venerdì 4 ottobre 2013

CRIMINAL TANGO



Il forte si mesce col vinto nemico;
Col novo signore rimane l’antico;
L’un popolo e l’altro sul collo vi sta.

Dividono i servi, dividon gli armenti;
Si posano insieme sui campi cruenti
D’un volgo disperso che nome non ha. (Alessando Manzoni, Coro dell’Adelchi)

Vi segnalo subito, in fondo al post, l’intervento della pentastellata Paola Taverna nel dibattito sulla fiducia al Letta-Lecca cum Berlusconi. Tra tutte le miserie, fanfaluche, menzogne, baggianate, perfidie, vomitate dalle larghe intese tra congiurati, cialtroni, ciarlatani, cialdini, ciampiconi, cianciconi, ciangottanti, ciarloni, ciarpami, tutti tentacolini della Seppia Gigante sul Colle, amministratrice delle larghe intese mafio-massonico-atlantiche, il discorso della giovane e intrepida Paola emerge come un diamante nella cloaca maxima.;
Nell’aria inquinata di uranio impoverito esalata dal consesso dell’inciucio strategico su quella che per la graziata da SEL-PD, Laura Boldrini, è una sacra istituzione ingiuriata dai grillini, la voce della senatrice a cinque stelle ha fatto riflettere sulle occasioni perse, quando poteva e doveva e non faceva, da quello che chiamavano (e qualche inconsulto ancora rievoca come tale) “il Grande PCI”. Per un attimo abbiamo percepito cosa  questa assemblea di nominati, pregiudicati, corrotti, ladri, falsari, avrebbe potuto essere se fosse popolata da persone come Paola. Avremmo anche potuto, in quel caso, soprassedere sulla storicamente, politicamente e moralmente necessaria liquidazione della democrazia rappresentativa.


Suggerisco anche  di andare su you tube ed ascoltare l’intervento del deputato Cinque Stelle Alessandro Di Battista sull’orrenda e annunciatissima tragedia di Lampedusa. Anche qui si tratta di un unicum inserito in una fanghiglia maleodorante di retorica ipocrita, pietistica, superficiale, depistante. Di Battista è l’unico, tra ciangottanti presidentesse e tronfi perbenismi umanitari di gazzettieri, parlamentari e preti, a osare di nominare i responsabili e le responsabilità dell’accaduto e di tutto il fenomeno migratorio, storico e attuale. Se ne parlerà per esteso nel prossimo articolo.


C’è  stato poi il corollario di questa esaltante lacerazione della nebbia parlamentare diffusa dal truffaldino ronzìo di fondo settantennale di quello che è stato sostanzialmente sempre il Partito Unico del mafiacapitalismo imposto alla marca dell’Impero. Ed è stata la salutare reazione dei Cinque Stelle alla scilipotata dei suoi transfughi che del resto, come già la capofila scilipotica, Gambaro e il tronista di Barbara d’Urso, Marino Mastrangeli, avevano anticipato il loro entusiasmo per il governo Golpista-Nipote pizzinaro-Delinquente nelle ospitate avidamente offerte dalle televisioni inciuciste e, in perfetta sintonia, da un “manifesto” e dagli altri sinistrati frustrati da una perenne ejaculatio precox  come evidenziata dai nove milioni che hanno votato Cinque Stelle.
Sono stati incontinenti, smanierati, eccessivi, i senatori Cinque Stelle? Certo, le loro smodatezze hanno violato l’austero emiciclo, che mai negli annali aveva dovuto registrare comportamenti meno decorosi e forbiti delle ricorrenti pestate a sangue, dei banchetti a base di mortadella e spumante, delle risse a base di “troia” e “frocio”, delle documentate (dalle Jene) spippettate nei cessi, del “vota, stronzo!” (copyright della “comunista italiana”, Manuela Palermi, all’indirizzo del collega Rossi, che si rifiutava di votare per il genocidio in Afghanistan, come invece correva a fare la femminista, pacifista, nonviolenta partigiana, Menapace, insieme a tutto il cuccuzzaro bertinottiano).

A tale Paola De Pin, che sullo skateboard della diaria non restituita, ha volteggiato verso il gruppetto di ex-Cinque Stelle, tutti trascinati via da vocazione zerbinara, non diversa da quella di SEL, gambetta sinistra della poltrona PD, a rinnegare l’impegno numero uno preso con gli elettori (mai con i vendipatria, i guerrafondai, i ladri e tutta la criminalità politica organizzata), hanno gridato “venduta”. Imperdonabile. Come dare del rettile a una serpe, o “bel taglio di capelli!” alla Medusa. La Boldrini, vestale poco vergine delle istituzioni, pur dall’altra Camera, ha caricato i bazooka anti-grillini. Il “manifesto”, che per tasso di livore impotente anti-grillini nulla cede a una presidente della Camera  istruita all’imparzialità dal mentore Napolitano, si è contenuto: dell’indignazione dei senatori, coerenti con l’impegno preso con gli elettori di non pulirsi con la carta igienica usata dal PD, ha detto: “Insulti e bagarre dei grillini in Senato, urla e insulti, M5S scatenato in aula”. Ispirato dal sallustiano “metodo Boffo”, è arrivata a inventarsi la minaccia alla De Pin “ti aspettiamo fuori”, negata dalla stessa “vittima dell’aggressione”. Dalla prima alla quarta pagina, è questo che, della più oscena, buffonesca, ruffiana tragedia inflitta ai cittadini pietrificati dal mercimonio catto-mafioso, a Norma Rangeri interessa evidenziare. Il resto sono bazzecole: “Con il PD di Letta e Renzi, registi di un traghettamento del partito nell’antica casa dorotea del grande centro democratico e cristiano” Norma si sente discretamente rassicurata.  Dopotutto, sotto i vecchi democristiani tanto male non si stava e il “manifesto” vendeva un sacco di copie. L’apocalissi, invece, incombe da quei “talebani” di seguaci dell’ “ex-comico”. Già, per il “manifesto” le diverse posizioni sotto il guitto mannaro sono definite nei nobili termini di “falchi e colombe”. Ciò che divide il M5S sono i “dissidenti”, onorati dell’appellativo riservato a chi si oppone a dittature, e i “talibani”, roba che peggio non sin può.
Con la consueta acutezza d’analisi, la direttrice di un giornale che insiste a irridere al concetto chiamandosi comunista, a dispetto delle sue piroette tra D’Alema  (risantificato per essersi opposto - ? – alla guerra in Siria) e Bertinotti, Obama e Vendola, alla vista del “cambiamento di scenario politico”, fondato ora sui pilastri Giovanardi, l’imputato Formigoni, Lupi, il terrorista Mauro, con il concorso di piduisti e mafiosi assortiti,  si rammarica del destino che, dopotutto, moriremo democristiani. Bell’eufemismo per un paese passato dal carrozzone dell’Omino di burro diretto al Paese dei Balocchi al cellulare dello Stato di guerra e di polizia. L’idea le deve essere venuta a osservare questo Papa cool e pacifista che, rilanciata la sussidiarietà di Comunione e Liberazione. già sancita dal bau bau anticomunista Woytila, della congrega affaristica e vandeana di Don Giussari ha fatto la sua corrente all’interno dell’alleanza tra il puttaniere in disarmo e il pio nipote in ascesa. Trionfo Vatican-democristiano, sì, celebrato anche con la santificazione, per miracoli compiuti, di due papi, nel solco di una santità a prescindere, che sacralizza l’istituto ben oltre il grado di monarchia assoluta e che, cosa non irrilevante, è propedeutico alla propria santificazione.Tanto per ribadire la modernità innovatrice di un difensore di poveri e oppressi che conviveva con gli aguzzini argentini quanto quel nostro ministro (e tutti gli altri) con la mafia. E c’è chi ancora dubita della continuità escatologica della Chiesa, alla stregua di come chiude gli occhi davanti a quella imperialista, terrorista, antidemocratica, degli Usa da Roosevelt a Obama.

La direttrice-epuratrice del “manifesto”, nel vedere un esito democristiano in quella che è la strategia di due mute di botoli, voraci quanto feroci ne sono i padroni, lanciata su una sessantina di milioni di persone da ammanettare e sbranare, deve aver rivissuto l’apoteosi di un regime fondato sul compromesso storico grazie al quale i democristiani avevano generosamente “sdoganato” i comunisti per farli razzolare tra le ossa piovute dal loro banchetto. Forse l’ha consolidata in questa consolatoria convinzione l’unità d’intenti, opere, profitti e devastazione, tra coop rosse e Compagnia delle Opere in occasione dell’ Expo formigoniana (4,1 miliardi di bottino, oltre agli 11 delle futuribili infrastrutture), squarciamento della Valsusa, base Usa a Vicenza, ospedale di Niguarda e mille e mille appaltoni in giro per l’Italia da asfaltare. Unità d’intenti ora istituzionalizzata sotto lo scudo di un regime ontologicamente identico al precedente, e a quello prima ancora, alla faccia di tutti i cembalisti della “svolta storica” che, negli screzi tra berlusconiani e “diversamente berlusconiani”, si fingevano la fine dell’era del Grande Corruttore 2.0 (il primo era l’altro amico di Napolitano, Craxi).

Qui intanto non è finito un bel niente. Siamo nella continuità più immacolata, ma in una continuità allargata, consolidata, risciacquata  progressiva, rilanciata verso gli orizzonti temporali assegnatigli dai mandanti dell’opzione “guerra infinita”. Che sia al “terrorismo”, impiantato là dove serva a giustificare l’intervento di legioni straniere, o al “conservatorismo” di chi fugge dalle fauci dei cannibali all’1%, come noialtri in Italia, o gli spacchi i denti, come si fa da altre parti, tra Medioriente e America Latina. E che qualcosa in comune ci sia tra vittime e carnefici di Valsusa e Damasco nessuno l’ha capito meglio dei diretti interessati.

A questo proposito vorrei dire la mia sulle manifestazioni rispettivamente del 12 e del 19 ottobre. La prima organizzata dagli eterni rianimatori della legalità costituzionale, senza troppa zavorra sociale e politica rivoluzionaria, riuniti sotto l’ombrello di “Giustizia e libertà”, che la questione strategica della guerra non la sfiorerebbero neanche con le pertiche. Una nuova processione di massa, tipo girotondi o popolo viola, con salmerie imboscate varie, all’insegna del “facciano quello che gli pare, purchè con le buone maniere”. E’ una passeggiata nel giardino delle Esperidi che, si sa benissimo, non smuove una goccia del pantano, ma che ci incerotta un po’ le ferite. Le mele d’oro intravviste se le pappano poi i soliti semidei. Anche questo lo si sa benissimo.
La seconda è la manifestazione dei No Tav. L’accanimento terroristico e militarizzato di chi abusivamente si definisce Stato, legittimato da magistrati bramosi di roghi e accreditato da media-droni che sparano missili “Hellfire” sulla Valle, è la prova provata che quelli della Valsusa sono i partigiani della democrazia vera, dello Stato di diritto, della libertà, dei diritti umani ostici ad Amnesty e a HRW e, soprattutto, di un futuro umano sottratto ai cannibali. “Il varco è qui?” si chiedeva Eugenio Montale, riflettendo sulla solitudine e il disorientamento esistenziali da superare verso una vita autentica. “Il varco è qui”. Lo sanno gli aggressori e lo sanno gli aggrediti. Alla manifestazione del 19 dovremmo arrivare a capirlo tutti quanti. L’Italia sta lì, nel varco. E non solo l’Italia.  
***************************************************************************************************
Voi #SieteNiente
"Onorevoli" colleghi,
Quello che si sta verificando in questi giorni non è solo l'ennesimo schiaffo all'ordine costituzionale, non sono solo le disperate manovre eversive del leader di un partito politico che rischia di affondare. Qui è un paese intero che sta affondando. Altro che agibilità politica di un singolo: qui è in gioco la sopravvivenza collettiva della nazione.
Sarebbe quasi scontato ripercorrere la "
folgorante" carriera politica del Senatore Berlusconi: tessera n° 1816 della P2, celebre loggia massonica illegale ed eversiva, qualche decina di leggi ad personam e ad aziendam fatta approvare negli ultimi vent'anni per schivare le sentenze all'ultimo minuto e ora una condanna a 4 anni per frode fiscale, per ironia della sorte grazie a una legge votata proprio dal suo partito. Ma il Senatore Berlusconi, con tutto il rispetto, è solo il passato. Buona galoppata verso casa Cavaliere. Le piacerebbe continuare ad affrontare i suoi processi da Senatore o, come un tempo, da premier. Stavolta niente più lodi Alfano, niente più legittimi impedimenti, forse il PD ci farà persino il regalo, per una volta, di non farvi più da spalla come in passato presentando, che so, un lodo Letta... si deve soltanto applicare la legge, in giunta e in aula, e vorremmo che fosse senza voto segreto. Mettiamoci la faccia, quando diremo che LA LEGGE, IN ITALIA, E' UGUALE PER TUTTI. 
Non potremo dire che ci mancherà, semplicemente perché, considerando il
 99% delle sue assenze, è già un evento vederla tra noi. Alla faccia della responsabilità verso il Paese.
Sì, perché voi eravate il governo dei "
responsabili". Ve ne siete responsabilmente fregati dell'aumento dell'IVA al 22%, ve ne siete consapevolmente dimenticati della tanto sbandierata abolizione dell'IMU sulla prima casa, che noi avevamo proposto in alcuni emendamenti: PDL, PD e Scelta Civica hanno votato NO. Forse non apprezzavano il fatto che la copertura da noi indicata derivasse dall'aumento delle tassazioni sulle speculazioni finanziarie e sui guadagni dei concessionari del gioco d'azzardo. Rischiare di penalizzare gli amici degli amici che gestiscono le slot machines? Non sia mai. Le tasche dei comuni mortali sono più comode per trovare il miliardo e 900 milioni che gli avete condonato. Già, perché quando abbiamo proposto di eliminare questa vergogna, avete votato CONTRO.
Molto più importante, senz'altro, modificare in fretta e furia la Costituzione nata dalla rinascita dopo la tragedia della IIa Guerra mondiale e della dittatura, delegando l'operazione a 40 presunti "saggi", aggirando quell'articolo 138 che è garanzia della nostra democrazia e della nostra libertà. Salire su un tetto è un grave oltraggio alle istituzioni. Spazzarle via con un colpo di spugna, invece, è un atto dovuto. Se questa è saggezza, beata ignoranza. In questi anni non avete fatto altro che recitare beffandovi di 60 milioni di persone. In questi giorni avete messo in scena l'ennesima puntata, dando il meglio di voi. Mi alzo la mattina e si sono dimessi i parlamentari del Pdl. Ma non c'è crisi di governo. Faccio colazione e si dimettono pure i Ministri. Mi lavo i denti e forse le avete ritirate. Tempo di portare il bambino a scuola, e si è ufficialmente in piena crisi. Insomma,
 la situazione è grave, ma non è mai seria.
D'altronde non sarebbe una gran perdita questo esecutivo: vogliamo ricordarlo qualcuno dei vostri exploit?
 
30 Luglio 2013:
 il MoVimento 5 Stelle presenta un emendamento per bloccare l'aumento dell'IVA. Copertura finanziaria garantita tramite tagli a inutili megaprogetti del Ministero della Difesa, aumento della tassa sulle transazioni finanziarie da 0,2 a 1%, la famosa Tobin Tax, riduzione del 2% di tutte le spese delle pubbliche amministrazioni, ovviamente escludendo la scuola, la sanità, la cultura, la ricerca, di norma i primi settori dove VOI andate a battere cassa.
Rimborsi elettorali, il buon vecchio finanziamento pubblico ai partiti. Quello del referendum ignorato... ve lo ricordate? 92 milioni di € l'anno. Bella sommetta. E lei, Presidente Letta, il 24 Maggio 2013 aveva promesso agli italiani che lo avrebbe ABOLITO. Basterebbe una sola firma. Il MoVimento 5 Stelle ha già restituito i
 42 milioni di euro che ci sarebbero spettati: non servono tutti questi soldi per sostenere le proprie idee. Come non servono 14.000 € al mese per vivere dignitosamente da parlamentare, mentre pretendete che i cittadini campino con 900 €! Abbiamo proposto di istituire il reddito di cittadinanza, ci avete riso in faccia. In compenso, lo slogan "nessuno deve rimanere indietro" vi è piaciuto così tanto che avete finito per copiarcelo, presidente Letta. Ma noi non siamo gelosi. Copiate anche le proposte e le nostre idee al posto di dire sempre NO! Realizzatele una buona volta! F-35: il MoVimento 5 Stelle propone il taglio del programma. Tanto per cambiare, ancora no. Potevano essere un miliardo e 300 milioni di € l'anno da destinare all'economia reale, alle piccole e medie imprese, ai servizi sociali per i quali i soldi, invece, non ci sono mai. Volevamo sospendere il pagamento dell'IRAP per le piccole imprese che assumono almeno 5 giovani. Neanche per sogno. Continuiamo a mandare i neolaureati all'estero con biglietto di sola andata. Abolire la TARES, l'ulteriore salasso ereditato dal Governo dei tecnici. Volevamo inserire la tariffa puntuale: più ricicli meno paghi, più inquini più paghi. Difficile da capire? Evidentemente sì, perché pure stavolta al MoVimento 5 Stelle avete detto che non è possibile. Questa maggioranza non ha saputo nemmeno produrre una legge efficace contro l'omofobia, persino quando non sono i soldi ma i principi etici ad essere in ballo non riuscite a fare la cosa giusta, anzi vorreste permettere ai partiti e alle organizzazioni religiose di rilasciare dichiarazioni discriminatorie spacciandole per libertà di opinione. E non provate nemmeno un briciolo di vergogna a illudervi che sia vero.
Siamo stati noi i primi a chiedere nel 2007 di cambiare la legge elettorale: l'abbiamo fatto, presentando la proposta "
Parlamento pulito". Quella proposta che avete ignorato per 6 anni, fregandovene delle firme di 350.000 cittadini. Voto di preferenza, limite massimo di due legislature SENZA eccezioni, decadenza e incandidabilità dei condannati, a noi non serviva la legge Severino per sapere cosa fosse giusto fare. 
29 Maggio 2013, altra data che ricorderemo, più che altro perché, per una volta, la proposta che bocciate non è nostra: alla Camera, PD e PDL votano contro la mozione Giachetti, SUO compagno di partito Presidente Letta. Mica uno di quei grillini catto-fascio-comunisti, classificati secondo la convenienza di giornata. Ma lei in diretta, su una televisione pubblica
 in prima serata MENTE, nel METODO e nel MERITO. Racconta agli italiani che siamo noi a non voler cambiare il Porcellum, a chiacchiere, mentre siete voi a salvarlo, coi fatti.
E di cose giuste da fare non ne abbiamo solo proposte moltissime, siamo riusciti a farne approvare anche diverse, difendendole con le unghie e con i denti: grazie agli emendamenti del MoVimento 5 Stelle la legge contro lo scambio elettorale politico-mafioso è stata corretta, le norme contro il femminicidio sono state rafforzate e migliorate, il pagamento prioritario delle aziende rispetto alle banche è diventato realtà, non il solito "
faremo, vedremo"... anzi "Vedrò", per usare il nome della sua fondazione dell'inciucio! Sono andate in porto le nostre proposte per sospendere le cartelle esattoriali di chi vanta crediti nei confronti dello Stato, per istituire un fondo per il microcredito a favore delle imprese con i soldi tagli alla politica, ancora in attesa del decreto attuativo da parte del vostro esecutivo. Abbiamo ottenuto norme per sviluppare la rete nelle aree rurali, per avere finalmente nomine trasparenti e meritocratiche nelle società partecipate. Disco verde, ancora, alla proroga per l'ecobonus del 65% sulle ristrutturazioni energetiche, anche per gli edifici storici, un settore che può creare fino a 500mila nuovi posti di lavoro. Approvate, infine, le nostre risoluzioni contro le classi pollaio causate dalla disgraziata riforma Gelmini. Ma non basta certo questo per darle la fiducia. Perché queste sono le nostre, non le vostre battaglie.
PD e PDL spesso ci hanno dimostrato di essere complementari. Mai come in questo momento è difficile distinguere l'uno dall'altro:
 MENTE, Presidente Letta, sulla legge elettorale, proprio nello stesso modo ignobile in cui MENTE il "Cavalier" Berlusconi sull'IVA. Stesse modalità, stesse finalità: dare il via alla campagna elettorale prendendovi gioco di noi cittadini. La crisi vera e profonda è del popolo italiano, che non riesce neanche più a capire che cosa sta veramente accadendo. 
Un Presidente del Consiglio non è un politico qualunque. Un Presidente del Consiglio è una figura istituzionale, una delle più alte cariche dello Stato. Da lui ci si aspetta un comportamento ancora più irreprensibile e integerrimo di un politico normale. Deve essere l'emblema della trasparenza e dell'affidabilità.
 Un Presidente del Consiglio NON PUO' MENTIRE, Presidente Letta. In una qualunque altra democrazia moderna, un premier scoperto a raccontare frottole ai suoi elettori si dimetterebbe ancora prima di essere cacciato via. Lo faccia Presidente, prima ancora che sia questo Parlamento a chiederle di andarsene, perché il MoVimento 5 Stelle non le permetterà di glissare neanche un minuto, come se nulla fosse, sulla necessità di chiedere responsabilmente il voto di fiducia, quella fiducia che il MoVimento non può dare, e non darà, a chi inganna la cittadinanza. Il MoVimento 5 Stelle non fa alleanze e non è la ruota di scorta di nessuno, tantomeno di chi per sette mesi è stato il principale alleato del condannato Berlusconi. Qui o si governa o si va tutti a casa, non ci sono margini. Solo con un Governo a 5 Stelle potremo davvero avviare il risanamento del paese. In mezzo non c’è niente. VOI SIETE NIENTE!" Paola Taverna, M5S Senato


Dal blog di Beppe Grillo
Kasparov, il campione sovietico, diceva che gli scacchi sono il gioco più violento che esiste. Ed è una partita a scacchi con un Sistema Organizzato a norma di legge quella in corso da anni in Italia. Una partita che ha mandato a morte giudici, fatto esplodere bombe, espulso silenziosamente dalla scacchiera giocatori avversari in tutti i settori della società. E' avvenuto nella politica, nell'informazione, nelle grandi industrie, nell'arte. Chi è nel Sistema deve far parte del Sistema, sia questi un politico, un cantante, un industriale. L'occupazione degli spazi della scacchiera è continuo, incessante, a colpi di leggi, di disinformazione, dell'utilizzo di ogni regola fatta su misura. Ogni casella disponibile va presidiata. Parafrasando Karl von Clausewitz "La politica non è che la continuazione della guerra con altri mezzi". Il MoVimento 5 Stelle non è violento, ma è rivoluzionario. Vuol cambiare la società, restituire ai veri giocatori, i cittadini, la scacchiera, il gioco. Cambiare in senso democratico la Costituzione e lo Stato. Il M5S è una variabile che il Sistema, non solo quello nazionale, non aveva previsto e ha quindi reagito con ogni mezzo possibile per escluderlo dal gioco. Il M5S è condannato dalla sua stessa natura a vincere la partita o a perderla irrimediabilmente. I pezzi bianchi non possono allearsi con quelli neri. A differenza degli scacchi in questa partita non è previsto il pari, ma solo lo scacco matto. Siamo in guerra, una guerra che deciderà il destino di questo Paese per il prossimi decenni. O ci sarà una svolta o una lenta stagnazione con facce nuove a proteggere i vecchi interessi di sempre. Le giovani generazioni non hanno un futuro, laureati e diplomati hanno lasciato l'Italia a centinaia di migliaia in questi anni alla ricerca di lavoro e di opportunità. Sono loro i nostri rifugiati politici costretti ad espatriare, come i siriani, come i libici. Prendono il treno al posto dei barconi. Come in tempo di guerra, lasciano le loro case bombardate dalla corruzione e dall'arroganza della classe politica. Non è più tempo di parlarsi addosso, ma di azioni, di segnali, di presenze. Il Parlamento si è dimostrato una scatola di tonno vuota, il contenuto lo aveva già divorato da tempo il Sistema. Bisogna tornare nelle piazze e pretendere che la RAI diventi una casa di vetro, oggi è solo uno strumento di propaganda in mano ai partiti. Con i fatti, non con le parole. Chi vuole guardarsi l'ombelico si tiri fuori. Il M5S non è il suo ambiente. Presto faremo il terzo VDay. Tenetevi pronti.

Nessun commento:

Posta un commento