martedì 1 novembre 2022

“Cos’è la destra, cos’è la sinistra…” --- CON LULA IL BRASILE TORNA ALL’OVILE

 

“Cos’è la destra, cos’è la sinistra…”

CON LULA IL BRASILE TORNA ALL’OVILE

 


https://youtu.be/89EfY1fIGCk  Visione TV

Lilli Goriup di Visione TV intervista Fulvio Grimaldi sui risultati delle elezioni in Brasile svoltesi domenica 30 ottobre e vinte di misura da Ignazio- Lula - da Silva su Jaire Bolsonaro.

 

Cosa dice l’intelligente vignetta? Lula e Bolsonaro si abbracciano e il loro seguiti si azzannano. Esatto. Cosa intende? Che tra i due, sul piano dell’economia e della subalternità ai grandi interessi industriali, finanziari, nazionali o transnazionali, non esistono differenze sostanziali. Entrambi, nei rispettivi mandati presidenziali e, ora, nelle loro prospettive politiche si schierano dalla parte “giusta”: neoliberismo fondamentalista, banche (Lula ha nel vice Altwink un sicario del sistema bancario internazionale), investimenti stranieri, export, con l’uno a leggera inclinazione verso gli strati più poveri, eminentemente cattolici, quanto meno parolaia, e l’altro visto con maggiore simpatia dal latifondo, ma anche dai deprivati evangelici. Tutto qua.

Dove, però, il presunto sinistro e il così definito destro si scambiano drasticamente i ruoli è nel campo geopolitico. Qui, se opposizione alle guerre USA-NATO-UE-FEM, gestite come strumento istituzionale per ii rapporti internazionali, deve essere inteso come linea di sinistra, nel senso classico, Bolsonaro è di sinistra e Lula, intimo da sempre di Bush, Obama e, quindi, Biden, è un destro fiero e dichiarato.

Qui, se l’opposizione alla dittatura sanitaria dell’organo transnazionale dell’oligarchia farmaceutica è, nel solito significato non inquinato, di sinistra, cioè autodeterminata, non subalterna a interessi e poteri elitari, di nuovo Bolsonaro, rigorosamente anti-vaccino e anti-restrizioni, risulta essere di sinistra e il vecchio sindacalista di destra.

Qui, se un mondo multipolare, non dettato dalla cosca-loggia-mandamento del finanzcapitalismo globalista, a gestione militarizzata, medicalizzata, climatizzata, genderizzata, è il sistema equilibrato, equo, costruttivo e pacifico, chi ne è il sostenitore risulterebbe di antica sinistra. E Lula, da sempre ligio alla Casa Bianca (perfino quando prestò le sue forze militari a mettere in riga Haiti dopo il golpe anti-Aristide degli USA) non lo sarebbe, Bolsonaro, dinamico costituente dei multipolari BRICS (Russia, Cina, Sudafrica, India, Iran e Brasile), sì.

Detto questo, ora staremo a vedere. Intanto i botoli che digrignano nella vignetta dei due compari simboleggiano un Brasile spaccato in due, con i contendenti per la presidenza che (a dispetto dei sondaggisti manipolatori che provano a predeterminare il risultato a forza di falsità), risultano alla fine separati da meno di un punto. Con questa divisione può capitare di tutto. Anche una messa in discussione dei risultati che, come tutte le contese elettorali in Occidente e come le ultime presidenziali negli USA hanno oscenamente dimostrato, sono meritevoli di ogni sospetto.

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