Per primissima, urgente, cosa, invito
tutti a vedersi il video youtube inserito in cima alla colonna sinistra del mio
blog. Stupefacente, sensazionale, agghiacciante (ma non sorprendente per noi)!
L’agente del Mossad, Juval Aviv, intervistato dalla CNN, nientemeno, dichiara
che l’esplosione del 7 luglio 2005 al metrò di
Londra, attribuito a due ragazzi musulmani, ovviamente incastrati (come
risulta, tra le altre incongruenze, dal fatto che le foto dimostrano che la
bomba, evidentemente posta in precedenza, esplose da sotto la piattaforma della
carrozza e non nello zaino lasciato sul pavimento, come affermato dalla
polizia), “è facile da farsi, come abbiamo
fatto NOI a Londra”, per poi esitare
e correggersi: “come è stato fatto a
Londra”.
Ora che,.a
forza di urlare come carrettieri ubriachi, o come automobilisti romani
inferociti dall’inerme pedone, gli sguatteri dell’imperatore hanno perso la
voce, è il momento di ragionare sui fatti. Roba invisa e anche proibita agli
sguatteri e praticata, a mia conoscenza, dal solo, per me esimio, Angelo
d’Orsi, reperto eterodosso di intelligenza e onestà nel “manifesto”, a dispetto
delle ripetute volte che ha spillato fuori dal vaso adeguandosi alle
frustrazioni sinistre dei bastona-5 stelle. La sua (l’adesione furbesca ed equivoca di Pannella
non conta), e quella del vignettista
Vauro, diseguale fustigatore di infamie padronali (quando non annebbiato dalla
vulgata imperiale su “dittatori” e “diritti umani”), sono state, per quanto mi
è dato di leggere, le uniche voci che hanno sostenuto le buone ragioni del
parlamentare Cinque Stelle Alessandro di Battista, opponendo alla canea dei
servi sciocchi, falsari e ignoranti, alcuni metri cubi di razionalismo.
Bravo Di Battista,
coraggioso e letale per tutti gli ipocriti sinistri e i predatori della
giustizia e della verità annidiati nella "comunità Internazionale".
Nella deprimente storia parlamentare della repubblica di questi decenni il suo
intervento sul fenomeno “terrorismo” ha il valore di una deflagrazione
politica, di potenza uguale e di
indirizzo contrario a quelle che i criminali contro l’umanità praticano contro
popolazioni inermi e contro la verità. Si è visto, nelle aule infestate da
corrotti e bugiardi, l’impeto travolgente di un nobile bisonte scaraventarsi contro
l’omertà e il servilismo degli sciacalli, rappresentanti spuri di una nazione,
legittimati unicamente dal consesso extraparlamentare dei poteri planetari del
crimine. Uno sconvolgimento degli assunti imposti e accettati, un vero scandalo
epocale, che una canizza di coyote a larghissime intese ha cercato di azzannare
e seppellire sotto una discarica di ingiurie, stravolgimenti, falsità. Ma che
nessuno potrà più cancellare dagli annali della storia politica, un seme che ha
iniziato a germogliare nella coscienza dei tanti finora rimasti alla mercè
della contraffazione. La sollecitazione a comprendere le ragioni di chi, dalla
Valsusa a Gaza e a Ferguson, si oppone, col “terrorismo”, ai cavalieri
dell’apocalisse, con affanno servile fatta passare per “giustificazione” e
“complicità”, unitamente alla fin qui
inosabile, inaudita, denuncia del terrorismo di Stato statunitense e
israeliano quale radice – e, aggiungo, mandante – di tutti i terrorismi, ha
confermato i Cinque Stelle estrema risorsa in parlamento della verità e della
giustizia.
Da, ahimè, ormai
semisecolare passeggero sui convogli della storia capitalista e imperialista
passati sulle schiene curve, o sollevate, di popoli e classi disobbedienti, mi
permetto, però, di suggerire all’ottimo vindice di tutti costoro, profondo
conoscitore dell’America Latina ma, forse, meno di altri scenari, di allargare
la sua percezione di chi è vittima e chi carnefice, ripulendo la sua visione di
alcune scorie che, come capita a tutti nella pestilenza della disinformazione,
minacciano di alterare la forza della sua verità. Non me ne voglia Alessandro.
Me lo dettano affetto e stima, tanto per il parlamentare 5Stelle, quanto per
coloro di cui ha rivendicato l’umanità, la dignità e il diritto, con coraggio
morale e onestà intellettuale.
Sarebbe stato utile, nel trattare il tema “terrorismo”, distinguere tra "terroristi", quando così
vengono qualificati dai terroristi di Stato e mediatici i combattenti per la libertà sotto tiranni, sfruttatori, colonizzati
e occupanti, come nel caso dei palestinesi,Tuareg, Taliban, somali di Shabaab, honduregni
golpizzati, russi del Donbass sotto
attacco terrorista nazimperialista e tanti altri, fino ai nostri No Tav e No
Muos, anche loro “terroristi” nella definizione bipartisan dei vari Lupi,
Alfano, Chiamparino. E, sul lato opposto, terroristi veri dei vari eserciti,
contractors, milizie surrogate, del Nuovo Ordine Mondiale, mercenari
dell'Impero USraeliano. E qui parliamo di ISIL (oggi IS) e degli identici
jihadisti che hanno disintegrato la Libia, la Siria, la Nigeria; dei teppisti
che sparano ai chavisti e incendiano università, scuole, quartieri, spacci
alimentari dai prezzi non imposti dalla
grande distribuzione. Non si sbagli Di Battista: questa marmaglia sanguinaria,
non ha niente di autonomo, è al servizio dell'Impero, responsabile e promotore
di tutto il terrorismo mondiale. Stati Canaglia. Il terrorismo è tutto di
Stato, come ben si soleva gridare, a dispetto dei già consociati atlantici PCI
e DC, fin dai tempi del ’68. Non c’è
attentato terroristico, dall’11 settembre ai successivi, senza neanche voler
cercare conferma nella consuetudine storica delle False Flag Usa, tra Pearl Harbour, l’incendio della nave
“Maine” per la guerra contro la Spagna a
Cuba, l’operazione Northwoods che prevedeva l’abbattimenti di aerei civili Usa
sopra Cuba, che non abbia subito smascheramenti tecnico.scientifici, oltreché
logici.
A Di Battista, così attento a individuare i dati reali del confronto
mondiale, non dovrebbero sfuggire fonti – e ce ne sono tante e infinitamente
più competenti e documentate dei media di regime, destri o “sinistri” che siano
– che, a costo di grande impegno e sacrificio analitico ed economico, si
sottraggono ai tentacoli del menzognificio occidentale. Magari anche gli organi
di comunicazione degli esecrati “Stati Canaglia”, dei “dittatori sanguinari”,
sistematicamente da noi occultati o boicottati. E pour cause. Scoprirebbe documentazione inconfutabile sui legami
filiali che uniscono le bande di ISIL, oggi fintamente antagonizzate, ai
mandanti USraeliani. Come sui loro legami fraterni con i tagliagole che
devastano la Siria e che hanno distrutto e insanguinato la Libia, gli stessi,
ma allora “rivoluzionari democratici”, pagati e armati a difesa dei “nostri
valori”, e con i massacratori Boko Haram che destabilizzano il più grosso
boccone petrolifero dell’Africa e che, logicamente, proprio ora hanno dichiarato
la loro adesione all’ISIL.
Kiev,
oggi: miliziani in tenuta SS in partenza per il Donbass.
Esecuzione ISIL di civili iracheni.
Apprenderebbero, Di Battista e tanti suoi colleghi meno preparati in
geopolitica, ma che sicuramente sene vorranno fare un interesse specifico alla
luce del fatto che Renzi e Berlusconi, o Draghi e Juncker, sono i terminali
coloniali della cosca delinquenziale che, nel nome della Cupola
militar-finanziaria occidentale, opera su altri fronti con terminali come il
saudita Abdallah, il qatariota El Thani, il capo della giunta Ucraina, Poroshenko,
messo su dal putsch Usa-nazisti, il sionista Netaniahu, il narcotrafficante
curdo-iracheno Massud. E il neo-califfo
Abu Bakr al Baghdadi. Di questa gente c’è da comprendere solo che operano sotto
comando di Stati Uniti e Israele. Che ora a Washington, Londra, Tel Aviv, Bruxelles, ci si straccino
le vesti sulle atrocità commesse da questi sicari è ipocrisia pura e persegue
altri scopi imperialistici.
Tutti sanno, e fingono di dimenticare, che le milizie jihadiste spuntano
in Libia contro Gheddafi dal tronco di una antica formazione integralista
libica votata al califfato e alla sharìa, capeggiata dall’alqaidista Abdelhakim
Belhadj (successivamente installato dalla Nato governatore di Tripoli). Da esso
l’intelligence Nato fa fiorire numerosi rami: bande jihadiste da Cecenia,
Afghanistan, Tunisia, Marocco, Giordania, Egitto (Fratelli Musulmani).
Logistica, armamenti, denaro arrivano dal Golfo, eminentemente dal Qatar e
dalla Turchia. La Nato si fa forza aerea e navale di questa soldataglia. La
Libia libera e benestante, motore dell’autonomia africana, fattore di
equilibrio regionale, esempio di equità sociale, è trasformata in un oceano di
sangue in cui imperversano lanzichenecchi di varia denominazione, impegnati a
contendersi il bottino. In questi giorni le milizie di Misurata, punta di
diamante del jihadismo estremo, a suo tempo coccolate in Occidente, mentre
commettevano atrocità affini a quelle dell’ISIL, hanno distrutto e occupato
l’aeroporto di Tripoli. Un grande Stato afro-arabo non c’è più. “Caos creativo”
all’americana.
La stessa marmaglia di tagliagole arriva in Siria, incaricata di compito
analogo, sotto iniziale copertura di manifestazioni pacifiche di rivendicazione.
La vulgata occidentale per cui intervenire in Libia era doveroso perché
“Gheddafi bombardava la sua gente” (simile a quella sul serbo Milosevic e
smentita, oltreché dalla stessa gente, dalle immagini satellitari russe)
diventa uno stereotipo in Siria e in Ucraina, dove gli danno corpo cecchini
impegnati a sparare sia su dimostranti, sia sulle forze dell’ordine. Cecchini
che si riveleranno, anche grazie a intercettazioni telefoniche tra i mandanti,
mercenari e specialisti manovrati dall’Occidente. Del trasferimento in Siria di
questi soldati di ventura e delle armi si occupa, con assistenza Cia,
personalmente l’ambasciatore Usa a Bengasi, Chris Stevens. Verrà fatto fuori da
una fazione insoddisfatta.
Nonostante opulente iniezioni di armamenti e milioni di dollari,
surrettiziamente da Turchia, Qatar, Kuweit, Emirati e Arabia Saudita,
ufficialmente da Washington, Londra, Parigi, motivati essenzialmente da soldo,
bottino e stupro, contro un popolo e un esercito impegnati a difendere la
patria, l’emancipazione, l’indipendenza, la barbarie jihadista non passa. Alla
sconfitta militare si rimedia con il terrorismo degli attentati tra i civili.
Ma dopo quasi 4 anni di guerra, la direzione del paese raccoglie ancora il
consenso della stragrande maggioranza della popolazione, confermato nel voto
referendario e presidenziale riconosciuto corretto dagli osservatori. Occorre
un intervento alla libica e, quindi, occorre un pretesto inoppugnabile. Ma lo
scherzetto turco-saudita delle armi chimiche, di cui è attribuito l’uso ad
Assad, si spappola ancora una volta per merito delle analisi e dei documenti
russi e delle testimonianze locali e degli ispettori ONU. Obama deve fermare
gli F16. Israele non ottiene più di tanto bombardando occasionalmente, in
omaggio al diritto internazionale dei pirati, obiettivi militari siriani, ma
dimostra la sua affezione per le milizie terroriste, fornendo armi e curandone
centinaia di feriti in ospedali sul Golan e a Tel Aviv.
Abu Bakr Al Baghdadi uno e due.
Tocca all’Iraq, destinato alla distruzione in quanto grande, potente e
ricco antagonista dell’Occidente e di Israele, mediante la tripartizione prevista
da un progetto storico elaborato in Israele dal consigliere geopolitico del
governo Oded Yinon nel 1982 e ripreso dagli Usraeliani all’atto delle due
guerre d’aggressione 1991 e 2003. Entra in scena Abu Bakr al Baghdadi, capo del
califfato in Iraq e nel Levante (ISIL). Una formazione creata per alimentare il
famigerato “scontro di civiltà”, teoria alla base dell’imperialismo attuale, e rispolverare
in Occidente la psicosi “mamma, i mori!”, pista di lancio di crociate e
colonialismi. E’ significativo il fatto che mentre questi supposti fanatici
islamici giurano di riprendere agli infedelissimi ebrei Gerusalemme e di
marciare addirittura su Roma, neanche un dito mignolo hanno mosso in difesa dei
fratelli arabi e musulmani sterminati a Gaza…..
Gli
obiettivi sono nell’ordine: 1) consolidare lo squartamento della nazione, fin
lì osteggiato da un governo centrale
passato dall’obbedienza agli Usa a quella all’Iran. A sud gli sciti, a
nord-ovest i sunniti, a nord-est i curdi. 2) Istituzionalizzare anche a livello
internazionale uno Stato curdo indipendente (e la fornitura di armi occidentali
al compare capoclan e contrabbandiere, Massud Barzani, da sempre agente di Cia
e Mossad, serve allo scopo) che, impadronitosi della non-curda Kirkuk,
garantisca il flusso di idrocarburi da quei giacimenti a Israele e alle
compagnie occidentali, fuori dal controllo di Baghdad. 3) Controllare il rubinetto
del petrolio di uno dei più ricchi giacimenti del mondo allo scopo di condizionarne
il flusso verso alleati e sudditi potenzialmente concorrenti, in primis
l’Europa. 4) Ottenere da un’opinione pubblica occidentale sconvolta dagli
orrori commessi dall’ISIL contro le minoranze, soprattutto di correligionari
cristiani, il via libera all’intervento militare Usa e Nato, necessitato dalla
resistenza siriana e fin qui impedito dai veti di Russia e Cina e dal
fallimento delle bufale False Flag
organizzate dai servizi occidentali (pari a quella dell’aereo malese MH17
abbattuto sul Donbass e dimostrato dai russi operazione di Kiev, tanto che non
se ne parla proprio più) . 5) Rilanciare alla grande, sempre attraverso le
atrocità compiute dagli islamisti in Iraq, la demonizzazione dell’Islam tutto
come fonte di ogni male, ulteriormente drammatizzata dalla presenza di migliaia
di jihadisti di origine europea e statunitense, al fine di giustificare guerra
dopo guerra e di stringere il cappio del totalitarismo su società occidentali
da annientare sul piano economico, sociale, politico: “il nemico è nella casa
accanto!”. Dunque, emergenza e altri misure liberticide; 6) la messa in scena della decapitazione del
giornalista Foley (orchestrata come quella del giovane statunitense Nick Berg
in Iraq nel 2013: in entrambi i casi gli esperti hanno constatato la mancanza
di sangue nel taglio, Berg era già morto al momento della decapitazione, le
dichiarazioni erano recitate come da copione, oltre ad altre manipolazioni). La
decapitazione al culmine delle mostruose efferatezze ISIL, per mano di un
cittadino britannico che dà corpo alla paura del “nemico interno” e si aggiunge
alle centinaia di “nemici interni” europei tra le fila degli scannatori, è la
pistola fumante per far entrare in Siria finalmente le forze armate Usa e Nato,
con il pretesto di arginare i jihadisti, ma con lo scopo vero di farla finita
con la Siria e con Assad. 7) Effetto collaterale delle carneficine in Iraq:
incrementare a livelli iperbolici l’invasione di migranti in un’Europa da
debilitare economicamente e
destabilizzare socialmente.
Naturalmente è del tutto casuale che l’immane carneficina irachena abbia
distolto gran parte dell’attenzione dal genocidio in atto a Gaza che stava
facendo divampare di revulsione e indignazione un’opinione pubblica mondiale,
minacciando di privare Israele di molte complicità
e passività. O vogliamo aggiungere un paragrafo 8?
Decapitatori del mondo civile
Si può sospettare una divaricazione tattica nella conquista del controllo
sulle risorse energetiche del Medioriente, tra, da un lato, Arabia Saudita e il
pilastro Nato Turchia, principali fornitori di quei denari e di quei mezzi che
hanno promosso una banda di lanzichenecchi sbrindellati in forza armata
organizzata, pari a quella di un potente Stato, e, dall’altro, il trinomio
USA-UE-Israele che ha qualche difficoltà d’immagine con califfati oscurantisti,
ma saprà a suo tempo sostituirli con despoti verniciati di democrazia. Ma alla
fine prevale la coesione strategica per la riorganizzazione coloniale e
feudalcpitalista del Medioriente tramite la definitiva distruzione di ogni
entità nazionale araba unitaria, indipendente, ostacolo al dispiegarsi del
Grande Israele, del parallelo neo-impero ottomano e dei saccheggi neoliberisti.
Ne sono reciprocamente garanti USA-Israele e i sultani del Golfo. I primi in
termini geostrategici, i secondi per il controllo energetico sull’intera
regione.
Al Baghdadi e altri comandanti jihadisti
complottano con McCain
Avete sentito il rompighiaccio dell’imperialismo bellico obamiano,
senatore John McCain, invocare ora un immediato intervento armato contro l’ISIL
(ISIL, Stato Islamico in Iraq e nel Levante, mi pare più corretto di ISIS,
Stato Islamico in Iraq e Siria, perché quest’ultimo trascura le mire del
califfato sunnita sul Libano degli Hezbollah e altre presenze scite). Nella
foto qui sopra, scattata qualche tempo prima, vedete il senatore in
conciliabolo con nientemeno che il futuro califfo Al Baghdadi, insieme ad altri
noti comandanti jihadisti. Siamo in una
località al confine tra Siria e Iraq e, come altre foto rivelano, non si
tratta dell’unico incontro tra i due. Al Baghdadi, dopo aver trascorso 4 anni a
Guantanamo, è stato liberato e, secondo fonti della stessa intelligence Usa,
addestrato militarmente e indottrinato in religione oratoria per compiere la
sua missione prima in Siria e poi in Iraq.
Non fossero bastati gli ininterrotti rifornimenti di armi e fondi e
l’assistenza delle forze speciali angloamericane alle milizie anti-Assad,
nominalmente destinati agli oppositori “moderati” del Libero Esercito Siriano,
entità del tutto virtuale, e subito arrivati agli integralisti, dove dovevano
arrivare; non bastassero i finanziamenti sauditi all’ISIL, mai smentiti da
Riad; non fosse sufficiente il fatto comprovato che la Turchia del Fratello
Musulmano Erdogan costituisce, insieme alla Giordania dei centri di
addestramento gestiti dai Marines, la profondità strategica dell’ISIL le sue
retrovie, le linee di rifornimento, le basi di addestramento, questa prova del
connubio USA-ISIL disintegra ogni teorema circa una campagna jihadista fuori
dal controllo USraeliano e, anzi, diretta contro l’Occidente.
Sono convinto che Alessandro Di Battista non faticherà a convincersi di
quanto sopra e ad aggiornare, con le opportune distinzioni, il suo quadro del
“terrorista” antimperialista da comprendere e difendere e del terrorista
mercenario imperialista da denunciare. Ma nel saggio del parlamentare 5Stelle
vi sono alcune affermazioni, riprese, non so con quanta circospezione, dalle
interpretazioni fiorite in Occidente, con tragica unanimità destra-“sinistra”,
sull’Iraq, su Saddam, in genere su leader non in sintonia con i progetti di
governi, banche e multinazionali, tutti accomunati nell’anatema “dittatori
sanguinari” da cui i loro popoli devono essere liberati.
Ne parlerò dopo. Ma prima vorrei mettere in discussione anche un altro
punto forte delle argomentazioni di Di Battista: La denuncia dell’accordo
Sykes-Picot e degli altri trattati delle potenze coloniali che ridisegnarono il
mondo arabo secondo linee arbitrarie che dettero vita a Stati-Nazione
innaturali comprendenti varie realtà etniche e confessionali. “Non sta scritto da nessuna parte che
popolazioni diverse debbano vivere sotto la stessa bandiera” scrive
Alessandro. Così contraddice un principio che contraddistingue la modernità,
per la quale diversità progrediscono quando accomunate da un progetto politico,
sociale, culturale, economico, condiviso. Difficile, anche in Occidente,
trovare oggi una nazione che non comprenda proprio quelle diversità. Separarle,
frantumarle, non sembra all’ordine del giorno e, quando ricercata, corrisponde
inevitabilmente al disegno imperiale in atto della frantumazione in piccole,
insignificanti, deboli entità, di un insieme che, come tale, costituisce un più
forte ostacolo all’avanzata della superpotenza. Pensiamo al Regno Unito, con le
sue quattro nazionalità, alla Jugoslavia, formidabile interlocutore geopolitico
quando unita e mosaico di staterelli senza voce in capitolo e senza voce
economica, politica, militare. Non c’è nazione europea che non comprenda in sé
le stesse diversità di religione, etnia, tradizione, dei paesi frantumati del
Medioriente. O ritiene, Di Battista, che il Risorgimento, unendo celti, romani,
etruschi, arabi, occitani, germani d’Italia in un’unica nazione, sia stato
un’operazione regressiva e non ci abbia fatto uscire da una servitù millenaria?
E che dar retta ai Bossi e ai Salvini sia progressivo e ci garantisca meglio contro
le prepotenze e gli appetiti delle potenze?
Ma ci sono ragioni ancora più valide per impedire che progetti di
disarticolazione nazionale del mondo arabo, come quello citato del sionista
Oded Yinon, o quella antichissimo Usa, oggi in pieno dispiegamento, vadano a
sottoporre al dominio di quello che è un indiscutibile Stato-Nazione, di
afroamericani, irlandesi, tedeschi, italiani, latinos, protestanti, cattolici,
ebrei, gli Usa, un Nuovo Ordine Mondiale di paesi triturati e, dunque, in
perenne, debilitante, conflitto tra i suoi vari pezzi. Una ragione è lo
spianamento all’orda imperialista di paesuccoli incapaci di resistenza e di
autonomia. Un’altra, decisiva, è la stessa volontà dei popoli, unificati, non
solo da Sykes Picot e conferenze varie di Berlino, ma da un retroterra storico
comune, come è, tra gli altri, quello dell’Iraq dei sumeri, assirobabilonesi,
abbassidi e dello stesso dominio ottomano.e poi britannico.
Caro Alessandro, la tua sete di giustizia e verità viene adulterata
dall’assunzione acritica delle vulgata irachena come raccontataci dai complici
della distruzione di quel paese e supinamente ripetuta da pigri e opportunisti
“sinistri”. Vorrei che fossi venuto con me in quella parte del mondo che la
lotta contro i colonizzatori ha cementato in grandi e rivoluzionarie nazioni,
proprio per questo oggi sottoposte a squartamento da parte degli antichi
conquistatori. Nel 1966, quando per Paese Sera seguii la Guerra dei Sei Giorni,
inizio del progetto Yinon, ai successivi viaggi nell’Egitto di Nasser (copti e
musulmani, africani e arabi), nel Sudan di Nimeiry (africani, arabi e tante
confessioni), nella Siria (sciti, sunniti, drusi, curdi), nella Libia delle
mille tribù, nell’Iraq di Saddam Hussein. Popoli uniti da un voluto destino di
emancipazione, socialismo, indipendenza, coesione. Ho molto amato l’Iraq,
assiduamente frequentato dal 1977 a oggi, baluardo principale dell’unità araba,
dell’antimperialismo e dell’antisionismo, tanto temuto dall’Occidente e da
Israele dall’averli mossi all’orrenda strage in corso dal 1991.
Era un paese che ai suoi popoli aveva assicurato benessere, dignità,
giustizia sociale, autostima. Tanto che nessuno allora si sarebbe sognato di
identificarsi e contrapporsi in quanto scita o sunnita, turcomanno o assiro, cristiano
a musulmano e i matrimoni interconfessionali e interetnici erano all’ordine del
giorno. Un milione di curdi viveva a Baghdad e, nonostante le brighe di Cia e
Mossad, nel Kurdistan iracheno solo una minoranza infeudata a un paio di
capiclan minava l’unità nazionale con sporadiche rivolte istigate da fuori, da
coloro che oggi si sono comprati mezzo Kurdistan e ne succhiano il petrolio che
un tempo beneficiava la collettività nazionale tutta. Quella vicenda divenne il
massacro di 200mila curdi per mano di Saddam. Una storia raccontata da un’unica
parlamentare britannica e da qui assunta, senza prove, a verità indiscutibile. E non è vero, come si è voluto propagandare,
anche per impedire che gli antimperialisti dalle nostre parti solidarizzassero
con quell’Iraq sotto assedio, che Saddam fosse” uomo degli americani”. La
rivoluzione del 1968, che lo ha visto
protagonista (Al Bakr, nominalmente presidente, era solo una figura di
rappresentanza), poneva fine a un regime asservito ai britannici. E’ stato lui
il nazionalizzatore del petrolio iracheno, azione che avrebbe determinato la
fine sua e del suo popolo. Elementi fondanti di un consenso collettivo, come la
sanità, l’istruzione, la distribuzione della ricchezza, le infrastrutture, la protezione e lo sviluppo delle enormi
risorse storiche e culturali, la dignità, sono state opera di Saddam e del
partito Baath. Cose che nel Terzo Mondo erano miraggi, che da noi erano date
per scontate, prima di essere perdute.
Uomo degli americani? Nella guerra Iraq-Iran, fomentata da revanscisti
come Kissinger (“E’ bene che questi due
paesi si dissanguino a vicenda”), è stato l’Iran, al quale va tutto il mio
rispetto, a ricevere armi da Israele (il ricavato è stato utilizzato dagli Usa
per lanciare la Contras contro il Nicaragua, come ben sai). Trovami un solo
fotogramma delle migliaia di chilometri di filmati delle due guerra all’Iraq
dove si intravveda un’arma, un fucile, una granata statunitensi. In entrambi i
casi l’Iraq si è dovuto difendere con obsoleti armamenti sovietici e qualche
residuo del mercato internazionale. Poi la famosa “stretta di mano tra Rumsfeld
e Saddam”. Peccato che cronisti allora e storici oggi si dimentichino le
circostanze in cui una normalissima stretta di mano diplomatica è avvenuta. Fu
quando Rumsfeld tentò di ricattare l’Iraq con la promessa di assistenza
contro l’Iran in cambio della riapertura
dell’oleodotto Kirkuk-Haifa in Israele (ora riattivato dai curdi del
narcotrafficante Barzani). Saddam gli strinse la mano rimandandolo con le pive nel
sacco.
Occhio ai risentimenti di certi
“comunisti” allineatisi agli sbranatori dell’Iraq perché “Saddam aveva sterminato i comunisti”. C’è sotto un odio viscerale
per chi ha saputo fare meglio e non ha tradito. Ne sapete qualcosa voi, Cinque
Stelle. La verità è che, all’atto delle guerra con l’Iran, il PC iracheno, già al governo di
Baghdad insieme a Baath e curdi), su ordine di Brezhnev si schierò con l’Iran, tradendo il proprio paese, come Mosca
tradiva il proprio principale alleato in Medioriente. Non ci fu nessuno
sterminio. Molti comunisti entrarono nel Baath, altri andarono in esilio in
Siria, alcuni dirigenti furono giustiziati per aver collaborato col nemico. Non
ti dice niente, Alessandro, il fatto che tutti i regimi israeliani hanno considerato
l’Iraq di Saddam il primo e massimo nemico da distruggere? Che io stesso il 9
aprile 2003, nell’uscire dalla Baghdad occupata dalle forze Usa, viaggiai verso
Damasco accanto a un pullmino con
funzionari iracheni che, a governo iracheno crollato, eseguivano
l’ultimo ordine di portare aiuti finanziari alle famiglie dei martiri
palestinesi?
Il mio Iraq era un paese popolato da genti orgogliose e serene, da donne
liberate, da bambini con la sicurezza del futuro. La sua vivacità creativa sul
piano culturale, artistico, letterario, ricordava quella di Cuba nei primi
decenni della rivoluzione. E Fidel era tra gli amici più stretti di Saddam. Si
dirà, con prosopopea euro centrista e parecchio razzista, “ma era una
dittatura, come quelle di Nasser, di Gheddafi, di Assad, di Fidel”. E qui opera
il tremendo virus della superiorità occidentale, del “fardello dell’uomo
bianco” civilizzatore. Lo si osa ripetere addirittura oggi, ai tempi di
Ferguson, di Kiev, di Gaza, di Draghi, Juncker e Renzi, di Obama che, con decreto
presidenziale, alle sette guerre di sterminio che va conducendo, aggiunge il
diritto di ordinare in tutto il mondo assassinii extragiudiziali di “soggetti
sospetti”. Non ci si abbassa a considerare contesti storici, sociali,
culturali, che, forse, hanno imposto modelli di organizzazione della società
alternativi ai nostri perfettissimi ordini democratici. Non si consente ai
popoli di fare i propri percorsi nei tempi necessari, magari uscendo da
tirannie secolari che hanno impedito la formazione di immaginari e bisogni
collettivi in linea con i nostri modelli,. Abbiamo tutti avuto bisogno, da
piccoli, di padri della patria, di guide ispirate e capaci. Ci è stato dato il
tempo di maturare. Loro non hanno avuto la rivoluzione francese e neppure
quella d’ottobre. I loro Voltaire, Machiavelli, Hegel, sono scomparsi alla fine
del primo millennio. Dopo averci dato tutto.
Grazie, Di Battista
Pensiamo all'Unione Sovietica che ha sbaraglaito le forze naziste in Europa, ha spazzato via dalla Cina, i fascisti giapponesi.........
RispondiEliminaè stata una lunga attesa, ancora una volta GRAZIE Fulvio
RispondiEliminala effe
Grazie Fulvio.
RispondiEliminaRossoallosso@ Il tuo commento è scomparso. Comunque il video non s apre.
RispondiEliminail videol'avevo postato nell'articolo precedente,comunque ho verificato e proprio non va,prova questo
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=U20MhBPekt8&list=UU4unV5BVmWubfAF0Al_AVdw&bpctr=1409263056
A proposito di Di Battista ben hai messo i puntini sulle "i" però mi sorge una domanda,vero è che non tutti devono sapere tutto però se anche uno come Di Battista fatica a valutare determinate dinamiche che ci prospetta il futuro?
Caro Fulvio, sarei molto interessato a sapere cosa pensa della seguente analisi, relativa al ruolo del PKK e di altre formazioni curde combattenti contro l'ISIS:
RispondiEliminahttps://storify.com/wu_ming_foundt/per-capirci-qualcosa-la-guerra-all-isis-il-ruolo-d
Spero di non essere fuori tema, ma vorrei dire qualcosa su come la stampa cosiddetta "mainstream" italiana sta trattando l'argomento "Ucraina" e mi vorrei soffermare su "Il fatto quotidiano". Senza passare in rassegna tutte le mistificazioni finora proposte ai suoi lettori (parlo della versione on line: ho smesso da tempo di comprarlo), mi vorrei concentrare sull'articolo di oggi, dal titolo:"Ucraina "truppe russe combattono a est" ". Viene mostrato un video, intitolato: "Ucraina: soldati russi combattono a est" che mostra, invece, un vecchio video in cui abitanti del Donbass inveiscono contro le truppe di Kiev e lo dimostro anche (vedi il mio commento in calce all'articolo, postato alle 10.55 di oggi). Chi non lo guarda con attenzione, è portato a pensare che i soldati che appaiono siano dei russi. Un'ultima cosa: Di Cori Modigliani, ne vogliamo parlare? Definisce "leggenda metropolitana" la notizia che il capo dell'Isis è stato detenuto a Guantanamo. Parlo di costui perché è molto vicino ai 5S e alcuni suoi interventi sono stati pubblicati da Grillo. Tra parentesi: ho votato 5S: Per favore, Fulvio, un tuo commento su queste due cose e scusate se mi sono dilungato.
RispondiEliminaEnzo
Terribile il video che ha segnalato. Conferma le peggiori ipotesi dei più "sfegatati"complottisti.
RispondiEliminaDavide@
RispondiEliminaSono in viaggio. Ti risponderò fra qualche giorno. Comunque raramente sono d'accordo con i Wuming, in particolare sui Cinque Stelle.
Anonimo@
RispondiEliminaIl nome Modigliani che indica l'estrazione, basta per capire che il personaggio è ambiguo. La detenzione di Al Baghdadi a Guantanamo è confermata dagli stessi carcerieri Usa. Del resto basterebbero le foto di questo agente Cia con McCain. E' disperato il tentativo degli imperialsionisti di occultare la loro paternità dell'ISIL e quella della Cia. Quanto ai Cinque Stelle, c'è evidentemente una mancanza di preparazione in politica estera, che io, nel mio piccolissimo, cerco di contribuire a correggere.
Quanto alle bufale sull'Ucraina e l'intervento russo, ci siamo abituati. Hanno un disperato bisogno di trovare un pretesto per giustificare le stragi in Donbas. Ciò non toglie, come sembra sia ammesso dagli stessi russi, che volontari, russi, bravissimi, siano entrati a dare una mano ai patrioti. Va anche giustificata la disfatta delle bande naziste di Kiev. E' grottesco parlare di interferenze russe quando l'intera Ucraina è zeppa di forze speciali Nato, di Cia e di Mossad.
faccio una segnalazione preventiva importanre realativa al Dombass.
RispondiEliminaè assodato che il governo di Kiev nega le vittime (rilevanti) tra l'esercito regolare segnalandole ufficialmente come "disperse" in realtà scavano fosse comuni dove gettano i cadaveri,si conoscono anche i nomi delle località (Stepanovka,Saur-Mogila, monte Karachun,Krasnyj Liman.Hanno gettato corpi da un elicottero nei Laghi Blu vicino a Slavjansk con pietre legate ai loro piedi.Se dovessero attribuire questi orrori ai russi si sappia che è frutto degli del governo di Kiev
La difficolta' del governo di kiev e' evidente, se anche fossero entrati mille o duemila soldati russi in Ucraina, cosa sono rispetto ad un territorio grande quattrovolte l'Italia? Se il fascista Poroshenko si appella all'UE vuol dire che senza aiuto esterno non puo' restare a lungo a Kiev. Credo che buona parte dell'esercito regolare si rifiuta di combattere, da una notizia trapelata c'e' stata una manifestazione a kiev contro la Guerra, che il "Corriere" ha cercato di "rovesciare" dicendo che erano invece a chiedere l'opposto, cioe' l'invio di alter truppe (bella faccia tosta, a proposito della n ostra informazione). Se I partigiani dell'Est non cadranno (ma non l'hanno fatto finora) nell'etnicismo e nel separatismo, puo essere che il regime di Kiev cada per mano degli stessi abitanti dell'Ovest. Avevo trovato un bel video di un giornalista inglese, nonaccusabile di essere filorusso, che sbugiarda I rappresentati del governo di Kiev in un confront televisivo. Se ritrovo il link lo metto nel blog.
RispondiEliminaInvito a visitare il facebook del ministro Mogherini, dove in tanti la stiamo ringraziando per il suo contributo alla terza guerra mondiale.
RispondiElimina1. c'era una volta una nazione in cui una parte della popolazione, localizzata in una particolare zona, era contraria al governo, al punto da iniziare la lotta armata.
RispondiElimina2. in questo conflitto fu aiutata da uno stato vicino i cui abitanti si consideravano fratelli dei rivoltosi.
3. il governo era così in difficoltà che i suoi alleati intervennero militarmente in aiuto.
4A. tutta la comunità internazionale si scandalizzò per questo intervento e lo considerò come fosse una invasione, aiutando i rivoltosi in ogni modo.
4B. tutta la comunità internazionale appoggiò l'intervento a fianco del governo, in quanto fatto in risposta ad una ingerenza dello stato confinante.
domanda a tutti i "coerenti democratici": dato che i primi 3 punti sono uguali, perchè nel caso afghano la comunità internazionale ha reagito secondo il 4B, mentre per l'ucraina opta per il 4A ?
Fulvio cosa mi sai dire della posizione di hamas riguardo alla guerra in Siria? Mi sembra che a differenza di hezbollah non nutri simpatie per il governo siriano, anzi visti i suoi rapporti con il Qatar mi sembra più vicino ai tagliagole dell'isis-cia... e che dire dei festeggiamenti a gaza? Non mi sembra migliorata la situazione del popolo palestinese, a parte la sospensione dei bombardamenti, e che dire del dietro front sulle sue responsabilità riguardo l'uccisione dei 3 coloni? Mi sembra la situazione molto complessa e non sono per niente ottimista per il futuro del popolo palestinese vista anche la posizione sempre più filo sionista di abu mazen
RispondiEliminaAnonimo@
RispondiEliminaHamas ha una posizione ambivalente. Sicuramente a Gaza e in Cisgiordania esprime fedelmente la volontà di resistenza che ancora sopravvive in larghi strati della popolazione, a dispetto dei rinnegati del gruppo dirigente. Ma ha anche tradito la Siria, da sempre sua sostenitrice, per passare sotto l'ombrello dell'emiro del Qatar, quello che ha distrutto la Libia, attaccato la Siria, devasta l'Iraq e civetta con Israele. Credo che si una discrasia tra la dirigenza interna di Hamas, vicina al popolo, e la sua direzione sterna (Khaled Mashaal), vicina ai sultani e ai soldi. Comunque ne scriverò in un prossimo post. Comunque Gaza e Hamas stavolta hanno vinto. Ciao.
"Comunque Gaza e Hamas stavolta hanno vinto"
RispondiEliminacondivido appieno,Siria,Donbass,Gaza
dimostrano che anche se gli intenti sono divergenti quando il popolo è unito nello sconfiggere il nemico comune la resistenza vince e le somme le si tireranno poi,credo sia questo il messaggio più importante che esprime la vicenda palestinese
Ormai Repubblica non serve più neppure per la toilette. Guardate cos'ha il coraggio di pubblicare:
RispondiEliminahttp://www.repubblica.it/esteri/2014/09/01/foto/la_gogna_di_irina_accusata_dai_separatisti_ucraina_di_essere_una_spia-94809819/1/#1
Una certa Irina, sostenitrice dei fascisti ucraini, sarebbe stata legata ad un palo dai "filorussi" con un cartello su cui c'era scritto "Ho fatto uccidere i vostri figli" e pubblicamente insultata e malmenata.
Guardate le foto: vi sembra legata? Qualcuno pensa che reggerebbe spontaneamente il cartello, come evidentemente fa, mentre la prendono a calci?
Se questo è il giornalismo a cui la "sinistra" italiana si ostina ad affidarsi, ci stupiamo che nessuno manifesti più contro la guerra?
Caro fulvio,
RispondiEliminaAnche io ho letto i 30 punti del wu ming.
In realtà più che sulla questione cinque stelle, si concentrano sulla situazione in Iraq e Siria.
Sebbene ci siano alcune cose su cui dissento, secondo me hanno fatto un ottimo lavoro.
Intanto hanno parlando ampiamente di quanto attualmente sia il PYD (la compagine siriana del PKK) a contrastare Isis e non tanto i peshmerga di barzani.
Hanno dimenticato magari di dire che dopo un'iniziale equidistanza da assad e i ribelli, i compagni curdi in Siria hanno virato decisamente verso il governo siriano intuendo prima di altri la pericolosità di Isis.
Inoltre sono molto d'accordo sul fatto che Isis e simil non siano resistenza antimperialista bensì strumento stesso dell'imperialismo.
Sinceramente non mi è piaciuta invece quel passaggio sull'anarchismo e sul presunto cambiamento di ideologia interno al PKK.
Sicuramente il passaggio dall'obiettivo dell'indipendenza alla lotta per l'autonomia soprattutto in Turchia ha modificato la natura del partito, che però a mio avviso rimane comunque in un orizzonte marxista.
Volevo anche chiederti dettagli su quanto ho spesso letto sul blog: BArzani è un contrabbandiere e un agente della CIA, mi piacerebbe approfondire il tema.
Grazie in anticipo!
E' scomparso un commento di chi faceva riferimento all'intervento dei Wu Ming sui curdi. Chiedo di inviarmelo di nuovo. Intanto vorrei precisare che è strumentale il contributo dato dal PKK alla lotta in Iraq contro l'ISIL. A me risulta che non sia affatto delle dimensioni riferite dai Wu Ming. La resistenza è in massima parte costituite dall'esercito iracheno con il decisivo contributo delle milizie scite sotto comando delle Guardie della Rivoluzione iraniane. I peshmerga iracheni si sono sciolti come neve al sole al primo apparire dell'ISIL. Se ora l'Occidente gli fornisce armi è perchè un Kurdistan staccato dall'Iraq è un avamposto dell'imeperialismo.
RispondiEliminaQuanto alla conversione di Ocalan e del PKK a teorie anarchiche, non saprei che dire. Certo che la posizione di Ocalan, che offre tregua prima e rinuncia alla lotta armata poi, accettando di essere parte integrante di questo Stato turco, sa piuttosto di resa. Specie davanti a un energumeno corrotto, antidemocratico e guerrafondaio come Erdogan, che sbrana la Siria libera e antimperialista e sostiene gli agenti Cia-Mossad dell'ISIL. Quanto a Massud Barzani, suo padre Mustafa, organizzatore delle prime rivolte contro Baghdad, è morto negli Usa coccolato e retribuito per tutta la vita dalla Cia. Talis pater, talis filius. Barzani è un capoclan dispotico fattosi ricchissimo con il contrabbando e che ha aperto le porte al controllo degli israeliani su tutto il Kurdistan iracheno. Le maggiori terre fertili del paese sono state prese da immobiliaristi israeliani. Il petrolio curdo fluisce verso Israele. E questi sono dati non contestabili.
ho cercatodi vedere il "video" della seconda decapitazione. Non si vede niente oltrei secondogiornalista che parla e quello che impugna il coltello con la sinistra...La tunica arancione è la stessa...l'avranno lavata? Nel primo
RispondiEliminaquell di Foley a me appare evidente che è un filmino girato a "hollywood". La testa appoggiata sul corpo sembra più rassomigliante a Sotloff che a Foley... confrontarei polpacci!
avessero impapocchiato le sceme...opps le scene?
morgana
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Sul "Manifesto",a firma di un certo Danilo Elia, un articolo con intervista ai soldati del battaglione di ispirazione nazista Azov di stanza a Dnipropetrovsk, dove nonostante alcune domande del giornalista rivelano la vera natura delle truppe speciali (Si capisce che non fanno prigionieri, al contrario dei "filorussi" diventati da pochi giorni "russi invasori" secondo il coretto quasi unanime della stampa occidentale) trapela una evidente empatia fra l'autore dell'articolo e la "causa" dei nazionalisti ucraini. il titolo di un paragrafo "Donetsk da liberare" ed alcune sparate propagandiste che non vengono smentite, (tipo che la maggior parte degli abitanti di quella citta' chiedessero ai paranazisti di "liberarli" dai russi calati chissa' da dove) nonostante non credo che tale inviato non sia al corrente. Solito cerchiobottismo del "quotidiano comunista". In ogni caso si capisce che buona parte della soldataglia intervistata intende riprovarci. Mi auguro che I soldati di leva dell'Ovest Ucraina si sappiano opporre a questi guerrafondai tanto cari alle leaderships del civile occidente.
RispondiElimina“Il Cyphochilus è un parente ASIATICO del comune ‘maggiolino’. Il coleot- tero deve risolvere un duplice pro- blema: da un lato essere leggero per poter volare e dall’altro apparire di un colore bianco brillante per mime-tizzarsi tra i funghi in cui vive. Questo è possibile grazie alla struttura interna di queste scaglie che è stata OPPORTUNAMENTE OTTIMIZ-ZATA da MILIONI di anni di EVOLUZIONE.”
RispondiEliminaQuindi l'Intelligentissimo Cyphochilus è asiatico, come Putin, che per ora, ha vinto NATO [e se NATO, deve MORIRE] con l'applica-zione della loro stessa strategia. Campioni di scacchi, i Russi, quelli che hanno atterrato Napoleone e hitler. Se ne deduce che il nazismo si batte col nazismo? Forse. Alla fine gli u$ensi, pur di bombardare, si bombarderanno Wall $treet, la Ca$$a Bianca ed il PentacoLo! CIAnno l'occhio di “in GoLd we trust sul dollaro ed il Penta....negate che sono masson-satanisti! Negatelo! Solo la specie u-mana non protegge la sua Vita,la distrugge! Bella cojona!
morgana
non so cosa realmente potrà accadere in Novorossia so per certo che il governatorato non accetterà altra soluzione che l'indipendenza ma un conto sono le volontà e un conto la diplomazia dove vengono messi sul tavolo ogni tipo di interesse e la dimostrazione più evidente di ciò è che sono sparite le bandiere rosse.Vero è che Putin non fa una battaglia ideologica e voglio credere e sperare che la sua visione coincida con gli interessi di tutti gli stati sovrani e relativi popoli di ogni continente anzi sono certo sia così, ma c'è un ma,anche in occidente si dice che le ideologie sono retaggio del secolo scorso ed ormai superate ma hanno una soluzione opposta a quella panasiatica e ciò conferma che si sarà sempre qualcuno che usa l'occhio destro e qualcun'altro il sinistro,che occhio userà il successore di Putin?
RispondiEliminaanche se forse sono in ritardo vorrei pubblicizzare un iniziativa sponsorizzada anche dal PDCI.
RispondiEliminaAl fianco dell'antifascismo ucraino
Sabato 6 settembre, una delegazione di antifascisti ucraini manifesterà davanti al red carpet della mostra del cinema di Venezia.
Condivido l'ultimo commento di rossoallosso. Onestamente anche se difendo Putin dalla vergognosa campagna mediatica che lo attacca per tutto ed il suo contrario dale olimpiadi di Sochi in poi, mi rendo conto che I negoziati con il regime golpista di Kiev proposti da Putin, potrammo portare a due risultati 1) disarmare le milizie popolari che hanno respinto l'attacco dei neonazisti in cambio di una generic autonomia garantita da Osservatori Onu 2) Nella migliore delle ipotesi la costituzione di una repubblica del Donbass in unione con l'Ucraina, simile alla SPRKA in Bosnia.Con buona pace degli antifascisti ed antimperialisti dell'Ovest Ucraina. Quindi questo alla fine non farebbe altro che alla lunga consolidare la conquista Nato che potrebbe, ma non e' detto, anche mostrare una certa "lungimiranza" con la regione del Donbass purche' vengano opportunamente isolati I leader della resistenza (si diano una calmata ed accettino di convivere, non in Guerra, ma con I cannoni di Kiev puntati addosso). Il nazionalismo antirusso a quell punto potrebbe cercarsi altri fronti. Putin ne uscirebbe moralmente bene e con l'immagine di statista rafforzata, ma ho paura che di bandiere rosse in ucraina non ne vedremo per un bel po'. La lotta contro il fascismo ucraino e sponsorizzato da UE e Nato si trasformerebbe in problema di etnie...
Non sono d'accordo su Putin con Alex1 e neanche con Rossoallosso. Gli immensi meriti dell'uomo, per la Russia e per l'umanità, sono visti, mi pare, attraverso una lente ideologicamente un po' settaria. Dove il difetto non sta nell'ideologia, ma nel settario.Qualcuno è arrivato a sospettare fantasiosamente che Putin non vorrebbe incorporare il Donbas perchè comunista. Amici, compagni, il gioco è complesso e non va valutato con la scure. Mi riprometto di parlarne nel prossimo post. Intanto apprezziamo il grande contributo russo alla sopravvivenza di quelle popolazioni, con il carico di aiuti che ha praticamente sfondato il confine. E dei tantissimi volontari russi che combatotno, che mi dite? Che sfuggono al controllo di Putin?
RispondiEliminaCaro Fulvio,
RispondiEliminasecondo me i compagni tedeschi hano ragione.
http://kommunistische-initiative.de/index.php/dokumente-der-ki/doukumente/1791-erwiderung-auf-h-jacobs-keine-restauration-klassischer-art-warum-russlands-oligarchischer-kapitalismus-nicht-imperialistisch-ist
Intendo questa posizione:
RispondiEliminaZusammenfassend stellen wir fest:
- JA, Russland wirkt in seiner Außenpolitik derzeit antiimperialistisch (gegen die Interessen anderen, stärkerer imperialistischer Mächte) und wahrt (noch) das Selbstbestimmungsrecht der Nationen.
- JA, wir unterstützen diese objektive antiimperialistischen Handlungen, wir unterstützen und begrüßen das antifaschistische Wirken Russlands im Fall der Ukraine und finden, dass Russland das Recht hat, seine eigene Grenzen zu verteidigen und die eigenen Landsleute zu schützen.
- JA, wir finden die Position des westlichen Imperialismus gegenüber Russland heuchlerisch und aggressiv.
DENNOCH,
- JA, Russland ist ein imperialistisches Land mit vollständig „ausgereiftem“, aggressivem und ausbeuterischen, ganz gewöhnlichem Kapitalismus.
Wer sich Marxist-Leninist nennt, der muss sich dieser Komplexität bewusst sein. Es ist absolut unnötig, Russland für seine unterstützenswerte antifaschistische und teilweise antiimperialistische Politik zum „weißen Engel“ zu erheben und die Niederlage des Sozialismus zu „relativieren“! Das ist das Gegenteil von Klarheit und stiftet nur Verwirrung!
Es ist doch ein Unterschied wenn es sich um wissenschaftliche Gesetzmäßigkeiten handelt, der Kampf zwischen Sozialismus und Imperialismus und wer dort auf welcher Seite steht - und - auf der anderen Seite was Kommunisten strategisch und taktisch in ihrem Land tun müssen um für den Frieden und gegen den Faschismus zu kämpfen.
Siqueiros
Anonimo.
RispondiEliminaWeisse Engel gibt es nicht, weder im HimmeL noch auf Erden. Marx und Engels wussten besser Bescheid ueber Imperialismus und Sozialisumus .Dass Russland keinen Sozialismus kennt, aber das Lebensniveau und die Freiheit seines Volkes unter Putin gehoben hat, kann keinsefalls bedeuten, dass es ein imperialistisches Regime ist. Was es auch nicht is. In jedem Fall is Putin ein Verteidigers des Friedens, was in diesen Zeiten hoch geschaetzt werden sollte.
ITALIANO. Non esistono angeli bianchi, nè in cielo nè in terra. Marx ed Engels sapevano meglio la differenza tra socialismo e imperialismo. . Il fatto che la Russia oggi non abbia il socialismo, ma che sotto Putin ha grandemente elevato il livello di vita e la libertà del suo popolo, non può in alcun modo significare che si tratti di regime imperialista. Imperialista dove? In Crimea? IN ogni caso Putin è il massimo difensore della pace, cosa che di questi tempi di lupi deve essere apprezzato su tutto.
Anonimo.
RispondiEliminaWeisse Engel gibt es nicht, weder im HimmeL noch auf Erden. Marx und Engels wussten besser Bescheid ueber Imperialismus und Sozialisumus .Dass Russland keinen Sozialismus kennt, aber das Lebensniveau und die Freiheit seines Volkes unter Putin gehoben hat, kann keinsefalls bedeuten, dass es ein imperialistisches Regime ist. Was es auch nicht is. In jedem Fall is Putin ein Verteidigers des Friedens, was in diesen Zeiten hoch geschaetzt werden sollte.
ITALIANO. Non esistono angeli bianchi, nè in cielo nè in terra. Marx ed Engels sapevano meglio la differenza tra socialismo e imperialismo. . Il fatto che la Russia oggi non abbia il socialismo, ma che sotto Putin ha grandemente elevato il livello di vita e la libertà del suo popolo, non può in alcun modo significare che si tratti di regime imperialista. Imperialista dove? In Crimea? IN ogni caso Putin è il massimo difensore della pace, cosa che di questi tempi di lupi deve essere apprezzato su tutto.
Volevo precisare meglio il mio precedente post. Non discuto il comportamento di Putin, che ha sempre denunciato il clima golpista cheha prtato alla presa violenta del potere dei nazionalisti in Ucraina e dei paesi che lo hanno appoggiato. Merito innegabile. Ha anche avuto pazienza negli sviluppi successivi, anche se, voglio precisare, gli accordi di febbraio (che prevedevano il disarmo di tutte le milizie armate al di fuori dell'esrcito regolare, elezioni dopo tre mesi e governo di riconciliazione) sono state largamente disattese dalla controparte. Ha anche fatto capire agli Ucraini dell'Est che non avrebbe invaso l'Ucraina per difenderli dai fascisti al potere, (e non lo ha fatto) che avrebbero dovuto difendersi da soli, pur inviando degli aiuti umanitari, che ha pur sempre un valore politico (infatti per I democratici USA e UE gli aiuti andavano solo a Kiev, per loro i russi dell'Est potevano anche morire di stenti). Altro merito. Ha forse chiuso un occhio sui quattromila ucrani rientrati armati a difendere il Donbass,( ma su di una massa di 700,000 profughi mi sembrava anche fisiologico e comunque non so quanto rilevante dal punto di vista militare) tuttavia questa tregua e' basata su punti che potrebbero essere non rispettati, come accadde a febbraio, dato che il rapporto di forza, a lungo andare, tornerebbe favorevole al governo antirusso di Kiev, mentre adesso si potevano aprire crepe politiche al suo interno significative. L'occidente non vuole rinunciare alle privatizzazioni e lo sosterra' anche militarmente, forse mi bagliero' ma Poroshenko o chi per lui fara entrare a breve l'Ucraina nella Nato. E probabilmente pacificato con le buone o con le cattive (vi ricordate l'esodo dei serbi da Saraievo dopo la "pace" di Dayton?) costruira' anche quel muro, che ideologicamente vuol dire terra conquistata. Come ha scritto piu' o meno un lettore del manifesto, "in poco piu' di vent'anni il muro di Berlino non e' stato distrutto, solo spostato piu' ad est dalla riva dell'Elba a quella del Don". Certo,si dice, ha per il momento fermato un'altra guerra. Ma non so se un confine fra Donbass e resto dell'Ucraina (ammesso che ci sara', perche' una volta nelle mani di fiduciary UE od Usa, l'integrita' territoriale al contrario di altre situazioni diventera' "irrinunciabile") possa portare piu' divisione od unione fra le forze popolari e lavoratrici che possono opporsi all'imperialismo Ue e Nato. E visto l'andazzo di sanzioni, anche a danno degli stessi paesi UE, e di esercitazioni militari sempre piu' vicine a Mosca, non c'e' da essere tanto allegri.
RispondiEliminacontinuiamo a girare in tondo sicuramente la colpa è mia che non esprimo bene il mio concetto però in una cosa sono stato chiaro ed è negli elogi a Putin certamente antimperialista,sulla Crimea non poteva fare altrimenti,pure col Donbass si è comportato egregiamente non essendo strategicamente vitale avrebbe potuto strafottersene,anzi ,evitando lo scontro ideologico nazi/comunisti ,l'ha usato come arma per mettere in crisi l'alleanza USA/UE e mi pare ci stia riuscendo.Dato che è vietato parlare di comunismo mi sono chiesto se al posto di uno statista illuminato ci fosse stato un Medvedev qualsiasi avremmo ancora un'Ucraina o piuttosto la Libia odierna?
RispondiEliminaAnonimo@ Alex1@
RispondiEliminaC'è poco da obiettare alle vostre dotte e condivisibili osservazioni. Ma, ripeto, al di là di quello che vorremmo che fossero la Russia e, generalmente il mondo, in un'ottica rivoluzionaria comunista, siamo in una fase che ci trova sull'orlo di un baratro, la fine del pianeta, l'olocausto nucleare, che tutto il resto offusca. Chiedere a Putin, che si muove su un tappeto di uova fresche, di spostare la difesa della pace e del diritto internazionale alla costruzione del socialismo, per la quale, poi, non esistono neppure le condizioni di massa e gli strumenti politici, significa non avere una precisione delle condizioni reali. Qui ne va della vita, come sanno i siriani, gli iracheni, i russi d'Ucraina, i libici, i popoli tutti. Primum vivere, poi si vedrà. E per questo non c'è oggi come oggi la Russia di Putin. Quando la casa brucia, si spegne l'incendio, poi si penserà a ricostruirla meglio.
Sono completamente d'accordo con l'ultimo post di Fulvio,in quanto anchio la penso esattamente come lui.
RispondiEliminaun saluto
Alexfaro
alexfaro@
RispondiEliminaTorno a respirare...
....non direi proprio che Hamas&Gaza abbiano vinto...una fionda non vince contro un mitra...se poi guardiamo le macerie e per quanto tempo rimarranno tali...boh...
RispondiEliminaMa chi arma l'isis? Con quali armi? Com'è possibile che un commento di un 5* sia così interessante? Quando in realtà lascia il tempo che trova...
Oggi Obama dice che continuerà a sostenere i ribelli...QUELLI VERI...ma ce ne sono di quelli veri? A me sembra di no...dice che durerà 3anni e oltre...LI SI STA SVUOTANDO DI PERSONE altro che Jugoslavia LI..IN UN MODO..e in Europa? Già ci stanno facendo fuori con tutto il possibile...cibo aria acqua radioattività stress degrado lavorativo e demografico...è tutto così poco chiaro e ambiguo...COMUNQUE RITENGO CHE I PARTITI/MOVIMENTI SI ARROGANO DI SCEGLIERE PER GLI ALTRI ARGOMENTI TROPPO VASTI E DIVERSI TRA LORO determinando un alto grado di superficialità e becero tifo a loro difesa...W L'INDIVIDUALITÀ ALTRUISTA altro che farmi delegare in vece partitica...
Slobbysta
Slobbysta@
RispondiEliminaA me, per la verità, risulta tutto molto chiaro e preciso. Qualche incertezza ci potrà essere sui dettagli.
E poi, per favore, non facciamo di tutta l'erba un fascio. Non vale mai.
Beh se per te è chiaro armare i curdi invisi a turchi i quali sono stati la logistica contro la Siria per questi terroristi ISIS, e tutto sotto il cappello NATO...se far a pezzi e saccheggiare cose millenarie custodite fin oggi ha logiche belliche...boh..ma poi se per te è chiaro che si voti per dar le armi così facilmente...ma poi son un regalo?..un prestito?...un futuro diktat...a me non è neppure chiaro se hanno fatto analisi nel mare dove si son "bonificate" le armi chimiche, e se l'hanno fatto veramente (senza supervisione russa?)
RispondiEliminaÈ talmente confuso il tutto che i media ieri appoggiavano i terroristi e oggi li combattono..e non si vergognano neppure di questa "svolta"...le teste rotolano...senza ghigliottina...e le chiamano rivoluzioni...si però..a pagamento!...e questo Qatar che finanzia.. nessun embargo? Perché?
A segmenti è facile raccontarla...ma poi ti domandi...se Putin sua davvero in grado o faccia il sornione in stile Kursk...e se quello strano bombardamento di "meteoriti" (plasma?) sia gioco forza, una dimostrazione di superiorità tecnologica...in fondo basta la frequenza giusta e si sollevano tonnellate con un dito...ECCO COSA NON HO CAPITO...QUESTO CENTELLINARE NEL MEDIOEVO-MODERNO...tra una verità e molte bugie..con stima Slobbysta
Beh se per te è chiaro armare i curdi invisi a turchi i quali sono stati la logistica contro la Siria per questi terroristi ISIS, e tutto sotto il cappello NATO...se far a pezzi e saccheggiare cose millenarie custodite fin oggi ha logiche belliche...boh..ma poi se per te è chiaro che si voti per dar le armi così facilmente...ma poi son un regalo?..un prestito?...un futuro diktat...a me non è neppure chiaro se hanno fatto analisi nel mare dove si son "bonificate" le armi chimiche, e se l'hanno fatto veramente (senza supervisione russa?)
RispondiEliminaÈ talmente confuso il tutto che i media ieri appoggiavano i terroristi e oggi li combattono..e non si vergognano neppure di questa "svolta"...le teste rotolano...senza ghigliottina...e le chiamano rivoluzioni...si però..a pagamento!...e questo Qatar che finanzia.. nessun embargo? Perché?
A segmenti è facile raccontarla...ma poi ti domandi...se Putin sia davvero in grado o faccia il sornione in stile Kursk...e se quello strano bombardamento di "meteoriti" (plasma?) sia gioco forza, una dimostrazione di superiorità tecnologica...in fondo basta la frequenza giusta e si sollevano tonnellate con un dito...ECCO COSA NON HO CAPITO...QUESTO CENTELLINARE NEL MEDIOEVO-MODERNO...tra una verità e molte bugie..con stima Slobbysta
Slobbysta@
RispondiEliminaIl fatto che tu sia confuso non significa che l'imperialismo e i suoi surrogati non abbiano le idee chiarissime. E' una vita che cerco di spiegarlo.Basta seguire la via delle armi e dei soldi. E leggere qualche documento, come il PNAC.