sabato 5 maggio 2018

Quando si rischia di far male facendo bene


Oggi a Milano corteo anarchici contro “l’Eni e le sue guerre”



Ecco un tipico esempio di qualcosa su cui tutti dovrebbero concordare, senza dubbi.
Invece i dubbi ci vogliono, data anche l’imperizia e la dabbenaggine di alcune forze partecipanti.

Nessuno mi potrà mai accusare di essere tenero con l’ENI e gli inquinatori fossili. Li combatto con il mio lavoro da decenni, in Rai, con il blog, le conferenze in giro per l’Europa e i miei documentari, ultimi sulla devastazione della Basilicata, sui gasdotti in Puglia, sulla passione fossile del regime Renzi, sulle piattaforme che distruggono Adriatico e Ionio, sulla proliferazione di serbatoi e scavi in zone sismiche  nel Nord Italia (vedi “Fronte Italia, partigiani del 2000”, “L’Italia al tempo della peste”, “O la Troika o la vita – Epicentro Sud”)....

Ma so anche che gli attacchi all’ENI (vedi Regeni, provocazione finalizzata a boicottare gli accordi ENI-Cairo sul giacimento di gas più grande del Mediterraneo, vedi la guerra alla Libia)  e alle sue tangenti ai governi produttori, sono qualcosa che piace moltissimo a coloro, tutti tangentari ben oltre l’ENI,  che ammazzarono Mattei e da allora conducono una lotta senza quartiere a un ente petrolifero che si permette di rompere le palle ai grandi dell’Occidente, a commerciare con la Russia, a pretendere spazi in Libia, Iran, Algeria, Egitto, Indonesia, Africa, a provare a sottrarre l’Italia al dominio delle multinazionali anglo-franco-americane e a impedirle di rifornirsi dal gas, più conveniente e vicino, della Russia. E un’operazione anti-Putin. Alla luce dell’Ucraina, del Donbass, della Siria, del Medioriente, è forse cosa buona, amici anarchici???...

Anche la parola d’ordine “l’ENI e le sue guerre”, è sbagliata, falsa e tendenziosa. Scagiona gli altri, dato che finora chi gli effetti nefasti delle guerre altrui ha subito è l’ENI, oltre in prima istanza, i popoli e gli Stati annientati. Preoccupante anche trovarsi nella stessa trincea di Milena Gabanelli, grande mistificatrice di regime, protagonista, con Report, di favori alle multinazionali e alle banche con trasmissioni contro l’ENI, ma mai contro l’Exxon o la BP, contro la Russia, per le banche con gli attacchi al contante e oggi, sul “Corriere”, istigatrice di guerre e delirante ripetitrice delle peggiori calunnie e falsità contro la Siria.

Quello che sfugge alle brave persone che vanno a questo corteo sono i due piani della questione, per cui occorrerebbe un po’ meno sicumera di posizioni impeccabili,un po’ più di attenzione alla complessità geopolitica della questione. Geopolitica di cui alcuni aspetti, quelli strategici e determinanti per rapporti di forza che non possono non interessarci, a molte brave persone sfugge, anche se poi gridano cose sacrosante contro imperialismo e colonialismo. L’incombenza della cosa buona, ma utile al nemico è sempre pericolo da considerare.

E’ lo stesso discorso che andrebbe fatto sulla complessità delle migrazioni, non esauribile nel buonismo dell’accoglienza, tanto gradita a Soros, al NordEuropa e agli Usa, compiaciuti di indebolire e mandare a ramengo i piccoli competitori del Sud, ma da esaminare nei suoi aspetti strategici di grande operazione neocolonialista di svuotamento di paesi da rapinare, di deidentificazione di popoli da disperdere nel vento e di destabilizzazione di paesi da mandare alla deriva: in una parola, distruzione di tutte le sovranità sociali, produttive, ambientali, alimentari, popolari, nazionali.

Suona bene oggi , a sinistra, dare del “sovranista” a chi mette in discussione l’UE, l’Euro, il dominio delle multinazionali, l’appartenenza all’Occidente. Ma utilizzando il termine “sovranista” in senso spregiativo, come insulto, è la sovranità del capitale finanziar-mafioso-miltare e dei potenti Stati, strumenti e armi di quel capitale, che si difende.

Fulvio

3 commenti:

  1. In effetti, quando ho sentito parlare di questa "marcia contro l'ENI", che nella classifica di entità contro le quali sarebbe giusto marciare è messa come la SPAL, ho avvertito subito un vago aroma di schifezze kosher.
    Su RaiStoria sta filosofeggiando Domenico Quirico, martire vivente della disinformazione uccidentale, filmato mentre si accompagna con "combattenti per la libertà" dei reparti neonazisti ucraini.
    È davvero difficile per il cittadino comune liberarsi dalla melma della propaganda. Ma chi va a manifestare smette di essere un cittadino comune e ha il dovere di essere accorto e informato, senza cadere nella carta moschicida piazzata dalle solite manine. Altrimenti è meglio stare a casa.

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  2. Quirico. Me lo ricordo quando esaltava i "democratici" ribelli siriani e la loro "entusiasta lotta di liberazione dal dittatore Assad". Gli stessi che poi l'hanno rapito...

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  3. Quirico una volta liberato poi disse che i favolosi "ribelli" si sono "radcalizzati" nei vari al Nushra e simili perché non aiutati abbastanza dall'"uccidente". Come rovesciare la frittata. Comunque sabato su "la Repubblica" un articolo di giustificazione del killeraggio di manifestanti palestinesi presentati come militanti violenti che "cercano di violare i confini" attingendo alla retorica antiaraba per la quale nel 1942 al Cairo si sarebbero preparati i festeggiamenti per i tedeschi.

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