giovedì 4 febbraio 2021

Mia intervista a "donchisciotte": Giulio Regeni e crisi di governo, due sceneggiate DRAGHI: DA CARON DIMONIO A MEFISTOFELE A SATANA Basta partiti, elezioni, sovranità: L'Italia torni a essere "un'espressione geografica" (Metternich) https://youtu.be/hXjv_rL4ecs

https://youtu.be/hXjv_rL4ecs

 "Il segreto della felicità è la libertà, il segreto della libertà è il coraggio" (Pericle)

Con questa intervista fattami da Massimo Cascone, a cura di Marco Di Mauro, parte un mio intervento settimanale video per il validissimo sito "comedonchisciotte". Stavolta si tratta dei fatti e le ragioni del caso Giulio Regeni, da tutti occultati, e un perchè e un percome della crisi di governo. Qui sotto, un'esame di chi è Mario Draghi e dei suoi trascorsi.

Al volo due ipotesi  sull'ultima e peggiore sciagura capitata al paese di Dante, Manzoni, Garibaldi, Gramsci, 1) Renzi, operativo di Mattarella, mandatario di Confindustria, delle lobby multinazionali e delle tecno-mafiocrazie vincenti, che, vittorioso su Conte, spazza via quanto resta di politica nel senso classico dell'ordinamento sociale e apre  al commissariamento bancario dell'Italia. 2) Mattarella, da ministro della Difesa bombardiere della Serbia, ansioso di ripetersi in un secondo mandato, secondo l'innovazione dell'affine Napolitano,  brucia come suo successore Mario Draghi, già dall'universo mondo dei padroni destinato alla massima carica.

La Volpe apre all'Avvoltoio il cancello del pollaio 


Se arriva LUI, lo svenditore del paese ai privati interni ed esteri, il banchiere dei banchieri, vuol dire che, con l’Italia, a dispetto dei suoi abitanti ipnotizzati e dei suoi padroni-magliari e in virtù della potenza delle mafie delle massonerie e del clero, la posta è grossa. 

Col fatto che i padroni della Storia e del mondo abbiano deciso di giocarsi l'asso Goldman Sachs, Tesoro, Banca d'Italia, BCE e proprio nella partita contro il nostro tra tutti i paesi, dovrebbe far inorgoglire la categoria dei vendipatria. Per ciò che Draghi aveva fatto, nella sua carriera di bancario di nascita e poi di  banchiere d'elezione, contro la politica, la sovranità nazionale, i diritti del cittadino e la democrazia rappresentativa, qualche ingenuo di buone speranze avrebbe potuto sperare in una sua detenzione a vita in un luogo molto chiuso. Magari a passeggio nell'ora d'aria insieme a qualche ex-inquilino del Colle più alto. Crimini di guerra contro il suo paese, crimini contro l'umanità per quanto fatto ai più deboli dei popoli europei. A partire dalla Grecia. Corte Marziale per Alto Tradimento. 

Un feldmaresciallo che lascia "consegnati" il caporale (capo del governo) e il sergente (capo dello Stato)

Parole gravi? Parole inoppugnabili. Ma se hanno hanno negato a Mario Draghi la prospettiva più alta, quella da tutti pronosticata, quella nella quale risiede, da Cossiga a Napolitano a Mattarella, il dietro le quinte del nostro teatrino dei burattini, per collocarlo su un gradino più in basso, un motivo c'è. Giuseppe Conte, che Beppe Grillo, mago delle apparizioni dal nulla, aveva estratto dal cilindro messogli in mano dai poteri veri, ha aperto la via con 12  mesi e andare di DPCM, togliendo di mezzo il parlamento. Era già stato previsto da Draghi in un suo ordine di servizio al governo Berlusconi, il 5 agosto 2011.


 
Più brutta non ce la potevamo vedere. Il colpo d'occhio immediato ci mostra un capo dello Stato che, come nel dopo-Mussolini, indica la porta alla politica, rappresentata dai partiti e perfeziona due percorsi intrecciati e sinergici. Il primo essendo quello dell'estrema verticalizzazione della struttura dello Stato, con progressiva eliminazione dei meccanismi decisionali e di controllo democratici. Caron Dimonio ci traghetta da un passato bene o male democratico, ma formalmente corretto, ai gironi delle scudisciate. Poi Mefistofele, grande corruttore, che si era preso le anime a forza di false promesse,  ci immerge nei ghiacci eterni del Cocito su quale cancella ogni luce il battito nero delle ali di Lucifero.


Usciremo mai "a riveder le stelle"?.

Il secondo e parallelo itinerario è quello sul quale incespichiamo a partire da Mario Monti premier: quello dei "tecnici", strutturalmente esentati dal rispondere delle proprie idiozie e malefatte. Rallentato per il grottesco fallimento del non suficientemente attrezzato modello bocconiano per ricchi scemi, ha ripreso velocità a partire dall'avvocato pugliese dei miliardari, col suo ragazzo di bottega napoletano. Poi, passato in quarta grazie al virus, ha definitivamente anestizzato un popolo bue che, con le sue tante vacche e i suoi scarsissimi tori, è sprofondato in un sonno rem. Tra tecnici e vertici, il giochino era pronto per il passaggio del testimone al bambino-prodigio romano che cià er nome da paura e la fiatella de zolfo.

E il sovrano, inteso costituzionalmente come POPOLO, che fa? Assiste.


 
Essendo l'unico sovrano legittimo il popolo e nessun altro, è da molti lustri che i congiurati preparano e ora finalmente attuano il regicidio. Dispiace che non sia Bresci, ma solo una conventicola di draghi. Per prima cosa, abituarci a non votare più e non avere più rappresentanti eletti. Il tecnico la sa più lunga. Poi mascherine, lockdown e tutto il resto.

 Figli di...draghi. L'UE e le sue appendici tifano "Supermario". Un po' meno la Grecia. I media italioti: "Arriva il salvatore d'Italia"

L'autorevolezza del cosiddetto "pezzo da novanta",  a dispetto delle tonnellate di malefatte, deriva dagli incensi vaporizzatigli sul capo incoronato e inghirlandato di allori dai pochi e potenti. Costoro hanno potuto campare grazie ai benefici che per tutta la vita ha loro ha prodigato. Merito  anche della passività immemore dell'enorme gregge di pecore da lui inviate al mattatoio, a partire dal ponte di commando del "Britannia". Sono questi meriti davanti al Signore, che permetteranno al vicario in Terra del Dollaro di procedere indisturbato sulla sua strada lastricata di corpi umani, economici, culturali.

Corpi, grazie alla campagna militare Coronavirus, ammorbiditi a forza di paura e tortura, spezzati e poi trasferiti sugli schermi della Matrix, tali da eliminare ogni ostacolo al passaggio dela ruspa schiaccia-umani. Hanno il pensiero lungo, questi. Non come noi cui, preparati alla bisogna da virus, cellulari e frantumazione sociale e culturale, hanno insegnato a vivere in un eterno presente, irrimediabile, tanto da escludere ogni passato e suoi insegnamenti e, dunque, ogni futuro.

 


La neocostituzione scritta da Draghi e applicata in Grecia

Bisogna riconoscere a Mario Draghi che, diversamente dai suoi danticausa, compari e sicari, non s'è mai nascosto sotto una maschera. Anche perchè ha una faccia da alligatore che gli si addice. E che ha addirittura messo per iscritto. Ricordate la letterina-statuto che i due governatori della BCE, lui e Trichet, hanno indirizzato al nostro governo intimandogli di farla finita con il popolo sovrano e la sua obsoleta democrazia?

Morte al pubblico, vita globale al tecnoprivato, farmaprivato, digitalprivato, miltarprivato

Prima c'era Stato il panfilo di Elisabetta II "Britannia", alla fonda  davanti a Civitavecchia, con a bordo la créme de la créme della Finanza internazionale, il nostro ministro Andreatta, lo speculatore e promotore di  golpe sanguinari, George Soros e, appunto, Mario Draghi. Qualcuno dice anche Grillo. L'uomo a varie riprese lustro mondiale di Goldman Sachs, la banca più vicina a dio, era allora direttore generale al Ministero del Tesoro, retto da Ciampi. Per i meriti acquisiti sul Britannia, i due diventeranno Governatore di Bankitalia, l'uno e capo dello Stato, l'altro. 

Draghi scende dal "Britannia" con le tavole della legge


Nel giugno del 1992, i convenuti a bordo del Royal Yacht della massoneria reale britannica, dopo aver già guadagnato pozzi  di sterline con la speculazione su quella valuta, decisero di ripetere la stessa rapina con la svalutazione dell'italica lira. Abbassatone drasticamente il valore attraverso  vendite miliardarie, rattoppate malamente da Ciampi presidente, ma sottratte all'impiego per il paese, agli avvoltoi europei e americani fu offerto a prezzi di saldo l'intero apparato produttivo italiano. Tornammo a essere l'italietta d'antan, "l'espressione geografica" di Klemens von Metternich, cancelliere di Stato dell'Impero austroungarico, quando i milanesi e i bersaglieri non lo cacciarono dall'Italia. Multinazionali angloamericane, francesi, tedesche arrivano in Italia per “fare shopping”, ma anche i giganti italiani guadagnano dallo smembramento del patrimonio nazionale: il gruppo Benetton si aggiudica per 470 miliardi GS Autogrill che poi rivende ai francesi di Carrefour per 10 volte tanto. 

Leggete in rete la "lectio magistralis" di Mario Draghi ai cospiratori del "Britannia",  nmella quale si esige che nulla più deve restare in mano al popolo e tutto deve passare nei depositi dei paperoni amici. L'ha recentemente ripubblicata e promossa Stefano Feltri, correligionario dei suoi omonimi e pari e per questo e come vicedirettore, allora, dell' "indipendente" "Fatto Quotridiano", membro d'onore di Bilderberg e, oggi, direttore del quotidiano di Debenedetti "Domani". Tout se tien.

 

Draghi e Trichet


Assunto alla Banca Centrale Europea ("l'euro, costi quel che costi!"). padrone, riproduttore e dispensatore di euro alle banche (che non li prestavano all'economia, ma se li tenevano e poi li ridepositavano nei suoi caveau), dette subito un segno perentorio di cosa avrebbe dovuto succedere ed è successo. Aprendo la strada alle magnifiche sorti e progressive del Nuovo Ordine Mondiale globalizzato, fece sapere al nostro governo in che modo realizzarle. 

La lettera della BCE al premier Berlusconi, voluta segreta, ma trapelata, , firmata dal governatore uscente, Trichet, e da quello entrante, Draghi, dettava allo Stato Nazione e al popolo sovrano come procedere. Anzittutto ammazzando l'eccessiva democrazia procedurale e governare per decreto (Conte imparò al volo) al fine di liberalizzare e privatizzare quanto restava dallo tsunami successivo al Britannia. Andava strappato al controllo pubblico perfino quanto restava in mano alle istanze intermedie, regioni, province, comuni. Su queste mosse, sia l'uomo di Arcore, sia il suo ministro Tremonti tardavano troppo (e diffatti alla fine vennero rimossi).

 


Compreresti una macchina da questo qui?

Di Draghi, banchiere mandato a fregare l'inclita e il colto, cioè tutti tranne soci, fratelli e amici, non si può dire che non ci abbia avvertito. A Draghi dobbiamo la distruzione del patrimonio industriale e umano di questo paese, i 18 milioni di poverissimi e poveri, la disoccupazione giovanile al 30%, una democrazia prima messa alla Colonna Infame e poi sul rogo. Sopratutto gli dobbiamo e gli dovremo una nazione di rilevanza strategica mondiale, ridotta allo straccetto per lucidare le scarpe a Bill Gates e Zuckerberg; un popolo antico, depositario della massima ricchezza culturale donata all'umanità, analfabetizzato e dimentico di se stesso, messo sotto ai piedi, neanche di don Rodrigo, ma di quelli dei Bravi al servizio del signorotto.

Siamo al 90°. Si va ai rigori. Ma mancano quelli dell'altra squadra...

L'imperatore ha insegnato a messaggeri, delegati, proconsoli, a procedere per colpi di Stato e rivoluzioni colorate. Abbiamo subito trent'anni dei primi e non ce neanche stato bisogno di subire quelle. Che anzichè arcobaleno, ci sarebbero servite tricolori. Vorrei tanto credere che, stavolta, i pendagli da forca abbiano fatto il passo più lungo della gamba e che, con Manzoni, si possa vedere 

"Dagli atrii muscosi, dai fori cadenti,   

Dai boschi, dall’arse fucine stridenti,

Dai solchi bagnati di servo sudor,

Un volgo disperso repente si desta;

Intende l’orecchio, solleva la testa

Percosso da novo crescente romor...."

   



Eppure è già successo !



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