venerdì 28 febbraio 2020

Chi controlla la narrazione, controlla il mondo ----- SIRIA, UNA LIBERAZIONE MANIPOLATA IN CATASTROFE UMANITARIA ----- Bergoglio, Di Maio, Amnesty, Nato: vai con Al Qaida



I meglio fichi del bigoncio in soccorso al carnefice
   
Quaquaraquà e uomini

https://twitter.com/i/status/1230448143973732352   Colonna prima di russi e di turchi pattuglia il confine turco-siriano. Notare la differenza tra come la popolazione accoglie i russi e poi i turchi

Una novena per Al Qaida
Che il papa argentino (che in Argentina non mette piede), connivente dei generali dei Desaparecidos e il suo Segretario di Stato Parolin, motore della Chiesa antichavista venezuelana e ospite di Bilderberg, si inserissero, anzi, prendessero la guida morale della campagna contro la Siria e in difesa del terrorismo erdoganian-jihadista, non stupisce. Bergoglio si era già qualificato con i suoi “appelli”, ispirati all’inversione zanotelliana della verità, a denunciare le “violenze”, non del carnefice invasore e terrorista, ma del difensore della pace, della civiltà, del diritto, Bashar el Assad. Niente di sorprendente neanche qui, se si guarda al ruolo di protagonista assoluto che la Chiesa globalizzante di quest’uomo assume nel promuovere lo sradicamento dei popoli dal Sud del mondo, per fornire a lui pecorelle tramite tanto Caritas quanto Ong e, ai suoi affini laici, materiale schiavistico per incrementare gli utili.

Sapendo abbastanza della Chiesa Cattolica, cristiana tutta, e dei suoi 2000 anni di collusione con i più brutali, sanguinari e manipolatori sistemi di dominio sugli umani normali, non è tanto questo allineamento con gli odiatori ontologici di vittime potenziali e effettive che sconvolge. E’quell’omino incolto, disconoscente, di un’ambizione e una pretenziosità pari solo all’incontrollato opportunismo, della cui continua esistenza politica e del cui continuo, disastroso ruolo nel Movimento Cinque Stelle, mi scandalizzo. Avete presente un guscio d’uovo vuoto, su cui qualcuno ha dipinto una faccia? Ecco Di Maio.
Tra Di Maio e Di Battista….
Metto al confronto, che è di una abbagliante evidenza, con la recente vergognosa uscita dell’omino Di Maio, i reportage che Alessandro Di Battista ci ha fatto dall’America Latina, prima e, ora, dall’Iran. Dimostrano studio, osservazione diretta, sensibilità umana, consapevolezza storica, conoscenza dei termini del particolare e del generale, enorme rispetto per i giusti e deboli e capacità di valutare chi è vittima e chi è aggressore, a dispetto delle deformazioni di un sistema politico-mediatico odiosamente prostituito ai distruttori di nazioni e popoli. E questo al netto della sua azione politica a casa che, segnano la maturità politica del popolo 5Stelle, gli ha meritato, a grande maggioranza, il primo posto nei favori del movimento.

Gli sguatteri dei padroni e i pifferai della menzogna si sono precipitati ai ripari di quella che prometteva di essere la liberazione di uno degli ultimi pezzi di terra strappato alla Siria dalla cospirazione militare e terroristica Usa-Nato-Turchia-Golfo, la vera Coalizione del Male che imperversa oggi sul Globo. Spicca tra i meglio fichi sopra nominati questo geopolitico, perfettamente consapevole di chi è oppresso e chi sfruttato, cui una congiunzione astrale nella galassia del Muselide, di quelle che capitano ogni par di milioni d’anni, ha concesso la nomina di ministro degli esteri, non del Lichtenstein, del paese crocevia nel Mediterraneo tra Nord e Sud, Est e Ovest.  ll diversamente anglofono che per virus dice "vairus".

Un appello per Erdogan e Al Qaida

L’appello della vergogna (ingrandire), da assolutamente leggere e provando a non rimettere

Luigi Di Maio, di cui nessuno metterebbe in discussione la potenzialità di ottimo sindaco di Pomigliano, brilluccica addirittura primo nella lista dei 14 ministri degli esteri europei che hanno firmato un appello degno delle loro divinità #MeToo agli Esteri, come Madeleine Albright (“500mila bambini da noi uccisi in Iraq valgono la candela”), o Hillary Clinton (“Gheddafi linciato, Libia massacrata, che ridere!”). L’ominicchio anticasta e antisistema capeggia una fila di maitre del banchetto imperiale che vanno a stracciarsi le vesti di sicari, insanguinate dalle vittime siriane, perché a Idlib ci sarebbero stragi di civili, scuole, ospedali, donne, bambini (ricordate Aleppo alla vigilia della liberazione?), addirittura le ampiamente smentite armi chimiche, tutte ovviamente di Assad. Per cui, spapagallando Pompeo, ci vorranno altre sanzioni a Damasco, se non la smette e si ritira. E ha ragione Erdogan, quando rivendica il suo diritto di capo-tagliagole, a impazzare con soldati e bruti mercenari in casa altrui e far fuori chi gli dice di togliersi dai maroni. Un tempo il M5S chiedeva la fine delle sanzioni e condannava la guerra alla Siria.

L’inversione della colpa
Sull’attacco degli Alleati in Europa, carnefici di guerra vincenti contro carnefici di guerra vinti, ma detto della “liberazione”, chi oserebbe condannare i “liberatori” per le vittime che lo scontro ha comportato? E, anche dopo, in Algeria, Vietnam, Cuba, Cina, si sono addossate ai liberatori dai predatori colonialisti i caduti, i profughi, le distruzioni? Avevamo ancora una minima capacità di individuare colpe e chi ne era colpito. Delle apparenti 500mila vittime del crimine antisiriano, di tutte indistintamente le distruzioni, di ogni atrocità commessa da chiunque, tutta la responsabilità risiede esclusivamente su chi ha aggredito. E’ scientifico.
 
Al Qaida al lavoro su prigionieri siriani


Un grottesco concentrato d’odio per la Siria, in procinto di ricuperare, a costo di oceani di sangue versato dai suoi eroici figli e dalle sue figlie in armi, o sotto le bombe, una parte della sua terra amputata dalle più orrende orde di subumani che impero abbia mai saputo mettere in campo. Quelli che i mandanti e loro presstitute, e anche qualche testa di minchia “democratica” che si ritiene pacifista, chiamano, strizzando l’occhio, “ribelli”, o (“il manifesto”), “opposizione islamista”. Per Di Maio, che forse, spostando Pinochet dal Cile al Venezuela, non sa di cosa parla, ci sarebbe da ridere. Solo che quella voglia si disintegra a vedere attraverso la lettera, in trasparenza, le centinaia di siriani morti e il grande paese fatto a pezzi. Non gliela perdono, a Giggino.

Due M5S
A parte tutto il resto, come anche i punti di programma ultimamente indicati da Alessandro Di Battista, basterebbe la voragine tra questo Di Maio delle sanzioni a chi difende patria, diritto, civiltà, vita, l’umanità intera, dalla cospirazione USA-NATO, e il Di Battista della penna puntata sui misfatti di questa coppia di moloch, per rendere chiara l’esistenza, ormai, di due movimenti 5Stelle. Quello della resa e dell’inserimento nel sistema e quello della terza via, fuori dall’establishment, dai suoi somari di razza e dalle sue turpitudini. A me paiono inconciliabili e che una scelta si imponga a tutti, pena la fine. Oblio al primo, affogato nelle polverose poltrone, lunga vita al secondo, nelle strade, piazze e case d’Italia. Purchè ci si muova! Si fallirà, si verrà fatti secchi. Ma  si andrà contenti di averci provato. E’ il messaggio che si lascia, che conta.


Libertà come “disastro umanitario”
Da un paio di mesi, l’Esercito Arabo Siriano è alla riconquista e liberazione della provincia di Idlib, a nordovest. Con il nord-est petrolifero occupato dagli americani e dai loro ascari curdi, la zona di Afrin al centronord, invasa dai turchi e una base americana nel Sud, ad al-Tanf, sono gli ultimi territori della Siria che le forze armate del popolo, assistite da russi, Hezbollah e iraniani, dopo vent’anni di guerra d’aggressione da parte di mezzo mondo, con il corredo delle atrocità più terrificanti prodotte dalla manipolazione degli esseri umani, non hanno ancora ricuperate.

 
Aleppo ora in corso di ricostruzione dopo le devastazioni turco-jihadiste


Come al tempo della liberazione di Aleppo, la legittima, sacrosanta, operazione che uno Stato conduce per ricuperare integrità e sovranità e restituire al proprio popolo una società in pace, un cammino di civiltà da riprendere, una ricostruzione da mettere in campo e una vita giusta, libera e serena, dovrebbe suscitare approvazione, gioia, concorso. In Occidente suscita collera e invocazioni a supporto dei carnefici. Sono politici della stazza di Di Maio, guardioni di palazzo come tutti i nostri governanti, o informatori venduti che si abbeverano alle fonti tossiche manovrate dagli aguzzini, i famigerati “Elmetti Bianchi” creati e pagati dai servizi britannici, o tale “Osservatorio dei Diritti Umani” installato dagli stessi servizi e gestito da una spia siriana a Coventry sulla base di telefonate e dispacci di amici.

Indecente, la vittima predestinata resiste


L’allarme è scattato quando l’esercito siriano e le forze aeree russe si sono permesse di reagire a mesate e mesate di attacchi da parte della feccia terroristica rastrellata da Nato, turchi e petrodespoti dal Marocco alla Cecenia alla Bosnia e allo Xinjang. Incessanti bombardamenti e incursioni nelle zone liberate di Aleppo e della stessa Idlib, perfino sulla base aerea russa di Khmeimim. Il sultano che ha eletto il ricatto di tutti a strumento del proprio imperialismo ottomano e fondamentalista, aveva finto di concordare con i russi, a Sochi e ad Astana, la demilitarizzazione di Idlib ed il disarmo e ritiro dei jihadisti di Al Qaida (poi al Nusra e Hayat Tahrir al-Sharm, per mimetizzare la propria identità di crocifiggitori, stupratori, scuoiatori, torturatori ed essere chiamati “opposizione” dai media). Ingolositi dalla prospettiva di creare crepe tra Turchia, Usa e Nato, ovviamente a vantaggio della Siria e del loro ruolo in Medioriente, ma dimentichi di quel loro Sukhoi abbattuto nel 2015, da due F16 turco, a titolo di avvertimento, i russi si sono fidati. E il loro ambasciatore, minacciato e vessato, ne sta facendo le spese adesso.

 
Uno dei 12 presidi armati turchi in Idlib


E questa specie di terminator, il cui scopo è sempre stata l’annessione di larga parte della Siria (a partire dalla zona “di sicurezza” lunga 100 km e larga 35, concessagli in Siria dai russi), e l’abbattimento della repubblica laica di Assad, ne ha approfittato per riarmare, rimpinzare e rafforzare con propri uomini e mezzi militari la provincia in cui la marmaglia Al Qaida e Isis, cacciata dal resto, si era rintanata ed esercitava, insieme alla Sharìa, il regime del terrore sulla popolazione. Da miserabile ladro, s’è portato via anche tutti gli impianti industriali e idraulici dalle aree invase.

Ma è solo ora, quando i combattenti siriani, accolti da popolazioni festanti che nessuno vi fa vedere, ha liberato decine di città e paesi, centinaia di km quadrati e la strada strategica che collega Damasco ad Aleppo, che l’Occidente responsabile di una della più terribili tragedie del nostro tempo, su cui ultimamente taceva nella speranza che Erdogan e tagliagole prevalessero, si sveglia e grida alla “tragedia umanitaria”, alla fuga di “un milione di profughi” (alcune decine di migliaia di bruti psicopatici, con la cui invasione l’energumeno Fratello Musulmano, la genìa cara al “manifesto” e a Soros, ora ricatta gli europei). E berne fa la Grecia a bloccare tutto. Sentirete gli strilli di papa e “manifesto”! Intanto il papa pianta la sua bandiera accanto a quella di Al Qaida  

 

Scontro finale? 
Pompeo, Di Maio, Salvini, Zingaretti, Renzi, Von der Leyen,….Ed è proprio il disastro umanitario, quello vero, quello inflitto agli umani, cui, dopo 10 anni di indicibili sofferenze e sacrifici, i siriani e i loro alleati stanno mettendo fine. Cosa dirà di questa gente e dei loro carnefici la Storia se, stavolta, saranno le gazzelle, e non i leoni, a scriverla?

Anche la Nato, fin lì in speranzosa attesa che Erdogan rientrasse a pieno titolo nell’alveo (da cui aveva solo fatto finta di uscire, benedetti russi!), ha colto l’occasione. Se Assad, se un popolo che ha voluto restare libero, vincono anche qui, cambia qualcosa nella direzione del mondo. E forse anche nella sua regia. E allora, visto che un paese Nato attaccato (sic!”), seppure da liberatori della terra che ha occupato, comporta che la Nato accorra in sua difesa, assisteremo a qualcosa che altro che “disastro umanitario”. Sarà interessante, forse drammatico, vedere cosa succede dopo le promesse di Pompeo di “soccorrere” il compare co-sbranatore di Siria e Libia. Erdogan pensa di sapere su quale lato della sua fetta di pane sia spalmato il burro. Quella di sempre. Quella di gente come lui. E Putin lo sa?

Il corollario paradigmatico che forniscono alla nostra, così rinnovata, valutazione del bene e del male le invocazioni a interventi “umanitari” contro la “tragedia umanitaria”, fatte dal papa e dai vari nanetti da giardino imperiale, significa una cosa enorme. Che umani sono solo quelli cari al papa e ai nanetti, anche se tagliano gole, o violentano nel nome di un dio pervertito nel suo contrario. Implicitamente, disumani, anzi, non umani, sono gli altri. Nella fattispecie, i siriani e i loro difensori. Un giochino già fatto 75 anni fa, a Norimberga. Ce la sentiamo di vivere in un mondo in cui il monopolio dell’umano ce l’hanno gli assassini?

 
Donne dalla parte giusta. Asma, moglie del presidente Assad, con combattenti siriane


Ne vedremo delle belle. Qui, a casa, la più bella sarebbe il ritorno di Di Maio al San Paolo, lavoro degnissimo, senza rischi di ignominia. Prima che quanto resta del MoVimento muoia. E che 14 ministri degli Esteri, sfregiati dalla benedizione del papa, vadano a chiedere scusa a 17 milioni di siriani.

E ai quattro milioni e mezzo che non ci sono più, ammazzati, o in fuga da coloro per i quali hanno scritto l’appello più schifoso dai tempi dell’editto di Costantino, o, se mi volete al passo, dalle leggi razziali del ‘38).

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