Sembrerebbe che i due argomenti che ho affastellato qui c’entrino tra loro come
i cavoli a merenda. E così è. Ma, se guardiamo al contesto, sono entrambi pioli
di una scala che continuiamo a scendere.
Con Mario Monforte, della rivista "Il Ponte" fondata da Piero Calamandrei e una delle poche pubblicazioni rimaste a opporsi con intelligenza critica e propositiva, sono da tempo in proficua e istruttiva corrispondenza, in particolare sulla vicenda, oramai parabolica, del Movimento 5 Stelle, forza sociale e politica che entrambi abbiamo sostenuto. Oggi mi ha inoltrato un breve intervento in vista di una delle assemblee che i 5 Stelle e i cittadini dell'ex-Repubblica Fiorentina organizzano per confrontarsi con gli eventi e, magari, reagirvi. Lo pubblico in calce e rimando a data successiva una mia seconda puntata su quanto sta determinando la sostituzione della lotta contro il Tav con una puramente strumentale e demagogica campagna verbale NoTav in un parlamento quasi tutto TAV e, dunque, dall'esito scontato. Una sciarada. Esito assolutamente per niente scontato, prima dell'ennesima fuga all'indietro del premier Conte e del patetico traccheggiare per mesi dei vari ministri 5 Stelle.
Il pasticiaccio brutto di Piazza Gioachino Belli
Ma lasciatemi dire un paio di parole sul fattaccio-fattone del giorno: l'uccisione di un carabiniere da parte di due future promesse dei Marines, passate prima per maghrebine, poi per africane e, solo alla resa dei conti con Salvini e i salviniani, per cittadini statunitensi. Lascio ad altri investigatori non condizionati, nè Nato-guidati, la disanima di un'inchiesta che più pasticciona, contradditoria, piena di buchi e ombre vastissime, è difficile confezionarla, pure in un paese di pasticci, misteri e intrighi esperto per antichissima pratica dei suoi potenti. Mettete insieme uno spacciatore evaporato, un mediatore che chiama i carabinieri a dispetto della sua identità di correo e che qualcuno qualifica di informatore, i carabinieri che spediscono una pattuglia mobile in divisa e armata che, però, poi svanisce e, successivamente due carabinieri in borghese, disarmati, che i due tossici Usa prendono per chissà chi e, in evidente dubbio sulle loro intenzioni, ne accoltellano uno a morte. Dell'altro carabiniere non s'è mai capito bene cosa avesse finito col fare. Pare che si stesse accapigliando con il secondo ragazzotto.
Trastevere e che ne hanno fatto
Tutto questo è successo a Trastevere, quartiere nel quale ho abitato una prima volta a cavallo dei '50-'60 del secolo scorso. Artigiani, artisti, trattorie casarecce, scuderie delle botticelle, bimbetti a giocare a Campana, bar degli amici col bianchino e col chinotto, centro sociale e culturale comunitario la scuola pubblica Giulio Romano. Una comunità affratellata da due millenni di storia, solidale, piccola malavita tra amore e coltello, i fiumaroli, le canzoni, le cene di rione in strada, lo splendore del Cinque e Seicento tutt'intorno. Gran padrona degli stabili in primis la Chiesa e quando nei '70 iniziarono ad annusare l'incanto genuino del borgo i de-genuinizzati di Hollywood in trasferta a Cinecittà, certi papaveroni della créme letteraria e giornalistica cosmopolita che amavano proletarizzarsi tra il bollito e il Velletri di Augustarello, arrivò anche qualche primo ratto speculatore. Il Vaticano come sempre capì l'antifona e corse coi tempi a far correre gli affitti. Inizio dello spopolamento, prima verso Marconi, poi la Magliana, poi Torre Maura, Tor Sapienza, Tor, Tor... Dopo una breve gentrificazione, la massiccia mafizzazione dei '90 e oltre.Ogni portone barocco un locale, localino, localaccio. Puzza di impunità mafiosa da ogni vicolo. E dunque spaccio. E, dunque, la movida, tra turisti che s'illudono di stare a Trastevere e truzzi e tamarri e coatti che fanno del cimitero di una cultura millennaria territorio di scorribande tipo i due statunitensi. Trilussa piange lacrime di marmo da dietro gli sterpi che ne avvolgono la statua.
Tutto questo è successo a Trastevere, quartiere nel quale ho abitato una prima volta a cavallo dei '50-'60 del secolo scorso. Artigiani, artisti, trattorie casarecce, scuderie delle botticelle, bimbetti a giocare a Campana, bar degli amici col bianchino e col chinotto, centro sociale e culturale comunitario la scuola pubblica Giulio Romano. Una comunità affratellata da due millenni di storia, solidale, piccola malavita tra amore e coltello, i fiumaroli, le canzoni, le cene di rione in strada, lo splendore del Cinque e Seicento tutt'intorno. Gran padrona degli stabili in primis la Chiesa e quando nei '70 iniziarono ad annusare l'incanto genuino del borgo i de-genuinizzati di Hollywood in trasferta a Cinecittà, certi papaveroni della créme letteraria e giornalistica cosmopolita che amavano proletarizzarsi tra il bollito e il Velletri di Augustarello, arrivò anche qualche primo ratto speculatore. Il Vaticano come sempre capì l'antifona e corse coi tempi a far correre gli affitti. Inizio dello spopolamento, prima verso Marconi, poi la Magliana, poi Torre Maura, Tor Sapienza, Tor, Tor... Dopo una breve gentrificazione, la massiccia mafizzazione dei '90 e oltre.Ogni portone barocco un locale, localino, localaccio. Puzza di impunità mafiosa da ogni vicolo. E dunque spaccio. E, dunque, la movida, tra turisti che s'illudono di stare a Trastevere e truzzi e tamarri e coatti che fanno del cimitero di una cultura millennaria territorio di scorribande tipo i due statunitensi. Trilussa piange lacrime di marmo da dietro gli sterpi che ne avvolgono la statua.
Abu Ghraib alla matriciana
Torniamo al delitto. Mi rendo conto che, non protetto dalla qualifica di cronista giudiziario, mi si possa far passare per complottista che vaneggia a fianco di terrapiattisti e negatori di verità certificate e che non devono neanche più essere sottoposte a rivisitazioni storiografica, se non al costo di putiferi, esorcismi, esclusione dalla comunità umana. Per non correre questo rischio, oltre a esporre i fatti come riportati dai giornaloni, non esprimo valutazioni. Ma una valutazione mi sia consentita, anche se ridotta a pigolìo nel rimbombante e rintronante peana per un giovane milite dell'Arma divenuto eroe nazionale e transnazionale per aver avuto la sventura di essere baionettato da uno stronzo americano. Per quel carabiniere dispiace assai a me come a tutti, ma mi chiedo se una simile apoteosi sarebbe spettata anche a un civile benemerito per militanza ecologica, trafitto da un qualche ragazzo tirato su a cocaina, guerre per la democrazia e videogiochi a eliminazione di tutti, tipo Fortnite. Chissà. Intanto Pietro Micca si torce d'invidia.
Ma il punto più significativo di tutto questo, significativo per i tempi che corrono, è che i carabinieri, catturato e reso inoffensivo il reo nelle loro segrete stanze, violando la Costituzione, i regolamenti delle Forze dell'Ordine, gli standard di comportamento di chiunque abbia per le mani un essere vivente inerme, lo riducono a icona salviniana delle pratiche Usa tipo Guantanamo o Abu Ghraib, bendato, ammanettato, piegato in due. Cosa avrebbero voluto fargli dire? Intanto sappiamo cosa ha esternato il capo delle Forze dell'Ordine alla vista dell'abughraibino stavolta non iracheno: "Di vittime ce n'è una sola".
Con che faccia...
Ma il punto più significativo di tutto questo, significativo per i tempi che corrono, è che i carabinieri, catturato e reso inoffensivo il reo nelle loro segrete stanze, violando la Costituzione, i regolamenti delle Forze dell'Ordine, gli standard di comportamento di chiunque abbia per le mani un essere vivente inerme, lo riducono a icona salviniana delle pratiche Usa tipo Guantanamo o Abu Ghraib, bendato, ammanettato, piegato in due. Cosa avrebbero voluto fargli dire? Intanto sappiamo cosa ha esternato il capo delle Forze dell'Ordine alla vista dell'abughraibino stavolta non iracheno: "Di vittime ce n'è una sola".
Con che faccia...
Intanto qualcosa, il costrittore e il fotografo dei CC, sono riusciti a mettere in bocche della verità come il Washington Post o il New York Times: una virulenta indignazione su come, in Italia, si violentino i diritti umani e se ne ricavi modello delle istituzioni pari a quella con cui i Borgia hanno reso questo paese agli anglosassoni degno di imitazione. I due giornali, in virtù delle nostre obnubilazioni e del copia e incolla che ne fanno tutti gli altri, sono considerati gli standard aurei del giornalismo mondiale. Infatti sono quelli del Russiagate finito in coriandoli; quelli che basta che si affaccino dai loro loft per NON vedere poliziotti e sceriffi sfondare porte di case perlopiù di neri, perlopiù di poveri, abbattere cani ringhianti, fucilare sul posto un minorenne, sempre nero perchè, schiacciato sul cofano, ha mosso un piede (si chiamano operazioni SWAT e Obama ne ha fatto la guerra agli irregolari e importuni interni). Sono quelli, che con la vista allungata dei loro inviati negli hotel a 5 stelle, ci istruiscono su come Gheddafi, Assad, Saddam. Maduro, Ortega Putin, Xi Jinping, perfino la vecchia fiduciaria Aung San Suu Kyi, sterminino inermi patrioti e democratici e come l'unica speranza nell'est del mondo sia rappresentata dal nazi-battaglione Azov all'attacco dei filorussi del Donbass.
Ho una “sensazione” non positiva della “cosa” che andiamo a vedere
di condurre nella maniera migliore che ci riesca. Perché? Non perché “le cose”
non siano chiare, anzi evidenti. Il M5S con questo governo è arrivato al punto
di approdo. Infatti, una “caduta” può capitare, è un caso andato storto; due
“cadute” pongono la domanda se sia un caso o no; tre “cadute” non sono casi, ma
segnano direzione e modo d’essere. Si deve fare l’elenco? Reddito e pensione di
cittadinanza (fonti di ampi consensi al M5S) condotti in modo del tutto
striminzito, escludente e sottoposto a vincoli stringenti (di efficacia molto
limitata); pensioni malamente affrontate (la quota 41 non muta granché la L.
Fornero); investimenti ridotti al minimo (dall’ampio piano che avrebbero dovuto
avere); questione Ilva “risolta” … a quella maniera; sí ai vaccini obbligatori;
sí al Tap; sí al Muos; sí alle trivelle; sí infine al Tav (non solo TO-Lione,
ma anche a tunnel-Foster a Firenze, per non dire del sí all’insensato
aeroporto); Di Maio che dice di farsi tatuare in fronte il sí all’euro, quindi
all’Ue, e – ciliegina (anzi, ciliegiona) sulla torta, il sí (decisivo) alla Von
der Leyen (che accoppiata con la Lagarde alla Bce!). C’è qualcosa da
commentare?
E non basta: la pantomima del “noi 5S siamo per il no Tav, si fa la mozione …” - è inutile dire che sarà ovviamente battuta, ma questi stessi 5S non sono i “soci di maggioranza” del governo? – e la “riorganizzazione” del movimento indicata da Di Maio (qualcuno pensava che il voto on line l’avrebbe bocciata?), che, a parte l’indizione dei “facilitatori” (termine già insensato, ripreso dalle [pseudo-]scienze della [de-]formazione), è di un vuoto totale (si “riorganizza” su che, a che, perché, per fare che?), e mostra solo l’intenzione di avere un po’ di apparato di sostegno (a eletti e governanti, ma a che fine? Per quello che stanno facendo?), a mo’ di para-partiticchio. È del tutto evidente - o almeno lo dovrebbe essere - che solo andando oltre il presente punto d’approdo del M5S si può mantenere e rilanciare non il movimento cosí com’è, ma mantenere e salvaguardare il fermento di reattività e di istanze e di cambiamento che il movimento ha suscitato e intercettato (e presto poi perso e il piano è inclinato verso il basso), e rilanciare il movimento come (quello che per ora chiamo) movimento democratico popolare (che è un prosequio ma anche un oltrepassamento, che richiede di sprofondare una serie di “costrutti” del tutto inadeguati e frenanti). Questo è (o dovrebbe essere), appunto, evidente.
E non basta: la pantomima del “noi 5S siamo per il no Tav, si fa la mozione …” - è inutile dire che sarà ovviamente battuta, ma questi stessi 5S non sono i “soci di maggioranza” del governo? – e la “riorganizzazione” del movimento indicata da Di Maio (qualcuno pensava che il voto on line l’avrebbe bocciata?), che, a parte l’indizione dei “facilitatori” (termine già insensato, ripreso dalle [pseudo-]scienze della [de-]formazione), è di un vuoto totale (si “riorganizza” su che, a che, perché, per fare che?), e mostra solo l’intenzione di avere un po’ di apparato di sostegno (a eletti e governanti, ma a che fine? Per quello che stanno facendo?), a mo’ di para-partiticchio. È del tutto evidente - o almeno lo dovrebbe essere - che solo andando oltre il presente punto d’approdo del M5S si può mantenere e rilanciare non il movimento cosí com’è, ma mantenere e salvaguardare il fermento di reattività e di istanze e di cambiamento che il movimento ha suscitato e intercettato (e presto poi perso e il piano è inclinato verso il basso), e rilanciare il movimento come (quello che per ora chiamo) movimento democratico popolare (che è un prosequio ma anche un oltrepassamento, che richiede di sprofondare una serie di “costrutti” del tutto inadeguati e frenanti). Questo è (o dovrebbe essere), appunto, evidente.
Ma c’è una serie di ostacoli e impedimenti: l’attitudine a
proseguire cosí come si è fatto e si sta facendo; le critiche a questioni e
atteggiamenti specifici, ma non al complesso; la delusione e lo sconforto di
tanti, che portano a distaccarsi, o comunque a ritenere che l’impegno non abbia
grandi esiti (per cui lo si fa, sí, ma …); l’idea che non si possa e non si
debba uscire con forza dirompente dalle secche (e dal dirigismo) in cui si è
arenato il movimento; la mancanza di adeguata e approfondita comprensione della
realtà (il capitalismo come modo di produzione e il capitalismo della fase
presente, i suoi organi funzionali, come l’Ue, e l’adattamento dello Stato a
tale funzione, la sua tecnologia, invece assunta ed esaltata in sé e per sé, la
sua ideologia operativa ossia il liberalismo); il rinvio costante a “la pratica
val piú della grammatica” (ma la pratica cieca è funzionale ad altro o non
serve a niente). È vero che la situazione generale, culturale, mentale,
comportamentale, in Italia (e non solo, ma siamo in Italia) è molto
deteriorata; però cosí ci stiamo dentro e non ci se ne tira fuori. Donde la mia
sensazione non positiva - ben motivata.
Mi chiedo se almeno coloro che puntano (o punterebbero) a una
gestione fattiva dell’assemblea del 4 ag. riescono a superare tali ostacoli e
impedimenti, o vi soggiacciono. L’incontro di domani sera servirà a “fare il
punto”. In un senso o nell’altro.
Mario Monforte
Ciao Fulvio .
RispondiEliminaSu Trastevere sottoscrivo ogni singola parola .La benda non la dovevano mettere , va sottolineato pero’ che nessuno gli ha torto un capello , e se ci mettessimo nei panni di chi ha visto un collega ucciso da undici coltellate da uno stronzo di turista , che non ha neanche l’albi della disperazione e del bisogno ,credo che la voglia ( sbagliata ) di tirargli uno schiaffo o una pedata nel culo ( ripeto ,sbagliando)sarebbe stata tanta e umanamente , non professionalmente e legalmente , comprensibile .
I pennivendoli amerikani , sordi e ciechi ai crimini efferati che il loro stato canaglia compie ininterrottamente da ben 200 maledetti anni di morte ,evidentemente non hanno il minimo senso del pudore e del ridicolo , guardando la pagliuzza .Anzi , sono stato troppo educato .Queste puttane dell’informazione ( mi scuso con le signore per il paragone ingeneroso ) hanno proprio la faccia come il culo , altro che pagliuzze e senso del pudore !
Dimostrando per l’ennesima volta di considerarsi gli unici , oltre gli israeliani , ad avere ogni diritto sull’intero pianeta .A casa loro quei due assassini viziati li avrebbero ,ammesso ( difficile) che avessero avuto il tempo di tirare fuori la baionetta prima di essere crivellati , condannati a morte senza tanti complimenti .
L’ ECCEZIONALISMO amerikano del resto che cos’e’ , se non una riedizione dell’ubermensch nazista ?Eppure dell’aberrante ECCEZIONALISMO amerikano , rivendicato con orgoglio bipartisan dai rappresentanti del Congresso ,, non se ne Sente mai parlare .Il Cermis , la pratica della TORTURA rivendicata con orgoglio ( e qui Cesare Beccaria si esibisce insieme a Pietro Micca nelle piroette sotterranee),Guantanamo,le stragi impunite dei loro squadroni della morte in divisa blu .Tutto nel calderone della” piu’ grande democrazia del mondo “ In realta’ l’ Impero , cui ogni aspirante al potere negli stati vassalli deve prestare atto di sottomissione , con il pellegrinaggio a Washington per rendere omaggio a Cesare ,prima di compiere il secondo passo con la vista a Gerusalemme papalina all inclusive .A proposito di vassallaggio e di faccia come il culo , oggi si sono levate le proteste della piu ’ grande e dell ‘ altro osceno simulacro di democrazia soprannominato UE per la ( molto blanda ) repressione di proteste violente in Russia .Probabilmente i prodi legislatori di Washington e Bruxelles erano distratti da nobili pratiche , quali pompini da parte di minorenni fuorviate o ripetuti assaggi di ripetute bottiglie di cognac , nelle settimane e nei mesi in cui gli sgherri di Macron uccidevano , mutilavano , gasavano e massacravano migliaia di manifestanti .
Luca .
Luca@
RispondiEliminaCaro Luca noln condivido una parola della tue prime cinque righe. Tu non sai che cosa gli possono aver fatto per fargli corroborare la versione fasulla del pasticciaccio e del ruolo del vicebrigadiere. Nun se fa, in nessun caso. Sono sempre quelli di Cucchi, Aldovrandi, Giuliani...
Condivido ogni parola di tutto ciò che segue, precisando che Salvini, furbo, s'è recato prima a sbavare in israele e, solo dopo, a Washington, a rivelare l'ordine delle priorità. Il globalismo millenarista è ebraico, gli Usa sono lo strumento.
In questa immagine, sono ripresi da una telecamera (nascosta nel hotel dove alloggiavano?) sono seduti su un letto matrimoniale dandosi le spalle, quindi sono gay?
RispondiEliminaSoldati? E poi c'è da chiedersi: c'entrano? del tutto? Solo in parte? O per niente...
Il carabiniere era disarmato
aveva dimenticato la pistola... O qualcuno gli ha ordinato di non portarla, oppure gli è stata sottratta?
https://roma.corriere.it/notizie/cronaca/19_luglio_27/carabiniere-ucciso-coltello-nascosto-soffitto-dell-hotel-americani-9094696a-b03e-11e9-b0bb-9549c3899e5c.shtml?refresh_ce
https://www.google.com/amp/s/www.avvenire.it/amp/attualita/pagine/carabiniere-ucciso-dimenticato-arma
Laura
Laura@
RispondiEliminaConcordo. E l'altro carabiniere in borghese(?), Varriale, è però armato, ma non usa l'arma neanche quando vede il collega massacrato con 11 coltellate. Dice il colonello: rischiava di essere inquisito.... Non ci si crede.
Tutta la storia puzza di enorme occultamento.
La storia degli ultimi 80 anni insegna che il sionismo è strumento dell'imperialismo occidentale,non viceversa. Parlo di sionismo,il globalismo millenarista ebraico lasciamolo a Goebbels.
RispondiEliminaPaolo P.
PaoloP@
RispondiEliminaA chi vuole rovinare, Giove prima toglie la ragione.
Infatti, Bilderberg, finanza e media, Soros, non vogliono altro che rafforzare l'autodeterminazione e l'indipendenza sovrana delle nazioni. E l'internazionale ebraica se l'è inventata Goebbels (che manco c'era arrivato, Celine sì) Ma non c' modo migliore per salvaguardare il mondialismo ebraico-sionista (nemico del nazionalismo territoriale ebraico del Grande Israele) che accusare coloro che non hanno prosciutto sugli occhi di nazismo.
Gentile Grimaldi,io non la accuso di nulla,le faccio solo notare che le sue posizioni antiebraiche più ancora che antisioniste (e me lo conferma nella sua risposta contrapponendo due sionismi,a meno che per lei la Grande israele non abbia a che fare col sionismo) richiamano quelle nazionalsocialiste,e mi perdoni se attribuisco certe "elaborazioni teoriche" ad un criminale piuttosto che ad un altro. L'imperialismo occidentale se ne fotte se sei ebreo,nero,gay o qualsiasi altra cosa,possono servirsi,e si servono,indifferentemente del sionismo come del wahabismo. Le menate sulla religione sono fumo negli occhi.
RispondiEliminaRingraziandola per avermi dato del demente la saluto cordialmente.
Paolo P.
Paolo P@
RispondiEliminaPer carità, era solo un avvertimento di stare attento a Giove, padre degli dei e giudice saggio di noi umani.
Solo che non casco nella trappola dei sionisti che attribuiscono l'identità di nazista a chiunque rilevi quanto di abietto molti ebrei fanno in Palestina, in tutto il Medioriente e nel mondo, alla manifesta ricerca di egemonizzare il tutto. Tanto sarei antiebraico da trovarmi nella stessa nobile schiera dei Finkelstein (L'Industria dell'Olocausto), Pappè (la pulizia etnica in Palestina), di Sands (le origini del popolo ebraico) e mille e mille onesti ebrei che rischiano grosso per dire le cose che lei attribuisce a Goebbels.
Lei non è demente,è molto scaltro. Ma noi siamo vaccinati.