“Non è la guerra di Israele, è la vostra
guerra, è la guerra della Francia, perchè è la stessa guerra. Perché se
riescono qui, ed è Israele ad essere criticata e non i terroristi, e se non
siamo solidali, allora questa peste di terrorismo verrà da voi. E’ una
questione di tempo: verrà in Francia!” (Netaniahu, agosto 2014)
“Di uno dei kamikaze di Parigi è rimasto solo
un dito. E tutti stanno guardando quello” (www.spinoza.it, Il Fatto Quotidiano)
“Per sconfiggere l’Isis dobbiamo
bombardare i curdi” (Erdogan). “Per sconfiggere l’Isis dobbiamo eliminare
Assad” (Hollande). “Per sconfiggere
l’Isis dobbiamo distruggere la Siria” (Obama). “Per sconfiggere l’Isis dobbiamo bombardare l’Isis” (Putin)
Il post-Parigi
Torme di morti viventi che avanzano, ti circondano, ti
vengono addosso, ululano, guaiscono, miagolano, sbavano, singhiozzano,
ruggiscono, digrignano i denti, emettono borborigmi rivoltanti. Non è un film.
Sono i cronisti e i commentatori della stampa d’Occidente che, come ti mordono,
diventi come loro. Come si dice a Blob? E’ la cosa più orribile che abbia mai
visto.
L’alfa e l’omega
Moshe Ya’alon, testa militare dell’idra israeliana, braccio
destrissimo di Netaniahu, è la gallina che ha cantato per prima. Non s’era
ancora spenta l’eco delle mitragliate nel Bataclan, che l’energumeno ha
indicato l’obiettivo principale dell’operazione: “In Europa i diritti umani devono
sottostare alle esigenze della sicurezza. Dobbiamo intercettare tutte le
comunicazioni, stringere tutti i controlli, porre poliziotti davanti a ogni
esercizio pubblico. Dobbiamo seguire l’esempio degli Usa dove, dopo l’11
settembre, la sicurezza ha prevalso su ogni altra considerazione. Detto
da uno dei massimi esperti nell’annientamento di diritti umani e relative vite.
Ma non sono solo gli spurghi di questo nazisionista a far correre il pensiero
da Parigi a Tel Aviv.
E’ l’espressione più recente del genocidio strisciante
palestinese che dura da settant’anni, altro che i dieci del nazismo. Di fronte
al quale spunta la domanda maliziosetta del perché mai i jihadisti, che pongono
da sempre Israele in cima agli infedeli da liquidare, non si siano mai sognati
di fare anche solo uno sgambetto a qualche rappresentante del nemico principale
a casa sua (occupata). Hanno, sì, ammazzato ebrei, ma mai in Israele. Che potrà
sacrificare suoi correligionari nei paesi “infestati da antisemitismo” e mai
sufficientemente a fianco dello Stato ebraico, ma deve pur rassicurare i propri
cittadini sulla propria indefettibile sicurezza.
Ottobre-15 novembre: Netaniahu e i suoi jihadisti ammazzano
80 civili palestinesi. Fanno a gara con i compari di Parigi (e di New York,
Londra, Madrid, Sinai, Beirut, Ankara, Siria, Iraq, Yemen, Somalia,
Afghanistan, Nigeria…). Viene abbattuto sul Sinai il Boeing russo e muoiono 224
civili. A Beirut esplodono bombe nei
quartieri sciti e muoiono 41 civili. Duemila sono i morti dei bombardamenti
sauditi in Yemen, facilitati dalle armi che Finmeccanica e Renzi vendono a
Riyad. Sono 250mila le vittime, insieme a 11 milioni di profughi interni ed
esterni, di cinque anni di guerra alla Siria. Sono 2, 5 milioni le vittime
delle guerre Nato-Golfo in Iraq. E poi Afghanistan, Pakistan, Somalia, Libia,
Palestina, Sahel invaso dalla Francia, paesi latinoamericani destabilizzati… Lumini,
pianti, gigantografie, cordoglio universale, inni, riti e liturgie, ai primi.
Silenzio, indifferenza, (soddisfazione?), per tutti gli altri, con molti più
bambini e donne, con un oceano di distruzioni e devastazioni.
La Marsigliese, cantata a petto in fuori da
mandanti, sicari e masse di poveretti lobotomizzati, ha fatto risuonare in
Mali, Niger, Ciad, RCA, Costa d’Avorio, Libia, Siria, Iraq, liberté, egalité e fraternité sotto forma di esclavage, racisme, colonialisme..
E poi rompono i coglioni alle comunità islamiche, prime
vittime sia dei loro correligionari mercenari, sia dell’Occidente che questi ha
reclutati, perché non si manifestano abbastanza duri contro gli islamisti. Non
sarà perché i musulmani non mercenari dell’impero hanno capito benissimo chi fa
gli attentati? Infine tutto il mondo
proclama Je suis Paris (come prima,
quando si è autoinsultato chiamandosi Je
suis Charlie). Ovviamente tutti si sentirebbero come chi finisce in costume
da bagno in una messa cantata se dicessero anche Je suis Beirut, Je suis Ramallah, Je suis Damas, Je suis Sanaa…..
Insegnanti di
terrorismo. In Israele e da noi.
Il sasso nell’acqua e
i suoi cerchi
Il metodo scientifico che non ammette refutazioni è quello
storico. Allora vediamo la storia dei grandi attentati terroristici, da Pearl
Harbour all’11 settembre, da Piazza Fontana alle armi chimiche turche in Siria
e se tre indizi fanno una prova, che prova fanno 100 indizi? L’altra chiave di lettura irrinunciabile e
quasi sempre inconfutabile, è il cui
prodest. Vediamolo, uno per uno, relativo a Parigi uno e due.
Si rinfocola lo scontro di civiltà tra Occidente civile e
Islam e Sud del mondo incivile. Si alimenta la paura dei popoli, funzionale
alle guerre di aggressione fatte passare per difesa, e all’ulteriore stretta
verso Stati di polizia. Patriot Act,
stati d’emergenza (e dunque commissari di regime al posto di
rappresentanti del popolo (vedi Renzi a Roma e ovunque), legge marziale e
riforme reazionarie della Costituzione (vedi Renzi) garantiscono la
sorveglianza totale e mezzi di annientamento delle insubordinazioni sociali,
della privatezza e della libertà d’espressione. Una prima applicazione nel dopo-attentato è stata l’occupazione
militare del quartiere di St.Denis. Stato d’assedio nei confronti dei suoi cittadini,
una popolazione multinazionale giovane vivacissima, contestatrice, non certo
scelta a caso perché da anni, con la sua popolarissima università, focolaio di
idee e di movimenti, costituisce una spina nel fianco della Parigi da
normalizzare. L’assalto al presunto covo, le bombe, la sparatoria, il
terrore degli abitanti, i morti, i feriti, la gente costretta in casa, mezzi
blindati dell’esercito, delle forze speciali e della polizia, elicotteri ad
altezza di finestre, morte ventilata dai gendarmi a chi usciva di casa, irruzioni
e perquisizioni dove capita. Prove di dittatura, prove di colpo di Stato, prova
di quello che ci attende tutti. Già si era visto a Boston, col pretesto delle
bombe alla maratona. Per alcune settimane la città sembrava un quartiere di
Baghdad nel 2003. Da noi queste cose le abbiamo incominciato a vedere nella Val
di Susa.militarizzata.
Tempestivo e chiarissimo il nostro procuratore antiterrorismo Franco Roberti: “Dovremo cedere pezzi della nostra libertà”.
Del poco che ancora rimaneva dopo l’avvento del golpista di Rignano. Creando e
anfetamizzando l’odio razziale, tipo Salvini e Le Pen, si lacera il tessuto
sociale e si atomizzano gli individui e
si perfeziona il regno delle diseguaglianze. Si offrono opportunità di
controllo sociale e demolizione dei diritti agli europei amici che, subito, ne
approfittano per eclatanti sospensioni di partite (Hannover), terrificanti allarmi
bomba a gogò, aerei dirottati. Si mettono in un angolo i governi riluttanti
alle avventure militari e relative spese (Germania, Italia, Spagna, europei
minori). Si neutralizza il monopolio
della Russia, unico efficace e sincero combattente contro il terrorismo, che ha
sparigliato l’intera scena mediorientale e ha alterato l’equilibrio geopolitico
mondiale, gettando gli Occidentali nel panico e nell’isteria.
Si distrae sia dal molto sospetto abbattimento del Boeing
russo sul Sinai, sia dal terrorismo USraeliano sempre più evidente all’opinione
pubblica (la crocchia dirigente francese è in gran parte correligionaria degli
israeliani: Hollande, Fabius, Sarkozy, Royal e così l’élite intellettuale,
Bernard Levy, Glucksman…). Si giustifica il riarmo che rafforza il complesso
militar-industriale a scapito di altre economie e industrie che prosperano sui
rapporti pacifici. Si fa una pera di sangue all’anemico presidente francese che
può gonfiare e lepenizzare i suoi gracili muscoletti in vista della prossima
tornata elettorale. Poi, per coprire l’evidente collusione con gli attentatori,
evidenziata dalle quasi 4 ore di licenza di uccidere concesse in piena Parigi
prima dell‘intervento della polizia, si organizza una canizza due giorni dopo,
in un quartiere di fermenti sociali e culturali, dove la polizia, uccidendo
“terroristi” e anche passanti, può ricuperare la faccia perduta.
Si criminalizza la vasta comunità immigrata araba e ci si prepara
a espulsioni e a chiusure delle frontiere ai rifugiati. Si impone a un’opinione
pubblica, riottosa ma domata, l’accettazione del TTIP (trattato di libero
scambio Usa-UE) e del TISA (accordo per la privatizzazione di tutti i servizi),
che eliminano i residui delle sovranità nazionali e popolari e sanciscono la
dittatura dei poteri economici di cui i
gruppi dirigenti euro-atlantici sono l’espressione. E visto che i terroristi
imperversano e si moltiplicano in internet, si potrà disciplinare questo
estremo strumento di libertà e permettere ai service, Google, Yahoo, Facebook,
Twitter, eccetera, di spiare per i regimi i propri clienti. E, come ciliegina
su questo tiramisù del tecno-nazismo, si riabilitano, per la proprietà
transitiva, i portavoce più volgari e razzisti del sionimperialismo, Charlie
Hebdo, che avevano appena sconcertato l’umanità perbene con queste oscene
vignette sull’abbattimento dell’aereo russo. Sono quelli che Hollande chiama “i
nostri valori”.
Le
didascalie: 1) I rischi del low cost russo; 2) L’aviazione russa intensifica i
bombardamenti. Uguali alle vignette anti-ebrei dei nazisti.
Repetita juvant
Un ulteriore criterio per smascherare la strategia delle False Flag, ormai strumento prevalente
per le guerre esterne e interne, è la pedissequa ricorrenza di elementi di
continuità. Ogni volta c’è chi fornisce preavvisi degli attentati.(a Parigi, la
comunità ebraica, i servizi sauditi e iracheni). Poi si denunciano “le falle”
negli apparati e sistemi di sicurezza. Così si giustificano ulteriori misure
fasciste e si preme su governi non
adeguatamente militanti a schierarsi con maggiore decisione. Ogni volta si
uccidono (anche quando già catturati, come Coulibaly nel negozio Kosher), o
muoiono, tutti gli attentatori, che però si fanno identificare da documenti
personali fortuitamente lasciati sul posto (magari lindi e integri nel taxi
della fuga, o in mezzo alla Torri polverizzate). Poi si procede a largo raggio
per schiacciare ogni velleità politica
delle comunità immigrate attraverso
retate a casaccio di loro membri. Integralisti islamici saputi devoti ai rigori
dei loro costumi e pronti alla partenza per il paradiso, si scoprono
puttanieri, giocatori d’azzardo, bevitori, frequentatori di ambienti equivoci (i
presunti piloti dell’11 settembre), o malviventi e spacciatori (la “cellula”
belga degli attentatori).
I più collaudati servizi di intelligence e sorveglianza
delle maggiori potenze si scoprono ciechi, muti e sordi (e dunque vanno
rafforzati), mentre certe forze di polizia assistono passive all’azione di
Charlie Hebdo, o arrivano quattro ore dopo l’inizio dell’operazione, a strage
compiuta, nelle zone a maggiore vulnerabilità (1 poliziotto davanti al giornale
più inviso ai musulmani, due poliziotti davanti al Bataclan, proprietà di
ebrei). Ogni atto di terrorismo in Occidente ha favorito guerre d’aggressione.Tutti
i grandi attentati, dalle Torri Gemelle al Pentagono, da Piazza Fontana alla
Maratona di Boston, da Charlie Hebdo alla stazione di Bologna, all’operazione
Northwoods, che doveva attribuire a Cuba bombe negli Usa e abbattimento di
aerei Usa pianificati dal Pentagono (e che Kennedy stoppò, in un anteprima del
dissidio di oggi tra circoli militaristi e opzioni soft di destabilizzazione),
da Londra 2005 a Madrid 2004, rivelano all’analisi più superficiale
manipolazioni di fatti, baggianate tecniche e strumenti umani inconsapevoli o
manovrati, tutto regolarmente soppresso da investigatori e media di regime.
I convenienti tabù
degli utili idioti e amici del giaguaro
A questa fenomenologia
dei terrorismi di Stato danno una mano preziosa, atta a narcotizzare eventuali perplessità
delle opposizioni politiche e sociali, i tabù Nato e False Flag delle sedicenti sinistre. I volumi di prove
all’incontrario dei più autorevoli esperti della materia, dei tecnici, degli
storici, degli investigatori indipendenti, non hanno accesso alle dichiarazioni
e pubblicazioni di politici e media di “sinistra”, in perfetta sintonia con
l’occultamento che ne fanno i regimi e loro mezzi d’informazione. E, si sa,
queste unanimità servono al più forte e minchionano il più debole. Qualcosa che
vada oltre il dubbio traspare dai Cinque Stelle, ma anche questo viene rigorosamente
dribblato nella pubblicistica di “sinistra” e nei suoi microrganismi
recentemente proliferanti, da Sinistra Italiana ai sinistri radicali, da
Coalizione Sociale ai mille partitini comunisti rifondati, dai guru di pace,
nonviolenza e antifascismo. E a questo proposito, è discutibile la pressione
del M5S, che pure coraggiosamente e da solo entra in campo in difesa della
Siria e contro le guerre, quando accredita la fondatezza dei propositi di
regime per un potenziamento degli organi di controllo e sicurezza: Abbiamo più polizie e il più alto numero di
agenti rispetto alla popolazione di tutta l’Europa. E il loro comportamento
in ordine pubblico, affine a quello impiegato negli Usa contro neri e
manifestanti, fa sembrare eserciti della salvezza le forze dell’ordine in tutta
Europa e soprattutto in Russia.
Neanche la più
efferata dimostrazione di aggressività della Nato, come la superfetazione di
basi inquinatrici e omicide, o la recente esercitazione Kolossal “Trident
Juncture 15” di prova alla guerra in Africa, Medioriente e Russia, ha fatto
entrare nei proclami e programmi di anche una sola conventicola della “nuova
sinistra” un accenno di messa in discussione del principale apparato della
globalizzazione militare e totalitaria. Neanche la montagna di serie confutazioni, da centinaia di fonti di
indiscutibile competenza, di questo o quest’altro episodio di terrorismo, ha
mai avuto ospitalità nel “manifesto”, o nella saggistica dell’intellighenzia di
sinistra. Una ininterrotta successione di false bandiere, di
provocazioni di Stato storicamente
dimostrate e anche riconosciute, perfino ammesse ed elogiate da un nostro Capo
di Stato, Cossiga, qui non ha prodotto altro che diffamazione e
ridicolizzazione dei “dietrologi” e “complottisti”. Utili idioti, questi fideisti delle sacre
tavole della disinformazione, o amici del giaguaro? Fate voi. Per me giocano
tutti nella stessa squadra.
Sono strabilianti,.dopo anni di finte incursioni anti-Isis e
di vero supporto all’Isis della coalizione occidentale, le vittorie
diplomatiche e militari della Russia e dei relativi alleati in Siria e Iraq.
Sottaciute dai media di ogni colore, come la conquista della base aerea di
Aleppo, lo sfondamento verso Palmira, i missili Cruise dal Mar Nero al centro
di Raqqa, o l’avanzata irachena nell’Anbar. In compenso viene esaltata la conquista di Sinjar da parte
dei curdi iracheni, armati dagli Usa e protetti da Israele che, come i curdi di
Siria, pure armati dagli Usa, si stanno appropriando di territori arabi, fuori
dal Kurdistan, funzionali al piano USraeliano di frantumazioni delle
nazioni arabe. Con grande irritazione di Erdogan e del suo piano di una zona
cuscinetto per contenere i curdi e strappare territorio alla Siria. Quella
zona, nei piani israelo-occidentali, è già dei curdi.
La crepa nell’imperialismo.
Con la sua mossa del cavallo il migliore scacchista del
torneo ha messo sotto scacco il re. Cosa può fare il re a questo punto? Ha due
possibilità. O mobilita pedoni, torri, regine e li scaglia contro l’avversario
e i suoi pezzi. Eliminazione di Assad e squartamento di Iraq e Siria, con, a
rischio di una conflagrazione generale, la messa in riga di Russia, Iran,
Libano (vedi bombe di Beirut) e arabi
ancora vivi. Oppure sospensione della partita in attesa di tempi migliori,
magari dopo che qualche altro eccidio di russi attribuito all’Isis ammorbidisca
quello che, comunque, resta il nemico pubblico numero uno.
C’è il cambio di rotta dell’accordo di Vienna, dove i 5+1
hanno dovuto piegarsi al piano russo-iraniano di tregua (come a Minsk) e di
dialogo con le opposizioni siriane non terroriste (io stesso a Damasco le avevo
incontrate nella persona di un vescovo maronita, leader della maggiore
formazione non asservita all’imperialismo e ai petrodittatori, favorevole a una
modifica della costituzione, ma anche alla permanenza di Assad). Hanno accantonato
annosissimi progetti di distruzione della Siria, accettato il periodo di
transizione, con Assad, e poi si vedrà alle successive elezioni. C’è il G20 con
l’inusitato testa a testa confidenziale di Putin e Obama. Si confermano così le due linee d’azione che
dividono i guerrafondai dai diplomatici. Da un lato chi, vista la prospettiva
di una sconfitta di Daish e Al Nusra per mano russo-iracheno-siriano, vuole
scatenare l’inferno di una guerra terrestre di Golfo e Occidente contro Assad,
facendo finta di avercela con i terroristi, sapendo benissimo che l’unica forza
militare efficace sul terreno contro l’Isis e Al Nusra è l’esercito patriottico
con i suoi alleati. Dall’altro, sempre alla luce della debacle dei propri
mercenari, chi pensa di guadagnare tempo accettando la mediazione dei difensori
della Siria.
L’asse Israele-Francia (il primo al perseguimento del Grande
Israele, la seconda per riprendersi le vecchie colonie) è integrato da Cia,
Pentagono, cioè complesso militar-industriale,Turchia, mallevadori di Daish nel
Golfo. L’asse Russia-Iran-Baghdad-Damasco-Hezbollah, vittorioso sul campo, vede
confluire nella sua proposta di soluzione politica i Brics, gran parte del Sud
del mondo, paesi europei come Germania, Italia, Spagna e perfino il parlamento
britannico che ha negato a Cameron l’intervento di terra. Ha voglia il patetico
personaggetto di Parigi a urlare “Allons
enfants à la guerre”, e a spedire i suoi Rafale a bombardare edifici vuoti a Raqqa (così è stato filmato). C’
è anche da noi tal Ammiraglio Di Paola, palafreniere del Pentagono. Appuntatosi
sul petto di ministro della Difesa il genocidio libico, sgarra dalla linea
italiana e, infilatosi il pugnale tra i denti, perora che non ci si limiti alla
“solidarietà” parolaia con Parigi e si vada giù di brutto contro Assad. Come
minimo otterrà gli F35 e qualche miliardo in aggiunta agli 80 che sottraiamo
giornalmente a pensioni, salari di miseria, scuole e ospedali.
Chi decide la partita sono i missili russi che, il giorno
dopo l’attentato, hanno frantumato a Raqqa centri di comando e colonne di
rifornimenti. Mentre John Kerry a Vienna,,preso
pragmaticamente atto del nuovo rapporto di forze, fraternizzava apertamente con
il ministro degli esteri russo, Lavrov, e ne elogiava il piano politico, mentre
Obama si isolava con Putin ad Ankara e ne usciva parlando di “incontro
costruttivo”, sottolineando il “ruolo positivo della Russia in Siria”, i
generali a Washington, futuri presidenti e amministratori delegati delle
società degli armamenti, sputavano fiamme contro la Russia. Il ministro
della guerra e dell’industria militare, Ashton Carter, definiva per l’ennesima
volta la Russia “una minaccia globale” al pari dell’Isis e chiamava
l’intervento di Mosca “benzina
sull’incendio siriano”. Lo stesso capo di stato maggiore, generale Joseph
Dunford, anatemizzava la Russia come “minaccia esistenziale agli Stati Uniti”,
affermazione che il portavoce di Kerry ripudiava. Ma che viene condivisa dalla
candidata presidenziale preferita dai nostri “sinistri”, Hillary Clinton, la
belva del genocidio libico.
Significativo nel
contesto di queste divergenze, l’appello a partecipare alla sua guerra che
Hollande ha lanciato all’Europa, non alla Nato, mentre entrambe hanno clausole
che impongono la partecipazione di tutti alla difesa del membro “aggredito”
.Appello che ha scarse possibilità di essere accolto, se non da attori minori
come i baltici, l’Ucraina, la Polonia, la Grecia, ora entrata in simbiosi militare
con Israele. Non per nulla, dopo che Putin aveva puntato il dito contro certi
commensali del G20, dicendo che ben 40 paesi alimentano e sostengono l’Isis
(turchi, israeliani e tagliateste del Golfo fischiettavano, facendo finta di
non sentire), ecco che gli schermi tv e i fogli di regime europei, anziché indignarsi,
ci rovesciano addosso pensose riflessioni sull’anomalia che nostri alleati, da
noi riforniti di armi, abbiano potuto approvvigionare la “massima minaccia alla
civiltà occidentale”. C’è motivo di sospettare che l’evidenza della sinergia
Golfo-Israele-Turchia-Daish, da noi denunciata e documentata mille volte,
grazie a Putin abbia costretto a questa clamorosa virata buona parte dello
schieramento anti-Assad. L’asse del rifiuto alla guerra aperta ne esce
rafforzato. Altra affermazione dell’azione russa.
Chi decide sta in
alto e si vede poco
Qui non si sta argomentando che gli Usa, Obama, i poteri
economici che guadagnano più dalla conquista economica che dalle guerre, siano candidi angeli della
pace e della rinuncia al dominio. L’obiettivo strategico della dittatura
economica, politica e militare sul mondo
accomuna tutti perché è dettato dal vertice di una piramide della quale
tutti, dell’una linea, o dell’altra, sono i mattoni, seppure conniventi-confliggenti.
La differenza sta nel metodo. L’accordo sul nucleare con l’Iran, il connubio
con Cuba nel segno della restaurazione capitalista, Aung San Suu Kji coalizzata
con i tanto detestati generali e, ora, il riconoscimento del ruolo russo,
rappresentano il prevalere dell’opzione dell’infiltrazione e
dell’accerchiamento, sempre a scopo di regime
change ovviamente, come in altre occasioni le rivoluzioni colorate.
Si vorrebbe concludere che poté più il capitalismo
neoliberista che i marines, la guerra sporca, la destabilizzazione strisciante
che i colpi di Stato militari e l’invasione-occupazione. Costano di meno, cosa
di cui Obama e il suo retroterra bancario-petrolifero devono tener conto, anche
perché alla Fortezza Bastiani statunitense non si affacciano i tartari, bensì
50 milioni di poveri, un apparato produttivo in disarmo, una marea di disoccupati,
un debito stellare e intorno alle metropoli si addensano minacciose le
baraccopoli e tendopoli di milioni di senzatetto, senza sanità, senza speranza.
Forse, si teme, non basteranno i droni assassini, i poliziotti serialkiller, i
campi di concentramento allestiti in tutti gli stati dell’Unione a trattenere
chi, da ulteriori guerre, verrà buttato oltre i margini della sopravvivenza.
In ogni caso deciderà la Cupola, la criminalità organizzata
finanziaria. La crepa non sarà facile da rinsaldare. Sta a noi, all’umanità,
allargarla a voragine. Per questo va fatto chiarezza sul terrorismo e va
sostenuta la Russia.
bellissimo,se ne avessi la possibilità ne farei un ciclostile come si faceva una volta da affissare in ogni angolo di strada che pure i muri possano leggerlo
RispondiElimina“Grattez le russe et vous verrez le tartare” Questo detto di qualche secolo fa, in voga nella “civile” Europa e citato da Dostoevskij ne l'Adolescente, a oggi non è cambiato di molto. Quando si parla di Russia nelle strade e nei bar inevitabilmente l'accento si storpia in maniera indecente, mentre al contrario di rado mi accade di sentire la voce doppiata di Stanlio e Ollio accompagnare i discorsi su USA e GB, piuttosto che quella doppiata di Clouseau accompagnare un discorso sui cugini d'oltralpe: un'Italietta provinciale, con cui mi scontro tutti i giorni e a cui piace crogiolarsi nei luoghi comuni, prigioniera di un immaginario che mischia reminiscenze di guerra fredda reaganiana da Chuck Norris a Ivan Drago con novelle icone delle biondone facili e dei macchinoni mafiosi coi vetri scuri e il cannone facile. Eppure, i fatti delle ultime settimane sono talmente tanti e tali che questa Italietta, questo “volgo disperso repente si desta, intende l'orecchio, solleva la testa” (Perché con l'età devo dare sempre più ragione al Manzoni che avevo così imparato bene a detestare alle medie e alle superiori?). L'intervento russo in Siria non è passato inosservato, così come non è passato inosservato l'intervento di Putin all'ONU. Vagonate di fango mediatico, immediatamente sparse ai quattro venti, non sono bastate a seppellire l'evidenza dell'unica azione efficace contro Isis e Al Nusra (pardon, le “opposizioni”) dopo anni di bombardamenti al nulla (o a ospedali e civili inermi) e la realtà di un'accusa che qui, hai ragione purtroppo tu Fulvio, anche i cosiddetti compagni han paura a denunciare (mi sforzo di considerarli in “buona fede”). Varrebbe ogni tanto ricordare le parole di Vjaceslav Molotov, pronunciate il 22/6/41 in una delle pagine più difficili dell'URSS, costata 20 milioni di morti che nessuno ricorda, parole non a caso riprese recentemente e gridate a gran voce dai miliziani del Donbass: Наше дело правое. Враг будет разбит. Победа будет за нами! La nostra Causa è giusta. Il nemico sarà battuto. La vittoria sarà nostra!
RispondiEliminaPaolo Selmi
Sulla questione del potenziamento degli "organi di controllo e di sicurezza", è da verificare se questo possa essere utile ad avere influenza politica in quest'ambito. Capiranno essi da dove viene l'oppressione da mettere in discussione?
RispondiEliminaGrande articolo, che mantiene lucidita' e che dimostra come questo attentato capita a fagiolo per abituare l'opinione pubblica a sopportare limitazioni all'interno, se e' vero che il presidente francese Hollande ha ordinato il coprifuoco in varie citta' come mai avvenuto a che mi risulti dai tempi della seconda Guerra mondiale. Nessun attentatore catturato vivo, arrestati di cui non si conosce il numero ne' l'identita'. Tutto sembra preparare ad una forte repressione interna a livello europeo, e di esportazione della guerra all'esterno. Peccato che I M5s ed altri della sinistra pseudoalternativa hanno evidenziato che, "non c'e' sicurezza", offrendo indirettamente un appoggio ai militarizzatori...
RispondiEliminaUnGrazie Fulvio per quello che fai. Ti leggo sempre e sono d'accordo su tutta la linea. Un abbraccio ed un caro saluto.Fabio da La Spezia ( spero ti ricordi di me)
RispondiEliminaBravo alex1.Coprifuoco in certi quartieri decisi arbitrariamente,rastrellamenti,presidi in armi da tutte le parti,poteri speciali,stato di emergenza,controlli sugli spostamenti,alle frontiere.Qualcuno si vuole svegliare? E rendersi conto che questa ha un nome solo :prova generale di golpe.Un golpe tecnocratico e finanziario e' gia' avvenuto,ora si sta provando la forza poliziesca e militare per tenere sotto controllo chi in futuro osera' contestare il nuovo ordine mondiale,che non e' la spectre dei rettiliani .E' molto piu' prosaicamente il superstato dominato dai grandi interessi delle corporation e delle classi piu' ricche con l'intreccio mortale tra europa ed usa sancito dal TTIP.L'alleanza militare e' gia' ben collaudata nei vari criminali interventi di usisraele e nato,basta scagliarla contro le proprie popolazioni.Che addirittura,istigate dagli scribacchini e dai teleimbonitori di odio e di paura,ne invocano la protezione.Gettandosi in un abbraccio mortale.
RispondiEliminaLungi da me l'idea che l'isis non vada combattuto,ma a questi sostenitori dello stato d'emergenza permanente non frega proprio niente di combattere l'isis.Interessa invece il controllo assoluto sui propri sudditi.Ci vogliono fare diventare gli stati uniti d'europa,una fotocopia di quella criminale dittatura che si nasconde sotto la maschera della falsa democrazia.In mezzo a tutti gli inganni ,mai visti nella storia(e sono innumerevoli)questo forse e' il piu' grande :pretendere che gli usa siano una democrazia.
Luca.
Volevo segnalare un vergognoso articolo dello sciacallo Aldo Grasso sul Corriere della Sera che attacca Fiorella Mannoia per le sue parole sulle stragi e le responsabilita' dell'occidente che conclude "Credere di parlare per le vittime ed I poveri solo perche' si e' vittima delle povere idee".
RispondiEliminaPer il resto Obama ha detto che "Bisogna concordare l'uscita di Assad in Siria e l'instaurazione di un governo provvisorio che porti alla fine del regime, per far finire la Guerra civile, altrimenti la Guerra civile non finira'". Chiarissimo. Tradotto, rovesciare il regime diplomaticamente (con le buone), o con la Guerra civile (con le cattive) intendendo appoggiare I terroristi o jihaddisti fino alla presa di Damasco. Allora gli attentati di Parigi sono solo colpa di alcuni pazzi usciti dale moschee o possono essere interpretati come un "messaggio" a chi pensa di non condividere una certa linea antisiriana, visto che finora la Siria ha resistito contro le aspettative dei suoi demolitori? ed il discorso di Nethaniau non puo' essere preso come una velata minaccia? O sono il solito complottista?
Disinformazione imperante:
RispondiEliminahttp://www.lastampa.it/2015/11/22/esteri/chi-davvero-al-fianco-di-isis-ecco-tutte-le-accuse-incrociate-D0eQsYN9JT0hlezc4pEkHJ/pagina.html
Dopo aver ascoltato Fiano a "La Gabbia" ed aver letto le menzogne di Molinari su "La Stampa" ho deciso di sostenere con un bonifico Pandoratv. Usraele & co hanno dovuto cambiare strategia dopo l'intervento di Putin. Hanno spostato i loro mercenari in Europa, per punirci e terrorizzarci. Ma lo scopo principale è ridurre la libertà di pensiero, associazione e libera informazione. È la precondizione per attuare la loro futura strategia.
RispondiEliminaImpediamoglielo!
Ludovico
Grazie Fulvio come tutti i tuoi articoli fa ragionare e fa davvero informazione.
RispondiEliminaTi seguivo già con simpatia quando intervenivi su rai3 col tuo cane Nando.
Volevo chiederti, data la tua enorme e approfondita esperienza, perché non pubblichi un libro in cui spieghi le dinamiche e la gestione del potere e come difendersi dalla disinformazione o malainformazione?
Anonimo. Già fatto, inserito in libri che abbracciano anche altri temi.
RispondiEliminaTrovi l'elenco dei libri su www.fulviogrimaldicontroblog.info
Ancora una volta la radio nazionale fa stomacare di propaganda anti islam. Su "Zapping", in presenza del rabbino Di Segni e dell'imam della moschea di Roma, un ascoltatore chiede "Ma questi attentatori siamo sicuri che siano islamici? Sono veri islamici o finti islamici, se si considera che basta urlare "Allah e' grande" per..."...a questo punto il conduttore agitato ed in chiaro imbarazzo dice "non lo dica! non lo ripeta! Piuttosto rivolgiamo questa domanda al rabbino Di Segni (!)..." risposta flemmatica del rabbino che dice :"Sono islamici che applicano in maniera esasperata I dettami della loro religione e che vogliono imporli a tutti con la violenza...il loro obiettivo e' quello di mettere sotto attacco I nostril valori, I valori occidentali". Ovviemante al conduttore non e' nemmeno venuto in mente di ricordare che il numero maggiore di vittime dei quei terroristi, islamici o no che siano, sono state proprio le comunita'musulmane, e non nel "progredito occidente" ma nelle "dittature arabe" di Libia, Siria ed Iraq. Adesso sento la canzone "rocking rolling" di Scialpi e mai mi e' sembrata piu' adatta di oggi, ragazzi rinchiusi in un metro' fermo che vogliono suonare per sopravvivere al silenzio. Il silenzio delle citta' come ieri Parigi e Bruxelles, blindate dai robocop in tenuta da guerra con i mitra a tracolla ed il dito pronto sul grilletto.
RispondiEliminaIl sospetto, però, è che costoro non puntino in realtà alla militarizzazione e alla repressione del dissenso. A questi non gliene frega niente del dissenso, anche perché l'età avanzata delle popolazioni europee non consente di arrivare a una massa critica. Lo dimostra la Grecia, che ha subito senza reagire (e i greci non sono mammolette).
RispondiEliminaQuello che interessa davvero è il business della sicurezza, un business colossale buona parte del quale è in mano ad Israele: dai metal detector alle armi non letali alla cybersecurity, immaginate i Paesi europei i soldi che tireranno fuori. Infatti, già si parla di sforare i parametri con le spese sulla sicurezza. Una pappatoria da leccarsi i baffi.
Barbara#
RispondiEliminaVecchiaia o non vecchiaia, la Grecia ha dimostrato come si possa resistere per 4 anni a ogni genere di violenza, rispondendo come si deve. Ce ne fossero.
Chi li ha fottuti è il traditore infiltrato dal nemico.
E come volevasi dimostrare ecco un atto di guerra targato nato . A chi ?All'isis?Ai paesi che lo finanziano ?Ovviamente no.Alla Russia che lo combatte.E dalla ue un bel premio di 3 miliardi di euro alla Turchia.Intanto si sforano allegramente i patti di stabilita'.Per cosa?Per le pensioni ?Per la sanita' pubblica?Per i bambini europei a rischio di poverta',in crescita in questa radiosa seconda decade del terzo millennio ?Per i pazienti greci rimasti senza cure oncologiche col bastardo,quello non islamico ma teutonico,in carrozzina che digrignava i denti ad ogni ipotesi di accordo economico ?Ovviamente no.Per uno stato d'assedio da golpe di Pinochet.Con grandi applausi delle camere riunite alle stesse autorita' che dovevano garantire la sicurezza.Anziche'cacciarli a pedate,un ghigno tra il commosso ed il bellicoso studiato da tempo da esibire su quel culo che chiamano faccia ,mano su quella pietra trapiantata su quello che negli umani e' il cuore mentre con la boccuccia stretta cantano l'inno nazionale.E milioni di coglioni li imitano,senza chiedere conto a quei cantori ,presidenti e ministri,delle falle dei loro apparati di sicurezza.La nazione deve essere unita in questi momenti,dio lo vuole,ce lo chiede l'europa.E la gente muore,i serial killera sono pronti a nuove stragi e nuove guerre ringraziati dagli inni cantati a squarciagola dalle proprie vittime.
RispondiEliminaLuca.
Luca@
RispondiEliminaQuanto vero, quanto ben detto!
Ciao Fulvio,
RispondiEliminaogni tanto ci si domanda come si faccia ad arrivare ad abissi oscuri come quelli dei torturatori,che sia la ceka,i militari argentini,l'isis o la cia poco importa."La ferocia dei Balcani"!Ci si scandalizza di ragazzi "normali",di padri "normali"che si macchiano di gesta che fanno impallidire talvolta i serial killer,quei mostri che vengono cacciati ed additati alla comunita' della gente "normale"come fossero un corpo estraneo piombato da qualche pianeta sconosciuto.Bene,leggete i commenti di libero o del giornale sulla ragazza uccisa a Parigi e sulla sua famiglia,peggio ancora quelli di oggi su due ragazzine di 16 anni (!!!)che si erano unite all'isis,una massacrata di botte perche' voleva scappare e una sotto un bombardamento.Rispetto per i morti,per le idee diverse,pieta' per vittime di un'eta' che fa fare un sacco di cazzate ?Zero.E pensare che,al di la' delle isterie degli urlatori catodici,non siamo proprio in nessuna guerra.Quelle foto accanto ai commenti con nick di persone"normali",con lavori"normali",con facce"normali",giovani,anziani ,coppie ,ricordatele.Sono foto dei vostri vicini,dei vostri colleghi.Sono foto di serial killer.Quella gente se gli si presentasse l'occasione torturerebbe ,sgozzerebbe,violenterebbe.Con gusto.
Luca.
Il Corriere della Sera non si smentisce: dopo aver parlato di riorganizzazione dei confine "sulle ceneri" di Iraq e Siria, come se gia' non esisterssero piu' o non esisteranno piu' unite, con la Siria divisa secondo veri o presunti confini etnici quali erano e sono I progetti degli Stati aggressori arriva a definire "eore" fra virgolette il pilota dell'aereo abbattuto, a cui e' stata dedicate una medaglia al valore. Magari sono gli stessi autori che chiamanerebbero "eroi" I maro' che hanno sparato a due ignari pescatori indiani, che altro non stavano facendo che il loro lavoro.
RispondiEliminaCiao Fulvio,ho visto per caso su Blob che eri ospite a Matrix.A me come penso tutti gli altri che seguono il blog farebbe sicuramente piacere essere aggiornati su eventuali tue presenze.Grazie mille.
RispondiEliminaLuca.
Dopo gli attacchi di Parigi, le bombe russe destinate ai terroristi in Siria portavano la scritta “За Париж” (Per Parigi):
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=gtwNxl2a1tw
Semplicemente per rimarcare quella cosa talmente lapalissiana che quasi nessuno in Uccidente ci crede: in Siria i russi bombardano quegli stessi terroristi che, tornati a casetta, massacrano anche i loro protettori (non direttamente se non nel caso di Charlie Hebdo). Noi sanzioniamo la Russia, sosteniamo i nazisti ai suoi confini, rifiutiamo di consegnare le navi che ci ha pagato. Ma per loro i terroristi sono terroristi e le vittime sono vittime, perciò sono con noi. Nostro malgrado. Anche se i nostri eroici piloti squartabambini non scriverebbero mai “Per Mosca” sulle bombe, se non per destinarle, appunto, a Mosca.
I due minuti d’odio di Orwell erano roba da Corriere dei Piccoli: in questi minuti Rai2 sta spurgando un osceno talk-show con Nicola Porro, Magdi Allam, Toni Capuozzo, Mario Mori ed altri metameri della tenia, con l’unico scopo di dileggiare, insultare, minacciare chiunque affermi la consustanzialità dell’ISIS con la cricca uccidentale. Intanto in Siria, Iraq, Yemen, Palestina gli umani combattono e muoiono anche per noi. Se mai un giorno l’appartenenza al genere umano tornerà ad essere la norma anche dalle nostre parti, lo dovremo fra gli altri anche al pilota russo abbattuto dall’aviazione dell’ISIS (con coccarde turche) e trucidato dai “ribelli moderati” mentre scendeva col paracadute.
Anonimo@
RispondiEliminaAvevo avvertito tutti i miei contatti e anche su FB che ci sarebbe stato il mio intervento a Matrix. Sempre su FB e ai miei contatti comunico anche le mie presentazioni in giro per l'Italia. Ma non sei nella mia lista. Scrivimi a visionando@virgilio.it il tuo indirizzo email.
Alfano a Matrix ha candidamente confessato,confermando la mia teoria complottista secondo cui Alfano sta all'intelligence come Renzi sta alla cultura,che la cybersecurity c'entra poco col terrorismo ma è più utile contro il crimine comune e così noi siamo fottuti due volte.
RispondiEliminaMa una cosa mi ha dato fastidio ed è questo respingere a priori ogni argomentazione contraria alla vulgata mediatica sostenendo che non ci sono prove a sostegno, certamente non tutti hanno il culo di trovare passaporti in strada o terroristi che guardano comodamente la tv in casa aspettando l'arrivo della polizia per farsi accoppare,e le prove se le va a cercare magari mettendoci anni come nel caso della confessione della H.Clinton o quella del colonnello israeliano oppure la più recente del ministro libico ed allora forse porsi qualche domanda in più viene spontaneo come spontaneo vien da pensare che meglio essere complottisti che coglioni
Ho visto adesso il video di Matrix.Le espressioni che trasudavano intelligenza e prontezza da tutti i pori di Toti e di Brachino ...E questi sono direttori di telegiornali e di rubriche...
RispondiEliminaLuca.
@rossoallosso
RispondiEliminaMi son perso la confessione ministro libico.
Ci si e' dimenticati troppo presto della strage terrorista ad Istambul durante una manifestazione dell'opposizione...come mai non viene accomunata a quella di Parigi, mentre quest'ultima viene sempre ricordata insieme ad altre (New York, Madrid, ecc...)? Non potrebbero essere gli stessi i mandanti?
RispondiElimina@anonimo
RispondiEliminail video è del 2011 ma è stato tradotto solo recentemente
http://libyanwarthetruth.com/video-head-false-libyan-revolution-admits-ghadafi-did-not-kill-protestors?language=it
trad:
" Gheddafi non ha ordinato la sparatoria che ha dato l’avvio alla falsa rivoluzione in Libia. Ora, dopo la distruzione della Libia, Jalil ammette al mondo sul libico Channel One, che i manifestanti che furono uccisi nelle proteste a Bengasi e che causarono l’attacco Onu e Nato alla Libia vennero uccisi da spie e mercenari che non erano libici. Egli ammette che sapeva la verità al momento dell’accaduto ma che ciò fu fatto per abbattere il governo libico e distruggere lo Stato. Ammette di essere stato informato in anticipo su cosa sarebbe accaduto e che il popolo libico non riconobbe i manifestanti morti perché indossavano abiti civili e nessuno si recò ai loro funerali perché non avevano parenti o amici in Libia.
Come abbiamo detto dal febbraio 2011, la cosiddetta rivoluzione in Libia è stata un’operazione sotto falsa bandiera. La maggioranza del popolo libico era felice e “sicuro”. I gruppi estremistici islamici erano illegali in Libia. Ora la Libia è controllata da gruppi estremistici islamici (Al Qaeda, Gruppo Combattente Islamico Libico [Lifg], i Fratelli musulmani, Ansar Al Sharia e altri). Il Paese è frammentato, non c’è sicurezza, migliaia di persone sono state imprigionate illegalmente e centinaia torturate a morte. Non c’è governo, non ci sono le vendite di petrolio, 2 milioni sono ancora in esilio, gli psicopatici hanno in mano il Paese che è ormai considerato uno “Stato fallito” – senza confini e nessun governo."
Questo link invece conferma a che serve la "security ma soprattutto il perchè e per chi lavorano i "terroristi" in europa
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/parigi-clima-di-repressione-per-ogni-movimento-climatico/19656
Scandalo ,sacrilegio.I lumini e le candele di Place de la Republique profanate da cattivoni .
RispondiEliminaPensate che bastardi :osavano protestare (liberte) contro quell'ologarchia criminale riunita in manieri inaccessibili tra limousine scure e servi in livrea(egalite),scagliando letali candele contro i poveri robocop corazzati armati di tutto punto ,che li inaffiavano con enormi spruzzatori di gas venefici(fraternite).
Invitiamo tutti a prendere le distanze da tali comportamenti estremisti,portati verso i rappresentanti dei valori delle democrazie moderne ,eredi dei valori della Rivoluzione Francese.E adesso tutti in coro :"allons enfants de la patriiiieeee..."
Luca.
Cantano tutti in coro la marsigliese, vittime inconsapevoli e carnefici....e' la nuova unita' nazionale.
RispondiEliminaOrwell ce lo aveva detto gia' in anticipo, la menzogna e' verita', l'oppressione e' liberta'.