Non dubitare mai che un piccolo gruppo di cittadini pensanti e impegnati possa cambiare il mondo. In effetti, è sempre successo. (Margaret Mead, antropologa)
Un tempo a nessuno era consentito di pensare liberamente. Ora è permesso, ma nessuno ne è più capace. Ora la gente vuole pensare solo ciò che si vuole debba pensare- E questo lo considerano libertà. (Oswald Spengler, “Il tramonto dell’Occidente,1926)
Sai che il tuo paese sta morendo quando si deve distinguere tra ciò che è morale ed etico, e ciò che è legale”. (John De Armond)
Ci sono notizie
esaltanti come le ininterrotte vittorie dell’esercito e del’incredibile popolo di
Siria sui ratti, a dispetto delle loro ormai patetiche provocazioni (la nuova
bufala dei gas), ormai disintegrate da tante prove e, alla fine, dalla
straordinaria inchiesta del Pulitzer Seymour Hersh, sui gas tossici di Houtha a
Damasco e relative responsabilità del delinquente turco, Erdogan. O come l‘insurrezione
rivoluzionaria dei russi di Ucraina, che sta mandando in vacca il golpe
USA-UE-nazisti a Kiev, che ci ricorda la Comune di Parigi, che fa temere un
epilogo analogo e che meriterebbe ogni solidarietà internazionale (no, ragazzi,
la Russia non può intervenire se non a rischio certo di conflagrazione nucleare).
E ci sono notizie-chiavica da quella fogna che è la banda P2 al potere nel
nostro paese, come le nuove nomine a capo delle industrie di Stato, quali megere
e grassatori, quali segnati da mostruosi conflitti d’interesse (leggi:
corruzione onnipervasiva), con in testa il rottamatore dei trasporti nazionali,
che in cambio riceveva 800mila euro all’anno, imputato per la strage di
Viareggio, Mauro Moretti. Un rapinatore dei diritti alla mobilità dei cittadini
comuni, messo in Finmeccanica a fianco del neo-Bava Beccaris della Genova-G8.
Con a seguire la Marcegaglia, professionista di chiusure e delocalizzazioni,
coerentemente messa a guidare lo “sviluppo”. Senza parlare dello squadrone di
indagati, imputati, processati, che, nei sottosegretariati del regime,
incarnano i “requisiti di onorabilità” voluti dal ministro della devastazione e
del saccheggio, detto “dell’Economia”.
Non c’è cosa che
faccia o dica, il gaglioffo estratto dal magazzino delle scartine da periferia di
Wall Street, che non confermi ai non obnubilati dagli incensi dei turibolanti
di corte la sua natura di rottamatore del paese e di restauratore in molto
peggio delle più nefaste vicende nazionali. Una legge che riduce le pene,
rendendole praticamente ineseguibili, a chi si vende alla mafia per voti e
quindi ne agevola la presa sullo Stato e sulla società (cosa concordata, come
tante altre, tra Napolitano e Berlusconi e poi dettata dal primo al suo Partito
Unico). E c’è l’immancabile Di Lello del “manifesto” che festeggia la
cancellazione dal decreto sul voto di scambio “la disponibilità di soddisfare gli interessi e le esigenze
dell’associazione mafiosa”, come se lo scambio avvenisse solo con soldi e
non con appalti e altri benefici. La mafia ringrazia. Poi un accordo con la
Francia che garantisce come, applicando sulle opere in Valsusa il diritto
francese, che non prevede certificati antimafia, sovranità nazionale,
predazione dei denari pubblici e devastazione dell’ambiente siano in capo agli
amici degli amici. Il biscazziere baro che promette 80 euro al suo ceto medio,
sottratti al canone RAI e pagati con gli aumenti di tariffe e bollette e con le
detrazioni a 5 milioni di coniugi di disoccupati., mentre taglieggia pensionati già alla fame.
Il Regno del PUM, Partito Unico Monopolare
Il Regno del PUM, Partito Unico Monopolare
Unici ad opporsi a
queste efferatezze del governo di “consigliati” dal Pericle sul Colle, i Cinque
Stelle che, superando ogni limite del putrido politically correct, cioè saltando la panna al cianuro dell’ipocrisia
di regime, sono arrivati a sbertucciare la nomina a capoliste europee di cinque
bertucce tirate fuori dal caravanserraglio renziano per recuperare, a voto
ottenuto e rinuncia pronunciata, altrettanti babbioni della putrefatta Prima e
Seconda Repubblica, trombati alle elezioni, o andati oltre la data di scadenza
della propria commestibilità. Si chiama vuoi rottamazione, vuoi cambiamento,
vuoi innovazione. Renzi se l’è fatta dettare il 1. Giugno 2012 e confermare a
Londra il 1.aprile 2014 a cena dal noto socialista Tony Blair (vindice della
Thatcher e criminale numero 2 dell’Iraq) e dai capi della JpMorgan, seconda
banca d’affari del mondo, prima responsabile della crisi dei subprime.Questi i
punti imprescindibili dettati al vernacolare toscano da questa cupola della
criminalità organizzata: riforma delle provincie, del Senato, del lavoro, del
consiglio dei ministri, della premiership, della legge elettorale, del
cittadino, della libertà. Una copia dell’operazione Kissinger in Cile. Ma soft, come assicura Rodotà, ancora dopo
lo scatenamento dei cavernicoli col pugnale tra i denti contro i senzacasa di
Roma.
Tutto questo aggiunge incontrollabile insofferenza a insonnia e incubi che il M5S, primo fenomeno dagli anni ‘50 di autentica opposizione e di credibile alternativa, provoca nell’intero establishment impegnato nella riduzione del paese al Paraguay di Stroessner, alla Corleone di Riina, o alla Grecia dei Colonelli. Si riprende il modello Genova G8 e, così, nelle piazze di Roma è arrivato il cambiamento renziano sotto forma di cortei autorizzati e bloccati e di squadristi in divisa che garantiscono sicurezza prendendo a calci in faccia chi protesta, o pretende casa. Un’ icona simbolica, quella della “mela marcia” che monta con gli anfibi sulla pancia di una donna a terra, di quanto il progetto del Nuovo Ordine Mondiale ha commissionato ai suoi camerieri domestici nei confronti di un paese ridotto a mensa dei poveri. Altro che “mele marce”. Qui è tutto l’armata dei pretoriani dell’élite la cui umanità è marcita nelle scuole della gestione della piazza: una copia autoctona della “Scuole delle Americhe” servita a tenere a bada i richiedenti democrazia dell’America Latina.
Tutto questo aggiunge incontrollabile insofferenza a insonnia e incubi che il M5S, primo fenomeno dagli anni ‘50 di autentica opposizione e di credibile alternativa, provoca nell’intero establishment impegnato nella riduzione del paese al Paraguay di Stroessner, alla Corleone di Riina, o alla Grecia dei Colonelli. Si riprende il modello Genova G8 e, così, nelle piazze di Roma è arrivato il cambiamento renziano sotto forma di cortei autorizzati e bloccati e di squadristi in divisa che garantiscono sicurezza prendendo a calci in faccia chi protesta, o pretende casa. Un’ icona simbolica, quella della “mela marcia” che monta con gli anfibi sulla pancia di una donna a terra, di quanto il progetto del Nuovo Ordine Mondiale ha commissionato ai suoi camerieri domestici nei confronti di un paese ridotto a mensa dei poveri. Altro che “mele marce”. Qui è tutto l’armata dei pretoriani dell’élite la cui umanità è marcita nelle scuole della gestione della piazza: una copia autoctona della “Scuole delle Americhe” servita a tenere a bada i richiedenti democrazia dell’America Latina.
Grillo alla Colonna Infame
Sul piano della comunicazione politica e mediatica che suona la marcia dell’avanzata renziana, ha colto l’occasione meravigliosa dell’ “antisemitismo”, valida per coprire ogni sorta di nefandezze, il coro monopolare bifronte dell’Accademia Renzusconiana. Un ciclone di indignazione, scandalo, anatemi, vituperi, contro Beppe Grillo, da far impallidire Himmler quando si dedicava agli ebrei. E proprio quella volta che, non avendola fatta fuori dal vaso, gli si sarebbe dovuto commossa e vibrante partecipazione alla contrapposizione da lui fatta tra criminalità piduista, perfezionamento di quella rozza hitleriana, e i tragici versi di Primo Levi.“Considerate se questo è un uomo / che lavora nel fango / che non conosce pace / che lotta per mezzo pane / che muore per un sì o per un no”. Che ha fatto di ignobile, antisemita, osceno, vergognoso (sono i toni più moderati, dal “manifesto” a “Libero”), l’iconoclasta di Genova? Ha messo al posto di “un uomo” “un paese”, perpetuando e allargando il grido di Levi ai milioni di italiani a cui quei versi danno voce: disoccupati e precari che lavorano nel fango dell’alienazione, dell’ansia e dello sfruttamento. Tutta una generazione a cui Renzi ha assicurato una vita balzellon balzelloni di tre mesi in tre mesi, con una caduta a picco in mezzo. Una nazione intera che non conosce pace perché paga con la distruzione della salute e della conoscenza i costi delle guerre umanitarie: 3 milioni di morti di fame, 15 milioni che lottano per mezzo pane, 34 milioni che il pane intero se lo vedono sbriciolare tra le dita. E chi muore per un sì detto a chi lo manda a domare indigeni, o per un no detto a un poliziotto, o a Obama. Di parafrasi, alla faccia dei censori con guiderdone renzusconiano, se ne sono fatte legittimamente di ogni, che fossero a fine di attualizzazione, o di stravolgimento ironico. Tra i più parafrasati Dante, Foscolo, Manzoni, Oskar Wilde, Voltaire e non si finirebbe mai. Avete sentito volare una mosca per l’oltraggio a questi augusti autori commesso da chi, magari, ha parafrasato Manzoni con “Ei fu, siccome un mobile”? E’ che quella di Grillo è probabilmente la migliore parafrasi che si potesse lanciare in faccia all’intero cocuzzaro dell’”Italia che cambia verso.
Sul piano della comunicazione politica e mediatica che suona la marcia dell’avanzata renziana, ha colto l’occasione meravigliosa dell’ “antisemitismo”, valida per coprire ogni sorta di nefandezze, il coro monopolare bifronte dell’Accademia Renzusconiana. Un ciclone di indignazione, scandalo, anatemi, vituperi, contro Beppe Grillo, da far impallidire Himmler quando si dedicava agli ebrei. E proprio quella volta che, non avendola fatta fuori dal vaso, gli si sarebbe dovuto commossa e vibrante partecipazione alla contrapposizione da lui fatta tra criminalità piduista, perfezionamento di quella rozza hitleriana, e i tragici versi di Primo Levi.“Considerate se questo è un uomo / che lavora nel fango / che non conosce pace / che lotta per mezzo pane / che muore per un sì o per un no”. Che ha fatto di ignobile, antisemita, osceno, vergognoso (sono i toni più moderati, dal “manifesto” a “Libero”), l’iconoclasta di Genova? Ha messo al posto di “un uomo” “un paese”, perpetuando e allargando il grido di Levi ai milioni di italiani a cui quei versi danno voce: disoccupati e precari che lavorano nel fango dell’alienazione, dell’ansia e dello sfruttamento. Tutta una generazione a cui Renzi ha assicurato una vita balzellon balzelloni di tre mesi in tre mesi, con una caduta a picco in mezzo. Una nazione intera che non conosce pace perché paga con la distruzione della salute e della conoscenza i costi delle guerre umanitarie: 3 milioni di morti di fame, 15 milioni che lottano per mezzo pane, 34 milioni che il pane intero se lo vedono sbriciolare tra le dita. E chi muore per un sì detto a chi lo manda a domare indigeni, o per un no detto a un poliziotto, o a Obama. Di parafrasi, alla faccia dei censori con guiderdone renzusconiano, se ne sono fatte legittimamente di ogni, che fossero a fine di attualizzazione, o di stravolgimento ironico. Tra i più parafrasati Dante, Foscolo, Manzoni, Oskar Wilde, Voltaire e non si finirebbe mai. Avete sentito volare una mosca per l’oltraggio a questi augusti autori commesso da chi, magari, ha parafrasato Manzoni con “Ei fu, siccome un mobile”? E’ che quella di Grillo è probabilmente la migliore parafrasi che si potesse lanciare in faccia all’intero cocuzzaro dell’”Italia che cambia verso.
Poi c’è l’agghiacciante sostituzione, nella scritta all’ingresso dei campi, della parola “P2” – “P2 macht frei” – alla parola “Arbeit”. Il trucido sarcasmo con cui venivano accolti i rastrellati per lavori forzati è sostituito dall’insegna che si fa intendere troneggia all’ingresso del Lager Renzusconi in corso di rapido allestimento. Nulla di più azzeccato per segnalare il compimento della resistibile ascesa della creatura commissionata a Licio Gelli dalla Cia, a sostituzione di una Gladio superata dal progresso, dal cambio del nemico da alloctono bolscevico a autoctono proletario e proletarizzato. Atterriti il colto e l’inclita, inferocita la comunità ebraica, come punti dalla tarantola le destrissime sinistre. Scatenata la lobby nel “manifesto”. Fosse anche il più arzigogolato e risibile dei pretesti, chi sfiora la Shoah commette blasfemia e diventa utilissimo per iniettare all’universo mondo, a beneficio di Israele e della sua lobby, un’altra dose di “antisemitismo dilagante”.
I filo-israeliani di
“Giustizia e Libertà”, sostenitori di Tsipras, martiri della difesa della
libertà d’espressione, urlano: “Nessuno
può permettersi di rivisitare Primo Levi, nessuno può permettersi di rivisitare
Auschwitz e la Shoah, se non sprofondando nell’antisemitismo e commettendo
oscena dissacrazione”. E per blindare il genocidio perpetrato da Israele,
ecco che va ribadita la pubblicità ingannevole dell’ “’unicità dell’olocausto”,
alla faccia degli olocausti che il colonialismo euro atlantico ha seminato e,
oggi con USraele, va seminando per il mondo. La tecnica lessicale è sempre
quella, da quando i terroristi delle Torri Gemelle (preceduti da quelli di
Piazza Fontana), dando del “terrorista” a chi non c’entrava niente, ma ne
avrebbe pagato il fio, hanno insegnato che alle vittime è d’uopo attribuire la
propria identità, specie se iniqua. E’ così che il Terrorista Doc a stelle e
strisce fa spuntare tanti terroristi dalle praterie su cui intende estendere le
proprie coltivazioni. E ci può dare giù con la falciatrice. Vedi Ucraina Est,
vedi Siria, vedi l’Afghanistan, vedi i laboratori TAV e MUOS.
Dunque, da chi possono
essere arrivati a Grillo le urla “fascista”, “nazista”, “antisemita”, se non da
chi deve sottrarsi, con classico transfert freudiano, al dato di fatto di
essere, lui, il portatore di tali insegne.? Chi si è rallegrato, tacendo
discretamente alcuni particolari, della restituzione dell’Ucraina ai fasti
nazisti a suo tempo travolti dalle “orde comuniste”, al costo di venti milioni
di loro morti? Chi in Palestina ha ridato funzione, lustro e nuovo logo alle
vecchie SS e Gestapo, impiegate a vasto
raggio, dagli eccidi in Medioriente alla gestione con i suoi agenti della
repressione di qualsiasi dittatura, purchè neoliberista, e alla
destabilizzazione di qualsiasi governo non abbastanza neoliberista? E chi, per
dirne una di recente cronaca, rade al suolo donne e famiglie e, poi, quando non
si decidono di suicidarsi, manda gli sgherri dei servizi sociali a sbatterne i
figli nell’agonia delle comunità? Chi, ancora, ai naufraghi sulla zattera senza
casa, senza lavoro, senza patria, impedisce l’arrivo a una qualche terra
scagliandogli addosso gli sbirri di regime? Chi, infine, sta mettendo in atto
il Manuale Napolitano su come si possa, con un po’ di tecnologia e un po’ di
travestimento, rifare il nazismo meglio del nazismo, cioè con la piena e
convinta adesione degli “antifascisti” d’antan? Combinazione rafforzata dalla
consustanzialità con la nouvelle vague
dei giganti del buon governo scaturita, a suo tempo, dalla triade
Bontade-Dell’Utri-Berlusconi e rilanciata dalla trattativa Stato-mafia, così
intensamente seguita dal Capo dello Stato. Zitti, parrucconi conservatori, sono
i nuovi Padri Costituenti.
Scoperto e lanciato
dai talent scout delle Cayman, scelto
e consacrato dal novello Hindenburg, peraltro meno rincoglionito del modello,
l’astuto farloccone postpiduista ci sta scrivendo sulla viva pelle l’edizione
eBay del suo “Mein Kampf”. Una
simulazione intitolata “cambiamento”, onde evitare che il risultato non venga
compromesso da incursioni di realtà come quella del post di Grillo. Per come il
virgulto sta pilotando la nave Italia, il comandante Schettino al confronto
meriterebbe la massima onorificenza della Repubblica. Siccome non sa produrre
che suoni in falsetto, per dare un minimo di concretezza al suo farneticare
deve risuscitare e incontrare periodicamente chi di operatività criminale è
capitano di lungo corso, tanto da essere prezioso interlocutore, tra una
comparsata e l’altra in un centro anziani, del Grand’Ammiraglio sul Quirinale.
C’è forse da stupirsi se a una tale colonna della democrazia, fulgido esempio
di delinquenza abituale, tale da superare quella secolare dei reggitori delle
nostre sorti magnifiche e progressive, una magistratura, ormai conquistata allo
Zeitgeist renzusconiano, trasforma i
7 anni di carcere in 4 ore alla settimana di merende con coetanei e in tre giorni romani per puntellare
gli esiti della famosa trattativa.
Anche la ministra delle riforme ci mette la faccia
Anche la ministra delle riforme ci mette la faccia
Se avete visto
l’esibizione oratoria di Renzi all’inaugurazione della campagna elettorale per
il banchiere pro-Tav Chiamparino, vi sarete chiesti se il pusher del premier
golpista non fosse lo stesso di quello che sosteneva lo spiritato urlatore coi
baffetti quando arringava le folle oceaniche davanti al Reichstag. C’era da
restare atterriti. La stessa valanga di retorica isterica blaterata per
ore lungo un filo totalmente onirico di
palloncini dai colori sgargianti e dal contenuto di quell’elio che, fosse
liberato, provocherebbe solo crampi di riso. Siamo passati dall’incantatore di
serpenti all’incantatore di lombrichi. Dalle occasionali cadute del discorso
nella realtà effettuale, si evince che il linguacciuto ciarlatano ha rubato
ogni argomento – dall’Europa da castigare alle famiglie e piccole imprese da
salvaguardare, ai ricchi da spremere – al detestato M5S. Solo che, se quelli ci
credono e ci lavorano, costui se ne impippa. E’ il Joker di Batman che finge di
perorare la causa della legge e dei giusti, mentre trasforma Gotham City nella
capitale del crimine. Era già tutto leggibile fin dai tempi in cui questo eroe
dei beni comuni sottraeva Ponte Vecchio
ai cittadini per prestarlo al gozzoviglio degli amici, o privatizzava gli
Uffizi per cerimonie nuziali che spandevano effluvii gastronomici sui
Botticelli e i Fra Angelico. Ai sedicenti benpensanti già questo avrebbe dovuto
dire tutto dello status di statista. L’impeccabile padre della patria Rodotà,
corifeo di Tsipras, ha definito quello di Renzi “populismo soffice”, contro il
“populismo hard” di Grillo. Insomma col soft
ci si potrebbe anche convivere. Che
felice intuizione averlo candidato a Capo dello Stato!
La Comune di Donetsk
Obama schiamazza contro le “interferenze russe” in Est Ucraina e, completato con i suoi nazisti e i suoi cecchini il colpo di Stato, ora ha installato a Kiev il capo della Cia, Brennan, perché, attivando le milizie naziste di “Settore Destro” e di “Svoboda”, le Forze Speciali e i contractors Usa, sistemi i rivoltosi di un terzo dell’Ucraina. Ma a Donetsk, Karkhiv, Slovyansk, Artemivsk, Lugansk e in una decina dei maggiori centri dell’Oriente il popolo insorto libera le città e proclama Repubbliche Popolari. Con l’aggiunta, proprio oggi, della Repubblica Popolare di Odessa, “dove il potere appartiene alla popolazione che vive nel suo territorio”, dunque, la sottrazione alla Nato e ai suoi sgherri ucraini di un’altra preziosissima posizione strategica sul Mar Nero. I cicisbei della stampa occidentale vi vedono “orde russe in uniforme”, ma senza contrassegni, in procinto di lacerare l’Ucraina per metterne una parte ai piedi di Zar Putin. Sono reali quanto i 100mila soldati russi che si vaneggiava essere ammassati alla frontiera, pronti a mangiarsi i bambini ucraini. Quelli che insorgono “contro i nazisti di Kiev, gli Usa e l’UE” sono cittadini russi che, fortunatamente, hanno saputo organizzarsi e armarsi, sono poliziotti e militari ammutinati per stare dalla parte della propria gente. Interi reparti corazzati che rifiutano l’obbedienza ai farabutti di Kiev e passano con i rivoluzionari. Un esercito di popolo.
Obama schiamazza contro le “interferenze russe” in Est Ucraina e, completato con i suoi nazisti e i suoi cecchini il colpo di Stato, ora ha installato a Kiev il capo della Cia, Brennan, perché, attivando le milizie naziste di “Settore Destro” e di “Svoboda”, le Forze Speciali e i contractors Usa, sistemi i rivoltosi di un terzo dell’Ucraina. Ma a Donetsk, Karkhiv, Slovyansk, Artemivsk, Lugansk e in una decina dei maggiori centri dell’Oriente il popolo insorto libera le città e proclama Repubbliche Popolari. Con l’aggiunta, proprio oggi, della Repubblica Popolare di Odessa, “dove il potere appartiene alla popolazione che vive nel suo territorio”, dunque, la sottrazione alla Nato e ai suoi sgherri ucraini di un’altra preziosissima posizione strategica sul Mar Nero. I cicisbei della stampa occidentale vi vedono “orde russe in uniforme”, ma senza contrassegni, in procinto di lacerare l’Ucraina per metterne una parte ai piedi di Zar Putin. Sono reali quanto i 100mila soldati russi che si vaneggiava essere ammassati alla frontiera, pronti a mangiarsi i bambini ucraini. Quelli che insorgono “contro i nazisti di Kiev, gli Usa e l’UE” sono cittadini russi che, fortunatamente, hanno saputo organizzarsi e armarsi, sono poliziotti e militari ammutinati per stare dalla parte della propria gente. Interi reparti corazzati che rifiutano l’obbedienza ai farabutti di Kiev e passano con i rivoluzionari. Un esercito di popolo.
Ora, dal lato russo
del confine di soldati ne sarebbero però arrivati 30mila veri, si dice, e forse
è vero. Guai se non ci fossero pressioni militari russe al confine, per
impedire il bagno di sangue progettato da Brennan e dai suoi fantocci di Maydan
e vaticinato dalla “principessa del gas” Timoshenko, intercettata a promettere
l’annientamento atomico a 11 milioni di russi e una raffica in fronte a Putin.
Pressioni che si accompagnano ai ripetuti sforzi diplomatici per trascinare UE
e Usa a un accordo federale che non contempli la soluzione finale Timoshenko. E
sarebbe l’autonomia garantita in Costituzione alle regioni in cui i russi arrivano a superare l'80%. L’alternativa, anche se questa estrema difesa di
quelle popolazioni dovesse essere al momento repressa nel sangue, è la guerra
civile. Lo sanno e lo dicono tutti ed è così. Per Washington sarà il Piano B,
se non dovesse riuscire quello A, che prevedeva un’Ucraina Nato unita e
compatta. Il noto “caos creativo” che consenta la consueta depredazione e,
quanto meno, toglie alle nazioni ogni ruolo geopolitico, strategico,
economico, che rischi di orientarsi contro la "comunità internazionale".
In azzurro l’Ucraina dei russi
In azzurro l’Ucraina dei russi
Intanto, però, l’idea
di piazzare batterie di missili nucleari sulla soglia della Russia resta
sospesa. E la bandiera tricolore della Russia che sventola sui palazzi delle
istituzioni conquistati, non sarà rossa (per quanto non siano pochi i vessilli
con la falce e il martello agitati in quelle piazze), ma a me richiama le
bandiere rosse issate dai comunardi nella Parigi assediata dai versagliesi.
Fossimo a quei tempi, o a quelli della Spagna repubblicana, molti si sarebbero
precipitati a dar man forte alla Repubblica Popolare di Donetsk. Ma, nel
frattempo era successo che Rossana Rossanda e le sue “sinistre” avevano chiamato
le “brigate internazionali”, memori della Spagna, ad affiancarsi ai “giovani
rivoluzionari” contro Gheddafi. Ne è seguita un po’ di confusione. Collateralismo
prezioso del “manifesto” (cui però va dato atto di un equlibrato Pieranni
sull’Ucraina), tuttora dispiegato sul mondo con i sodali della “società civile” afghana
anti-Taliban, Giordana e Battiston, con il Fratello Musulmano (di Morsi, di
Erdogan, di Al Thani del Qatar) Acconcia, con l’erede dell’implacabile
antirussismo di Astrid Dakli,Tacconi. Che artista, il “manifesto”, nel
rigenerare le convergenze parallele di Moro..
La “bomba” di Seymour
Hersh sarà pure il frutto di competizione tra fazioni all’interno dell’establishment e dell’intelligence Usa, sarà il coraggio e
l’indipendenza di qualche editore oscuro (come quelli della “London Review of Books” o del “Newyorker”), sarà il coraggio e la
sagacia di un giornalista Pulitzer che, dalle stragi Usa nel Vietnam, al Cile
del golpe e ai torturatori di Abu Ghraib, rivela al mondo le nefandezze di
Washington. Giornalista investigativo di altissimo rango, ha consultato
documenti, gole profonde dei servizi, o ex dei servizi, da sempre sue fonti
inconfutabili, testimoni, documenti, per raccontare al mondo le trame e le
azioni del pilastro Nato turco, Erdogan, in Siria. Grazie a Hersh, e a conferma
di altri prima di lui, la false flag dei
gas contro Est Ghuta, il 21 agosto 2013, viene fuori orchestrata da Erdogan,
con le consegne delle armi chimiche ai jihadisti Fratelli Musulmani di Al Nusra
e il loro addestramento, in Turchia, a gassare popolazioni. Un colpo sugli
stinchi a Obama, Pentagono e Cia che si aggiunge all’altra prova, esibita da
Hersh, del traffico di armi e mercenari islamisti dalla Libia alla Siria,
organizzato da quel Chris Stevens, ambasciatore Usa, che venne fatto fuori a
Bengasi insieme a tre spioni Cia nel settembre 2013, pare per non aver voluto
far passare ai “ribelli” anche missili terra-aria. Roba da mettere in ginocchio
tutto l’apparato propagandistico occidentale a copertura dell’aggressione
Nelle ore successive
all’attacco di Houtha e ai suoi oltre 1000 morti, tantissimi bambini, lo Stato
Maggiore Usa era pronto all’intervento. Ma Obama rallentava, un po’ per merito
della forza esibita da Mosca, un po’ per la contrarietà della sua stessa
popolazione e un po’ perché già i suoi servizi gli avevano bisbigliato qualcosa
sul ruolo dei turchi in quell’eccidio. Poi ci si ricordò di un paio di
precedenti episodi, non risultati imputabili ai governativi, dell’arresto di
jihadisti diretti in Siria carichi di armi chimiche, da parte di ingenui
poliziotti turchi, inconsapevoli del complotto di Ankara, del video con il test
di gas nervino su conigli, fatto circolare da terroristi scemi, accompagnato da
truculente minacce di fine analoga a tutti i sacrileghi oppositori della jihad.
Il disorientamento degli Usa veniva poi accentuato dallo sconcerto diffuso nell’opinione pubblica dal crescendo di rivelazioni sulle atrocità delle bande terroristiche, sulle carneficine tra i tagliagole di Al Nusra, filo-turchi e quelli dell’ISIL (Stato Islamico in Iraq e nel Levante) filo saudita. Il disorientamento è venuto a rasentare il panico alla vista dell’inarrestabile avanzata di un esercito nazionale che, nel quarto anno di aggressione da mezzo mondo, resta saldo, legato al suo popolo e ai suoi leader, vittorioso. L’Ovest verso il Libano è ora completamente liberato dalle bande di terroristi. Il Nordovest, al confine della Turchia, è stato quasi tutto sgomberato. Restano strisce di terra a ridosso di Turchia e l’Iraq, dove conservano basi Al Nusra e i mercenari sauditi dell’ISIL che, oltre a sventrarsi tra loro, stanno massacrando di attentati anche l’Iraq (una media di 60 ammazzati al giorno, altra tacca da incidere sul fucile di Bush e Obama).
Il disorientamento degli Usa veniva poi accentuato dallo sconcerto diffuso nell’opinione pubblica dal crescendo di rivelazioni sulle atrocità delle bande terroristiche, sulle carneficine tra i tagliagole di Al Nusra, filo-turchi e quelli dell’ISIL (Stato Islamico in Iraq e nel Levante) filo saudita. Il disorientamento è venuto a rasentare il panico alla vista dell’inarrestabile avanzata di un esercito nazionale che, nel quarto anno di aggressione da mezzo mondo, resta saldo, legato al suo popolo e ai suoi leader, vittorioso. L’Ovest verso il Libano è ora completamente liberato dalle bande di terroristi. Il Nordovest, al confine della Turchia, è stato quasi tutto sgomberato. Restano strisce di terra a ridosso di Turchia e l’Iraq, dove conservano basi Al Nusra e i mercenari sauditi dell’ISIL che, oltre a sventrarsi tra loro, stanno massacrando di attentati anche l’Iraq (una media di 60 ammazzati al giorno, altra tacca da incidere sul fucile di Bush e Obama).
Debole la risposta di Erdogan, vittorioso in elezioni che più fasulle non si può (dove regna la destra le elezioni non si vincono più), ma vacillante per la scoperta delle ruberie di tutto il suo entourage, le misure fasciste, come l’annientamento di magistrati e investigatori indipendenti, la soppressione di twitter (anche per impedire la circolazione dell’intercettazione in cui i suoi capobastone preparano una colossale provocazione in Siria per forzare la mano a Obama) e di Youtube (anche per evitare la diffusione di un chiacchierato video di sue pratiche sessuali). Polverizzati dall’inchiesta di Hersh, i generali turchi hanno sfidato il ridicolo allestendo a Kfar Zeita, nel centro del paese, un altro “attacco chimico di Assad” (due morti, cento feriti). E’ stato cancellato dall’imbarazzo. Poi Erdogan gli ha fatto abbattere un caccia siriano disarmato, auspicando, chissà, il risveglio di Obama dal torpore. Come se tutto dipendesse dal burattino nella Casa Bianca. Obama ha aperto mezzo occhio e ha detto di spedire ai bravi jihadisti qualche missile anticarro “Tow”. A costo di oceani di sangue, la giornata sta volgendo al meglio per la Siria. Ora, però, entra in campo la superpotenza canadese, con il suo premier
Quello che resta in
piedi e dispiega un’ombra nera sui continenti è la determinazione della Cupola,
che si rappresenta nei vessilli e nelle armi Usa, a farla finita con tutti
quelli che non devono entrare nel Parnaso del day after, fosse anche perché impediti da un olocausto nucleare. E,
dunque, a farla finita con la Russia, se non con l’intero blocco asiatico. E
senza rimetterci. Cioè con un first
strike nucleare. Quello dello scudo missilistico a corona intorno alla
Russia. Quello per cui, tra obiettivi secondari, si è sbranata l’Ucraina. E’
che gli sono rimasti troppi cerini tra le mani a Obama. In America Latina, Est
Europa, Medioriente, Iran. E neanche la poderosa Merkel è troppo contenta. E’
anche che, al di là delle fandonie dei sicofanti mediatici dell’euroatlantismo,
che fanno apparire dall’oceano il miraggio di un’America in piena ripresa, lì
siamo all’orlo del default, con il debito più alto del mondo, la disoccupazione
effettiva al 20%, la decostruzione di sanità e istruzione, 50 milioni di
esclusi dalle cure e da un’alimentazione adeguata,1 bambino su 5 denutrito. E
siamo anche a due trilioni di dollari per le guerre fatti spendere ai propri
cittadini e ai subordinati. Molta gente è stufa. Che accenda cerini.
Se questo è un Paese
Voi che vi disinteressate della cosa pubblica
come se vi fosse estranea e alla vita delle persone
meno fortunate che vi circondano
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il telegiornale di regime caldo e visi di mafiosi e piduisti sullo schermo
mentre mangiate insieme ai vostri figli
che educate ad essere indifferenti e servi
Considerate se questo è un Paese
che vive nel fango
che non conosce pace, ma mafia
in cui c'è chi lotta per mezzo pane e chi può evadere centinaia di milioni
di gente che muore per un taglio ai suoi diritti civili, alla sanità, al lavoro, alla casa
nell'indifferenza dell'informazione
Considerate se questo è un Paese
nato dalle morti di Falcone e Borsellino
dalla trattativa Stato mafia
schiavo della P2
Comandato da un vecchio impaurito
delle sue stesse azioni
che ignora la Costituzione
Considerate se questo è un Paese
consegnato da vent'anni a Dell'Utri e a Berlusconi
e ai loro luridi alleati della sinistra
Un Paese che ha eletto come speranza un volgare mentitore
assurto a leader da povero buffone di provincia
Considerate se questa è una donna,
usata per raccogliere voti,
per raccontare menzogne su un trespolo televisivo,
per rinnegare la sua dignità
orpello di partito
vuoti gli occhi e freddo il cuore
come una rana d'inverno.
Meditate che questo AVVIENE ORA e che per i vostri figli non ci sarà speranza
per colpa della vostra ignavia, per aver rinnegato la vostra Patria
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il telegiornale di regime caldo e visi di mafiosi e piduisti sullo schermo
mentre mangiate insieme ai vostri figli
che educate ad essere indifferenti e servi
Considerate se questo è un Paese
che vive nel fango
che non conosce pace, ma mafia
in cui c'è chi lotta per mezzo pane e chi può evadere centinaia di milioni
di gente che muore per un taglio ai suoi diritti civili, alla sanità, al lavoro, alla casa
nell'indifferenza dell'informazione
Considerate se questo è un Paese
nato dalle morti di Falcone e Borsellino
dalla trattativa Stato mafia
schiavo della P2
Comandato da un vecchio impaurito
delle sue stesse azioni
che ignora la Costituzione
Considerate se questo è un Paese
consegnato da vent'anni a Dell'Utri e a Berlusconi
e ai loro luridi alleati della sinistra
Un Paese che ha eletto come speranza un volgare mentitore
assurto a leader da povero buffone di provincia
Considerate se questa è una donna,
usata per raccogliere voti,
per raccontare menzogne su un trespolo televisivo,
per rinnegare la sua dignità
orpello di partito
vuoti gli occhi e freddo il cuore
come una rana d'inverno.
Meditate che questo AVVIENE ORA e che per i vostri figli non ci sarà speranza
per colpa della vostra ignavia, per aver rinnegato la vostra Patria
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Liberamente ispirata alla poesia Se questo
è un uomo di Primo Levi
Per chi conosce il tedesco un interessante intervista ai compagni ucraini.
RispondiEliminahttp://kommunistische-initiative.de/index.php/nachrichten/ukraine/1726-interview-antifaschistischer-stab-fuer-die-ukraine
non riesco a non biasimare la Merkel considerato che viene dalla Germania Est se intendeva fare il bene dei tedeschi è stata ripagata con la stessa moneta come i tanti utili idioti che intrallazzano con l'impero.
RispondiEliminaGrillo ha reso fruibile per tutti la realtà che non tutti percepiscono è innegabile che stiamo assistendo all'allestimento di un campo di concentramento globale compresivi di kapò
I russi che occupano gli edifici governativi dell'Est Ucraina rinnegano l'accordo di Ginevra (dove le popolazione delle regioni orientali non sono peraltro neanche state rappresentate). Servito chi pensa che fossero tutti burattini mossi da Putin.
RispondiEliminarainius ancora non racconta la verità su slavyansk, eppure ci sono anche i video !!
RispondiEliminaqui c'è il militante pravy sector arrestato
http://anna-news.info/node/15293
Un argomanto che può essere secondario, la vicenda Stamina. Quello che noto, a prescindere dalla validità e dall'applicabilità del metodo è che c'è un aizzamento giudiziario e mediatico prima ancora che il comitato scientifico si sia espresso e nonostante una sentenza del Tar di segno opposto. Ho l'impressione che chiunque cerchi una cura alternativa che può mettere in dubbio il sistema cure ufficiali -establishment medico - profitto delle case farmaceutiche debba essere stroncato comunque. Tanto mi riporta alla cura Di Bella di qualche anno fa. Quel medico fu attaccato violentemente da Veronesi, quello che dopo aver parlato per anni di grandi progressi e risultati nella ricerca delle cure per malattie degenerative, si lascia andare adesso ad un pessimismo sulle cure e sulle prospettive della ricerca.
RispondiElimina25 aprile 2014
RispondiEliminaFesta della Liberazione INCOMPIUTA. Questa mattina ascoltando una radio, ho saputo che ai Romani Palestinesi che volevano come ogni anno festeggiare la ricorrenza della Liberazione dal nazifascismo con i Resistenti ed i Loro Discendenti, è stato impedito di aderire al corteo manifestazione da parte dei $ion-piagni-naziziotti, la cosiddetta comunità ebraica [seguaci o followers in facebookkese di una religione come un'altra] supportati dalla solerte poliZia di $tato. Se la sono presa anche con i Compagni di Walter Rossi....
Evviva la Liberazione, la Libertà, la demoNDIOcrazia !!!
I sostenitori inventori del Di Io solo maschio, lo copiaincollarono da Sole l'amministratore unico di Akenaton degli Egizi presso i quali si erano trasferiti per usufruire dei privilegi guadagnati da Giuseppe venduto dai suoi fratelli. Dalla copiatura scaturì la TRIADE Giovè, Di Io, Acquà, in nome dei quali gli u-mani compiono le più inique distruzioni di esseri e beni viventi.
LuciZio, il mio Tao+ [maschile], ha desunto che per essere liberi, occorre per prima cosa liberarsi dalla TRIADE, che pur essendo UNO come dicono i followers, ha tre personalità che competono fra di loro. Freud...non ti fossi fissato col SESSO, saresti stato molto utile.
Una volta affrancatisi dal terzetto solo allora gli u-mani potranno essere Veramente Liberi, in collaborativa partecipazione, senza competizione.
Non mi piace la canzone Bella Ciao, perché il Partigiano prevede menagramamente di morire per essere seppellito sotto un bel fiore. . Preferisco Stalingrado dove si lotta e si vince gli infami. Lo vorrei come inno al posto della marcetta "Sfracelli d'Italia".
Felice 25 aprile 2014.
morgana de moniax
25 aprile 2014
RispondiEliminaFesta della Liberazione INCOMPIUTA. Questa mattina ascoltando una radio, ho saputo che ai Romani Palestinesi che volevano come ogni anno festeggiare la ricorrenza della Liberazione dal nazifascismo con i Resistenti ed i Loro Discendenti, è stato impedito di aderire al corteo manifestazione da parte dei $ion-piagni-naziziotti, la cosiddetta comunità ebraica [seguaci o followers in facebookkese di una religione come un'altra] supportati dalla solerte poliZia di $tato. Se la sono presa anche con i Compagni di Walter Rossi....
Evviva la Liberazione, la Libertà, la demoNDIOcrazia !!!
I sostenitori inventori del Di Io solo maschio, lo copiaincollarono da Sole l'amministratore unico di Akenaton degli Egizi presso i quali si erano trasferiti per usufruire dei privilegi guadagnati da Giuseppe venduto dai suoi fratelli. Dalla copiatura scaturì la TRIADE Giovè, Di Io, Acquà, in nome dei quali gli u-mani compiono le più inique distruzioni di esseri e beni viventi.
LuciZio, il mio Tao+ [maschile], ha desunto che per essere liberi, occorre per prima cosa liberarsi dalla TRIADE, che pur essendo UNO come dicono i followers, ha tre personalità che competono fra di loro. Freud...non ti fossi fissato col SESSO, saresti stato molto utile.
Una volta affrancatisi dal terzetto solo allora gli u-mani potranno essere Veramente Liberi, in collaborativa partecipazione, senza competizione.
Non mi piace la canzone Bella Ciao, perché il Partigiano prevede menagramamente di morire per essere seppellito sotto un bel fiore. . Preferisco Stalingrado dove si lotta e si vince gli infami. Lo vorrei come inno al posto della marcetta "Sfracelli d'Italia".
Felice 25 aprile 2014.
morgana de m oniax
Oggi e' il 25 Aprile. Napolitano esalta I due maro' responsabili dell'omicidio dei due pescatori definendoli "l'orgoglio dell'Italia". Io mi vergogno che un presidente cosi' possa sporcare l'immagine del mio paese.
RispondiEliminaAlla manifestazione I rappresentanti della "brigata ebraica" (mi chiedo che se effettivamente esistesse una brigata di pura razza o religione,) con tanto di bandiera con la stella di David si infiltrano fra I manifestanti per la liberazione della Palestina e cercano di provocare lo scontro. Infine nessuno, dico nessuno, neanche SEL e simili, ricorda che ancora oggi c'e' chi si trova a dover fronteggiare in casa propria fascisti, revanscisti, eredi dichiarati di quei gruppi che fecero uso di massacri e barbarie decennia fa, che cercano, dopo aver preso il potere con la forza (oggi a Kiev, domain chissa') e con alcuni milioni di dollari, di rimuovere a conquista, come una sorta di rivincita, di terre e popoli che con il loro sangue e la loro determinazione diedero un contributo determinante alla lotta contro il nazifascismo. Mai come oggi la ricorrenza ufficiale del 25 aprile mi sembra cosi' ipocritamente lontana dal significato vero. O forse dal significato che l'establishment vorrebbe far credere che abbia.
Renzi, Napolitano, Boldrini e Grasso daranno all'Italia l'indipendenza energetica. A forza di far rivoltare i partigiani nella tomba troveranno lo shale gas.
RispondiEliminaLa canzone Bella Ciao non e' una canzone della resistenza. Era una canzone ispirata al lavoro nelle risaie, che solo dopo diversi anni dalla resistenza e' stata riadattata come testo e passata come inno della resistenza. Proprio in una trasmissione Radio Rai ho ricevuto conferma di questa, I partigiani non la hanno mai cantata! E fra l'altro nel testo modificato parla di"invasore" (e non di fascista, oppressore) con il partigiano destinato alla morte, in nome di una generica liberta'. Secondo, mi si permetta un principio "democratically correct" anche per la stessa resistenza.
RispondiEliminaStasera Lucia Goracci, inviata di Rainews24 in Ucraina, ha toccato uno dei tanti fondi della sua carriera di soubrette della NATO. Commentando gli scontri provocati a Donetsk dai fascisti, da lei chiamati "pacifici dimostranti per l'unità dell'Ucraina" e giustamente randellati dagli esseri umani che da quelle parti sono ancora maggioranza, schiumava di rabbia contro i poliziotti che, anziché massacrare i "filorussi", solidarizzano con loro. Vedere questi personaggi invocare sfracelli a difesa del loro cheeseburger quotidiano forse è segno che le cose non vanno tanto male. Ma comunque non è un bel vedere.
RispondiEliminaMolto interessante. Nelle edizioni successive il servizio della Goracci è stato depurato delle truculente invocazioni alla repressione berciate dalla "giornalista". Forse in redazione c'è ancora qualcuno capace di provare vergogna.
RispondiEliminaLucia Goracci é solo una giornalistucola da poco,che a mio parere ha fatto carriera in RAI chissà come(capisci a me!)
RispondiEliminaVe la ricordate quando inviata del TG3 in libia(da Bengasi)vomitava falsità e bugie sull'operato del legittimo governo Libico del colonnello Gheddafi?
tra le altre amenità,contnuava a denominare i cd"ribelli"cioé i
cd"ratti"Cirenaici"pacifici dimostranti"anti-Gheddafi,nonostante questi ultimi fossero armati fino ai denti,con fucili d'assalto,RPG, mitragliatrici e mortai.
ebbene questo é il livello della equidistanza e competenza giornalistica della Goracci,come anche dei suoi degni compari(come ad es. Ricucci ed anche la Botteri,insieme a molti altri,s'intende!)
a buon intenditor poche parole!
un saluto
Alexfaro
Ma Lucia goracci non e' quella che si faceva fotografare sorridente in un comizio insieme ad un leader dei cd "ribelli" antisiriani risultato essere il boia di alcuni soldati di leva siriani caduti prigionieri? Facciamole girare quelle immagini, se e' vero che spesso ne uccide piu' la penna (e le menzogne) che la spade, e' giusto smascherare questa "giornalista". I telespettatori piu' sensibili capiranno il personaggio...
RispondiEliminacerto che l'italiano è un popolo ben strano,per anni ci si lamenta dei partiti mafiosi e doppiogiochisti ed ora che abbiamo un movimento,pieno si di difetti,ma che non oscurano la virtu principale che è una visione "dal basso" della politica e la coerenza con cui porta avanti le nostre ,di noi cittadini,istanze ecco che l'italiano ripiomba,a conferma della sua natura fascista, nell'errore storico di aprire la porta al primo demagogo, gia a suo tempo riconosciuto tale, che passa per la strada,quel tale salvini che si è fatto garantire la tav elettorale dal fighetto senza cuore(nel senso di partita)
RispondiEliminasugli incidenti di donetsk c'è anche da dire che mentre la gracci berciava mostrando le immagini dei feriti, si poteva notare come questi ultimi avessero gli stemmi del donbass sugli abiti, e nei servizi mostrati poi sugli altri tg si notavano i "pacifici attivisti pro governo" che andavano in giro con le mazze !!!
RispondiEliminabravo Grimaldi, condivido integralmente!
RispondiEliminae mentre i nostri piccoli goebbels ci urlano delle fantomatiche "armi chimiche usate dal regime contro i civili", eccovi un video dei ratti con dei soldati siriani in tutta evidenza uccisi da armi chimiche (non ci sono tracce di ferite e di sangue !!)
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/watch?v=U4XOsFDCJpo&feature=youtu.be
Ottimo Mauro Murta e ottimi tutti quelli che hanno inviato i loro messaggi sul trattamento che i nostri cosiddetti inviati riservano alla verità dei fatti. Difficile, se non impossibile trovare oggi un'informazione valida, da parte italiana (e mainstream, per giunta) sulla questione russo-ucraina (per la Siria non c'è più speranza..). La Goracci!! Pessima, davvero. Ha iniziato con i servizi sui poveri soldati ucraini in Crimea, vittime di una fantomatica invasione russa (i russi, da notare, sempre "lombrosianamente" rappresentati come anziani militari dallo sguardo torvo e freddo, residuati dell'NKVD probabilmente, in contrasto con i giovani soldatini ucraini (gli stessi che, tra l'altro eroicamente la settimana scorsa si sono fermati di fronte al popolo di Kramatorsk decidendo di affiggere i vessilli della Repubblica di Donetsk sui blindati inviati a spazzare via chi di esser "risanato" non ha tanto il desiderio..Ma questi non ci stanno più simpatici, vero, Lucia? Ah! Tra l'altro, vi siete goduti il servizio di qualche giorno fa che ha fatto nel campo di addestramento dei fascisti di PraviSektor? DA MANUALE!!). Bisogna stare attenti di questi tempi, il fronte della dis-informazione si sta compattando..a questo va opposto un osservatorio permanente di persone come voi, come noi (come già validissimamente Fulvio ci insegna in relazione ai pacifinti-manifestaroli e non solo (da parte mia, ahimè, devo aggiungere, ultimamente anche talune pagine de il Fatto..)).
RispondiEliminaBuon 1 Maggio, a tutti, a voi e ai combattenti sulle barricate laggiù nel Donbass..
Federico