Amici, è lunga. Ma leggetelo un po' per volta. Tanto per qualche giorno non mi rifaccio vivo.
Quando persone che si
trovano onestamente in errore imparano la verità, o cessano di essere in
errore, o cessando di essere onesti. (Anonimo)
Un tempo non era
permesso a nessuno di pensare liberamente. Ora sarebbe permesso., ma nessuno ne
è più capace. Ora la gente vuole pensare ciò che si suppone debba pensare. E questo
lo considera libertà”. (Oswald Spengler, “Il tramonto dell’Occidente”)
Con tutto il gran casino che sta succedendo da varie parti è
difficile, dopo una settimana di esternalità nella tranquilla e, per alcuni a
ragione, per altri strumentalmente, vituperata Ungheria, scegliere l’argomento.
C’è la Turchia del despota integralista fuori di testa, Erdogan, che continua a
deflagrare, mettendo in subbuglio altro che la tenuta del caposaldo Nato,
l’intero assetto del terrorismo jihadista.euroatlantico nella regione. C’è
soprattutto l’Ucraina dove, a dispetto del genocidio dell’altro fronte
terrorista, stavolta nazista-euroatlantico, il complotto imperialista rischia
di frantumarsi contro la stupefacente resistenza dei patrioti russi e, di più, contro
la strepitosa mossa russo-cinese della creazione del blocco geopolitico,
economico, militare euroasiatico, insieme a Kazakistan, Bielorussia, Iran e
Armenia, sostenuto dalla simpatia dei BRICS e dell’intero “terzo mondo”. C’è,
in Tailandia, la presa del potere dell’esercito, nel nome della resistenza
popolare di piazza all’arbitrio della corrotta cosca predatrice dei Shinawatra, intima di
Washington Naturalmente, il “manifesto” valuta il la vicenda come Obama, “golpe militare”
contro i difensori della democrazia. “Sono militari!”. Già, Come quelli che
tentarono di rovesciare Hitler nel 1944.
C’è l’Africa, della massiccia offensiva colonialista
franco-israelo-statunitense nel Sahel e in tanti altri paesi, della Libia in cui con un golpe militare della Cia,
l’Occidente cerca di strappare il disgraziato paese ai mercenari jihadisti,
prima allevati e scagliati contro il più prospero e giusto paese del Continente
e ora sfuggiti al controllo. E c’è l’esaltante vittoria della Siria di Assad
che, riconquistata la maggior parte del paese, va ora alla riconferma
elettorale della sua sovranità e indipendenza, sotto il governo di un amato e
stimato presidente. Un po’ per volta ne parleremo. Ma ora mi preme scrivere
qualcosa sull’Italia uscita dalla farsa delle elezioni europee.
Brogli? Sì, comunque
brogli.
Gli exit poll diffusi dagli affidabilissimi ambienti
finanziari britannici e secretati in Italia davano il M5S al 29,9%, il PD al
28,8% e tutti gli altri a livelli più o meno pari ai risultati finali. Brogli?
Certamente! Se li pratica al massimo livello lo stregone, vuoi che non lo
facciano gli apprendisti? Entrambe le elezioni di Bush sono state dimostrate
falsate dai brogli che hanno impedito la vittoria di Al Gore, prima, e poi di
John Kerry. Brogli verificatisi nei vari passaggi, dal processo manipolato
delle circoscrizioni elettorali, all’iscrizione nelle liste elettorali
ostacolata per le minoranze ritenute di
opposizione, fino alla trasmissione telematica dei voti affidata a ditte
private legate al potere. Dove il potere e il controllo del voto sono nelle
mani degli emissari del Nuovo Ordine Mondiale, nessuna alternativa reale vince
più. Vedi Iraq, Afghanistan, Ucraina, Honduras, Paraguay.
Anche da noi la trasmissione dei dati è gestita da una ditta
privata con parola finale detta nientemeno che da un gestore del Viminale come
Alfano, la cui sopravvivenza politica dipende da un sopracciglio di Renzi. E,
per quanto possano essere approssimative e facilone le divinazioni dei
sondaggisti, una differenza di tre, quattro punti tra PD e Cinque Stelle,
prevista dai sondaggi e confermata dai primi exit poll, e quella finale di ben
20 punti, mi sembra lasci adito a dubbi non del tutto arbitrari. Ricordiamoci
che non erano infondate le contestazioni dei risultati dello scontro PCI-DC del
1948, nei quali la manina dei servizi Usa è risultata comprovata. E, visto che
Renzi con l’Italicum è stato capace di andare oltre al Mussolini delle legge
Acerbo (altro che “Grillo oltre Hitler”), ricordiamoci anche di Giacomo
Matteotti dal duce fatto assassinare per averne denunciato la frode elettorale.
In tempi più recenti ci fu la documentatissima denuncia di Enrico Deaglio sui
brogli del 2006 (che poi, coerentemente con il suo personaggio, rimise la coda
tra le gambe), che videro ridursi al lumicino un vantaggio di Prodi previsto
sugli 8-10 punti fino al giorno prima. Hanno buone ragioni in Venezuela se
affiancano al voto e allo spoglio elettronico quello cartaceo, controllo
incrociato inconfutabile schifato dalle democrazie occidentali (vedi in
proposito il post “Broglio si, broglio no: la terra dei cachi”, sul blog di
Grillo).
Che questo sia vero o falso, resta da constatare come la
cosiddetta disfatta del M5S e il cosiddetto trionfo di Renzi siano da
verificare alla luce dei dati reali e alle circostanze nelle quali sono
avvenuti. Quando il gerarca Napolitano,
schieratissimo nella campagna elettorale e ancora una volta, a ennesimo golpe
attuato, spudorato partigiano dei fantocci indigeni della Cupola e dei loro
misfatti anticostituzionali programmati (dichiarazioni in occasione dell’oscena
fregola militarista espettorata nella parata del 2 giugno), esulta per la
“sconfitta dei populismi”, la cosa vanta lo stesso fondamento del “non sentito
nessun boom”, all’indomani del primo successo elettorale di Grillo.
E non ci sarebbe neppure bisogno della materialità di un
voto manipolato sulle schede. Manipolata è ormai ogni elezione che si svolga
nel le democrazie occidentali e nei domini ad esse obbedienti. Gli strumenti
sono infiniti, visibili e invisibili. Corruzione psicologica delle masse
attraverso il terrorismo mediatico generalizzato che demonizza i protagonisti
dell’opposizione con la stessa tecnica applicata ai governanti dei paesi fuori
controllo (tutti “Hitler” e “fascisti”); occultamento e deformazione delle loro
parole e azioni (vedi l’oscuramento dell’attività parlamentare dei Cinque
Stelle e l’utilizzo degli utili idioti dissidenti); un paese frazionato in
settori di voti di scambio governati dal malaffare legale e illegale, organico
alla classe dirigente (sanciti dalla legge votata dal Partito Unico e
combattuti dai Cinque Stelle); “sinistre” tatticamente disomogenee e
strategicamente omogenee; fino alla messa in campo di liste di disturbo.
Una lista di disturbo:
Tsipras-Bilderberg
Partiamo da queste ultime. Nella lista di Tsipras “per
un’altra Europa” (che riecheggia l’infelice e inane “altro mondo possibile” dei
fasulloni di Porto Alegre) c’erano persone dalla storia personale ineccepibile,
che conosco e stimo profondamente, accanto alla solita conventicola di teste
d’uovo sterilizzate nell’empireo delle cose assennate e perbene e, peggio,
insieme ad autentici infiltrati del nemico di classe e imperiale. A partire da
promotori come Barbara Spinelli, figlia del fondatore Altiero, massone
bilderberghiano e uomo di fiducia dell’Agnelli trilaterale, compagna del
bilderberghiano boia sociale Padoa Schioppa e massone bilderberghiana lei
stessa; dal cultore dell’eccezionalità ebraico-israeliana Ovadia, sostenuto da
una massiccia quota di lobby ebraica, da esimi editorialisti dell’editore
sionista-renziano De Benedetti, da residuali no global rintanati nell’Arci e in
Sbilanciamoci.. Per finire, molto in basso, con SeL, dello sghignazzante compare
dei Riva e Marcegaglia, che la sua base aveva strappato a fatica dalla corsa
alle più sicure poltrone del largointesista europeo Schultz. Della Spinelli c’è
poi da ammirare la saldezza morale quando, da capolista finta per promuovere a
Bruxelles un candidato vero, si è rimangiata la parola e ha deciso di andarci
lei. Una Bilderberghiana, pur reclamandosi anti-casta, rinnegherebbe se stessa
se rinunciasse a 11.700 euro al mese (i tedeschi ne prendono 7.700, i
portoghesi 3.200).
In coloro che hanno pensato di poter contaminare una tale
genìa con la propria saldezza ideologica, si sono mescolate buone intenzioni e
una fenomenale capacità di illudersi. Qualità che si ritrovano in tutti gli
agnelli che si accompagnano ai lupi. Berlinguer, anticipatore delle larghe
intese, lo avrebbe dovuto capire quando la Cupola gli tolse da sottobraccio il
fratello-compagno Aldo Moro. Davanti a un tale sbandamento, non c’è neanche da
infierire sull’ingenuità di questi ottimi compagni quando pensavano di poter
portare la propria carica antagonista in un’Unione Europea fondata, cresciuta e
consolidata nel segno amerikano della mattanza capitalista, della “democrazia”
totalitaria di classe e del subimperialismo straccione. Unione Europea che gli
scaltri capataz della lista descrivevano
come emendabile con quattro cerotti, senza dover ricorrere agli scossoni di
“populisti” che avrebbero comportato la cancellazione del “pranzo di gala”.
Senza il loro concorso la lista sarebbe rimasta al poco più del 2% dei fratelli
siamesi di “Rivoluzione Civile” e i pentastellati avrebbero preso almeno 2
punti in più.
Quello che non capiscono, le sinistre lo chiamano
“fascismo”. Dimentichi della raccomandazione di Lenin che tocca stare dove
stanno le masse quando si oppongono al potere, i sinistri e il “manifesto” si sono scagliati a corpo
morto contro chi, conquistando un
italiano su quattro, aveva fatto sua un’antagonismo che da anni loro avevano
seppellito nel consociativismo delle guerre, dei diritti umani degli altri,
della democrazia, del femminismo spurio, della deprecazione dell’omofobia e
delle vesti stracciate sui migranti. Tutti temi agevolmente incorporati da un
cannibalismo neoliberista che, andando al sodo, cuoceva nello stesso pentolone
i diritti umani dei propri sudditi e quelli dell’universo mondo, democrazie e
altre forme di società, donne, uomini e bambini, etero e omo, migranti e
stanziali.
Esce la “sinistra”,
entrano le Cinque Stelle
Alla base di quella virulenza anti-Grillo (la
personalizzazione demonizzante del nemico va di pari passo con la personalizzazione
idolatrica dei propri guru) al confronto della quale le critiche a Renzi e al
PD (“C’è un’autentica sinistra nel PD”, Barbara Spinelli) erano buffetti, c’è
la paura della morte. In altre parole, l’essere stati storicamente resi
obsoleti da un M5S, che ne ha occupato gli spazi traditi e abbandonati. Già
perché credo poco alle varie spiegazioni che si sono volute dare, da fuori e da
dentro, dell’arretramento del movimento. Vero che Grillo avrebbe potuto
risparmiarsi battute che, magari appropriate, offrivano agli energumeni della
manipolazione politica e mediatica l’opportunità per trasferire all’elettore
boccalone, compatibile con l’esistente, la propria paura del nuovo che avanza
sul serio. Vero che in questa campagna, troppo vicina a quella del 2013 per far
fruttare ripetizioni, sarebbe stato meglio vedere più gli straordinari
parlamentari Cinque Stelle e un po’ meno
il Grillo già visto e collaudato. Un Grillo, a mio avviso, più efficace
nell’ironia, nel sarcasmo e nella proposta, quelli dei suoi ineguagliati
spettacoli, che non nell’invettiva. Un Grillo che non avrebbe dovuto mettere a
rischio la sua affidabilità con l’ossessivo slogan “vinciamo noi”.
Incredibile ho trovato la rampogna alla performance dei
parlamentari nelle trasmissioni televisive. Rispetto ai vaniloqui, alle
intemperanze, alla goffaggine retorica, alla fuffa ignorante, incolta e
incompetente dei loro antagonisti, i Cinque Stelle apparivano altrettanti
Calamandrei e Cicerone. Ma vogliamo mettere? Qui Di Maio, Taverna, Morra, Di Battista
e là Picierno, Bonafè, Boschi, Madia,
una riedizione al femminoso del quadrumvirato di Italo Balbo e compagnia, e le
assolutamente equipollenti vestali renzusconiane della destra che si ammette
tale. Qui uno Tsipras spinellizzato, l’ombra di quello che ha alle spalle anni
di insurrezione contro la Troika, che dalla bilderberghiana Gruber, benevola
con lui quanto velenosa con i “grillini”, risana con tisane l’Unione Europea,
là Grillo da Mentana che rade al suolo il mattatoio.
Perché, dunque, un movimento che pareva inarrestabile ha
registrato una perdita secca del 5%? Dell’uragano di odio e calunnie scatenato
dalla casta e dai suoi house organ
s’è detto.
Del disorientamento e depistaggio provocato dalla lista Tsipras
pure. Altri hanno enfatizzato, non senza ragione, la berlusconizzazione di
buona parte degli intelletti che, all’impatto con la roccia, preferiscono farsi risollevare da
mirabolanti prospettive di guarigione e benessere perpetuo, piuttosto che
rischiare di graffiarsi per rimuovere il macigno. Dopotutto siamo quelli che da
2000 anni portano in letizia le manette psicofisiche messegli da Costantino.
Tra le ciliegine su questa torta da arsenico e vecchi merletti ci sta pure un
Renzi che sugli ultimi tornanti del giro ha frodato la corsa mettendosi addosso
una maglia rosa uguale a quella del corridore migliore. Su lotta ai privilegi
di casta, sull’indecenza degli stipendi d’oro, su Bruxelles da mettere
sull’attenti, sull’Italia da restituire al patriottismo e alla sovranità, tutta
roba da sempre di Grillo, ha puntato la stecca e ha fatto carambola.
E quelli che credono ai miracoli, a Vanna Marchi e a Padre
Pio – guardate nelle case dell’italiano medio -, anche perché di fatti in cui
credere i regnanti non gliene hanno lasciato punti, sono andati a votare a
bocca aperta. Dimentichi d’acchito del Renzi allevato dalla più micidiale delle
caste, capo di parlamentari che non rinunciano a un centesimo dei loro stipendi
d’oro, fiduciario di banchieri e tecnocrati ai quali finora non ha fatto che
lustrare le scarpe. Comunque, a votarlo sono stati pochini, alla faccia del
golpista che blatera di “italiani che hanno espresso la loro fiducia”: il 40%
del 60% che ha votato sono qualcosa come 14 milioni su 50. Sbaglio? Una neanche
cospicua minoranza degli “italiani”. Bastano per la dittatura in corso d’opera?
Per me, se i Cinque Stelle sono scesi dal 25 virgola
qualcosa al 21 virgola qualcosa, è un po’ perché alle europee si va sempre a
votare in meno, un po’ per le ragioni elencate, ma, in primissima linea (ed è
qui la fonte del furibondo livore delle destre onnicomprensive, comunque si
qualifichino) perché l’azione dei parlamentari in questi mesi ha tolto di mezzo
ogni equivoco e ha chiarito che il M5S è un movimento di sinistra, l’unico. E
quelli che, o per carriere o equivocando, di sinistra vera non sono, se ne sono
tornati sotto l’ombrello loro. Capisco che Grillo abbia in uggia la distinzione
“destra” - “sinistra” e chi finge di perpetuarla, alla luce delle malformazioni
che si qualificano tali nel nostro paese.
Ma se vogliamo restare all’accezione scientifica della qualifica,
non c’è cosa che i parlamentari pentastellati abbiano fatto alla Camera e al
Senato che non si debba definire di sinistra. Dalla politica internazionale,
fondata su antimilitarismo e antimperialismo e sulla sovranità da strappare ai
nominati tagliateste di Bruxelles, alla battaglia contro una classe dirigente
incistata con le banche e con i predatori finanziari, all’illustrazione della
palude di scandali, malversazioni, corruzione e ruberie in cui nuota e si
riproduce la classe dirigente, dall’intreccio Stato-mafia come esplicitato nel
voto di scambio consacrato dal Partito Unico, alla lotta contro devastazione
ambientale e saccheggio sociale delle Grandi Ruberie dette Grandi Opere, tipo TAV
e MUOS, alla rivolta contro una corruzione ontologica della politica come
simboleggiata dal sostegno al carcinoma del gioco d’azzardo, al reddito di
cittadinanza per l’oceano di vittime del mattatoio capitalista, a, a, a….Insomma,
nel voto del 25 maggio si sono persi coloro che si sono accorti che il M5S è
l’opposizione giovane (la maggioranza dei 18-25 anni è suo), l’opposizione
popolare, quella delle vittime dell’UE, dell’imperialismo, del neoliberismo,
dei disoccupati e precari, della pace, dello Stato-mafia, del massacro sociale,
economico, culturale. E’ da qui che si potrà crescere coerenti, solidali,
uniti, antagonisti.
Il moloch Farage,
verdi santi subito e questione migranti
Il napalm a tappeto su Grillo e i suoi è tornato a
scatenarsi alla notizia che il leader aveva cenato con il reietto britannico Nigel
Farage, sentina di tutte le turpitudini, cena reiteratamente trasformata dalla
bilderberghiana Gruber in “matrimonio”. Il vignettista Vauro, ultimo giapponese
trinariciuto, ha dato fondo alla sua ottusa volgarità. Perfino Travaglio,
solitamente obiettivo se non simpatizzante, si è fatto maestrino della penna
rossa, stavolta verde, e ha tirato dei grossi freghi sul tema dei ragazzini
pentastellati.. Qualcuno ragionevole, altri dettati da personali idiosincrasie.
La descrizione di Farage va presa come quella che ci rifilano della Corea del
Nord. Insieme a molti, perfino tra i seguaci
dei Cinque Stelle, Travaglio ha implorato Grillo di volgersi verso i Verdi, in
Italia chiamati patriotticamente “Green”.
E questa è davvero un invito degno di Taffazzi. E’ da sempre, dai padri nobili
della lobby Cohn Bendit e Joschka Fischer e, da noi, Ferrante e Della Seta,
successori di purosangue dell’ecologia come il soft PD Realacci, il nuclearista
Chicco Testa, o Pecoraro Scanio, indagato per reati come quelli che hanno
sventrato i consigli regionali di tutta Italia, che questa gramigna ingiallita
fa da commensale sotto la tavola degli antropofagi neoliberisti euroatlantici.
Purchè là fuori spunti una pala eolica tra le banche (e io le pale eoliche le
mettereì ovunque, ma preferibilmente sulle macerie delle banche).
Sincronizzando i suoi strepiti per democrazia e diritti umani e i suoi anatemi contro dittatori e burka,
con lo schianto dei missili Nato su case, ospedali, scuole e famiglie in Iraq,
Afghanistan, Libia, Siria, Ucraina, ovunque.
Al reprobo Farage si imputa di ogni: razzismo, xenofobia,
omofobia, follia, misoginia, autoritarismo, nazionalismo. Come sempre, in
concerto bi- e tri-partisan. Sarà. Poi tutti questi Torquemada al servizio del
nuovo pontefice massimo hanno smarrito nel cestino gli appunti in cui lo
sciagurato aveva cacciato su due piedi esponenti del partito che avevano
pronunciato frasi razziste, xenofobe, omofobe, misogine, aveva nominato degli
esotici extracomunitari a capo dei dipartimenti che li riguardano, o aveva
imprecato contro l’imperialismo Usa e le sue guerre. Certo, se si guarda all’ideologia
politica, lo “spiritoso” capo di “Ubik” sta ai Cinque Stelle come Friedman sta a
Gramsci. Ma la stessa cosa vale per i Verdi, che però vantano il plusvalore
decisivo: le belle canzoni di guerra. Cosa che deve aver incantato anche chi
non si fa scrupolo di confluire nel GUE, la vera eurosinistra, nel quale uno
dei suoi esponenti più illustri è quel Melenchon che, pure, ha fiatato consenso
alle bisbocce belliche di Hollande. Il sistema ha riacceso il ventilatore
utilizzato dal giorno della prima epifania del M5S e i suoi antagonisti
radicali hanno ripreso a caricarlo di fango.
Migrazioni, una
strategia imperialista?
Io direi, calma e gesso. O fare i manichini sugli scranni e
non contare una cippa nell’europarlamento, o aggregarsi, in piena libertà e
autonomia di posizione e azione, con chi differisce da te su molti piani, ma,
intanto, condivide due discriminanti assolute: no guerra, no UE. Poi si vedrà.
Potremo sempre mettere qualche pizzino nel ventilatore. Particolare attenzione
deve venire riservata al discorso di Farage sui migranti. Che lui non vuole. E
qui, prima di continuare, vorrei farmi scudo di una vita impegnata nel lotta
contro l’etnocentrismo, l’eurocentrismo e ogni razzismo culturale, tutti fucine
di migrazioni. Atteggiamenti invece frequentemente praticati da chi sugli
arrivi, gli annegamenti, le detenzioni, i trattamenti dei migranti spende il
massimo della sua indignazione, comprensione, compassione E giustamente inveisce contro i responsabili
di questo genocidio a bassa intensità. Ma non contro tutti.
Si lamenta che si tratta di fuggiaschi da fame, miseria,
dittature, corruttifici, violazioni dei diritti umani, disastri climatici.
Qualche temerario aggiunge “guerre”. Punto. Avete presente la perizia di uno
che si trova la casa allegata e si affanna a svuotare secchi e strusciare
stracci, mentre al piano di sopra dal rubinetto aperto si precipitano cascate
lungo le scale? Da quanti anni arrivano da noi migranti? E da dove? Da paesi
ridotti all’agonia e oltre. Albanesi, poi balcanici, poi nordafricani,
centroafricani, est-europei, cingalesi, somali, iracheni, sudanesi, saheliani,
libici, ultimamente in massa siriani ed eritrei. Trovatemi uno di questi popoli
su cui non si siano abbattuti il mercato, la finanzeconomia, le multinazionali,
o i destabilizzatori colorati occidentali, la catastrofe climatica prodotta
dall’Occidente, le mafie occidentali e soprattutto, a volte tutto insieme, le
guerre occidentali. Scappano dalla dittatura e dall’obbligo militare a vita in
Eritrea? Io che ci sono stato vi giuro che sarebbero rimasti felici sotto
quella “dittatura”, se solo contro questa nazione indipendente l’Occidente non
avesse scatenato aggressioni militari (il vassallo etiope) e sabotaggio
economico. Aggressioni che impongono agli eritrei un servizio militare di 3
anni, con richiami fino ai 50. Esattamente come succede in Israele, che però è
quello che aggredisce.
Se a questo Occidente si vuol dare un volto, spuntano in
primo piano quelli dei primattori nel teatro dei burattini: Bush, Clinton, Obama,
Sharon, Olmert, Netaniahu. Dietro si intravvedono comprimari, reggicoda europei di varie generazioni. Il
dato oggettivo del fenomeno migrazione i capitalisti italiani ci insegnano
essere l’abbattimento dei diritti, delle tutele e dei salari degli autoctoni
come degli alloctoni. La marcia verso il ripristino dello schiavismo, fattore che ha sostenuto lo sviluppo del
capitalismo e che ora ne deve rallentare il declino, ne viene accelerata.
Volete che sia una casualità? E allora volete che sia una casualità, oppure una
strategia, quella volta a sbriciolare l’Europa, a partire dalle sue marche
deboli?
E chi mai potrebbe perseguire una simile strategia? Forse
quelli che ci fanno dissanguare per le loro guerre? Forse quelli che ci hanno
imposto un’economia a strozzo? Quelli che, con l’11 settembre e seguenti, ci
hanno lanciato contro i mulini a vento del terrorismo perché ci distraessimo
dalle carovane dirette alle mense dei poveri? O quelli che hanno indotto
l’Europa ad amputarsi l’arto balcanico e che ora, con il TTIP (Trattato di
libero scambio euro atlantico), fanno di noi il pinocchietto che abbaia alla
catena come il cane Melampo? Fanno degli interessi di Goldman Sachs le leggi
del nostro parlamento (e Renzi si è portato avanti col lavoro con lo “Sblocca Italia”
che spazza via le sovrintendenze artistiche davanti alla marcia di
saccheggiatori amministrativi e imprenditoriali? Con tanto di auspicati
investitori stranieri)?
Si può sfuggire alla constatazione che radere al suolo paesi
e far scappare verso l’Europa milionate di disperati disposti a tutto (“10 milioni di migranti sono la salvezza
dell’Europa”, Barbara Spinelli) possa essere una lucida strategia Usa, che
così acchiappa i classici due piccioni con una fava? Elimina dalla scena
mondiale gli Stati che rompono i fili della vedova nera imperialista e scompone
l’organismo concorrente europeo. Europa, potenziale rivale euroasiatico, una
volta che euroscettici e “nazionalisti”,
cioè recuperatori di sovranità e costituzioni, avranno eliminato dalla scena
sadomaso di Bruxelles i sottogolpisti dei megagolpisti Usraeliani. Rispetto
alla grossolanità delle rivoluzioni colorate impiegate col popolino, la
migrazione si presenta come il piano B, quello per i più sofisticati. Con masse
di migranti arrivano la già detta destrutturazione della condizione operaia,
l’emergere di frammentazioni e contrapposizioni etniche, confessionali,
culturali, nocive alla coesione sociale, oneri finanziari e di strutture
insostenibili nel quadro del piano di trasferimento di ricchezza dal basso all’alto.
Non penserà forse a questo Matteo Salvini, a cui bastano i
foruncoli che gli provoca la vista di una pelle dal colore diverso. Ma forse è
a questo che pensa Farage e che hanno capito i Cinque Stelle. Ma ci pensano
anche, per altri versi, i radicalsinistri che, piangendo sul destino (solo
finale) dei rifugiati, intravvedono tra le lacrime la sfocata visione di un
settore sociale dal quale trarre nuova linfa di sopravvivenza politica, visto
che la mitica classe operaia, ma anche milioni di altri bisognosi, si sono
aggrappati alla sponda opposta. Si illumina d’immenso tra costoro un guru
progressista di lunga lena. Furio Colombo, già Fiat, già Stampa, già L’Unità,
già Bilderberg anche lui, ora “Il Fatto Quotidiano”. E’ lui che dà il la,
quando rinserra nella sua compassione i migranti e la loro disperazione e la
relativa violazione dei diritti umani. Del tutto ignorati, questi ultimi, negli
incensi che turibola verso le democrazie-modello di Tel Aviv e Washington. Sta
fianco a fianco con il correligionario Dario Fo, che si rabbuia davanti
all’idea Farage, ma la cui credibilità s’è un po’ appannata grazie alle sue
raffiche di peana per Francesco santo subito, il volpone in Vaticano. Domanda
da un fantastilione: perché nessuno di questi
si chiede mai chi ha aperto il rubinetto e non si muove per chiuderlo??? Se
lo sono chiesto, da soli, i ragazzi e cittadini che si battono contro il MUOS a Niscemi. Quel tumore innestato
nella pancia della Sicilia, che è la plancia di comando di chi apre rubinetti.
Lo Stato canaglia:
servo encomio, codardo oltraggio
O meglio, questa classe dirigente canaglia, criminale,
bugiarda, infingarda, ladra, assassina. Una classe dirigente di imbonitori, biscazzieri,
falsari, parassiti, presstituti. Un
capo-clown ispirato dalla serie horror di “SAW”. L’espressione più becera del
populismo, manifestazione estrema dell’antipolitica. Italia giunta all’apice
del degrado umano, morale, culturale, giuridico, con il bullo di sapone manovrato
dal ventriloquo a sua volta nominato dalla feccia mafio-finanziaria occidentale
che sta uccidendo la nostra e altre specie. E’ stata una ininterrotta discesa
agli inferi, dall’infamia di un De Gasperi che contrattò 3milioni di tonnellate
di carbone belga contro 50mila minatori da scuoiare. Operai che l’Europa
nascente di Spinelli e Rossi votava a un razzismo e a uno sfruttamento più
spietati di quanto oggi si possa fare all’ultimo raccoglitore senegalese di
pomodori. Marcinelle e altre miniere belghe, dal 1952 al 1956: 600 morti
italiani. Di quanti chili di carbone era il prezzo dato da De Gasperi a un
minatore italiano? Di quanti suicidati, di quante famiglie distrutte, è il
prezzo fatto pagare dal ministro Fornero alla classe lavoratrice italiana? Quante
stragi di innocenti, comandate dal mammona di Wall Street, hanno insanguinato
le mani di ogni nostro capo dello Stato, presidente del consiglio, ministro,
parlamento che vota sì, dal 1991 della guerra all’Iraq, alle successive
apocalissi rovesciate su Serbia, Afghanistan, di nuovo Iraq, Libia, Siria,
Ucraina, Africa?
Basta una settimana di operatività renziana per mostrarci di
quanto il solco tracciato da questi predecessori venga difeso e ancora scavato
da questo vegliardo imbellettato da giovane. Non c’è che da scegliere, ‘ndo
cojo, cojo. Il pitocco mercenario Nato,
ministro dell’Offesa, promette nostri lanzichenecchi all’Ucraina e alla
Repubblica Centroafricana. La bellezza è il mezzo ed è anche il messaggio. E’
alla luce di questo paradigma, valido e onorato per il bene collettivo nel
corso di millenni di affanni e creatività, che il ministro della Pubblica
Distruzione, Giannini, opta per la cancellazione della storia dell’arte,
successiva a quella della geografia e simultanea a quella della filosofia. Con
la paghetta di 80 euro al ceto fornitore di plausi, coperti dai 150 milioni rapinati d’imperio
alla Rai, servizio pur tuttavia pubblico e semmai da raddrizzare, restituisce
briciole a quanto sottrae con la Tasi e altre gabelle e conferma la “profonda sintonia” con il padrone delle
reti Mediaset. La Rai, poi, si rifaccia privatizzando e vendendo, costretta e
quindi a saldo, RaiWay, la rete dei trasmettitori, magari al solito venerato
investitore di fuori. Che figata: il più cruciale sistema nazionale di
trasmissione di comunicazioni in mano a una multinazionale straniera, magari amica
dell’ NSA o della Cia. E guai a scioperare: siamo al modello Mubaraq o Morsi.
Il giustiziere tira ancora il cappio facendo rivalutare il catasto, perché la
mia stamberga da 80 mq possa pagare di più della garconniere stile Luigi 15 da
60mq di Briatore. Affitta e fa affittare ai VIP della malavita legale i nostri
più pregiati e vulnerabili beni culturali. Rimpingua la borsa di banchieri e
loro colleghi biscazzieri che così praticano il gioco d’azzardo. Quello
italiano è il più diffuso del mondo, e
con esso le ludopatie.
Il raccapricciante decreto “Sblocca Italia”, nell’era dei “capitani
coraggiosi” e i “furboni del quartierone” di Renzi, non si limita a mettere
dietro la lavagna le sovrintendenze che s’impicciano di sopraelevazioni sul
Campidoglio. Spara steroidi nei cantieri delle Grandi Opere, decine di miliardi
grazie a nuove distruzioni del suolo, dal Tav alle nuove autostrade, per un
ulteriore miglioramento dell’ambiente e i fasti di un Marchionne che da 10 anni
non ha prodotto una vettura decente e, dunque, ha espresso una passione
sfrenata per il bullo di sapone. I petardi nucleari bipartisan Expo e Mose esplodono e
inceneriscono un bel pezzo del connubio politici-imprese-n’drangheta, dando al
contempo all’estero un’esaltante immagine dell’Italia renzista, correggendo
quella pessima offerta dai “terroristi”
che popolano la Valsusa. Negli 8 mesi di Renzi disoccupazione giovanile dal 42
al 46%, il 50% è a portata di mano, il 61% nel Sud già raggiunto e tra gli
occupati si innestano i milioni chi hanno fatto un mese di cococo, siamo sul
filo di lana con la Grecia. Marchionne e la Borsa prosperano. Non c’è esponente
di regime che non ululi ogni due per tre “Lavoro!” e a ogni urlo altri 10mila
vengono sbattuti in strada. E’ il “Jobs Act”, cretino. Il piantone della
caserma Usa si fa ordinare F-35 per 14 miliardi , ma spende un pugno di milioni
per piantare aiuole davanti a 24mila scuole
che cadono in testa agli scolari.
Nessuno, in 60 anni, è riuscito a fare peggio. Riforma del
Senato, via chi aveva esercitato un controllo che ha rimediato alle nefandezze
della Camera. Via le province ed evirati
tutti gli enti intermedi che, bene o male, trasmettevano verso l’alto istanze
di base (e qui non sono d’accordo con Grillo). Italicum da far morire d’invidia
Mussolini, Licio Gelli, il generale de Lorenzo, Scelba e Tambroni. Riforma
della giustizia che metta la mordacchia alla magistratura e ponga tanti
Torquemada alla Caselli al posto dei Davigo, Colombo, Di Pietro, Borelli, De
Matteo. Vietti del CSM, illustre berlusconide, ha già pronta la sostituzione
del procuratore capo Messineo, inaudito provocatore che ha sostenuto il
processo alla combine mafia-Stato nelle stragi del ’92-’93.
A tutto questo e a un’Europa
fin dalle origini tonnara del welfare, della democrazia, presidio dell’1% al
servizio dell’1% statunitense, chi si oppone con parole e opere? Quelli che
cenano con Farage? Pazienza. Staremo a vedere e interverremo. C’è qualcuno in casa, oltre ai Cinque Stelle? A
San Giovanni, Casaleggio, vestito da Christopher Lee, ha fatto inneggiare a
Berlinguer.Troppo modesti, i Cinque Stelle sono meglio. Oggi le cose, di riffa
e di raffa, stanno così: o le stelle, o il buio.
OT
RispondiEliminasolo oggi ho potuto vedere questo
http://voxnews.info/2014/06/02/strage-degli-innocenti-in-ucraina-orientale-video-shock/
e ovviamente sui nostri media silenzio più totale !
cosa staranno invece pensando tutte le altre popolazioni che vengono correttamente informate ??
poi non ci meravigliamo quando toccherà a noi, non potremo fare le vittime !
Una dose di Grimaldi, almeno una volta ogni tre giorni, regola il flusso sanguigno nel cervello dei pigri, ma risulta, ahimè, inutile per gli inetti.
RispondiEliminaUna dose di Grimaldi, almeno una volta ogni tre giorni, regola il flusso sanguigno nel cervello dei pigri, ma risulta, ahimè, inutile agli inetti.
RispondiElimina" perché l’azione dei parlamentari in questi mesi ha tolto di mezzo ogni equivoco e ha chiarito che il M5S è un movimento di sinistra, l’unico"
RispondiEliminaquesto è vero come è vera la parola d'ordine fra i dipendenti pubblici "fermare Grillo" quello dei 200mln di tagli alla spesa ma non ha specificato dove (sic)
Raffaella Brussato dice...
RispondiEliminaArticolo strepitoso!!!
Roberto Ventrella@
RispondiEliminaGrazie, troppo buono. Bell'aforisma.
Rossoallosso@
Mi risulta che con 200 milioni di tagli ai servizi pubblici si tagliano appena gli stipendi degli eletti.
Da dipendente pubblico mi spaventano piu' I tagli veri, (I contratti sono bloccati dal 2009 e non certo per colpa di Grillo) che una possibile riorganizzazione, meglio se con le cancellazioni degli incarichi di progettazione delle opere e di consulenze con la solita formuletta "non ci sono figure atte a svolgere l'incarico" quasi sempre accettata dai "burocrati" quelli veri!
RispondiEliminaCi sottraggono risorse vere per mangiarsi tutto il mangiabile. Ma...dove sono le ricchezze estorte? Detratto il corrispettivo del "voto" di baratto, che ormai non serve più, dal momento che si eleggono autonomamente tutti in combutta appassionatamente, si può intuire che sia finito sui "libri" virtuali dei "paradisi fiscali". Li abbiamo anche in Italia, a Roma, Borgo, Trionfale,lo Stato Città del Vaticano e a San Marino, nella terra di Paolo e Francesca. Volessero ritirarli, quei soldi, non potrebbero...NON ESISTONO, come non esistono i nostri risparmi, magari di una vita. Sono "scritture" su un "software".
RispondiEliminaIl notro Capitale NON ESISTE.
Il capitale non esiste.
Noi Esistenti, ci facciamo assassinare da un NON ESISTENTE. Come il loro M'Io, capobranco, misogino, spaventapasseri, cannibale mangia-cadaveri M'Io degli eserciti. AMBEDUE... NON ESISTONO.
A sottrazione, rispondiamo sottraendoci...dal lavoro subalterno.
Non lavoriamo per l'oro, lavoriamo per Noi.
Torniamo alla "direttiva" Si la Patata vonno magnà, se la devono coltivà. Non facciamoci fregare da un coevo Menenio Agrippa! Lasciate la truppa. Pensate alla Trippa. La Vostra, la Nostra.
morgana
Morgana. la/il immaginifica/o è uscita/o dal suo codice criptato e stavolta noi poveri buzurri abbiamo capito tutti tutto Evviva!
RispondiEliminain normandia obama intima a putin di smetterla di fornire aiuti ai ribelli in ucraina, dall'altro gli usa forniscono aiuti ai "ribelli" siriani:
RispondiEliminama gli squalificati operatori dell'informazione nostrana che adorano obama non si senotono presi per il culo ??
http://www.dailystar.com.lb/Article.aspx?id=259242#axzz33vn1hCYO
Una sola nota per gli antimilitaristi tout court: anche quelli che diedero origine alla Rivoluzione in Russa nel 1917 furono I cadetti della marina, quindi militari. Avrebbero dovuto deporre le armi ed aprire con il regime che li mandava al macello nella prima Guerra mondiale, un bel tavolo democratico di confronto? Per poi tirare fuori di tanto in tanto comunicati sulle trattative piene di "vorremmo, chiediamo" stile CGIL? Ho letto notizie di ulteriori massacri ai danni della popolazione russa del Donbass, ma anche di diverse defezioni nell'esercito ucraino. Silenzio assoluto della stampa main stream, forse non riescono a rovesciare i fatti, per cui l'unica cosa che viene fuori e' che Obama difende la democrazia in Ucraina, mentre Putin aiuta I "ribelli", ma allora neanche tanto bene perche' finora negli "scontri" a morire sono quasi soltanto I cittadini dell'Est Ucraina.
RispondiEliminachissà in normandia cosa avranno pensato i veterani del fatto che alla celebrazione c'era un neo presidente appoggiato da gentaglia come quella che loro combatterono 70 anni fa !!
RispondiEliminai fasci all'attacco,li trovi in tutti i siti e blog antieuro,si muovono come scarafaggi in funzione antiM5s, Obama è uno scarafaggio geneticamente modificato ,lui si muove di giorno lo vedi ovunque tranne dove dovrebbe essere, sul banco degli imputati,Putin viceversa è scomparso.Assad ha vinto ma non frega a nessuno,pure Renzi ha vinto(?) e noi abbiamo perso assieme a tutti coloro che l'hanno votato,L'Italia invece ha pareggiato col Lussemburgo,le disgrazie non vengono mai sole.
RispondiEliminaA proposito dei brogli denunciati da Grillo
RispondiEliminahttp://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=614
I brogli sono stati fatti, secondo me, tra sabato e domenica, quando nel pomeriggio ancora arrivavano sms piddini con il comando di votare pd e di portare al seggio un amico. Contando i voti quelli piddini sonp semplicemente la somma pd e scelta cinica (con pochissimi astenuti rispetto alle politiche 2013), con il sostegno di alcuni sellini. Il M5S è il numero di elettori della camera 2013 in proporzione agli elettori andati a votare. Rispetto alle amministrative il M5S ha moltiplicato i consensi, con la differenza che questa volta gli elettori sapevano molto bene chi votavano
RispondiEliminaGrimaldi cio' che scrive e' giusto putroppo pero' spesso voi che avete questa visione manicheistica della politica nutrite troppi pregiudizi su coloro che dicono le vostre stesse cose ma che si professano di "destra", questi giusti discorsi di Farage che lei condivide circolano da anni negli ambienti reietti della cosidetta "destra estrema", certo tra la destra estrema ci sono anche fanatici e pazzoidi ma una buona parte e' composta da gente che da anni ha capito il giochetto sporco del regime, quando si sente la Boldrini dire ch ebisogna continuare ad accogliere come si fa ancora a non capire ?
RispondiEliminaCome fanno ancora ad esempio i militanti di certa cosidetta sinistra radicale a non capire ad esempio che l' immigrazione e' del tutto funzionale al capitalismo ? Come si fa a negare che questa selvaggia immigrazione danneggia moltissimo i comuni indigeni mentre arricchisce le tasche dei soliti farabutti ?
Puo' essere sgradevole ammetterlo ma in certi ambienti cosidetti di destra (ad esempio casapound) queste le cose le hanno gia' capite da anni mentre ancora oggi nei centri sociali si inneggia alle solite cazzate (matrimoni tra persone dello stesso sesso, immigrazione selvaggia e cazzate varie).
Andrea Rossi
Le migrazioni sono protagoniste della nostra era. Immensi e fertili territori perdono demografia,
RispondiEliminamentre bande di violenti imperversano depredando chi rimane. Quale risorsa collettiva può nelle
migrazioni? Quale per i singoli? I progetti economici possono funzionare dove le demografie sono
costantemente instabili? Perché l’ONU, istituito come entità neutrale preposta alla soluzione dei
conflitti nelle regioni indigenti, è concretamente inoperante? Perché “amare il nemico” si rivela
il fallimento più eclatante del cristianesimo? Interrogativi che cercano la loro risposta in un
pianeta dove le negligenze umane, guadagnano ineluttabilmente la punizione.
http://www.amazon.com/Migrazioni-riscossa-singoli-migratori-Frontiere/dp/1490492429/ref=la_B00I1J9Z8U_1_13?s=books&ie=UTF8&qid=1411838212&sr=1-13
Se inizialmente gli stati sovrani in relazione alla crescita demografica e a PIL massimo disponibile avevano creato una monetaria senza debito che non superasse il PIL per evitare inflazione per quale motivo poi decisero arbitrariamente di emettere i primi titoli di debito se la moneta girava velocemente con gli scambi commerciali dal calzolaio fino al presidente dello stato senza creare problemi di crisi etc come mai qualcuno decise di sostituire quella massa originale e inattacata dal debito con una nuova massa monetaria prestata dalle banche e non più legata alla piccola e media impresa ma solo a creare ricchezza finanziaria per gli azionisti e per far si che le piccole e medie imprese venissero sostituite dalle multinazionali.Tutto ciò e stato un errore o un disegno criminale ? Il nostro debito pubblico almeno per l 80% e senza giusta causa dunque annullabile ma vedo che a nessun politico interessa la materia parlo di quelli che stanno in alto
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