giovedì 6 maggio 2021

DA REGENI A FEDEZ PASSANDO PER STAMPA E MAGISTRATURA --- https://comedonchisciotte.org/sancho-14-fulvio-grimaldi-mainstream-paese-corrotto-stampa-infetta/"


https://comedonchisciotte.org/sancho-14-fulvio-grimaldi-mainstream-paese-corrotto-stampa-infetta/"  

La religione è ciò che impedisce ai poveri di assassinare i ricchi" (Napoleone Bonaparte)

Aggiungo qualche integrazione al video che glorifica la nostra informazione, con particolare enfasi su Giulio Regeni and friends

 


Al centro Beppe Giulietti, presidente FNSI

Napoleone al suo meglio

Tutti commemorano la morte, il 5 maggio 1821, di Napoleone. Chi ne dice bene, chi ne dice male, chi tutti e due. A me, per commemorarlo basta la  frase, citata qui sopra, da incidere nella volta celeste, in modo che 7,3 miliardi di esseri umani la possano leggere e se la ricordino in ogni momento della vita. Specie quando vengono ingannati, terrorizzati, rinchiusi, immobilizzati, tamponati, vaccinati e certificati. Per il resto, basta rifarsi al "Cinque maggio" di Alessandro Manzoni, poesia civile, come le fanno ormai solo certi rapper, di uno dei più grandi poeti della Storia.

Al Sisi mandato dal popolo, Regeni mandato da Cambridge

Nell'intervista, di cui al link, riprendo il discorso su Giulio Regeni, ambiguo personaggio con retroterra di intelligence, per gli uni, martire, per altri, della dittatura assassina e torturatrice di Abdel Fattah al Sisi. Un militare colpevole di aver riposto alla sollevazione di popolo contro un despota, Fratello Musulmano, mandatario del neocolonialismo occidentale, che imponeva la Sharìa, faceva bruciare le chiese cristiane, bastonava gli scioperanti, ammiccava a Israele, affamava il popolo e, una volta destituito da un referendum, scatenava il terrorismo ISIS contro il suo paese. Un militare che si era permesso di sostenere la lotta dei libici contro l'analoga operazione colonialista e islamista in Libia, di avvicinare il paese alla Russia e di aver rimesso in piedi uno Stato, un po' come Putin dopo Gorbaciov ed Eltsin. Insopportabile.

 



Un siluro umano

Questa, la premessa da cui il contraltare Regeni. C'è stato, nel  tempo, qualche fugace riferimento al passato professionale del giovane, nei giornali del giro berlusconiano e in qualche blog controinformatore, che lo definivano, in base alla logica, agente dei servizi italiani o inglesi. Ma, dal momento del ritrovamento del corpo, in pieno giorno, sull'autostrada dal Cairo ad Alessandria, nel gennaio 2016, data dell'incontro tra Al Sisi e un'alta delegazione italiana, chi se ne è occupato con maggiore impegno e frequenza sembra sia stato io. Le fonti erano tutte lì, a disposizione, ma pervicacemente ignorate da chi trovava conveniente intrupparsi in quanto diceva la vulgata sulla vittima e sul carnefice, punto. Famiglia, politici "corretti", avvocati, inquirenti, perfino un ominicchio a stelle spente come Roberto Fico che, coprendosi di ridicolo, disdisse i rapporti tra Camera italiana e Camera egiziana.

Un bravo ragazzo, con tanto di gatto

Su cosa Regeni avesse fatto prima, quale tipo particolarissimo di scuole avesse frequentato e dove, quale apprendistato avesse seguito, chi fossero i suoi pigmalioni, a chi avesse prestato la sua opera professionale, quali fossero e di che retroterra politico i suoi referenti accademici, nessuno ha mai sollevato neanche uino sguardo in tralice. E neppure su quale tipo di imbecillità autolesionista, di eventuali servizi segreti, comportasse l'abbandono agli occhi di tutti del corpo seviziato di un cittadino della stessa nazionalità dei ministri e industriali che, proprio in quelle ore, erano riuniti col presidente per discutere di cooperazione e investimenti (tra l'altro dell'ENI sul più grande giacimento di idrocarburi del Mediterraneo che mette in ombra quelli israeliano e turco). Di Giulio bastava sapere che amava i gatti.

 


Corriere della Sera sul documentario egiziano e su me che, addirittura, sarei negazionista del Covid. Peggio di così.

Chi, dove, quando, cosa, perchè

Le mie ricerche da vecchio cronista che si attiene ai cinque W (who, where, when, what, why), noti all'ultimo garzone di redazione, dato la temperatura rovente del mio conflitto con la versione ufficiale appesa ai palazzi comunali di mezza Italia, sono arrivate ovunque, figurati. Sono uscite sulle più diffuse web tv, da Byoblu a Comedonchisciotte, le ho raccontate in innumerevoli articoli, le ho riassunte in una lettera aperta a quel Fico che voleva, per primo, muovere guerra all'Egitto. Elencando fatti, dati, circostanze, evidenze, conclusioni, effetti voluti. Ti pareva se il Fico rispondeva. Nè lui, nè nessuno mai. Più si sottaceva che il re era nudo e meglio il re sparava balle.


 
Alberto Negri, immancabilmente del "manifesto", corazzata-giocattolo contro i nemici degli USA, è un eminente mediorientalista. Di quelli alla celebrato Robert Fisk, defunto l'anno scorso, ma considerato qui il numero uno, forse perchè teneva per i Fratelli Musulmani. Col collega di The Independent (ma più dei servizi britannici) mi  ci sono appiccicato varie volte, in Palestina, in Libano, in Iraq. Negri è unico e multiplo: un vibrante anti-saudita e antitrumpista, ma anche un fan sfegatato dei curdi, in quanto mercenari degli USA, per quanto feroci invasori della Siria (questo non lo dice). Aveva concordato con Byoblu un confronto con me sulla vicenda Regeni. 24 ore prima ha disdetto. Fuggono tutti.

https://www.open.online/2021/04/29/caso-regeni-chi-e-fulvio-grimaldi/ 

 


Chi era Giulio Regeni, un'altra pagina

Così si è arrivati a quell'ottimo documentario su Giulio Regeni  per il quale il suo curatore mi ha chiesto un'intervista. Che con piena convinzione gli ho dato.  Finalmente una risposta egiziana, dopo cinque anni. Insieme al generale Tricarico, a Gasparri, all'ex-ministro Trenta (poi pentitasi) a esponenti egiziani. Nessuno di costoro ha attribuito colpe, o responsabilità. Neanche a prescindere. Tutti hanno riportato fatti e considerazioni sui fatti. Nessuno, come succede a Roma, s'è fabbricato prove, o testimoni. Magari scoperti in Qatar dal regime dei Fratelli Musulmani..... Dunque credibilissimi.

Il serpente a sonagli pestato sulla coda

Naturalmente il documentario è stato estirpato da Youtube nel giro di tre giorni. E' la libertà di stampa al tempo di Draghi. Tre giorni che hanno dato ai media il tempo e l'opportunità di reagire. Cioè di inveire e basta. Da Mentana in su e in giù (difficile), hanno sfogato virulenze e impotenze: "Fango su Regeni"! Nessuno che sia entrato nel merito, sugli argomenti. Mai. Ovvio che se ne guardano bene. Così il Corriere della Sera, il manifesto, la Repubblica e, più bravo di tutti - e non poteva che essere così col giornalista più deontologico del bigoncio -  Enrico Mentana. L'uomo che si esprime al meglio, più che nel TG La7, nella sua "colonna infame" per untori dell'impestamento delatorio e manipolatore chiamato "Open". Proprio come la Fondazione del suo caro correligionario George Soros. Un esempio di giornalismo indipendente.

Insomma, se gli autori del documentario egiziano dal loro lavoro e dal mio si sono aspettati soddisfazioni, le hanno avute. Anche se,  all'irrepremibile sfogo di ira dei pescati col sorcio in bocca,  ha fatto seguito un subitaneo silenzio. Un attimo di riflessione tra mandati e mandanti ha suggerito un più saggio rimedio: la sabbia. 

Nazione corrotta, magistratura infetta

I miei amici di "comedonchisciotte", parafrasando il titolo di un vecchio "Espresso", quando la rivista era tutt'altra cosa, hanno titolato questa puntata di "Sancho" "Nazione corrotta, stampa infetta". Giustissimo. Tanto da tornarci ancora, ma con particolare riferimento all'immensa vergogna della nostra magistratura. Giudici custodi di una legge del monarca a servizio suo e dei suoi cortigiani, perfetto riflesso del degrado di tutti gli altri pilastri di una società passivizzata e imbolsita dal placido galleggiare in una maggioranza di delinquenti, stregoni, socio- e psicopatici. E' così che ci volevano gli USA, quando hanno collocato al centro del crocevia planetario uno Stato vassallo mafio-masso-clericale. Non fossimo stati destinati a questo esito, molti di quelli che ci istruiscono, minacciano, blandiscomo, mentono da ogni TG e talk, sarebbero in tribunale e poi in galera.

Magistrati che, guardandosi in cagnesco da dietro le rispettive coperture politiche, processano o assolvono per lo stesso "reato" lo stesso imputato (Salvini); magistrati che s'inventano imputati, testimoni e prove per imbastire processi su diktat geopolitici; magistrati che perseguitano innocenti per compiacere i persecutori politici degli stessi (Virginia Raggi, sempre inquisita, sempre assolta); magistrati che, per non turbare padrini, sponsor e garanti di vacanze alle Maldive, si scordano in cassetti, divorati da apposite tarme, notizie di reati da ergastolo; magistrati che appioppano ergastoli a due ragazzi che, vedendosi aggrediti da sconosciuti, si difendono a coltellate, per poi scoprire che trattavasi di carabinieri che, chissà perchè, erano intervenuti disarmati e senza qualificarsi in una briga per droga e di cui l'uno non ha saputo difendere l'altro (niente paura, in appello cambierà tutto: sono americani!).

Magistrati che si sfracellano tra di loro, pur di togliere di mezzo colleghi che non nuotano nelle stesse paludi. Magistrati che, in quattro, si spartiscono la stessa inchiesta su alcuni incandescenti verbali che coinvolgerebbero vertici di ogni tipo, riuniti in una loggia tipo P2. Verbali prodotti da un pregiudicato massone, esperto all'italiana di cose false e vere (e su chi si concentrano alla fine gli strali dei supermagistrati? Su Davigo e Storari, proprio i colleghi che si erano adoperati per tirare fuori dalla naftalina la possibile bomba anti-establishment. Non era già successo a Di Matteo, De Magistris, Woodcock, Robledo (quello che indagava sui misfatti dell'Expo e fu bloccato dal capo, Bruti Liberati e spedito dal CSM a Torino)? I "porti delle nebbie si moltiplicano". E' il solito Zeitgeist della magistratura ai tempi del Covid e di Palamara.

Succede quando, da sempre, ma oggi come non mai, si mette il paese in mano a provati e callaudati soggetti pseudo-italiani e cripto-alieni, delegati alla distruzione del paese per conto terzi, concorrenti, pseudo-alleati e cripto-nemici. Si potrebbe parlare di stragi da "fuoco amico", però l'aggettivo non calza.

Onorevole Zan, meglio cercarsi un altro testimonial

Chiudo con un pensierino affettuoso all'ex-rapper e ora sub-influencer al negativo, Fedez, del binomio transumano Ferragnez. Una vetrina del politicamente abietto, abitata da una venditrice, con pupo manichino, che su me ha il potere seduttivo di una bambola di gomma sgonfia, e dal sendwichman Amazon che, in Lamborghini, va a consolare i mendicanti milanesi, Per meritarsi il titolo di "Uomo dell'Anno" su Time, è andato alla Festa dei Lavoratori e li ha sostituiti con gay, lesbiche, trans, bi, queer e chi più la fa strano più rende Fedez progressista. Al passo con i tempi. Anche perchè non genera (semmai compra), rendendo felice Bill Gates. Per rendersi persuasivo è ricorso all'arma fine del mondo, il vittimismo. La RAI avrebbe censurato le sue intemerate a favore dell'orribile legge Zan, legge 'ndo' cojo, cojo. Per illuminarsi di vittimismo, il "comunista col rolex" la telefonata RAI, l'ha censurata lui.

 




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