VOCI DALLA FOGNA
Colonia, Madaja, Nordcorea, Mafia Capitale PD e Quarto a 5 Stelle
La rete fognaria che ci scorre sotto
ai piedi e riceve escrementi e rifiuti dal mondo di sopra e la migliore
allegoria del nostro sistema mediatico e delle sue deiezioni. Vale per tutta la
stampa e tv dell’Occidente, ma da noi non scarica neppure quelle occasionali
verità cui è assegnato il compito di coprire il tanfo paralizzante della
cloaca. Se ne è avuta una manifestazione concentrata in occasione dello scarico,
particolarmente tossico in questi giorni dell’imminente assalto colonialista
alla Libia, preparato alla bisogna dagli sfracelli dell’Isis e dei loro padrini
Fratelli Musulmani a Tripoli e Misurata, con parallela decimazione, qui, di
spopolati dalle nostre bombe e dai nostri mercenari islamisti, dei quali, per
un attimo, si è vantata l’umanitaria accoglienza.
Perr il riattivato “scontro di
civiltà”, tra la nostra superiore e la loro barbarica, dal letamaio mediatico
sono precipitate scorie rigurgitate con orchestrata sintonia. Si succedono,
come sparati a raffica da katiuscia, apocalittici, ma imprecisati e nebulosi,
atti terroristici, sventati dalla formidabile perizia dei nostri servizi di
sicurezza, in parallelo con vandalismi e terrorismi che l’imperizia di altri servizi
non hanno saputo impedire. Onde per cui vanno subito adottati potenziamenti
ulteriori di controlli, sorveglianza, repressione, misure di Stato di polizia,
espulsioni di massa. E’ una situazione win-win.
Per celebrare la ricorrenza di
Charlie Hebdo e successivo 13 novembre parigino, su cui la lobby sionista de Il Fatto Quotidiano ha
superato se stesso nella scala dei voti del Mossad (alla faccia del Travaglio
che fustiga tutti i ciarlatani deontologicamente farabutti), il regime del
mazzabubù Hollande è uscito in stracci: ha fulminato un barbone mentecatto che
s’era presentato in un commissariato zeppo di armigeri brandendo un coltello da
cucina (per la tv diventato “mannaia”, alla Isis). L’Italia del ciarlatano
toscano (e quanto mi rode, in quanto
battezzato, a mia insaputa, con l’acqua di Arno, dietro le porte del Ghiberti,
della sputtanamento di Firenze e della Toscana operato da lui e dal suo giglio
magico), rastrellando profughi con foto di jihadisti nello smartphone ed
espellendoli, si è coperta di analoga miseria razzista. Le più assennate Svezia
e Danimarca si sono limitate a blindare le frontiere, forse consapevoli, come
il rigurgito fascio-xenofobo Orban e ormai tutti gli Stati europei, che lo
spopolamento di Siria, Iraq, Afghanistan e Libia e il rovesciamento degli
spopolati sull’Europa, sono pianificata strategia Usa.
False Flag Colonia
Colpo grosso invece della Germania
della Merkel, forse anche questo all’insaputa dell’incosciente che s’era messa
in casa un milione di jihadisti siriani (ma non dei suoi servizi segreti che
nella loro lealtà preferiscono Cia e Mossad). I pogrom nella notte di San
Silvestro di migliaia di bulli, evidentemente “nordafricani” e “arabi”
(l’invasione Nato della Libia incombe) e di altre torme di teppisti in giro per
il paese, a palpare culi e scippare donne, ha messo nel campo dello scontro di
civiltà l’archetipo che fa tremare l’immaginario collettivo
nostrano del moro maschio che s’avventa sulle nostre libere donne. Ci hanno
marciato alla grande le femministe (principesse anti-pisello del “manifesto”),
tornate protagoniste del conflitto vero, quello di genere. Così l’arabo, il
musulmano, Isis o non Isis, diventa il bruto che azzanna donne libere di
circolare sole e vestite come gli pare, sorvolando sul fatto che nell’Iraq di
Saddam, nella Siria di Assad, nella Libia di Gheddafi, nell’Afghanistan del
comunista Najibullah, vigevano gli stessi liberi costumi. Sorvolando anche sul
fatto che episodi del genere si verificano in tutti le tedeschissime
Oktoberfest, senza che alcuno sollevi il sopracciglio. Una volta, al termine
della sagra, hanno calcolato 23 stupri, 72 donne aggredite, 300 risse e 1.300
furti.
False Flag a gogò
Quando alcune coincidenze fanno un
indizio e molte una prova. Nel cielo più
sorvegliato della massima potenza mondiale, con missili pronti ad abbattere
perfino aquiloni che si avvicinino a Manhattan, aerei, batterie di missili
contraerei, servizi segreti che misurano i peli nel naso a ogni vivente,
occhiuti vigilantes su quanto potrebbe infrangere la sicurezza della più
importante città del mondo, aerei decollano, volano per decine di minuti,
scendono acrobaticamente da 10mila a 100 metri e fanno crollare tre torri che
ospitano il gotha del potere ecoonomico mondiale. Non c’ero e, se c’ero,
dormivo. In effetti stavo compiendo esercitazioni aeree finalizzate proprio a
contrastare (o a garantire?) un simile evento.
Analoga esercitazione, condotta da
una ditta israeliana, è in corso nei trasporti di Londra, proprio mentre
quattro ragazzotti li fanno saltare per aria (anche se poi risulta
fotograficamente che non è stato uno zaino abbandonato in una vettura ad aver
causato la strage, bensì una bomba collocata tempo prima (durante
l’esercitazione?) tra i binari, sotto
la vettura. A Parigi due terroristi
farlocconi sbagliano l’ingresso a Charlie Hebdo, se lo fanno indicare da passanti,
girano per minuti attorno all’edificio, prima e dopo il massacro, fanno fuori
un poliziotto. Niente protezione a uno dei bersagli che dovrebbero figurare tra
i più ambiti da islamisti sbertucciati e offesi per anni. Macchine della
polizia che osservano tutto dal fondo della strada, si allontanano, si fanno
passare davanti i terroristi in fuga senza neanche smettere di ascoltare la
musichetta dalla radio e, men che meno, mettere mano alle armi. Però, porca
miseria, si rifanno catturando la carta d’identità depositata da uno dei
farlocconi sulla vettura.
Passano tre giorni e lo stranoto
pregiudicato Coulibaly penetra nello stranoto supermercato ebraico kosher,
obiettivo d’eccellenza per qualunque fanatico islamista, di quelli a cui
bastano vignette per scatenarsi contro una conventicola di disegnatori ebrei
razzisti. Arriva, lemme lemme, la
polizia di una Parigi in preda a psicosi terrorista, fulmina quattro ostaggi,
ma, soprattutto, Coulibaly quando appare, disarmato e arreso, nel quadro della
porta. Gli attentatori non devono parlare. Mai.
A questo punto, però, i due
commedianti dello spettacolo, Hollande e Valls, si danno da fare. Che non si
dica che, alla falla dei servizi segreti e della gendarmerie, non abbiano posto
rimedio e messo in sicurezza il popolo
di Parigi. Alle cospicue forze già in campo si sommano ben 10mila gendarmi. Non
c’è “obiettivo sensibile” che non sia guardato e difeso a vista. Tranne, ma
guarda che sfiga, alcuni famosissimi locali in pieno centro, come il Bataclan,
non per niente di proprietari ebrei, dove attentatori, anche questi stranoti a
polizia, magistratura e carceri per precedenti malefatte, hanno modo di
allestire mattanze di alcune ore, convinti di offrire le loro vite ad Allah e
alle 72 vergini che li attendono nell’aldilà. Curioso che qualcuno si stronchi la vita a vent’anni per un nobile
ideale, quando fino a ieri gozzovigliava in bordelli, locali notturni, spacci
di droga, senza mai aver aperto un corano, tanto da meritarsi che Allah lo
cacciasse nel più profondo del jehannam.
False Flag di massa
E a Colonia? Come non c’è servizio segreto senza falla, così non c’è
polizia senza ritardi. Salvo quando questi nostri protettori annunciano tremendi attentati
sventati. Pratico la stazione di Colonia fin da quando, da un albergo di
fronte, accanto al più bel duomo gotico della Germania, ho potuto osservarlo
sbriciolarsi, insieme al resto della città, poi percorsa da torce umane accese
dal fosforo bianco. Grande impresa di Churchill, uomo sensibile alla bellezza
di una delle più preziose città d’arte della Germania. Ci sono tornato via via,
fino ai tempi presenti quando era diventata una specie di Fortezza Bastiani,
difesa e controllata da una superfetazione di agenti armati.
E lì che si è svolto il fattaccio di ben 2000 bruti organizzati (Duemila!
Quando basta una marcetta di qualche decina di pacifisti o ambientalisti per
scatenare in tutta Europa le mazzate degli sbirri!), davanti a qualche
centinaio di poliziotti attrezzati a fermare perfino le orde di Gengis Khan, ma
impassibili per tutta la durata dello
spettacolo, fino a quando non si son visti tirare addosso dei mortaretti. Fattaccio simultaneamente
realizzato con perfetto sincronismo non solo in varie città tedesche, ma anche
in Svizzera, Slovacchia, Cechia, Svezia e altrove. Tanto ben preparato da teppisti
avvinazzati (i musulmani, salvo i principi sauditi, non bevono alcol), da
portarsi addosso e consegnare alle vittime bigliettini con frasi sconce, tipo “fatti baciare, fatti
toccare, fatti…”.
Fattaccio transeuropeo allestito da quella birba del proconsole Nato in
Medioriente, Al Baghdadi, o, per essere deliranti complottisti, da coloro che
di False Flag hanno un cirruculum più lungo dei peccati di sesso di Alessandro
Borgia. Intanto si
lecca le ferite e guarda con apprensione alle prossime elezioni la Merkel,
unico, ma poderoso, governante europeo che ogni tanto alza un pochino la testa,
economica e geopolitica, davanti ai supremi di Washington (vedi pace di Minsk,
vedi l’oleodotto North Stream tra Russia e Germania, vedi le riserve sulle
sanzioni a Mosca) e osa oppporsi allo scorticamente programmato dagli Usa per
tutti i paesi europei, rimpolpando il suo apparato produttivo con un milioncino
di baldi, giovani e qualificati siriani.
Fattaccio o segno di una falla poliziesca più vasta di Ground Zero, o
dimostrazione di un’originalissima False Flag all’insegna del palpeggio di
chiappe. Fatto definito
rivoltante da una Merkel che, dopo aver subito il tracollo Volkswagen
dell’affidabilità germanica, ora vede svaporare il mito storico dell’efficienza
dello Stato. Giusta punizione, a parere di alcuni dei suoi concittadini, ma
anche di altre entità più lontane, per aver dato posti di lavoro fin lì
sguarniti ai siriani ed aver così trasformato una migrazione come cavallette
d’Egitto, programmata per tagliare le gambe a Europa e Germania, in ulteriore
rafforzamento della sua potenza produttiva.
Madaja per dimenticare Riyad
Di rincalzo allo tsunami della
diabolizzazione di arabi e musulmani, di nuovo con epicentro Assad, le urlate lamentazioni sulla città siriana
di Madaja, con tanto di false foto
in Tv di bambini morenti prese da altre situazioni, dove 40mila civili
morirebbero di fame a causa dell’assedio delle truppe governative. Irrilevanti
250mila siriani ammazzati e quattro milioni sradicati (su 22), due milioni dispersi nel mondo, un popolo decimato,
un’antichissima terra depredata da sanzioni feroci, da feroci subumani da noi
pagati, addestrati, armati e incaricati di genocidio. Irrilevante il
particolare che quella città è occupata dalle bande di mercenari Nato-Golfo,
detti Isis, che rubano ai cittadini i rifornimenti di cibo della Croce Rossa e
dell’ONU, eppure risultano disporre di illimitati mezzi e vengono magnificati
come saggi ed efficienti amministratori e munifici operatori umanitari in un
rivoltante documentario del menzognificio propagandistico intitolato “Piazza
Pulita” (La7, giovedì 7 gennaio). Da
tagliagole, stragisti, stupratori, infanticid, torturatori, a ragionevoli
interlocutori in vista della risistemazione di Siria e Iraq, titolari di
uno Stato islamico che verrà riconosciuto come “Sunnistan”. Chi, davanti a tali
crimini di Assad, si ricorda ancora delle decapitazione di massa in Arabia
Saudita?
Aggiungo una nota di Marinella Correggia che fa luce
sulla sporca campagna anti-Assad relativa a Madaja:
Ieri sera ero eccezionalmente davanti al
Tg1 e ho visto lunghi minuti di denuncia dell'"Assedio di Assad a
Madaya", con foto terribili di sottonutrizione estrema, tipo bambini
africani con il kwashiorkor.Viste le menzogne dette
su Yarmuk (il punto è sempre "chi assedia", "chi muore") mi
sono ripromessa di indagare, ed ecco qui - da vedere e diffondere- un video https://www.youtube.com/watch?v=f2jyWMu5kRY
nel quale vanessa Beeley, attivista, chiarisce diversi punti, non ho tempo per
tradurre ma sostanzialmente, 1) fra le immagini diffuse, molte appartengono ad
altri scenari (un giornale inglese si è già scusato), 2) il quartiere è
occupato da 600 Nusra e armati vari, la Croce rossa int ha portato a fine
ottobre viveri per due mesi, dove sono finiti? I "ribelli") li hanno
accaparrati, 3) a fine dicembre l'Onu ha evacuato "militanti" feriti,
possibile che abbia lasciato lì bambini alla fame?
Cui prodest allora? Ho un sospetto: che faccia comodo agli stessi
che stanno lanciando l’accozzaglia Isis su Ras Lanuf, massimo terminale libico
da ricuperare ad ogni costo per Exxon, Shell, Total ed Eni? O a quelli che
decapitano in massa sciti e loro capi spirituali perché il pandemonio
interconfessionale determini l’annientamento di chi resiste alla triade Usa-Israele-Golfo
e, nell’immediato, il fallimento dei programmati colloqui di pace a Ginevra? O,
ancora, agli oligarchi di qua e di là dal mare che dal rinnovato “mamma li mori!” traggono pretesto per
fascistizzare la loro società? L’ardua sentenza non ai posteri. Meglio
chiarircela subito.
Israele-Nord Corea 200 a 1
Le piogge acide del nubifragio
mediatico di questi giorni hanno contaminato l’intero globo terracqueo. Hanno
allagato di puttanate sesquipedali e pure paradossali anche la Corea del Nord.
Quelle sesquipedali riguardano la solita giaculatoria dei buffoni di corte
delle antidemocrazie occidentali sugli orrori del regime di Kim, campi di
concentramento, morti di fame e torture, lo zio di Kim Jong Un fatto sbranare
dai cani e poi ricomparso in vita e in carriera, roba che i quadri di
Hyeronimus Bosh sono un idillio bucolico. Non conosco la Corea del Nord, ma avendo
confrontato ciò che ho visto e ciò che i politici hanno detto e gli sguatteri
mediatici ripetono sull’Iraq di Saddam, la Jugoslavia di Milosevic, la Siria di
Assad, il Venezuela di Chavez, la Libia di Gheddafi, la Russia di Putin, so che
quanto riferiscono della Nordcorea non merita il minimo credito.Tanto più
che, se quel paese soffre di difficoltà economiche e quindi sociali, la colpa
ne va attribuita alle più pesanti sanzioni mai inflitte, dopo quelle all’Iraq
(che uccisero 1,5 milioni di persone)
Le minchiate paradossali sono anche
le più oscene: le cancellerie della sedicente “comunità internazionale” indignate
e inorridite per l’esperimento atomico appena effettuato (da bravi controsensi
se ne inorridiscono e, al tempo stesso, lo ridicolizzano definendolo petardo).
Geremiadi di un’ipocrisia sublime. Ululano alla violazione del diritto
internazionale, quando Pyongyang non ha firmato il Trattato di non
Proliferazione e quindi non ha violato una mazza. Latrano sulla provocazione, quando ogni par di mesi Usa e sudcoreani
allestiscono esercitazioni sul confine e sparanosu isole del Nord. Strepitano contro
la minaccia al Giappone, quando il governo del tardo-samurai, Shinzo Abe, ha
appena travolto la costituzione pacifista e si è attrezzato a mercenario di
Washington e quando Okinawa subisce da anni una rivolta di popolo contro la sua
colonizzazione da parte della più forte e violenta occupazione militare Usa.
Israele, che non ha mai firmato il
Trattato ed è il paese canaglia più canaglia del mondo, possiede almeno 200
bombe atomiche. Ha avuto in dono dai tedeschi, grazie a una perenne estorsione
fondata sull’ “incancellabile colpa” della Germania da qui all’eterenità,
sommergibili nucleari in grado di lanciare missili atomici. Pakistan e India
sviluppano da anni il loro potenziale atomico. Tra loro Usa e Russia dispongono
di 20mila testate di cui la metà pronte al lancio. Gli esperimenti di Francia,
Usa e Regno Unito, hanno decimato le genti degli atolli e contaminato mezzo
Pacifico. Washington ha appena stanziato
un trilione (mille miliardi) di dollari per ammodernare il suo arsenale
nucleare e, nel frattempo, ha commesso genocidi da uranio in Iraq e nei
Balcani. Sono da sempre un
antinuclearista al 100%, ma so anche che il paese che si dota dell’arma atomica
è sicuro di non finire mangiato vivo, come quelli che se ne sono privati.
Quarto: il bue e l’asino
Dove il paradosso, o un’ipocrisia
degna di un Renzi al cubo, raggiunge il parossismo è a Quarto, comune campano
amministrato dai 5Stelle. I sabotaggi politico-mediatici di altri sindaci pentastellati,
da Gela a Livorno, ne erano i prodromi. Sono alle porte pericolosissime
elezioni amministrative, probabile giudizio di popolo anche sulle nefandezze
della cosca mafio- e guerra-dipendente che ci governa. Il M5S, inattaccabile
per come opera in Parlamento, a fronte di un branco di corrotti, poltronisti e
trasformisti, può essere aggredito là dove deve combattere contro l’eredità
di ladrocinio, sprechi, appalti
camorristi, lasciatagli dagli avvoltoi delle precedenti amministrazioni. Da una
parte, a Quarto, i 5Stelle hanno dovuto prendere atto, una volta scoperto,
denunciato ed espulso De Robbio, consigliere in puzza di camorra, che parte dei
loro voti nel Comune ad alta densità criminale erano venuti da chi era riuscito
ad infiltrarli. Magari su spinta di coloro che il Comune precedente l’avevano
governato, spolpato e perduto. Magari nel plauso di chi dei 5Stelle a livello
nazionale, sente il fiato sul collo.
Tranquilli, è solo complottismo.
Il discorso si allarga. Da una parte
un Comune conquistato dal nemico mortale, ma che istantaneamente, senza
presunzione di innocenza fino al terzo grado, ha cacciato la mela marcia. Cosa
doveva denunciare la sindaca Capuozzo rispetto a un consigliere, ancora
intonso, che l’aveva amichevolmente avvisata che un abuso edilizio dei suoi
famigliari (se esiste) poteva sollecitare le autorità a causarle dei guai? L’infiltrato, una volta scoperti i fili che
lo legano al malaffare, è stato fatto volare fuori a pedate. Un infortunio, certo, classico difetto di una disinvolta selezione della classe dirigente, ma anche una trappola allestita da chi ha più malavita tra le sue schiere dell'ultima repubblica delle banane.
Dall’altra parte il PD, con i suoi fratellastri spuri, boss delle larghe
intese a più alto tasso di mafiosità della Seconda Repubblica, che vanta 50
comuni sciolti per mafia, consigli regionali zeppi di pregiudicati, condannati,
carcerati, Mafia Capitale, la Campania governata da un personaggetto appoggiato dai cosentiniani,
condannato per abusi vari, Il sindaco della contigua Ischia arrestato per
tangenti presi dalla Cooperativa cara a Poletti. E poi il PD dei quattro sottosegretari
indagati, esecutore extragiudiziale a Roma del primo sindaco perbene in un quarto di secolo e dentro fino al collo nella Roma dei Buzzi, Carminati e
Spezzapollici. Quello che si tiene in casa gli arrestandi Genovese e Azzolino
e, fino all’ultimo gradi di giudizio, un centinaio di “presunti innocenti”, che
è coniugato per la buona e cattiva sorte con quell’uomo dabbene di Verdini,
inseguito da un nugodo di magistrati. Il PD delle banche, di indagati di bancarotta e malversazione come papà Renzi e papà
Boschi. Il PD che doveva assolutamente scongiurare l’effetto che stava facendo
sui futuri elettori l’arresto del suo assessore Ozzimo per Mafia Capitale,
scagliando i suoi gazzettieri e sodali contro Quarto. Un PD del premier con i
suoi compari traffichini che a Riyad, sui Rolex donati dai jihadisti, allestiscono
una rissa da far sprofondare
nell’imbarazzo principotti che da un secolo si sgozzano a vicenda, ma intanto
rapinano il mondo.
https://it.wikipedia.org/wiki/Acquedotto_pugliese#/media/File:Lampada_25042010.jpg
RispondiElimina...nemmeno il coraggio di palesarlo, giocando alle religioni coperte da real flag.
...tanto che la Madìa non scandalizza per la sua provenienza dal cda di publiacqua (appaltato a Mekorot) -che sa molto di 'publitalia' oggi straripante, grazie al sindaco ideatore di Magnolia ex delfino di B., in molte autoproduzioni c.d. 'dal basso', attraverso progetti indirizzati e finanziati dal soldo-pubblico che a loro piace, almeno dove non arriva la Universal-Vivendi e le sue derivate, sponsorizzate in puglia dalla Sony a copertura del progetto Puglia sounds & C. -strano il liberal capitalismo italico-
.Once were Yddish.
scusate la confusionarietà.
ps- la lampada è una evidente menorah, a uso e consumo del roman-sion-ismo eco-social-democratico
RispondiElimina...un po' come molti, quasi tutti, progetti musico-editoriali-artistici che vorrebbero osannare il loro essere controcultura, ma non casualmente sono sempre più spesso etichette che annoverano tra i loro lavori di crowfounding o di edit-spot o di visual-work, consulenze e vere e proprie pubblicità per mega multinazionali attive nella 'propaganda' pubblicitaria, non a caso spesso case madri francesi. e mi fermo qui per non appesantire altri e più importanti dibattiti, tuttavia questo è il panorama che iniziò nel 1996 quando i csoa iniziarono le famose vertenze istituzionalizzanti per il riconoscimento e il mantenimento di posizione, strumentalizzando quello che era un vero cavallo di battaglia e non l'attuale cavallo di Troia, cioè il no-profit ed il terzo settore, dando vita allo sciacallaggio del sociale e la flessibilità della politica che sfociò a Genova, dove le colpe vanno principalmente individuate nel tentativo di entrare nell'apparato istituzionale, di uno Stato già ampiamente corrotto, sgretolando definitivamente l'annosa 'spinta propulsiva', all'epoca trincerata e difesa dalle realtà ex-antagoniste.
RispondiEliminaquella precedente puoi anche non pubblicarla, era tanto per concludere. Resisti, resistete. hlvs.
RispondiEliminaCiao Fulvio,francamente mi sembra che il caso di Colonia non sia neanche degno di essere definito false flag,e' semplicemente una buffonata.Come giustamente fai notare parlando di Oktoberfest e' immaginabile che in tali raduni ci scappino molestie e borseggi.Infatti per giorni non se era neanche parlato.Poi e' montato il caso,lo spirito di emulazione ha portato a denunciare sempre piu'alla polizia e siamo arrivati a ipotesi ridicole,come quelle dell'armata di jihadisti della mano morta.Magari anche l'Isis si limitasse alla toccata di culo,potremmo mandare anche esperti pensionati con abbonamento sui bus cittadini quali istruttori dei commandos.Non ce ne vorranno le femministe,ma riprendendo un detto tedesco della fine della 2 guerra mondiale "Meglio una mano sul culo che sulla scimitarra".Un velocissimo appunto su 5s a Livorno,vivendo io in questa citta'.Fulvio,ti garantisco che purtroppo in questo caso non e' tanto il sabotaggio pd ma l'incapacita' e l'arroganza di questo "sindaco"a creare tanti problemi.Tanto e' vero che le mie iniziali simpatie per i 5s sono venute meno per tante prese di posizioni nazionali e per certi soggetti ma anche e soprattutto per i fatti locali.
RispondiEliminaLuca.
In occasione della Giornata Mondiale per la Libertà di Stampa, il Segretario Generale delle Nazioni Unite e il Direttore Generale dell’UNESCO hanno infine invitato i governi, la società civile e i singoli cittadini a fare del loro meglio per garantire la sicurezza di tutti i giornalisti. Tutti hanno una voce e tutti hanno il diritto di esprimersi liberamente e in sicurezza.
RispondiEliminahttp://umbvrei.blogspot.it/2016/01/israele-vuole-cancellare-la.html
Faccio fatica ad assolvere la Merkel anche se è l'unica a mettere qualche paletto si sa che fine fanno i lecchini dell'impero e lei dovrebbe saperlo meglio di tutti
per chiarezza sulla vicenda a Quarto:
RispondiEliminahttp://ilcappellopensatore.it/2016/01/mafia-a-quarto-doppiopesismo-collusione/
A proposito di disinformazione: adesso si riconosce che quei "democratici ribelli" o "terroristi moderati" che tengono in ostaggio Madaja,hanno usato le armi chimiche nel settembre del 2013 contro diversi quartieri di Damasco. Le accuse contro il "macellaio Assad" quasi portarono ad un replicare l'attacco alla Libia e rinverdire le tante false flag, dalla strage del mercato a Sarajevo, ai bombardamenti di Gheddafi "sulla folla" a Tripoli. Solo le opposizioni interne e le pressioni internazionali evitarono la catastrofe definitive per per la Siria. Ma per I media mainstream e' tutto dimenticato, adesso gli stessi "ribelli moderati" rinfrancati anche dale ONG e prima ancora dalla "crocerossina nostrana" sono stati sdoganati come buoni. Non dimentichiamo e non facciamo dimenticare.
RispondiEliminahttp://spondasud.it/2016/01/ce-il-rapporto-ufficiale-obama-menti-lattacco-chimico-del-2013-fu-opera-dellopposizione-anti-assad-10542#.
Tanto per confermare il discorso delle ONG ecco la solita avaaz che dopo aver avallato per cinque anni le accuse più infamanti ai siriani ed al porprio governo, si ripete con Madaja. Avvisate tutti di evitare tale ONG.
RispondiEliminahttps://secure.avaaz.org/fr/madaya_starvation_siege_loc/?bkaqVbb&v=71274&cl=9243812981
e.c. al commento 1 di 9. non è Madìa ma Boschi.
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