martedì 8 ottobre 2024

Metodo False Flag + Fake News 11 SETTEMBRE, CAPACI, 7 OTTOBRE… FUNZIONA COSI’

 

Metodo False Flag + Fake News

11 SETTEMBRE, CAPACI, 7 OTTOBRE… FUNZIONA COSI’

(E stasera alle 20, puntata di “Mondocane…punto” su

QTv • Qui Radio Londra TV live)

 


Spunti di riflessione di Paolo Arigotti: Il ringhio del bassotto: a 90 secondi dalla mezzanotte nucleare (con Fulvio Grimaldi)

https://www.youtube.com/watch?v=MhGLjuKuAaw

https://youtu.be/MhGLjuKuAaw

 

Dove si guarda dietro alle Fake News sul 7 ottobre sparateci addosso da Netaniahu e compari, divorati e rivomitati su di noi dall’imperial-colonial apparato politico-mediatico, sulla falsariga dell’11 settembre, delle nostre stragi di Stato, degli attentati terroristici in Europa, dell’ Al Qaida di Hillary Clinton… e andare. Tutta roba utilizzata come trampolino perché i carnefici  possano precipitare sulle loro vittime facendolo passare per vendetta, rappresaglia, ritorsione, giustizia.

Dove si fa il confronto fra due manifestazioni, una per la Palestina e contro i genocidi, il 5 ottobre, l’altra, per finta, di cagasotto e collaborazionisti (pure qualche venduto palestinese) il 12. La prima proibita dal Pavolini di turno, Piantedosi ministro di Polizia, la seconda benevolmente autorizzata e, sotto sotto, pure benedetta dal capo dei pretoriani di regime.

E pensate che faccia come il culo devono avere quelli che si sono dileguati dalla prima, quella vera, dal regime servosionista proibita e da loro sabotata, quando nel pubblicizzare la loro, quella dei rinnegati, interni al meccanismo Fake News, scrivono che fanno questa cosa “contro i divieti del governo”. Divieti del 5 ottobre ai quelli si sono prontamente associati, contro i palestinesi e filopalestinesi autentici.

Quella dei pacifinti (visti ad Assisi il 21 settembre) e finti-antiNato, e finti-anti vittime civili e fintitutto, è una tara di questa società intrisa di clericalismo e relativa ipocrisia, un tumore da estirpare attraverso una costante opera di disvelamento e sputtanamento. Whatever it takes, costi quel che costi, stavolta lo diciamo noi.

Di altro si parla qui. C’è molto da dire sull’universo della menzogna e dell’occultamento come manovrato dalla comunicazione di Sistema. Quella che pretende un Israele invincibile, che deve indurci alla rassegnazione, se non alla sottomissione, rispetto all’impazzimento criminale della strategia di domino dell’aberrazione sionista (che poi è, in fondo, di sopravvivenza nel razzismo, nella ferocia colonialista e nel conseguente isolamento morale dal mondo degli umani, affannosamente accusato di antisemitismo).

Vale per la negazione delle punizioni inflitte dall’Asse della Resistenza, delle sei basi militari in Israele colpite dai missili iraniani che hanno sfondato l’Iron Dome e non stati fermati neppure dalla contraerea USA; delle decine di soldati sionisti fatti saltare in aria dalle trappole esplosive di Hezbollah (presuntamente decapitato e disarmato), al loro primo ingresso in Libano (Libano che ha saputo dimostrare quanto poco invincibile sia il “più forte esercito della regione”, quando non arriva dal cielo, ma devo combattere sul terreno), dai missili balistici e ipersonici arrivati da Yemen e Iraq.

E qui si impone una constatazione sulle famose regole d’ingaggio. Nettamente diverse le une dalle altre. Quelle osservate da Israele contemplano la facoltà di bombardare agglomerati urbani a Gaza, in Libano, in Cisgiordania, zeppi di civili, mirando con particolare fervore a donne e bambini (42.000 ammazzati dalle bombe a Gaza, ma 118.000, secondo i medici USA sul campo, sotto le macerie, uccisi da malattie croniche non curate, da fame, da epidemie). Quelle dei palestinesi, iraniani, Hezbollah, yemeniti, iracheni, invece, colpiscono centri militari, strutture aeroportuali e portuali, sedi dell’Intelligence, con effetti collaterali vicini a zero. Quante vittime civili dalla recente incursione iraniana in Israele? 180 missili e zero vittime. Autentici virtuosi.

Resta da decifrare cosa si potrà verificare a seguito della minaccia israeliana di colpire l’Iran, centrali nucleari o petrolchimiche che siano. La quale minaccia viene presentata come “risposta”. E’ la risposta alla risposta alla risposta alla risposta all’attacco terroristico contro l’ambasciata dell’Iran a Damasco, col corredo degli assassinii mirati di leader della Resistenza e di portatori di cercapersone e walkie talkie e loro dintorni civili. Chi ha cominciato? Nessuno se lo chiede. Neanche per il conflitto in Ucraina. E’ sistematico, come le False Flag e le Fake News.

Nel giro dei complici dal masskiller israeliano ci si sta strappando i capelli all’idea che questi mentecatti del culto della morte attacchino l’Iran, con conseguente catastrofe economica mondiale (già il prezzo del petrolio è salito del 13% in tre giorni). Dal Golfo Persico passa il 50% del petrolio e gas usato nell’Occidente tormentato da inflazione e recessione. A Tehran basta bloccare gli stretti di Hormuz con qualche nave, a galla, o affondata.

Ne vedremo delle brutte. Forza e coraggio.

 

 

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