Foglie di fico sulle vergogne
Se ne va il peggiore presidente della storia americana, il più sanguinario, il più ipocrita, il più criminale, quello che ha fatto odiare gli Usa nel mondo più di qualunque predecessore. E il “manifesto”, ossimorico quotidiano finto-“comunista” e vero-sorosiano, che ancora qualcuno legge pensandolo onesto e di sinistra, sulle cui oscenità ancora qualcuno traccia con la sua penna foglie di fico, mobilita tutti i suoi embedded e scrive epitaffi che neanche a Che Guevara o Antonio Gramsci.
Se ne va il peggiore presidente della storia americana, il più sanguinario, il più ipocrita, il più criminale, quello che ha fatto odiare gli Usa nel mondo più di qualunque predecessore. E il “manifesto”, ossimorico quotidiano finto-“comunista” e vero-sorosiano, che ancora qualcuno legge pensandolo onesto e di sinistra, sulle cui oscenità ancora qualcuno traccia con la sua penna foglie di fico, mobilita tutti i suoi embedded e scrive epitaffi che neanche a Che Guevara o Antonio Gramsci.
Un florilegio: “La sua presidenza ha avuto come obiettivo prioritario la costruzione di una democrazia reale… punti che dovrebbero dar corpo all’eccezionalismo americano…conquiste che dovrebbero essere considerate irriversibili sul terreno dei diritti, ma anche quel terreno di relazioni internazionali con paesi che non è più possibile demonizzare e o punire, come è stato fatto prima di Obama (sic !)… Il presidente esce di scena per restare. Per essere un punto di riferimento e di leadership morale… E’ il noi che conta, non l’io, è una scossa a reagire. L’America obamiana non starà alla finestra mentre i repubblicani agitano il piccone… è un leader altro rispetto a una classe politica distante dal popolo… Oggi sembra essere l’unica ripresa di una politica in grado di costruire una prospettiva democratica…” E ci sono firme rispettabili che, pur ridotte a un umiliante lumicino redazionale dalla direzione, ancora si prestano a fornire foglie di fico a queste oscenità.
Nei paginoni su paginoni in cui si celebrano gli 8 anni di regime obamiano, si lacrima sulla sua fine, si vaneggia golpisticamente su una rivolta nel nome di Obama contro il presidente eletto, è tutto un profondersi ìn meriti che incideranno per l’eternità il profilo di Obama nelle rocce di Mount Rushmore. Panzane come l’Obamacare (limitato a 20 milioni di persone su 50 senza assistenza sanitaria, e a condizione di consegnarsi mani e piedi legati alle assicurazioni e a Big Pharma), l’apertura ai migranti (1,5 milioni espulsi, più di qualsiasi predecessore), il muro tra Usa e Messico rafforzato ed elettrificato, le pari opportunità, i matrimoni gay (quelli sì), la difesa delle minoranze (licenza di uccidere e impunità alla polizia più violenta del mondo, specie sui neri), la ripresa economica (Usa in totale rovina infrastrutturale, disoccupazione record, salvataggi a gogò delle banche predatrici, delocalizzazione dell’apparato produttivo in paesi con manodopera schiavizzata) e, naturalmente, la fine delle guerre (solo 7, dopo le tre di Bush).
A paragone di questi indecorosi e truffaldini peana, appare contenuto plauso l’incensamento che alla sua divinità dedica il talmudista, hillarista, mossadista storico, Furio Colombo, su “Il Fatto”, giornale atlantista fratello maggiore del “manifesto” (“Obama uomo della diversità, inviolabilità dei diritti, uguaglianza, che lascerà alla parte libera del popolo americano orizzonti grandi, grandissimi”, come ben sanno i neri Usa decimati dalla polizia di Obama, e qualche milione di mediorientali eliminati). Entrambi, gonfiando di aspettative il proposito di Obama di assumere la guida della resistenza a Trump, ne sostengono implicitamente il sabotaggio revanscista eversivo, roba inedita negli Usa.
Il retaggio di un assassino seriale di massa
Scampando alle intossicazioni di questi fogli corifei,i cittadini americani e del mondo registrano: la costituzione smantellata da superpoteri presidenziali assunti da Obama in un paese militarizzato e dalle libertà civili ridotte al lumicino; una corruzione agli alti piani e un arbitrio del potere finanziario di Wall Street senza precedenti, l’elefantiasi e l’illimitata protervia dell’apparato militare, sorveglianza, sicurezza, spionaggio capillari e invasivi come in nessun altro paese del mondo; più neri inermi assassinati, violati nei loro diritti, incarcerati che negli anni del segregazionismo.
All’estero il 44° presidente degli Usa lascia una scia di sangue che cinge il mondo come un cilicio. E’ considerato da miliardi di atterriti e devastati esseri umani il più pericoloso governante mai apparso sulla Terra prima e dopo Hitler. Un macellaio di donne e bambini, di funerali e matrimoni, e di paesi, anche europei, che ha infestato di terroristi suoi mercenari, un guerrafondaio che, sulla base di menzogne, ha esteso guerre genocide a 7 paesi, che ha polverizzato, servendosi di bombe, missili, sicari jihadisti, israeliani, turchi, sauditi, tre grandi e civili nazioni arabe, che ha universalizzato la pratica degli assassinii extragiudiziari con droni, da lui personalmente ordinati, che ha sulla coscienza milioni di morti innocenti, che ha esteso l’impiego di Forze Speciali, cioè squadroni della morte impunibili, a 135 Stati, che ha aumentato la spesa bellica a livelli senza precedenti nella storia del mondo, arrivando a stanziare un trilione di dollari per potenziare l’arsenale nucleare
Che ha usato il mantra della guerra al terrorismo e alla droga come chiave per destabilizzare nazioni e conquistare produzioni e mercati alla droga, che ha consentito alla NSA di distruggere la privacy di ogni cittadino del mondo, che ha violato la sovranità e autodeterminazione dei popoli destabilizzando i loro Stati con rivoluzioni colorate e colpi di Stato affidati a gruppi nazisti o mafiosi (Ucraina, Honduras, Paraguay, Brasile…), che ha strangolato paesi non succubi con sanzioni ed embarghi, che ha artatamente portato all’incandescenza il confronto con una Russia pacifica e rispettosa del diritto internazionale, elevando il rischio della catastrofe termonucleare e coinvolgendovi a forza i paesi sudditi, che ha consacrato la sinergia criminalità di Stato–criminalità organizzata a modello di governance in tutto l’Occidente e nei paesi neocolonizzati, che ha portato avanti e potenziato la necrofora strategia neoliberista e militarista dei Neocon per un governo totalitario mondiale, lanciata con l’operazione 11 settembre. Che ha messo il sigillo ai suoi due mandati di terrorismo interno e mondiale lanciando nell’ultimo anno su parti del mondo 26.171 bombe, tre bombe all’ora per 24 ore ogni giorno.
La bomba e il petardo
Un essere dal bell’aspetto e dalla psiche tarata che, prendendo in giro il popolo cubano in combutta con tre papi e un presidente cubano rinnegato, gli ha rinnovato le sanzioni inoculandogli simultaneamente il virus mortale del capitalismo straccione al servizio del capitalismo dei signori. E mentre a Cuba corrompeva quanto restava da corrompere, ha rinnovato le sanzioni al Venezuela, vi ha scatenato la jacquerie e il sabotaggio dei ceti parassitari fascisti e gli ha annunciato guerra alla morte definendo questo paese inerme e pacifico “una minaccia inusuale e straordinaria per la sicurezza degli Stati Uniti”. Quanto finora Donald Trump, il Belzebù, la sentina di ogni male per i politically correct, gli pseudo-sinistri - cripto-destri, ha blaterato in termini di minchiate xenofobe, sessiste, anti-ecologiche, sta a quanto ha combinato questo bruto del “yes we can” in materia di crimini contro l’umanità come un ordigno con la miccia spenta sta a una deflagrazione atomica. Ed è proprio questo delinquente abituale che, consci o no, difendono le torme sorosiane che negli Usa e in Europa si vanno mobilitando per far sì che una piazza obamian-hillariana-neocon-Cia faccia saltare il nuovo presidente e, con lui, le quanto resta delle istituzioni fatte a pezzi da Obama. O, piuttosto, da chi s’è inventato e ha usato questo cinico pupazzo, finto taumaturgo nero, per procedere nel proprio programma eugenetico di pulizia etnica, culturale e sociale. Un idolo, un eroe, un martire per gli sgherri di Hillary. Un criminale di guerra che, al momento, la scamperà grazie alle cortine di fumo stese da sicofanti come, nel suo indecente piccolo, il “manifesto”. Ma che la Storia impiccherà al pennone più alto della flotta pirata. Quella su cui ci ostineremo a navigare, noi comuni mortali.
Negli Usa, con un presidente sconfitto che non sa perdere e un establishment che ha puntato tutte le sue fiches sul rosso della guerra alla Russia, ostacolo insuperabile alla conquista del governo mondiale, siamo allo scontro al calor bianco tra la fazione militarista-securitaria che campa di guerre, insicurezza e terrorismi e lo schieramento Trump che, per quanto equivoco e trasversale, non accetta la priorità dello scontro con chi possiede le più vaste risorse energetiche e minerarie del mondo. Ma preferisce farci affari, prendendosela semmai con la Cina divoratrice di produzioni e mercati.
Nei paginoni su paginoni in cui si celebrano gli 8 anni di regime obamiano, si lacrima sulla sua fine, si vaneggia golpisticamente su una rivolta nel nome di Obama contro il presidente eletto, è tutto un profondersi ìn meriti che incideranno per l’eternità il profilo di Obama nelle rocce di Mount Rushmore. Panzane come l’Obamacare (limitato a 20 milioni di persone su 50 senza assistenza sanitaria, e a condizione di consegnarsi mani e piedi legati alle assicurazioni e a Big Pharma), l’apertura ai migranti (1,5 milioni espulsi, più di qualsiasi predecessore), il muro tra Usa e Messico rafforzato ed elettrificato, le pari opportunità, i matrimoni gay (quelli sì), la difesa delle minoranze (licenza di uccidere e impunità alla polizia più violenta del mondo, specie sui neri), la ripresa economica (Usa in totale rovina infrastrutturale, disoccupazione record, salvataggi a gogò delle banche predatrici, delocalizzazione dell’apparato produttivo in paesi con manodopera schiavizzata) e, naturalmente, la fine delle guerre (solo 7, dopo le tre di Bush).
A paragone di questi indecorosi e truffaldini peana, appare contenuto plauso l’incensamento che alla sua divinità dedica il talmudista, hillarista, mossadista storico, Furio Colombo, su “Il Fatto”, giornale atlantista fratello maggiore del “manifesto” (“Obama uomo della diversità, inviolabilità dei diritti, uguaglianza, che lascerà alla parte libera del popolo americano orizzonti grandi, grandissimi”, come ben sanno i neri Usa decimati dalla polizia di Obama, e qualche milione di mediorientali eliminati). Entrambi, gonfiando di aspettative il proposito di Obama di assumere la guida della resistenza a Trump, ne sostengono implicitamente il sabotaggio revanscista eversivo, roba inedita negli Usa.
Il retaggio di un assassino seriale di massa
Scampando alle intossicazioni di questi fogli corifei,i cittadini americani e del mondo registrano: la costituzione smantellata da superpoteri presidenziali assunti da Obama in un paese militarizzato e dalle libertà civili ridotte al lumicino; una corruzione agli alti piani e un arbitrio del potere finanziario di Wall Street senza precedenti, l’elefantiasi e l’illimitata protervia dell’apparato militare, sorveglianza, sicurezza, spionaggio capillari e invasivi come in nessun altro paese del mondo; più neri inermi assassinati, violati nei loro diritti, incarcerati che negli anni del segregazionismo.
All’estero il 44° presidente degli Usa lascia una scia di sangue che cinge il mondo come un cilicio. E’ considerato da miliardi di atterriti e devastati esseri umani il più pericoloso governante mai apparso sulla Terra prima e dopo Hitler. Un macellaio di donne e bambini, di funerali e matrimoni, e di paesi, anche europei, che ha infestato di terroristi suoi mercenari, un guerrafondaio che, sulla base di menzogne, ha esteso guerre genocide a 7 paesi, che ha polverizzato, servendosi di bombe, missili, sicari jihadisti, israeliani, turchi, sauditi, tre grandi e civili nazioni arabe, che ha universalizzato la pratica degli assassinii extragiudiziari con droni, da lui personalmente ordinati, che ha sulla coscienza milioni di morti innocenti, che ha esteso l’impiego di Forze Speciali, cioè squadroni della morte impunibili, a 135 Stati, che ha aumentato la spesa bellica a livelli senza precedenti nella storia del mondo, arrivando a stanziare un trilione di dollari per potenziare l’arsenale nucleare
Che ha usato il mantra della guerra al terrorismo e alla droga come chiave per destabilizzare nazioni e conquistare produzioni e mercati alla droga, che ha consentito alla NSA di distruggere la privacy di ogni cittadino del mondo, che ha violato la sovranità e autodeterminazione dei popoli destabilizzando i loro Stati con rivoluzioni colorate e colpi di Stato affidati a gruppi nazisti o mafiosi (Ucraina, Honduras, Paraguay, Brasile…), che ha strangolato paesi non succubi con sanzioni ed embarghi, che ha artatamente portato all’incandescenza il confronto con una Russia pacifica e rispettosa del diritto internazionale, elevando il rischio della catastrofe termonucleare e coinvolgendovi a forza i paesi sudditi, che ha consacrato la sinergia criminalità di Stato–criminalità organizzata a modello di governance in tutto l’Occidente e nei paesi neocolonizzati, che ha portato avanti e potenziato la necrofora strategia neoliberista e militarista dei Neocon per un governo totalitario mondiale, lanciata con l’operazione 11 settembre. Che ha messo il sigillo ai suoi due mandati di terrorismo interno e mondiale lanciando nell’ultimo anno su parti del mondo 26.171 bombe, tre bombe all’ora per 24 ore ogni giorno.
La bomba e il petardo
Un essere dal bell’aspetto e dalla psiche tarata che, prendendo in giro il popolo cubano in combutta con tre papi e un presidente cubano rinnegato, gli ha rinnovato le sanzioni inoculandogli simultaneamente il virus mortale del capitalismo straccione al servizio del capitalismo dei signori. E mentre a Cuba corrompeva quanto restava da corrompere, ha rinnovato le sanzioni al Venezuela, vi ha scatenato la jacquerie e il sabotaggio dei ceti parassitari fascisti e gli ha annunciato guerra alla morte definendo questo paese inerme e pacifico “una minaccia inusuale e straordinaria per la sicurezza degli Stati Uniti”. Quanto finora Donald Trump, il Belzebù, la sentina di ogni male per i politically correct, gli pseudo-sinistri - cripto-destri, ha blaterato in termini di minchiate xenofobe, sessiste, anti-ecologiche, sta a quanto ha combinato questo bruto del “yes we can” in materia di crimini contro l’umanità come un ordigno con la miccia spenta sta a una deflagrazione atomica. Ed è proprio questo delinquente abituale che, consci o no, difendono le torme sorosiane che negli Usa e in Europa si vanno mobilitando per far sì che una piazza obamian-hillariana-neocon-Cia faccia saltare il nuovo presidente e, con lui, le quanto resta delle istituzioni fatte a pezzi da Obama. O, piuttosto, da chi s’è inventato e ha usato questo cinico pupazzo, finto taumaturgo nero, per procedere nel proprio programma eugenetico di pulizia etnica, culturale e sociale. Un idolo, un eroe, un martire per gli sgherri di Hillary. Un criminale di guerra che, al momento, la scamperà grazie alle cortine di fumo stese da sicofanti come, nel suo indecente piccolo, il “manifesto”. Ma che la Storia impiccherà al pennone più alto della flotta pirata. Quella su cui ci ostineremo a navigare, noi comuni mortali.
Negli Usa, con un presidente sconfitto che non sa perdere e un establishment che ha puntato tutte le sue fiches sul rosso della guerra alla Russia, ostacolo insuperabile alla conquista del governo mondiale, siamo allo scontro al calor bianco tra la fazione militarista-securitaria che campa di guerre, insicurezza e terrorismi e lo schieramento Trump che, per quanto equivoco e trasversale, non accetta la priorità dello scontro con chi possiede le più vaste risorse energetiche e minerarie del mondo. Ma preferisce farci affari, prendendosela semmai con la Cina divoratrice di produzioni e mercati.
Addosso alla Russia. O all’Europa?
Svaporate le balle dell’hackeraggio russo che avrebbe convinto gli americani a votare contro Hillary e, quella più miseranda, degli exploit sessuali di Trump a Mosca (inventati dalla spia britannica in disarmo Christopher Steele su commissione di John McCain), che la stessa Cia è stata costretta a smentire, la campagna russofobica è passata al gioco duro. E’ scesa in campo con un’armata di carri armati e di truppe di terra, mare e aria, che hanno attraversato l’Europa da ovest ai confini polacchi e baltici con la Russia, come non la si era vista dalla Seconda Guerra Mondiale. Brividi, tremori, panico. “Much ado about nothing”, direbbe Shakespeare, molto rumore per nulla. Per nulla proprio no, perché le intenzioni dietro la mossa sono comunque criminali. E letali per noi.
Siamo a qualche migliaio di mezzi corazzati e blindati e a 4000 soldati, più i 5000 della Forza di Pronto Intervento, con elicotteri e F15. Non costituirebbe, questo dispiegamento, una minaccia per la Russia neanche se fosse cento volte, anzi, mille volte più grande. Hitler invase la Russia di uno Stalin impreparato con 3.800.000 soldati, 600mila veicoli, 3.350 tank, 7.200 pezzi d’artiglieria, e 2.770 aerei della migliore aviazione dell’epoca. Vi si aggiunse, grazie alla cinica irresponsabilità di Mussolini, l’ARMIR, la spedizione stracciona di morituri italiani. L’Armata Rossa, nonostante le purghe di ufficiali inflittele da Stalin, li divorò tutti e vinse la guerra. E oggi la Russia di Putin, rispetto all’Urss del 1939, se la può tranquillamente ridere di una forza come quella fatta marciare, gagliardetti al vento, tra tromboni e cimbali e spaventose urla di guerra mediatiche, dal Canale della Manica all’Ucraina.
A cosa serve la parata? A far dire ad accattoni e zoccole nei governi UE e nazionali e rispettive presstitute che la Russia è una minaccia mortale (lo zelante premier danese si è superato dicendo che la minaccia incombente russa deve essere prevenuta subito con un’azione di forza), e che sarebbe demenziale se Trump dovesse illudersi di normalizzare le relazioni con Mosca. E’ davvero paradossale, mai visto, che l’apparato militare americano conduca manovre provocatorie a rischio di guerra in aperto contrasto con le politiche annunciate dal neoeletto comandante in capo.
Contro l’Eurasia fino all’ultimo europeo
Rumoreggiando contro i confini russi, Usa ed eurosguatteri al guinzaglio, sanno che nel caso di attacco andrebbero incontro a una sconfitta. Perché allora provocare, correndo il rischio, sempre attuale data la psicopatologia che caratterizza i vertici Usa, che qualche dito finisca sul pulsante rosso? Parrebbe “much ado about nothing” ed è invece molto rumore del kombinat repubblicani neocon-falchi democratici hillariani, accompagnato dagli strepiti delle zoccole mediatiche, attorno a qualcosa di grosso. Si tratta di impedire a tutti i costi il reciprocamente vantaggioso incontro tra una Russia straricca di risorse e un’Europa dell’alta tecnologia e dalla gran fame di energia. E’ il mandato assegnato alle zoccole mediatiche e Ong che coprono i loro servigi atlantisti, talmudisti, antidemocratici e guerrafondai, fingendo di stracciarsi le vesti umanitarie sui migranti al gelo balcanico. Un incontro di pace, quello tra Europa e Russia, dettato da geografia, storia, economia, cultura. Un incontro fisiologico, di mutuo interesse e beneficio, ma che ridurrebbe la potenza Usa, strumento della cupola mondialista, ai margini dei significati e dell’agibilità geopolitici. E che aprirebbe agli europei, agli Stati nazionali, una via d’uscita dalla colonizzazione dell’Impero e dal suo vicerè a Bruxelles.
Questi tamburi di guerra, queste trombe del giudizio, questi fischi del pecoraro alle sue pecore, devono avvelenare i rapporti tra Occidente e Russia sul piano economico, militare, culturale, al punto da rendere estremamente difficile al prossimo presidente di attuare i suoi propositi collaborativi verso Mosca. Gli toccherebbe cancellare tutti i provvedimenti ostili del suo predecessore e contro tale ipotesi si scatenerebbe l’irrefrenabile indignazione, come già in atto, dei massmedia e delle Ong umanitarie asserviti all’establishment militar-securitario: Trump, nient’altro che una marionetta di Putin, avrebbe svenduto all’orrendo orso russo la sicurezza americana. Obiettivo finale: bloccare nel caos l’insediamento del neopresidente, o arrivare rapidamente al suo impeachment. Europa ricondotta nei suoi ceppi atlantici, alla mercè delle predazioni del sistema mafiofinanziario mediante TTIP, il TISA, CETA, NATO. Eurasia kaputt. Psicosi di guerra strutturale e permanente con relativi profitti per chi ci campa e ci comanda. Eventuale conflitto circoscritto al campo di battaglia russo-europeo. Lontano dal suolo americano.. Come in Siria, Iraq, Afghanistan e resto del mondo.
Sostenuta dagli utili idioti e da amici del giaguaro hillariani, tipo Michael Moore o altre celebrità dell’infotainment, che, rimborsati da Soros, annunciano manifestazioni milionarie per i giorni prima e dopo l’insediamento del 20 gennaio e, in Europa, dalle mille Ong pacifinte e migrantofile, i vociferanti LGBTQ, gli umanitaristi e i radicalchic che prediligono manifestare contro il rischio Trump piuttosto che contro gli stivali chiodati di Obama-Hillary-Cia-Pentagono-Neocon in marcia sulle loro pance, l’isteria antirussa punta a un risultato preciso. Non la Russia, l’Europa.
Amnesty e Un Ponte per
Israele fa la sua parte. E pure le pseudo-Ong della Cia.
Svaporate le balle dell’hackeraggio russo che avrebbe convinto gli americani a votare contro Hillary e, quella più miseranda, degli exploit sessuali di Trump a Mosca (inventati dalla spia britannica in disarmo Christopher Steele su commissione di John McCain), che la stessa Cia è stata costretta a smentire, la campagna russofobica è passata al gioco duro. E’ scesa in campo con un’armata di carri armati e di truppe di terra, mare e aria, che hanno attraversato l’Europa da ovest ai confini polacchi e baltici con la Russia, come non la si era vista dalla Seconda Guerra Mondiale. Brividi, tremori, panico. “Much ado about nothing”, direbbe Shakespeare, molto rumore per nulla. Per nulla proprio no, perché le intenzioni dietro la mossa sono comunque criminali. E letali per noi.
Siamo a qualche migliaio di mezzi corazzati e blindati e a 4000 soldati, più i 5000 della Forza di Pronto Intervento, con elicotteri e F15. Non costituirebbe, questo dispiegamento, una minaccia per la Russia neanche se fosse cento volte, anzi, mille volte più grande. Hitler invase la Russia di uno Stalin impreparato con 3.800.000 soldati, 600mila veicoli, 3.350 tank, 7.200 pezzi d’artiglieria, e 2.770 aerei della migliore aviazione dell’epoca. Vi si aggiunse, grazie alla cinica irresponsabilità di Mussolini, l’ARMIR, la spedizione stracciona di morituri italiani. L’Armata Rossa, nonostante le purghe di ufficiali inflittele da Stalin, li divorò tutti e vinse la guerra. E oggi la Russia di Putin, rispetto all’Urss del 1939, se la può tranquillamente ridere di una forza come quella fatta marciare, gagliardetti al vento, tra tromboni e cimbali e spaventose urla di guerra mediatiche, dal Canale della Manica all’Ucraina.
A cosa serve la parata? A far dire ad accattoni e zoccole nei governi UE e nazionali e rispettive presstitute che la Russia è una minaccia mortale (lo zelante premier danese si è superato dicendo che la minaccia incombente russa deve essere prevenuta subito con un’azione di forza), e che sarebbe demenziale se Trump dovesse illudersi di normalizzare le relazioni con Mosca. E’ davvero paradossale, mai visto, che l’apparato militare americano conduca manovre provocatorie a rischio di guerra in aperto contrasto con le politiche annunciate dal neoeletto comandante in capo.
Contro l’Eurasia fino all’ultimo europeo
Rumoreggiando contro i confini russi, Usa ed eurosguatteri al guinzaglio, sanno che nel caso di attacco andrebbero incontro a una sconfitta. Perché allora provocare, correndo il rischio, sempre attuale data la psicopatologia che caratterizza i vertici Usa, che qualche dito finisca sul pulsante rosso? Parrebbe “much ado about nothing” ed è invece molto rumore del kombinat repubblicani neocon-falchi democratici hillariani, accompagnato dagli strepiti delle zoccole mediatiche, attorno a qualcosa di grosso. Si tratta di impedire a tutti i costi il reciprocamente vantaggioso incontro tra una Russia straricca di risorse e un’Europa dell’alta tecnologia e dalla gran fame di energia. E’ il mandato assegnato alle zoccole mediatiche e Ong che coprono i loro servigi atlantisti, talmudisti, antidemocratici e guerrafondai, fingendo di stracciarsi le vesti umanitarie sui migranti al gelo balcanico. Un incontro di pace, quello tra Europa e Russia, dettato da geografia, storia, economia, cultura. Un incontro fisiologico, di mutuo interesse e beneficio, ma che ridurrebbe la potenza Usa, strumento della cupola mondialista, ai margini dei significati e dell’agibilità geopolitici. E che aprirebbe agli europei, agli Stati nazionali, una via d’uscita dalla colonizzazione dell’Impero e dal suo vicerè a Bruxelles.
Questi tamburi di guerra, queste trombe del giudizio, questi fischi del pecoraro alle sue pecore, devono avvelenare i rapporti tra Occidente e Russia sul piano economico, militare, culturale, al punto da rendere estremamente difficile al prossimo presidente di attuare i suoi propositi collaborativi verso Mosca. Gli toccherebbe cancellare tutti i provvedimenti ostili del suo predecessore e contro tale ipotesi si scatenerebbe l’irrefrenabile indignazione, come già in atto, dei massmedia e delle Ong umanitarie asserviti all’establishment militar-securitario: Trump, nient’altro che una marionetta di Putin, avrebbe svenduto all’orrendo orso russo la sicurezza americana. Obiettivo finale: bloccare nel caos l’insediamento del neopresidente, o arrivare rapidamente al suo impeachment. Europa ricondotta nei suoi ceppi atlantici, alla mercè delle predazioni del sistema mafiofinanziario mediante TTIP, il TISA, CETA, NATO. Eurasia kaputt. Psicosi di guerra strutturale e permanente con relativi profitti per chi ci campa e ci comanda. Eventuale conflitto circoscritto al campo di battaglia russo-europeo. Lontano dal suolo americano.. Come in Siria, Iraq, Afghanistan e resto del mondo.
Sostenuta dagli utili idioti e da amici del giaguaro hillariani, tipo Michael Moore o altre celebrità dell’infotainment, che, rimborsati da Soros, annunciano manifestazioni milionarie per i giorni prima e dopo l’insediamento del 20 gennaio e, in Europa, dalle mille Ong pacifinte e migrantofile, i vociferanti LGBTQ, gli umanitaristi e i radicalchic che prediligono manifestare contro il rischio Trump piuttosto che contro gli stivali chiodati di Obama-Hillary-Cia-Pentagono-Neocon in marcia sulle loro pance, l’isteria antirussa punta a un risultato preciso. Non la Russia, l’Europa.
Amnesty e Un Ponte per
Israele fa la sua parte. E pure le pseudo-Ong della Cia.
Nell’operazione non poteva mancare il suggeritore primo della politica estera Usa. Haaretz, quotidiano israeliano critico, rivela che l’intelligence Usa ha avvertito i colleghi israeliani di non collaborare con l’amministrazione Trump, anzi di intralciarla con operazioni militari anche sul terreno della guerra alla Siria che Trump vorrebbe diretta contro i terroristi e non contro Assad. E così Israele, avendo già offerto retroterra strategico e sanitario ai jihadisti Isis e Al Qaida sul Golan, avendogli fornito armamenti, ha ripreso a sostenerli con interventi diretti. I lanci di missili su Damasco e, ripetutamente, sull’aeroporto militare, la riattivazione di attentati terroristici nella capitale, avvengono a sostegno dei jihadisti in difficoltà in varie parti del paese, e soprattutto nella valle di Wadi Barada, riconquistata dal governo dopo che Al Qaida-Al Nusra, occupandone le sorgenti, avevano tagliato l’acqua a 5 milioni di damasceni. Ovviamente anche gli attentati terroristici in Turchia, dall’assassinio dell’ambasciatore russo alla strage della discoteca di Istanbul, con un’escalation parallela e collidente con le varie intese tra Mosca, Tehran e Ankara, indicano la stessa matrice e gli stessi obiettivi dello sbattere di sciabole antirusso in Europa.
Contro le quali intese si sono aperte le fogne e si è data via libera a torme di ratti. Ieri sera a “Blob”, in una caduta di stile e contenuto imputabile solo a un Ghezzi non più padrone di sé, ne sono arrivati un paio, commessi viaggiatori del Dipartimento di Stato: “Amnesty International” e “Un Ponte per”. Indescrivibile come, abbandonata ogni pretesa di imparzialità dirittumanista, abbiano dato sfogo al livore loro e dei loro mandanti per i contraccolpi subiti sul cammino dell’obliterazione di Iraq e Siria. Oltre a riesumare le logore fandonie su universi carcerari siriani, stupri e torture, bombe a grappolo e bombe-barili, bombe su ospedali e scuole, sono arrivati a trasformare le belve mercenarie jihadiste, pur raccontatesi in mille video di orrori, di esecuzioni mediante decapitazioni, crocefissioni, roghi, annegamenti, squartamenti, in protagonisti e martiri della democrazia. Volgare e rozzo contributo alla mobilitazione sorosiana di tutto l’apparato di fessi e farabutti che da anni è chiamato a fiancheggiare, sotto mentite spoglie pacifiste e magari addirittura anti-Nato, la strategia della Cupola di resa dei conti con la Russia. A spese dell’Europa.
Vaccini fino all’ultimo boccalone
Le gigantesche bufale su epidemie globali e assassine, Aids, mucca pazza, peste suina, influenza, ebola, aviaria, non ci hanno insegnato niente. Pareva dovessero ridurre a uno scherzo la peste bubbonica dei secoli andati e sono rimaste circoscritte e in buona parte pura fuffa. Fuffa, sì, ma costosa per noi e redditizia per altri. Venivano attribuite a cause tanto certe quanto poi screditate, ma intanto hanno costretto Stati e, quindi, cittadini, a svenarsi per milioni di dosi di vaccini, in gran parte rimasti sui banchi ad ammuffire. Questa della meningite da meningococco è una delle truffe più plateali e spudorate. Psicosi mediatica e istituzionale ossessiva, basata su dati falsi, ma intanto tutti corrono a farsi iniettare veleni. Con 0,32 casi su 100mila persone nel 2015, 3 casi ogni milione oggi, siamo sotto la media europea che è di ben 14 casi. E in zona di assoluta tranquillità. Nella tanto deplorata Toscana, l’incidenza è di 0,83 su 100mila, largamente sotto l’emergenza. Dei 29 casi del 2016 ben 13 erano vaccinati, il 45%. Il che darebbe da pensare. Dal 2012 i vaccini sono inseriti nel Piano Nazionale Vaccinazioni ed è proprio dal 2012 che si nota un aumento dei casi da sierogruppo C rispetto al 2000. Fatevi una domanda, datevi una risposta. Stessa domanda e stessa risposta che valgono per la mobilitazione anti-Russia e anti-Trump delle tante nostre anime belle.
Vaccini fino all’ultimo boccalone
Le gigantesche bufale su epidemie globali e assassine, Aids, mucca pazza, peste suina, influenza, ebola, aviaria, non ci hanno insegnato niente. Pareva dovessero ridurre a uno scherzo la peste bubbonica dei secoli andati e sono rimaste circoscritte e in buona parte pura fuffa. Fuffa, sì, ma costosa per noi e redditizia per altri. Venivano attribuite a cause tanto certe quanto poi screditate, ma intanto hanno costretto Stati e, quindi, cittadini, a svenarsi per milioni di dosi di vaccini, in gran parte rimasti sui banchi ad ammuffire. Questa della meningite da meningococco è una delle truffe più plateali e spudorate. Psicosi mediatica e istituzionale ossessiva, basata su dati falsi, ma intanto tutti corrono a farsi iniettare veleni. Con 0,32 casi su 100mila persone nel 2015, 3 casi ogni milione oggi, siamo sotto la media europea che è di ben 14 casi. E in zona di assoluta tranquillità. Nella tanto deplorata Toscana, l’incidenza è di 0,83 su 100mila, largamente sotto l’emergenza. Dei 29 casi del 2016 ben 13 erano vaccinati, il 45%. Il che darebbe da pensare. Dal 2012 i vaccini sono inseriti nel Piano Nazionale Vaccinazioni ed è proprio dal 2012 che si nota un aumento dei casi da sierogruppo C rispetto al 2000. Fatevi una domanda, datevi una risposta. Stessa domanda e stessa risposta che valgono per la mobilitazione anti-Russia e anti-Trump delle tante nostre anime belle.
Caro Fulvio, concordo pienamente con quanto scrivi e mi limito ad aggiungere due considerazioni a caldo:
RispondiElimina1. Anche un certo Michail Sergeevich Gorbaciov, responsabile della più grande catastrofe economica del secolo scorso, è tuttora considerato in Occidente, se non più un eroe, una figura positiva;
2. Il manifesto è talmente falso da non ospitare neppure commenti discordi; il suo sito utilizza la piattaforma disqus, dove occorre registrarsi e dove i commenti sono archiviati a prescidere dalla discussione in corso; ebbene, ho provato, talvolta a muovere critiche in calce a qualche articolo, eppure mai una volta sono state pubblicate. A questo punto a che serve la sezione commenti?
Un caro saluto.
Paolo
Hai visto Fulvio,e' andata come ti dicevo.Le truppe cammellate di soros,reduci dalla sconfitta nella Stalingrado aleppina ,sono sbarcate in forza nei Balcani.Approfittando del fatto che la mia/nostra amata Serbia purtroppo e' diventata il ventre molle dell'area balcanica,non avendo la forza politica per potersi opporre all'invasione delle iene dell'informazione e delle false ong ,hanno piazzato le loro tende a Belgrado.E da li' martellano ogni giorno con reportage che sono l'ennesima prova del livello cui e' arrivata la c.d."informazione".Si vedono cose talmente surreali che potrebbero a buon diritto entrare in un film di Kusturica.La doccia notturna all'aperto di alcuni ragazzi (credo afgani)...
RispondiEliminaChi ,sano di mente,o con un Q.I. uguale o superiore a quello di un lombrico , potrebbe VERAMENTE credere che gratis e spontaneamente ,ci siano persone che aspettino le tenebre per farsi una bella doccia all'aperto durante un'ondata di gelo eccezionale ?E c'e' da dire anche chi ,sano di mente ,puo' mettere in piedi una messinscena del genere?forse gli stessi che scrivino i copioni horror per i macellai dell'isis...la differenza e' che stavolta ,anziche'ispirarsi ai film splatter di Hollywood , si sono ispirati ai film sull'olocausto.Cercano le inquadrature e le immagini che possano ricostruire il piu' fedelmente possibile quelle viste tante volte nei film ,e cosi' associate immediatamente dallo spettatore all'equazione slavi/perfido orban = nuovi mazisti.
Diffondiamo il piu' possibile queste considerazioni su internet , possiamo fare molti danni ai c.d."giornalisti" che "SI AFFOLLANO "(queste le parole con cui si e' tradito,suo malgrado ,il solerte inviato della rai che stazionava gia' da giorni a Belgrado)nel capannone dei "migranti"eletto da soros a sua centrale operativa .
Tra le "fonti"belgradesi di riferimento dell'"informazione"non poteva mancare save the children,forte della credibilita' conquistata con la sua campagna sui 250000 (dicesi DUECENTOCINQUANTAMILA)bambini "assediati"dal "regime" e "massacrati"nei bombardamenti di quel faro di civilta' e democrazia che era Aleppo Est .Con la faccia come il culo adesso si aggirano per Begrado .E sono sicuro che qualcuno di queste iene che "si affollano" vada alla ricerca di qualche bambinetto da pagare a peso d'oro ,se lo si fa filmare affamato e piangente nella neve.Se ne trovano uno ammalato,o meglio morente o morto,il corpicino vale di piu'.Lo so,e'agghiacciante quello che scrivo.Ma purtroppo giocherei la mia vita sul fatto che corrisponde alla verita',e qui smetto di scrivere perche'mi fanno inorridire le mie stesse parole.e pensare che c'e' gente che le pianifica a tavolino ,porcoddio .
Luca
Di Obama hai disegnato un profilo che secondo la mitolgia Holliwoodiana ogni americano ne dovrebbe essere orgoglioso.Bene abbiamo appurato con piacere che così non è
RispondiEliminaLuca@ Faro uso delle tue ottime e sconvolgenti informazioni. Grazie.
RispondiEliminaGiusto ieri su "La Stampa" Maurizio Molinari tracciava un bilancio degli otto anni di presidenza dell'abbronzato. Parlando della politica estera afferma che con Obama "gli Stati Uniti hanno registrato il più grande arretramento dalla fine della Guerra Fredda". Arretramento di cui si sarebbe avvantaggiata la Russia per tornare sulla scena mondiale. Molinari rimprovera inoltre il mancato intervento in Siria nel 2013 che, a suo dire, avrebbe risparmiato molte vite civili. Alla fine afferma che mai nessun presidente aveva attuato una politica così aggressiva nei confronti del suo successore, cercando di lasciare un vero e proprio campo minato.
RispondiEliminaIntanto i nostri media, oltre ad avventarsi come avvoltoi nei campi profughi a Belgrado (accusando, tra le righe, il popolo serbo), danno grande enfasi alla riapertura dell'ambasciata italiana a Tripoli. Per molti un'ottima mossa diplomatica tesa a puntellare il fantoccio Sarraj che controlla solo una base navale pattugliata dai soldati italiani. Per non parlare del fallito golpe dell'ex premier islamista Ghwell che pare stia cercando di accordarsi con Haftar per ricacciare Sarraj in mare. Al di là dei proclami di governo e media pare che al momento l'Italia sia rimasta sola e che anche Francia e Regno Unito stiano trattando con Haftar. Aspettando Donald Trump.
@anonimo
RispondiEliminaA proposito della Libia ,figuriamoci se l'Italia ne azzeccava una in politica estera.Siamo ancora piu' incapaci che delinquenti . Mi trovo costretto a rivalutare la politica estera di Andreotti . Una politica furbetta ,da "franza o spagna purche' si magna".
Ma,confronto a questi minus habens,ti fanno passare perfino Andreotti per un gigante...che popo' di tristezza ...
Luca .
Su Belgrado DIFFONDETE il tentativo criminale dei media embedded di soros di far passare con quei remake di SChindler's list che stanno sceneggiando,non solo il popolo serbo,ma tutto l'est europeo come la fucina di un nuovo nazismo.
Luca.
Diamine fare una graduatoria di chi è il peggior presidente sarebbe come prendere in considerazione che siano loro a comandare...penso che qui la bussola abbia gran ragione di covar rancore ma il burattino non è certo il burattinaio...Hitler da solo non può organizzare nulla...se non supportato...Puntar il dito comunque anche se s'indovina eventuale attendibile fonte dei misfatti mondiali, sarebbe pressoché manifestazione teorica ben lontana da saper agir in pratica...magari erodendo le oscura fondamenta...
RispondiEliminaSlobbysta
Ottime considerazioni quelle di Luca sulla scenografia ai confine fra Serbia ed Ungheria. Alle quali ci aggiungerei che in Italia alcuni "democratically correct" vogliono utilizzare i migranti in attesa di ricevere o meno il permesso di soggiorno (che poi sappiamo potra' essere revocato nel giro di 24 ore dall'Alfano di turno che dovesse constatare la "scarsa integrazione" del soggetto rispetto ai "irrinunciabili valori della nostra cultura cristiana, dell'occidente e del mercato") per lavori cosiddetti "socialmente utili" ovviamente senza contratto e senza alcuna tutela. Intendiamoci, io ritengo che occupare I migranti con un attivita' lavorativa regolarmente retribuita e mirante comunque a favorirne la conoscenza della lingua e l'integrazione (quella vera) non sia sbagliato, ma quello che molti intendono e credo sia creare di loro una specie di casta dei paria. Lavoro gratuito senza tutela,ed a quel punto credo che I tempi per le decisioni si allungheranno a dismisura, tanto il loro lavoro sarebbe quasi gratis.
RispondiEliminaConcludendo, accogliere con pochi mezzi centinaia di migliaia di migranti in un paese povero in condizioni necessariamente disagevoli sarebbe nuovo fascismo, farli lavorare gratis in lavori che nessuno vuole fare, senza tutele sociali ed assicurative (non parliamo nemmeno di quelle sindacali) e' il meglio che la migliore societa' possibile offrira' loro.
Alex1 @
RispondiEliminaNon sono contro i migranti, sono contro coloro che li costringono a migrare e su questi le lacrimanti prefiche buoniste non sprecano pensieri. Sono contro l'integrazione, forma buonista e eurocentrica di colonizzazione. Sono contro il meticciato, forma ipocrita di alienazione e sradicamento per chi arriva e per chi riceve. C'è una strategia mondialista di cancellare identità, radici, coesione, consapevolezza, autostima e creare masse informi senza coscienza di sè.
Per Fulvio. Le mie conclusioni erano ironiche. Non era certo a favore di chi parla di integrazione e fa di tutto per tenere i migranti segregati (ed a farci profitti inoltre) Chi li costringe a migrare è la stessa mano lo stesso che li vuole tenere confinati per utilizzarli come mano d'opera a costo praticalmente nullo e li rende facilmente ricattabili. Ti rifiuti di alzarti di notte a pulire le strade? niente permesso di soggiorno e reimpatrio! Tu musulmano non ti scusi e ti dissoci ogni giorno da attentati che altri commettono e che tutta la stampa mainstream attribuisce all'islam? Non vai in chiesa agli incontri di dialogo interreligioso? Sei fondamentalista! Io credo si voglia creare una massa informe, estremamente sospettosa nei confronti di ogni comunità, incapace di solidarietà sociale. E quindi controllabile in toto.
RispondiEliminaQuello che hai scritto ad Alex ricalca in pieno cio' che penso.Hanno instillato nella mente della gente che la carita' pelosa,l'elemosina,i ghetti,una comparsata folkloristica ogni tanto,l'abolizione del termine negro lasciando che continuino a fare la vita dei negri,la lotta creata ad arte tra poveri,siano cose buone e giuste .I nuovi totem di meticciato,integrazione ,FALSO multiculturalismo servono ad oscurare ogni possibile intervento SERIO volto a favorire un AUTONOMO sviluppo di quei paesi.Se poi per caso qualcuno tenta di approcciare quella strada ,come ci hai "svelato"per l 'Eritrea...
RispondiEliminabeh,si corre immediatamente ai ripari,ignorando il sudetto paese ed eventualmente definendolo, come prevede il manuale della libera informazione, un "regime".Per gli aggettivi si lascia una grande autonomia.Infatti il manuale prevede che si possa scegliere tra "oppressivo"e"feroce",anche se a ridosso di un intervento usa o nato per riportare la "pace"e la "democrazia" e' preferibile usare il termine "crudele".
E mentre i "feroci regimi"(allarme giallo)continuano a tiranneggiare i loro sudditi,noi ci godiamo la nostra democrazia,alla faccia loro.Come in Germanai .Dove la Kulona ,che ha una storia simile a quella del film "I ragazzi venuti dal Brasile",ibrido risultato da un esperimento genetico tra Germania Ovest e DDR ,ha varato, in vista delle "libere elezioni"con le quali vuole battere il primato del Reichskanzler Adolf Hitler,una bella legge.Legge che promuove la Santa Alleanza tra facebook ,strumento inventato (ahahahahahah)in uno scantinato del Moss...ooops ,di un piccolo genio(un caso fosse un ebreo newyorkese,ovviamente)e la Kulona.Ossia una censura ,ma in perfetto stile ipocrity correct ,affidata ad un'agenzia (udite,udite)"indipendente" che dovra' valutare cosa sia attendibile o meno di quantosi scrive su facebook.
Ovviamente le elezioni del sudetto Reichskanzler del 1933 diventano un fulgido esempio di democrazia e Goebbels un candido agnellino.
Tra corsi e ricorsi storici spero che questo remake della II guerra mondiale ,partito dalla Battaglia d'Inghilterra della Brexit,proseguito con la Stalingrado aleppina,sia arrivato alle V2,alle armi segrete che dovevano ribaltare le sorti della guerra.Perche' tale mi sembra il tentativo di usare facebook da parte della Kulona .E la frase della Merkel "Noi europei padroni del nostro destino" dà i brividi.
Riecheggia pienamente i fantasmi del bunker della Cancelleria , nel caso Trump e Putin decidessero di muoversi in sintonia.
Certo che ,a pensarci bene,l'esistenza di "donne"come Killary e la Kulona potrebbe aprire ad una seria riflessione sul femminicidio ...figuriamoci cosa avrebbero potuto fare insieme queste due Erinni .
Luca
Luca
Alex 1#
RispondiEliminaCondivido al 100%
Luca@ Geniale, come sempre.
RispondiEliminaCondivido tutto, ma credo che dai troppo spessore e autonomia alla Merkel. Credo sia poco più di una proconsole Usa, da questi tenuta in piedi (anche con oltre 100mila soldati sul proprio suolo) per tenere in riga il resto d'Europa. Altro che i predecessori del Bunker....
"la buona scuola"di giornalismo etico,ci sarebbe da scriverci un saggio io mi limito a chiedermi cliccando sui link suggeriti quale giornalista degno della professione si possa far manipolare in codesta maniera
RispondiEliminahttp://it.ejo.ch/giornalismi/un-giornalista-etico-nel-2017
@Fulvio
RispondiEliminaTroppo gentile ,come sempre .No ,non le do autonomia dai VERI POTERI che reggono gli usa.
La kulona e' un prestanome,un proconsole,in definitiva un kapo'come ebbe a dire il Guitto Mannaro (come tu genialmente lo definivi ,ed al quale va riconosciuto di averci prodotto qualche aneddoto divertente ,e non sto certo parlando delle sue barzellette da commesso viaggiatore degli anni 50)rivolgendosi al suo alter ego socialdemocratico.
Ma tu che li conosci bene sai che ,tra i molti pregi ed i molti difetti ,i tedeschi hanno la testa dura.Molto dura.E la kulona con un paese potente ,spalleggiata dai poteri forti,puo' davvero rappresentare l'ultimo fronte occidentale sul quale la marmaglia altrove sconfitta cerchi di giocarsi il tutto per tutto ...
Luca
https://www.youtube.com/watch?v=j94M9VJX-ZA
RispondiEliminaAgghiacciante documentario sulla vera identità degli Elmetti Bianchi e dei loro legami con al-Nusra. George Clooney, non pago della campagna per lo squartamento del Sudan, ha annunciato di recente la realizzazione di un film sugli "eroici salvatori" siriani, basato su un documentario prodotto da Netflix. Tutto questo quando persino "Il Giornale" ha documentato la verità che si cela dietro a questa pseudo-ONG e al loro ruolo nella campagna Anti-Assad. E chi si ricorda del film "Nella terra del sangue e del miele" dove Angelina Jolie raccontava le terribili atrocità subite dalle povere donne musulmane nei campi di concentramento serbi? Film accolto favorevolmente in Occidente e dall' associazioe delle madri delle vittime di Srebrenica come una realistica ed accurata ricostruzione deu fatti storici. L'unica voce fuori dal coro fu quella di un regista serbo che lo paragonò ai filmati di propaganda croati e musulmani.
@anonimo
RispondiEliminaInteressante notare come Aleppo sia completamente evaporato dai media occidentali.
Semplicemente non potevano mostrare ,dopo mesi di BUGIE,che ADESO Aleppo e' una citta' liberata .Come se l'istituto Luce fosse andato a Stalingrado dopo la resa di Von Paulus.
Con la differenza che l'istituto Luce dell'Italia fascista in guerra mai si sarebbe sognata di definire i Russi di Stalingrado vittime dei bombardamenti di Zuzov ...
facevano propaganda,ma ancora qualcosa di umano avevano...al contrario di clooney e delle merde come lui.
Luca
Ovviamente e' Zukov.
RispondiEliminaLuca
La messinscena dei migranti in Serbia ,dove si vedeva chiaramente il tentativo di volere instaurare un paragone folle con l'olocausto,e' miseramente fallito.E' fallito grazie al pacato intervento delle autorita' serbe.Non hanno fatto nessuno sgombero forzato,che avrebbe fornito nuovo materiale agli sciacalli della "libera informazione occidentale"appostati in attesa della disgrazia.Hanno cercato di convincere col dialogo allo spostamento in locali (tre caserme dell'esercito serbo)dove hanno dirittto ad un'esistenza dignitosa e cure mediche.Infatti,cosa non menzionata da nessuno dei "solerti inviati"paracadutati a Belgrado ,i profughi non si presentavano nei campi gia' disposti ad accoglierli di propria spontanea volonta'.Preferivano non registrarsi per proseguire ,"grazie" ai trafficanti di uomini ,la loro marcia e non fare risultare il loro passaggio in Serbia.Da notare la disponibilita' di un grande popolo generoso come quello Serbo .Con i pochi mezzi di cui dispongono,come tu sai meglio di me Fulvio,dopo i crimini nato,le rivoluzioni colorate made in soros, e le vessazioni ue,privati cittadini non hanno mancato di fornire il loro aiuto.Infischiandosene del fatto che i profughi siano musulmani,in un paese con 400 anni di occupazione ottomana e attaccato dai tagliagole islamici mercenari .
RispondiEliminaUltimi episodi quell'ex primo ministro (....)kosovaro.Un serial killer torturatore e violentatore,le cui "imprese"farebbero impallidire i mostri alla Hannibal Lecter creati da romanzi e film.Quella realta' e' molto peggiore.E la minaccia stragista nei confronti di un treno diretto alla parte serba del c.d.kosovo,regalato a bande criminali albanesi.Le forze speciali erano pronte ad un massacro se il treno non avesse invertito la rotta.Il motivo ?le belle immagini dei monasteri kosovari,vero e proprio pilastro dell'identita' culturale e religiosa Serba ,che decoravano l'interno del treno.E la "provocazione "delle scritte Kosovo e' Serbia sull'esterno dei vagoni.
Tanto perche' si sappia questo e' talmente vero , che l'episodio della battaglia del 1389 di Kosovo Polje contro il sultano Murat e' uno di quei momenti storici come possono esserlo le Termopili per i Greci o Poitiers per i Francesi.I monasteri medievali ortodossi del Kosovo ,sotto scorta onu (....),sono le piu' importanti testimonianze dell'arte antica Serba.Nonostante questo quel territorio,grazie ai delinquenti uck pagati dagli americani e dalle mafie albanesi e poi aiutati nei loro crimini dai licantropi blair e clinton,e grazie anche alla follia di tito che vi aveva insediato una massa di albanesi fuggiti da Hoxa operando una sostituzione etnica,e' stato sottratto al legittimo controllo della serbia.
Luca
le Termopili per i Greci
Ovviamente nessuno dei "solerti inviati"ci ha informato sull'operato corretto e responsabile delle autorita' serbe,e si e' ben guardao di mostrarci un'immagine della popolazione che aiutava i profughi .Questi bastardi si sono dovuti ritirare con la coda tra le gambe,come gia' dalla Aleppo LIBERATA ,continuando ad evidenziare la malafede che li anima.Gli stessi bastardi ci parlavano di migliaia di persone a rischio di decesso,ta cui moltissimi bambini ...
RispondiEliminaFortunatamente non e' arrivata notizia di NEANCHE UN DECESSO .Lo stesso discorso vale per le ong di soros.
I bastardi italiani dell'informazione che hanno guadagnato la trasferta a Belgrado per il loro vergognoso operato,dovrebbero essere mandati a piedi in mezzo alla neve a spiegarci perche' in un paese di straccioni come il nostro , che si spacciava fno pochi decenni fa come la 4 potenza mondiale,siamo dovuti ricorrere a sciatori del Soccorso Alpino come ai tempi della I guerra mondiale per raggiungere l'hotel sepolto dalla valanga.E sempre mandati a piedi nella neve ci dovrebbero spiegare cosa e' stato fatto per i terremotati nelle roulotte,per gli allevatori ...
E a noi la Nato non ci ha bombardati,anzi.Era da Aviano che d'alema spediva i bombardieri ...per la gioia dei suoi padroni clinton e blair.
Luca
Luca
Ieri sono andato a vedere "Arrival" il nuovo film sugli alieni metà Independence Day e metà E.T. Film molto bello e toccante con una stupenda Amy Adams però...anche questo film, come l'ultimo di Emmerich, era intriso di propaganda americana. Gli americani e i loro alleati "buoni" cercavano a tutti i costi di comunicare con gli alieni ed erano, ovviamente, gli unici a fare progressi. Si sa, loro sono gli Illuminati e gli altri i retrogradi. Le altre nazioni "cattive", dopo aver decifrato la parola "arma" da un messaggio alieno, rompevano i collegamenti con l'America e si preparavano ad abbattere le navicelle aliene. E chi erano le "altre" nazioni? Qualche nome a caso: Russia, Cina, Venezuela, Sudan, Pakistan. I russi arrivavano a giustiziare un loro scienziato, reo di aver cercato di comunicare con gli americani. La nostra eroina riusciva a salvare il mondo dalla catastrofe all'ultimo momento chiamando direttamente il comandate supremo cinese e parlandogli in perfetto mandarino. Ah, se non ci fosse l'America...
RispondiEliminaTornando alla realtà l'ultimo lascito di Obama prima di lasciare le redini a Trump: le sue ultime bombe sganciate in Libia contro obbiettivi dell'Isis in pieno deserto per "puntellare il governo di Serraj". Peccato che quest'ultimo comanda solo una base navale...
http://www.lindro.it/la-libia-mosca-washington/
RispondiEliminaOttimo articolo sull'attuale situazione libica.