"La politica è l'arte di impedire alla gente di immischiarsi in quello che la riguarda" (Paul Valery)
Prima di addentrarci nel groviglio tossico della virusfobia
programmata, dal titoletto qui sopra, che ne indica i facilitatori, traiamo un
campione esemplare. Premetto, a scanso di equivoci, che non ho nessuna simpatia
per i petrolieri e che anzi combatto i loro effetti nefasti da una vita. Ma qui
non c’entra. Come dicono gli inglesi sovranisti? “Right or wrong, my country”.
Sul “Fatto Quotidiano”, specie negli Esteri, impera Stefano
Feltri, illustre esponente della nota schiatta e Comunità. Da anni, tra
frustrazioni e contraccolpi, il vicedirettore del quotidiano si accanisce contro
l’ente nazionale idrocarburi, ENI, che tuttora, come ai tempi del compianto
Mattei, eccelle nella sua categoria e infastidisce tutti i suoi concorrenti a
Ovest. Due sono le linee d’attacco, strettamente intrecciate
.
I proxies di Rockefeller nella guerra all’Italia
Primo, le presunte tangenti che l’ENI (come, semmai, tutti
i suoi “competitors”) avrebbe versato ad Algeria e Nigeria per assicurarsi
giacimenti e condotti. Sull’Algeria, Descalzi e Scarone, i due manager, sono
stati assolti; sulla Nigeria è in corso il processo. Smerdarli sarebbe
prematuro e illegittimo. Ma il Feltri di Bilderberg non ha di questi scrupoli. L’accanimento
è tanto parossistico, quanto strumentale. Il secondo dante causa è Giulio
Regeni, presunta e mai dimostrata – anzi! -
vittima del regime “criminale del dittatore Al Sisi”, ora
duplicato nel presunto – e smentito – torturato Patrick Zaki. Di dimostrato, e
però accuratamente occultato, c’è invece il dato che il giovane Regeni
frequentava ambienti spionistici e per una delle più grosse multinazionali
dello spionaggio industriale, la Oxford Analytica, retta dal criminale degli
squadroni della morte, Negroponte, ha
lavorato prima di essere mandato in Egitto a contattare oppositori. A uno dei
quali, agente egiziano sotto copertura, come da video, aveva offerto “progetti”.
Bruciato, da chi può essere stato eliminato nel momento in cui il governo
italiano e l’ENI stringevano accordi per miliardi con il Cairo?
Con Regeni e Zaki contro l’ENI
Il bersaglio vero e ultimo della spasmodica ENI-fobia di
Feltri è la partnership ENI-Egitto che controlla, a beneficio dello sviluppo
dell’Egitto e dei rifornimenti energetici dell’Italia, ahinoi fossili, ZHOR, il
più grande giacimento di idrocarburi del Mediterraneo. Una ricchezza che fa ombra
alle risorse turche e israeliane e, grazie al sanguinario dittatore Al Sisi,
che ogni giorno si mangia tre Fratelli musulmani bambini, è stata sottratta
alle compagnie serie da questi pidocchiosi italiani. Come ai tempi di Mattei. Ma
come, l’Italia non avrebbe dovuto dipendere dalla nostra disponibilità grazie
al TAP, quello degli Stati Uniti dall’Aberzaijan al Salento? O, grazie all’Eastmed,
quello da Israele sempre al Salento? O, meglio ancora, dalle scisti
statunitensi da fracking? Scandalo.
P2, sempre al servizio dello straniero
Vale, a proposito, mettere in primo piano il personaggetto
sulle cui accuse si basa gran parte della campagna di Feltri e del FQ. Si
chiama Luigi Bisignani, un ragazzo d’oro, un campione del nostro capitalismo
imprenditoriale. Un “amerikano” condannato nel ’93, da Mani Pulite, a 2 anni e 6
mesi, per violazione della legge sul finanziamento dei partiti, radiato
dall’Ordine dei Giornalisti, ricondannato a 19 mesi, definito “faccendiere”, ma
anche “uno degli uomini più potenti d’Italia”. Una fonte illibata, dunque,
credibile e affidabile fino in fondo. Uno che voleva, lui, diventare capo
dell’ENI, nel cui Consiglio d’Amministrazione s’era infilato e c’era rimasto
male e avvelenato per non esserci riuscito. Grave ingiustizia per il FQ,
Nonostante la sua militanza massonica, tanto conclamata quanto negata, dalla P2
alla P4 e fino al patteggiamento per il rotto della cuffia di un’altra condanna
a quasi due anni.
Vediamo ora in che scenario si colloca questa campagna del
Fatto Quotidiano, giornale notoriamente e fieramente atlanto-sionista, linea
peraltro portata avanti in modo giornalisticamente rozzo e scadente, che copre
i suoi allineamenti facendo un po’ di pulci a qualche segmento della classe
politica italiana, ma è un accanito sostenitore della formula, salvifica per il
PD e letale per il M5S, Conte-Zingaretti-Di Maio.
Quanto più Greta, tanto più petrolio
Al di là e a dispetto delle apparizioni di Greta Thunberg ai
suoi chierici e al suo gregge e finalizzate,
come il Coronavirus, a farci rintanare nei nostri singoli loculi, terrorizzati
dalla presunta apocalissi climatica incombente, ma depistati da inquinamento
chimico di aria, cibo, acqua, farmaci, tutta l’economia capitalista è tuttora
alla frenetica caccia di nuove risorse fossili, effettivamente in continua
scoperta. Con l’ENI e i russi in stretta collaborazione, da una parte, e i
giganti occidentali degli idrocarburi e delle relative infrastrutture
dall’altra, BP, Shell, Exxon, Total, Mobil, Aramco, Chevron, i fronti sono
definiti. Proprio come al tempo in cui il nano Enrico Matteri sottraeva ai
giganti, con accordi alla pari del 50-50, anzichè del 75-25 pro compagnie
occidentali, gran parte del bottino. Lui commerciava con il democratico premier
iraniano Mossadeqh che Usa e UK rovesciarono con un colpo di Stato per
reimporre il despota Pahlevi.
Bilderberg: a chi il petrolio? A noi!
La Storia si ripete e Feltri, come del resto molti altri
suoi colleghi, a partire dalla mosca cocchiera sorosiana, “il manifesto”, pare
compiacersene. Emulo di Lilli Gruber, nota abituè del consesso Bilderberg,
quello fondato da Rockefeller (Exxon), strategizzato da Kissinger e
padroneggiato da un’accolita di supermiliardari nella luce dei Rothschild e dei
Warburg, che di anno in anno decide di come debba andare il mondo, soprattutto
accentuandone le diseguaglianze, Stefano Feltri ne è stato ospite di gran
riguardo all’edizione 2019.
Edizione in cui, si mormora, molto si è parlato di petrolio (Rockefeller
oblige), ma anche di piattaforme digitali, clima, Brexit, altre mangiatoie capitaliste,di Medioriente, Russia, e soprattutto
di Cina, definita, come da ripetuti ammonimenti del Dipartimento di Stato,
massima minaccia mondiale (e avrete notate come nei locali portavoce, tipo “il
manifesto” e, appunto, il FQ, o “Repubblica”, all’ormai ancestrale russofobia,
che data dalla radiazione dei “compagni” 50 anni fa, si vada “escalando” una
formidabile sinofobia (pensierino al Coronavirus di cui tratteremo
prossimamente).
Bene. Perché non farsi ospitare nei privatissimi e
discretissimi convivi di Bilderberg, tanto più che avvengono nei più lussuosi
hotel del mondo e darsi di gomito con illustrissimi come Soros (quello che
sussurrava all’orecchio di Obama e Hillary), Bloomberg, Elkan, Slim e tutta la crème
de la crème finanziaria globale? Nonché con un paggetto rimediato da
Firenze, tanto per garantirsi il protettorato anglosassone sul capoluogo
mediceo, visto che a Matteo Renzi quello sul paese pare sfuggito per sempre.
Feltri spiega che lui è giornalista e di conseguenza curioso, e perciò
interessato a vedere, a capire. Non a riferire, però. Del resto, che importa. A
Montreux cosa volete che facessero, a parte decidere colore e trama del cappio
che dovrà strangolarci?
Giornalista, muto devi stare!
Voi fiduciosi lettori del foglio di Travaglio che bastona
quelli a piano terra e va ai cocktail di quelli nell’attico, massimo celebrante
alla messa dove il M5S è l’ostia e il PD fa la Comunione, avete letto una sola
riga di Feltri su quanto di strategico, di operativo, di epocale, è stato
discusso e deciso nel lungo fine-settimana nella Svizzera dei meglio e più
nefandi segreti custoditi del mondo? Da giornalista con il compito di
raccontare alla gente quello che si va facendo, specie nelle oscure stanze, a
ospite di quelle stanze, la cui oscurità è protetta dai curiosi, dagli
interessati, dai giornalisti, con non meno di tre cinture di sicurezza armate,
cecchini compresi. La Linea Maginot non gli fa un baffo.
Dal Bilderberg al 41bis?
Al giornale “indipendente” Fatto Quotidiano, come al
politicuzzo che voleva la riforma costituzionale alla Bilderberg, come alla signorina
Gruber che, da membro del Comitato Direttivo di Bilderberg, manifesta fastidio per
tutto ciò che dà fastidio ai multimiliardari in capo al mondo, come alle Maggioni,
ai Monti, ai Caracciolo, ai Prodi, ai Draghi, ai Parolin segretario di Stato
(!), a tutti gli scherani e gli sguatteri di quell’accolita, andrebbe riservato
il 41bis. Ogni cura, per carità, il prof. Burioni contro eventuali virus, bella
veduta sul paesaggio, l’occasionale aragosta, tutte le serie di Don Matteo. Ma
rigorosamente niente contatti col pubblico. Al Bilderberg ne hanno perso la
facoltà.
Anche perché, tornati a casa, di ciò che Bilderberg vuole, al
pubblico nulla hanno mai detto, ma tutto hanno fatto. E a chi s'è fatto delle domande, hanno dato del complottista. A finire oggi con il
Coronavirus, di cui ci occuperemo prossimamente. Andrebbero tutti radiati.
Julian Assange, invece, di cui
s’è detto in precedenza e che, riconoscendosi giornalista e ospite di nessuno, di
quelli che sono i derivati, gli annessi e connessi di Bilderberg, tutto ci ha
raccontato. Al 41bis ce lo stanno mandando lui.
non è proprio aggiornato ma qui sono riportate le riunioni bildembreg con i partecipanti italiani. cliccando su di loro viene fuori la loro posizione presente e passata.
RispondiEliminahttps://webbrain.com/brainpage/brain/ADCEF4D5-FCF5-0526-82DD-75B7575F799D
e poi un ragionamento: se il volume totale della finanza è decine di volte il pil mondiale, vuol dire che questi signori possono comprarsi praticamente tuttii cittadini di ogni nazione, quindi verosimilmente qualche milione è a loro libro paga.
Corona in testa...? Chi ci guadagna? Oro alto.. Petrolio basso.. Cina nella merda..e pure l'Italia
RispondiEliminaDa non escludere che sto virus sia stato sparpagliato come precursore ad altri ben peggiori e ora si "studiano" gli atteggiamenti di massa preparandosi a probabili leggi marziali..
Poi i citati banchieri per esercitare così indisturbati dovrebbero avere leccapiedi lobotomizzati dappertutto + un esercito di alieni che non muoiono mai... Forse chi gioca a Risiko col mondo è anonimo e questa "verità" insopportabile ci rende semplicemente mortali con la valigia di cartone pronta per il paradiso suggerito fin da tenera età. Slobbysta
Grimaldi se lei si ostina a mettere tutti sullo stesso piano siamo sempre da punto e a capo, tanto vole camminare a quattro zampe come dice il titolo, ma io non so ma ci vuole così poco per dire le cose come stanno, soros che cos'e' la vecchietta che legifera in senato il presidente RAI il padrone della fiat il padrone dei quotidiani? Si dia delle risposte Grimaldi alla sua eta' sarebbe anche ora
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