“Disobbedienza, agli occhi di
chiunque abbia letto la Storia, è la virtù primaria dell’umanità. E’ attraverso
la disobbedienza che si è fatto progresso, attraverso la disobbedienza e la
ribellione”. Oscar Wilde, 1854-1900
Un documento audiovisivo per il
nuovo Risorgimento
La notizia migliore dall’inizio di
questa guerra al popolo italiano è senz’altro il documento audiovideo di
Massimo Mazzucco, uno dei più qualificati demistificatori internazionali (debunker)
di fake news di regime. Ne riproduco il link con tutte le adesioni che ha finora
ricevuto. L’obbligo morale e politico è diffonderlo con tutte le proprie forze.
Bruxelles, fuori dai domiciliari
A livello internazionale, la
notizia più sorprendente è la rivolta dell’11 aprile a Bruxelles. Centinaia di
persone hanno infranto il “distanziamento sociale” e hanno invaso la piazza
centrale. Sono state pestate dalla polizia, hanno resistito. 57 arresti,
numerosi feriti. Si vorrebbe poter dire “ce n’est que un debut”. Poi ci sono le
notizie da paesi come Svezia e Bielorussia, nel Nord, dove la mancata adozione
delle “restrizioni” non ha provocato nessuna strage, o come la Germania, dove
una restrizione molto blanda è all’origine del più basso numero di decessi
(attribuiti al virus) d’Europa.
Ma ancora più convincente è il dato
che nei grandi paesi del Sud, Africa, Latinoamerica, Indonesia, dove la vita
continua come prima, con tutti i suoi assembramenti e dove pure sono carenti le
strutture sanitarie, contagi e morti sono irrilevanti, niente al confronto con
certe epidemie (ebola, colera). E ottima anche la notizia che sempre più
nazioni adottano con successo la terapia con l’antimalarico Paquenil
(idrossiclorichina), fregandosene dell’avvento (fra 10 mesi dicono gli avvoltoi
in attesa di miliardi) del mitico vaccino, magari coatto.
L’ennesima informazione fetecchia
arriva invece dagli schermi, dai faccioni di solito tra il protervo-saccente,
l’angustiato materno e il corrucciato paterno, di ventriloqui politici, tecnici
e mediatici, corredati di assolutamente rivoltanti chierichetti VIP di
spettacolo e sport e volponi pubblicitari, che ti intorcinano con l’invito a
continuare questa bella vita in casa, tra programmazione tv, che Teletuscolo
sembra la Biblioteca di Pergamo, e Proust per tutti. La nuova parola d’ordine
dei gufi, visto che, a dispetto della ricerca a tutti i costi, tramite tamponi,
morti immaginari in casa, “presunti, o probabili”, la curva s’appiana, è a
campana a morto: “possibile una nuova ondata” e “ segni di focolai di ritorno”,
con il bombardamento a tappeto “non abbassare la guardia”.
Nuovi comitati, nuovi salvatori,
nuovo MES
A questo proposito, nel segno
dell’emergenza si succedono i comitati e le nuove nomine al vertice del
sultanato, tutte assolutamente in linea con l’impostazione Bilderberg adottata
dai Brancaleoni di Stato e di regione fin dall’inizio C’è quella dell’uomo 5G,
Roberto Colao, con codazzo di innocui o collusi che ci sistemeranno per la fase
2, o l’ineguagliabile, in delazioni farlocche, David Puente, di “Repubblica” e
“Open”. E bilderberghiana e lagardiana è anche la sodomizzazione, gioiosamente
subita, del MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, capitello della draghiana
colonna Fiscal Compact. Una fregatura storica abbellita dagli inusitati insulti
a rete unificate del commander in chief a un’opposizione che, per quanto
cialtrona e fasulla, aveva correttamente definito la porcata “tradimento del
popolo italiano”. Infatti, non ci saranno condizioni capestro per il prestito
solo relativamente alle spese di riassetto sanitario, mentre per tutto il resto
potranno poi intervenire le stesse condizioni – riforme strutturali austeriste
– che hanno ammazzato la Grecia.
Di Stefano, dalle stelle a Matrix
E qui, tra le notizie che fanno
rivoltare lo stomaco ed esplodere di bile la penna, merita menzione d’onore
l’articolessa sul “Fatto Quotidiano” (vicedirettore Stefano-Bilderberg-Feltri)
di Manlio Di Stefano, uomo-esteri del M5S e sottosegretario del nuovo
Metternich, Di Maio. Alcuni di noi qui e molti all’estero si
sono impegnati, alla mano di fatti storici e attuali, progetti, testimonianze
autorevoli, a indicare come tutta questa manfrina di un virus-rana montato a bue (vedi
Esopo) introducesse a un mondo digitalizzato tramite vaccinazione. Con il fine,
ormai dichiarato, del controllo totale su una società frantumata in monadi. Niente
congettura, sospetto, complottismo. Sta scritto nei propositi e nelle strategie
di un concentrato di poteri tecno-scientifico-militari senza precedenti
(digitale, salute, finanza, sicurezza), con tanto di nomi e cognomi.
L’ex-vessillifero di una politica
estera libera dal giogo atlantico titola “Export, l’unica strada è quella
del digitale”. Ma non è solo l’export, peraltro storicamente promosso a
scapito del consumo interno, da sottomettere alle piattaforme. Quella che
chiama la sua “condivisione della strategia che ispira questa febbrile opera di
pianificazione”, intanto è fondata sul riconoscimento a Big Pharma-OMS di una “crisi
pandemica di portata epocale” e della conseguente carcerazione di una nazione
come “inevitabile condizionamento delle abitudini dei cittadini consumatori che
prevede uno sparigliamento di carte (?) senza precedenti”. Segue l’entusiastica
condivisione dell’annientamento dell’umanità corporea e sociale e della sua
trasformazione in coriandoli virtuali tramite “smart working, scuole e ogni
riunione in videoconferenza, e-commerce, digitalizzazione del commercio (centri
commerciali, basta negozi, addio km zero. Ndr) dei servizi, delle imprese, per
facilitare l’accesso ai market place (sic) globali e tutta una società che si
sposta verso la cultura del digitale” …. Cosa avremo alla fine? ”Un nuovo
Rinascimento digitale (R maiuscola!) italiano dalle Ceneri del Covid-19”.
Che siano stati Zuckerberg, Gates e Bezos a suggerire a Beppe Grillo la
piattaforma Rousseau?
C’è posta per noi
Senza merito, ma solo per carenze di organico, sto
diventando una specie di cassetta delle lettere, probabilmente insieme ad altre
penne e voci “dissidenti”, per tanta gente dal pensiero libero e dal giudizio
indipendente che mi mandano preziosissimi contributi sul tema a cui mi dedico
ormai da due mesi perché lo ritengo preminente su tutto il resto. Di
sopravvivenza. Sono documenti, notizie, analisi, posizioni di gente comune, ma
pensante, come di autorevoli esponenti del pensiero autonomo di tanti paesi di
cui mi sono familiari le lingue. Senza, non potrei aver messo assieme l’alluvione
di parole, più o meno azzeccate, dedicate al Grande Inganno Cambiamondo elaborato
in caveau popolati da ratti.
Anch’io ho peccato. Tante volte. Non parlo di intemperanze
cerebro-carnali che tutto sono fuorchè peccati. Parlo di rilassamenti della
corda dell’arco, o, meglio, di incertezze nel volo della freccia. E così, a farla
fuori dal vaso, specie se si è sotto una grandinata di propaganda che si fa
credere informazione, può capitare anche ai migliori di me. Qui non si parla di
quella subspecie della politica che sono i residui ammuffiti di quanto si
dichiarava di opposizione, tipo Fratoianni– Fratochi? – e altri ossi di seppia
Gente che ha toccato il fondo arrivando addirittura a plaudire alla libertà di
stampa (?) offesa quando i russi non gradirono la bassezza di certe reazioni
iacoboniane per i loro aiuti a questo scassatissimo paese. Aiuti tanto generosi
quanto immeritati, visto che siamo “nemici” e ci serpeggiano per casa tanti
iacoboni.
Volo ecologico sulle Frecce Tricolori?
Anni ’80. Eravamo a Rivolto, base delle Frecce Tricolori. Un
gruppo RAI di appassionati alle tecnologie della diretta realizzata nelle
situazioni più impervie e inedite. La combinavamo con la mia passione per gli
sport estremi, con i quali provavo ad attirare l’attenzione dell’audience su
problematiche eco-zoo-ambientali. Il tonfo ideologico capitò, quando a Mazzon,
il più geniale ricercatore tecnologico che la Rai abbia mai avuto, dopo la
diretta col bassotto in parapendio, quella in caduta libera dall’aereo, quella
da rafting, torrentismo, roccia, subacquea, mi propose l’allora impossibile
diretta in volo supersonico. Volammo in formazione, io dietro incapsulato
dietro al capopattuglia, col microfonino in bocca sotto il respiratore, la
telecamera sul casco, Mazzon con la sua squadra a terra. Dovevo riprendere e
denunciare fiumi veneti e friulani finiti in secca per prelievi sconsiderati.
Nella trasmissione ci fu qualche scroscio, ma tutto sommato funzionò.
Poche settimane dopo, il 28 agosto 1988, durante
un’esibizione a Ramstein, Germania, ci fu una collisione. Perirono due piloti
che avevano volato con me, Naldini e Nutarelli. Venne fuori che erano in volo
nel cielo di Ustica, per un’esercitazione d’attacco, la notte della tragedia. Dettaglio
irrilevante per gli inquirenti? Un episodio che m’è parso valesse la pena
ricordare. E non solo per fare ammenda per quel mio cedimento al “militarismo”.
Virus, traccheggiare, esitare, assentire?
A non mollare neanche di mezzo passo rispetto al rifiuto
radicale di tutto ciò che ci viene somministrato nel nome della lotta alla
pandemia, basterebbe già l’immane, scellerato caos che continua a
caratterizzare l’azione delle autorità, in gara di dispotismo, incompetenza e
improvvisazione tra Stato e regioni. Se poi ci mettiamo la protervia cesarista
del premier verso un’opposizione che, per quanto ciabattona e carogna, ha il
diritto di dire la sua, la totale esautorazione del parlamento, per quanto di
esanimi figuranti, la violazione della Costituzione, la svergognata
subalternità a poteri extra-democratici, come minimo un bel piatto di scetticismo,
come massimo il rifiuto almeno intellettuale, parrebbero cosa naturale e dovuta.
Invece c’è chi, fino a ieri e tutt’oggi consapevole e
reattivo di fronte a ogni mormorio o sussulto criminale dell’establishment
occidentale, perde scaglie della corazza contro la menzogna. Porgendo orecchio
a una popolazione squassata tra terrore, imbonimenti e tricolori sui balconi,
auspica tamponi ed esami sierologici per tutti e ripete a manetta i raggiri
numerici su contagiati e deceduti. Altri torna a individuare nei nostri
decisori poveruomini allo sbando che, pur malamente, si districano tra sciagure
e input provenienti da qualcosa di mostruosamente ingestibile. C’è anche chi, tentennando
alla don Abbondio, si sistema sul crocicchio tra bravi e Renzo Tramaglino. Il
più accorto e pertinace non si scorda del Grande Vecchio a stelle e strisce e,
nel tonitruante annuncio di Trump di mobilitare tutti gli USA in sostegno
all’Italia infettata, scorge l’ennesima attivazione di una combinazione
Gladio-Piano Marshall per approfittare del virus e mettersi in tasca la
penisola al crocevia del pianeta.
USA, regista o solo, primattore?
Può anche darsi. Ma non basta. Qui non è più questione di
soli Stati Uniti. Sono i più grossi, i più vociferanti, armati e cattivi. Ma
restano uno strumento, il principale tra tanti. Ne siamo uno anche noi, nanetto
da giardino ma in posizione strategica. C’è chi è meno vociferante, meno armato
di armi che sparano e più di armi che ci penetrano senza rumore. Più cattivo e
più coeso di qualunque Stato. Degli stessi Stati Uniti decide opere e
strategie. In parecchi, più fuori che a casa nostra, ne hanno indicato le
fattezze, i trascorsi, i piani, nomi, cognomi e le ventose mediatiche sui loro
tentacoli locali. Le loro ascendenze sono statunitensi solo in seconda linea. La
mossa di Trump, che, con i suoi 33mila soldati in Italia, dovrebbe rafforzare
l’occupazione del paese, non credo sia molto di più di un tentativo
propagandistico di rispondere alla profonda impressione lasciata nell’opinione
pubblica italiana dalla generosità di russi, cinesi e loro amici in occasione
dell’epidemia, confrontata con il cinico egoismo dei nostri, di padrini e
padroni, UE e USA.
Certo, si tratta di premerci, ricattarci, perché si strappi
il filo di seta che ha iniziato a legarci al grande progetto eurasiatico per un
mondo radicalmente alternativo a quello che promuove pandemie, sanzioni,
guerre, intossicazioni mediatiche, in vista di vaccini per tutti, anello al
naso e catena sottocutanea per ognuno (e qui parlo al netto del 5 G della
coppia collusa-collisa Colao-Huawei). Ma gli Usa rottamati da un debito di
fantastilioni, da una stampa delirante di soldi che non rappresentano più
nemmeno un equivalente in latta, travolti dalla miseria e con tutte le
infrastrutture in sfascio, forse alla vigilia di un collasso agevolato da
insubordinazione sociale, non sono più lo strumento fornito da Roosevelt, o
Eisenhower. Per colpire nel segno tocca mirare più in là delle basi Usa e degli
spioni di USAID, più in alto e anche più vicino. Perchè questi sono dappertutto. Come un virus.
Scusa Fulvio pare che il link di Mazzucco non si apre,forse hai sbagliato a copiarlo?
RispondiEliminagrande, come sempre Fulvio!! grazie
RispondiEliminagrande, come sempre Fulvio!! grazie
RispondiEliminaTutto molto interessante e condivisibile. Un unico appunto: ho informazioni dirette dall’Argentina dove sono sottoposti allo stesso nostro trattamento
RispondiEliminaCiao Fulvio volevo solo avvertirti che dal tuo blog il video di Massimo non e' raggiungibile, prova a controllare il link.
RispondiEliminaScusa e buon lavoro.