Impressionante
la sinergia delle varie articolazioni di distruzione della libera
manifestazione del pensiero e dell’azione quando si tratta di infilare granelli
o chiavi inglesi negli ingranaggi dell’imperialismo e dei suoi sicari locali.
Terroristi su Aleppo, pubblici
ministeri su Valsusa
Lo squarcio
della verità, della democrazia, dei diritti umani, della natura e della
comunità, inflitto ai siriani, in queste ore soprattutto ad Aleppo, ha il suo
riflesso in quello che subisce, agevolato da un sempre più feroce accanimento
giudiziario-poliziesco, il popolo della Valsusa. Nicoletta Dosio, attivista quasi settantenne e anima
internazionalista dei No Tav, viene perseguitata dalla solita Procura di Torino
dove imperversano due dioscuri allevati dal indimenticabile e imperdonabile
Procuratore Giancarlo Caselli, ora felicemente in pensione. Prima obbligo di
firma per le solite imputazioni farlocche che aleggiano su tutti gli abitanti
della Valle, purchè partecipanti a cortei contro il mostro ferroviario, o
trovati in possesso di arnese atto a causare danni, tipo martello, o cesoie.
Obbligo vessatorio che Nicoletta naturalmente ha ignorato. Ora arresti domiciliari,
dato che, se a piede libero, l’anziana signora potrebbe far saltare per aria il
cantiere dal quale si stupra la montagna.
Poi c’è Alberto Perino, da decenni figura di
punta, di ispirazione e di guida del movimento No Tav. Non si contano più le
trovate giudiziarie della solita Procura per mozzare il fiato, la parola e le
gambe ad Alberto, vuoi con le intimidazioni alla sua libertà di movimento, vuoi
con mazzate pecuniarie di cui ci si illude possano far arenare il movimento.
Per l’ennesima volta Alberto Perino è rinviato a giudizio, stavolta per un
episodio del 29 febbraio 2012, per il quale, paradossalmente, l’avvelenata
Procura avrebbe dovuto rendere omaggio alla sua capacità di evitare accadimenti
incresciosi dal punto di vista dell’ “Ordine Pubblico”. In un parapiglia con
certi giornalisti televisivi, alcune attrezzature della troupe vennero
sottratte. Alberto si adoperò per
mediare tra le parti, riportare la calma e restituire gli apparecchi. Ora dagli
immaginifici PM di Torino viene accusato di ricettazione! Nei due casi è
abbagliante il proposito di decapitare un movimento che in oltre un quarto di
secolo, non solo ha compromesso con ogni probabilità l’esito finale del
delinquenziale progetto, ne ha denunziato le infiltrazioni mafiose e di malaffari
vari, eternamente ricorrenti nelle Grandi Opere, ma ha ha rappresentato per il mondo della
resistenza nazionale e internazionale un riferimento di contrasto ai
manipolatori e profittatori del pianeta.
Sicilia:Tribunali a stelle e strisce
L’altro
grande polo della resistenza, stavolta alla guerra militare contro il popolo e
contro la sovranità di cui il popolo è portatore costituzionale, è il movimento
No Muos a Niscemi e in tutta la Sicilia. Dopo che la Procura di Caltagirone
aveva imposto i sigilli al megacentro di comando Usa MUOS, perché illegalmente
piazzato nel cuore di una riserva naturale nella quale qualsiasi alterazione
era inibita, ecco che l’Avvocatura dello Stato, all’orecchio del Pentagono più
che dello Stato, ha ottenuto dal Tribunale di Riesame di Catania il
dissequestro. Ma la lotta di David contro il Golìa Usa, supportato da un
governo che, come suole dal 1945 ad oggi, di tutto si preoccupa fuorchè di
salvaguardare quella sovranità e gli interessi che ne discendono, non finisce
qui. Nemmeno di fronte ai 129 avvisi di procedimento sparati contro gli
attivisti No Muos che avevano pacificamente invaso la base, nemmeno davanti
alle ulteriori 50 comunicazioni aggiuntesi questo mese per un presidio nella
Sughereta di Niscemi, violata nella sua sancita integrità dal carcinoma
incistato nel suo mezzo e a 3 km dai 28mila abitanti di Niscemi.
Grimaldi a processo
La mia
modesta persona vi è compresa. Il sottoscritto, in quanto giornalista, ma
indubbiamente con un colpevole punto di vista affine a quello di chi si oppone
a violenze e ingiustizie, aveva seguito l’irruzione di un gruppo di militanti
No Muos nel perimetro della base, verso un pozzo illegalmente sottratto alla
comunità locale per rifornire, invece, le strutture sanitarie degli occupanti
statunitensi. Un’attività professionale, seppure condotta con spirito solidale,
della quale andrebbe sostenuto il pieno e ineludibile diritto dagli organi
sindacali competenti (figurarsi, quelli stanno in piazza a deontologicamente manifestare
per gli ascari curdi degli Usa e per il discepolo del capo-squadroni della
morte John Negroponte, Giulio Regeni). Il caso si inserisce nella graduale
soppressione del diritto di cronaca, sempre più diffuso nel liberale Occidente,
allorquando la cronaca cozzi contro l’immagine delle cose del mondo elaborate
da embedded, presstitute, e zoccolame vario al servizio dei lenoni. Si colloca accanto
non tanto a quello di un Erri De Luca, al quale non gradisco essere appaiato,
quando lo scrittore si era, a m io avviso correttamente, dichiarato a favore dei sabotaggi compiuto
dai No Tav, quanto all’aberrante condanna a due mesi di carcere, inflitta dalla
solita Procura con le zanne, alla studentessa di Ca’Foscari, Roberta Chiroli,
per aver seguito e documentato fasi della vertenza No Tav nella sua tesi di laurea. Ci vedremo al
processo e, come suol dirsi, sorvolando su Torino, ho piena fiducia nella
magistratura. In questo caso di Gela.
MUOS, caput mundi bello rum
Il 2 ottobre
a Niscemi si manifesta contro il Muos, sistema di comando e comunicazione
satellitare che si collega a quattro stazioni analoghe in Virginia, Hawai e
Australia, per comunicare, a una velocità senza precedenti, con tutte le unità
Usa e Nato distribuite tra Africa, Medioriente e oltre, su tre quarti del
pianeta e che, contemporaneamente, bombarda le popolazioni locali con onde
elettromagnetiche al punto da far schizzare in alto il tasso di leucemie,
tumori e altre patologie legate al suo uso. Un enorme, mostruoso promotore di
guerre, distruzioni, morte.
La Russia ha
risposto al bombardamento Usa e Nato della base siriana di Deir Ezzor (90
soldati uccisi) a sostegno di un’offensiva
dei mercenari Isis, con la distruzione ad Aleppo di un centro di comando
popolato dall’intelligence israeliana, saudita, qatariota e Nato. Per sopperire
alla perdita della testa strategica dei terroristi Al Nusra ancora annidati in
Aleppo e che stanno per essere sloggiati dalle truppe che restituiscono alla
Siria il maltolto dall’aggressore e dai suoi mercenari, è probabile che entri
in funzione il Muos. Mentre da Sigonella, base Nato, decollano i droni armati
di missili Hellfire con destinazione Libia, Sahel e oltre, il Muos provvede,
nel suo raggio d’azione, a coordinare quei genocidii che dai nostri media ci
vengono occultati sotto vagonate di bambini, tutti uccisi esclusivamente dalle
bombe di Assad e di Putin.
E qui, in
particolare con l’immancabile “manifesto”, appena rivoluzionato nel
travestimento e l’agitprop Chiara Cruciati occidentalista, si è in pieno
delirio, con metà della popolazione siriana dichiarata fuori paese o fuori
casa, con tanti ospedali colpiti (da Assad) quanti non ce ne sono in tutto il Medioriente, con mezzo
milione di morti dove, appena ieri, si parlava di 200mila. Quanto agli 11
milioni sradicati su 22, la curiosità sta nel fatto che, a parte un quartiere
di Aleppo, Raqqa, l’area curda e qualche settore a nord e a sud, protetto da
Israele, il governo siriano controlla tutta la parte abitata del paese, mentre
Isis e Al Nusra stanno in aree vaste, ma semidesertiche, a est.
Tornano i dirottatori sauditi,
Washington scarica l’11/9 su Riad. Giulietto Chiesa, il colto e l’inclita,
agevolano.
Lo studio sulla demolizione controllata delle Torri
Gemelle pubblicata da oltre 2000 scienziati nella rinomata rivista “Europhysics”
E’ questo che
consente ai propagandisti di dichiarare il 60% del paese sotto controllo dei
“ribelli”.I neocon, autori del Programma per un Nuovo Secolo Americano (PNAC) e
dell’operazione 11/9, ora scaricata dal Congresso Usa sui sauditi con la
riesumazione dei fantasmatici 19 dirottatori che avrebbero abbattuto le torri e
bucato il Pentagono, non sono mai usciti dal cerchio magico di Obama e, ora,
stanno per celebrare la propria apoteosi con l’elezione di Hillary Clinton,
figura intimamente connessa ai loro propositi di Armageddon planetario. E qui
non si può non riconoscere un ruolo di apripista a Giulietto Chiesa,
convertitosi per primo in Italia all’ipotesi dei piloti sauditi che, non
sapendo pilotare, acrobaticamente colpiscono le torri e il Pentagono. Alla
faccia di quanto da lui e da migliaia di esperti asserito per 15 anni circa una
demolizione controllata eseguita dagli establishment USraeliani). Non poteva
non essere della compagnia Tommaso De Francesco, responsabile esteri del “manifesto”, che del
resto, diversamente dal convertito Chiesa, da sempre supporta
incondizionatamente la fiaba dei piloti dirottatori e da sempre sbertuccia con
sarcasmo e livore noialtri, “affetti da complottismo”.
Con il Muos più guerre contemporanee
in più scenari.
Il Muos, in
questo contesto è indispensabile. Il PNAC vaticinava la possibilità per gli Usa
di condurre più guerre in più scenari contemporaneamente, magari anche con
l’uso di forze surrogate. E così con Obama abbiamo avuto guerre, bombe e golpe
in Afghanistan, Pakistan, Iraq, Libia, Yemen, Siria, Honduras, Paraguay
(dovremmo aggiungere il golpe parlamentare in Brasile, teleguidato da
Washington). Ma l’orizzonte si allarga. Minacce si reiterano contro l’Eritrea,
sotto tiro perché unico paese (credo con lo Zimbabwe)d ei 53 del Continente che
non accetta presenze militari Usa o Nato e che, perciò, viene periodicamente
aggredito dal vassallo occidentale Etiopia. E si riprende la campagna sudanese.
Muos per l’Africa: ricominciamo dal
Sudan
E’ dal
momento della sua indipendenza, 1955, che il Sudan, paese più grande
dell’Africa, è nel mirino di coloro che da decenni puntano alla distruzione e
frammentazione delle grandi entità statali multinazionali arabe. Il suo
presidente, Omar el Bashir, è imputato davanti a quel noto consesso che si
pregia di incriminare solo esponenti di pelle scura e che è il Tribunale Penale
Internazionale dell’Aja. Bill Clinton, preso gusto a bombardare la Jugoslavia e
l’Iraq sotto sanzioni, pensò bene di allargare il tiro al Sudan, dove riuscì a
distruggere l’unica industria farmaceutica del paese e dell’intera regione. Lo
sforzo combinato di Israele, Usa, i vecchio colonialisti di Londra e il
Vaticano, brigarono per fomentare il separatismo della regione meridionale,
cattolica e ricca di petrolio. Ci riuscirono.
Ma non si
accontentarono della creazione di uno Stato da subito fallito, dove etnie
opposte si fanno a pezzi per il controllo delle risorse, guidate
rispettivamente dal presidente e dal vicepresidente dell’artificiale creazione.
Dal 2003 è in atto una campagna, con il solito contributo degli affiliati Cia e
Amnesty International di Hollywood, per ripetere l’operazione nella regione
occidentale del Darfur. Qui la tensione tra tribù nomadi di allevatori e
sedentarie di agricoltori, innescata dalla scarsità d’acqua provocata dalla
progressiva desertificazione, viene strumentalizzata in Occidente come feroce
repressione del governo di Khartum, chissà perché, contro la popolazione della
regione. Nel quadro delle tante guerre che i neocon ritengono si debbano poter
condurre, la campagna è tornata a farsi virulenta in questi giorni e cosa non
poteva mancare anche qui? Ovviamente la pistola fumante contro Khartum: l’uso
delle armi chimiche contro la popolazione del Darfur. Con tanto delle solite
prove testimoniali della solita Amnesty. Peccato che il Sudan non abbia mai
posseduto armi chimiche. Chissà se si consentirà che un organismo indipendente
lo vada a verificare.
Tutti
con i No Muos il 2 ottobre a Niscemi.
Luca@
RispondiEliminaCaro Luca, purtroppo il tuo affascinante sfogo che tu stesso ammetti etilico, non lo posso pubblicare. Non tu, che sei anonimo e irreperibile, ma io ne pagherei le conseguenze sul piano di querele e di intervento della Polizia Postale. Stiamo attenti a queste cose, perchè dargli soddisfazione? Perchè perdere tempo e soldi tra avvocati e tribunali. Mi bastano le cause che ho in corso.
Ciao.
Anonimo@
RispondiEliminaNon posso pubblicare neanche il tuo condivisibile commento relativo a Chiesa e Sputnik, perchè ci sono gli estremi della diffamazione quando si parla di gente al soldo di...
abbiamo bisogno di un serio deterrente a inventare accuse o a usare leggi che non si applicano alla fattispecie di reato che si contesta (per deterrente intendo leggi e applicazioni delle leggi). probabilmente qualche leggina annacquata l'abbiamo, l'unica speranza come al solito è il movimento 5s in parlamento. altrimenti finiamo come nella più grande democrazia del mondo con esecuzione sommarie di persone, anche bambini, disarmate in mezzo alla strada senza praticamente conseguenze, e con lo stesso livello di criminalizzazione della libertà d'opinione e informazione. sull'ultima purtroppo credo abbiamo poco da invidiare ai fratelloni stelle e strisce, la prima siamo sulla buona strada. una valida alternativa è ovviamente la rivoluzione, ma quella (seria) viene quasi da sola se si criminalizza/brutalizza anche chi cerca di cambiare legalmente/pacificamente un sistema che fa acqua(o sangue se vogliamo essere brutali) da tutte le parti. quest'ultima frase ha poi un valore molto utopico, dato che la militarizzazione delle società occidentali funziona molto bene e non vedo ahimè tutte queste crepe. chi era riuscito a mettere in difficoltà questa macchina schiaccia umanità con una rivoluzione vera (di popolo) e quindi praticamente pacifica (brasile,argentina,venezuela,bolivia,honduras, etc...) sta ora pagando le conseguenze di questa ritrovata libertà. e sono purtroppo soli.
RispondiEliminaHe,he caro Fulvio capisco benissimo e non posso far altro che darti pienamente ragione.
RispondiEliminaTra calunnie a potenti caste e personaggi vari e vilipendio alla religione di stato non c'era che l'imbarazzo della scelta.
Rimane una corrispondenza inter nos,e per continuare col latinorum ,non so se questo fosse il caso ... ma non e' male neanche il detto in vino veritas .
Luca.
Luca@
RispondiEliminaEntro certi limiti e intra moenia...
Assolutamente d'accordo anche per i limiti,l'intra moenia ed aggiungo mai se si deve guidare per rispetto della salute altrui oltre che la propria.
RispondiEliminaInvece un buon baccala' non ha controindicazioni di sorta e rinnovo di cuore l'invito.
Luca
Il Sudan NON è lo stato più grande dell'Africa.
RispondiEliminahttps://it.wikipedia.org/wiki/Stati_dell%27Africa
Jonny Dio@
RispondiEliminaè arrivato Dio, altro che la maestrina della penna rossa! Ma ha toppato. Forse si riferiva al Sudan spaccato in due dall'imperialismo e dai comboniani?
Ecco la graduatoria:
Il Sudan è il paese africano più esteso.
Di seguito, in ordine decrescente, l'estensione dei suddetti paesi Zaire, oggi Congo):
Sudan 2.503.883 Km²
Algeria 2.381.741 Km²
Zaire 2.345.476 Km²
Sudafrica 1.219.411 Km²
É rimasto tutto il giorno in prima pag esteri di google news
RispondiEliminahttp://it.blastingnews.com/cronaca/2016/10/siria-i-presunti-massacri-di-civili-ed-il-sospetto-di-una-fragile-propaganda-001156305.html
Mai letta su questa piattaforma una voce così fuori dal coro.
Diego
Ciao Fulvio e grazie come sempre per l'ottimo contributo. Stamattina ho visto ad Agorà un'intervista ad un regista che ha realizzato un documentario sui migranti raccogliendo le loro storie. Dopo aver fatto un bel discorso sul fatto che voleva intervistare i profughi per sapere i motivi della loro fuga e per informarsi meglio iniziava a tirare invettive contro l'Eritrea. Un paese da cui scappavano per sfuggire alla leva obbligatoria "fino ai 50 anni per gli uomini e ai 40 anni per le donne". Inoltre "solo da quest'anno sono pagati, fino ad ora hanno dovuto servire gratis e morire ingiustamente per il proprio paese". Nessun cenno alle aggressioni etiopi e all'embrago occidentale. Sto iniziando a pensare che per superare la commissione ed ottenere il permesso di soggiorno i migranti siano costretti a mentire sulla reale situazione dei propri paesi. Sei un siriano scappato dai "ribelli democratici"? Racconta che scappi da Assad e avrai il tuo permesso.
RispondiEliminaEd è già passato un anno dai primi raid russi e posso dire che il bilancio è più che positivo. Chissà dov'è ora quel generale italiano che diceva che i russi non potevano salvare Assad perchè aveva contro l'80% della popolazione. Ricordo che la prima notte di incursioni mi misi a guardare RAI News 24. Dopo un servizio intervistavano un "esperto", un ragazzo che avrà avuto al massimo 30 anni, parte di uno di quei tanti Think-Thank chiamati "studi strategici". Rispondendo alla domanda se i raid della Coalizione erano stati inefficaci lui sosteneva: "abbiamo dei dati che dimostrano che in un anno hanno fatto 2000 raid aerei, quindi dei risultati li hanno ottenuti". Ci fosse stato un giornalista serio li avrebbe fatto notare che in Kosovo 2000 raid la NATO li faceva in un giorno. Poi si diceva preoccupato dei bombardamenti russi sui ribelli perchè il vero obbiettivo doveva essere l'ISIS. Pare intanto che in un incontro con attivisti anti Assad Kerry abbia ammesso frustrato di essere vicino ad un totale fallimento in Siria.
George Clooney, da sempre in prima fila nella campagna per lo squartamento del Sudan, ha presentato alla stampa e ad Obama un rapporto nel quale denuncia il presidente ed il vicepresidente del Sud Sudan di essere criminali di guerra e di essersi arricchiti sulle spalle dei cittadini. Proprio lui, uno dei primi ad esultare per la secessione. Tra l'altro, leggendo le cifre del referendum qualche domanda sorge spontanea. Avrebbe votato il 96% degli aventi diritto con il 98% favorevole all'indipendenza? Come mai nessuno ha parlato di farsa e di percentali bulgare?
Adesso Avaaz riprende la propaganda, accusando Obama di essere "troppo morbido" con la Russia, ed imponendo la "no fly zone" oviamente valida solo per russi e siriani.
RispondiEliminaMolti di noi conoscono questa "ong" ma credo che vada denunciate sempre. Leggete e giudicate (e' in francese).
100 enfants ont été tués dans des bombardements à Alep en quelques jours.
Trop, c'est trop!
Il n'existe pas de solution miracle au conflit. Mais il est possible de faire cesser la terreur venue du ciel: il faut que les citoyens du monde entier demandent une zone d'exclusion aérienne pour protéger les civils en Syrie.
Envoyons à Barack Obama et aux autres dirigeants un appel tonitruant à résister à Vladimir Poutine et Bachar al-Assad.
Ed in piu' c'e' un angolo del mondo dove si vorrebbe trasformare l'accordo di pace in una resa. E' la Colombia, dove il referendum per la pace e' stato respinto. In un intervista su Repubblica la tanto venerata dai democratici nostrani, (un po' meno della Clinton, s'intende) tale Betancourt, affermava la centralita' delle azioni militari che avrebbero inflitto alle Farc sconfitte pesanti, e l'uccisione di alcuni suoi leaders, per costringere I ribelli (quelli very, non come in Siria) ad accettare il negoziato per non diventare dei "semplici trafficanti di droga per sopravvivere". Insomma democratica e pacifista, ma "quando ci vuole...". Ed oggi La7 parlava della bocciatura del referendum come la volonta' del "popolo colombiano" di non voler dimenticare I "crimini" per farli processare e condannare...Che dire?