giovedì 23 agosto 2018

Provocazioni in vista SIRIA, ARMI CHIMICHE: GLI USA CI RIPROVANO A IDLIB



Da qualche giorno è in atto, accompagnata dagli interventi dell’aeronautica russa, l’offensiva dell’Esercito Arabo Siriano, cioè delle forze governative, contro la regione di Idlib, a nord.ovest della Siria. Idlib è diventata nel corso della graduale liberazione delle regioni siriane occupate o infiltrate da Al Nusra (Al Qaida), Isis e altre fazioni jihadiste o cosiddette dell’Esercito Libero Siriano (Turchia e Nato), il santuario del mercenariato terrorista internazionale, inventato, addestrato e armato dalle potenze occidentali, dai loro regimi clienti del Golfo e dalla Turchia.

Nell’imminenza della battaglia per Idlib, come c’era da aspettarselo visti i precedenti, i servizi di intelligence statunitensi e britannici hanno diffuso la notizia della probabilità di un “attacco chimico di Assad”. Stancamente, gli aggressori, sconfitti su quasi tutta la linea, ripetono come estrema risorsa, le fake news stereotipate sulle “armi chimiche di Assad”. Quelle di cui l’ONU ha certificato la totale eliminazione dal territorio siriano fin dal 2013.
Era successo al tempo della liberazione di Aleppo, nella quali MSF (non presente nell’area) si distinse per false affermazioni circa bombardamenti siriani su ospedali, poi smentite dagli stessi abitanti e dalla realtà, come apparsa dopo la liberazione, quando si affermò l’uso di armi chimiche ad Idlib, mentre la diffusione di sostanze chimiche era risultata dal bombardamento di un deposito di tali sostanze gestito dai jihadisti. Le accuse di MSF provenivano dai famigerati Elmetti Bianchi, leati all’Isis, autori di infinite sceneggiate su presunti massacri e salvataggi, finanziati da Usa e Regno Unito e poi riparati in Israele.
L’impiego di altre armi chimiche, addirittura Sarin, poi ridicolizzato dai video girato sul posto e radicalmente smentito da giornalisti, testimoni e dagli stessi esperti dell’OPAC, l’organizzazione internazionale per la proibizione delle armi chimiche, sarebbero state usate dall’esercito siriano contro il sobborgo di Damasco, Est Ghouta, occupato dai terroristi. Non ne è stata trovata traccia sul luogo.

La grottesca ripetizione dell’accusa a Damasco nell’occasione dell’imminente sconfitta dell’ultimo importante fortilizio dei mercenari jihadisti, qui protetti dai turchi, è chiaramente finalizzata a giustificare, nel caso della provocazione effettuata, un intervento militare Usa, con tutte le conseguenze geopolitiche del caso. Dal momento che la Turchia di Erdogan, che già si è appropriata della regione siriana di confine di Afrin, ha l’interesse a mantenere il controllo anche su questa regione nell’immediata prossimità di Aleppo, c’è da ipotizzare un nuovo riallineamento delle alleanze.


In ogni caso è fondamentale che si attivi con il massimo della forza la controinformazione internazionale per sventare l’ennesimo complotto ai danni della Siria libera, laica, indipendente, unita e vittoriosa. Controinformazione che dovrebbe anche denunciare l’altra occupazione residua di territori siriani, nella straordinaria misura di oltre un terzo del paese, a opera di curdi sostenuti dagli Usa e dalle loro basi installate in tutta la zona detta Rojava. Al momento, le trattative tra Damasco e i curdi, di cui si vocifera in vista della reintegrazione del Rojava nel sovrano stato siriano, in forma di regione autonoma,  con parallelo ritiro delle truppe e basi Usa, non hanno portato ad alcun risultato.

Un’occupazione che si estende ben al di là dei territori originariamente a maggioranza curda e che viene imposta a forza di una pulizia etnica caratterizzata da espropri, espulsioni, violenze e atrocità contro la maggioranza araba.

2 commenti:

  1. A proposito di Ong che fanno politica ecco l'ennesimo articolo del "democratically correct" Stella sul Corriere della Sera che riporta l'articolo di "Report Sans Frontiers" (Ha per caso a che fare con MSF?) e la relativa classifica di "democraticità".
    https://www.corriere.it/politica/18_agosto_24/caso-diciotti-eritrei-fuga-tortura-ministro-aveva-promessoguanti-bianchi-profughi-332c619e-a719-11e8-9969-1b4199c31e82.shtml
    Per tale giornalista, se così si può chiamare, ogni eritreo emigrato è un profugo politico che fugge da torture e, come tale dovrebbe avere la precedenza sugli altri migranti ed accolto con tutti gli onori.

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  2. Altra perla di un "democratically correct" per definizione. Massimo Gramellini ha concluso il suo caffè con questa massima che pretende di definire le donne come "creature sempre potenziali vittime dei maschi" salvo,udite udite, la donne madri dei maschi che non sanno educare i loro figli (maschi, soltanto, perché le stesse madri evidentemente educano le femmine in maniera perfetta) ad accettare tutto quello che viene dalle donne senza pretese. Esaltando la madre che chiama i carabinieri per una lite che suo figlio stava iniziando con la fidanzata. A quando un premio alle madri che picchieranno con il mattarello o la scopa il loro figlio al primo accenno di discussione con la sua compagna?
    https://www.corriere.it/caffe-gramellini/18_agosto_23/madre-coraggio-e4a9383c-a711-11e8-9969-1b4199c31e82.shtml
    Queste sono le conclusioni dello scrittore:
    "Le madri dei maschi sono il modello femminile dei loro figli, ma non sempre sanno educarli a rispettare la libertà di scelta e a concepire l’amore come uno scambio invece che come una pretesa. Si dice spesso che c’è una donna in prima linea nel difendere le altre donne dalla violenza dei maschi. La novità è che stavolta quella donna era la madre del potenziale femminicida."
    Giudicate voi.

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