Parto e sarò lontano dal blog e da FB (non dai vostri
interventi) per circa tre settimane. Il pezzo qui sotto è lungo. Avete il tempo
per spezzettarne la lettura. O di saltarlo. Un saluto a tutti.
https://www.pandoratv.it/?p=16566
Il Presidente egiziano, Abd al-Fattah al-Sisi, in casa del lupo, a Riyadh,
alla presenza del Presidente USA, Donald Trump, glielo dice chiaro: “Il
terrorismo è occidentale”.
Il Presidente egiziano, Abd al-Fattah al-Sisi, in casa del lupo, a Riyadh,
alla presenza del Presidente USA, Donald Trump, glielo dice chiaro: “Il
terrorismo è occidentale”.
Il tema Al Sisi-Terrorismo riguarda la parte finale di
questo post, quella sul “manifesto” e i suoi servigi all’imperialsionismo di
guerra.
Londra, cristiani
contro musulmani, come sunniti contro sciti: guerra civile=stato d’assedio,
élite trionfante
Il mammasantissima della criminalità organizzata mondialista
(qui in effigie) si frega le mani. Con l’ennesima punizione terroristica
inflitta al Regno Unito per la sua uscita dall’UE, il solito veicolo stragista
a economica e facile disposizione di qualsiasi sicario, cosciente o
incosciente, stavolta antimusulmano, fornisce all’universo mondo occidentale,
lanciato allo scontro di civiltà, il bonus supplementare del pretesto per una repressione
ormai ultra-orwelliana. Se ne accorgeranno eventuali disperati, esasperati,
sediziosi. Altro bonus dell’assalto alla moschea, il grattacielo, inceneritosi
in 6 minuti insieme a cento inquilini per risparmiare le quattro sterline della
verniciatura ignifuga, anzichè in gol è finito in tribuna, come il pallone del
giocatore venduto. Non se ne parli più. Ora è tempo di prodromi di guerra
civile: angli e sassoni contro tutti gli intrusi. Non ha funzionato forse molto
bene con sciti e sunniti? E, prima, con cattolici e protestanti?
Tiriamo le somme. Trump celebrava la Brexit, ne vedeva
motivazioni e sbocchi affini ai suoi e degli altri cosiddetti “populismi”
sovranisti. Prometteva anche meno Nato e più Russia. Poi l’hanno messo in
mezzo, il famigerato Stato Profondo, Cia, sinistri collateralisti, armieri e
petrolieri e Trump non è più lui. E’ un pupazzetto di quelli e, per tenere a
galla almeno la bananona aranciona, spara missili e minchiate a 360 gradi.
Destino non difforme per la May, sua controfigura britannica che, tra
coltellate e caroselli di camion, torri abitate che bruciano più rapide di uno
zolfanello, dissolvenze elettorali, si ritrova alla prova del negoziato Brexit
più esposta e inerme di Lady Godiva. Secondo voi, chi è che di tutto questo
gioisce?
Saif al Islam
Gheddafi libero. Con Haftar e i patrioti libici alla liberazione del paese
Poi, invece, ci sono due buone notizie. E, se non vi
indignate, o anche se lo fate, ne aggiungerei una terza: il torero incornato
dal toro in Francia, emblema di un aggiustamento morale e politico che qualcosa
come 7 miliardi persone vorrebbero imporre a chi li incorna da secoli. E che
quella testa di whisky di Hemingway, che sbavava in lettere e saliva su ogni
corrida, riposi in pace. Una buona novella è la liberazione di Saif al Islam
Gheddafi, figlio maggiore e successore designato del Grande Martire, da parte
dei berberi di Zintan, alleati del generale Haftar, che a lui hanno consegnato
Saif. Grottesca la reazione della Corte Penale Internazionale, nota per aver
finora incriminato soltanto soggetti di pelle nera invisi all’Occidente: ne ha
chiesto alle “autorità libiche” l’arresto e la consegna immediati.
Le “autorità libiche” (il magliaro Al Serraj ancorato al
largo di Tripoli e la sua milizia di tagliagole e scuoiatori di neri a
Misurata) vorrebbero bene assolvere all’ordine dello sponsor, tanto più che,
già di loro, avevano condannato Saif all’impiccagione. Ma non possono, visto
che il governo di Tobruk e Haftar, comandante delle Forze Armate Nazionali, gli
stanno mettendo il sale sulla coda. Ben visti da Mosca e dal Cairo, i patrioti
di Tobruk hanno riabilitato i gheddafiani e, forti di un consenso perciò crescente,
hanno conquistato i terminali
petroliferi e si stanno riprendendo la Libia pezzo dopo pezzo. Nei giorni
scorsi, con la conquista di Jufra, hanno liberato la regione centrale che dà
accesso a Tripoli e a Sirte. E questa era la seconda notizia buona.
Meno elettori, più
stato d’emergenza: si arriva alla perfezione
Una chiavica, invece, la notizia che dovrebbe far esultare
il baffino bombardiere che di questi tempi si riciccia come antagonista di
sinistra ovunque reperti museali autoqualificantisi di sinistra si assemblano
per guardarsi in cagnesco, ma dichiararsi vicendevolmente ancora vivi.
Ultimamente con Montanari e Falcone. Esprimendo una nausea che sorprende in una
società come quella kosovara, formatasi
nelle provette tossiche dello scienziato pazzo Nato e non riconosciuta come
Stato che da quattro scagnozzi della Nato, alle elezioni del 12 scorso ha
votato appena il 41%. Quasi tanto miserrimi quanto quelli che si sono
manifestati in Francia, dove si trattava di portare in parlamento un’armata di
pitbull rothschildiani a guardia di colui che è stato messo lì a invertire la scelta
degli affidati alla ghigliottina rispetto al 1792-1794. Ma statene certi, che a
votare non ci vadano più se non corifei, chierichetti, sottopancia e parenti
dei candidati, non turba minimamente gli
autoreggenti delle nostre sorti. Quello che conta è che tutti credano che lo
stato d’emergenza, ormai perenne, serva a dargli sicurezza. Anzi, siccome non
votano coloro, che alla fola secondo cui ogni 5 anni possono decidere
liberamente chi li governerà non ci credono più e piuttosto hanno capito che
ogni 5 anni sono chiamati a condividere, con persuasori occulti e manifesti, la
scelta di chi li deruberà e schiaccerà, molto meglio che gli astenuti siano
tanti. Di questo passo ci si disabituerà del tutto e quello che Napolitano,
Monti, Letta, Renzi e Gentiloni ci hanno fatto passare sulla testa dal 2013,
senza chiederci né miao né bau nelle urne, sarà finalmente il perfezionamento
della democrazia.
Presidente killer e
trafficante di organi
Dimenticavo la
notizia chiavica: il candidato premier eletto in Kosovo è Ramush Haradinaj,
criminale di guerra, ricercato dalla giustizia di Belgrado e da tutti gli
uomini perbene per aver trucidato, deportato, torturato migliaia di civili
serbi, per aver dato fuoco a centinaia di monasteri ortodossi antichi, per aver
trafficato in organi estratti ai prigionieri serbi. Conclamato narcogangster e
serialkiller, è stato assolto dal Tribunale dell’Aja, una di quelle
espressioni della civiltà giuridica occidentale che uccide in carcere chi non
riesce a condannare e manda a reggere il destino degli umani chi ne ha fatti
fuori di più. Da D’Alema, le cui bombe ho visto a Belgrado stroncare neonati nelle
incubatrici e che batte le mani al Brancaccio per l’ennesima e, certo, decisiva
“nuova sinistra”, a Macron, a Haradinaj, il cerchio si chiude.
Trump, Saud, Al
Thani: tu, brutto terrorista!
In Medioriente le cose si ingarbugliano vieppiù. Non avevamo
finito di chiederci cosa diavolo fosse piovuto in zucca a russi e iraniani ad
Astana (dei turchi si capiva facile) quando crearono le famigerate zone di
“riduzione del conflitto”, affidandole a turchi, curdi e mercenariato jihadista
vario, alla faccia dell’integrità e sovranità siriane, che sul palcoscenico
hanno preso a succedersi tanti di quei dei
ex machina da far ammutolire qualsiasi analista.
Il colpo di scena più grosso è quello di Lucky Luciano che
denuncia Al Capone per mafia a don Corleone. Donald Trump, successore di una
combriccola di presidenti Usa che del terrorismo hanno fatto lo strumento
principe per prendersi il mondo e disfarsi di mezza umanità, piomba a Riad e
promette alla più sanguinaria monarchia del mondo 110 miliardi di strumenti per
insistere nella loro pratica (specie in Yemen, dove opportunamente il colera,
come negli Usa dei 18 milioni di pellerossa da eliminare, arrivato a 150mila
casi, facilita il genocidio all’arma Nato, italiana compresa). In cambio i
decapitatori principi dell’universo mondo, massimi fornitori, addestratori e
finanziatori del terrorismo in tutti gli emisferi, devono unirsi al loro
mandante nella lotta, quella vera, al terrorismo. Come? Strangolando il Qatar.
Una specie di prepuzio della protrusione arabica, fino a ieri sotto le ali
dello stesso mandante e padrino (don Corleone), azionista di buona caratura del
terrorismo Isis, Al Qaida, califfati dei vari emisferi e relative affiliazioni.
Questione di gas
Cosa c’era di meglio, per i supermonarchi sauditi, che
prendersela con il minuto prepuzio aggettante nel Golfo Persico, che da rana
voleva gonfiarsi a bue e che, con quel “parvenu beduino” di Al Thani, la sua
emittente Al Jazieera e i suoi scherani jihadisti, pretendeva di riportare
tutto l’Islam sotto la ferula dei Fratelli Musulmani, sottraendolo all’egemonia
wahabita della Casa di Saud? Senza contare – anzi, contando soprattutto – che quell’escrescenza peninsulare sta immersa
nel più vasto giacimento di gas del mondo, che quel giacimento lo condivide in
armonia con gli “orridi” iraniani, che da lì ambisce a farsi fornitore
dell’Europa, a dispetto dei sauditi e degli israeliani e del loro nuovo
gasdotto Israele-Cipro-Italia, con un altro gestito d’amore e d’accordo con i satanacci
persiani, in combutta con i quali diverrebbe il primo fornitore di gas del
mondo.
In questo atto della commedia c’è chi fa sul serio e chi
meno. Sul serio fanno i sauditi, che si vedono spuntare sotto casa un
potenziale agglomerato del Golfo, Iran-Qatar, che, in tempi di petrolio calante
e gas montante, è quanto di più letale quella monarchia possa temere, per
quante tonnellate di armi Usa, Italiane, tedesche, Nato possa infilare in un
esercito di coscritti immigrati, tanto demotivati che, per mettere sotto i più
sfigati arabi del mondo, gli yemeniti, non gli sono bastati gli F16 e
l’artiglieria manovrati da centrali Usa. Tanto più sul serio fanno questi
pervertiti trogloditi dalle caverne d’oro per aver sentito sotto i piedi i
fremiti sismici di metà paese a confessione scita. Già il Qatar se la fa con
Iran e Turchia. L’Iran ha espresso il suo dissenso verso le misure prese da
Usa, Saudia e Golfo. Truppe turche si sono piazzate in Qatar contro eventuali
ideuzze saudite che intendessero accentuare l’embargo diplomatico ed economico
con misure militari. E l’idea che possa spuntare nel deserto il fiore di
un’intesa tra Fratelli Musulmani e sciti sparsi un po’ ovunque tra Afghanistan
e Bab el Mandeb farebbe saltare parecchi tavoli.
Che gli Usa non vogliono vedere saltare. Tanto che, appena
svaniti dalle specchiere di palazzo reale a Riad i riflessi della sua
lampeggiante chioma e dissoltesi nell’etere i suoi anatemi contro il terrorismo
del Qatar, a Trump il Pentagono ha fatto vendere allo stesso Qatar armi per 12
miliardi di dollari e Tillerson, segretario di Stato, ha detto “non facciamola
troppo lunga con questa storia del Qatar sentina di ogni infamia”. Si erano
ricordati di colpo che lì, nel prepuzio, ci sta la più grossa base militare Usa
del Medioriente, con tutti i suoi 110mila marines. Finchè si scherza….
Usa, Saudia, Israele:
per i curdi Padre, figlio e spirito santo.
Parrebbe, dunque, che ci sia molto fumo e poco arrosto. O,
quanto meno, che un sacco di fumo non faccia ben vedere che cosa stia cuocendo.
Più riconoscibili appaiono le vicende sul campo di battaglia. Decimando a tutto
spiano le popolazioni irachene e siriane, oltre a spingerle a svuotare i loro
paesi e, insieme ad altre, resettare l’Europa, gli Usa non recedono
dall’intento di annientare queste nazioni frantumandole in “espressioni geografiche”.
Con i mercenari curdi sostituiti a quelli Isis, curdi rivelatisi vera feccia
etica e politica nel loro servizio agli straziatori della Siria, nell’amicizia
dichiarata per Israele e, ora, nell’apprezzamento per il ruolo “antiterrorista”
dei sauditi (incredibile ma vero), gli Usa stanno prendendo Raqqa e
consolidando un loro protettorato nel nord-est della Siria.
Quella dei curdi
amerikkkani, filosauditi e filoisraeliani, fatti passare dai collateralisti
della “sinistra” e del “manifesto” per il fior fiore della democrazia
partecipativa, socialista, femminista, è una delle vergogne supreme della
storia, al pari del tradimento di certi capi del comunismo occidentale e di
tutti i farlocconi finti-sinistri da sempre vezzeggiati da quel giornale e
utilizzati per diseducare il pupo. Autentici prostituti, al pari di quelli
iracheni, miserabile strumento di un nuovo colonialismo, stavolta genocida
oltreché predatore; stupide zoccole di lenoni che se ne disfaranno al primo
volgere dei venti; schiuma della storia, materiale da discarica che stinge
anche sul tanto rispettato PKK turco, che da questa feccia non ha mai preso le
distanze e si fa dichiarare madrepatria.
Grande è il disordine
sotto il cielo. Di chi fidarsi?
Dando prova di incredibile resilienza, a sette anni
dall’inizio dell’aggressione l’esercito arabo siriano, a dispetto dei ricorrenti bombardamenti della
coalizione Usa, qui come in Iraq addirittura con il criminale fosforo bianco, ha
riconquistato larghe fasce di territorio nel deserto che unisce Siria e Iraq e
pare possa riprendersi anche Deir Ezzor, centro strategico assediato dall’Isis
dal 2013. Che si possa congetturare uno scambio Raqqa-Deir Ezzor concordato tra
Usa e russi? E la svolta anti-Qatar, con turchi e iraniani uniti nel sostegno
dello spuntone gassifero, modificherà il ruolo, fin qui scellerato, del Qatar
in Siria? I jihadisti, sostituiti dai curdi e sotto tiro, quanto meno verbale,
di sauditi e Usa, metteranno la coda tra le gambe e svaporeranno, o saranno
adibiti ad altri compiti, tipo terrorismo stragista dove occorre? I britannici,
da sempre affettuosi padrini dei Fratelli Musulmani, li molleranno per affinità
anglosassone con gli Usa e rapporti di mercato e istituzioni con i Saud?
E i russi? Che assistono abbastanza passivi alle ricorrenti
incursioni di israeliani e Usa contro civili ed esercito siriani, limitandosi a
una deplorazione e a un’invocazione che non si faccia più. E che hanno sancito
le aree di de-escalation sottratte al
governo di Damasco. Eppure sono impegnati nella guerra all’Isis. Eppure
figurano da difensori della Siria e del diritto internazionale…Ora, finalmente, dopo lo scandaloso
abbattimento di un jet siriano che stava operando contro l’avanzata della
marmaglia curdo-statunitense su Deir Ezzor, la reazione russa pare diventare
più dignitosa: qualsiasi intervento aereo della coalizione Usa al di qua
dell’Eufrate (perché non al di là???) sarà legittimo bersaglio delle forze
patriottiche. Se son rose fioriranno…
Le variabili sono parecchie. E così le domande in attesa di
risposta. Però le spine ci sono e pungenti. Azzardo, io, una variabile. La
risposta che i russi hanno annunciato nel caso che gli invasori Usa e i
pulitori etnici curdi continuassero a colpire le truppe siriane – risposta
difensiva che per il “manifesto” si deve
definire “minaccia” – potrebbe essere uno zuccherino offerto a Damasco per l’ormai
evidente abbandono dell’impegno all’integrità territoriale del paese. Con il progetto di costituzione “decentralizzata”
(leggi spartizione) fatto circolare a inizio anno e l’istituzione delle quattro
aree di de-escalation lasciate in mano a turchi, jihadisti e curdi, ci
sarebbero buoni motivi per sospettare che tra russi e Usa si sia arrivati a un
tacito accordo sul male minore per entrambi: la divisione del paese in sfere
d’influenza. Fine della Siria libera, indipendente, laica, sovrana,
democratica. La domanda è se gli altri ci stanno.
Spartizione
sottobanco? Chi ci sta e chi no.
Gli altri sono
Damasco, che ha già manifestato una sua autonomia in merito attaccando la
coalizione Usa-curdi-Isis in avvicinamento dalle parti di Raqqa; l’Iran, che,
per la prima volta, ha tirato missili sull’Isis a Deir Ezzor; gli Hezbollah che
hanno liberato aree sul confine siro-iracheno e i turchi che stanno con
chiunque stia contro i curdi. Sullo sfondo anche il Qatar, in odio ai
concorrenti del Golfo, con però la libertà di manovra che (non) gli concede quella
grande base Usa. Usa, Sauditi con satrapi minori e Israele, la triade fine-del
mondo arabo (e non solo), questi sviluppi non li avevano calcolati e ora gli
tocca vedere se, pur di far fuori il renitente Iran, gli conviene giocarsi il
più forte contraente militare alleato, la Turchia, gia contrappostasi
vigorosamente con l’invio di truppe in Qatar. In Iran, poi, va visto chi tiene
il mattarello, se il filoccidentale neoliberista Rouhani, o la Guida Khamenei
con le Guardie della Rivoluzione impegnate in Siria sul terreno.
L’Egitto di Al Sisi e
“il manifesto” degli utili compatibili
Poi c’è l’Egitto. Tanto detestato dai sinistri quanto
questi, in logico sequitur, se ne stanno ammansiti, e perfino compiaciuti, agli
ordini del giorno dei feldmarescialli imperiali. Nell’organo della sinistra
imperialista, “il manifesto”, riescono a convivere, senza attriti e peli sullo
stomaco (che nel caso dovrebbero essere setole), da un lato gente che in
geopolitica fornisce viveri politici e supporto morale alle armate di quei
feldmarescialli e, dall’altro, un crocchietto di comunisti,antimperialisti,
terzomondisti e filo palestinesi. Schierarsi con i palestinesi è giusto, ma,
nella loro attuale inoffensività, assolutamente tollerabile. Sostenere i
progressisti dell’America Latina non importuna né l’ENI, né il nostro turismo.
Fare il bignamino, in fondo alla penultima, dell’armamentario terrestre, aereo,
navale, spaziale, nucleare di Usa e Nato, non disturberebbe neanche la rivista
della Pinotti, “Analisi Difesa”.
Decisivo per questa gazzetta dei “valori occidentali” e per
il nulla osta che conta, è condividere tutto quello che pensa, dice e fa Soros,
far passare l’emergenzialista post-nazista Macron teneramente per “centrista”,
spendersi appassionatamente per Hillary, far l’occhiolino a
Fassina&Fratoianni e l’occhiolone a Pisapia-Bersani, esaltare come martire
la spia Regeni, lanciare brigate internazionali rossandiane contro la Libia,
deformare ogni governo ostico alla civiltà euroatlantica in feroce dittatura,
lubrificare con l’ipocrisia della solidarietà lo spopolamento del Sud del mondo
per mano di Soros, Ong e F16 Usa-Nato e
puntellare qualsiasi truffa, menzogna, false flag, che l’Impero s’inventi per
sodomizzare qualcuno. Ogni nefandezza è salva se piangi sugli esodati, o
brandisci la CGIL, o dai dello xenofobo, dell’omofobo, del populista a chi non
si accompagna a Vladimir Luxuria o non picchia in testa agli euroscettici. Ma l’appartamento in cui si fanno riunioni
contro l’ascensore che manca, o le barriere architettoniche, o perché il
cortile accolga 32 senegalesi, o per protestare contro il chiasso che fanno le parate Nato, è perfettamente
integrabile in un edificio dal cui terrazzo si spara sulla folla.
Dicevo dell’Egitto e chiudo. In apertura vi ho invitato a
visitare questo link
E’ uno straordinario intervento
del presidente egiziano, Al Sisi, quello che sostiene Haftar e i gheddafiani in
Libia, al vertice Usa-arabo di Riad. E’ una denuncia articolata, veemente e
completa del terrorismo e di chi lo ha inventato, se ne serve, lo recluta, lo
finanzia, lo addestra ne promuove i genocidi e la distruzione di popoli e
nazioni. Sono le cose che noialtri “complottisti”, populisti, sovranisti, eversori
anti-establishment e, parlando seriamente, onesti comunicatori e autentici
antimperialisti, denunciamo da anni. Venendo dal capo del più influente e
importante paese arabo e africano, piagato dal terrorismo dei Fratelli
musulmani-Isis da quando il popolo egiziano si era liberato del despota
islamista Morsi, l’accusa di Al Sisi e un atto di coraggio fenomenale e di
verità incontestabile. Notare nel video le reazioni di Trump e di Re Salman, a
cui Al Sisi quelle accuse le ha lanciate in faccia.
Non stupisce per niente che “il manifesto”, capogita delle
spedizioni mediatiche contro l’Egitto laico e indipendente, Egitto oggi amico
di Mosca e della Libia liberata, ne abbia tratto lo spunto, con la stridula
voce dei suoi cantori sorosiani, per rovesciare sul paese e sul suo presidente
l’ennesima caterva di calunnie e menzogne. Pretesto, come giorni prima con la
Russia, la messa sotto sorveglianza delle Ong. Niente che possa essere confrontato
con la repressione delle Ong israeliane che sostengono i diritti dei
palestinesi, tipo Betselem. Alle Ong in Egitto, come a quelle i n Russia, Venezuela, Ungheria, che sappiamo
essere ciò che i missionari erano per i colonialisti, si registrino e denuncino
i fondi che ricevono dall’estero. Ed evitino di utilizzarli per operare in
favore di potenze nemiche, alla maniera del Regeni, l’operativo di una
multinazionale dello spionaggio e degli squadroni della morte. Chissà se Soros ne sarà contento. Dopotutto
risparmia.
….E come si fa ad indignarsi! W il toro!E’ questa “poltiglia primordiale” nella quale siamo immersi che al contrario deve offenderci. E se, come diceva Ovidio, la violenza sugli animali e’ propedeutica alla violenza sugli uomini, il risultato e’ davvero sotto gli occhi di Tutti. C’e’ poco da speculare: siamo tutti vittime e meri oggetti, al pari del toro o dei polli di allevamento! O c’e’ qualcuno che ancora ha il coraggio di risentirsi per questo parallelismo?
RispondiEliminaGrazie Fulvio per questa tua considerazione “ taurina “ che con il contesto che ci hai ancora una volta appassionatamente narrato e’ perfettamente pertinente!
Rossana
Condivido tutto tranne il riferimento al torero morto.
RispondiEliminaCapisco che , in tempi di veganesimo e di animalismo spicciolo dato in pasto alle masse (ci si e' buttato perfino Berlusconi ...), io sono controcorrente ed assolutamente fuori moda . D'altronde lo sono anche per la dittatura LGBT , e per il politically correct in generale.Per questo mi stupisce un po' , caro Fulvio , il tuo commento.Commento che fara' felice qualcuno di questi nazi-vegani che vanno per la maggiore.E puntuale e' arrivato il commento di una tizia , che si chiede chi abbia il "coraggio" di risentirsi per il parallelismo uomo - toro o uomo pollo . Io non mi risento affatto, la giudico solo un'immane cazzata .
Tornando alle cose serie :
Se vogliamo rispettare le tradizioni dei popoli , non credo che quello spagnolo abbia meno diritti di altri .Al di la' dell'uso e consumo per turisti, ancora molti Spagnoli si riconoscono in questa antica tradizione . Non riesco quindi a vedere in un torero come un criminale degno della pena capitale, cosi' come non riesco ad esempio a vederlo in un cacciatore che uccide un cinghiale o una lepre per mangiarsela.
E tanto meno chi mangia carne o pesce.
Io mangio carne e pesce , se qualcuno fa scelte diverse nessun problema. Purche' non mi vengano a rompere i coglioni.Ripeto che di politically correct e di diktat piu' o meno verdi ne ho le palle piene . Come voglio avere la libertà' di vaccinarmi o meno , voglio avere la liberta' di fumarmi un cazzo di sigaretta,bermi un bicchiere di vino o mangiarmi una bistecca o del cinghiale .
Altrimenti mi sembra che facciamo proprio il gioco di chi ci vuole imporre quanti gr. di zuccheri, grassi e sale dobbiamo mangiare, quanti respiri al minuto e cosi' via.
Scusa la digressione, ti saluto con immutata stima ed affetto.
Luca.
Luca@ Fai di ogni erba un fascio ed esci rovinosamente dal seminato. I vegani e altri fanatici non c'entrano una bella mazza. Concordo con il rispetto e il valore pari di ogni vita e mi metto volentieri nei panni del pollo ingabbiato e gonfiato e del toro massacrato dal sadismo del torero e dei suoi spettatori. Le tradizioni non valgono un cazzo in quanto tali. Valgono se sono buone. E gli spagnoli farebbero bene a uscire dal loro istinto di morte che, tra l'altro, ha genocidato l'America Latina. Forse ti converrebbe prenderti un cane, meglio un bassotto, e capirne ogni tanto gli occhi, la coda, le feste, la tristezza. Il resto è solo malinconia per certi fenomeni di antropocentrismo. Le cazzate tienile per te e abbi rispetto per chi non condivide le tue gerarchie un po' fascistelle.
RispondiEliminaVolevo tenere un basso profilo sulla questione del torero, ma non posso non dare ragione a Luca nei confronti della commentatrice sopra che dice "W il toro". Forse tale commentatrice non lo direbbe se vivesse in un ambiente dove la possibilita' di essere attaccati da animali selvatici e pericolosi fosse meno remota. Un toro che carica non e' un dolce gattino da salotto od un cagnolino domestico. Le tradizioni passano si modificano con I tempi, ma non credo che possiamo imporre gli usi ad altri popoli in quanto un giorno anche il nostro Palio di Siena (anch'esso con aspetti morali non sempre limpidi) od il calcio fiorentino (con tanto di risse) potrebbe subire la cancellazione per motivi morali.
RispondiEliminaNon ho mai capito molto la corrida ne' tanto meno la corsa assurda con I tori a Pamplona ma rispetto chi trova in quel rituale un aspetto importante della natura umana. Ha ragione Luca a dire che quel torero non merita l'epiteto di assassino. Forse sprovveduto ed imprudente si. L'umanita' non ha fatto un passo avanti dopo la morte di questo sfortunato torero. Se un giorno gli uomini della Spagna rifiuteranno le corride, non potro' che ben accettare una loro decisione in tal senso. Ma deve essere una loro decisione. I tori saranno macellati in mattatoio ed i toreri faranno altro o spettacoli circensi. Non ha senso forse rischiare la vita per uno spettacolo usato per lo piu' ad uso turistico? Forse no, ma allora perche' non abolire tutte le esibizioni dove ci sono seri rischi per l'incolumita' dei partecipanti? Come ad esempio, il pugilato, che nonostante le varie precauzioni presentate negli anni procura ancora morti, per lo piu' giovani? Mao Tse Tung lo aboli' anche a suo tempo, quando gli incontri clandestini ed i giri di denaro erano fonte di rovina per I boxer e corruzione per la societa'. Questo approccio tendenzialmente misantropo l'ho rilevato nelle volte che ho discusso anche con onesti vegani/animalisti. Di solito viene fuori, fra le varie ragioni anche degne di ascolto (l'impatto sull'ambiente degli allevamenti, la salute umana) sempre l'aspetto etico, secondo il quale l'uomo dovrebbe vivere di vegetali, dovrebbe mangiare solo quello che puo' cacciare (che potrebbe forse avere senso per mantenere l'equilibrio delle specie) e trovare, ma cacciare senza alcuna arma (a quel punto gli chiesi se il leone avrebbe cacciato la gazzella senza artigli). Il tutto spiegatomi in una visione del mondo "al naturale" che praticamente riportare l'uomo all'eta' della pietra. Sono contrario fortemente a chi utilizza la visione dell'"uomo cattivo" e dell'animale che dovrebbe vivere "nel suo ambiente" senza essere minimamente "disturbato" dall'uomo per alcun motivo. E' una mia visione antropocentrica, ma credo che se I nostri antenati, che hanno duramente lottato per conquistare spazi da vivere ed un minimo di acqua potabile, non lo fossero stati almeno un po', probabilmente non staremmo qua a parlarne. Al massimo in una grotta.
Continuo a non condividere la soddisfazione per il torero morto, come non condividerei la soddisfazione per un cacciatore o un pescatore morto.
RispondiEliminaConcordo invece con la reprimenda, che merito pienamente, dopo essermi letto a mente fredda.E' assolutamente vero, ho fatto un'intervento arrogante e stupido .Chiedo scusa soprattutto a Rossana, pur essendo distante dalle sue posizioni.
Luca.
Alex1@ Ho già espresso il mio dissenso da queste posizioni antropocentriche che poi sono all'origine degli abusi e disastri ecologici. Ripeto, manca la volontà di assumere il punto di vista dell'altro. soprattutto quando ci si sente superiori. La sofferenza del vitello che vive tra torture un minimo pezzo della vita che gli spetta, la foia assassina del cacciatore che non uccide per sopravvivere ma perchè si diverte, il coniglio in gabbia accecato dagli esperimenti cosmetici, i tori drogati, tenuti al buio per irrompere accecati nel sole, essere debilitati dai picadores che gli tagliano i nervi del collo perchè non possano alzare la testa e vedere il loro seviziatore, il bellimbusto che umilia, ferisce e uccide un animale incapacitato, tutta barbarie cristiane retrograde, robaccia affine ai jihadisti e chi li manda. Ripeto, Viva il toro!
RispondiEliminaSapevo benissimo che il mio commento avrebbe suscitato aspre critiche, e magari aperto l’annosa diatriba tra “Animalisti” e “ Umanisti”. Altre volte avrei voluto intervenire su argomenti simili, evidenziati da Fulvio nei suoi articoli, ma mi sono astenuta consapevole di poter scatenare critiche o ilarita’ . Essere accomunata a modaioli edonisti in cerca di una qualche visibilita’ puo’ essere molto spiacevole…. Comunque sia questa non e’ la sede per la difesa ad personam.
RispondiEliminaDicesi SEMPLICEMENTE Empatia e Immedesimazione Quella nei confronti del Toro. La stessa che aveva provato Tolstoj quando abbandono’ la caccia ( e detto per inciso, divento’ vegetariano ) o Nitzsche quando bacio’ il cavallo. Ma il caso ha voluto che l’empatia sia appannaggio anche del piu’ comune e ordinario uomo della strada; non e’ necessario essere dei geni, dei letterati o degli artisti per venirne attrati. E’ ad uso e consumo di tutti! E’ gratis! Ma ha un effetto collaterale: fa soffrire! E si, puo’ far soffrire anche molto… E’ un evento avverso al quale non ci si puo’ sottrarre. Chiunque abbia perso il proprio animale o visto – o anche soltanto immaginato - lo strazio di una mucca portata al macello lo sa. Il vaccino contro questo dolore dell’anima non esiste! Di contro ci sono moltitudini di individui che, per difendersi da questo “morbo empatico”, sbrigativamente si trincerano nella piu’ sbrigativa delle asserzioni: “ …Sono dei fanatici!
Scale di valori e graduatorie si lascino a concorsisti e similia. Con le teorie della presunta superiorita’ si e’ andati “ avanti “ per secoli giustificando ogni nefandezza .C’e’ sempre qualcuno inferiore e c’e’ sempre qualcuno superiore... patrizi e plebei, uomo bianco e uomo nero, uomo bianco e Indiani…ricchi e poveri etc etc etc
A NESSUNO piace soffrire, a NESSUNO piace essere torturato o seviziato, a NESSUNO piace essere incarcerato e picchiato, a NESSUNO piace essere abbandonato, a NESSUNO piace essere ucciso! A NESSUNO…Ivi compreso il nostro toro che – lo ha gia’ detto Fulvio, ma repetita juvant – e’ ( come tutti i tori delle corride ) martoriato appositamente prima di entrare nell’arena, sia per renderlo aggressivo ( ai fini di uno spettacolo piu’ emozionante ) sia per renderlo al contempo meno letale per i simpatici toreri…Ma sai, le tradizioni!
Per i lettori di questo blog e’ naturale - giustamente - condannare Razzismo, Dispotismo , Prevaricazione e via discorrendo; non accade invece altrettanto nei confronti dello Specismo. Eppure sono tutte brutte facce della stessa orrida medaglia: sfruttamento e dominio del piu’ forte sul piu’ debole. Se non fa leva l’ empatia almeno un po’ di coerenza dovrebbe valere!
Postilla per i fanatici delle graduatorie…
Vi ricordate il film “ La guerra dei mondi “ tratto dall’omonimo libro? Gli alieni che invadono il pianeta Terra e si pappano gli umani?
Occhio! Se arrivano i Marziani – ERGO Esseri superiori nostro malgrado - perche’ arrivare sulla terra non e’ propriamente uno scherzo - incrociate le dita e sperate che siano buoni e vegetariani, o se non altro semplicemente vegetariani anche se cattivi, diversamente finiamo tutti come ingrediente esotico delle loro minestre!
Rossana
Rossana@
RispondiEliminaIncantevole, inconfutabile, strepitosa Rossana. Grazie!
Io non credo che a nessuno dei lettori di questo blog piaccia veder soffrire un animale.Sull'empatia per gli animali mi trovi d'accordo , Rossana.Cosa diversa e' pero' gioire della morte di un essere umano.Personalmente non andrei mai a vedere una corrida , vorrei che ci fossero controlli tesi ad eliminare le atrocita' nei confronti di animali destinati ai macelli ( peggiori le loro condizioni di quelle dei tori per la corrida ...).Pero' io la carne e il pesce li mangio.Devo sentirmi per questo assimilato ad un serial killer dell ''Isis ?...
RispondiEliminaIl passo successivo qual e' , sperare nella morte di chi mangia una polpetta o un'orata?
Io non ci sto, senza voler lanciare anatemi , ma neanche sentendo di meritarmeli ...
Luca.
Non posso che essere d'accordo con Luca. A parte il voler mettere sullo stesso piano il genere umano e tutte le specie, incluse quelle che non potrebbero avere alcuna relazione con l'uomo, non vedo come si possa dire di avere simpatia per la vita di tutti gli esseri viventi e poi gioire per le sofferenze di un essere umano solo per delle scelte di vita personali che non si condivide. Dico a Rossana che metterei la sua vita comunque al di sopra di quella di un toro se dovesse essere attaccata da quest'ultimo, a prescindere.
RispondiEliminaAlex1 @ Quando si incomincia a mettere un sopra e un sotto, siamo già in cammino verso il precipizio.
RispondiEliminaNel frattempo un sopra ed un sotto continuano a metterlo fra umani: dai recenti omicidi di uomini da parte di donne conviventi, per I quali non solo istituzioni ed associazioni "antiviolenza" tacciono ed articoli in piccoli riquadri che contestualizzano in un vero o presunto disagio dell'assassina una sorta di "giustificazione" od attenuante, (con qualche commento soddisfatti da "tifosi del genere oppresso") ma addirittura l'uccisione di un miliziano (o presunto tale) a Mosul da parte di un soldato canadese viene riportata come un impresa sportiva. Il nuovo record di distanza dalla quale si puo' uccidere un uomo, circa 3 km e mezzo che supera il precedente. Con tanto di tempo di percorrenza del proiettile, poco meno di dieci secondi. E quello che il cecchino vedrebbe, una nuvoletta di polvere e sangue. I "cecchini" tanto esecrati quando difendevano la loro terra e vestivano le divise serbe, adesso diventeranno dei campioni da ammirare e portare come esempio? come Bolt e Phelps? Il tutto dipende dalla divisa che portano?
RispondiEliminaChi crede alla superiorità e all'inferiorità è fondamentalmnte un razzista. Io credo nella diversità. Ma non posso fare a meno di pensare che l'uomo è la bestia più feroce e più stupida nella sua convinzione di essere all'apice del creato. Forse siamo solo un esperimento di Madre Natura tra i meno riusciti e che verrà spazzato via quando Lei lo deciderà.
RispondiElimina@Ali.Liberissimo di vederla come vuoi. Pero' ti voglio ricordare che se l'uomo e' in fondo anche esso un animale, con i suoi istinti spesso primordiali e violenti, soltanto mediati da usi ed educazione sociale, i quali tuttavia hanno percorso un periodo relativamente breve della storia del mondo (pensiamoci,cosa sono ventimila anni rispetto all'evoluzione della terra e delle altre specie?) e' pur sempre l'unica specie che si e' almeno posta la questione ambientale e di sopravvivenza degli animali e piante in via di estinzione. E dell'inquinamento dell'ambiente. Non senza contraddizioni peraltro. Ma nessun altro animale si fermerebbe dal cacciare uno degli ultimi esemplari esistenti, o di consumare l'ultima risorsa di acqua esistente nella sua zona. Le contraddizioni ancora esistenti fra uomo e natura sono dovute non tanto ad una perfida natura umana, ma alla sua organizzazione sociale, al suo modo di produzione, al fatto che una piccola minoranza, forse meno del 5% della popolazione, puo' di diritto o di fatto disporre della maggioranza delle risorse naturali esistenti nel mondo. E di poterle utilizzare non solo per soddisfare le necessita' umane, ma anche e sopratutto per estrarne profitto. Tuttavia io cerco di restare umano, finche' mi riesce. E di denunciare dove posso queste contraddizioni che la Storia, prima o poi, vedra' superate.
RispondiEliminaAlex1@
RispondiEliminaBen ritrovati tu e tutti quanti.
L'uomo è piuttosto l'unica specie che ha provocato la devastazione dell'ambiente naturale, lo ha inquinato, cementificato, sterilizzato, esaurito, sottratto ai suoi titolari animali con gravissimo danno per tutte le specie. Gli animali hanno sempre avuto un istintivo riguardo per l'equilibrio naturale, autolimitandosi e utilizzando in maniera razionale le risorse. Restare "umani" con queste premesse significa accelerare la fine del pianeta. Io preferisco ispirarmi al mio bassotto e ai suoi simili. Comunque, ancora una volta, viva il toro!
Caro Fulvio, l'uomo ha inquinato e devastato,certo, con gravi conseguenze per la natura e per se stesso. Ma questo fenomeno esiste solo da cento massimo centocinquanta anni. Prima l'inquinamento e la distruzione dell'ambiente non esisteva o riguardava pochissime aree del pianeta, visto che la popolazione umana era limitata a poco più di un miliardo e sopratutto non aveva neanche i mezzi per compiere disastri. Era troppo impegnata nella lotta per la sua sopravvivenza. Il tutto è cominciato con l'industrializzazione e con l'accumulo di enormi capitali. Gli uomini inquinano certo, ma non tutti gli uomini lo fanno, e non allo stesso modo. Non siamo noi che abbiamo scelto questo modo di vivere, di bere acqua da bottiglie di plastica che vengono buttate e spesso neanche riciclate. Un giorno l'uomo potrà rivedere questo modello sbilanciato, quando tutti gli uomini potranno liberarsi dai lacci della produzione ad ogni costo e dal profitto. Io continuo a sperare nell'uomo, nonostante tutto.
RispondiEliminaAlex1@
RispondiEliminaOk, caro Alex, ma non é proprio così. L'intero centroitalia è stato disboscato da Roma per le sue flotti. Lo stesso ha fatto Venezia mille anni dopo con il Cansiglio e altre aree del Veneto. Da sempre l'uomo ruba spazio all'habitat degli altri esseri viventi, suoi simili e non. Essendo un colonizzatore è un devastatore. In questo modo mi sembra che operino solo i ratti. Ma se ne stanno nelle fogne mentre noi occupiamo terra, aria e acqua.
Le altre specie viventi uccidono per avere il necessario e per la propria sopravvivenza. In questo modo rispettano l'equilibrio della natura. E questa è la saggezza. Noi li uccidiamo e devastiamo l'ambiente anche per avere il superfluo e l'inutile (o spesso per pura imbecillità).Uccidiamo sia loro che i nostri simili per pregiudizio e ignoranza perchè con tutta la cultura che pensiamo di avere è infinitamente di più quello che non sappiamo.
RispondiEliminaOk Fulvio, so la storia del Cansiglio, fra l'altro molti imputano a quel disboscamento la rinuncia della Serenissima a costruire una flotta adeguata per affrontare l'oceano, cosa che avrebbe definitivamente limitato lo sviluppo del traffico con le Americhe e con le Indie. Tuttavia il danno era comunque reversibile, in quanto sarebbe stato possibile un rimboschimento parziale dello stesso. Allora però non c'erano le risorse e forse neanche l'approccio culturale per questo. Il danno era diverso dagli sversamenti di inquinanti e di materiali radioattivi che continuano a fare danni all'ambiente ed alle popolazioni dopo anni di distanza, come ben sappiamo per vicende anche italiane. Non era la fine dell'isola di Bikini, l'inquinamento del fiume Seveso e i danni della terra dei fuochi. Inoltre il legname del Cansiglio è per lo più servito anche per la realizzazione dei pali di fondazione dei palazzi storici più belli che possiamo ancora ammirare a Venezia. Un uso tutto sommato ancora nobile.
RispondiEliminaAlex1@
RispondiEliminaVero. Resta il fatto che ogni antropizzazione, o quasi, è coincisa, per il bene o per il male (per gli altri viventi sempre per il male), con sottrazioni, espropri e danni alla natura e alla sua biodiversità, condizione fondamentale di equilibrio e sopravvivenza.