Un popolo
eroico, con ormai solo 17 milioni di abitanti su 23, di cui non si sa quanti
uccisi e circa 5 sradicati, in fuga, sparsi nel mondo, perlopiù alla mercè di
schiavisti turchi e di negrieri europei, centinaia di migliaia di vittime tra civili
e combattenti patrioti, una delle più antiche civiltà del mondo, quella che ha
dato i natali al meglio di noi e poi ci ha restituito Aristotile ed Eschilo, un
popolo sepolto sotto il vilipendio di una narrazione falsa e bugiarda da parte
di mandanti e sicari, ieri ha potuto far sentire la sua voce in una sede istituzionale del più alto livello,
nella casa deputata all’esercizio della sovranità del popolo. Per la prima
volta. Grazie al Movimento Cinque Stelle, grazie al deputato Manlio Di Stefano,
responsabile Esteri del Movimento.
Un popolo eroico,
avanguardia del riscatto nazionale anticoloniale arabo, affermatosi come il più
valido resistente nella tre guerre d’aggressione dell’elemento estraneo incistato
dal neocolonialismo nel corpo della nazione araba, oggi in piedi, sanguinante,
ma non piegato, dopo quasi sei anni in cui gli si è lanciato contro quanto di
più criminale e orrendo l’Uccidente imperialista, con il suo presidio locale
israeliano, abbia saputo concepire nei secoli delle sue scorribande genocide e
predatrici: le più sofisticate tecnologie di morte insieme ai perenni strumenti
della fame, delle malattie (sanzioni) e delle armate di lanzichenecchi.
Un popolo a cui
noi, decerebrati dai gas tossici sparatici addosso ogni giorno, ogni ora dal
menzognificio mediatico (Udo Ufkotte, già direttore del più importante
quotidiano tedesco, “Frankfurter Allgemeine Zeitung”: “Non c’è giornalista di rilievo europeo che non sia al soldo della Cia”),
guardiamo con la complice indifferenza con cui, consci della superiorità
cristiana e bianca, come ora, seguivamo le spedizioni devastatrici dei
rapinatori crociati. Un popolo colpito alle spalle da sedicenti “sinistre” che,
detriti spiaggiati dalla storia, respirano attaccati alle bombole di un
ossigeno contaminato.
Di questo
popolo, incredibilmente in piedi, ma che è dato per morituro e forse lo è, se
teniamo conto dell’immane potenza che gli si è scagliato addosso, a dispetto di
quanto la Russia potrà o vorrà fare, ci è negata la voce. Per quanto urli
verità, collera, agonia, quella voce viene annegata,, come i suoi cittadini sotto
le macerie o tra i flutti del Mediterraneo, dal concorso cospiratorio di boia e
becchini nel frastuono mediatico. Ma ieri quella voce, fattasi strada tra le
rovine e gli inganni di Aleppo, l’abbiamo udita.
Ho visto
tutte le guerre di quando, crollato il muro, gli Usa si sono erti come unica
potenza autonominatasi reggitrice del mondo e decisora di ciò che vi è bianco e
nero. E in ognuna la prima preoccupazione è stata quella di annientare la voce
dell’altro, dell’aggredito, della vittima. A Belgrado la Tv di Stato, 1999, con
i suoi 13 giornalisti e tecnici, a Baghdad uguale nel 2003, a Tripoli e a Damasco
nel 2011. E dove gli agenti della menzogna che copre il delitto non potevano
arrivare con le bombe o gli ordigni dei lanzichenecchi, la voce veniva tolta di
mezzo cancellandola dai satelliti e dalle frequenze. Segno di una paura tremenda della verità, segno della perfetta
consapevolezza del proprio inganno. Con una distruzione sistematica e
pianificata dell’epistemologia, ci è stata fatta accettare, dall’inizio delle
cosiddette primavere arabe (le vere e le fasulle) una versione rovesciata della
realtà. L’arcivescovo di Aleppo, Joseph Tobji, l’ha rimessa in piedi.
Una voce contro tutti.
Una
coalizione di regimi a guida psicopatica, a cui la resistenza siriana e i suoi
alleati hanno gettato un bastone tra le ruote del carro fin lì vincitore, in
queste ore ha deciso di giocarsi il tutto per il tutto. Tanto più che la
partita, per la prima volta, non sta volgendo a suo favore e il progetto sion-imperialista
di un Grande Medio Oriente degli Stati frantumati e soggiogati, vacilla. All’assalto
diretto alle forze armate siriane a supporto dei jihadisti, al rovesciamento
del fronte fatto fare ai curdi, fin lì dalla parte del loro paese e contro l’Isis,
alle false flag delle armi chimiche, o degli attacchi ai convogli di aiuti, alla
minaccia dell’intervento diretto contro i russi, di cui gli Usa avevano finto di
essere alleati contro il terrorismo jihadista, si accoppia un’escalation
propagandistica senza precedenti, - i bambini e gli ospedali di Aleppo-Sarajevo
- da travolgere ogni percezione delle
cose, ogni discernimento. Con tanto di “Elmetti Bianchi samaritani”, scoperti
dai video in combutta con i terroristi, sempre e solo dalla loro parte, fondati
da arnesi dei servizi Usa e riforniti dai turchi.
Capifila, di nuovo
e sempre, i due giornali “d’opposizione”: “manifesto” e “Fatto Quotidiano”
dalla curiosa deontologia che contraddice nelle pagine delle falsità estere
quanto di corretto raccontano in quelle degli interni. E poi qualcuno nella
corporazione si adombra quando si parla di canea giornalistica. Indignazione
quando si osa offendere la categoria parlando di “accanimento giornalistico
contro Virginia Raggi”. E l’accanimento contro altri bersagli da obliterare? I meccanismi
messi in campo e gli obiettivi dettati sono analoghi. In casa veniamo
bombardati da oscenità come la mostra al Maxi di Roma di un anonimo fotografo “del
regime di Assad” che avrebbe fotografo la decimazione e le sevizie di migliaia
di detenuti. Misterioso, anzi assurdo, lo scopo per il quale un governo
documenterebbe e archivierebbe i suoi crimini. E da rapporti di Amnesty, pure
fondati su fonti anonime e mai consultate sul posto, sulle decine di migliaia
di prigionieri torturati e fatti scomparire. Entrambe le vomitevoli bufale sono
riesumazioni, ma le date sono significative: 2016 alla vigilia della conferenza
di pace di Ginevra, per sabotarla. e,
oggi, nel pieno della battaglia finale per la liberazione di Aleppo , per giustificare
altre atrocità e, possibilmente, lo scontro diretto Usa-Russia, cioè l’Armageddon.
Manlio Di Stefano, nel presentare Monsignor
Tobji, ha detto che, diffidando di quanto ci arriva da Tel Aviv, New York e
Doha, ritiene preferibile ascoltare da un testimone diretto cosa pensano i
siriani. Un’iniziativa
che fa onore al M5S e segue altre analoghe a rettifica di una politica estera
nazionale sciagurata, al servizio delle guerre altrui: sulla Nato, sui paesi
latinoamericani dell’A.L.B.A., sulla Libia, organizzata dalla senatrice Ornella
Bertorotta della Commissione Esteri del Senato, pure presente alla sala stampa
di Montecitorio. Un’iniziativa che accompagna la richiesta di porre fine alle
sanzioni genocide contro la Siria, di riaprire l’ambasciata siriana a Roma, di sospendere
i rapporti commerciali e le vendite di armi all’Arabia Saudita. Di Stefano ricorda
quanto, nell’imperversare della propaganda, si tende a trascurare: in Siria
operano mercenari da 89 paesi, all’Isis si è permesso di occupare territori
siriani e iracheni e, se quei paesi sono diventati “il parco giochi degli Usa”,
le colpe sono anche le nostre che rifiutiamo di adottare una politica estera
basata sulla carta delle Nazioni Unite:”Non ingerenza e convivenza pacifica”.
L’arcivescovo
di Aleppo, non limitandosi a invocare basta guerra, morte, distruzione, “nelle quali nessuno vince e tutti perdono”, ha
denunciato i giochi sporchi condotti sulla pelle dei siriani, utilizzati come
pezzi di una scacchiera in una guerra per procura, condotta con forze
surrogate. A noi, che veniamo schiacciati contro uno specchio deformante da
notizie esclusivamente su Aleppo Est,
occupata dai jihadisti, Monsignor Tobji ha finalmente raccontato cosa avviene
negli altri tre quarti di una città che era patrimonio dell’umanità, come
ricorda l’altro relatore, Alberto Negri, del “Sole 24 Ore” (Negri che,
peraltro, non ci risparmia una quota di cerchiobottismo quando ripete la giaculatoria
sul “regime duro di Damasco” e quando riesuma la favola di una ribellione
siriana “autentica e pacifica”, repressa
dal “duro regime”. “Rivolta pacifica” di
cui io stesso, e tanti altri sul posto, abbiamo potuto constatare la falsità, sapendola
pianificata da decenni a Tel Aviv e
Washington, e vedendola infiltrata da subito da armati che sparavano su una
polizia allora disarmata e sugli stessi manifestanti. Numerosi video lo
documentano, ma in Occidente non hanno corso legale).
Su Aleppo il
nostro testimone oculare racconta: “ I terroristi
sparano senza posa a tutti. La settimana scorsa abbiamo avuto 75 morti e 185
feriti, tutti civili. Queste persone sparano, sgozzano. Uccidono prigionieri e
ne mangiano il cuore (ne ho inserito i video nel mio “Armageddon sulla via
di Damasco”) Crollano gli edifici con
dentro tutti gli abitanti. Vengono colpiti ospedali, scuole, fabbriche, forni,
depositi di viveri. La centrale elettrica è stata distrutta. Quella idrica è
sotto controllo dei terroristi che ci negano l’acqua. Mancano carburante e
combustibili. Le sanzioni imposte dall’Occidente hanno ridotto tutti sotto il
livello di povertà. La città che un tempo ospitava 4 milioni d cittadini è ora
ridotta a 1,5 milioni, senza pane e
senza medicine. E i mezzi d’informazione parlano sempre e solo di Aleppo Est,
mai di noi. Ne consegue un’emigrazione di fuga per la vita. Forse è in prospettiva
il male più grande. Senza giovani, senza diplomati, chi ricostruirà il nostro paese?
Eravamo un mosaico di genti, confessioni, etnie. Eravamo prosperi, si stava
bene. Se passa il progetto degli aggressori, domani saremo un paese in frantumi
e a colore unico. Fermiamo la vendita di armi, basta pagare i terroristi,
blocchiamo i flussi di armi e mercenari dalla Turchia e, soprattutto, togliamo
le sanzioni, sono peggiori delle bombe, uccidono milioni. Uccidono tutti, perché uccidono la cultura”.
La
saletta stampa di Montecitorio era affollata di operatori tv e cronisti. Alcuni
hanno interloquito. Chi, presente in fasi della tragedia mediorientale, per
denunciare le omissioni e falsificazioni della propria categoria, chi, al
contrario, per esprimere risentito stupore per quanto, nel racconto del
testimone e nell’analisi del deputato, contrastava con la vulgata discesa dall’empireo
della vera informazione, quella compatta occidentale di tutti gli schieramenti.
Tra costoro Vincenzo Nigro - che sul tabloid scandalistico “La Repubblica” da
lunga pezza ci conforta con le valutazioni indefettibili di Dipartimento di
Stato, Mossad e Cia – opponeva alle evidenti manipolazioni del prelato le
provate nefandezze di Assad e dei russi, ultimamente con il bombardamento su
convogli di aiuti. “Il Fatto Quotidiano” faceva il signore pubblicando un
colonnino in cui si riportavano le parole del testimone, per poi sommergerle,
però, nel riferimento alla fetida bufala delle foto di Caesar, esibite al Maxi
di Roma, nelle quali neanche una sola vittima risulta identificata. Una roba
che si affianca alle armi di distruzione di massa di Saddam, alla pulizia
etnica di Milosevic, alle fosse comuni di Gheddafi.
Sulle denunce di crimini
del regime di Damasco il religioso avrebbe risposto “Non so di cosa parla, non ne sono al corrente, non posso rispondere”.
E se ne sarebbe andato sorridendo. Bel quadretto di un testimone fasullo che si schermisce e
scappa. Tutto falso: le parole, il sorriso, il “se ne va”. Ma il sublime della
manipolazione dei supposti gonzi cui si
indirizza il giornale che Travaglio dichiara “indipendente e libero” è
raggiunto nell’impaginazione. Accanto a detto colonnino, quattro colonne e due
foto: Assad accanto a Pol Pot, uguali nei genocidi, e, nel corpo del testo, “Assad
come Al Baghdadi” e “una vergogna che
Assad mantenga un seggio all’Onu, è un macabro teatro dell’assurdo che il veto
russo rende ancora più grottesco”. Grottesco teatro dell'assurdo, appunto: quello di un giornale che per
affondare un barchino tra le onde impiega gli F16. L’autrice si chiama Roberta
Zunini. Da Pulitzer.
Di verità ha
invece parlato un siriano, un giusto, un cittadino di quella parte di Aleppo
dove nessun ascaro mediatico ritiene di dover mettere piede, taccuino,
obiettivo. Che non rimanga vox clamantis
in deserto. Che il deserto disperda gli schiamazzi dei presstituti. Che si
faccia di tutto perché, quello del popolo di Aleppo, della Siria, non sia il
saluto del morituro. Grazie 5 Stelle.
visto 5 minuti fa. Quando il "democratically correct e le associazioni per i "diritti umani" (ma a questo punto sarebbe meglio definirli "diritti disumani" fa terminare la carriera ad un giocatore della tesserato fra le giovanili della Fiorentina solo perchè nordcoreano. Spero tanto sia una notizia falsa ma non credo. Siamo in un paese che spia su facebook ed espelle lavoratori stranieri in regola perchè sospettati di "islamizzarsi" ed un ragazzo perchè cittadino di un paese che fa perte della "lista dei cattivi".
RispondiEliminaGiudicate voi
http://www.supereva.it/il-nordcoreano-vince-la-guerra-con-la-fiorentina-20255?ref=libero
Alex1@
RispondiEliminaE pensare che è pure la mia squadra. Manderò improperi a Della Valle.
Roberta Zunini, ai tempi del colpo di stato in Ucraina, sproloquiava sul Fatto Quotidiano dell'"aggressione russa" e si faceva fotografare con personaggi di Pravy Sektor che sembravano Renato Pozzetto in Sturmtruppen.
RispondiEliminaDa qualche tempo non le conviene più. Comunque, occasioni per guadagnarsi l'osso che le tirano sotto al tavolo non le mancano.
Obiettiva ed eloquente rappresentazione della realta’ siriana. Piu’ che un commento il seguente e’ un’aggiunta.
RispondiEliminaNella (chiamiamola) coscienza collettiva o, se si vuole, visione del mondo, indotta ed imposta dall’America con olio-di-ricino mentale, si nota una certa riluttanza a nominare i registi che hanno trasmutato il Medio Oriente in una bolgia infernale – nominarli con il loro vero nome.
I “neo-con” sono e rappresentano in modo assoluto l’essenza e l’obiettivo ebraico talmudico, il “Greater Israel,” ma non solo.
E finiamola con la scusa dell’antisemitismo e diamo pane al pane e vino al vino. Come tanti, chi scrive e’ pronto ad abbracciare ogni ebreo che rigetta (a parole, ma sopratutto a fatti) la merda talmudica per cui i goyim sono carne da macello o da schiavizzare, come si legge nel Talmud.
Perche’ i neo-con, sionisti, ebrei, israeliani che comandano e dirigono la politica estera americana (ma anche larghe falde della politica interna – per esempio, 4 su 8 membri della corte suprema sono ebrei), dovrebbero essere chiamati i “Talmudisti.” I Talmudisti occupano tutte le posizioni di potere negli us of a., congresso, stampa, educazione, hollywood e finanza - direttamente e indirettamente.
E siccome controllano la Federal Reserve e il Congresso, possono stampare dollari ad libitum e finanziare miriadi di organizzazioni, think-tanks, etere e lenoni giornalisti, accademici del culo, nonche’ la mastodontica macchina che fabbrica il consenso (The Jew York Time in testa).
Sono riusciti persino a inventare una nuova cazzutissima religione talmudico-cristiana, con i “Jews for Jesus,” ed simili altre “denominazioni religiose.”
Palle a cui non crede neanche il gatto, ma che incidono e incancreniscono la mentalita’ collettiva americana, imbevuta di football e CocaCola.
Gli ancora dubbiosi San Tommaso guardino il corto clip, del “pastore cristiano” che minaccia l’ira di Dio contro chi critica “Israele” https://youtu.be/rJiepXOXeYk Roba da Alto-Medioevo e passa.
Basta solo una lettura superficiale del Talmud, per vedere che gli orrori contro i goyim non sono solo giustificati ma predicati. L’ISIS e’ l’espressione attuale del Talmud, e l’America, in politica estera, e’ il Talmud. Per non parlare dei leccaculi nelle colonie dell’Europa Occidentale, compresa l’Italia.
Cercate in rete le scene quando i 537 membri del congresso e senato americani si levano tutti in piedi per applaudire il primo ministro talmudico quando in visita a Washington (con 22 ovazioni durante il discorso), nemmeno conferite a un personaggio americano.
Vedere il principe di Galles con la kippa rendere omaggio al mostro Perez equivale a vedere la regina col burka, quando visita un paese mussulmano.
Chiamare le cose con il loro nome magari non servira’ a niente. Ma almeno coloro al corrente della situazione lascino da parte la “correttezza politica.” I talmudisti trionfano anche perche’ sanno che la maggior parte di quelli che hanno capito l’antifona, si appoggiano al muro per proteggere il culo.
Certo, chi e’ in vista e osa opporsi al pervadente Talmudismo, rischia di fare una brutta fine, anche se e’ una fine da eroe. (vedi “Death of an Unsung Hero” http://wp.me/p2e0kb-1Yt), ma per i comuni mortali non siamo ancora arrivati a tanto.
E per quanto Don Abbondio mi sia sempre stato simpatico, l’imitarlo non protegge dalle conseguenze del suo Weltanschauung, come Manzoni ha ben dimostrato.
LA sIG.ZUNINI Y MISTER GRAMAGLIA DEL FLAUTO KOTIDIANO,INSIEME AL NOTO SIONISTA kOLOMBO
RispondiEliminaSONO I TITOLARI DI UNA PERSISTENTE CAMPAGNA DI ODIO VERSO I POPOLI ARABI,SPECIE QUELLI CHE VOLGLIONO ESSERE INDEPENDENTI.
NON HA DETTO PAROLA DEI MIGLIA DI BAMBINI PALESTINESE MASACRATI DAI CODARDI MILITARI DELL'ENTITà SIONISTA,I CARCERATI,LE DONNE DE LA NAVE PER GAZA ETC,ETCNEANCHE UNA PAROLA SUL CASO MILOSEVIC.
ODIANO LULA,MADURO,MORALES ,CUBA E TUTTO QUELLO CHE SIGNIFICA Libertà,INDEPENDENZA,SOVRANITà.
IL FLAUTO KOTIDIANO è UN ORGANO DEGLI MULTINAZIONALI
Mi dicono che nei vecchi "cessi"vigeva l'usanza di attaccare ad un chiodo pezzi di vecchi giornale,essendo allora la morbida carta igienica un lusso per ricchi.
RispondiEliminaDa tempo sostengo che il fq si presta unicamente a questa funzione . Per quanto mi riguarda non vado neanche piu' sul sito perche' odio l'idea di contribuire con i miei clic a versare qualche centesimo provento di pubblicita'a favore di quel maestrino accidioso dal perenne ghigno sprezzante.
Luca.
Jimmie@ Questo tuo scritto andrebbe diffuso urbi et orbi e io, nel mio piccolo, lo farò. Grazie.
RispondiEliminaJimmie, il termine Talmudista mi pare del tutto pertinente e da ora lo faccio mio.
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