E’ allarmante che interventi militari nei conflitti
interni di altri paesi sono diventati un luogo comune per gli Usa. Questo non è
certo nell’interesse a lungo termine dell’America. Milioni nel mondo sempre più
vedono l’America non come modello di democrazia, ma come chi si basa
esclusivamente sulla forza brutale, assemblando coalizioni sotto lo slogan “o
siete con noi, o siete contro di noi”…
Ma la forza si è dimostrata senza senso e
senza risultati. L?Afghanistan è a pezzi e nessuno sa cosa succederà, la Libia
è frantumata tra bande e clan, in Iraq continua la guerra civile con decine di
uccisi ogni giorno. Negli Stati Uniti molti vedono un’analogia tra Iraq e Siria
e si chiedono perché il loro governo insista a ripetere i suoi errori…
Ho studiato attentamente il discorso alla
nazione del presidente Obama. E’ sono in disaccordo con la sua affermazione
sull’eccezionalità americana, secondo cui è la politica degli Usa che rende
l’America diversa, eccezionale. E’ estremamente pericoloso incoraggiare la
gente a considerarsi eccezionale. Ci sono paesi grandi e piccoli, ricchi e
poveri, quelli con lunghe tradizioni democratiche e quelli che ancora cercano
la loro via alla democrazia. Anche le loro politiche si differenziano. Siamo
tutti diversi, ma quando chiediamo la benedizione del Signore, non dobbiamo
dimenticare che siamo stati creati uguali. (Vladimir Putin, lettera al popolo
americano)
"Basta giocare in difesa"
(Maurizio Landini)
"Gli Usa si sono presi
due paesi con due torri". (Detto iraniano)
“Se combatti contro terroristi
venuti da 80 paesi, sostenuti da Stati arabi e occidentali, se allora il tuo
popolo non ti abbraccia, non potresti continuare. Syria resiste da due anni e
mezzo, come potrebbe senza l’appoggio della gente?” (Bachar
el Assad)
Scudi umani
a Damasco
La
tranvata l’hanno presa. E gli ha leso un bel po’ di senno. Ora, rintronati,
cercano di rialzarsi. Il botto false flag
del bombardamento chimico fatto fare alla propria fanteria Al Qaida per
incolparne Assad ha fatto puff, come
un mortaretto bagnato. Gli Usa cercano di rianimarlo. Scatenano il solito
burattino segretario dell’ONU, insieme ai neonazisti nel Congresso, agli
sguatteri francesi e ai propri datori di lavoro israeliani. A dispetto di una
commissione ONU che si divincola nell’impossibilità di attribuire i gas
all’esercito nazionale, il misirizzi con gli occhi a mandorla uggiola: “nient’affatto,
il mortaretto è l’immenso arsenale chimico di Assad che minaccia l’universo
mondo, sui razzi c’erano i caratteri cirillici (questa è proprio disperata),
bisogna ricorrere al cap.VII della Carta dell’ONU che consente ai pirati di
intervenire”. A parte che quella dei caratteri cirillici (russi) dimostra solo
che le armi del mercato, o da paesi un tempo riforniti dall’URSS (Libia, Est
Europa, Balcani), finite in mano ai
ratti e ai mercanti, sono state fatte arrivare ai mercenari (indovinate da chi),
la gigantesca bufala non è che il clone delle False Flag di Golfo del Tonchino, 11 settembre, ADM di Saddam, stragi
etniche di Milosevic, 10mila libici uccisi da Gheddafi. Copia conforme che è
stata disintegrata dalle decine di prove (documenti, testimonianze,
confessioni, intercettazioni, immagini satellitari russi, video) della
responsabilità dei sicari e dei mandanti dell’Impero.
Ultime,
il processo aperto dai giudici di Adana, in Turchia, ai miliziani Al Nusrah
scoperti a maggio in possesso di tutti i componenti del gas nervino. Ieri, i
giudici hanno scoperto che gli islamisti di Al Nusrah avevano ordinato 10
tonnellate di Sarin al fornitore di armi Haitham Kassab di Antakya. E’ uscito sui giornali Usa il documento
segreto, scappato dagli archivi del Centro di Intelligence Nazionale di Terra (NGIC),
che conferma la consegna di gas nervino da quello che si chiama “Emirato
Islamico in Iraq e nel Levante” ai miliziani di Al Nusrah. Ma il colpo di RGP contro
la truffaldina e rozza architettura della provocazione Usa-Israele-Al Qaida, l’ha
sparato una suora siriana, Madre Agnes Mariam De la Croix, dall’inizio dell’aggressione
ricercatrice e documentarista eccezionale, che ha poi inviato una dettagliato
rapporto all’ONU (dove farà la fine delle immagini satellitari e delle altre
prove russe che provavano l’origine islamista dei razzi col gas), rapporto che
qualsiasi osservatore di buonsenso avrebbe potuto redigere.
Madre Agnes, la migliore informazione
siriana.
Nelle
foto delle “vittime di Al Ghuta” si vedono bambini, “uccisi dai gas”, ripresi
morti in località e video diversi, cadaverini spostati di qua e di là,
riciclati; le stesse sequenze video vengono collocate in date e luoghi diversi
e almeno 9 bambini di un video sono stati portati sul posto dalla lontana Kafarbatna; intorno a nessuno dei
tantissimi bambini si vedono le immancabili famiglie disperate, ma cittadini
dalla parte di Assad hanno riconosciuti i loro figli, rapiti il 4 agosto 2013
dalla zona di Latakia, in occasione di un massacro compiuto da Al Nusrah; i
bambini sembrano tutti della stessa età, come fossero stati prelevati in gruppo
da scuole, attività sociali e sportive; gli adulti che, nell’imminenza del
fatto, si muovono attorno ai corpi, presuntamente uccisi dal gas, non indossano
la minima protezione, quando si sa che gli effetti del Sarin si prolungano nell’ambiente
e uccidono; come mai, a settimane dall’evento del 21 agosto, non si sono ancora
identificate le vittime con nome e cognome? Saranno forse nomi alawiti? Questioni,
sollevate da Madre Agnes, che ovviamente non hanno minimamente interessato nè i
16 servizi di intelligence statunitensi, né il Mossad, né i loro succedanei.
Hanno
davvero a cuore la minaccia all’umanità che portano le armi di distruzione di
massa, nucleari, chimiche, o biologiche che siano? Che allora impongano ai
detentori dei più massicci arsenali di tali armi, a coloro che ne detengono
quantità incommensurabilmente maggiori, a partire da Usa e Israele, e che
addirittura le hanno massicciamente utilizzate da Hiroshima a Gaza, da Falluja
alla Serbia, dal Vietnam all’Afghanistan, dalla Libia fino agli esperimenti con
gas tossici sui propri cittadini nella metropolitana di San Francisco, anni’50.
Qualcuno la chiama eugenetica. Ne sono i massimi studiosi e praticanti gli Usa,
anche con i loro saldi di fine stagione rappresentati dai veleni farmaceutici,
alimentari e gas serra (con il 6% della popolazione producono il 25%
dell’inquinamento mondiale). Eugenetica a fini di spopolamento di tutti coloro,
popoli e classi, da cui non rimane nulla da spremere e che potrebbero
incazzarsi. Allora quale migliore opportunità eugenetica, dopo l’Iraq dei 2
milioni di morti e 4 di dispersi chissà dove, che il bottino del gas siriano e
un altro svuotamento di importuni (stanno con Assad e contro il neoliberismo
coloniale!) dal cuore di una regione in cui servono solo dittature fantocce
d’esempio al mondo, idrocarburi con rispettive rotte e la sua funzione di base
per l’assalto all’Iran.
Pesi e misure alla maniera di Netaniahu
A quella
specie di tirannosauro invasato che è Netaniahu, Putin, la revulsione
dell’umanità e della maggioranza dei suoi governi, il gioco a nascondino degli
alleati, le ottuse intemperanze di Hollande, i puntuti colpi di fioretto del
papa, hanno prosciugato l’acquolina che gli sbavava dalla bocca per l’imminenza
del secondo piatto forte (il primo è stato la Palestina). E’ surreale l’incredibile
faccia tosta con cui ora abbaia contro le “armi chimiche siriane” e le
“atomiche iraniane” (Tehran non dovrebbe arricchire l’uranio neanche del 20%,
inadatto per la bomba, ma necessario per i trattamenti clinici), mai adoperate
le prime, inesistenti le seconde, quando con le sue 200-400 armi atomiche, il
suo arsenale chimico-biologico a Damona, le sue armi segrete, con cui ha
distrutto i tessuti interni dei bambini in Libano e a Gaza, il suo fosforo
bianco, minaccia di olocausto chiunque si frapponga alla bulimia sionista del
Grande Israele.
Sì, ma
ecco che cento penne rosse della maestrina con la testa di Medusa si abbattono
sulla Siria: Anatema, insieme all’Egitto non ha firmato il trattato del 1993
che proibisce le armi chimiche e ne dispone la distruzione. Già, e Israele si è
ben guardata dal ratificarla e tutti coloro che l’hanno firmata non si sognano di
distruggerle. Tranne Iraq e Libia. E s’è visto come è andata a finire. E vuoi
mettere sullo stesso piano i paesi che, alle minacce costanti dell’attacco
nucleare e chimico USraeliano, sono costretti a rispondere dotandosi del
deterrente dei poveri, visto che, se anche mettono su un solo fornellino di
uranio per accendere lampadine e curare malati, gli saltano addosso con
sanzioni e minacce di obliterazione, come nel caso di Iran e Corea del Nord?
Dicono
che uranio, fosforo, agente orange, napalm, sostanze che disfano i corpi
dall’interno, dalla Convenzione non sono classificate armi chimiche. Chiedetelo
alle migliaia di bambini, quelli sopravvissuti alla combustione, deformi e
zeppi di cancro generati in Vietnam, Iraq, Balcani, Libia, da queste armi “non
chimiche”., quanto sono contenti di non essere stati colpiti da armi “non
chimiche”. Soddisfazione condivisa dalle decine di migliaia di vittime di
quelle bombe a grappolo, fatte piovere dappertutto giacché, essendo ad personam, cioè intelligenti,
dell’eugenetica sterminatrice sono uno strumento prezioso. Dice, le cluster bombs sono proibite, proprio
come le armi chimiche. Giusto, ma questo non può valere per chi, come sopra
scrive Putin, considera dotato di “eccezionalità”, immune da leggi e convenzioni,
se stesso e i propri scherani (tipo i due Marò). Nel nostro piccolo buriname,
visto che tutto scende per li rami, abbiamo il guitto mannaro e surrogati che
si allietano del fatto che in Val di Susa possono sparare ordigni pieni di gas
CS a 240 km/ora (proibiti in guerra), non trattandosi di armi chimiche.
Il
pupazzo Ban Ki Moon, bloccato con le mutande alle ginocchia da un rapporto di
ispettori ONU che, atterriti dall’evidenza della paternità Al
Nusrah-Saudia-Turchia della strage chimica a Al Ghuta, non hanno osato dire che è stato Assad a
sparare gas nervino, quelle mutande se l’è trovate tra i piedi quando ha dovuto
rimediare ponendo la voce del padrone al posto dei fatti. Prudentemente, su imbeccata Usa, agli
ispettori era stato proibito di dire chi è stato. Si rischiava un’altra Del
Ponte che, a maggio, di crimini al gas aveva accusato i “ribelli”. Così questo ciarliero
ectoplasma a stelle e strisce, (uno che Flavio Lotti celebra come equilibrato
governante mondiale), ha compensato l’assenza dell’auspicato clou nel rapporto, con lo strepitio “la
Siria ha commesso crimini contro l’umanità perché ha un governo, i “ribelli”
solo crimini di guerra, poiché sono ‘giovani rivoluzionari’“. E ha ordinato al
botolo sottoposto, Paulo Pinheiro, presidente del Comitato ONU sui Crimini di
Guerra, di fargli da seconda voce. L’armonia è poi stata completata dal Consiglio
ONU dei Diritti umani che si è rifiutato perfino di prendere in considerazione
osservazioni e documenti del rappresentante siriano e, tanto rozzo quanto
protervo, ha addossato ad Assad ogni bagno di sangue.
Ban Ki moon
Si fa
presto a dire “Onu”, come, invocandola e incensandola, insiste a piagnucolare
il pacifinto Flavio Lotti (Tavola della Pace) e tanti suoi sodali in giro per
la “sinistra”. Escludendo Hammarskjoeld, Butros Ghali e Waldheim, che tentavano
di dare contenuto, indipendenza e dignità al ruolo del consesso di nazioni e
perciò sono stati rapidamente liquidati, il primo assassinato dai
ricolonizzatori del Belgio, gli altri liquidati con emarginazione e
diffamazione, tutti i segretari dell’ONU sono stati messi lì dai poteri di cui
gli Usa sono da 70 anni i portavoce e sicari.
A
questo Ban Ki Moon una cosa era stata ordinata di fare, distrarre dal più
grosso scandalo del secolo: lo spionaggio di tutto su tutti operato dalla NSA,
su ordine dei criminali di guerra Bush e Obama e che ha come scopo, oltreché di
inventare terroristi e fottere le ditte straniere concorrenti, quello di
intimidire e coltivare tremebondo conformismo nelle masse da spolpare. Su
questo crimine di schiavismo psicologico planetario (tosto occultato dai nostri
ottusi primatisti di servaggio mediatico, non così da quelli tedeschi e
anglosassoni, mentre un’indignata presidente brasiliana ha cancellato
l’incontro con Obama), il pupazzo a molla dell’ONU ha avuto da dire quanto il
mio verduraio sulla teoria dei Quanti.
Comprensibile
che abbia chiesto di deferire al Tribunale Penale Internazionale del famigerato
Ocampo (che dà ai neri l’esclusiva delle imputazioni) Bashar el Assad e neanche
per sogno i lanciatori di uranio impoverito, di fosforo bianco, o di sostanze
laceratessuti (armi chimico-fisico-radiologiche). Figuriamoci poi se non abbia
preferito lucidare gli anfibi a Obama, piuttosto che ricordargli che lo
smisurato uso di bombe a grappolo su inermi per ogni dove è proibito da una
convenzione di Ginevra (come lo è del resto quello del gas CS con cui i
pretoriani delle classi dirigenti innescano nei gassati bronchite asmatiche e
danni al Dna: opportunamente vietato nelle guerre esterne, a cui bastano altri
ordigni e gas, ma consentito nelle guerre interne, tipo quella al popolo della
Val di Susa). Tornando all’NSA, che si permette di penetrare in ogni nostra
manifestazione di vita, il che ha perlomeno il tasso di criminalità del
guardone che spia accoppiamenti nel parco, per poi avventarsi sulla preda
femminile, avevo definito Israele “datore di lavoro” del governo Usa. E pour cause: ieri il “Guardian” ha rivelato, grazie agli
spifferi che continuano a uscire dall’uragano Snowden, che i miliardi di dati
raccolti dagli spioni Usa sui 300 milioni di propri cittadini, vengono condivisi con lo Stato Canaglia
israeliano. Alle cui lobby è poi
demandato il compito di sfruttarli a titolo di circonvenzione di incapace
nordamericano.
Ultima
notizia di rilievo dalla Siria che, con il concorso di Putin, del papa e del
mondo, sta vivendo un momento di vittoria della ragione e della verità. E della
sua fantastica coesione e capacità di resistenza che vede l’esercito siriano
debellare i ratti su tutti i fronti, anche grazie al fratricidio sempre più
esteso e sanguinario che, nel marasma politico dei rispettivi sponsor, è in
atto tra fazioni divergenti dell’invasione. E a Londra uno spaventato
Osservatorio Siriano dei Diritti Umani, eterodiretto dai servizi britannici e
portavoce della componente “moderata”, “laica”, della sedizione antisiriana, ha
incominciato a riflettere le preoccupazioni degli aggressori imperialisti
denunciando le atrocità contro i civili e i sostenitori del governo commesse
dai tagliagole di Al Nusrah. Verità strumentali che, visto il sempre più
evidente paradosso di un Occidente che combatte contro il terrorismo servendosi
di terroristi, tentano di accreditare un’inesistente opposizione civile e
democratica cui affidare l’irrinunciabile regime
change. Verità che, tuttavia, consolidano le ragioni della Resistenza
siriana.
C’è da
temere che si tratti solo di un breve sospiro di sollievo, che i sociopatici israelo-franco-anglosassoni
non rinunceranno di tentare di soffocare, magari spazzando via con un primo
colpo le centinaia di imbarazzanti di “scudi umani”, siriani e stranieri, che
come accadde nell’Iraq del 2002 quando c’ero anch’io, non riuscirono che a
rimandare l’Armageddon di alcuni mesi. Nel frattempo però, sulla scacchiera ci sono stati sconvolgimenti. E’
emerso un attore politico-militare che ha cambiato il paradigma mediorientale
(e gli strepiti di Kerry, Hollande, Netaniahu e Ban Ki Moon nascono dalla
frustrazione che ciò gli ha causato). Con Siria, Hezbollah, Iran, Russia, si è
costituito un Asse della Resistenza che si allarga dal famoso “Crescente
Scita”, termine con cui si è voluto alimentare il fracking confessionale della regione, all’Asia russa, cinese (navi
militari cinesi sono in rotta verso il Mediterraneo), delle repubbliche
islamiche tornate all’amicizia con Mosca (onde per cui la montatura anti-kazaka
della Shalabayeva), con il concorso esterno della maggioranza dei paesi del
mondo, in primis quelli
latinoamericani.
Dall’altra
parte, la carta Nato-Golfo dei Fratelli Musulmani, bruciata nel pilastro Egitto
e corrosa nel pilastro Turchia, appare in rotta ovunque e i lanzichenecchi Al
Qaida, pure amorevolmente allevati e attrezzati, con l’assistenza spirituale
del socio Al Zawahiri, capo di Al Qaida, incominciano a dare più preoccupazioni
che soddisfazioni. Nulla è come prima. Anzi, come mi disse a Damasco mesi fa un
mio lungimirante interlocutore siriano: “Tutto
è tornato come prima. Abbiamo di nuovo due blocchi contrapposti, quello
occidentale e quello asiatico. Il primo se la deve vedere con i sommovimenti
dei propri popoli decimati dal neoliberismo, ma conta sulla complicità di
regimi subalterni, pronti al mercenariato e fortemente armati. Il secondo vanta
società assai più coese e consapevoli, tecnologicamente avanzate, forze di
difesa capaci di infliggere danni seri, intelligenza e senso di responsabilità.
Il che gli ha guadagnato il sostegno, o quanto meno la non ostilità, dei Non
Allineati, dei quali gli Usa, con le loro scostumata incontinenza, stanno
riattivando ostilità ed energie. Sembra essere tornati alla guerra fredda, solo
che il ruolo di Cuba e delle colonie in lotta di liberazione, è ora quello
della Siria. E’ qui che si decideranno le sorti del mondo”. A mio avviso la
Cupola dei finanz-cannibali e la
sottocupola USraeliana ne possono uscire solo con la bomba atomica. Hanno già
dimostrato di esserne capaci. La crisi dell’egemonia e dell’unilateralismo
statunitensi, come del vittimismo predatorio e genocida di Israele, salvo un
ripensamento inimmaginabile, dati i neuroni a disposizione, non parrebbe
offrire altre vie d’uscita. Trattasi di manicomio criminale popolato da
Napoleoni.
L’esempio di Ramsey Clark
Anni
fa, facendo parte dell’International Action Center (IAC), eccellente
organizzazione di compagni antimperialisti e anticapitalisti Usa capeggiata da
Ramsey Clark, ex-ministro della Giustizia sotto Johnson e poi prestigioso
combattente anti-guerra e per i diritti umani veri, ho partecipato a suoi
interventi di solidarietà in Serbia e in Iraq sotto aggressione. Interventi che
non erano resi ambigui, come accade per tanti pacifisti del tipo di cui parlo
qui sotto, dalla combinazione tra anti-imperialismo e lezioncine di
“democrazia” da impartire agli aggrediti, ma traevano la loro efficacia dal
netto schieramento dalla parte della leadership e del popolo aggredito. Oggi,
dopo aver organizzato manifestazioni anti-guerra negli Usa, con tutti i rischi
che comporta in quello Stato di Polizia lo schierarsi “con il nemico”,
l’ultraottantenne Ramsey Clark è di nuovo in campo con una delegazione di amici
della Siria. Seguendo l’appello degli scudi umani siriani, schieratesi a difesa
delle strutture strategiche del paese, Clark e
l’IAC sono a Damasco, tra gli scudi umani. Ieri, si sono incontrati con
il presidente Assad, a lui e al suo popolo hanno portato una solidarietà che
rade al suolo tutti i nostrani pacifinti.
lo scopo degli U$A e dei loro padroni piagnoni non E vincere le guerre, che gli U$A le hanno perse tutte, a parte quella al giappone che hanno vinto grazie due bombe atomiche che nessun altro ha mai usato. il loro scopo E ammazzare il maggior numero di Viventi possibile e contemporaneamente smaltire e fabbricare, smaltire e fabbricare le armi. se qualche pazzo solo un poco piu pazzo le rivolge contro i suoi con domini, chissenefrega punto esclamativo. mi auguro per il bene del resto della Terra che si atlantidino ASAP. non mi funzionano alcuni tasti.
RispondiEliminamorgana schopenhauer