CADE UN GIGANTE
Con Fidel Castro si
spegne la luce che ha aperto e illuminato la strada del riscatto al popolo
cubano, a quelli dell’America Latina e del mondo.
La sua rivoluzione,
iniziata nel 1956, vittoriosa nel 1959, vive ancora nel cuore e nel progetto
dei cubani, a dispetto dei tanti tentativi, aperti e subdoli, di sabotarla, a
dispetto dell’isolamento sofferto da Fidel negli ultimi anni. Vive nella resistenza dei
popoli aggrediti e saccheggiati dal capitalismo imperialista. Non morrà mai.
HASTA SIEMPRE COMANDANTE !
Hasta siempre!
RispondiEliminaVero, vive nella lotta dei popoli oppressi, nell'anelito al riscatto e alla liberazione dell'umanità dal bisogno materiale e dalla menzogna ingannatrice, vive nel pensiero di chi crede che l'essere umano, ogni essere umano, abbia il diritto ad una vita dignitosa e non debba essere lasciato alla mercé del capitale e del profitto.
RispondiEliminaComandante Fidel, è vero, il momento arriva per tutti ma la differenza è come si è riempita la propria vita di passione e ideali e si è lottato per essi; questo quei mentecatti e striscianti degli esuli della tua terra a Miami che gioiscono per la morte di un uomo oggi non lo potranno mai capire, troppa è la differenza tra chi si staglia in cielo, nel cielo limpido degli ideali e loro che strisciano insudiciati nel terreno, prede dei più meschini desideri inculcati loro dalla macchina dell'inganno.
Addio Comandante, che la terra ti sia lieve.
La Storia ti ha già assolto.
Massimo@ OK, ma voglio sapere se la Storia lo assolverà anche per gli ultimi 10 anni di vita, quando ha taciuto rispetto al tradimento della rivoluzione e alla svendita di Cuba agli americani operate dalla banda attorno a suo fratello Raul.
RispondiEliminaCaro Fulvio se la metti su questo piano non hai bisogno della risposta, tu hai già la tua risposta, io non sono così sicuro, non ho le tue certezze.
RispondiEliminaNegli ultimi anni evidentemente e lo sappiamo, la salute lo aveva già minato e le vicende che hanno portato al potere suo fratello Raul non le conosciamo.
Io comunque non butto via una vita da rivoluzionario vero per le cose che avrebbe fatto o non fatto negli ultimissimi anni.
Penso che sia stato già quasi un miracolo che Cuba abbia resistito 60 anni alle aggressioni evidenti e meno evidenti del suo grande, criminale e ingombrante vicino e se gli hai reso omaggio con questo post appena saputo della sua morte, penso che anche per te che dai un giudizio negativo degli ultimi anni, rimanga comunque una figura di rivoluzionario vero da ammirare senza per questo non riconoscerne gli errori.
Credo che in personaggio come Fidel ha assunto il compito che poteva svolgere, fino a che l'eta' avanzata e le condizioni al contorno glielo hanno consentito. Non sono mai stato a Cuba, avre voluto recarmici dagli Usa circa venti anni fa ma ignoravo che l'embargo non riguardasse solo le merci ma anche I mezzi di trasporto e le agenzie di viaggio. Pertanto non posso giudicare se non qunto raccontatemi da visitatori piu' attenti e da giornalisti. Mi sembra che l'esperienza di Cuba sia riuscita sotto diversi aspetti, il primo quello di dare dignita' ad in popolo passato da uno stato semicoloniale ad in paese all'avanguardia nel campo della cultura della medicina delle cure mediche alternative, dell'agricoltura. Nonstante L'embargo non solo Usa, ma applicato dopo il 1991 anche dai paesi dell'Est convertiti al mercato liberista. E'stato di esempio nel processo di decolonizzazione dal Vietnam all'Angola. E' in paese che non ha mai rinnegato la propria storia almeno fino a sette otto anni fa, che ha resistito non solo all'embargo Usa, ma che nonostante ha dovuto mediare alcune scelte non sempre vantaggiose con l'Urss e' sopravvissuta al suo crollo, nonostante veniva data per spacciata dai think tank nostrani. E' strano che un leader come Fidel sia attaccato dai democraticisti Talmudisti stile Saviano,(Vergognoso il commento del democraticalsionista de noantri con il portafoglio e la scorta in Italia ma con la mente in Israele) da molti destrorsi antisocialisti. Ma c'e' da scontare anche gli attacchi dei sinistrorsi pseudotrozkisti "duri e puristi" che ironizzavano con la liberalizzazione del dollaro e la visita del Papa, vivendo dentro la loro torre d'avorio nell'attesa del "socialismo realizzato perfetto". Credo che abbia assistito alla "normalizzazione di Cuba dal 2008" e del siluramento di una componente rilevante della sua classe politica senza poter fare molto, ma non ha mai rinnegato i principi che hanno portato Cuba ad essere il faro del fronte anticolonialista, dall'Angola al Vietnam, dalla Palestina alla Libia, ed in tempi piu' recenti anche ad alcuni Stati dell'America Latina. Non credo sarebbe esistito un Chavez, un Correa, un Ortega senza l'esperienza cubana. In esperienza che ha fatto diversi passi avanti verso il socialismo ma anche qualcuno indietro, questo e'vero, ma la Storia sa e ricordera' piu' lui dei tanti suoi critici intellettualisti.
RispondiEliminaDa notare il "Manifesto" on line. Neanche una riga su Fidel, ma un'intera pagina dedicate alla "manifestazione antiviolenza", con il titoli "Il corpo del delitto" e "Violenza Maschile" e tutta una serie di articoli delle misandriche varie, da Norma Rangeri,alla Castellina, alla Colotti...
RispondiEliminaMa dal Manifesto che ti aspettavi?
RispondiEliminaMaledico ancora quelle poche copie che gli comprai 20 o 21 anni fa ai tempi del primo governo Berlusca...
Caro Fulvio,
RispondiEliminasai bene dai miei interventi ,e come ti dissi di persona quando ci siamo incontrati, che sono piuttosto tiepido nei confronti delle ideologie.Non tanto per colpa delle ideologie ,che offrirebbero agli uomini molte soluzioni interessanti.Ma per colpa nostra,che poi non sappiamo realizzarle in concreto.
Quindi la mia opinione dipende solo da un'analisi di quello che conosco sulla storia di Cuba
ai tempi di Fidel e,per quel poco che puo' contare,dall'impressione di una mia rapidissima visita all'Avana.
Come personaggio storico chiunque sia riuscito a capovolgere un regime filo-usa , incantare i serpenti recandosi nella loro tana ed ottenendo inizialmente la loro simpatia nella celebre visita a New York come fosse stato una rockstar,abbia respinto un tentativo di invasione sponsorizzato da una superpotenza e attentati degni di film di James Bond,abbia esercitato da un'isola cosi' piccola un'incredibile influenza sui movimenti di liberazione dell'America Latina e di mezzo mondo,sia riuscito (probabilmente il suo piu' grande successo politico dopo la rivoluzione)a vedere una svolta in diversi importanti paesi del "cortile degli stati uniti"...Beh,chiunque sia riuscito a fare cio' era,e' e rimarra' a ragione sui libri di storia.Ripeto,fuori dalle ideologie,per me un uomo che caccia gli amerikani e resiste alle loro pressioni ed alle loro aggressioni da un'isoletta a due passi dalla Florida e' degno della definizione di leader maximo.
Passiamo alle dolenti note :come in nessun stato ispirato al marxismo c'e' stata una buona gestione dell'economia e si sarebbe potuto raggiungere uno standard di vita migliore .
E' vero,siamo in America Latina , tutto e' relativo.C'e' stato il bloqueo ,alla caduta dell'Urss venne meno l'aiuto sovietico ,ogni cubano aveva diritto alla casa,all'educazione e alla sanita'.Diritti non propriamente garantiti nell'Uccidente capitalistico,specie di questi tempi.Figuriamoci in America Latina.Il mio paragone con zone turistiche del Messico ,che conosco abbastanza bene, mi porta a dire che per sbarcare il lunario un mesicano si deve ammazzare di lavoro e farsi sfuttare da propietari di attivita' ,messicani o yankees ,con metodi da feudalesimo ,vivendo in baracche od in cubi di cemento stile lager nascosti dietro le mura di lussuosi resort.E se il figlio (caso accaduto ad un mio amico messicano)aveva bisogno di cure mediche ,trovarsi a vendere un pezzetto di terra ereditato dal padre...
L'accusa di dittatore e il dirittoumanesimo a senso alternato ?Ormai ho 53 anni,credessi a queste cazzate tra un mese sarei ad aspettare che scendesse dal caminetto un vecchio
signore panciuto con la calzamaglia rossa e la barba bianca .E finiamola qui.
Sul Malecon dell'Avana ,come nei bar (e parlo del 1994)i giovani cubani si esprimevano piu' che liberamente sul "regime"di cui erano vittime oppresse,soggette a terribili torture e fucilazioni.Criticandolo tranquillamente alla luce del sole,piucchealtro aspirando ad una migliore situazione economica .Non dando pero' l'impressione di accompagnare questa aspirazione ad una grandissima voglia di lavorare .Per dire la verita' era piu' la voglia di ritmi caraibici,rum,sole e mare.
Continuando con il paragone con il Messico ,grande e storica democrazia,nessuno si azzardava a parlare di politica...L'unico conosciuto che ne parlava,un francese sposato con una cilena,viveva praticamente confinato nella posada che conduceva con la sua compagna.Questa curiosa ed insolita abitudine di occuparsi di politica nel democratico Messico lo aveva portato a fare conoscnza con minacce e metodi da squadroni della morte.Inclusa una finta esecuzione nella foresta...
(SEGUE)Tornando a Fidel Castro ,non si fece incantare dalla sirena Obama anche se si e' dovuto sorbire un paio di papi.
RispondiEliminaIl suo ultimo merito e' stato quello di non essere piu' una bandiera dei radical-chic e dei "progressisti".Troppo anziano,figuriamoci se quell'omome barbuto e malato dal cipiglio fiero ,che a me ricorda alcuni vecchi nodosi contadini del Chianti. poteva incontrare il gusto estetico dei radical-chic.Vuoi mettere un nero giovane con sorriso smagliante e fisico da giocatore dai basket ?Questi si che sono icone che mandano in sollucchero le botteri di ogni latitudine.
Luca.
P.S.
Scusa la lunghezza del commento Fulvio,ma si parlava di Fidel Castro,non di renzi .
anonimo@ D'accordo con gran parte di quello che scrivi. Non ricordo, nei frequenti giri per Cuba, di aver sentito giovani denunciare torture e fucilazioni. Qualche spia, qualche mercenario, qualche terrorista, sì, è stato giustiziato. Vera anche la scarsa voglia di lavorare: è il clima e hanno perfettamente ragione.
RispondiEliminaQuello che va detto, per motivi di onestà intellettuale, politica e storica e che viene taciuto sia dei chierichietti che stanno a Fidel come i bamboccioni stanno alla mamma, sia dai dirittoumanisti del "feroce dittatore", è che negli ultimi vent'anni in Cuba coesistevano, sotto gli occhi ancora acuti di Fidel e nella complicità della banda intorno al fratello Raul, demagogia, retorica, ritualità vuota e corruzione, nepotismo, speculazione a livelli capillari.
Per inciso, sono le ideologie che muovono il mondo. Farne a meno significa affondare nell'eterno presente.
Luca@ Dai un'occhiata alla mia risposta al commento di Anonimo. La connivenza di Fidel con il degrado e il tradimento operato dai caudilli attorno a Raul è innegabile. Il che nulla toglie ai suoi meriti. Ma non facciamo i sicofanti.
RispondiEliminaIo non dimentico un fatto della giovinezza di Fidel.
RispondiEliminaQuando l'aviazione di Batista bombardò la selva del Monte di Cristallo, l'ex 'ragazzo dello Yachting Club' ordinò che bruciassero le piantagioni della Unifruits e che bruciassero anche le piantagioni di suo padre.
Quando si dice coerenza.
Si,Fulvio ,l'Anonimo cui avevi risposto sono io .Il mio commento era troppo lungo e lo ho diviso in due parti.
RispondiEliminaSulle ideologie non dico che non ci vogliano,il problema e' che tropo spesso si "predica bene e si razzola male".
Luca.
https://www.youtube.com/watch?v=mGVpcw4Qnrs
RispondiEliminaLeonardo