Sincronismi e sintonie
L’angolazione
a cui dovrebbe interessare particolarmente guardare non è solo la natura delle
azioni condotte dalle potenze uccidentali, dai loro protagonisti e dai gruppi
di potere che li sostengono. Non è neanche in prima istanza il giudizio da dare
sulla classe politica italiana, sulle forze economiche che ne determinano il
comportamento e sui media che ne sostengono la linea. E’ la sostanziale
omologazione che unisce e confonde tutti questi soggetti. Basta un minimo di
maieutica per estrarre dal sincronismo
con cui operano, da Renzi o Orlando a Di Maio attraverso Bersani,
Fratoianni, sociali avvizziti in basso a sinistra, da Repubblica e l’Espresso a
il manifesto o il Fatto Quotidiano, da Mattarella a Bergoglio, da Confindustria
ai sindacati, la constatazione di una sintonia strategica. Quella della visione
del mondo atlantico-israeliana: i buoni in questa metà dell’emisfero Nord, tutti i cattivi concentrati nell’altra metà e,
disseminata in tutto l’emisfero Sud, una
mescolanza di brutti, sporchi, cattivi da abbattere, e poveracci disperati da
soccorrere a proprio merito e profitto.
Chi tra i
nostri gazzettieri fa caso a quanti venerdì di morte all’orlo del Lager Gaza
sono trascorsi dal primo, con i relativi eccidi di innocenti inermi, a dispetto
delle cifre agghiaccianti ( andiamo verso la cinquantina di morti e ai 5000
feriti? Vedi https://www.mintpressnews.com/video-israeli-soldiers-shoot-unarmed-protesters-celebrate-on-camera/241137/ https://youtu.be/UhCUBcLWlWU
Gaza o Homs come Derry? Altri tempi
Il 30
gennaio del 1972 ero a Derry e vidi 14 giovani e vecchi falciati dai parà della
Regina senza che ci fosse stata, tra 20mila famiglie manifestanti per
elementari diritti civili, sociali, nazionali, un’ombra delle provocazioni poi
attribuite da Londra e media a fantasmatici “terroristi dell’IRA”. L’unico
fastidio che ai vecchi lupi mannari colonialisti poterono dare quei
“terroristi” fu quando il loro capo a Derry, il 19enne Martin McGuinness, mio
amico per una vita, mi trafugò verso Dublino e poi Roma, consentendo così al mio materiale
audiovisivo della strage di mostrarla al mondo e sbugiardare assassini e
mandanti.
Chi mi è compagno nella Terza Età e chi le si
avvicina ricorderà come quella
carneficina, di “appena” 14 persone, gelò, commosse e infuriò l’opinione
pubblica nel mondo, come suscitò riprovazione e condanna in tutti gli ambienti
politici e mediatici, come strappò alla “madre della democrazia moderna” il
velo di una probità presuntamente acquisita dopo i secoli del più feroce
colonialismo della Storia, di cui Churchill, spargitore di sangue e macerie in
quattro continenti, fu degnissimo e fiero epigono. Altro che Hitler.
Con Gaza e i
cecchini di Tsahal, educati da una società degenerata ad esultare per il gol
della pallottola che spacca il cranio a un ragazzetto, non c’è stato niente del
genere. Ed è cento volte peggio di Derry, per dimensioni e continuità di
genocidio strisciante. Ma niente del genere si vede da 17 anni per una brutale occupazione degli uccidentali in
Afghanistan (ora, per distrarre dalla
lotta di liberazione dei Taliban, diretta contro occupanti e loro
sguatteri hanno infiltrato anche qui i
loro mercenari jihadisti facendone il pretesto per continuare a stare addosso
all’Iran e al Pachistan e a ingigantire con l’oppio i profitti dei loro
mandanti). Ci pensano i Giordana e Battiston, del manifesto, a dare la linea al resto della compagnia a
forza di donne oppresse dal burka e di società civile che vuole la pace (mica
la liberazione nazionale) e per la quale invasori e guerriglia sono tutti
uguali. I taliban un po’ meno.
Niente di paragonabile
alla risposta ai bruti di Londra del 1972 s’è neanche visto per i giochi di
guerra con cui anglo-franco-americani e razzisti monetnici israeliani
garantiscono la loro bonanza futura, con vie del gas e del petrolio e
trampolini geostrategici per ulteriori macelli militari, nella regione
mediorientale. Missili contro centri di
ricerca si antidoti ai veleni di rettili, apocalisse di missili su centri
militari di Aleppo e Homs per insegnare agli iraniani che vadano a fare
solidarietà internazionalista da un’altra parte. Pirateria di una protervia
senza precedenti, in violazione urlante del diritto internazionale, della Carta
dell’ONU, di ogni convenzione ginevrina sui diritti umani e sulla conduzione di
guerre e occupazioni.
Bufale disintegrate? Disintegriamo
siriani
Viene alla
luce del sole la bufala dell’avvelenamento degli Skipras a Salisbury, i due si
riprendono (probabilmente era tutta una finta), ma vengono sequestrati e negati
ai contatti esterni, il gas nervino risulta ignoto ai russi, ma famigliare ai
britannici, è sempre più evidente che l’operazione è da attribuire ai servizi
uccidentali per l’ennesima provocazione anti-russa. Tonfo colossale, ma la
vicenda sparisce dai radar. Sempre di veleni farlocchi, o caricabili su altri
da quelli indicati, si tratta a Douma. Ormai è un rosario di verità la
successione di testimonianze di giornalisti, cittadini del luogo, ispettori
dell’organizzazione ONU per le armi chimiche: la pantomima per cui si è andati
a bombardare la Siria, prima che i controllori arrivassero per controllare
(ovviamente), valeva quella che ha fatto passare per ribelli democratici e
pacifici, i manifestanti made in Usa, Turchia, Cecenia, Marocco, della
“primavera siriana” nel 2011 e seguenti.
O quella che
ha voluto fare dell’agente in servizio permanente effettivo del Mossad-Cia, Al
Baghdadi, il nuovo Osama, minaccia mortale dell’Occidente e, come il
precedente, destinato a eliminazione finta sicura, vera di una sua comparsa,
come quella di Abottabad, Pakistan, nel momento in cui, come Obama col vecchio
socio Osama, Trump, o chi per lui, decidesse che sia arrivato il tempo per
fregiarsi di una medaglia. Tutti questi sono crimini di guerra, contro
l’umanità, megagalattiche prese per il culo della gente nel mondo intero,
mostruosità di ferocia, cinismo, passi demenziali verso il baratro, ma chi se
ne cale?
Socrate senza interlocutori
La maieutica
di cui sopra è la tecnica socratica che consiste nel mettere il soggetto di
fronte in condizione di scoprire la verità. Siccome il soggetto di fronte,
diciamo l’interlocutore di sinistra, o comunque fuori dal coro, da qualche
lustro si è dato al golf, il procedimento lo dobbiamo applicare a noi stessi:
estrarre la verità dalla dissipazione delle nebbie nelle quali, da tutti i lati
e da mane a sera, tutti siamo avvolti. E’ il sincronismo perfetto con il quale
i media tutti, all’apparire dell’ordine di servizio, o, figuratamente, al
fischio del pecoraro, si manifestano sintonici nella distrazione di massa.
Il primo
meccanismo del depistaggio è il silenziatore. Pensate che qualcuno si sia
attenuto al principio di causa ed effetto, al
più elementare cui prodest, a qualche motivo per cui, improvvisamente, la
trimurti Usa, UK, Francia, più il licantropo israeliano, si siano lanciati con
i missili sulla Siria, abbiano rinfocolato, con le grottesca esibizione del
saltimbanco Netaniahu sull’imminente atomica iraniana, la prospettiva di guerra
generale? Che abbia preso in considerazione motivazione interne? Esterne?
Chi glielo fa fare
A dispetto
del crollo dell’enorme montatura del Russiagate, demolito dalla scoperta, da
parte del Comitato Intelligence del Congresso, di un’operazione dei servizi
britannici e del FBI, messa in atto con il contributo di 50 milioni di dollari
del noto George Soros e di altri 7 tycoon miliardari di New York e California,
Trump a casa sua è nelle pesti. Gli danno giù tutti: FBI, Cia e le altre
agenzie, la cupola finanz-militare, i media, la conventicola hillariana e
neocon, potente più che mai. La May non sta meglio: ridicolizzata dalla
cantonata Skipras-gas nervino, in difficoltà tra i suoi e odiata in Europa per
la Brexit, è messa all’angolo da un rinato Labour con Corbyn che promette di
scompaginare gli assetti istituzionali, economici, sociali e…militari. A Macron,
gioiellino atlantico-sionista confezionato dalla Cia su ordine della Cupola, brucia
l’intera terra francese sotto ai piedi con la rivolta di quasi ogni categoria
sociale, le università, i trasporti, le fabbriche e l’incubo maggio-De Gaulle
all’orizzonte.
La regola
del diversivo esterno, in termini di qualche crisi possibilmente bellica, fatto
passare per minaccia alla collettività, è in casi come questi quasi l’unica via
d’uscita dall’impasse. Diverso è il
discorso per Netaniahu che può, sì, contare sulla compattezza della sua base
sociale per le imprese criminali che va compiendo senza soluzione di
continuità. Ma, a casa sua, si trova braccato da una magistratura abbastanza
indipendente che non esonererà né lui, nè la virago con cui ha commesso una
sfilza di reati di corruzione e ladrocinio che gli fanno intravvedere il gabbio.
Mentre fuori, c’è da stornare l’attenzione dalle periodiche battute di caccia ai civili palestinesi che turbano quel settore dell’opinione
mondiale che sfugge alle manipolazioni
propagandistiche iniettate dallo Stato più terrorista del mondo e perfino l’ONU
e, strumentalmente, la solitamente complice Amnesty International (c’è un
limite al proprio discredito).
Palestinesi sparati, sport offeso,
Bartali infangato
Non contenti
di infierire sui vivi, gli israeliani riescono a violentare anche i cadaveri.
Nella fattispecie quello di Gino Bartali, di cui mi vanto essere stato tifoso,
anche perché staffetta partigiana che, tra i tanti nascosti e salvati grazie ai
messaggi da lui trafugati in bicicletta, ha salvato anche ebrei. Ne hanno
fatto, a sua insaputa (e avrebbe reagito con sdegno), cittadino onorario dello
Stato terrorista e infanticida, a ulteriore scherno della morale e della
dignità umana, come traditi dai miserabili che da quel Mordor hanno voluto far
partire il Giro d’Italia. Ai lati della strada, con i volti girati dall’altra
parte, gli uomini, le donne, i ragazzi uccisi a Gaza. Bartali non è riuscito a
salvarli.
Vittoria? Occhio a Pirro
Gli
obiettivi esterni della rinnovata e più diretta aggressione di questi tentacoli
della piovra mondialista non hanno bisogno di essere ricordati. E chi si
illudeva di poter cantare vittoria, insieme ad Assad e al più valoroso popolo
del mondo in questo momento, per via di alcune riconquiste territoriali,
dovrebbe constatare che Nike ha, sì, le
ali, ma, priva di testa, non si può sapere dove guarda e verso dove vola.
Quello che vediamo nelle lande devastate che sorvola è un paese a pezzi che,
incredibilmente, dopo 7 anni, non si rassegna e arrende, sul quale aumenta a
dismisura il carico di morte e distruzione da parte di una coalizione,
Usa-UK-Francia-Nato-Petromonarchie-Israele, sempre più salda e determinata a
ottenere lo squartamento di questo formidabile caposaldo antireazionario e
antimperialista. L’obiettivo finale resta la Russia, massima barriera al
mondialismo e, come conferma l’ennesima buffonesca sceneggiata di Netaniahu, la
Siria deve morire per sgomberare la strada verso Libano e Tehran.
Come coprire Mr. Hyde? Silenzio e
curdi
Torniamo
alla premessa iniziale: il sincronismo-sintonia dei media di destra e sinistra.
Cosa ha prevalso su schermi e paginoni in queste temperie che travolgono la
vita di vasti strati di umanità e pianeta? Di ogni. Dallo sfessante
chiacchiericcio sui destini governativi della nazione, al bullismo cyber e no,
alla minaccia del rinascente fascismo, dall’uragano anti-maschio “metoo”, alla nobiltà solidaristica dei
trafficanti Ong nel Mediterraneo. Ma soprattutto concorde è stato l’utilizzo
dello schermo curdo su carneficine a Gaza, spropositi anti-iraniani di Trump e
Netaniahu, apocalissi missilistiche, genocidio in Yemen, schianto definitivo
delle bufale chimiche in Inghilterra e Siria.
Paginoni curdi
di Chiara Cruciati (”il manifesto”) di esaltazione di una nazione negata, per
quanto modello di ogni virtù, di cui questa apologeta si affanna a rivendicare
una vittoria sull’Isis semmai attribuibile a siriani e bombe Usa, e a metterne
in vetrina fantasiosi multinazionalità, femminismi, ecologismi, democraticismi.
Narrazioni sui giornaloni di volontari italiani, tipo brigate di Spagna, reduci
dagli eroici combattimenti con i curdi. Trasmissioni come quelle sugli angeli
curdi del buonista sorosiano di prima classe Diego Bianchi, detto Zoro, quello
dall’insopportabile faccione eternamente in primo piano, in virtù di una perversa
concezione estetico-narcisista.
Alla
distrazione di massa dalle nequizie sopra elencate di chi ci governa e di chi
li fa governare, si aggiunge, secondo i canoni della deontologia giornalistica
italiota, l’occultamento di alcuni dettagli. Che il Kurdistan iracheno, già
tranquillo, benestante e autonomo sotto Saddam, è un patriarcale feudo di
narcos e contrabbandieri sotto totale controllo israeliano. Che dei curdi si
vanta un valore combattente che alla prova dei fatti si è sciolto come neve al
sole nella fuga da Afrin e nella battaglia per Kobane e Raqqa si è fatto
fanteria mercenaria degli Usa, per poi ritrovarsi congiunta ai resti dell’Isis
recuperati dagli americani e uniti alle milizie di ventura curde nella feroce
pulizia etnica di terre siriane. Che i curdi hanno dichiarato ufficialmente la
loro alleanza con Israele e l’Arabia Saudita. Vera e propria marmaglia al soldo
dei nazionicidi che imperversano in Medioriente e nel mondo.
Facciamo gli “antisemiti”:
sbugiardiamo Netaniahu
Resta da
dire della commedia del tagliagole israeliano sull’atomica iraniana in progress. C’è qualche giornalista
che, fregiandosi a ragione della qualifica, vi abbia detto che i documenti
esibiti in tv dall’inquisito per ruberie Netaniahu e che vorrebbero
dimostrare come Tehran stia di nascosto
preparando l’atomica, risalgano in effetti a prima del 2003? E che si tratti di vecchi documenti sottratti
all’AIEA?E che quei disegni di razzi in grado di trasportare ordigni nucleari
furono fatti da scienziati, in termini puramente di ricerca, prima di
quell’anno e prima che l’Iran firmasse, diversamente dal golem nucleare
Israeliano, il trattato di non proliferazione? C’è soprattutto qualche Leonardo
Coen, Furio Colombo, Chiara Cruciati, Guido Calderon, il russofobo di sinistra
Yuri Colombo (vedi l’egemonia della lobby tra Fatto Quotidiano e manifesto) che
vi abbia ricordato come da allora l’agenzia per il controllo del nucleare AIEA
abbia ininterrottamente visitato i siti iraniani e confermato che l’uranio
veniva arricchito solo al 20%, per fini energetici e medici (per l’atomica
serve al 90%). E che, poi, dopo il trattato JCPOA con Usa e UE, ora morituro
per volere israelo-saudita-Usa, l’Iran ha demolito la massima parte delle sue
centrifughe e dei suoi siti (purtroppo, Ahmadinejad non l’avrebbe mai permesso)
E, infine, che mezza dozzina di scienziati del nucleare civile iraniani sono
stati assassinati dal Mossad?
Sarebbe
stato giornalismo. Che non c’è. Elementare, Watson.
Caro Fulvio, copio qui per te e per tutti i lettori del tuo blog il link a un'intervista fatta dalla BBC a un importante deputato siriano di Aleppo, Fares Shehabi. Nonostante i goffi e odiosi tentativi del giornalista inglese di confondere le acque, la lucidità dell'intervistato è strepitosa: tra i migliori esempi di messa alla berlina della narrazione occidentale sulla Siria (la BBC ha infatti provveduto a rimuovere in fretta il video dal proprio sito). Credo che il video meriti di essere diffuso e, se possibile, sottotitolato in italiano.
RispondiEliminaUn saluto carissimo,
Stefano
https://www.youtube.com/watch?v=oBgMhZMlrzM
Grazie Stefano per l'interessantissimo link, tradurlo in italiano sarebbe magnifico,
RispondiEliminaspero in qualche capace lettore di questo blog, io riesco a capire ma purtroppo non saprei tradurre tutto il dialogo
fred
Ottimo video, bisogna dare merito alla BBC, nonostante la faziosita' dell'intervistatore, di aver dato voce ad un esponente fuori dal coro. Aspettiamo che la Rai TGcom ed alte reti italiane facciano altrettanto.
RispondiElimina"Après l’attaque du 7 avril à Douma, le Kremlin a inondé les médias de fausses informations."
RispondiEliminaLe Figaro? Charlie Hebdo? Macché:
http://www.liberation.fr/planete/2018/05/03/armes-chimiques-mensonges-toxiques_1647640
... rumore di sciacquone.
Pare che la Cina stia cambiando
RispondiEliminaapproccio con gli yenkee.
http://www.occhidellaguerra.it/laser-cina-gibuti/
Contro i demoni delle varie famiglie sataniche, non bastano
gli esorcismi ci vogliono anche pallottole d'argento e paletti
di frassino...
Dash
Un esempio su come far finta di elogiare Marx per poi rovesciargli addosso i piu' triti luoghi comuni. Non mi fermo neanche a spiegarne i motivi.
RispondiEliminahttps://www.corriere.it/cultura/cards/quel-genio-karl-200-anni-nascita-cinque-motivi-riscoprire-marx/vita-ribelle-non-sempre-coerente.shtml
A proposito di organizzazioni misandriche "me too" e "non una di meno". Si parlava dell'indignazione collettiva per l'abuso da parte di agenti verso una ragazza spagnola e le pene "troppo morbide" combinate. Adesso prendetela come un gioco (ma la storia e' vera come e' vero l'accoltellato) ma avendo letto questa notizia di cronaca potremmo vedere se: 1) Se ne parlerà' sui giornali domani e se nel caso, non verrà' fuori un articolo con la giustificazione dell'accoltellatrice (tipo "era violento", "mi molestava"). 2) Se verranno combinati gli arresti domiciliari all'accoltellatrice. 3) Se subirà' una condanna maggiore di quella per la quale gridavano allo scandalo. 4) Se andrà' mai in carcere o piuttosto in strutture di recupero con tanto di psicologi. Questo perché' la guerra ideologica "di genere" che certi media propongono tutti i giorni mi indigna non poco. Forse una paranoia personale in quel caso scusatemi e saltate il commento.
RispondiEliminahttp://roma.corriere.it/notizie/cronaca/18_maggio_04/cassino-accoltella-fidanzato-schiena-lite-arrestata-29enne-1234f5bc-4fcd-11e8-add4-a53a42c91877.shtml
E' vero, Fulvio, ci hanno insegnato ad odiare Hitler e il nazismo, il che va bene. Ma ora dobbiamo dire che Hitler non era solo. La famiglia reale belga è una banda criminale al cui confronto i nazisti erano mammolette. Il saccheggio del Congo e la strage di decine di milioni di congolesi la dice lunga sui criminali reali. E l'opera non è ancora terminata. termino io invece dicendo che c'è dell'altro. Ricordate la vicenda del pedofilo Dutroux sempre in Belgio? Ebbene il commissario di polizia che condusse parte delle indagini, Marc Toussaint,(si dimise dopo che cercarono di assassinarlo) scrive nel suo libro che le indagini stesse si fermarono al cancello del palazzo reale.
RispondiEliminaroberto@
RispondiElimina20 milioni i morti congolesi di re Leopoldo. Più Lumumba. E non hanno ancora smesso. Ma neanche la famiglia reale dei Windsor scherza.