venerdì 20 gennaio 2017

ISIS E ANTI-TRUMP: STESSO MANDATO STESSI MANDANTI - Mentre utili idioti e amici del giaguaro marciano contro Trump, Obama avvelena i pozzi in Siria


"Molte delle celebrità che dicono di non andare (all’insediamento) non erano mai state invitate. Non voglio le celebrità, voglio il popolo, è lì che abbiamo le più grandi celebrità”. (Donald Trump)

“E’ stupefacente e anche un po’ disgustoso vedere quanti cagnetti profumati da salotto si sono messi con il branco di rottweiler a sbranare un botolo che aveva appena cominciato ad abbaiare”. (Ernesto bassotto)

Mercenari professionisti
Titolo spiazzante, anzi scandaloso? Vediamo. A cosa vengono impegnati i jihadisti delle varie formazioni mercenarie impiegate in Medioriente (ora anche in Asia e Africa e individuati come attentatori in Occidente)? A mantenere e allargare il dominio, a fini di controllo e sfruttamento, su zone del mondo ricche di risorse, e/o di importanza strategica, e/o la cui sovranità e autodeterminazione costituiscono ostacolo alla globalizzazione Usa, UE e Israele e rispettivi clienti, a volte collusi a volte collidenti, perché ne spuntano gli strumenti armati e/o economici. E, a parte la logica del cui prodest, a chi riconducono, con mille documenti, prove, ammissioni, queste formazioni? Le hanno pagate e rifornite sauditi, turchi, qatarioti, giordani; le hanno armate turchi, israeliani, Usa e Stati Nato; le hanno rastrellate in giro per il mondo i servizi di intelligence e le Forze Speciali di queste entità. Senza questo retroterra e i cordoni ombelicali ad esso connessi per vitto, mezzi, armamenti, soldo, la Jihad non durerebbe e non si espanderebbe dal 2011, ma si sarebbe estinta nel giro di settimane. Ve lo dicono Von Klausewitz e Sun Tsu.

Mo’ chi ha pensato, elaborato, spinto ed esasperato tutto questo a partire dall’11 settembre 2001? Chi, da un lato, aveva stabilito in piani ufficiali (Oded Yinon, Israele 1981) che, per il Grande Israele, occorreva frantumare in bantustan etnocentrici e settari gli Stati-Nazione arabi. E chi, dall’altro, ma in consonanza, nel cammino verso un dominio mondiale unipolare, di Stati-Nazione progettava di farne fuori tutti, tranne il suo e quello dei più stretti parenti. Si chiama, dai tempi di Lenin, imperialismo, fase suprema del capitalismo. Ma di mezzo c’erano Russia e Cina, ammazzate che schiacciamento di minchia.

La “guerra al terrorismo”, che si apre con l’innesco delle Torri Gemelle fatte saltare dall’interno e dal Pentagono bucato con un missile, ha una miccia lunga che parte dalla fine del secolo precedente. Quando una cabala di psicopatici, in massima parte talmudisti all’orecchio di Israele, formula il PNAC, il Progetto per un Nuovo Secolo Americano. Sono la squadra messa insieme dalla Cupola dell’1% perché faccia dell’ “eccezionalismo”” eugenetico nordamericano la Weltanschaung e del suo apparato militare da un trilione di dollari lo strumento materiale per la conquista del pianeta e la rimozione dki tutto ciò che vi si frappone o contrappone. La Russia, passata dal “tana liberi tutti” di Eltsin a essere l’antagonista globale con Putin, entra nel centro del mirino PNAC. Tanto più quando si intromette in Medioriente e fa volare le scartoffie neocoloniali e nella marca imperiale Europa, rapita e stuprata dal padre Zeus a stelle e strisce fin da quando l’aveva proclamata “liberata” nel 1945, la Russia diventa partner strategico per l’energia e non solo.

Repubblicani e Democratici per Ia Cupola pari son
In preparazione alla resa dei conti sul campo di battaglia, i neocon, la cui strategia la Cupola fa attuare via via, indifferentemente, dai presunti antagonisti repubblicani (Bush) e democratici (Obama), vero Giano bifronte scolpito dalla Cupola, vengono messi in pratica iniziative e strumenti propedeutici. Difensivi in Europa, dove si tratta di impedire lo smantellamento dell’omologa costruzione vassalla UE per mano di chi, tra le macerie economiche, sociali ed antidemocratiche di questa struttura corrottissima e criptocoloniale, sviluppa nostalgie “populiste” per la propria sovranità fondata sulle costituzioni democratiche sorte dalla lotta antifascista. Offensivi, dove lo Stato-Nazione c’è e alberga anticorpi robusti allo sgretolamento. Ed è il caso di paesi come quelli emancipati latinoamericani, l’Afghanistan, l’Iran, l’Ucraina, l’Egitto, l’Algeria, Nigeria, Brasile, e tanti altri, tutti quelli su cui sarebbe prematuro, inopportuno, disagevole, intervenire militarmente, ma dove è necessario e urgente destabilizzare. Tanto più urgente quanto più, nei tempi recenti e di fronte all’aggressività USraeliana, tutte queste realtà statuali, sotto la spinta dei rispettivi popoli, si orientano sempre più via dall’Occidente e in direzione Russia e Cina, aumentando le criticità dei progetti PNAC e Oded Yinon.


Ci sono spie tra noi
Dove non è utilizzabile lo strumento terrorista siamo alle rivoluzioni colorate, a insostenibili immigrazioni di massa, a colpi di Stato parlamentari, a sanzioni e sabotaggi economici. Vengono creati e messi in campo strumenti di grande potenza finanziaria e capacità mimetica. Alle vecchie fondazioni Ford, Rand, Rockefelleer, ai Think Tank come il Council of Foreign Affairs, gli Istituti Repubblicano e Democratico, si aggiungono vetrine umanitariste a direzione occulta Cia come USAID, National Endowment for Democracy, Amnesty International, Human Rights Watch, Save the Children, Medici e Reporter Senza Frontiere, Avaaz…. Più dinamico e scaltro di tutti, un criminale della speculazione finanziaria ai danni di paesi da spolpare (Italia dal 1992), l’ebreo ungherese-statunitense George Soros, con la sua Open Society Foundation mirata a gabbare, con mille succursali locali, giovani ansiosi di carriera. Soros si potrebbe dire la piovra globale, da cui tentacoli si sviluppano tanti polipi e polpetti sotto forma di scuole, università, centri studi, ONG dei diritti umani, organizzazioni mediche, gruppi mmediatici, associazioni dei diritti civili, ecologisti, pacifisti, soccoritori di migranti, PR e giornalisti infestanti come l’edera nei boschi abbandonati, o i pidocchi alle elementari di qualche tempo fa. Nel Kosovo sulla via della secessione costruisce università, nel golpe di Kiev finanzia nazisti, in Siria, a Sarajevo, o in Irlanda del Nord, s’inventa “costruttori di pace” che minino la lotta di liberazione.

Collaborazionisti “dilettanti”
E dunque torniamo al titolo così scandaloso. A cosa puntano in questi giorni, e con quali mandanti e strumenti, coloro che in piazza si agitano, negli Usa a livelli autenticamente eversivi, in Europa in rete, in Germania con marce e marcette (una addirittura, fuori tempo massimo e già arenata, da Berlino ad Aleppo “da salvare”) contro l’insediamento del presidente eletto statunitense? Si intravvedono i tentacoli della nota piovra, sono spuntati i soliti polipi e calamari? Insomma, sono gli stessi del PNAC, dell’11/9, delle varie primavere inventate (Siria, Libia, Serbia), o contaminate e pervertite (Egitto, Tunisia)? Anziché di petto, ti devono prendere alle spalle. Sono la versione soft dei terroristi deti islamici. Supporlo, sospettarlo, arrivare ad affermarlo? Anatema! A me pare invece che lo si debba supporre ed affermare. Li ritrovi oggi in rete a sparare a palle incatenate contro Trump, senza alzare un ciglio sui trascorsi di Hillary e Obama, li ritrovi in piazza a Berlino a gettare il cuore oltre l’ostacolo della trumpizzazione universale, promettono di diventare milioni contro la Casa Bianca per mandare all’aria l’insediamento e, magari, lo stesso Trump.

E scopri che sono gli stessi che da edicole e schermi, in assemblee e convegni, in marce e presidi si manifestano per il martire Giulio Regeni (alla faccia del suo provato lavoro al servizio di una manica di rinomati assassini e spioni angloamericani); contro i serbi e ungheresi infami che fanno gelare gli afghani alle porte delle città (l’Ungheria ha il più alto tasso di rifugiati rispetto alla popolazione di tutta Europa; la Serbia non ha che gli occhi per piangere dopo il passaggio del rullo Nato); che invitano migranti a milionate, ma non sognano di mobilitarsi contro coloro che li cacciano di casa. Per la maggiore gioia di datori di lavoro sottocosto e di quelli cui interessa tenere l’Europa sotto schiaffo; che, trasudando diritti umani, dall’alto della loro civiltà superiore, spappagallano di dittatori e tirannie in paesi di cui nulla sanno e i cui popoli disprezzano; per i quali, cittadini di paesi governati da ladri, mafiosi, corrotti, guerrafondai bombaroli, con primati di femminicidi, servilismo mediatico, Putin è omofobo, misogeno, sessista, autocrate, zar; che, all’ombra di belve umane come Thatcher, Hillary, Condy Rice, Madeleine Albright, Samantha Powers e loro capisala come Mogherini, Pinotti, Bonino, distolgono dallo scontro di classe e lacerano la comunità giurando sulla “matrice virile della violenza” e che sessismo, razzismo, nazionalismo, guerra, stermini di interi popoli, devastazioni e stupri non esisterebbero senza i maschi: guerra tra i generi che ha lo stesso scopo della guerra tra poveri.
Sono sempre gli stessi che su Aleppo Est invasa e occupata da tagliagole di Al Qaida e Isis, guidati e coordinati dai servizi di Nato, Israele, Turchia e Golfo, hanno per mesi guaito sulle fandonie dei 250.000 bambini sotto le bombe (Save the Children), su un numero incredibile di ospedali distrutti, su un genocidio in atto con bombe a grappolo e bombe-barili, dimenticando che Aleppo libera veniva colpita indiscriminatamente da razzi, mortai e cecchini, che chi fuggiva da Aleppo Est veniva mitragliato, che i corridoi per i soccorsi allestiti dai russi venivano bloccati. E ignorando di come la città interamente liberata sia tornata a vivere nella gioia della libertà, a essere ricostruita, a vedere il rientro dei rifugiati. Soprattutto ignorando chi di questa immane tragedia, diabolicamente inflitta per sei anni ad Aleppo e a tutto un popolo, porta la responsabilità.

Lo sconfitto e la sua banda avvelenano i pozzi prima di andarsene.: mattanza obamiana a Deir Ez Zor

Sono ancora gli stessi che, manifestando e marciando contro le futuribili ipotetiche cattive azioni di Trump, tengono la testa sotto la sabbia di fronte all’ultimo massacro del regno di Obama che si sta verificando a Der Ez Zor, nell’est della Siria, dove una guarnigione di alcune migliaia di soldati siriani e centomila civili resistono da tre anni all’assedio dei terroristi. Terroristi Isis ora rinforzati dall’afflusso dei jihadisti in fuga da Mosul, reso possibile dalla collaborazione dei lanzichenecchi curdi al servizio degli Usa e dai bombardamenti Usa sulle difese di Deir Ez Zor e sul suo aeroporto. Aeroporto reso impraticabile e dal quale il governo non riesce più a far arrivare rifornimenti alla città. La centrale elettrica è stata distrutta dalle bombe della coalizione a guida Usa, la gente sta al buio, gli ospedali sono fermi. L’esercito siriano sta a 100km di distanza, impegnato a Palmira e non potrà impedire che Deir Ez Zor cada nelle prossime ore in mano a chi compierà l’ennesima mattanza di donne, uomini, bambini, “sospettati di aver collaborato col regime” e, naturalmente, non si priverà delle consuete atrocità sui soldati.
Collaborazionisti a voucher
Nel momento in cui l’Europa è attraversata da ordigni e apparati di guerra in direzione Russia, come non si erano mai visti dal 1945, l’associazione tedesca “No-to-Nato”, una coalizione di gruppi antiguerra, indice per il 20 gennaio, giorno dell’insediamento di Trump, una grande manifestazione a Berlino contro Trump, “per lo svuotamento della democrazia a vantaggio delle multinazionali, contro la violenza del nazionalismo (anti-UE), la violenza sui rifugiati, i cultori delle frontiere, la diseguaglianza sociale, la corruzione, gli indifferenti al cambio climatico e quelli del profitto sopra tutto”. Tutte cosacce attribuite a Trump, prima ancora che abbia messo piede nella Casa Bianca. Si dicono No-to-Nato, ma di Obama, che ha potenziato, esteso e armato la Nato come mai prima, che ha autorizzato il fracking inquinante e sismagenico, che ha fatto 7 guerre e con droni e sanzioni ha ammazzato più gente di tutti i suoi predecessori, che provoca la Russia fino alla catastrofe per mettere i ceppi all’autodeterminazione degli europei, che ha espulso più migranti di ogni presidente Usa, non dicono niente.

Negli stessi giorni dell’insediamento del “mostro partorito da Putin”, 20 e 21 gennaio, a Washington è indetta la manifestazione di 1 milione di anti-Trump e la consanguinea marcia di 200mila donne (con pronta adesione anche di Italia, Grecia e altri paesi devastati da Obama e subalterni) contro sessismo, misogenia, xenofobia, razzismo e ogni altra nefandezza di cui il neopresidente trasuda. La convocazione, le parole d’ordine, la piattaforma, gli strumenti organizzativi per queste iniziative sono diretta emanazione del “American Friends Service Committee”, gruppo direttamente finanziato da George Soros. Il cui vessillo di vecchio corruttore di ingenui dirittoumanisti e di Grande Vecchio dei marpioni del globalismo, svetta su diritti civili, femminismo, LGBTQ e gay nell’esercito, abolizione delle frontiere, accoglienza di rifugiati, denuncia del traffico d’armi, abbattimento di dittatori, democrazia da espandere. Valori degni in sé, chi non li riconoscerebbe, ma ridotti in moneta falsa con la quale ottenere il silenzio, l’oblio, su guerre, sanzioni, genocidi, devastazioni di società e relativi carichi e oneri sulle donne, distruzione di nazioni.

Così predicano i media trovatisi nudi senza padrone e così raccomanda Soros alle sue star e starlet dello spettacolo e dall’abissale ignoranza, Trump e Putin sono due cavalieri dell’Apocalisse di cui gli europei faranno bene a non fidarsi, visto che vorrebbero mettersi d’accordo a detrimento irrimediabile per gli europei, vivi e democratici solo con Obama, Hillary e l’ombrello Usa-Nato. E difatti le chiassate europee di tutta questa brava gente di pace e diritto umano coincidono con quelle indette simultaneamente a Washington e in tutti gli Usa dalla bella compagnia che unisce Obama, Hillary, la Cia, il complesso militar-securitario-industriale, Wall Street, la lobby talmudista globale, e tutto l’apparato delle 16 agenzie di intelligence che con Bush e Obama si sono potuti dare alla politica e spadroneggiarvi democraticamente.

Una bilancia per Trump
Immaginiamo due piatti della vecchia bilancia da fruttarolo. Su un piatto, diciamo quello di destra, mettiamo le sparate di Trump sui migranti, sul muro messicano, sulle donne da palpare, sui musulmani da bloccare, i suoi generaloni in pensione, i suoi petrolieri che negano l’effetto serra, i suoi reduci da Goldman Sachs, le promesse a Israele, le minacce all’Iran e alla Cina.

Sull’altro, quello buono, di sinistra, mettiamo, le pedate ai giornalisti comprati e venduti del New York Times e affini, la mano offerta alla Russia anche per combattere insieme, anziché il legittimo governo siriano, i terroristi che Trump sa essere stati inventati e diffusi da quelli dell’11 settembre, l’elogio al sacrosanto Brexit e ai cittadini europei che si risvegliano, e che qualcuno, odiando i popoli, chiama populisti, i livore talmudista, i pernacchi ai capisala imperiali Merkel e Hollande, il marchio di obsoleta alla Nato, la cancellazione di TTIP; TTP, CESA, TISA, la gogna e i dazi ai delocalizzatori verso lavoro schiavistico. Indi il disprezzo per gli sguatteri UE dei globalisti Usa che si prostrano a chi li sta facendo invadere e sconquassare da milioni di più o meno disperati, sradicati da guerre, fame e sistemati al gelo e al fondo marino anche dai dirittoumanisti, complici dei globalisti, che gli promettono buona sorte via da casa loro. Per chiudere con la livorosa frustrazione di tutto il cucuzzaro anti-Trump, messo fuorigioco ed espropriato della cabina di comando che pilotava le più grave sciagure inflitte al pianeta dal giorno del meteorite dell’estinzione di massa. Quanto più furibonda è la collera di tutti questi, tanto maggiori sono i meriti di Trump.

Da quale parte penderà la bilancia lo vedremo. Intanto ognuno a suo gusto valuterà quel che trova sui piatti
S’è messo in marcia, in nome di Cia, Pentagono, padrini del terrorismo, lobby talmudista, mondialisti maltusiani, mafie e massonerie, stampa cortigiana, Stato Profondo, il Grande Pifferaio di Hamelin (“Der Rattenfaenger von Hameln”) George Soros. Attratti dal tappeto di sangue, ossa e pelle su cui procede, gli corrono appresso i ratti sbucati dalle fogne dell’ipocrisia e del raggiro, delle armi di distrazione di massa, del buonismo e del politically correct (vedi elenco tentacoli di Soros, per il momento senza le decine di italiani: http://www.discoverthenetworks.org/viewSubCategory.asp?id=1237 ). Ma lo seguono, ahinoi, anche i bambini di Hamelin, che non annusano il fetore, ma percepiscono il profumo di miele che piove sulle loro coscienze dalla solidarietà con i migranti ghiacciati a Belgrado, con i LGBTQ discriminati, con i rifugiati da assimilare nell’universo globale del meticciato, lontano dalle loro patrie, con le donne che se fossero al comando sarebbero solo sorrisi e coccole, con tutti quelli che sono partiti in quarta a lanciare braccia e cuori contro il l’orrendo sovvertitore del nostro sereno e felice assetto planetario.

Ragazzi che immane, che inaudito sconvolgimento di senso, di ragione, di verità! E non dateci dei trumpisti. Avremo modo, presto, di misurarci anche con The Donald, il suo parrucchiere, i suoi generali e banchieri, tutta la famigliola. Sappiamo bene che dalla Casa Bianca non è mai sceso nessuno Spirito Santo a ingravidarci.

8 commenti:

  1. Ciao Fulvio!

    La situazione a Dejr-Ez-Zor si è stabilizzata. In peggio.
    La cartina qui riportata lo mostra chiaramente
    http://colonelcassad.livejournal.com/3193028.html
    la macchia a sinistra è la città
    la macchia a destra l'aeroporto
    Tra le due macchie ci sono 2-3 km controllati dall'Isis. Finora non sono riusciti a ristabilire il collegamento fra le due zone. L'Isis continua a essere rifornito da uomini e mezzi provenienti dall'Iraq (replica di un film già visto a Palmyra) e si trova in questo momento in superiorità numerica. Bombe e artiglieria pesante non riescono, al momento, a ripulire quella zona. I civili sono riforniti di mezzi e munizioni via aerea tramite un altro piccolo aeroporto, e un gran lavoro stanno facendo le forze aeree russe e siriane per infliggere il maggior danno possibile agli assedianti. Il problema è che, se non si ristabiliranno i contatti con l'aeroporto, e con i mezzi dislocati là praticamente inservibili, mezzi che - ricorda l'autore di questa situazione aggiornata giorno per giorno - servono quotidianamente alla difesa della città e che ora non si alzano in volo, non solo la presa dell'aeroporto sarà questione di tempo, ma lo sarà anche quella della città, una volta migliorate le condizioni meteo per un'offensiva su larga scala, e per cui - come hai giustamente evidenziato - si stanno accumulando uomini e mezzi dall'Iraq.

    Non disperiamo, comunque.

    Un caro saluto.

    Paolo

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  2. E forse non e' inutile rilevare che per la citta' di Dejr Ez Zor, non ci sono elmetti bianchi che soccorrono I feriti, non ci sono Ong che urlano al genocidio, non ci sono ospedali scuole e civili da difendere. Non si chiedono tregue umanitarie, I suoi abitanti possono pure essere giustiziati, tanto ad indignarsi ed ad evidenziare che "senza l'intervento Nato in Siria e senza l'usscita di scena del presidente siriano e del suo governo, con le buone o con le cattive, la Guerra non finira'" come disse l'abbronzato prima di uscire di scena (cosa che non sembra avere intenzione di fare ne' lui ne' tutto il gruppetto che appoggiava la Killary. I democratically correct, da Amnesty fino ad Avaaz, non aspettano altro che la scoppola all'esercito del "dittatore", e che magari possano accusarlo anche di "non far fuggire I civili" per cercare la rivincita dalla batosta militare di Aleppo e politica delle trattative a tre ad Astana, dove tutto l'occidente e' stato escluso. Non e' detto che la citta' cada, la resistenza siriana ha dato risultati sorprendenti anche quando I "ribelli moderati" erano dentro Damasco e la Siria sembrava avere le ore contate. staremo a vedere.

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  3. http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/18/donald-trump-perche-potrebbe-essere-lultimo-presidente-eletto/3324597/
    Vi lascio questa perla di giornalismo dove Trump viene definito "l’odierno Augusto che portò Roma da essere una Repubblica a un Impero". Tra i commenti un lettore che teme la fine della NATO che ha dato all'Europa 70 anni di pace. La Jugoslavia e l'Ucraina non contano.
    E Michael Moore ha profetizzato che Trump non arriverà alla fine del primo mandato. Pensare che ancora qualche anno fa non perdonava alla Clinton l'appoggio alla guerra in Iraq...

    Torna a far parlare di sè Charlie Hebdo con una nuova vignetta sulla tragedia in corso in centro Italia tra terremoti e abbondanti nevicate. Inutile dire che tutti coloro che due anni fa si stracciavano le vesti per l'attentato alla libertà di satira e di espressione dell'Occidente democratico ora si indignano. Dimenticando che quaesto giornale ha sempre sfornato capolavori del genere. E, cinicamente, potremmo dire che "l'attentato" gli ha dato la visibilità che non ha mai avuto e che non si merita.

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  4. Poco fa sono andato sulla versione inglese di Wikipedia alla pagina dedicata agli elmetti bianchi. Parlando delle critiche all"organizzazione umanitaria" fanno il nome di Eva Bartlett, la giornalista che, replicando ad un collega norvegese, smontò le balle sulla Siria. Sono poi andato sul link indicato come fonte e ho trovato questo: http://www.snopes.com/syrian-war-victims-are-being-recycled-and-al-quds-hospital-was-never-bombed/
    Nell'articolo Eva, definita giornalista pro-Assad, viene attaccata per le sue affermazioni sul fatto che gli ospedali di Aleppo Est non furono bombardati dai russi e che i ribelli ricilavano presunte vittime nei loro video di propaganda. Il tutto viene definito una fake news smentita dai fatti e dai reprt di Medici senza Frontiere. L'aurtice chiude con la frase sibillina "Bartlett non ha ancora risposto alla nostra richiesta di chiarimenti". Ho poi fatto un giro su questo sito di "informazione" e ho scoperto che hanno un'intera sezione dedicata alle fake news. In un articolo affermano che non ci sono prove dei legami tra gli elmetti bianchi e le formazioni terroriste.

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  5. per anonimo. Se per prove si intendono finanziamenti diretti of accordi scritti e' difficile che si trovino. Resta il fatto che 1) Gli elmetti bianchi hanno operato solo nelle zone controllate dai terroristi e che quindi ammesso che non abbiano commesso crimini diretti, hanno fatto una scelta di campo 2) Sono inequivocabili le immagini che che vedono elmetti bianchi al fianco di terroristi nel momento che effetuano esecuzioni di prigionieri e di civili e non battono ciglio, aiutando anche a rimuovere I giustiziati dopo l'esecuzione. In questo senso si puo' dire che sono neutrali, equidistanti fra giustizieri e giustiziati. 3) dopo la resa di Aleppo non sono rimasti a lavorare per I civili, ma oltre a seguire verosilmimente I terroristi hanno smantellato e distrutto molte delle loro strutture, non consentendo il loro utilizzo, con una logica di Guerra di cui loro si considerano consapevolmente schierati.
    Infine non credo proprio che la giornalista Bartlett, considerata maliziosamente "pro Assad" perche' smonta le balle degli innumerevoli ospedali bombardati dai siriani, tutti ad Aleppo Est, debba dei chiarimenti a quell link perche' e' comunque schierato contro di lei a prescindere. Magari avessimo in Italia tanti giornalisti come lei.

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  6. @alex1 lo so, se in quel sito si fosse potuto replicare gli avrei fatto notare questi fatti ed anche che esiste un documento dove tutte le formazioni ribelli inclusa Al-Nusra garantivano pieno appoggio agli elmetti bianchi. Ho voluto condividere con voi questo link perchè dimostra che la campagna contro le "fake news" è in pieno svolgimento e che i network hanno iniziato a dedicare intere sezioni a questo scopo.

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  7. Ottimo. E’ sociologicamente interessante (e deprimente), osservare come anche persone che conosco da tempo e di sincera onestà intellettuale a fronte dei problemi attuali, non si accorgono della trappola cosi’ ben documentata in questo articolo. E cosi’ succede che persino gli amici dell’umanità (generalizzando all’ingrosso), si mettono al servizio dei suoi nemici.
    La strategia è diabolica e diabolicamente formidabile - nel caso, facendo leva sulle opinioni e storcendole verso un obiettivo opposto a quello originale. Perchè, nelle condizioni attuali, opporsi a Trump equivale ad avallare la cosca Obamo-clintonico-talmudista.
    Come l’articolo suggerisce, non sappiamo cosa succederà con la nuova amministrazione. Certe scelte per il gabinetto mettono i brividi, ma c’è tempo per verificare o ricredersi.
    Ritengo che la stragrande maggioranza dei ben-intenzionati non si renda conto che le tutte le rivoluzioni al contrario che hanno successo (e spesso anche quelle rivelatesi autentiche a fatto compiuto), non possono nascere senza finanziamenti. Mi riferisco, per esempio, ai miei amici locali volontari, che si ammanettavano agli alberi secolari perchè non fossero abbattuti. Ho usato l’imperfetto perchè l’FBI e la mega-finanziata NSA, hanno la bava alle labbra e chi contesta sinceramente e senza violenza per cause inoppugnabili (purtroppo nessuno lo dice), finisce in galera quasi ancor prima che si possa muovere, perchè potenziale “terrorista.”
    E siccome i ben-intenzionati sono in maggioranza assoluta volontari, senza un dollaro d’aiuto esterno e idealisti, non si accorgono che i malintenzionati marciano con le palanche. Tant’e’ che qui a Portland, oggi i mezzi pubblici non circoleranno nel pomeriggio per “agevolare’ le manifestazioni”.
    Ancora sul tema dei finanziamenti, a leggere certi documenti della Rivoluzione Francese, al “Regiment des Flandres,” inviato a Versailles per proteggere Luigi XVI, il Duca di Orleans offrì 45,000 livres per smobilitarsi, ma il reggimento rifiutò. E lo stesso duca ammise e fu visto distribuire 50,000 livres per indurre la turba armata ad avviarsi da Parigi centro verso Versailles. Come del resto le piu’ storicamente rintracciabili proto-feministe sono le 6,000 donne che marciarono verso il municipio di Parigi e che poi formarono le Citoyennes Republicaine Revoutionaire che appoggiavano i Giacobini.
    Il che anche dimostra quel che si sapeva gia’ – come e perchè la Rivoluzione Francese fu una Rivoluzione Borghese.
    Qualcosa di simile successe con la Rivoluzione d’Ottobre, fino a che Stalin si oppose alla tresca.

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