/28/lettera-a-padre-paolo-dalloglio/694075/
Il Nostro ci delizia con una toccante lettera d'amore al frate cannibale Paolo Dall'Oglio controfirmata dalla crema dei giornalisti-tenie italiani quali Amedeo Ricucci, Corradino Mineo, Ruggero Po, Maria Gianniti e via espettorando.
La prefazione di Dario Fo al libro del muride è stata per me un duro colpo. Vorrei si trattasse di circonvenzione d'incapace, ma temo non sia così.
Sul sito Megachip si trova un appello di Alternativa a mobilitarsi contro l'aggressione alla Siria.
RispondiEliminaE, alla posizione numero 2, un interessante articolo di Pino Cabras (Syrialeaks: come dare la colpa ad Assad) che spiega come un attacco con i gas, organizzato dagli USA per attribuirlo al governo siriano, fosse già stato scoperto il 29 gennaio 2013 dal Daily Mail. L'articolo rimase on line solo pochi giorni, ma le sue tracce rimangono.
...non male l'editoriale di Repubblica di oggi, venerdì 30, a firma nientepopodimeno che di Brzezinski, dopo tanti cronisti embedded "finalmente" Scalfari si rivolge ad uno che di terrorismo "se ne intende", essendo uno dei padri fondatori del qaedismo...
RispondiEliminaa questo punto non so cosa ci resti da vedere,
non ho altro da aggiungere salvo che
forse per l'Eugenio sarebbe l'ora della pensione
(a proposito, Fulvio, ho seguito il Tuo esempio per la presentazione del mio libro, la domanda che ti rivolsi in merito a Il Fatto tempo addietro era strettamente operativa, non polemica...)
saluti, Emilio
La Russia è un paese fascistoide e se non muove guerra è solo perché Putin non è asservito alla Lobby sionista ed l'immenso territorio russo dispone di enormi risorse. Però non stuzzicatelo e non vi avvicinate troppo....ma.....
RispondiElimina"Ma, fin dai tempi di Lenin non ha mai mosso guerra a nessuno."
Il "cattivissimo" Stalin ha mosso guerra al Giappone, liberando un vasto territorio asiatico dal cancro fascista e preparando il terreno alla successiva rivoluzione:
http://www.icsm.it/articoli/ri/manciuria.html
Proprio per fermare la rapidissima avanzata delle truppe al comando di Stalin gli americani sganciarono le due bombe nucleari, come ha ben descritto Filippo Gaia in questo libro:
http://homosapiensplus.altervista.org/documenti/bombardamento/conferenza.htm
Non voglio far polemica per cui mi attengo ai fatti. Abbiamo bisogno di unità e non di litigi tra fazioni che ormai appartengono alla storia.
Avete visto,é come supponevo io,tutto un rullar di tamburi e poi la montagna ha partorito il topolino(o meglio l'obamino)
RispondiEliminaDopo lo schiaffo ricevuto alla camera dei comuni(285 NO contro 272 Si)Cameron si é sfilato dalla coalizione de cd"volenterosi"(i quali a questo punto son rimasti in tre,cioé USA/Francia e Canada?forse.
Ebbene come diceva il ritornello di Rinaldo in campo?
Siamo rimasti in tre,tre briganti e tre somari sulla strada da Girgenti a Monreale ecc...( a proposito il capo non si chiamava Dragonera,strana coincidenza,non vi sembra?)
Ma ora ritorniamo seri,la Russia e la Cina hanno abbandonato la riunione del CdS dell'ONU,x cui la copertura della medesima NON c'é,quindi se la devono sbrigare i tre brig... ehm scusate volevo dire volenterosi!
Intanto la Russia sta inviando altre 2 navi da guerra nel Mediterraneo,e con queste fanno 18,ora io se fossi in Barack un pochino di strizza ce l'avrei,visto l'affollamento navale delle coste Siriane,un "piccolo"incidente potrebbe essere la scintilla che alla fine causerebbe una "bella"guerra mondiale(speriamo di no)come ben sappiamo nonostante le dichiarazione di Lavrov,(la Russia non farà guerra a nessuno)molte volte,sono proprio le cd circostanze che causano lo scoppiare di conflitti epocali(ricordate la 1^ GM,quella del Viet-Nam ed altre)
Comunque aspettiamo il rapporto degli ispettori dell'ONU(spero che i suddetti siano almeno un pochino imparziali,altrimenti!)e poi vedremo lo svilupparsi degli avvenimenti.(anche se io sono abbastanza pessimista).
Alexfaro
anonimo@
RispondiEliminaChe la Russia sia un paese fascistoide lo dicono i media occidentali, la Cia, Emma Bonino, un po' di intelletti Nato, i papi e le Pussy Riot. Dunque deve essere vero....
A proposito di Stalin, sbaglio o furono i giapponesi ad attaccare Russia e Cina?????
Gli scontri tra URSS e Giappone in Asia erano iniziati ben prima del 1945: http://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Khalkhin_Gol
RispondiEliminaricordiamo che il Giappone già nel 1931 aveva invaso la Manciuria minacciando direttamente i confini sovietici.
qualcosa (putin ?) li ha bloccati dal bombardare subito e adesso non possono che rinviare a dopo il G20 !
RispondiEliminasperiamo che nel frattempo non facciano altre false flag (e che vengano spazzati via quanto più ratti possibile da qui a una settimana !)
certo che sentire certa gente accusare altri dell'uso delle armi chimiche ...
RispondiEliminaperchè in gaza e libano, oppure falluja, vietnam, serbia, e chissà in quali altre occasioni venivano usati deodoranti !!
Ciao Fulvio
RispondiEliminaCito una tua risposta
"Che la Russia sia un paese fascistoide lo dicono i media occidentali, la Cia, Emma Bonino, un po' di intelletti Nato, i papi e le Pussy Riot. Dunque deve essere vero.."
il Pd dice che Berlusconi è un criminale, corruttore, puttaniere, etc. Seguendo il tuo ragionamento dovremmo dedurne, ragionando metafisicamente:
1) che essendo attaccato dal principale partito di riferimento della Cupola finanziaria,mafiosa, sionista, Berlusconi è innocente.
oppure
2) che Berlusconi è veramente un corrotto, puttaniere ed allora il PD è un partito di persone per bene.
Ossia esiste il bene ed il male.....Ma questi son discorsi da preti che non colgono la realtà dialettica.
Putin è utilissimo, ma la Russia è un paese capitalista, benché non allineato con la cupola occidentale.
http://it.reingex.com/Russian-Companies.shtml
L'utilità delle contraddizioni all'interno del capitale son ben note a te ed ai tuoi lettori e non mi dilungo.
Siqueiros
Siqueiros@
RispondiEliminaC'è chi ha problemi nel nell'afferrare l'ironia.
Visto che di paesi non non capitalisti non ce ne sono in giro, ma che di quelli capitalisti alcuni vanno in giro dando fuoco al mondo e altri si sforzano di spegnere gli incendi, dico: meno male che la Russia c'è.
Comunque, un po' più di scientificità nel buttare in giro termini come "fascista", "fascistoide" e simili.