In calce alla mia
lettera a Monica Di Sisto, che qui pubblico, c’è una lettera al governo detta “dei
movimenti”. A guardar bene, più che di movimenti, di movimento al singolare si
tratta, per quanto con la firma autorevolissima di una grande combattente
contro le mostruosità del neoliberismo, specie in termini di accordi internazionali
come il CETA, o il TTIP (tornati di attualità), che configurano un pericoloso
sbilanciamento a favore degli Usa, delle multinazionali e della sovranità
popolare e nazionale, come qui e sul blog ho ripetutamente illustrato.
Tra le firme ci
sono, oltre a quelle di Fairwatch, protagonista della battaglia di Di Sisto,
presieduta da Alberto Zoratti, le firme di Enzo Di Salvatore, costituzionalista
di riferimento del movimento No Triv, di Enrico Gagliano, dirigente No Triv,
Francesco Masi, portavoce No Triv, più altri di cui si conosce la
frequentazione di Radio Radicale. C’è anche un rappresentante di PAP che non
sembra badare tanto alle compagnie. Lo stesso Gagliano è stato portatore, nelle
comunicazioni al movimento, di apprezzamenti
e suggestioni dei Radicali, cosa questa che ha provocato nette espressioni
di disaccordo.
Va dunque
sottolineato che, a prescindere dalla diffusione della “Lettera al governo del
non cambiamento” promossa da Monica Di Sisto, l’iniziativa sia da ricondursi al
solo movimento No Triv, i cui responsabili vantano una particolare vicinanza ai
Radicali, elemento sconcertante alla vista delle politiche di questa forza
politica a sfavore di tutto ciò che conviene alla protezione dell’ambiente, dei
diritti sociali e all’autodeterminazione dei popoli. I Radicali rivendicano un
ruolo determinante nella costruzione di questa Europa e nella sua difesa appassionata,
a dispetto di quanto questa costruzione
di burocrati e lobby economiche ha inflitto, in termini di disuguaglianze,
impoverimento e austerità, ai paesi dotati di minore potere contrattuale, a
partire dalla Grecia e a proseguire con l’Italia. I radicali, per bocca
autorevolissima di Emma Bonino, si vantano di essere finanziati dallo
speculatore e organizzatore di regime change, George Soros I Radicali sono
atlantisti entusiasti e dell’atlantismo colonialista e imperialista hanno
condiviso tutte le scelte, guerre ai “dittatori” e colpi di Stato per la “democrazia”
compresi. Con quanto ne deriva in termini di devastazione umana e ambientale. Da questo discende una
loro totale incompatibilità con quanto Monica Di Sisto afferma starle a cuore:
i diritti dell’ambiente e quelli sociali.
La mancanza di distinguo
nell’aggressivo e ingiurioso linguaggio della lettera, il sorvolare sulla fortissime
contraddizioni che si sono aperte tra le due componenti della maggioranza, il
mancato sostegno, che la buonafede imporrebbe, alle pure insufficienti misure
messe in atto, o programmate, dai Cinque Stelle, fanno pensare a una scelta
polemica che ha più il sapore del conflitto di potere che di istanze genuinamente politiche. Reca indubbiamente l’impronta
del Partito Radicale, una forza politica che sui temi di Monica Di Sisto e del
movimento No Triv, come degli altri, dai No Tav ai No Muos, non ha il minimo
merito, ma tutti i possibili demeriti. E questo, per un movimento come il No
Triv, per l’importanza cruciale che riveste la lotta contro gli idrocarburi, la
distruzione del territorio, della salute, dell’ambiente, del pianeta, è una
controindicazione deleteria, che né l’ambiente né gli attivisti del movimento
meritano.
Ho avuto l’opportunità
di intervistare Monica Di Sisto e Enzo Di Salvatore e di collaborare con
attivisti No Triv nell’ambito dei miei lavori sulla difesa dell’ambiente, del
territorio, delle comunità, che mi impegnano da decenni e di cui offro
testimonianza in articoli e libri, come nei documentari “L’Italia al tempo della peste”
e “O
la Troika o la vita”. Non credo che la mia risposta a Monica Di Sisto e
a quella in felicissima e impropria lettera possa essere letta se non nel segno
di questa mia attività e contro ogni strumentalizzazione di bassa lega.
(Le immagini sono tutte inserite da me)
Cara Monica,
sono da sempre tuo
estimatore e partecipo nei modi a me consentiti alle tue battaglie da anni. Non
condivido l’appello che hai firmato e che viene ora diffuso dai No Triv.
La politica mi ha
insegnato che il modo migliore è di non fare mai di tutta l’erba un fascio e,
anzi, di inserirsi nelle contraddizioni del fronte avverso per farle esplodere.
Mi sembra che siano gli unici spazi oggi disponibili e utilizzabili. Siamo
contro la corruzione? Sosteniamo le misure spazza corrotti dei 5 Stelle Siamo
contro le trivelle? Rafforziamo e
allarghiamo la moratoria delle concessioni dei 5 Stelle. Combattiamo le
disuguaglianze? Sosteniamo il Reddito di cittadinanza. Siamo contro la
precarietà? Potenziamo il Decreto Dignità. Il che non ci inibisce minimamente
dall’opporci a cedimenti o arretramenti, come sull’Ilva o sul Tap. Ma
distinguiamo tra chi ci prova e chi sta interamente dalla parte di cementificatori,
trivellatori, agroalimentari, banche e trafficoni.
La lettera,
inutilmente e impoliticamente ingiuriosa, parte da un movimento diretto da
persone che si sono dichiarate vicine e solidali con il partito Radicale e da
esso si sono anche fatti imporre l’agenda in alcune occasioni.. Segno di scarsa
coerenza e perspicacia, dato che i radicali con tutto (il peggio) hanno a che
fare, salvo che con la difesa dell’ambiente e dei diritti sociali. E già questo
inquina l’iniziativa.
Non mi pare molto
intelligente e proficuo antagonizzare in maniera talmente drastica e univoca
una base elettorale che il 4 marzo del 2017 ha mandato a casa quanti hanno
affossato la democrazia, i diritti, la salute, la scuola, l’ambiente, la pace. Assaltando
in termini così totalizzanti una coalizione di governo che è caratterizzata da
profonde differenze e acuti dissidi, non è il massimo della perspicacia e,
sotto sotto, ribadisce la frustrazione e il livore di presunte sinistre che si
sono viste sottrarre i temi e gli obiettivi che formalmente le caratterizzavano
e che da tempo hanno tradito.
Parlo del
Movimento5Stelle che, per quello che ha fatto, tentato, proposto, a dispetto
della reazionaria e malavitosa opposizione della Lega salviniana, pur tenendo
conto di cedimenti e carenze, non merita la mannaia che la lettera gli cala sul
collo.
I No Triv
“radicalizzati”, cioè con una gamba nel peggiore establishment, hanno per
nemico principale proprio questo movimento, mica Salvini e tanto meno i
politici responsabili delle condizioni in cui ci troviamo. Non è da questa
opposizione che si potranno cogliere frutti positivi.
Una politica
intelligente e la storia ci dovrebbero indurre a sostenere, per rafforzarle nel
confronto con la Lega, le pur buone posizioni di un M5S assediato da tutte le
forze nazionali e internazionali di un
establishment elitario che è quanto di più nefasto sia accaduto nei tempi che
stiamo vivendo. La sommarietà della condanna della lettera, la mancanza di
distinguo, l’inettitudine dialettica, la rozzezza del linguaggio, sono del
tutto controproducenti e segno, non nel tuo caso certamente, di miopia,
stoltezza e cattiva fede.
Nei miei lavori
giornalistici e video realizzati in giro per l’Italia ho sempre trovato al mio
fianco, e con assoluta integrità e generosa competenza, gli attivisti 5
Stelle. Senza di loro non si sarebbe arrivati al risultato esaltante, pur in
mancanza di quorum, del referendum sulle trivelle. So quanto anche loro
siano perplessi e critici nei confronti di una coalizione nella
quale il M5S deve comunque stare, se non vogliamo il ritorno dei necrofori
degli ultimi decenni, e quanto sono impegnati a premere sulla loro parte della
maggioranza perchè tenga duro quanto può. Sull’ambiente (Costa), sulla
corruzione (Bonafede), sulle Grandi Opere (Toninelli), sul lavoro (Di
Maio). Non credo che quella vostra lettera sia un contributo al loro
impegno e aiuti a rafforzare quanto di meglio comunque si è manifestato dal 4 marzo 2017 rispetto agli ultimi
trent’anni..
In amicizia e con stima,
Fulvio Grimaldi
Care/i Tutte/i.
La manifestazione del 23 marzo a Roma ha rappresentato
un importante punto di avanzamento nel percorso di incontro tra i movimenti
sociali del nostro Paese e di unificazione delle lotte per il cambiamento.
Alcuni tra noi che hanno vissuto ed interiorizzato
quell'esperienza hanno pensato di porre mano ad una proposta di “Lettera dei
Movimenti”, da divulgare negli ultimi giorni della campagna elettorale per il
rinnovo dei componenti del Parlamento Europeo, per -come è scritto nella
lettera- “ ... rinnovare la pressione su
questo Governo e nei confronti di un'Europa che è sempre meno interessata alla
democrazia, ai diritti dei cittadini e delle cittadine e al nostro futuro ” e per rimettere al
centro del dibattito politico -asfittico come non mai- le questioni ed i temi
che ci hanno portato nelle mille piazze del nostro Paese.
Vi invitiamo a leggerne il testo, ad emendarlo -se lo
riterrete opportuno- e a sottosciverlo in segno di condivisione di una visione
e di una battaglia che ci vede uniti, con preghiera di inviare il tutto, ENTRO
MARTEDI' 21 MAGGIO, al seguente indirizzo:
Grazie!
LETTERA
DEI MOVIMENTI AL GOVERNO DEL NON CAMBIAMENTO
Onorevole Presidente
e Vice presidenti,
Siamo alcuni
movimenti sociali che hanno percorso le strade di Roma il 23 marzo, portando
ancora una volta in piazza proposte urgenti di cambiamento radicale per un
Paese troppo lontano da obiettivi climatici e sociali anche solo accettabili.
Abbiamo sotto gli
occhi il costante degrado umano e politico della classe dirigente passata e
presente, e da voi oggi rappresentata ai massimi livelli, che si riflette sulla
drammatica incapacità di progettare il futuro dell'Italia in un momento chiave
del nostro vivere comune.
Mentre le emissioni
globali continuano ad aumentare e poterle contenere senza cambiare i modelli
attuali di produzione e consumo si rivela sempre più un'utopia, i leader
mondiali non riescono ad accordarsi su regole comuni per invertire la
traiettoria di uno sviluppo insostenibile.
La predazione delle
risorse naturali, l'attacco alle comunità locali e ai diritti delle persone,
sono caratteristici di un sistema globalizzato in cui le grandi imprese
scorrazzano con il beneplacito degli Stati, tanto solleciti nello stringere
accordi di liberalizzazione commerciale quanto inadempienti negli impegni sul
clima.
All'enfasi quasi
religiosa con cui viene lodata e perseguita la crescita senza freni, fa da
contraltare il costante impoverimento morale ed economico delle persone, spinte
verso l'individualismo, la precarietà, la paura e l'indifferenza.
Con la spinta alle
privatizzazioni, all'estrattivismo e alle grandi opere dannose e imposte, la
guerra ai poveri e ai migranti, il vostro malgoverno sta peggiorando la nostra
qualità della vita e del dibattito pubblico.
L'Italia è uno dei
Paesi in cui questa deriva è più evidente, dopo decenni in cui governi di ogni
colore hanno sostenuto la stessa agenda neoliberista, antidemocratica e
antipopolare.
Il vostro esecutivo
non fa alcuna eccezione, se non per il fatto di essersi contraddistinto per una
incoerenza ancora maggiore.
Le vostre promesse
elettorali, molto più radicali di quelle finora ascoltate da partiti con
ambizioni di governo, sono state completamente disattese. No Tap, No Tav, No
Triv, Stop Ttip, No Muos, No grandi navi, Acqua bene comune, Stop pesticidi
sono solo alcune delle parole d'ordine portate avanti da tanti movimenti
sociali e ambientalisti che il governo - e in particolare il Movimento 5 Stelle
- ha fatto proprie con impegni pubblici, salvo poi varare misure di segno
totalmente opposto.
Oggi, alla vigilia di
nuove elezioni, la classe politica da voi selezionata e rappresentata, non
immune da fenomeni corruttivi, appare palesemente inadeguata a gestire le
derive di un'Unione europea dalla forte impronta neoliberista, securitaria e
inchiodata all’austerity.
Occorrerebbe
fronteggiare questi impulsi con la ferma volontà di impostare una radicale
inversione di tendenza nelle politiche economiche e sociali a livello
nazionale, per renderle compatibili con la transizione ecologica e con la
giustizia sociale e intergenerazionale. Costi quel che costi.
Purtroppo in questo
Governo - come in quelli precedenti - mancano competenza e visione per aiutare
il Paese ad attraversare il guado. Come dimostrano le manifestazioni nelle
nostre città e balconi, i movimenti sociali delle persone comuni, ancora una
volta, si stanno assumendo la responsabilità di contestare e contrastare
l'inettitudine e l'immobilismo della vostra politica sui temi di maggiore
importanza per la vita di tutti.
Le centinaia di
migliaia di persone che nel corso dell'ultimo anno hanno manifestato da Venaus
fino in Sicilia, passando per Taranto, il Salento del Tap e la Basilicata di
Tempa Rossa e Viggiano, che hanno marciato per il clima e contro un sistema
disumano e violento, rinnovano la pressione su questo governo e nei confronti
di un'Europa che è sempre meno interessata alla democrazia, ai diritti dei
cittadini e delle cittadine e al nostro futuro.
Siamo sempre in quei
luoghi dove le contraddizioni sono più evidenti e tragiche, e continueremo a
coltivare una visione globale della solidarietà, sostenendo ovunque coloro che
- come noi - tentano di salvare il proprio futuro dalla vostra irresponsabilità.
Questo non è un
appello, è una pubblica affermazione della nostra consapevolezza, una profonda
consapevolezza collettiva, che il governo italiano, sulla scia dei precedenti,
non è certamente un governo del Cambiamento, ma un governo al servizio di
interessi che nulla hanno a che fare con gli interessi dei cittadini italiani e
con i diritti sanciti dalla nostra Costituzione.
Continuiamo e
continueremo a lottare e costruire il vero Cambiamento, per il Bene Comune di
questo Paese e del Pianeta.
Firme:
Monica Di Sisto
Francesco Paniè
Alberto Zoratti
Enrico Gagliano
Roberta Radich
Enzo di Salvatore
Tiziano Cardosi
Cosimo Quaranta
Francesco Masi
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