Interrompo il mio impegno monotematico
sul nuovo documentario “O la Troika, o la vita”, che mi sta tenendo lontano da
blog, facebook, youtube e un sacco di amici e interlocutori, perché sopraffatto
dall’indignazione rispetto al solito energumeno delle distrazioni di massa e
disinformazioni imperialiste che si fa, e vien fatto, passare per modello di
pacifismo e solidarietà per gli oppressi e sfruttati.
Occuparsi
del prete Zanotelli, quando quello che Israele sta facendo da settant’anni e di
nuovo oggi ai palestinesi rende il massacro nazista di Varsavia, o la strage
Usa di civili vietnamiti a My Lai, o le carneficine dei decapitatori wahabiti,
Isis o sauditi, in Siria, Iraq o Yemen, delle
sporadiche intemperanze, parrebbe spaesante, quasi depistante, certo sproporzionato.
Gli è che delle nefandezze del post-nazista Netaniahu, delle sue SS travestite da coloni,
della sua corte mediatica e spionistica talmudista, grazie ai nuovi massacri
compiuti intorno ad Al Aqsa e alla spianata delle moschee, dove gli invasori talmudisti
vorrebbero ricostruire uno storicamente fantasmatico Tempio di Salomone, se ne
stanno occupando già in tanti.
Tutti con i palestinesi, finchè non
si muovono.
Dato che da
qualche anno il popolo, la resistenza palestinesi dalla simbiosi Autorità Palestinese-regime
necrofago israeliano sono stati fatti a brandelli, con le sinistre emasculate, disintegrate
eticamente e politicamente dalla scelta anti-Assad e Hamas ridotto a meri schiamazzi
dalla connivenza talmudisti-Fratelli Musulmani di Qatar e Turchia, la “causa
palestinese” ha sempre raccolto più sostenitori, più apologeti, più prefiche
che quella dell’altro riscatto arabo negato, in Iraq, Libia, Siria, Yemen. Le
cause innocuizzate, ridotte a istanze di poveretti, di vittime inoffensive,
sono compatibili, non turbano nessuno, vi si può dispiegare per intero la
propria autocoscienza e compiere rigeneranti lavacri della propria ipocrisia.
Aspettate
che, magari, stavolta, grazie all’innesco dell’Oberstummbannfuehrer, con i suoi
provocatori ostacoli alla frequentazione dei palestinesi musulmani di ciò che è
loro, come a suo tempo il boia di Sabra e Shatila, Sharon, quando trascinò il
suo apparato psicofisico, tanto lardoso quanto corrotto, per la Spianata delle
Moschee, i palestinesi rispondano a tono. Magari con quella violenza che l’ONU
e il diritto internazionale legittimano contro nazifascismi e occupazioni. E vedrete
come si assottiglieranno le file dei corifei devoti della non-violenza. Difficile,
mi pare, oggi come oggi, che si vada oltre alla sacrosanta esplosione di rabbia
e alle davidiane fionde e pietre. Prima i vari Abu Mazen e sue mafie andrebbero
processate per altro tradimento. Non c’è chi dirige, coordina, organizza. C’è
solo chi rinnega, tradisce e colpisce alle spalle. Quelli giusti stanno nelle
celle della Gestapo sionista.
I santi apripista di Cortez e della
Compagnia delle Indie
Si parlava
di Alex Zanotelli. Missionario e guru
del pacifismo da due lire al chilo. L’uomo che già per essere un missionario,
cioè un militante degli storici squadroni di apripista dei colonialismi e
genocidi attraverso l’alienazione coatta delle menti dei colonizzandi, sollecitata
dal ricatto “sanità, istruzione e
paradiso”, mi risultava sospetto. Ma poi missionario addirittura comboniano,
cioè di quel ramo dei facilitatori dell’eurocentrismo militare, economico e
culturale cristiano, che deteneva il controllo totale sull’evoluzione della
società del più grande stato africano, il Sudan. Ne gestivano in monopolio
privato scuole, università e ospedali fino a quando, negli anni ’70, il nasseriano
presidente Nimeiry non completò l’indipendenza della nazione e li espropriò e
nazionalizzò ogni cosa.
Sudan e Sud Sudan: i regali dei
comboniani all’Africa
Da allora i
comboniani, forze speciali del Vaticano come non mai, in stretta collaborazione
con gli Usa e Israele e relative multinazionali del petrolio, del legno e di
altre risorse, presero a brigare per impartire al Sudan statizzato e poi anche
islamizzato una lezione epocale: la
secessione del sud a maggioranza nera e cattolica. L’hanno ottenuta e il Sud
Sudan, interessante solo perché grande serbatoio di energia fossile, è da
allora qualcosa rispetto alla quale la Libia post-Nato, dilaniata, come il Sud
Sudan, dai conflitti interetnici e tribali, come sempre gestiti da opposti
interessi nazional-multinazionali, è solo una partita un po’ dura di football
americano. Un ininterrotto Niagara di sangue da quando comboniani e potenze
coloniali se ne sono impadroniti nel 2011.
Per
diffidare di Padre Zanotelli ce n’era. Diventato monumento sul piedistallo eretto
sulle baracche del ghetto keniano di Korogocho
(come Saviano con Gomorra), si è assicurato un pulpito che, ahinoi, è ascoltato,
oltreché dai compari amici del giaguaro, anche da una massa considerevole di
utili idioti. E’ da questo pulpito che il monaco ha lanciato ai giornalisti italiani (e, data la caratura del personaggio.
del mondo) un appello tonitruante in favore della pace, contro la vendita di
armi a Stati belligeranti e in perfetta linea con tutte le considerazioni con
le quali l’attuale imperialismo necroforo va accompagnando e agevolando le sue
operazioni d sterminio e predazione nel Sud del mondo. Linea che con l’imperialismo
della menzogna, delle sanzioni e delle guerre già si sposava perfettamente
nella rivista comboniana “Nigrizia” diretta dallo Zanotelli.
Spianata la
strada a chierichetti, adepti, nonviolenti vari, con le geremiadi, per noi del
tutto sorprendenti(!) sull’asservimento dei giornalisti che tengono famiglia ai
potentati mediatici, il missionario, stavolta addentratosi tra rotative e
telecamere, implora tali servi di sfidare rampogne e financo cacciate in strada
(non è il martirio suprema virù cristiana?) “tentando di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il
popolo italiano a capire…” Da capire
soprattutto - il comboniano non smentisce le sue priorità - il Sud Sudan, dove
ci ricorda che c’è una “paurosa
guerra civile” e, in coerenza con
tutti coloro che ci mascherano da “guerre civili”, aggressioni, maneggi e
complotti colonialisti e imperialisti, chiude nel silenzio della sua limpida
coscienza i mandanti del conflitto, che
è tutto intorno al petrolio e che sono tutti gli stessi delle analoghe “guerre
civili” in Congo, in Somalia, Libia, Siria, Iraq….
Sarkozy, Hollande, Macron, George
Clooney e… Zanotelli
Con profondo
rispetto per gli ordinamenti statali e sociali che si danno altri paesi, altre
storie, altre culture, altre necessità, a preferenza sui modelli praticati a
Roma o New York, o nella monarchia assoluta del Vaticano, Zanotelli unisce la
sua voce al coro con cui l’imperialismo inneggia al rinnovato assalto all’Africa.
E’ il coro che, dagli arnesi politici delle banche e multinazionali giù giù
fino ai loro sguatteri mediatici a cui s’appella Zanotelli, rappresenta all’opinione
pubblica i governi e i paesi da frantumare e derubare. Quello del Sudan, già
bombardato da Clinton con la distruzione della più grande fabbrica farmaceutica
dell’Africa (forse perché Bashir aveva cacciato il fidato Osama bin Laden) e
relative 10mila vittime da mancanza di medicinali, non è un presidente, ma il
solito “dittatore”, con sulla coscienza i
popoli martiri della Nubia e del Darfur (cari a George Clooney e ad altre spie
assoldate da Hollywood e Amnesty International). Profonda analisi. Il dettaglio
della desertificazione avanzante, che in quelle regioni ha contrapposto agricoltori
sedentari ad allevatori nomadi, offrendo agli specialisti della
destabilizzazione di nazioni l’occasione di soffiare sul fuoco santificando gli
uni e demonizzando gli altri, è dettaglio che al prete non interessa.
Com’è che si chiamano le ingerenze
colonialiste nel Terzo mondo? Guerre civili.
Il monaco
insiste poi sulla via delle mistificazioni imperial-coloniali, lamentando i
silenzi mediatici sulle solite guerre “civili” nel Sahel, Ciad, Centrafrica,
Mali, e doverosamente oscurando gli abbaglianti lampi del ritorno di fiamma neocoloniale
della Francia con Sarkozy, Hollande, Macron, cui i surrogati jihadisti trasferiti
in loco servono da pretesto per spedizioni militari che garantiscano il
controllo sui più grandi giacimenti di uranio del mondo. Per questo serve che
le popolazioni si sbranino tra loro con l’immissione di un po’ di Isis. Sarà la
Legione a sistemare tutto. Sono queste, per il monaco pacifista, analisi da
complottisti.
Rincuorati i
fedeli con la condanna del silenzio “sulla
vendita di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare
guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi”
(guerre mica innescate qua e là dagli occidentali che, tra Usa e Francia e
Israele (ora anche la Germania), hanno basi o presidi militari in 52 paesi
africani su 53. Mica per controllare l’obbedienza dei governi, o, nel caso,
innescare turbolenze “civili” nel quadro della strategia del caos, utile alle
depredazioni e disutile alla saldezza e
autonomia degli Stati! Macchè, è tutto fatto nel segno della reciproca
sicurezza e dello sviluppo.
Eritrea? Satana! L’ha detto Obama,
non lo può non ripetere Zanotelli
Qual è il
53° paese africano, l’unico, che non ospita basi americane e, per sovrappiù,
non chiede crediti dal Fondo Monetario Internazionale , né accetta diktat dalla
Banca Mondiale, da Bruxelles, o da Washington e, orrore! persegue con determinazione
una politica di equa distribuzione della ricchezza, ha alfabetizzato tutto il
suo popolo nei 10 anni dopo i 30 della guerra di liberazione condotta contro l’Etiopia,
sicario prima degli Usa, poi dell’URSS e poi, di nuovo, degli Usa? Che assicura
sanità e istruzione a tutta la popolazione? E inopportunamente sta seduto sul
nodo geopolitico, geostrategico e geoeconomico cruciale tra sud e nord, est ed
ovest, sullo stretto di Bab el Mandeb, tra Mar Rosso e Mare arabico, Golfo
Persico e Oceano indiano? E’ da lì deve essere rimosso perché serve agli Usa? E perciò ogni due per tre subisce l’attacco di
un’Etiopia, vera tirannia che annega nel sangue le rivolte delle minoranze
depredate, ma pro-occidentale e dunque sfuggita agli anatemi del missionari?
Quale è il paese africano che, senza aver mai mosso un dito contro nessuno, ma
deve spendere somme preziose per difendersi dal mandatario etiopico di
Usa-UE-Israele, è alle solite sanzioni
Usa. Onu e UE che ne vogliono sabotare lo sviluppo?
Chi ha buona volontà di seguirmi, mi ha letto, ha sentito qualche mia conferenza, ha visto il mio
documentario “ERITREA, UNA STELLA NELLA NOTTE DELL’AFRICA”, sa di chi parlo. E capirà perchè a leggere l’appello
del comboniano mi si è rivoltato lo stomaco.
Il Premio
Nobel per la pace e per le sette guerre genocide condotte, Obama, aveva detto: ”I due regimi più criminali del mondo sono la
Corea del Nord e l’Eritrea”. Alex Zanotelli, accomunandosi con robusta
nettezza alle diffamazioni del caporione bellico imperialista e arrivando al
diapason delle sua addolorata indignazione, scrive:”E’ inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più
oppressivi al mondo, con centinia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa”.
Notate la perfetta sintonia, la meravigliosa armonizzazione, tra i due coristi
della restaurazione colonialista in Africa (e ovunque)?
E a
proposito della balla delle centinaia di
migliaia di giovani in fuga (da un paese che vent’anni fa aveva 5 milioni
di abitanti e oggi ne ha altrettanti!), particolarmente sporca è l’operazione
del religioso cattolico che, da eccellenza della competenza africana, pretende
di ignorare che un paese povero, sottoposto a sanzioni, isolato dagli scambi,
possa avere problemi di occupazione (ma non di fame e miseria come tutti i
vicini filo-occidentali). Pretende di non sapere che poderoso pull factor sia la concessione
automatica dell’asilo politico a tutti i migranti eritrei e solo a loro
(spopolare!), e quanti migranti dell’Etiopia, devastata dal land-grabbing e
dalle dighe Impregilo, o dalla Somalia, affidata al caos perpetuo e ai
bombardamenti Usa, si fanno passare per eritrei per rientrare nel privilegio. E
si fa passare per voce del Signore. Bisogna vedere di quale signore.
L’appello del mentitore ai mentitori
Il
missionario avrà fatto quel che ha fatto in Sudan e poi in Kenya, ma in Eritrea
non ha mai messo piede e quindi, come sulle altre questioni su cui pontifica
disinformando, il suo appello non è altro che un invito all’informazione come
manipolata e spurgata dalle voci del padrone. Il missionario è anche
giornalista. Per anni,su “Nigrizia”, organo catto-colonialista, come “il
manifesto” è sinistro-imperialista, ha lastricato di cattive intenzioni e falsa
informazione la via all’inferno neocolonialista. Viva la deontologia, Alex, viva
le deformazioni della verità sui paesi che le malformazioni necrofile
occidentali destinano al saccheggio e alla distruzione.
Accogliamoli tutti e svuotiamo l’Africa
Assicuratosi
altri meriti imperialisti e la munifica benevolenza di George Soros con l’invocazione
all’accoglienza universale dei migranti, come auspicano coloro che non vedono l’ora
di succhiarsi l’Africa dopo averla spopolata delle sue migliori energie, per
poi destabilizzare l’Europa periferica e
contribuire con questi nuovi schiavi a
radere al suolo i diritti di tutti i lavoratori, Zanotelli sollecita la
Federazione Nazionale della Stampa a smuovere la Commissione di Vigilanza sulla
RAI e le grandi testate nazionali. Ha
scelto quelli giusti. Quelli visti in piazza per Giulio Regeni, collaboratore in
Inghilterra di spioni e macellai di popoli (“Oxford Analytica”), e per tutte le
bufale e False Flag che l’Impero dissemina sul suo tragitto di morte.
Non potendo
mancare il riferimento che gli assicura la simpatia della più potente delle
lobby, il frate blatera di “un’altra
Shoah (ma non era unica?) che si sta
svolgendo sotto i nostri occhi e che ci costringe tutti a darci da fare perché si
rompa questo maledetto silenzio sull’Africa”.
Bravo, Padre
Zanotelli, sembra quasi che queste parole siano dedicate all’AFRICOM, al
comando centrale per l’Africa degli Usa che nei prossimi anni governerà la
corsa dell’Occidente alla nuova rapina del continente delle grandi ricchezze.
La shoah africana c’è già stata. Ne sono un bel pezzo i 20 milioni di vittime
congolesi di Leopoldo II, benedetto dai missionari. O i 600mila libici fatti
ammazzare dal nostro connazionale Mussolini. O i 65mila ascari eritrei che i marescialli
Graziani e Badoglio hanno mandato a morte per allargare l’Impero. Cittadini di
un paese che occupammo, depredammo e che tu, senza vergogna, continui a calpestare. E un’altra shoah
africana è avviata, delle tante della storia dei padroni. Tu hai fatto quanto serve.
Ora però l’Africa
ti chiede un ultimo favore: il tuo di silenzio. Che noi, più pii di te,
chiameremo benedetto.
Facciamo
parlare questi:
Grazie Fulvio , una boccata d'ossigeno in questo Luglio torrido che ovviamente condivido parafrasando il pacifinto "tentando di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire"
RispondiEliminaCaro Fulvio, ho trovato questa bella risposta di un eritreo alle fandonie di Zanotelli:
RispondiEliminahttp://www.mediacomunitaeritrea.it/risposta-un-africano-alla-lettera-padre-alex-zanotelli-sullafrica/