“il manifesto”: ma che
belle cronache!
Qualcuno potrà dirmi che me la prendo sempre con il giornale
che si sfregia del vezzeggiativo “quotidiano comunista”. Che tanto è inutile,
che è come prendere a cannonate un cagnetto di compagnia (quello di Soros e
Hillary), che comunque quei quattro lettori, sopravvissuti al disvelamento
ormai scontatissimo della sua missione di megafono delle buone ragioni
imperialiste, non li schiodi neanche se gli dimostri che Chiara Cruciati è
sposata con un boss curdo di Kobane e passa le ferie tra l’Isis del Sinai, o che Norma Rangeri, Laura Boldrini, Asia
Argento, Emma Bonino succhiano sangue di
bambini maschi dopo mezzanotte.
Tutto vero, ma tant’è. La smetterò, ma non stavolta.
Stavolta, intendo il numero del 5 maggio
del “manifesto”, ne ha fatto una più raggelante del solito. Come del
sistematico sostegno alle buone ragioni dell’occupazione Usa-Nato
dell’Afghanistan, della trasformazione di un
regime change amerikano in rivoluzione democratica (ultima quella in
Armenia del mercenario Cia Pashinyan), della santificazione di curdi venduti a
Usa, Israele e Sauditi, della balla Regeni, della bufala Russiagate, dello
sfegatato sostegno alla killer Hillary come ai nani di giardino LeU,
dell’avallo a ogni False Flag che passi per la mente a Mossad, Cia, MI6 e altre
conventicole della buona morte di massa, della vilificazione in dittatori di
chiunque vada col suo popolo in direzione ostinata e contraria
all’Uccidente, dello scudo finto
buonista e vero malista con cui copre i facilitatori Ong, in mare e in terra,
della spoliazione del Sud del mondo…
Sapete tutti che potrei non finirla per ore e ore,
ripercorrendo i quarant’anni del giornale, a rischio di motivare ulteriormente
chi, amante di twit, sms e instagram, mi accusa di prolissità. Ma continuo a
credere che, scontato il ruolo dei media di De Benedetti, Agnelli, Cairo e
Caltagirone agli occhi di chi non si droga di crack renzusconiano-bergogliano,
vada denunciato chi ti fa le fusa davanti (“quotidiano comunista”, diritti
civili, precariato), mentre in effetti fa da palo al brigante che ti infila la
siringa di nervino tra le sinapsi. Veniamo al dunque. In prima pagina quel “manifesto”
ha il buon gusto di onorare con un’asettica cronaca sportiva la corsa
ciclistica che Israele va facendo passare con i cingoli sui corpi vivi e morti
dei palestinesi.
Nell’ultima dell’inserto “Alias”, su tutta pagina, arriva a
consolare quei frantumatori di ossa e anime con il sereno titolo, come se
niente fosse, “Un giro dedicato a Gino
Bartali” e sottotitolo ancora più festante: “Al campione nominato “giusto tra le nazioni” la cittadinanza onoraria
israeliana”. Pensate che Pasquale Coccia, autore dell’ignominia, percepisca
un qualche sussulto dalla tomba di uno che ora vi si volta furibondo dato che,
non avendo mai tollerato che qualcuno gli mettesse i piedi in testa, o lo
manipolasse, si vede degradato a strumento di propaganda del regime più
sanguinario e terrorista del mondo? Lui che, a costo della carriera, libertà e
vita, aveva sottratto ai carnefici le vite di chi rischiava la sorte che, ora e
da settant’anni, martirizza e falcidia il popolo sulle cui tombe si vorrebbe
far correre il suo spirito.
Bartali, appropriazione
indebita
C’è qualcuno che possa davvero pensare che uno come Gino – “l’è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare” -
Bartali (quelli che non c’erano, ne studino la rivolta contro soprusi,
mistificazioni, frodi) sopporterebbe l’oscenità , da parte di chi poi!, di
essere preso, esanime e incosciente, cadavere, e manovrato a vessillo e
apripista di un genocidio strisciante?
Di fare da spirito-guida per un’operazione pagata a RCS e Gazzetta dello
Sport 16 milioni di euro, i classici trenta denari (ma più sporchi di quelli
del povero Giuda, predeterminato da Dio), per coprire di rosa la realtà
cancerosa di uno Stato che sostiene i suoi crimini contro l’umanità con gli
scheletri dei suoi correligionari periti nel nazismo.
Antisemita è chi
perseguita gli arabi
Abu Mazen, presidente ANP abusivo, rintronato e da anni
venduto a un nemico a cui fa reprimere, incarcerare, torturare e uccidere i
propri cittadini, ha detto cose stupide e importune. Ha dato ai suoi padroni
veleno kosher da sputare sugli
“antisemiti”. In qualche modo, pur deprecandolo, lo corrobora Michele Giorgio,
colui che per il “manifesto” dovrebbe sostenere le ragioni dei palestinesi,
quando deplora i “danni d’immagine” inflitti dal discorso di Abu Mazen sugli
ebrei che “se la sono voluta perché
usurai e banchieri” . In sintonia con Netaniahu, il cronista che, da anni
da quelle parti, dovrebbe saperla più lunga, parla di “antisemitismo”,
aggiungendo la sua alla mistificazione sulla quale campano l’universo
israelo-sionista e si fanno passare i suoi abusi. Giorgio non contrasta neanche
l’accusa di negazionista sparata da Netaniahu, lui sì negazionista di tutto un
popolo, addirittura parzialmente ancora vivo, non spiegando che il logoro capo
dell’ANP non ha mai negato l’olocausto.
Ci saremmo aspettati la demolizione dell’appropriazione
indebita della qualifica di “semita”, arma
principe del regime e della sua lobby: semiti sono gli arabi, tutti e solo loro.
Semiti non sono gli ebrei, salvo qualche arabo convertito, ma come dimostrato
dall’ebreo Shlomo Sand (L’Origine del
popolo ebraico), genti di origine eurocaucasica spostate in terra altrui,
semita (con il concorso anche dei nazisti) per arginare e poi annientare il
nascente movimento arabo anticoloniale e di ricomposizione nazionale che
minacciava di sottrarre all’Occidente le piastrine di petrolio che il
capitalismo si inietta in vena per mantenersi in vita.
Il “manifesto” non è l’unico che, con resoconti
tecnico-turistici in tracimante salsa propagandistica, ha voluto dare dignità a
un’operazione indegna. L’altro giornale “di opposizione”, ma sintonicamente
atlantista come tutti, “Il Fatto Quotidiano” che, inflessibile censore, con
ogni riga ci avverte delle nefandezze falsarie dell’altra stampa, ha affidato a
Leonardo Coen il compito di illustrarci le tre tappe dell’ignominia aggirandosi
un mondo tra l’arcadia e i campi elisi. A loro volta i cronisti Rai riesumavano
lo stereotipo coloniale del “deserto fiorito” nel Negev, dei Kibbutz piscinati
e delle coltivazioni irrigate, sorvolando leggiadri sulle acque palestinesi
predate e sui villaggi beduini rasi al suolo. Ma da Debenedetti e Monica-Bilderberg-Maggioni
te lo aspetti. Dal “manifesto” invece, a non essere boccaloni …pure.
Ebrei altri
Chiudo il penoso affare “manifesto” con qualcosa che,
purtroppo, non salva capra e cavoli, l’indecenza dell’articolo e delle foto che
violentano un grande campione e un nobile uomo, ma che onora il coraggio e
l’onestà di tanti ebrei. Quelli che, sempre sul “manifesto”, hanno provato a
controbilanciare la vergogna delle cronache eulogiche con il ricordo di quanto
di orribile è stato inflitto ai palestinesi, la denuncia di cosa vi si nasconde
di feroce e ingiusto e di coloro che, da noi, ne traggono profitti e
benevolenze. “La commissione
giustizia della Knesset sottoporrà al
parlamento un pacchetto di leggi che trasformano definitivamente Israele in uno
“stato ebraico”, abolendo così una volta per tutte la tanto fastidiosa parola
“democrazia” dal suo statuto e facendo così chiarezza sulla propria natura”. Grazie,
Paola Catarutta e le decine che hanno firmato il testo di “Ebrei contro
l’occupazione”.
A colorare di sangue le serene immagini storico-tecniche con
cui il “manifesto” ci ha illustrato il Giro nello Stato fuorilegge sono poi
venute, nella stessa giornata, le ennesime vittime che a Gaza pagano per aver
inalberato ai limiti della loro gabbia un semplice simbolo, quello del ritorno
a casa. Altri 500 feriti e mutilati, per un totale, dopo cinque venerdì, di
quasi 50 morti e 8000 feriti. In una dimostrazione di forza, determinazione,
coraggio, di donne, uomini, bambini, di cui non riesco a trovare paragoni
storici. Ma di cui ci annichilisce la fiducia nell’essere umano quanto alberga
nella parte opposta, quella dal “lato buono” di muro e gabbia. Non ci
fossero palestinesi come quelli, siriani
con Assad, libici con Gheddafi, venezuelani con Maduro, a sostenerci l’anima
sbrindellata…. Correggiamo Brecht: beato il popolo che produce simili eroi.
Armi proibite: far più
male della morte
Forse negli ampi spazi che i giornalisti hanno dedicato dal
dopato corridore Froome, in un Giro nel più dopato Stato del mondo, avrebbero
dovuto, all’evidenza dello straordinario peso della notizia, raccontarci anche
altro di quei giorni. Se fossero giornalisti… Proviamo a colmare un tantino la
“dimenticanza”.
Non è roba di oggi. Qualcuno cui sia capitato di vedere il
mio documentario sulla guerra del Libano nel 2006, “Delitto e Castigo”, che
narra l’invasione dei fucilatori di bimbi con sassi e il trionfo delle sgarrupate
milizie di Hezbollah, ricorderà con discreto raccapriccio quanto mi venne
illustrato dai medici libanesi nelle loro cliniche: combattenti e civili
feriti, meglio, squartati, trapanati, tritati dentro, dalle armi segrete e proibite
di Israele. Ebbene, non soddisfatto dagli umani corrosi vivi dalle fiamme che,
a Gaza durante “Piombo Fuso”, gli incollava il fosforo bianco, Tsahal, “il più
morale esercito del mondo”, ha perfezionato quelle armi. Visto che nessuno
(tipo Amnesty, o HRW, o Boldrini) ha avuto niente da dire, neanche tra quelli
che, con scandalo al fulmicotone, attribuivano armi al cloro ad Assad e gli
facevano pagare le loro fake news a
forza di inferni missilistici, Israele ha modo, ogni venerdì “del ritorno”, di
fare nuovi esperimenti.
Di quegli 8000 feriti molti restano mutilati, molti mutilati
marciscono e muoiono. Ma nessuno
aggiornerà le cifre degli uccisi del venerdì. Le pallottole dei cecchini aprono
ferite grandi come pugni, poi esplodono dentro. Sono le vecchie Dum-Dum, ma
migliorate con qualcosa di chimico che attacca carne, ossa e organi e li fa
imputridire. Molto apprezzate sono le bombe a freccette, che, una volta esplose
a mezz’aria, liberano decine di frecce d’acciaio mirate, indovinate dove,
umanamente su persone. Magari bambini. Intelligentissime. Poi ci sono le
simpatiche bombette a farfalla: più veloci del suono, colpiscono con la punta
che poi dentro, si apre come le ali della farfalla e…macina. Altra meraviglia è
la pallottola a espansione che polverizza quanto incontra nel suo percorso nel
corpo. Dice la dottoressa Ingres, dopo il primo venerdì del ritorno: “Più di metà dei primi 500 feriti ricoverati
nei nostri presidi sono stati colpiti da pallottole che hanno letteralmente
distrutto tutti i tessuti e polverizzato le ossa. Chi sopravvive resta menomato
a vita”.
Gaza e i territori occupati,
laboratorio di Israele, hanno il pregio di fornire cavie per il
progresso scientifico e tecnologico del più grande esportatore di armi pro
capita del mondo. Uccidere, incapacitare a tempo o a vita, è un vezzo che non
si limita al proprio ambito statale. Molto popolare sul mercato è il
bombardamento da elicotteri e droni con gas tossici, praticato con successo sui
manifestanti a Gaza: una sostanza chimica giallognola che porovoca vomito,
convulsioni, asfissia, collassi, incontrollati tremiti degli arti e tachicardie,
coma. Ne ho avuto un assaggio anch’io dalle parti dell’università di Bir el Zeit. Si sta male da morire e chissà
cosa ci si porta dietro.
Tutte queste sono armi internazionalmente proibite. Avete
sentito un mormorìo di riprovazione? O anche solo visto un trafiletto di
cronaca nelle colorire corrispondenze dei nostri inviati al seguito del Giro?
Seguendo i corridori nel Negev, bastava buttare uno sguardo a destra. Ma si
rischiava il torcicollo da antisemitismo.
Israele fugge, ma
lascia il segno
Come quando si percorrono i villaggi libanesi per raccontarci
le elezioni in Libano. Chi ha visto Rasha, giovane donna con le stampelle?
Rasha aveva 15 anni nel 2008 quando una bombetta raccolta tra i cavoli nel
campo le troncò una gamba. Allora ne erano stati colpiti 500 civili, perlopiù
contadini. Sono passati altri 10 anni e le bombe a grappolo lanciate da Israele
nel 2006 sul Sud agricolo del Libano continuano a spargere dolore e sangue. Su
un territorio che, dopo la cacciata di Tsahal, avrebbe dovuto conoscere pace e
lavoro, furono lanciati 4 milioni di munizioni cluster che lasciarono sul
terreno altri milioni di sottomunizioni inesplose. Che continuano a troncare
arti, sfondare organi, bruciare occhi. Un crimine di Israele è per sempre.
scusate ma mi è venuto da piangere...ci rendiamo conto delle sofferenze inaudite che il popolo palestinese ha sofferto e soffre ? Il diavolo impallidisce...Israele è la maledizione del genere umano se solo qualcuno "sentisse" cosa fanno
RispondiEliminaDella convenzione di Ginevra questi se ne fregano altamente,
RispondiEliminasi è passati dalle munizioni in
gomma o plastica a queste nuove
esotiche dagli effetti devastanti, la prossima volta
cosa useranno? Cannoni, lanciafiamme, bombe termobariche?
Dash
אתה אידיוט
RispondiEliminaHo letto la storia di un ciclista colpito dalle pallottole del "popolo eletto" e che a causa del mancato tempestivo ricovero, sembra impedito dalla soldataglia israeliana, ha avuto una gamba amputata. Sarebbe una storia da raccontare fra le cronache del "giro D'Italia" che ha usurpato il nome del mitico Gino Bartali. Chissà se fosse vivo cosa avrebbe detto il campione toscano. E sulle cronache edulcorate delle frazioni percorse in Israele, mi sarebbe piaciuto che fossero commentate da un altro mito, Adriano de Zan, il quale riusciva spesso ad inchiodarmi per mezz'ora con le sue telecronache ed i suoi racconti sui posti incontrati e sui campioni del passato e del presente. E correvano i vari Saronni, Visentini, Argentin, Bugno, Chiappucci. Altri tempi.
RispondiEliminahttp://sakeritalia.it/medio-oriente/i-costruttori-di-guerre/
RispondiEliminaA proposito di Israele. Lettura interessante. Trump ha appena rotto gli accordi...
Luridi criminali ignobili. Non aggiungo altro.
RispondiEliminaMaxx
Ho letto il pezzo una seconda volta, per far sì che mi s'imprima indelebilmente in testa l'atrocità indicibile di questi atti orrendi. Non che non fossi bene a conoscenza di quanto fanno ormai da anni. Sono di una barbarie assolutamente terrificante.
RispondiEliminaMaxx
Israele colpisce decine di obiettivi iraniani in Siria: “L’attacco aereo più importante da decenni” ….oggi 10 maggio 2018
RispondiEliminascusate ma Israele può stracciare qualsiasi diritto internazionale e ragione e farsi beffe sempre di qualsiasi diritto o interesse legittimo degli altri soprattutto Palestinesi???
La verità è che i palestinesi sono trattati in funzione della loro soppressione e morte a medio termine togliendo loro tutto….case, spazio, lavoro. acqua etc…
non è esagerazione, in modo meno eclatante gli israeliani stanno decimando e uccidendo i palestinesi nei modi a volte analoghi in cui i nazisti uccidevano gli ebrei… è certo una uccisione meno visibile ma togliere pian piano gli elementi vitali di sopravvivenza equivale a genocidio
mi chiedo Russia e Cina quando diventeranno giganti mondiali e affronteranno militarmente Usa ed Israele (Inghilterra e Francia non contano nulla nel mondo)senza con questo volere la III Guerra Mondiale
Putin dice forte e chiaro che non si devono attaccare Russia ed alleati e gli Usa bombardano la Siria ripetutamente mentre raid aerei israeliani si ripetono decine di volte...forse Russia e Cina è ora che si sveglino