Metodo
False Flag + Fake News
11 SETTEMBRE, CAPACI, 7 OTTOBRE… FUNZIONA COSI’
(E stasera alle 20, puntata di “Mondocane…punto” su
QTv • Qui Radio
Londra TV live)
Spunti di riflessione di Paolo Arigotti: Il ringhio del bassotto: a 90 secondi dalla mezzanotte nucleare (con Fulvio Grimaldi)
https://www.youtube.com/watch?v=MhGLjuKuAaw
Dove si
guarda dietro alle Fake News sul 7 ottobre sparateci addosso da Netaniahu e
compari, divorati e rivomitati su di noi dall’imperial-colonial apparato
politico-mediatico, sulla falsariga dell’11 settembre, delle nostre stragi di
Stato, degli attentati terroristici in Europa, dell’ Al Qaida di Hillary
Clinton… e andare. Tutta roba utilizzata come trampolino perché i carnefici possano precipitare sulle loro vittime facendolo
passare per vendetta, rappresaglia, ritorsione, giustizia.
Dove si fa
il confronto fra due manifestazioni, una per la Palestina e contro i genocidi,
il 5 ottobre, l’altra, per finta, di cagasotto e collaborazionisti (pure
qualche venduto palestinese) il 12. La prima proibita dal Pavolini di turno,
Piantedosi ministro di Polizia, la seconda benevolmente autorizzata e, sotto
sotto, pure benedetta dal capo dei pretoriani di regime.
E pensate
che faccia come il culo devono avere quelli che si sono dileguati dalla prima,
quella vera, dal regime servosionista proibita e da loro sabotata, quando nel
pubblicizzare la loro, quella dei rinnegati, interni al meccanismo Fake News, scrivono
che fanno questa cosa “contro i divieti del governo”. Divieti del 5 ottobre ai
quelli si sono prontamente associati, contro i palestinesi e filopalestinesi
autentici.
Quella dei
pacifinti (visti ad Assisi il 21 settembre) e finti-antiNato, e finti-anti vittime
civili e fintitutto, è una tara di questa società intrisa di clericalismo e relativa
ipocrisia, un tumore da estirpare attraverso una costante opera di disvelamento
e sputtanamento. Whatever it takes, costi quel che costi, stavolta lo
diciamo noi.
Di altro si
parla qui. C’è molto da dire sull’universo della menzogna e dell’occultamento
come manovrato dalla comunicazione di Sistema. Quella che pretende un Israele
invincibile, che deve indurci alla rassegnazione, se non alla sottomissione, rispetto
all’impazzimento criminale della strategia di domino dell’aberrazione sionista (che
poi è, in fondo, di sopravvivenza nel razzismo, nella ferocia colonialista e
nel conseguente isolamento morale dal mondo degli umani, affannosamente
accusato di antisemitismo).
Vale per la
negazione delle punizioni inflitte dall’Asse della Resistenza, delle sei basi
militari in Israele colpite dai missili iraniani che hanno sfondato l’Iron Dome
e non stati fermati neppure dalla contraerea USA; delle decine di soldati sionisti
fatti saltare in aria dalle trappole esplosive di Hezbollah (presuntamente decapitato
e disarmato), al loro primo ingresso in Libano (Libano che ha saputo dimostrare
quanto poco invincibile sia il “più forte esercito della regione”, quando non
arriva dal cielo, ma devo combattere sul terreno), dai missili balistici e
ipersonici arrivati da Yemen e Iraq.
E qui si
impone una constatazione sulle famose regole d’ingaggio. Nettamente diverse le
une dalle altre. Quelle osservate da Israele contemplano la facoltà di
bombardare agglomerati urbani a Gaza, in Libano, in Cisgiordania, zeppi di
civili, mirando con particolare fervore a donne e bambini (42.000 ammazzati
dalle bombe a Gaza, ma 118.000, secondo i medici USA sul campo, sotto le
macerie, uccisi da malattie croniche non curate, da fame, da epidemie). Quelle
dei palestinesi, iraniani, Hezbollah, yemeniti, iracheni, invece, colpiscono
centri militari, strutture aeroportuali e portuali, sedi dell’Intelligence, con
effetti collaterali vicini a zero. Quante vittime civili dalla recente incursione
iraniana in Israele? 180 missili e zero vittime. Autentici virtuosi.
Resta da
decifrare cosa si potrà verificare a seguito della minaccia israeliana di
colpire l’Iran, centrali nucleari o petrolchimiche che siano. La quale minaccia
viene presentata come “risposta”. E’ la risposta alla risposta alla risposta alla
risposta all’attacco terroristico contro l’ambasciata dell’Iran a Damasco, col
corredo degli assassinii mirati di leader della Resistenza e di portatori di cercapersone
e walkie talkie e loro dintorni civili. Chi ha cominciato? Nessuno se lo
chiede. Neanche per il conflitto in Ucraina. E’ sistematico, come le False Flag
e le Fake News.
Nel giro dei
complici dal masskiller israeliano ci si sta strappando i capelli all’idea che
questi mentecatti del culto della morte attacchino l’Iran, con conseguente catastrofe
economica mondiale (già il prezzo del petrolio è salito del 13% in tre giorni).
Dal Golfo Persico passa il 50% del petrolio e gas usato nell’Occidente
tormentato da inflazione e recessione. A Tehran basta bloccare gli stretti di Hormuz
con qualche nave, a galla, o affondata.
Ne vedremo
delle brutte. Forza e coraggio.
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