Nulla fa più male in uno Stato di uomini
scaltri che passano per saggi. (Francis Bacon)
Il termine “propaganda” suona melodrammatico
ed esagerato, ma una stampa che, per codardia, carrierismo, o convinzione,
acriticamente recita le false affermazioni dei governi e le riferisce come
fatti, o tratta notabili politici con la reverenza già riservata ai reali, non
può essere descritta accuratamente come impegnata in una funzione diversa. (Glenn Greenwald, il
diffusore sul “Guardian” delle rivelazioni di Snowden)
Ciao, e tanta roba, ma ci rileggiamo a Ottobre.
Lucia Goracci, TG3, con Haisam Abu Omar e ratti vari.
Haisam, visibile anche armato in un gruppo di Alqaidisti che stanno per
uccidere a freddo soldati siriani, fu arrestato per terrorismo a Roma nel 2012
e, stranamente subito rilasciato. E’ un sodale
di membri dell’Unione delle Comunità Islamiche d’Italia. Incoraggiato
dalla compagnia di Bersani in occasione di una manifestazione anti-Assad a
Roma, ha poi raggiunto le bande dei
terroristi in Siria. Nessuno s’è sognato di arrestarlo in Italia, come nessuno
ha osato fermare l’inviata cripto-si sa cosa, dopo che già aveva adottato alla sua funzione la
verità in Libia e Siria, fraternamente accolta dai seviziatori Nato-Al Qaida.
Bersani e Haisam
alla manifestazione pro-ratti
Stanno al giornalismo, come Lady Gaga sta al
pudore
Questo
capitoletto si occupa del verminaio che è il nostro giornalismo. Ma apro con un
accenno a un “americano de Roma”, Patrick Boylan, pubblicista, pacifista,
figura di spicco dell’associazione “No War”. Questo, perché, ritengo che luce
vada gettata, oltre che sugli evidentissimi cialtroni della categoria, su chi
si pone come elemento del mondo antimperialista, magari in perfetta buonafede,
ma esprime concetti appesantiti da una zavorra democratico-borghese che lo
ricolloca ai margini del campo avverso. Con Patrick Boylan ho condiviso alcuni
palchi e ogni volta è finita in dissenso strategico, visto che, espresse le
formule di rito contro la guerra e i guerrafondai, l’attivista statunitense
ripiomba nello stereotipo dirittoumanista e democraticista dei “regimi
totalitari”, dei “dittatori”, come prescrivono tutte le propagande di
satanizzazione dei leader di paesi che si vogliono distruggere e sottomettere.
Si finisce nell’ambiguità del né né, né con la guerra, né con Gheddafi, Assad,
Saddam, i Taliban, Milosevic…
E’ su
questo radicato vizio occidentecentrico, inguaribile nella maggioranza della
sinistra Usa, di vedere il mondo salvato solo dalla democrazia borghese, del
resto idealizzata perché inesistente, di non distinguere tra interessi di
classe e di avallare, implicitamente o esplicitamente, la condanna di sistemi
sociali e istituzionali altri, fuori dalla tradizione della rivoluzione
borghese, che casca l’asino. Non ho motivi per dubitare dell’onestà di Boylan e
dei suoi compagni. Anzi, auguro ampia diffusione al suo libro “Progressisti in divisa”, che è un’utile
e circostanziata denuncia del pacifintismo sparso da media (“manifesto” in
testa, RaiNews dell’orrido Mineo, il TG3 degli orridi Goracci e Chartroux), da
Ong e da singole personalità, alcune delle quali perniciosamente attive fin dal
conflitto balcanico, tipo Marcon (ieri “ICS” anti-guerra e anti-Milosevic, oggi
“Sbilanciamoci”, ma all’interno del sistema), Dall’Oglio, Lotti, Ovadia, fino a
chiaviche del tutto organiche all’imperialismo come Avaaz, HRW, Amnesty.
Diventa
però il bue che dà del cornuto all’asino, il buon Patrick, quando si
ingarbuglia nella teoria mistificatoria delle “democrazie, pre-democrazie.
non-democrazie”, dando voti di demerito alle ultime due, esattamente sulla
falsariga di Obama, dei suoi scagnozzi europei, di tutti coloro che insistono a
ritenere, alla stregua di Travaglio, che quella euro-statunitense sia una
democrazia che ha solo dirazzato dalle sue nobili origini. O quando,
colpevolmente disinformato e ligio alle demonizzazioni imperiali del
“repressore” e delle sceneggiate delle Pussy Riot, si accanisce contro il
“repressore” Putin, o regimi
“intolleranti” come l’Iran e la Nordcorea. Carenze culturali e borioso
unilateralismo borghese che non penso sia troppo tardi perché Boylan, corretto
dai migliori dei suoi associati, non possa superare. Sua figura di riferimento non deve essere, per citare
uno dei tanti pacifisti di servizio, un altro guru della sinistra pacifista,
Noam Chomsky, massimo intellettuale “liberal”
statunitense. Questo venerato maestro di cerchiobottismo pencolante a destra,
riequilibra le sue rampogne a Washington con l’anatema contro “il regime brutale e terrificante di Assad”;
individua tra le orde che insanguinano la Siria per conto Nato, Fratelli
musulmani e petrodittature, che “gli Usa
a nessun costo vogliono sostenere”, fazioni
laiche e democratiche”; suggerisce a Israele di “mobilitare l’esercito nelle alture del Golan per costringere Assad a
spostare lì le sue truppe e sguarnire così i fronti con i ribelli”.
“Il
Fatto Quotidiano”: Amato disse ai giudici: “Dopo Capaci, la mafia non era una
priorità”. E grazie, si erano accordati sull’Unità Nazionale.
Giuliano
Amato, reperto mummificato della peggiore involuzione della classe dirigente
italiana, detto “dottor sottile” per le banali semplificazioni del suo pensoso
pontificare, sodale del corruttore fascitizzante Craxi, passato per tutte le
funzioni del postribolo di regime e, perciò, caro al golpista sul Colle, da
costui è stato elevato al più alto consesso istituzionale del paese, la Corte
Costituzionale. L’occupazione delle alte cariche, statutariamente sotto
controllo degli eletti, aveva già visto la Seppia Gigante sollevare da
discutibili passati due suoi tentacoli: la jena
ridens, al Senato, e un’ossessa della faziosità anti-5Stelle alla Camera.
Ad Amato, demolitore, su mandato della Cupola, dei beni comuni italiani, con la
rapina dai conti correnti dei cittadini e l’attuazione della privatizzazione
della nostra migliore industria, pianificata nel 1992, sul regale panfilo
“Britannia”, da Soros, Draghi e Andreatta, sicari della delinquenza bancaria
occidentale, Rossana Rossanda, venerata maestra della Sinistra italiana, ha
offerto un memorabile intervista-zerbino. Lo spot, che non menzionava neanche
di sfuggita le malefatte politico-economico-morali del soggetto, come ben
illustrate da “Il Fatto”, non poteva non corroborare la pretesa di Napolitano:
vedete, sono imparziale, il nuovo giudice costituzionale (chiamato a stuprare
la nostra Carta fondativa secondi gli intenti presidenzialisti) è apprezzato
anche a sinistra.
La
quale “sinistra”, del resto, mezza succube e mezza complice dell’aggregato Larghe Intese
mafio-massonico-atlantiche (che ha appena rinnovato l’inciucio con i
biscazzieri bari dell’azzardo, riducendo a 600 milioncini i 90 miliardi il loro
debito da evasione fiscale), accreditato con Rossanda l’Amato degli anni ‘90
Grande Maestro Economico, ora lo proietta a padrino delle nuove
privatizzazioni, sotto il governo della neocostituita capo-rapina “Destinazione
Italia SpA”, e la svendita a razziatori internazionali, fisco-esenti e rapidi
nelle delocalizzazioni, dei miseri resti di un paese un tempo grande
manifattore. Con la scusa dei soldi per esodati, disoccupati, pensionati a 500
euro, imprese da detassare (soldi tutti imboscati negli intoccabili forzieri
dell’1%), si fanno fuori Finmeccanica, Ferrovie, Poste, Rai, Eni, Sace,
Fintecna e municipalizzate. Gli immobili se li giocano le Grandi Immobiliari,
chiamate a riavviare la cementificazione del paese sul modello del sardo
governatore Cappellacci. L’Italia, come impone l’ordine del giorno della
Cupola, trasmesso dai capibastone BCE e Bruxelles, deve affiancarsi a Grecia,
Portogallo, Spagna, come Outlet
d’Europa e delle multinazionali. Sono i privilegi della sovranità nazionale.
Offerti questi saldi, sparisce.
Tornando
a Rossanda, sullo sfondo dell’intervista a chi ha condiviso tutti gli
interventi militari al servizio dei Grandi Maestri, non poteva la coppia
giornalista-statista non convenire sul’ossessiva glorificazione dei mercenari
islamisti in Libia, definiti, o ottusamente, o in malafede, “giovani
rivoluzionari”, meritevoli dell’appoggio di nuove “Brigate Rivoluzionarie come quelle di Spagna”.
Sinistri mastri
Del
“manifesto” Rossanda era la madre nobile, sempre autocelebrativa fino alla
protervia, sostenitrice del rinnegato Sofri, dell’integrità delle BR,
dell’autenticità dell’11 settembre, per quanto generatrice di validi virgulti
come Gianni Riotta, Lucia Annunziata, Tiziana Maiolo, Riccardo Barenghi, Ora il
“quotidiano comunista” si è evoluto in house
organ di Vendola e di tutti i detriti sinistrati che sognano di
sopravvivere come gamba sinistra del partito unico PD-PDL. Alla madre nobile è
succeduto nel magistero, come Gran Stratega della politica nazionale, Asor
Rosa, uno che di cantonate s’intende come quelli delle corse a rottamare auto.
Uno che dà crediti gratuiti di “compagni che sbagliano” al PD. Nei suoi
sconfinati editoriali, ne implora la rettifica della linea, arrivando a
chiedere a Napolitano che, al limite, contro Berlusconi si faccia un colpo di
Stato con i carabinieri. Con i carabinieri! Ricordate De Lorenzo. Sono allegre
farneticazioni che pretendono di riesumare Apollo da uno zombie. Stanno bene in
un “quotidiano comunista” che è arrivato a superare giornalacci come “Repubblica”
e “Il Corriere” per qualità degli inserzionisti pubblicitari, fino a far
passare per inserto redazionale una pubblicità di quattro pagine, nientemeno che
di Deutsche Bank (lo scopri solo alla fine), la più torbida e compromessa di
tutte le banche tedesche.
Il
campione assoluto della schizofrenia, questa volta non sofferta come in Asor
Rosa, ma astutamente praticata, è l’israelita Furio Colombo, boss dell’immonda
pagina esteri de “Il Fatto”, giornale altrimenti benemerito per le bombe a
grappolo contro la Casta, ma la cui frenesia USraeliana arriva a titolare,
invertendo i fattori e cambiando il risultato, “Assad promette guerra totale”. Appassionato e a volte lacrimoso
difensore di rom e migranti, al pari del correligionario Gad Lerner, è, come
costui, ancor più appassionato sostenitore delle ottime ragioni di un uno Stato
Canaglia che da 60 anni stermina palestinesi e minaccia il mondo ricattandolo
con un olocausto in corso di superamento da olocausti perpetrati in proprio.Tra
le sue più recenti prodezze nei panni di Mr. Hyde: una sparata di razzismo
anti-indiano in difesa a priori dei due Marò, nel momento in cui l’Italia si
rifiuta di far testimoniare in India gli altri fucilieri presenti sulla
petroliera e a cui gli inquirenti indiani attribuiscono le armi degli spari;
un’esaltazione dei Mujaheddin del Popolo iraniani (MEK) che, campioni asiatici
di terrorismo , da trent’anni praticato con l’assistenza del Mossad contro
civili e scienziati in Iran (vedi il mio docufilm “Target Iran”), da Obama sono
stati promossi da “Organizzazione terroristica” a “protetti contro le
persecuzioni di regime”; un’esaltazione dell’ONU, “unico punto di riferimento
dei diritti umani” (tanto che I’amata Israele ne ha ignorato le 64 risoluzioni
di condanna); uno stupore perché il mondo non si scandalizza che Assad possegga
armi chimiche (quelle chimiche e atomiche di Israele sono fonte di serenità);
una sparata di prammatica contro la Corea del Nord che “alleva ai lavori
forzati bambini nati in campi di prigionia” (i bambini torturati nel carcere o
inceneriti dal fosforo israeliani se la sono cercata)…..Come si potrebbe parlare di cattiva
fede in questo “giornalista”?
Israele
Ancora,
prono ai piedi della democrazia Usa (con cui aveva stabilito grandi intimità al
tempo della sua rappresentanza Fiat a New York) e del suo presidente
progressista Obama, definito questo Nobel dei Popoli per la Guerra, per lo
Stato di Polizia e per gli assassinii mirati, come un taumaturgo che “scruta la Russia con lo sguardo ampio di chi
per mestiere e per vocazione ha la responsabilità del mondo”, lo ha
riconosciuto “comandante in capo che deve
prendere la responsabilità di guidare, rispondendo misura per misura al grande
delitto” (ovviamente i “gas di Assad”). Del resto, non ha dichiarato
ufficialmente Israele, rivendicando la sua sponsorship, che, in ogni caso, “i jihadisti sono meglio di Assad”? Dal
che si deduce da quale coerente pulpito si versino preci e geremiadi per i rom
e i migranti. Colombo, non si rinnega mai. Inventandosi, al pari della ciabatta
Botteri, un Obama, signore di ben sette guerre, “che ha fermato le guerre”, sottolineata la “tendenza alla criminalità dei governanti siriani”, fa il salto
della quaglia e paventa l’arrivo anche da noi di bande di terroristi e
attentatori, locali (No Tav!) e internazionali (Al Qaida), i quali ultimi sono
poi esattamente quelli che il più fetente presidente della storia Usa, dal suo
apologeta “apprezzato sul piano morale e
caratteriale”, sta lanciando contro la libera Siria.
Acrobata
del paradosso, scrive: “Mi è difficile immaginare che ci sia un’ala
filoamericana e filoisraeliana della politica italiana” e subito dopo:”Non essere filoamericani nell’epoca di
Obama, forse la più importante figura di quel paese dopo Franklin Delano
Roosevelt (quello che sacrificò 2000 marinai Usa a Pearl Harbour, dopo aver
provocato il Giappone a intervenire), mi
pare impossibile”… Obama sta tentando
di guidare da solo un mondo mezzo cieco”. Insieme a Israele, che cieco non
è. Quanto alla ripresa dei ventennali negoziati-burla tra Israele e i
palestinesi, gli fa suggerire “una
profonda revisione degli stereotipi propagandistici quasi sempre contro
Israele”. Che sarebbe poi l’eterna vittima olocaustale, per la quale “il rischio di cancellazione resta altissimo”.
Colombo, un uomo che vede girare il Sole intorno a una Terra piatta.
Un
cenno anche allo psicodelico Massimo Fini de “Il Fatto”, uomo consustanziale
con il fascismo, che, sorpresoci con una difesa dei Taliban scaturita da una
doccia fredda, auspica un ritorno alla “sobrietà” dell’Italia in stracci del
dopoguerra, dato che oggi non abbiamo “in
giro che tutta una lagna di famiglie che non arrivano alla fine del mese, di
giovani che non trovano lavoro, tutti vittime di un edonismo straccione che si
sono inventati diritti inesistenti al lavoro, alla salute, e quello del tutto irragionevole
della ricerca della felicità”. A questo balordo va suggerito una residenza
fissa nel quartiere Tamburi di Taranto.
Quello
della “Siria che minaccia l’Europa” è anche il ricorrente slogan con cui “Repubblica”, ricettacolo di ogni
manipolatore mediatico USraeliano, convince il suo fideisticamente obnubilato
lettorato che quello su cui infierisce il vivisezionista è un pericolosissimo
coniglio mannaro. Se la cifra del “manifesto” è il cerchiobottismo della “guerra
brutta, compensata da Assad, Gheddafi, Milosevic, Saddam, Taliban brutti”,
quella della “Repubblica” debenedettiana e scalfariana è il ferro di lancia
dello scontro di civiltà lanciato dai gangster padroni di Bush l’11 settembre
2001. Per un Thanopulos, psichiatra di fiducia del “manifesto”, che celebra nel
golpista paleocapitalista sul Colle “un
omaggio all’anomalia comunista e il riconoscimento dei valori sanciti dalla
Costituzione, la percezione del rinnovamento come processo che guarda al
futuro, la protezione dei più deboli dall’egoismo dei più forti…” (altro
tolemaico), c’è un Leonardo Coen, ex-Lotta Continua, che ci dimostra come “nell’arcipelago Putin il gulag resista
ancora” e viene eroicamente avversato delle “Pussy Riot intonanti canzoncine nella Cattedrale di Mosca”
(trattavasi di orge in un museo e di oscenità urlate alla Madonna).
Abbiamo
un disinformato quanto saccente Federico Rampini di “Repubblica”, che omaggia
Obama modello di democrazia, in contrapposizione allo zar Putin, per aver chiesto
al Congresso, per finta, un voto sulla guerra (tutte le guerre Usa degli ultimi
vent’anni sono partire senza voto del Congresso) e che poi lamenta, mescolando
vittime volenterose e complici, come “un’eventuale ritirata americana non porti
benefici per Europa (in corso di smantellamento da parte di Washington), Giappone, India, Israele e Turchia”. Lo
affianca un altro santone della cosca, Vittorio Zucconi, nume tutelare della
categoria nei talk show, per il quale “Obama
è un uomo politico e un leader perfettamente normale, tendente alla moderazione
e al compromesso, lontano dalla presidenza imperiale di George W. Bush”,
che l’infame “comunità internazionale ha
scaricato, a cominciare dal Parlamento britannico”. Di questo giullare di Obama ricordo anche due
paginoni in cui raccontava di un energumeno subumano yankee che si gloriava di
aver ammazzato più iracheni lui che Sansone filistei. Ci si sarebbe aspettato
un moto di orrore, perlomeno una presina di distanza. Ma le presine che forse
aspira lui devono essere quelle che il droghificio della Casa Bianca elargisce
ai suoi scrivani. E l’autorevole analista internazionale Gilles Kepel (sempre
loro!), rimasto fermo alla provetta delle “armi di distruzione di massa di
Saddam” esibita da Powell, insiste a sospettare di Saddam creatore di Osama bin
Laden. Già, e lui partorisce giornalismo.
Chiudo
con la desolazione di un Ennio Remondino, di balcanica memoria, quando
arricciava il naso sulle bombe a ospedali e scuole, subito raddrizzandosi con
l’ossessivo vituperio al “despota
Milosevic”. Ora galleggia nella rete e, rovesciando i dati della realtà,
sentenzia arguto che “per Washington e
per Gerusalemme (non Tel Aviv!) alla fin fine Assad risulta meno peggio delle
frange radicali della rivolta”. Naturalmente è vero il contrario, visto che
le “frange radicali” sono le torme di bruti allevati e guidati proprio da
Washington e… Tel Aviv ( e dargli Tel Aviv è già grasso tossico che cola). E’
dunque sicuro, il castigamatti dei serbi “ultranazionalisti”, che “ad Assad non si voglia dare una vera
spallata, importunerebbe Israele” . Di analisi geopolitiche, di Nuovo
Ordine Mondiale, di Nuovo Medio Oriente”, di bellicismo globale a fini
neoliberisti, nelle acute analisi di Remondino neanche l’ombra.
Crisi? Di chi?
Potrei
continuare passando al rettilario Havaaz, Amnesty, HRW, Arci, CGIL, ai soliti
rianimatori della Sinistra e difensori della Costituzione che si riuniscono per
solleticare le proprie coscienze democratiche con le critiche ai violatori
della Costituzione, negli stessi giorni del
genocidio siriano annunciato da Obama, Cameron, Hollande, Netaniahu,
senza trovare una sillaba per occuparsi del concomitante presagio di sventura
planetaria, formulato dai massimi violatori di ogni costituzione, compresa la
nostra nell’articolo 11, fino alla Carta dell’ONU. Ma mi frena un montante
senso di nausea. Tutto questo si inquadra in un avanspettacolo popolato da
falsari, panciafichisti e farlocchi che inebriano il popolino con lazzi,
battute e balletti. Il varietà ha i tratti della commedia degli equivoci sulla
quale impera il culto dell’estetista, o chirurgo plastico, del capitalismo,
John Maynard Keynes.
Si
definiscono esperti di economia e di organizzazione sociale, imbambolati
ravanano sulla collina componendo e scomponendo pezzetti di Lego, senza avere
alcuna idea che al di là del crinale c’è un altro mondo, con mattoni veri. La
crisi c’è, dicono, confondendo l’effetto (sulle classi “subalterne”) con la
causa (un trucco della classe dominante). La crisi c’è, lamentano, perché i capitalisti sbagliano le ricette,
l’austerity è un grande errore, il neoliberismo un passo falso. Il che permette
al coro di falsari, panciafichisti e farlocchi di rassegnarsi all’attesa di un
rimedio, di una conversione. Magari portata a casa dalla coppia Vendola-Renzi.
Non che, forse forse, la loro crisi da bulimia di accumulazione l’abbiano
gonfiata ad arte per rappresentarla al volgo come incidente naturale, se non
come colpa dell’ “aver vissuto sopra i propri mezzi”? Onde per cui stanno
attuando, consapevolmente e nella massima articolazione programmatica, con
guerre, macelleria sociale e tecno-totalitarismo, un gigantesco rilancio del
capitalismo fondato sulla più vasta
espropriazione di ricchezza e di diritti, dal 99% all’1%, della storia moderna?
Negli Usa in disarmo sociale (altro che
ripresa!), nel 2012, il 10% ha incamerato più di metà del reddito nazionale. I
ladri più grandi di quel 10%, l’1%, si sono presi il 95% degli utili da
reddito. E’ il Sogno Americano dove, da Martin Luther in qua, ci si rifiuta di
svegliarsi. Ma tutto questo Remondino non lo sa. E neppure Zucconi, Colombo,
Rossanda, Rampini, Asor Rosa e compagnia belante. O sì?
“per Washington e per Gerusalemme (non Tel Aviv!) alla fin fine Assad risulta meno peggio"
RispondiEliminapossiamo anche ripetere che Gerusalemme è occupata, e giustamente quasi tutti gli stati del mondo continuano a tenere l'ambasciata a Tel Aviv, ma il governo israeliano sta a Gerusalemme occupata, e quindi dire "per Tel Aviv Assad è meno peggio" sarebbe assurdo come dire che siccome la capitale economica dell'Italia è Milano, "per Milano Assad deve essere abbattuta".
IMHO per salvare capra e cavoli si potrebbe scrivere "per gli occupatori di Gerusalemme ecc.ecc." o "per Gerusalemme occupata", così si colloca il governo israeliano correttamente nella città in cui ha sede, ma ricordando perchè non ha nessun diritto di stare lì
E' alquanto sorprendente che il ratto in questione, accusato di terrorismo un anno fa, non sia stato mai arrestato, ma lasciato (od incoraggiato?) andare in Siria a dare man forte ai ribelli "democratically correct". Vorrei tanto che quelle foto con Bersani alla manifestazione anti Siria e Lucia Goracci sorridente circondata dai ratti assassini siano diffuse sui muri e magari anche in volantini,personalmente non me ne frega niente se questo puo' avvantaggiare altri, a destra od a sinistra. La resistenza siriana ha avuto il merito di stanare le menzogne sulla Siria, costringendo la maggior parte dei media a prendere atto della natura delle fazioni di ascari, per fortuna fermate non solo dall'esercito, che ha pagato un prezzo molto alto in termini di vite umane (ma questo sembra non interessare ai "pacifinti", non si tratta in fatti di "civili"), ma anche dalla popolazione civile. A proposito non si parla piu' delle responsabilita' dell'attacco al gas, forse dalla relazione ONU e' uscito fuori qualcosa che non torna o non e' "politically correct"? e non si parla piu' di Quirico, anche se i suoi tentative di "aggiustare la mira" vaneggiando un'iniziale rivolta popolare e laica "che non era stata aiutata (?) dall'occidente, (Troppo impegnato a distruggere la Libia?)" sa del compassionevole per quell'uomo, ieri prigionieri dei "ribelli", oggi forse prigioniero del sistema che ha deciso di sponsorizzarli. Un'ultima cosa sull'attentato in Kenia, dicono che ci sia stata una rivendicazione dei resistenti Somali, ma anche fosse mi sembra strano che l'azione non avesse obiettivi "politici", come ad esempio la liberazione di prigionieri. La presa del Mall fine a se stessa non avrebbe senso da un punto di vista politico e militare, avrebbe come unico risultato quello di incitare l'opinione pubblica occidentale (grazie anche all'incessante lavoro dei media) contro di loro.
RispondiEliminaSalve,
RispondiEliminaa proposito di articoli e di stampa
vorrei chiedervi se qualcuno sa dirmi qualcosa di più di quello che posso trovare su Google su Yossef Bodansky
(qui un suo articolo http://oilprice.com/Geopolitics/Middle-East/Syrian-Chemical-Attack-More-Evidence-Only-Leads-to-More-Questions.html) dato che ho ultimamente notato che le sue analisi rispecchiano molto il nostro punto di vista sulla Siria. La cosa mi ha stupito vista la sua carriera, ma forse mi sono perso qualcosa.
Tra l'altro è spesso citato nell'ultimo libro di Germana Leoni von dohnanyi, "Rapporto Medusa", che purnon parlando di Siria e Libia direttamente fornisce spunti interessanti: in fondo seguendo il traffico di armi si ha sempre un'interpretazione più chiara degli eventi.
Grazie in anticipo per quello che riuscirete a dirmi.
Tra i "progressisti in divisa" va iscritta a pieno diritto "Un ponte per". Ai tempi dell'aggressione alla Jugoslavia e all'Iraq era un'associazione benemerita, lo sai bene Fulvio. Ma ormai è stata (o si è) arruolata fra le salmerie dell'Impero. Quale retaggio del tempo in cui credevo di salvare la mia coscienza e il mondo elargendo qualche spicciolo ad associazioni umanitarie, ogni tanto mi arriva un opuscolo di costoro, con allegato bollettino postale. Stavolta, manco a dirlo, uno speciale "emergenza Siria". Lo stile è quello di Amnesty, solo un pelo meno sguaiato: nessuna accusa diretta al "regime", solo pochi missili intelligenti sparati contro la decenza. Un'intervista ad un cecchino "ribelle" che trasuda viscida empatia, un "bombe dei militari di Assad" di qua, un "cecchini di Assad" di là, parlare semplicemente di esercito siriano figurarsi, e la propaganda umanitaria è servita.
RispondiEliminaSui giornalisti-tenie, a parte gli irriducibili come Colombo, occorre rimarcare qualche inaspettato sviluppo. Rainews 24 (non ho il satellite, quindi è la sola "all-news" che posso permettermi) sulla Siria ha fatto una svolta ad U. Il povero Salah Methnani, che solo pochi mesi fa giocava a fare il Rambo insieme ai ratti, è stato spedito in Iraq.
RispondiEliminaGian Micalessin, checché se ne dica, segue in prima persona le operazioni dell'esercito siriano traendone servizi tutt'altro che disprezzabili.
Ma la vera sorpresa è Lucia Goracci! Da poche settimane si guarda bene dal frequentare i "ribelli" (ca nisciun è fess) e, con la sua prosa da studentessa secchiona che sembra leggere su un gobbo, ci racconta la tragedia dei siriani massacrati da quelli con i quali si faceva maliziosamente fotografare. Ma si vede che soffre...
Insomma, non so se è un'imperscrutabile manovra dei loro padroni o se costoro hanno fiutato una brutta aria e cercano di correre ai ripari. Se è così c'è da rallegrarsi. Per la brutta aria, ovviamente.
(ANSA) - DUBAI - Pene pesanti, fino a 15 anni di carcere, sono state inflitte da un tribunale del Bahrein a 50 oppositori sciiti, accusati di "ricorso al terrorismo" e di aver cospirato, in collusione con l'Iran, contro la monarchia sunnita degli Al-Khalifa. Si tratta dei militanti che avevano dato vita al "Collettivo 14 Febbraio", organizzatore delle proteste di piazza nella capitale Manama contro il regime: 16 sono stati condannati a 15 anni, quattro a 10 anni e gli altri 30 a 5 anni.
RispondiEliminaSicuramente troveranno meno interesse (meno che mai sostegno) dei "ratti" che cercano di conquistare, per ora senza riuscirci, la Siria. Non sono mica "democratici ribelli" come quelli che hanno messo a ferro e fuoco la Siria o la Libia...
Ciao Fulvio.
RispondiEliminaMi piacerebbe conoscere il tuo parere sulla vicenda di alba dorata.
Per sgombrare il campo da fraintendimenti con chi legge il mio commento,credo che il posto giusto per questi energumeni sia dietro le sbarre.Mi sorgono pero',dato che era stato concesso loro di fare di tutto,alcuni dubbi.
Non e' che hanno fatto comodo per intercettare i voti del sottoproletariato massacrato dall'europa e poi al momento opportuno li fanno fuori non tanto per tutelare la democrazia ma per evitare che costituissero un pericolo per la dittatura della trojka?Forse sono troppo complottista,oppure sono vere entrambe le cose.
Saluti,Luca.
Alex1.
RispondiEliminaSorprendente che il ratto non sia stato arrestato? Macchè, normalissimo.
Quanto alle "conversioni" di Goracci e compagnia belante, bè, all'evidenza tocca arrendersi. Merito della resistenza siriana e della grossolanità delle balle imperialiste. Inoltre, anche qui, è la voce del padrone che ha capito che gli islamisti gli stanno fregando la Siria. Il che sta bene solo ai teocrati israeliani.
La presa del Westgate non è mai stata pianificata dagli Shabaab. Il significato politico è ovvio e giusto: rappresaglia per le stragi keniote in Somalia, attacco al simbolo del vampirismo occidentale. Far pagare un costo pesante ai surrogati dell'Impero. Non credo che le sterminate masse dei poveri kenioti si siano risentiti. E anche questo è un risultato.
L'opinione pubblica occidentale sarebbe contro di loro, comunque, anche se mettessero fiori nei loro cannoni.
Invito a vedere sul sito di Rainews 24 l'intervista di Monica Maggioni al presidente siriano Assad.
RispondiEliminaSorvolando su alcune cadute di stile della giornalista (in fondo è pur sempre la "Madre di tutte le Embedded"), niente al confronto con le zerbinate del suo predecessore Mineo, viene fuori la grande dignità del presidente. Ne avessero un miliardesimo i nostri politici! Afferma come è logico che nessuna trattativa è possibile con l'"opposizione" armata, nient'altro che terroristi. Ribadisce inoltre che eventuali trattative avranno come controparte solo gli USA perché è da loro che è partito l'assalto. Non si può perdere tempo a trattare con entità quali Arabia Saudita ed Europa perché sono solo miseri esecutori degli ordini americani.
Spero che queste ovvie ma coraggiose affermazioni siano frutto del rafforzamento politico e militare della Siria operato dalla Russia e dal mondo libero.
Mauro Murta@
RispondiEliminaScusa, ho indirizzato la risposta alle tue osservazioni su Goracci e Co. a Alex 1.
Quanto a "Un Ponte per", vi ho militato ai tempi dell'embargo all'Iraq e della guerra alla Serbia. Con sue delegazioni sono stato nei due paesi. Hai perfettamente ragione. Allora erano tra i pochissimi che non diffamavano i "sanguinari dittatori". Poi il carrierismo di Fabio Alberti (PRC) e il suo opportunismo hanno fatto degenerare la cosa in una Ong collateralista. L'acme fu raggiunto con le due Simone, ricordi? Ripetutamente ne ho denunciato i pacifintismo nonviolento che ora li ha fatti finire accanto ai ratti.
Luca@
RispondiEliminaIL tuo "complottismo" è perfettamente giustificato. E lo stesso discorso vale per tutte le formazioni neonazista che spuntano qua e là per far credere al volgo che il fascismo stia lì e non, invece, nei partiti di questi governi. Sono sempre e comunque invenzioni dei servizi dei regimi in marcia verso il totalitarismo.
Segnalo qesto articolo: http://www.lastampa.it/2013/09/30/italia/la-flotta-nato-al-largo-della-sardegna-ecco-come-ci-si-prepara-ad-un-attacco-b87YEpQAjKtmFrVHYcdY4H/pagina.html
RispondiEliminae http://www.sassarinotizie.com/articolo-20005-navi_e_uomini_a_largo_delle_coste_sarde_la_nato_simula_un_attacco_bellico.aspx
L'immagine nella frase finale del 2° articolo rende bene quello che Assad dice nell'intervista citata da Mario Murta: gli USA, come dei burattinai, tengono d'occhio quello che fanno gli altri stati della Nato.
Qualche volta dovremmo parlare anche della povera Europa. Degli espropri dei Mercati-Mercanti: 50 miliardi di euro versati ai fondi salva-banche privati con sede in Lussemburgo dai governi Monti-(barzel)Letta. Forse dovremmo anche parlare dell'evoluzione del capiatlismo. Gli imprenditori, coloro che detengono i mezzi di di produzione, vengono derubati dei profitti "illegittimamente" estrorti ai lavoratori da un livello finanziario sovraordinato, attraverso un'ipertassazione dissanguante. La borghesia di serie A che fotte la borghesia di serie B. I Lavoratori si aggirano intontiti e rincoglioniti dai dibattiti politici, un po' come il simpatico napoletano alla festa universitaria dello spot Telecom.
RispondiEliminaSiqueiros
Siqueiros@
RispondiEliminaOttima e sintetica analisi.
Una piccola glossa: la sfera finanziaria non è un livello sovrordinato all'economia capitalistica. La sfera finanziaria è il capitalismo.
RispondiEliminaQuando l'espansione materiale D-M-D' non riesce più a "pompare energia" ai livelli finanziari (quelli di D), si passa direttamente al ciclo del capitale portatore d'interesse D-D', «la formula originaria e generale del capitale condensata in un’espressione priva di senso» (Marx, Il Capitale, Libro III - la sintesi in pochissime e geniali parole del paradosso dell'accumulazione capitalistica: non a caso il capitalismo passa da una crisi all'altra).
Piotr
Ucciso da sicari terroristi il responsabile dei servizi anti hacker iraniano. Il corriere della sera non parla di "terrorismo" ovviamente, ma ammette che si tratta di "oppositori interni" o di Servizi segreti internazionale. Senza ombra di condanna, anzi aggiungendo che sono 5 gli scienziati iraniani uccisi dal Mossad o da suoi addentellati dal 2007 ad oggi. come fosse una cosa normale. Cosa diranno i "democratically correct" sostenitori delle aperture di Rohani, che è un buon segno, dialogo si, ma con un interlocutore disarmato è meglio?
RispondiEliminaUn ultima cosa, in realtà i media occidentali adorano gli oppressi che usano fiori invece che cannoni. Mi ricordo, durante la prima intifada, i palestinesi oggetto di gran simpatia a sinistra in Italia, perchè, mentre i loro giovani cadevano a centinaia sotto i colpi dei "giusti", i loro coetanei israeliani si godevano tranquillamente la vita nei bar e nei locali il sabato sera. Quando durante la seconda intifada, i palestinesi hanno anche usato le loro poche armi, la simpatia è praticamente scomparsa, sostituita dal concetto che doveva prevalere su tutto, cioè la "sicurezza di Israele".Questo è quello che piace, l'oppresso che subisce senza reagire o minimamente turbare il sonno di chi è dalla parte giusta.
caro Fulvio ti leggo con grande interesse, il tuo punto di vista è illuminante, così come di grande stimolo i commenti dei tuoi lettori, spero di poterti conoscere di persona prima o poi, a Lampedusa ti ho mancato per un pelo...
RispondiEliminaa proposito di Lampedusa, rabbia e tristezza più che mai oggi pensando a chi perde la vita nel medditerraneo cercando invece la salvezza...
la effe
Piotr@
RispondiEliminagrazie per la precisazione. Però credo che in 150 anni le forze produttive abbiano avuto un'evoluzione. Penso ad esempio alla stretta dipendenza dai processi di ricerca ed innovazione, forse una volta non così impellenti, che obbligano gli imprenditori a ricorrere in misura maggiore ai crediti finanziari, ed i lavoratori ad elevare le loro conoscenze tecnico-scientifiche o linguistiche.
Siqueiros