Catania, 25 aprile
“Una cosa è assodata: ciò che è moralmente errato non potrà mai essere di
beneficio, anche s ti permette di trarne qualche vantaggio. Il mero atto di
fede che un corso d’azione errato possa
costituire un vantaggio è pernicioso”. (Marco Tullio Cicerone)
“La
grande maggioranza dell’umanità è soddisfatta delle apparenze, come se fossero
realtà. E spesso è influenzata più dalle cose che sembrano che da quelle che
sono”. (Niccolò Machiavelli)
“Un
patriota deve sempre essere pronto a difendere il suo paese… contro il suo
governo”. (Edward Abbey)
Se ne sono viste di tutti i colori
intorno a questo 25 apprile 2014. Dal nero-pece, al rosso-bandiera, passando
per tutta la gamma dei gialli-sindacato, giallo-neri, giallo-verdi, grigi
trasferibili, rosso-bruni, rosa-Sel … C’è perfino il nero-seppia, il nero che
più nero non si può, ma ne parlerò dopo.
25 aprile, festa della liberazione.
Dicono tutti così. E’ da un bel pezzo che la definizione mi pare, più che
insufficiente, strumentale, mistificatoria. Specie da parte di quelli che così
la chiamano scappellandosi davanti agli Stati Uniti. Qui, se di liberazione si
deve parlare, si deve rendere grazie e omaggio ai partigiani, in primis a
quelli delle Brigate Garibaldi che al coro dell’insurrezione hanno dato il la,
e a quelli che li sostenevano, fino a trarne indicazioni per la Costituzione.
Una costituzione oggi da difendere coi denti, anche se non è proprio la più
bella del mondo, come vuole la retorica, a partire da quell’articolo 1 che ci
fonda tutti sul lavoro, indifferentemente se sia quello di Marx, o di
Treu-Ichino-Renzi. Andiamo a vedere le costituzioni del Venezuela, della
Bolivia, dell’URSS, di Cuba (per quanto quest’ultima oggi non in grande spolvero), e avremo un’idea di come andrebbe riformata. Liberazione, sì, dal fascismo e
dall’occupazione straniera. Perchè gli americani semmai hanno remato contro, da
quando tagliavano le armi ai partigiani rivoluzionari a favore di quelli
bianchi e badogliani, a quando, con il Piano Marshall, ci hanno incatenato al
carro del nuovo imperialismo capitalista Usa e, con il Patto Atlantico e la
Comunità Europea, alla nuova occupazione straniera. Con il plusvalore, garante
italiano dell’operazione, della cogestione dello Stato per mano dell’imperitura
coalizione mafia-istituzioni. Ieri con il bandito Giuliano, oggi con le SpA
all’opera in Valsusa, Sicilia e ovunque si muovano mattoni o voti.
Un 25 aprile, comunque, che si è
tentato non solo di snaturare, cianciando di democrazia portataci dagli
alleati, ma di oscurarlo con l’ossessivo
blaterare inane del buffone di corte toscano sulle magnifiche sorti e
progressive delle controriforme vandeane e con la collaterale santificazione da
parte di due monarchi assoluti della coppia di predecessori. La roboante
kermesse, orgogliosamente temporale, che, con la coreografia abbacinante di una
sontuosa sfilata di archeologia culturale e di moda di corte medievale, ha
saputo radunare in piazza o alla tv oceaniche masse di boccaloni spiritati, ha
fatto impallidire l’incoronazione di un imperatore Ming, o le adunate brune nello
stadio olimpico di Berlino. Con la celebrazione dei fasti monarchici dei suoi tempi migliori è servita semmai ad
annichilire ogni riferimento a quella rivoluzione che serpeggiava il 25 aprile
e a ristabilire un ordine come la Santa Romana Chiesa lo ha perseguito da
Costantino a Cortés e Pizzarro, da Pio
IX a Pinochet. Con tanti saluti ai partigiani e a Giordano Bruno.
Alla vista di quei trionfi della
superstizione e dell’intossicazione di enormi masse di umanità mi è venuto in
mente come, ad abbattere la Dea Ragione di tutti i giacobini della Storia, viene
sempre mandato in scena il vecchio modulo del poliziotto buono e di quello
cattivo. Un meccanismo buono a gabbare il colto e l’inclita per quante volte si
ripeta. Dopo il sovrano hard che imposta le cose, viene quello soft che ne smussa le asperità. Poi di
nuovo uno duro, a togliere di mezzo quei fronzoli di illusoria benevolenza e tornare
a stringere il collare. Dopo Kennedy, Nixon, poi Carter e Reagan, Bush e
Clinton, Bush Jr. e Obama, Prodi e Berlusconi e Prodi e Berlusconi, Letta e
Renzi. Così, in alternanza, Pio XII, amabile col nazifascismo, seguito da
Giovanni XXIII del Concilio e della teologia della liberazione, Paolo VI,
sospetto agente Cia e restauratore, e Papa Luciani, subito soppresso per gli
eccessi umanitari da Celestino V, seguito dal mazzabubù anticomunista e protettore
della pedofilia fisiologica della Chiesa, Woytila, che ha riallineato
l’apparato a Pinochet e al ritorno dei
servi della gleba e della catena di montaggio nell’Est europeo. Non senza aver
sponsorizzato la guerra di sterminio contro la Jugoslavia e l’invenzione
salvifica dell’Aids.
La perfetta armonia dell’alternanza,
pari a quella tra PD e Forza Italia, ci ha elargito poi la successione a un
Ratzinger lefebreviano di un Bergoglio francescano che commuove e avvince
l’universo mondo dicendo “buonasera” e telefonando qua e là. Ma, intanto, spedisce
in Venezuela il suo Segretario di Stato a sostenere una gerarchia che benedice
le “guarimbas” di gentiluomini e teppisti
antichavisti che vorrebbero preparare il ritorno del Condor (ricordate? Quello
di Kissinger, Pinochet e Videla).
L’immondo parterre dei notabili da
prima, seconda e terza repubblica, ammassatosi ai piedi del pontefice, perchè
quel bagliore samaritano ne offuscasse le nefandezze brigantesche, si era
accreditata ore prima facendo a pezzi, a suon di mazzate, ogni erede di un
autentico 25 aprile. A Torino gli sbirri bloccavano lo spezzone dei No Tav,
onde non disturbasse le rituali baggianate del sindaco Fassino, fautore delle
devastazione del Valsusa e delle rapine dei traforatori (ma non era uno da
rottamare?) e a Roma si è consentito a una sedicente “Brigata Ebraica” della
Resistenza di innalzare la bandiera dello stato più razzista e terrorista del
mondo e infierire ulteriormente, offendendone i sostenitori, sul popolo
palestinese espropriato e perseguitato.
Attacco alle reti del MUOS
Rosso Niscemi
Personalmente l’antidoto alle
patologie cerebrali, clericali o renzusconiane, manifestatesi intorno al 25
aprile, protette dal virus alfaniano dello Stato di Polizia che promette di
porre fine al malcostume delle manifestazioni non relegate tra pecore e rovi, l’ho
trovato in Sicilia, a Niscemi. Con i No MUOS, nel più bello e significativo 25
aprile che si potesse immaginare. Significativo, in specie, per i “profondo
sintonizzati” che insistono a rendere grazie della liberazione a chi va
sfracellando il mondo dal dì della sua comparsa sulla faccia della Terra. Prima
di far sventolare le bandiere No MUOS, non posso esimermi dall’evidenziare la
macchia più nera, nero-camicia, inflitta alla giornata. Quella di Giorgio
Napolitano, un uomo, un presidente, del quale gli 88 anni sono pochi, visto che deve la sua iniziazione
al Congresso di Vienna del 1815.
La palingenesi del cambiamento da
una costituzione fondata sulla pace, ormai virtualizzata a forza di colpi e
colpetti di Stato, a una costituzione materiale fondata sulla guerra, non è di
oggi. Il cultore d’antan della spedizione civilizzatrice di Mussolini contro i
barbari slavi l’ha costruita un po’ per volta, a forza di missioni militari e
di F-35 sottratti al Parlamento. Ma qui si è superato: per dichiarare formalmente
e solennemente la sua avversione alla pace e la sua passione per la guerra, ha
scelto la più grande festa della liberazione da ogni guerra e dall’ideologia
antimilitarista che è stata, per settant’anni, il solco difeso dalla spada
degli antiguerra. Dileggio, scherno, sberleffo, chiamatelo come vi pare.
Nero Napolitano
La premessa è stata l’esaltazione
dei due Marò, tanto patrioti da saper fulminare due inermi pescatori su una
barchetta: “Desidero non far mancare una
parola per come fanno onore all’Italia i nostri due Marò a lungo ingiustamente
trattenuti lontano dalle loro famiglie e dalla loro patria”. Ne sono rimaste commosse le famiglie
poverissime dei capifamiglia ammazzati, per pura discrezione non nominati da
Napolitano, e ne è rimasta rafforzata nella sua dignità tutta l’India con
quella sua magistratura sfuggita al lascito civile dei vice-re di Sua Maestà.
Ma poi la passione per la coerenza
dell’augusto statista, custode della Costituzione e del suo articolo 11, lo ha
spinto oltre, quando si è trattato di annunciare il “rinnovamento dello strumento militare” attraverso la spesa della
difesa, “senza indulgere a decisioni
sommarie che possono riflettere incomprensioni di fondo e perfino
anacronistiche diffidenze verso lo strumento militare, vecchie e nuove pulsioni
demagogiche antimilitariste”. Diffidenze verso lo strumento militare e
vecchie e nuove pulsioni demagogiche antimilitariste, ha detto proprio così,
appena uscito dal bagno dove della Costituzione aveva fatto il rotolo che di
solito appende accanto al water. Apologia del militarismo senza se e senza ma.
Alla faccia di tutti i demagoghi che perseguono la sostituzione di ospedali,
scuole, boschi e mari a portaerei e F-35. Armamenti sostenuti dalle tasse che i
minchioni pagano per vedersi squartare il territorio e rovinare l’esistenza. Dobbiamo
comprenderlo, il vegliardo ripropostoci, dopo la lunga militanza al nero-seppia
e poi a stelle strisce, dai giovanotti di Wall Street, del Pentagono e della
dependance renzusconiana. La sua passione per l’anti-antimilitarismo ha avuto
nuovo impulso dalla bella serie militarista come si è manifestata sugli
antimilitaristi-canaglia di Libia, Siria e ora Ucraina.
Le dimensioni dello scandalo sono
pari all’ignavia complice dell’universo mondo mediatico e politico, che infatti
l’ha sotterrato ignorandolo (fatta eccezione per “Il Fatto Quotidiano”). L’impeachment che i Cinque Stelle avevano
proposto a questo parlamento di zombie renzusconiani con lavapiatti SEL, era il
minimo che potesse essere fatto per liberarci di questo utilizzatore finale del
programma Cia-Mossad-P2. L’avranno afferrato, il concetto napolitanesco, i
cittadini che pagano miliardi per difendere i loro interessi spedendo armi,
fucilatori e torturatori in giro per il mondo? L’avranno capita i gendarmi
militarizzati, gli alpini polizizzati trasferiti dall’Afghanistan in Valsusa, che
non c’è niente di male se si risponde col militarismo dei gas CS e delle
legnate a chi si oppone a che il suo territorio e la sua vita non si
trasformino in depositi nei caveau di speculatori e banchieri? L’hanno capito,
l’hanno anche afferrato al volo quando, al congresso del sindacato SAP a Rimini
hanno tributato un’ovazione in piedi di 5 minuti ai torturatori (se solo ci
fosse questa benedetta legge sul reato di tortura!) e omicidi di Federico
Aldovrandi. Cialtronaggine di vigliacchi. Che questa sia la linea, a
continuazione dei Cucchi, Sandri, Uva, tanti, lo si è ribadito, anche a conforto dei
carabinieri che, nei giorni scorsi a Firenze, hanno ammazzato di botte Riccardo
Magherini
L’hanno capita e interpretata in
altro modo a Niscemi, Sicilia, base del MUOS, 46 antenne e tre parabole
satellitari da cui sparare leucemie e tumori nei corpi e patologie varie nelle
piante, e coordinare, da lì e da Sigonella, capitale mondiale dei droni da
esecuzioni obamiane extragiudiziali, la lunga serie di genocidi necessari al
Nuovo Ordine Mondiale. E tanto bene l’hanno interpretata da aver festeggiato,
nel modo più puntuale ed eloquente, le “commosse e vibranti” parole pronunciate
dal Capo dello Stato nell’occasione della festa antimilitarista, da lui
corretta in militarista-ultrà.
Ora il racconto butta le scorie e
diventa limpido e radioso. Niscemi, base Usa del MUOS, 25 aprile. L’estensione
in Sicilia dei muri e delle reti con cui vanno separando i buoni dai cattivi, i
pochi dai tanti, i bassotti dagli altotti e che prefigura un pianeta di oasi retificate
e tutto il resto è ghetto. Una dimensione mondo che cozza con quella del 25
aprile. Dal presidio No MUOS eretto a pestare i piedi della base, a costo di
farsi elettromagnetizzare giorno e notte, calano verso le recinzioni attorno al
mostro, a decine, poi a centinaia, ragazze e ragazzi di ogni età, quali con sul
capo i vessilli del movimento, quali con in mano le cesoie. Niscemesi,
siciliani, anche alcuni dal continente. Sono quelli della fantastica impresa,
senza precedenti nel mondo, di invasione di una base americana, il 9 agosto del
2013, quando sulla cima delle antenne vennero issate le bandiere No MUOS, le
reti della separazione colonialista sventrate e la base occupata da migliaia di
antimilitaristi. Se ne risentì, allora, il militarista sul Colle, se ne risente
oggi. Ecchissenefrega.
Il
pozzo di acqua niscemese rubato dalla base del MUOS e liberato
Partiamo dal presidio. Per sentierini,
cespugli e rovi, costeggiamo le reti e scendiamo in una valletta dove la gigantesca
elissi delle recinzioni, sempre guardate a vista da torrette di osservazione,
deambulanti in divisa e blindati sia dei titolari Usa, sia degli inservienti
indigeni, si chiude attorno a un pozzo. Pozzo d’acqua originariamente rimasto
fuori dal perimetro e solo recentemente sequestrato e incorporato con un nuovo impianto
di reti. Acqua per gli occupanti in una Niscemi che di acqua non ne ha mai
ricevuta da una qualche rete di acquedotti, manco fossimo nel Sahel, ma si deve
accontentare di cisterne ogni 15 giorni. Così c’è chi intasca e chi rimane a
secco. Acqua che probabilmente serviva ad abbeverare i campi e una rara e
preziosa sughereta, riserva naturale, violata e, per tutta l’estensione della
base, ridotta a deserto. Una dozzina di poliziotti ci guardano e fotografano –
provvederanno poi - mentre decine di
metri di rete vengono tagliati e poi abbattuti, la base violata ancora una
volta, il pozzo dei niscemesi assetati riconquistato. Giornata che farà
sorridere di contentezza chi ci ha lasciato il messaggio del 25 aprile. Santi
che proclamiamo noi.
Reti giù
Stavolta niente repressione.
Solleciterebbe un’attenzione inopportuna sulla vergogna della sottrazione alla
comunità del bene fondamentale per la vita, a vantaggio di quegli stupratori
del territorio, della sovranità, che ne vanno facendo una piattaforma per il
lancio di apocalissi su popoli fratelli. E’ un’azione simbolica. Certo, l’invasore
rialzerà le reti a protezione dei suoi strumenti di morte, ma poi verranno nuovamente
rimosse, ancora e ancora, fino a quando della lotta al MUOS, a tutte le basi
della sopraffazione e della necrofilia, non verrà investita la coscienza di
coloro che in Italia, in Europa, nel mondo, non si riconoscono nella frenesia
di dominio e di guerra del moloch euro-atlantico e dei suoi ascari locali. Fino
a quando non diventerà patrimonio di tutte le comunità manipolate, oppresse,
violentate, la consapevolezza che le strategie di guerra, di una Terza Guerra
Mondiale già iniziata, porranno fine, non solo a quanto gli umani hanno
strappato, in secoli di sangue, alla protervia di padroni e sovrani. A tutto. Strategia
di guerra intrinseca alla costruzione del Nuovo Ordine Mondiale, che deve necessariamente
essere affiancata dall’annientamento, insieme al welfare, di ogni spazio di
libertà, democrazia, giustizia.
Si tratta della metastasi
imperialista del nazifascismo. Ma con quello avevamo chiuso i conti nel giorno
di cui oggi ricorre il 69° anniversario. Ci costerà, ma li chiuderemo, quei
conti, anche con i succedanei surrogati. Ce lo promette la storia. Ce lo assicurano i ragazzi, le donne, gli
anziani, della Vasusa, del Terzo Valico, dei combattenti per la casa di Roma, dei
resistenti in Sicilia. Partigiani del 2000, colpiti da repressione e abusi
giudiziari, rinchiusi nelle carceri dei devastatori, marchiati da terroristi
dai terroristi. Le recinzioni dei necrofori cadranno per sempre. E dalla terra
liberata raccoglieremo mazzi di fiori e spighe. Come, a pozzo liberato, ha
fatto Ionica per il compagno Ciccio e per tutti i compagni, il 25 aprile 2014,
in località Ulmo, a Niscemi.
Di sera, nel presidio, e il giorno
dopo in piazza, s’è visto il racconto delle lotte dalle Alpi alle rive d’Ulisse
nel docufilm “Fronte-Italia, Partigiani
del 2000”. E il fronte No TAV-No MUOS non ci è sembrato cosa da poco.
In calce il Comunicato del Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS
********************************************************************************************************
Gentili
giornalisti e blogger,
trasmetto in allegato nel formato rtf, in calce, e a questo link il comunicato stampa relativo all'oggetto.
Cordialità e molte grazie
Salvatore Giordano
Guerra e pace
Il 25 aprile, giorno della liberazione dal nazifascismo e dall’ideologia militarista che il nazifascismo ha espresso in una serie di sanguinose guerre d’aggressione, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha scelto di muovere un attacco senza precedenti nella storia repubblicana a chi a tale ideologia di prepotenza, spreco e morte si oppone.
Dopo aver reso uno stupefacente onore ai due fucilieri della Marina che, impiegati a protezione di interessi privati, in India sono accusati di aver ucciso due pescatori inermi, Napolitano si è fatto garante del “rinnovamento dello strumento militare”, aggiungendo che sarebbero inaccettabili “incomprensioni di fondo e perfino anacronistiche diffidenze verso lo strumento militare, vecchie e nuove pulsioni demagogiche antimilitariste”. Nessuno statista italiano era mai arrivato a tanto.
Il Movimento No Muos e tutti coloro che da anni, in Sicilia e ovunque, si battono contro una cultura militarista che, con le sue ininterrotte guerre d’aggressione, devasta territori e distrugge popoli e di cui lo Stato italiano è parte attiva, respinge come irricevibile e inqualificabile questa dichiarazione. Si tratta di un virulento attacco mosso ai valori di pace sanciti dalla Costituzione e dal suo articolo 11 che ripudia la guerra, valori di cui il Capo dello Stato avrebbe il dovere primario di essere garante.
In tempi recenti Giorgio Napolitano ha ribadito la sua passione per lo strumento militare opponendosi alla sospensiva che il Parlamento aveva deciso per l’acquisto dei famigerati cacciabombardieri d’attacco F-35.
I siciliani e le siciliane si onorano di nutrire “vecchie e nuove pulsioni antimilitariste”. Sono state coltivate dalle distruzioni e sofferenze subite per mano del militarismo nazifascista, come, oggi, dalla riduzione della propria terra, da secoli crocevia di culture e armonie, a piattaforma di guerre d’aggressione. Grazie a “pulsioni militariste”, come quelle manifestate da Napolitano, la Sicilia è stata privata di sovranità e autodeterminazione e ridotta a colonia di una potenza straniera
Il Movimento No Muos, riunito in assemblea regionale a Niscemi, dove è stato installato il centro di comunicazione, controllo e comando militare per le guerre degli Usa e dell’Alleanza Atlantica, da anni si batte pacificamente contro questo strumento di guerra e di attacco alla salute dei cittadini. Non si farà intimidire né dai vaticinii militaristi di Napolitano, né dalla repressione poliziesca e giudiziaria che li accompagna. Il suo impegno a promuovere sacrosante “pulsioni antimilitariste”, in sintonia con il dettato della Costituzione e del sentire di tutte le persone di pace, si è espresso in un altro modo di celebrare il 25 aprile. È stato il taglio delle recinzioni che circondano la base Muos e la riconquista di un pozzo d’acqua che dai militari statunitensi era stato sottratto ai cittadini di Niscemi. Siamo certi che la Resistenza, che ci ha dato una Costituzione nella quale le pulsioni militariste sono state annientate per sempre, si sente più vicina a quel pozzo e ai No Muos che non al Quirinale.
Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS
trasmetto in allegato nel formato rtf, in calce, e a questo link il comunicato stampa relativo all'oggetto.
Cordialità e molte grazie
Salvatore Giordano
Guerra e pace
Il 25 aprile, giorno della liberazione dal nazifascismo e dall’ideologia militarista che il nazifascismo ha espresso in una serie di sanguinose guerre d’aggressione, il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, ha scelto di muovere un attacco senza precedenti nella storia repubblicana a chi a tale ideologia di prepotenza, spreco e morte si oppone.
Dopo aver reso uno stupefacente onore ai due fucilieri della Marina che, impiegati a protezione di interessi privati, in India sono accusati di aver ucciso due pescatori inermi, Napolitano si è fatto garante del “rinnovamento dello strumento militare”, aggiungendo che sarebbero inaccettabili “incomprensioni di fondo e perfino anacronistiche diffidenze verso lo strumento militare, vecchie e nuove pulsioni demagogiche antimilitariste”. Nessuno statista italiano era mai arrivato a tanto.
Il Movimento No Muos e tutti coloro che da anni, in Sicilia e ovunque, si battono contro una cultura militarista che, con le sue ininterrotte guerre d’aggressione, devasta territori e distrugge popoli e di cui lo Stato italiano è parte attiva, respinge come irricevibile e inqualificabile questa dichiarazione. Si tratta di un virulento attacco mosso ai valori di pace sanciti dalla Costituzione e dal suo articolo 11 che ripudia la guerra, valori di cui il Capo dello Stato avrebbe il dovere primario di essere garante.
In tempi recenti Giorgio Napolitano ha ribadito la sua passione per lo strumento militare opponendosi alla sospensiva che il Parlamento aveva deciso per l’acquisto dei famigerati cacciabombardieri d’attacco F-35.
I siciliani e le siciliane si onorano di nutrire “vecchie e nuove pulsioni antimilitariste”. Sono state coltivate dalle distruzioni e sofferenze subite per mano del militarismo nazifascista, come, oggi, dalla riduzione della propria terra, da secoli crocevia di culture e armonie, a piattaforma di guerre d’aggressione. Grazie a “pulsioni militariste”, come quelle manifestate da Napolitano, la Sicilia è stata privata di sovranità e autodeterminazione e ridotta a colonia di una potenza straniera
Il Movimento No Muos, riunito in assemblea regionale a Niscemi, dove è stato installato il centro di comunicazione, controllo e comando militare per le guerre degli Usa e dell’Alleanza Atlantica, da anni si batte pacificamente contro questo strumento di guerra e di attacco alla salute dei cittadini. Non si farà intimidire né dai vaticinii militaristi di Napolitano, né dalla repressione poliziesca e giudiziaria che li accompagna. Il suo impegno a promuovere sacrosante “pulsioni antimilitariste”, in sintonia con il dettato della Costituzione e del sentire di tutte le persone di pace, si è espresso in un altro modo di celebrare il 25 aprile. È stato il taglio delle recinzioni che circondano la base Muos e la riconquista di un pozzo d’acqua che dai militari statunitensi era stato sottratto ai cittadini di Niscemi. Siamo certi che la Resistenza, che ci ha dato una Costituzione nella quale le pulsioni militariste sono state annientate per sempre, si sente più vicina a quel pozzo e ai No Muos che non al Quirinale.
Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS
Notizia che dovrebbe far riflettere chi pensa che le potenze impregnate in guerre imperaliste o neocoloniali vogliano veramente la pace e la riconciliazione. Arrestato Gerry Adams, ex leader di Sinn Fein, con l'accusa di essere stato responsabile di un omicidio durante I giorni della rivolta nel 1972. Non sono bastati il dialogo ad oltranza ed il disarmo,le dihiarazione di pace e di rinnegare la lotta armata, evidentemente il conto prima o poi lo ripresentano. E non e' un caso dopo Arafat, Milosevic, Gheddafi, I quali pure avevano firmato accordi di "pace"...
RispondiEliminacaro Fulvio, a proposito di morti ammazzati dalle cosiddette forze dell'ordine, sul sito dedicato a Carlo Giuliani se ne trova un lungo elenco. E' interessante notare che sono tutti "pezzenti", nemmeno un ricco. Sia chiaro che uso il termine "pezzenti" con affetto. A questo punto mi torna in mente la frase di un politico famoso che molti anni fa disse: "in uno stato democratico la polizia è al servizio del cittadino. In un regime o in una finta-democrazia è il cane da guardia dei padroni". Buone cose
RispondiEliminaIeri sera un esempio che dimostra come il disprezzo di certi giornalisti Rai verso la Russia si esprima anche in ambiti completamente estranei alla politica internazionale. Durante la radiocronaca della finale Napoli Fiorentina, il radiocronista si lamento' che "si fosse dovuto venire a patti con le tifoserie" e che "I dirigenti delle due squadre sembravano imbalsamati come Breznev durante le parate della Rivoluzione di Ottobre". A parte il fatto che non mi piace il "politically correct" di chi da un lato esalta il "sistema calcio" e dall'altra descrive I tifosi delle curve come bestie disumane degne solo di disprezzo, mi chiedo perche' fare riferimento con spregio a questa figura dell'URSS (fra l'altro proveniva dall' Ucraina) che, gia' anziana (ma non piu' del presidente Napolitano) e probabimente a quell tempo anche malata, scomparsa da diversi anni. Almeno per rispetto umano. Vorrei vedere se si fossero mai permessi di una frase del genere su Woijtila o su Sharon.
RispondiEliminaUn buon servizio di Pino Cabras sulla disinformazione riguardo alle stragi dei paranazisti ad Odessa contro una sede sindacale (Nessuno si ricorda le similitudini con I fascisti del 1920-1922)?
RispondiEliminahttp://www.pandoratv.it/?p=513
credo che Grimaldi come molti conoscono bene la Storia...ricordiamolo chiaro: il fascismo e il nazismo non sono mai stati sconfitti dopo la II guerra mondiale... gli USA, vi sono anche documenti ufficiali che lo confermano, hanno scelto di salvare molti uomini nazisti con l'operazione paper clip, li hanno utilizzati per il miglioramento dell'apparato militare industriale, per combattere il comunismo sono stati usati metodi e alleati fascisti e nazisti ovunque nel mondo (desaparecidos in latinoamerica, un milione di assassinati in Indonesia, guerre continue dichiarate e non in Asia per mantenere il potere - il Vietnam è solo la più famosa, strategie della tensione in molti paesi e noi in Italia abbiamo pagato un prezzo altissimo in vite umane e per il livello basso di democrazia che abbiamo, etc.)...quindi mi chiedo: chi è il prosecutore del sogno imperialista di conquistare il mondo e di avere il potere assoluto sul mondo (come fu il disegno nazista)? Non scordiamoci poi mai e poi mai che le teorie liberiste sono arrivate allo stato attuale e non pochi commentatori parlano apertamente di "fascismo finanziario", per identificare l'incredibile ruolo della finanza mondiale di arricchire costantemente i già ricchi e ricchissimi e di portare sempre più miseria, disperazione, morte e dolore nel mondo...allora, caro Fulvio e tutti i lettori, possiamo dire senza pregiudizi che i fascismi non hanno perso ma si sono solo riciclati e continuano la loro lotta per il potere assoluto del mondo? Possiamo chiamare gli USA e il blocco occidentale democratico? Possiamo non rilevare che la continua applicazione dei principi liberisti capitalisti globalizzati finanziari porta sempre più cittadini del mondo verso precarietà, povertà, sudditanza materiale e lavorativa, sfruttamento economico e sociale? Certo non possiamo vedere solo le cose negative ma non penso che la mia libertà si misuri dal trovare 200 tipi di shampoo al supermercato o di poter comperare tra 300 tipi di pc o tv...la mia libertà la misuro in libertà d'espressione, capacità decisionale nella mia vita privata e lavorativa, benessere fisico e morale, benessere economico, capacità di fruire del tempo e non solo di pensare al lavoro come primo se non unico impegno nella vita, etc...e devo dire che mi sento sempre meno libero
RispondiEliminaDopo la squallida esibizione degli applausi agli assassini e conseguente indignazione bipartisan urge una "operazione simpatia"altrettanto bipartisan verso le forze dell'ordine orchestrando una messinsegna degna della miglior Sceneggiata Napoletana con tanto di quasi morto ammazzato,poveraccio più poveraccio meno chi se ne fotte, e relativa madre coraggio che arresta con la sola imposizione delle mani un'orda di fanatici assatanati,niente di meglio della retorica fascista per trasformare i carnefici in vittime e schiaffare in prima pagina la foto di quella maglietta "indegna".
RispondiElimina"Mamma son tanto feliceee, la tua canzone mi diceeee,che è il piu bel giorno per meeee"
Claudio Villa
ormai sono recidivo nelle correzioni,naturalmente è "messainscena" comunque ho deciso di non correggermi più portate pazienza e prendetemi per come sono se vi va,sono consapevole del peso del fardello che mi trascino e sono contento quando posso condividerlo :-)
RispondiEliminaper Anonimo: e' interessante la tua osservazione sul fascismo che non sarebbe stato sconfitto. Tuttavia credo che oggi il continuatore piu' fedele delle dinamiche che il capitalismo, degenerate poi in imperialismo sia proprio la democrazia occidentale. Fascismo e democrazia negli stati imperialisti sono forme apparentemente inconciliabili ma che si danno in cambio a contenere la natura dello stato che deve comunque difendere il dominio di una classe, sempre meno numerosa ma sempre piu' ricca in termini di risorse e potere decisionale. Lenin parlava di democrazia come "miglior involucro dell'imperialismo" e penso che, ripercorrendo la storia dell'Italia, si possa riconoscere che il fascismo e' stata la risposta all'avanzata delle classe operaia e contadina nel biennio 1919-1921 basata sulla canalizzazione del malcontento della piccola borghesia anch'essa stremata dalla Guerra in un movimento nazionalista basato sulle ideologie nazionalistiche che bastonasse (in senso ideale e fisico) la classe dominate che aveva osato mettere la testa avanti ed organizzare la classe ottenendo successi importanti. Alla disfatta di quell regime serviva cooptare la classe operaia nella ricostruzione materiale, senza troppi conflitti interni, ma anche in un sistema che lasciasse di fatto immutato il rapporto di classe. Quindi nel secondo dopoguerra, si e' instaurata la democrazia "una testa un voto" ed una costituzione almeno nominalmente basata su principi quali l'uguaglianza e la liberta' di pensiero. Fermo restando che in caso che in conflitti sociali fossero sopra le righe, le forze dell'ordine non sono mai state neutrali...vedi Scelba e Tambroni, tanto per fare due nomi. Oggi gli spazi di rivendicazioni per miglioramenti salariali, ma anche per garantire anche solo gli spazi per un po' di agibilita' sindacale, sono un lusso, un ostacolo al "progresso economico nella competizione globale", in nome degli interessi "dell'Europa". Quindi non mi sembra il caso di rivendicare troppo la differenza fra democrazia e "fascismo" nella fase di oggi. Vedo troppa contiguita'.
RispondiEliminaecco come l'ansa dà la notizia dei 30 morti in ucraina
RispondiEliminahttp://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2014/05/06/kiev-ieri-oltre-30-filorussi-morti_1af9d77f-3af5-4b25-958c-6de003bfe82c.html
è già tanto che non li chiama terroristi !!
ma dove sono i giornalisti che strillavano tanto nei giorni dei morti a maidan ????
su rainius riferiscono della preoccupazione di HRW per le violenze in venezuela, ma lo sanno cosa sta succedendo in ucraina ???
e gli assedi sono da denunaciare come crimini di guerra solo se si fanno in siria o a sarajevo ???
e gli scudi umani esistono solo in ucraina ma non in siria e in bosnia (vedi srebrenica) ??
cari cosiddetti giornalisti, siete proprio "finti" !! siete solo una delle armi da usare in guerra, la più pericolosa, quella della propaganda !!
comunque mi aspetto che la russia aspetti i referendum e poi interverrà, a quel punto del tutto legittimamente, almeno secondo la R2P occidentale, che non potrà certo condannare chi "interviene per tutelare civili sotto attacco da parte di un regime violento" !!!
ho appena letto questa
RispondiEliminahttp://italian.ruvr.ru/2014_05_05/Odessa-piu-di-un-centinaio-le-persone-uccise-tra-cui-bambini-5806/
non posso sapere se vero o no, ma i nostri giornalisti amano queste notizie, e infatti hanno inondato i mass media con le bombe e gli stupri di gheddafi, con le armi chimiche e le stragi di assad, ecc., senza porsi problemi di verificarne la veridicità: adesso mi aspetto lo stesso con questa notizia in tutti i tg e i giornali di oggi !!
intervista a uno dei superstiti di odessa (scaricatela prima che sparisca !)
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=w7DLMvsHmcI
tra i commenti c'è una traduzione di quello che dice
anche qui parla di 116 morti !!!!
bisogna ammettere che ANNA News aveva visto giusto quando qualche mese fa ha iniziato a fare servizi dall'Ucraina: probabilmente gli anni d'esperienza in Siria gli hanno permesso di vedere in anticipo dove si sarebbe andati a finire
RispondiEliminai video che arrivano oggi dalla Novorossia sono dannatamente simili a quelli che si vedevano anni fa dalla Siria, l'unica differenza (in peggio) è che laggiù i fascisti venivano da fuori mentre adesso sono interni
A proposito di Ucraina e assenza di informazione, ecco un video segnalato sul blog di Gianni Lannes: https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=b2c9Sgbwwu0
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=VWs1jtyyPJ0
Si sente un dialogo in italiano fra una giornalista e un militare.
Interessanti le domande di Lannes e del commentatore del video:
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/05/guerra-in-ucraina-litalia-fara-la-sua.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2014/05/ucraina-forze-armate-italiane-fanno-gia.html
Secondo il Fatto Quotidiano (in un articolo piuttosto ambiguo), sarebbe un ucraino che viveva Italia...
http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/05/cremlino-contro-i-filorussi-loro-ribattono-siamo-patrioti-che-difendono-i-confini/974319/
Ma nei commenti al video si legge che è stato nella Folgore...
nuovo video sulla strage di odessa
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=7paGcbyefhk
@Fulvio
RispondiEliminadomanda,vedi qualche correlazione tra l'abbandono di Homs da parte dei "ribelli" e le vicende ucraine?
rossollosso@ Boh, si tratterebbe solo di speculazioni. Tu sospetti che i ratti si ritirano da Homs in cambio dell'ammorbidimento russo sull'Ucraina? Vi lasciamo la Siria se ci lasciate tutta l'Ucraina? Spero di no.
RispondiEliminaci sono i furbi perché ci sono i coglioni separati dalla competizione. Ci sono i nazi fascisti perché non ci sono i Comunisti. I pochissimi che esistono e non competono fra di loro, anche se non hanno letto Marx, sanno benissimo che lavoro e capitale NON possono coesistere, come hanno voluto far credere togliatti e berlinguer. Il lavoro indipendente basta a Sé Stesso. il capitale senza il Lavoro è mortoooooo!!!!
RispondiEliminaNon so se ci sia una correlazione diretta fra la situazione in Siria, dove I ribelli sono chiaramente sulla ritirata perche' hanno subito delle sconfitte , e la situazione in Ucraina. Tuttavia la Russia ha dato chiaro segno di rinuncia all'opzione di difesa militare delle popolazioni dell'Est Ucraina in cambio di un dialogo con la Germania della Merkel. Il ritiro delle truppe dalle zone di confine e' un segnale in questo senso, si vedra' se di debolezza oppure no. Forse si spera nell'imbarazzo di alcuni paesi UE di fronte ai crimini di tipo fascista per lo piu' contro la popolazione disarmata. Non e' un caso che I media nostrani abbiano fatto scendere una cortina di silenzio quasi totale. I negoziati non si sono ancora aperti e tutto si gioca sulla popolazione russa dell'Ucraina orientale, (peraltro non rappresentata in nessuna sede ufficiale) che al momento puo' contare solo su se stessa. Spero nella loro determinazione a resistere ai golpisti.
RispondiEliminanon voglio certo sminuire le vittorie di assad che sono palesi ne tantomeno mancare di rispetto a putin pensavo piuttosto a come storicamente ragiona e agisce l'impero ad un qualche tipo di trappolone.
RispondiEliminail tuo boh vale gia come risposta
La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa. (Karl Marx).
RispondiEliminaI nonni dei ragazzi del Donbass liberarono la loro terra da quelli che, in nome della razza ariana, facevano il tiro a volo con i bambini lanciati in aria. Ora tocca liberarla da quelli che squartano e stuprano per avere il McDonald's sotto casa.
Occupy ha qualche problema, se intravede una parentela con le pussy
RispondiEliminahttp://occupywallstreet.net/story/new-interview-fara-and-shaiba-pussy-riot