“Così daremo questo grosso prestito. La
maggior parte tornerà ai creditori, mentre il paese rimarrà col debito, più una
montagna di interessi. Così diventeranno i nostri servi, i nostri schiavi. E’
un impero. Non ci sono alternative. E’ un grande impero, di grande successo”.
(John Perkins)
“Gli uomini, è stato detto, pensano in
greggi. Si vedrà che impazziranno in greggi e riguadagneranno la ragione
lentamente, uno per uno”. (Charles Mackay)
“Finchè l’inganno procedeva tranquillo e
consolatorio, tutti ci siamo fatti ingannare, avallando l’inganno per
incoscienza o, forse, per vigliaccheria”: (William Faulkner)
Come nel
caso di Cuba, dove ci si ridicolizza facendo passare il gigantesco passo
indietro delle privatizzazioni, della subordinazione alla Chiesa e della pacificazione
con gli Usa, per aggiornamento del socialismo alla vietnamita, le sedicenti
sinistre-sinistre, dal “manifesto” in giù, ora si divincolano nell’inguacchio
bersaniano della “non sconfitta” per mettere una toppa alla cazzata
sesquipedale della “rivoluzione “di Tsipras. “La strategia della farfalla ateniese”, titola il manifesto, ancora
a resa dichiarata, e “Ora sarà Atene a
scrivere le sue riforme”. Grottesco, patetico, conferma dell’inanità di
gentucola frustrata, ma irrimediabilmente vanesia che,annegando nel brodo dei
propri ininterrotti abbagli, non perde occasione per saltare sulla prima
carrettata di pugni chiusi che passi al largo. La questione sarebbe irrilevante
se costoro non riuscissero, comunque, a
seminare nebbia tossica in cervelli che, in mancanza di meglio e di una qualche
autonomia di pensiero, potrebbero individuare alternative credibili.
Come volevasi dimostrare
Gioiosi,
trionfanti, invece, gli organi di corte che si esaltano per la “sconfitta, la
disfatta, la resa, la capitolazione” di Syriza, che aveva osato promettere al
popolo un destino diverso dall’essere divorati dall’associazione a delinquere
del furto e del sociocidio rintanata a Berlino, Francoforte, Washington e
Bruxelles. Dicono bene, “disfatta”,
“capitolazione”, eccetera, anche se ci fa schifo la servile identificazione di
questi sicari con le ragioni dei loro mandanti. E’ bastata, quella faccia a
gancio di macellaio di Schaeuble, clone del celebre Dr.Stranamore, dal braccio
teso a scatto e dall’identica esibizione da una sedia a rotelle del meglio
della psicopatia nazista, per riassumere così, nella riunione dell’Eurogruppo,
l’uppercut europeo al fasullone di Atene: “Zitti,
la riunione è finita”. Come dire: fuori dalle palle e vai a fare i compiti.
Si è poi divertito, il giustiziere della Merkel, di fare il beffardo: “Il Greco avrà qualche difficoltà a spiegare
l’accordo ai suoi elettori”.
“Le
autorità greche si impegnano ad astenersi da ogni modifica delle misure e da
ogni cambio unilaterale delle politiche
e riforme strutturali che impatterebbero negativamente sugli obiettivi fiscali,
il recupero economico, la stabilità finanziaria, come stabiliti dalla Istituzioni”
(Troika). Senza obbedienza a questi ordini, niente miliardi in ulteriori
crediti richiesti per evitare il default sul debito di 320 miliardi di euro. Varoufakis,Il
fichissimo ministro greco addetto all’estrema svendita della culla della
civiltà europea (agli Usa e ai loro sicofanti europei dà fastidio ogni
riferimento a civiltà), ha preso e portato a casa. Poteva fare diversamente chi
per anni era stato braccio destro del ladrone Pasok, Papandreu? Poteva stupire chi s’era fatto ammanettare
dall’alleanza governativa con un partito di destra e con un Capo dello Stato
tratto dalla reazionaria e corrotta Nea Democratia?
Non per
nulla a Matteo Renzi, pari truffaldino venditore di elisir di lunga vita, dai
gorghi in cui va sprofondando e in cui ha contribuito a cacciarlo Tsipras ha
reso grazie per l’aiuto dato. Trattasi
di funamboli della presa per il culo, ma nel gesto c’è un barlume di onestà:
grazie per avermi dato una mano a buttare alle ortiche, come tu insegni, le
promesse elettorali della palingenesi. Tsipras dopo Samaras e Papandreu è come
Renzi dopo Berlusconi, Monti e Letta e non c’è dubbio che anche a lui
l’eurodittatura lubrificherà la corsa a trascinare un popolo, che ha marciato
al suo piffero, a ulteriori sorti magnifiche e progressive dell’europredazione:
fine della contrattazione collettiva, conferma dello sbattimento in strada
degli statali, deregulation, privatizzazioni, condizioni della Troika (cui
Tsipras è riuscito a mettere la maschera di carnevale “Istituzioni”) per le “riforme di aggiustamento”, accettate
in cambio di quattro mesi in rianimazione.
Qui, come per tutti noi che veniamo scarnificati
dal metodo “austerity” di trasferimento della ricchezza dalle acciughe agli
squali, non c’è che una soluzione di sinistra: blocco delle operazioni
bancarie, uscita nel giro di una notte dall’Euro, confisca dei beni degli
avvoltoi interni che hanno spolpato il paese (altro che renziana “lotta
all’evasione”), rifiuto di sedersi al
tavolo prima che Berlino abbia riparato i danni di guerra, ingresso nel grande
fronte antimperialista euroasiatico e dei BRICS. E soprattutto vigilanza di
Stato e popolare contro il collaudato ricatto padronale del terrorismo false flag in casa e della conseguente
“rivoluzione colorata”. Controindicazioni? Rischioso? Qualcuno ci ha insegnato
che è meglio morire in piedi che sdraiati.
Formidabili
questi anni degli sbandamenti da erotismo sadomaso per un’interminabile serie
di nani e ballerine, specchietti delle allodole, saltimbanchi da strapaese, dilettanti
narcisi alla sbaraglio, dai rifondaroli ai girotondini, da Porto Alegre a
Marcos, da Alba a Libertà e Giustizia, da Vendola e Ingroia all’Altra Europa.
Il “manifesto” e il suo paniere di teste d’uovo dagli interminabili saggi sulla
rinascita “dal basso, nonviolenta”, tutta di anime belle, assolutamente indifferenti
all’imperialismo quale strumento geopolitico del capitalismo ultrà, si riavrà
dalla tremenda cantonata presa srotolando il suo tappeto rosso sulle sabbie
mobili sparse dall’ennesimo gabbamondo? Certo che si riavrà, in un paese di
ciechi che non vedono cosa c’è di buono in quel 25% di voti per autentiche, per
quanto magari non ancora del tutto mature, potenzialità alternative, espresso
da chi dei gabbamondo ha finalmente capito la funzione. Per loro basterà di
nuovo e sempre l’orbo che guarda in direzione ostinata ma sbagliata, ma da
qualche parte li conduce. In fondo, per tutti, è questione di quieto
sopravvivere.
Mentre
qualcuno di noi andava sventolando sul naso dei corifei di Syriza il
curriculum, impeccabilmente antagonista e socialista, dei vicerè tsiprasiani in
Italia, da Vendola a Maltese e a residui di partiti sbriciolati, fino a quel
faro etico-politico della bilderberghiana Barbara Spinelli, un’incurante
allegra Brigata Kalimera ci forniva l’aspetto esilarante della burla. Indimenticabile
riedizione dell’eterna ricerca di orgasmi vicari della “sinistra” italiota,
andava ad aiutare a rivoluzionare Atene credendosi a Madrid nel 1936. Per
evitare quella carnevalata sarebbe
bastato restare in Italia davanti allo schermo
di “8 e mezzo” e vedere il finto oplite sdilinquirsi davanti alla Gruber
(Bilderberg) in sorridenti assicurazioni di buona condotta. E’ vero, noi
eravamo corsi da Otelo a Lisbona e per il Cile avevamo raccolto soldi per “armi
al MIR”, ma quelle rivoluzioni, per quanto presto assopite, almeno erano
sincere.
Rimane il
dolore, la solidarietà con un popolo greco che, per tre lunghi e sanguinosi
anni, aveva combattuto, senza remore nonviolente, nelle trincee di Piazza
Syntagma, per poi finire per doversi esprimere come ieri Manolis Glezos, eroe
partigiano e della vittoria sulla dittatura dei Colonnelli: “Rinominare la
Troika “istituzioni” è come chiamare la
carne pesce, ma non cambia la situazione precedente… chiedo scusa al popolo
greco perché ho preso parte a questa illusione…”. Se ora vi aspettate le scuse
della congrega di bancarottieri piccolo-borghesi e radical-chic delle pseudosinistre che fino a ieri avevano definito la vittoria
di Syriza un cataclisma planetario – “La
breccia che si apre nel muro dell’austerità e della mancanza di democrazia”
- state freschi. Trafelati, stanno già rovistando nei resti di magazzino per
trovare un nuovo curatore fallimentare.
A chi resuscita il falso Gheddafi
Ho avuto uno
scambio di opinioni scritte con un bravo attivista del M5S. Lui, distanziandosi
peraltro dalle spesso corrette posizioni su imperialismo e guerre di Beppe
Grillo e dei suoi, unici nello schieramento politico italiano che abbiano fatto
risuonare nel parlamento e in rete voci di resistenza al neoliberismo e al suo
strumento Euro, aveva fatto una descrizione di Gheddafi che ripeteva i classici
stereotipi delle demonizzazioni dei disobbedienti, dal “dittatore” a colui che
aveva “massacrato il proprio popolo”. Segno di quanto sappia infiltrarsi anche
tra i liberi e pensanti il veleno della disinformazione. Qui la mia replica
all’indirizzo anche di tutti quelli che, mentre perfino alcuni responsabili del
genocidio libico, iniziano a sussurrare, nascondendo la mannaia insanguinata,
“forse era meglio prima, con Gheddafi”, ancora si aggirano tra gli specchi
deformanti del menzognificio imperialista.
“Creare in Libia un nuovo Gheddafi”?
E’
implicito, nel titolo del pezzo, un’idea che il quarantennale governo di
Muammar Gheddafi sia stato una crudele dittatura, come quella ossessivamente
ripetuta dalla stampa ufficiale, soprattutto alla vigilia e durante
l’aggressione e distruzione totale di quel paese e a queste funzionale. Ecco i
punti di dissenso, basati su una conoscenza diretta del paese, prolungatasi per
decenni e completata con i reportage dalla Libia sotto attacco jihadista e Nato
(Vedi il mio “Maledetta Primavera”).
Quella che
nel 1969 ha detronizzato Re Idris era una rivoluzione – non colpo di Stato –sì,
di militari nazionalisti, ma sostenuta da tutto un popolo già ribelle allo
sterminio e alla depredazione colonialista italiana, espressisi in ben tre guerre
(1911, 1936, 2011) e conclusasi con il
passaggio delle consegne colonialiste ai britannici e al loro fantoccio. Un re
travicello che ha rinnovato il dominio delle multinazionali occidentali sui
beni del paese e la situazione di sfruttamento ed emarginazione dei suoi
abitanti. Non per nulla, coloro che vengono abusivamente definiti
“rivoluzionari” e che in effetti sono stati i mercenari integralisti
dell’imperialismo, hanno da subito inalberato il vecchio vessillo di Idris e si
sono rivelati agenti del recupero coloniale della Libia. Sono gli stessi che
oggi provocano la frantumazione sanguinaria di un paese già unito e prospero.
Non si
capisce la ragione per la definizione denigratoria di un Gheddafi “poco
originale” nel recupero della piena sovranità politica ed economica della
nazione e “fedele discepolo di Nasser”.
Aspetti che vanno ritenuti fortemente positivi, alla luce dei risultati,
originalissimi, ottenuti dalla
rivoluzione gheddafiana nei successivi 40 anni e del fatto incontestabile che
Nasser è stato il protagonista primo della liberazione e dell’unificazione
araba nel segno del laicismo, dell’antimperialismo e del progresso sociale.
“Tutte le
cariche più importanti furono ricoperte da Gheddafi”. Qui si percepisce l’eco
del “dittatore” (definizione ripresa nell’articolo in terza colonna (“La
primavera araba”), con cui il leader libico è stato demonizzato per ottenere il
consenso pubblico alla spedizione Nato del 2011. Una demonizzazione che si
ripete per ognuno dei leader di Stati che non si piegano al dominio
neoliberista e militare dell’Occidente capitalista e che rivela un approccio
neocoloniale, con sottotoni razzisti, a organizzazioni di società diverse da
quelle che detta il pregiudizio eurocentrista, ma magari rispondenti a
tradizioni culturali e politiche e a volontà popolari espresse in congiunture
alternative all’esperienza europea.
Si ignora
che quella della Jamahirija libica, come teorizzata nel “Libro Verde” (che
converrebbe conoscere, anziché ridicolizzare con ingiustificata prosopopea), è
stato un tentativo di adottare per un popolo fin lì assoggettato a domini
assoluti e diviso in tribù, i principi della democrazia diretta. Questa si
articolava in assemblee territoriali e di aggregazioni sociali e industriali
deputate a formulare direttive per il proprio autogoverno e a esprimere le
proprie istanze in organi via via allargati, fino al Congresso Nazionale dei
delegati, organo esecutivo. Struttura non molto diversa da quella teorizzata
dal M5S. Gheddafi non rivestiva alcuna carica istituzionale, ma, da padre della
Patria, che aveva portato al riscatto e all’unità tutto un popolo, godeva di
una grande autorità morale che naturalmente aveva il suo peso sulle decisioni
assunte dalle istituzioni.
L’affermazione
che “il colonello libico” fosse “affine all’integralismo islamico classico”
andrebbe corroborata da fatti e dati. Alla storia risulta che il massimo nemico
del governo nato dalla rivoluzione fosse proprio l’integralismo islamista che
aveva mantenuto la sua roccaforte a Bengasi (da dove poi sarebbero partite nel
2011 le bande jihadiste sollecitate e armate dall’Occidente e dai sultani
integralisti del Golfo), origine di numerose sollevazioni, colpi di Stato
tentati e, oggi, provincia del Califfo. A proposito di questo conflitto e delle
“dure critiche” dell’ONU a Gheddafi, quell’ONU, che pur avendo avallato tutte
le aggressioni Nato ad Afghanistan, Iraq, Iran, Siria, Libia, Jugoslavia, non
ha per niente “autorizzato Francia, Gran Bretagna e Italia” a farsi aviazione
delle fanterie jihadiste. Autorizzato venne unicamente una “No Fly Zone”, poi
allargata abusivamente dai governi menzionati a guerra totale.
Si parla di
“violenze compiute da Gheddafi nel tentativo di riprendere il controllo della
situazione”. Una falsità totale, quella del “dittatore che bombarda il proprio
popolo”, utilizzata, come per Milosevic, Saddam e Assad, come alibi
dell’aggressione. La popolazione dei quartieri tripolini presuntamente
bombardati da Gheddafi, e io stesso che mi trovavo sul posto, come il vicario
del papa, Martinelli, come i satelliti che controllavano il territorio, avevamo
smentito definitivamente tale bufala, come le altre affini su Gheddafi che
rimpinzava le sue truppe di Viagra perché stuprassero i propri cittadini
(ottimo per consolidare consenso nel momento dell’aggressione!), che torturasse
i prigionieri, che cacciasse nel deserto e uccidesse migranti (due milioni di
migranti erano ospitati in Libia con gli stessi diritti degli autoctoni).
A proposito
dell’ONU, più che la subalternità del suo segretario generale a tutti i diktat
del padrino Usa, varrebbe la pena ricordare, il documento ufficiale della
Commissione ONU sui Diritti Umani che,
ancora nel febbraio 2011, riconosceva alla Libia di Gheddafi il primato
continentale nei diritti umani. Si chiama “Indice dello Sviluppo Umano” ed
elenca l’emancipazione delle donne (giustamente menzionata anche
nell’articolo), la riappropriazione e
distribuzione delle ricchezze nazionali, la giustizia sociale che aveva portato
al benessere generale, l’istruzione e la sanità gratuite, la piena occupazione,
la sicurezza della casa, l’assenza di povertà, l’uguaglianza, la dignità. Tutto
senza confronti, non solo nel continente africano, ma assolutamente
inconciliabile con i progetti della globalizzazione neoliberista.
L’autore
riferisce che, secondo i servizi segreti occidentali, Gheddafi avrebbe
sostenuto il “terrorismo” dell’IRA, dell’OLP e dell’ETA. Appunto, “terrorismo”
secondo i servizi segreti occidentali. Forse andava aggiunto che quelle degli
irlandesi, dei palestinesi e dei baschi, dal punto di vista delle rispettive
popolazioni, erano lotte di liberazione nazionale contro il terrorismo
colonialista di potenze occupanti. E’ improprio l’accostamento a queste lotte,
con implicito attribuzione di colpa, dell’abbattimento del Jumbo Usa su
Lockerbie in Scozia. E’ vero che Gheddafi, per uscire dalla morsa mortale delle
sanzioni e dei bombardamenti Usa, consegnò alla magistratura due cittadini
libici e risarcì le famiglie delle vittime, peraltro mai ammettendone la colpa.
Ma è ancora più vero che, nel giudizio finale, l’unico imputato fu assolto e
liberato e che la stessa giustizia scozzese definì il primo verdetto “un’aberrazione
giuridica”, mentre numerosi indizi puntavano su un’operazione False Flag della Cia, notoriamente
primatista di simili operazioni.
Le rivolte
di massa contro i regimi tirannici di Egitto e Libia, la Primavera Araba, anche
quelle occultate del Golfo, furono cosa del tutto diversa dalla sedizione,
immediatamente armata, dei jihadisti di Bengasi, fin dall’inizio diretta da
forze speciali occidentali e che la resistenza del popolo libico sconfisse,
fino a recuperare il 70% del territorio, prima del micidiale intervento
dell’aviazione Nato e di migliaia di mercenari forniti dagli Stati islamici più
retrivi. Oggi, nel sanguinoso caos libico, sono attivi gli stessi protagonisti,
evolutisi in ISIS e affini. Non di “guerra civile” si è trattato, ma, come nel
caso di Iraq e Siria, di una cospirazione occidentale e israeliana neocoloniale, tesa a liquidare
gli ultimi bastioni di una nazione araba laica e sovrana. A linciare Gheddafi,
con l’ilare plauso di Hillary Clinton, non furono “guerriglieri rivoluzionari”,
ma terroristi, anche colombiani, al soldo degli aggressori.
Dare il
merito dell’unificazione della Libia all’occupazione italiana, senza menzionare
gli orrori inflitti a quel popolo da Balbo e Graziani, con incendi di villaggi,
decimazioni, avvelenamento delle acque, deportazioni, campi di concentramento
(600mila morti su due milioni di abitanti), non rende giustizia alla vera
unificazione promossa dalla resistenza di tutti i libici sotto la guida di Omar
Al Mukhtar, poi impiccato dai fascisti. Per la precisione, va detto che il Sud
della Libia non era popolato da tribù “bellicose” (?) prevalentemente berbere,
ma di libici africani e Tuareg di varie
tribù. I berberi sono una minoranza collocata al confine con la Tunisia,
attorno a Zintan.
Infine non
credo che ci si possa, da antichi dominatori e seviziatori coloniali, azzardare
a formulare interventi e suggerire soluzioni federali (secondo i piani di
frantumazione degli Stati arabi elaborati da Israele fin dagli anni ’80) a un
paese di cui Gheddafi aveva realizzato l’unità e ne aveva fatto una nazione
libera e indipendente, promuovendo al contempo l’unità e l’indipendenza
africane: una banca africana, una valuta africana, un’unione economica
africana, telecomunicazioni africane. Altrettanti motivi per cui doveva essere
rimosso e ucciso.
Le potenze
colonialiste non hanno alcun diritto di interferire nel destino dei paesi che
vorrebbero ricuperare al dominio e allo sfruttamento. Tanto meno ricorrendo a
paesi arabi e musulmani definiti “moderati” (termine ambiguo assai), alleati
degli Usa. Quali sarebbero? I satrapi del Golfo, i turchi del sultano Erdogan,
le tirannie giordana e marocchina, che tutti insieme affiancano le imprese di
conquista e depredazione occidentali? Alle quali una frantumazione della Libia
in tre Stati farebbe molto comodo (come in corso di attuazione in Siria e
Iraq). Quanto all’ “egida dell’ONU”, si sa a che risultato questa ha portato
nella distruzione di paesi sovrani, tutti indistintamente più felici e giusti
prima del cataclisma degli interventi occidentali e dei loro surrogati, dal
Vietnam alla Jugoslavia, dall’Iraq alla Libia, al Sahel, alla Siria.
Tutto questo
è ben esplicitato dalle posizioni del M5S in Parlamento e di Beppe Grillo (vedi
recente post su ISIS e Gheddafi), oggi e storicamente unica voce liberatasi
dallo tsunami propagandistico dell’imperialismo le cui “verità” sono
finalizzate a imbrogliare e frodare la conoscenza della realtà allo scopo di
ottenerne il consenso, o almeno la passività, nei confronti delle proprie operazioni
genocide. A partire dalla stancamente ripetitiva satanizzazione dei leader che
si ostinano a rifiutare obbedienza e sottomissione. Avessimo noi i diritti
umani dei libici sotto Gheddafi! Ci leccheremmo i baffi.
**********************************************************************************************
Aggiungo
anche, eliminando la firma per non violare uno scambio personale su ciò che si
definisce “sinistra”, queste inconfutabili osservazioni di un amico.
Anch'io vedo una buona dose di
frustrazione. Dato che in Italia e in Occidente è tutto fermo, si aggrappano a
ogni moto purchessia all'estero per vedervi le rivoluzioni che qui hanno solo
sognato. A parte l'Egitto, che è un caso particolare secondo me, e alle
primavere vere nei vari emirati corrotti di cui non si è parlato, era evidente
che le "primavere arabe" erano una manovra a tenaglia. Quando
Rasmussen le paragona fin da subito alle "primavere baltiche",
occorre ancora che ci facciano i disegnini? In realtà nemmeno i bombardamenti
Nato hanno fatto cambiare idea a molti "compagni" (ma sono compagni
quelli che tollerano o addirittura guardano di buon occhio i bombardamenti
Nato?). Invece si sono lette certe sbrodolate sulle "rivoluzioni senza
partito" e altre parole in libertà! (i francesi sempre in testa a dire
cazzate, assieme agli italiani, non a caso la Rossanda sta a Parigi). Senza
partito ma con la Nato.
Il tanto vituperato "terzomondismo" ha spesso agito come anticorpo all'eurocentrismo e a tutti i suoi pregiudizi. Ma dico, 'sta gente non gira, non si muove, non legge? Come si fa a dire simili bestialità su Gheddafi? Come si fa a non accorgersi che la Siria è la nazione più civile del Medio Oriente?
Tutti affetti da orientalismo. Ottusi, incoscienti, superficiali, provinciali che si dicono internazionalisti.
Che strazio!
Persino sull'Alba sono riusciti a dire idiozie. Ad ogni modo, grande Maduro che ha sventato l'ennesimo golpe, questa volta yankee-UE-israeliano.
E spero che la Kirchner pigli anche lei a calci negli zebedei 'sti provocatori senza scrupoli.
Il tanto vituperato "terzomondismo" ha spesso agito come anticorpo all'eurocentrismo e a tutti i suoi pregiudizi. Ma dico, 'sta gente non gira, non si muove, non legge? Come si fa a dire simili bestialità su Gheddafi? Come si fa a non accorgersi che la Siria è la nazione più civile del Medio Oriente?
Tutti affetti da orientalismo. Ottusi, incoscienti, superficiali, provinciali che si dicono internazionalisti.
Che strazio!
Persino sull'Alba sono riusciti a dire idiozie. Ad ogni modo, grande Maduro che ha sventato l'ennesimo golpe, questa volta yankee-UE-israeliano.
E spero che la Kirchner pigli anche lei a calci negli zebedei 'sti provocatori senza scrupoli.
"Creare in Libia un nuovo Gheddafi?"... è implicita, nel titolo del pezzo, la vecchia, marcia, consunta ma sempre latente visione eurocentrica (o transatlantica, o genericamente colonialista, vedete voi) del Mondo. Dobbiamo sempre essere "Noi" a mettere qualcuno al governo, siamo noi, i Fratelli Maggiori, quelli più civili, a sapere quale sia il tipo di società più adatta, quale sia il governante più giusto...
RispondiEliminaGheddafi aveva costruito il "proprio" Paese, riuscendo a non imitare nessuno, ma si sa, poteva mai un semplice beduino sperare di sterzare il destino dell'Africa? Ci vuole la nostra saggia guida?
Saggia?
Guida?
Se solo ci si alzasse di qualche decina di metri e si osservasse dall'alto questi singoli eventi si potrebbe cogliere la dialettica materialista degli eventi storici che stiamo vivendo. I processi di decolonizzazione, ultimi lasciti dello slancio rivoluzionario terminato una settantina d'anni fa, sopraffatti da un recupero oscurantista. Restaurazione delle colonie, con l'inevitabile complicità, o meglio, l'assoluto protagonismo, di masse isteriche, facilmente suggestionabili dai deliri monoteistici cristogiudaicoislamici. In assenza di un movimento rivoluzionario, privato di un'analisi ideologica in linea con i tempi ( i lavoratori della conoscenza precarizzati e schiavizzati nuovo soggetto rivoluzionario) ci si aggrappa alla speranza di fronti antimperiaslisti borghesi, utilissima antitesi alla tesi imperialista, in attesa di una sintesi che tarda a nascere, ma che inevitabilmente e necessariamente dovrà sorgere e bloccare gli ingranaggi interni nei paesi dove le forze produttive hanno raggiunto il massimo livello di sviluppo, che sono i paesi neocolonialisti. Aprire un fronte interno alle punte di diamante del neocolonialismo per salvare il mondo dal ritorno al medioevo. Solo la consapevolezza e la descrizione delle nefandezze dei mostri non basta.
RispondiEliminaanonimo@
RispondiEliminaCondivido la diagnosi, non la terapia, che mi pare storicamente fallita. Penso che le luci all'orizzonte siano dati da nuove espressioni antagoniste come quelle dell'America Latina, della Spagna, anche dell'Italia non confinata nella gabbietta delle "sinistre" più o meno tsiprasiane. Credo anche che il fronte antimperialista debba includere ogni ceto sociale, ogni nazione, ogni governo, che si oppone alla morte imperialista ante portas. Altrimenti si rischia l'onanismo, magari a pugno chiuso, ma sempre onanismo. Questo "inevitabilmente dovrà nascere" lo sento da un secolo. E non nasce. Nel frattempo ci fanno secchi. Quindi ben venga Putin. Si tratta di fare politica, non idealismo.
Tra il congresso di Vienna e la rivoluzione bolscevica son passati 102 anni. La storia ha i suoi tempi, che purtroppo non coincidono con i tempi dei singoli individui. Non è vero che non stia avvenendo nulla. Ben vengano Putin, Maduro, la Kirchner. Ben restino le testate nucleari sovietiche......Non mi dilungo. Ciao
RispondiEliminaDa Radio Rai sempre che l'Isis guadagni posizioni attorno a Racqa in Siria, e sembra che I bombardieri Nato abbiano solo "montorato" secondo quanto ha detto un esponente dei cristiani siriani. Allo stesso tempo dicono che avanzano anche I peshmerga curdi dell'iraq. Delle due l'una: almeno una delle nortizie e' falsa o I peshmerga e l'Isis nemici in Iraq, non lo sono in Siria, sotto l'occhio benevolo di chi vuole usare entrambi con il iusto dosagio per rovesciare la repubblica di Siria ed il suo president Assad, che continuano a rappresentare, il vero e forse unico nemico dei neocolonialisti in Medio Oriente.
RispondiEliminaSaremo pure onanisti e idealisti ( sic!) ma il diritto di veto russo e le armi nucleari russe che hanno impedito il tracollo della Siria ( ad esempio) sono lasciti dell'onanismo e dell'idealismo sovietico. Certo questo è nulla in confronto alla straordinaria azione politica dei 5 stelle. Vuoi mettere. Il sudamerica deve ringraziare che la lobby israelina ha urgenza d'intervenire in medio-oriente come hai ben spiegato nei tuoi interventi. Chavez è morto per un cancro dalle dubbie origini. Anche la Kirchner se non erro è affetta dalla stessa patologia.... Mi auguro che tu abbia ragione, ma da oltre quattro decenni io vedo solo arretramenti. Saluti
RispondiEliminaSe crollasse il palco/oscenico?
RispondiEliminaAltaf Ahmad
Press TV, Erbil
Head of the Iraqi Parliament's Security and Defense Committee, Hakem al-Zameli, has accused the US of violating Iraq's sovereignty and the international law and prolonging the conflict with ISIL.
Al-Zameli also verified the presence of documents which prove that the so-called US-led coalition has indeed given several airdrops to ISIL's aid.
US ambassador to Iraq, Stewart Jones, has denied such accusations, saying they are aimed at driving a wedge between the US-led coalition and Baghdad.
Analysts however argue that the US unwillingness to cooperate with regional heavyweights who are known to be opposed to the ISIL proves that Washington is not serious about eradicating the terror group.
The Head of the Iraqi Parliament’s Security and Defense Committee also stressed that such acts as providing aid for the ISIL threaten Iraq’s security and put the nation’s armed forces in harm’s way.
In recent months, US aid including weapons have ended up in the ISIL's hands in both Iraq and Syria. In addition to the US government’s unwillingness to cooperate with regional countries in the fight against ISIL, such incidents are said to have cast doubts on the claim that the so-called US-led coalition is aimed at fighting ISIL. Fabrizio
Per Napolitano, il "nostro" ex presidente, la situazione in Libia attuale e' colpa della rivoluzione verde, perche'la Libia di quegli anni era un "non stato", un'accozzaglia di tribu'. Affermazioni tipiche die colonialista di un secolo fa. Non che qualcuno quello Stato lo abbia fisicamente distrutto. Nessuno lo ha almeno smentito, salvo Manlio di Nucci. Dagli altri un silenzio assordante.
RispondiEliminaAlex1@
RispondiEliminaDa Napolitano, agente Cia, come lo spericolato e coraggiosa Di Battista lo ha definito da Santoro, non ci si poteva aspettare altro.
Beh, diciamo che avendo abdicato dal suo ruolo di esponente del capitalismo occidentalista, ci si aspettava davanti allo scempio libico, se non una tardiva retromarcia, almeno un decoroso silenzio. Ma capisco che sono io che ingenuamente continuo a pensare che le cose debbano andare secondo un minimo di logica evidentemente la logica della politica odierna e' divers dalla mia.
RispondiEliminaprima gli dava fastidio Stalin perché era Comunista e l'hanno fatto far fuori dallo "scarparo"
RispondiEliminapoi gli dava fastidio il muro di berlino e l'hanno fatto demolire dall'attore polacco
poi al Comunismo in URSS è stato sostituito il capitalismo e lo smembramento dell'UNIONE Sovietica
Ora neanche il capitalista Putin gli piace!
Ma chezzo vonno sti' anglosionusarmageddonnari?
Allora odiano i Russi perché sono Russi?
Piste li culga! Ed all'"infernhell" se li porti.
Infernhell la prima parola tran$ italaglosasso!
Anonimo@ Tutto, tranne le conclusioni,è frutto di disinformazione imperialista. Peccato.
RispondiEliminaodiano chi si oppone al concetto di imperialismo,pure gli indigeni di Papua o gli Indios dell'Amazzonia vogliono soffocati perchè fulgido esempio di antidogmatismo,figuriamoci leader di popolose nazioni
RispondiEliminarossoallosso
Interessante e chiaro discorso sulla Palestina di Di Stefano (M5S)
RispondiEliminahttp://www.pandoratv.it/?p=2934
EL VÍDEO QUE LOS ANTIPODEMOS NO QUIEREN QUE VEAS
RispondiEliminapartecipano pure i "democratici venezuelani"
http://vorticeinmediaista.blogspot.com.es/2015/03/el-video-que-los-antipodemos-no-quieres.html
Trentesimo anniversarioe della lotta dei minatori in Inghilterra abbandonati dal partito laburista alla ferocia della Thatcher. L'ultima grande lotta politica e solidarieta' di classe in Europa.
RispondiEliminaEcco gli esportatori di democrazia alla Ferguson alle prese col Venezuela. Obomba alla riconquista del backyard perduto.
RispondiEliminahttp://www.islamicinvitationturkey.com/2015/03/10/beheading-common-similarity-among-terrorist-isis-and-zionist-israel/
RispondiEliminaCondannato il comico Diedonneu a due mesi di carcere. A quanto pare la libertà assoluta di esprimere il proprio pensiero vale solo per quelli che esprimono pensiero conforme al "democraticallly correct". Prendere in giro religioni ed alcuni popoli anche massacrati va bene, ironizzare sul nome di un terrorista, a prescindere dal significato. Nel frattempo Tunisi viene colpita da un attentato, mi chiedo se c'e' qualcuno che ricordi ancora che Tunisi subì un attacco terrorista credo nel 1984, quando pur non essendo in guerra contro nessuno fu bombardata da aerei israeliani.
RispondiEliminaho trovato eccellente il discorso di Di Battista condito con una spruzzata di retorica che non guasta quando devi inchiodare i Lupi alle loro responsabilità prima umane e poi politiche
RispondiEliminarossoallosso
anonimo@
RispondiEliminaD'accordo su Di Battista, che di solito dice cose ineccepibili, mai sentite in Parlamento, da nessuna opposizione, neanche dal PCI. Vale per tutte le prese di posizione importanti del M5S. Per cui si capisce che tutti i disperati tentativi di rianimare una sinistra fasulla, fino al'ultima "coalizione sociale" di Landini e filo-israeliani vari,sono un'operazione per tagliare le gambe ai Cinque Stelle.
@Fulvio
RispondiEliminaNon faccio fatica a condividere il tuo commento,anzi,le mie perplessità riguardo al Movimento non sono politiche ma strategiche.Capisco che la Democrazia Partecipativa comporta inevitabili rischi però è dura sapere che col tuo voto rischi di portare in Parlamento elementi fascistoidi sia di destra che di sinistra proni al potere costituito.Auspico un maggiore controllo dei vari candidati.
rossoallosso
Sul Corriere della sera compare 25 anni dopo,in un servizio sulla " rivoluzione colorata" di Tien an Men una ricostruzione che dice che manifestazioni erano in realta' pianificate per impedire le celebrazioni durante la visita di Gorbaciov a Pechino. E mostra le fotografie di camion e blindati dell'esercito e degli agents cinesi completamente distrutti ed incendiati, probabilmente con i soldati dentro dai "pacifici manifestanti per la democrazia". Si ammette che la storia e stata in po' diversa dall'immagine stereotipata dello studente disarmato e del carro armato. Proprio adesso che due degli eroi fuggiti a suo tempo con il visa gia in tasca, SI accusano a vicenda di violenza private.
RispondiEliminalo vorrei leggere su Repubblica,improbabile,di certo non lo enuncerà mai la Serracchiani,lei, così "orgogliosamente di sinistra"
RispondiEliminahttp://imbratisare.blogspot.it/2015/03/la-candidata-prorrusa-gana-las.html
Su Gheddafi concordo con buona parte dell'articolo. Non posso peró dimenticare tre elementi negativi che vanno a detrimento del personaggio, soprattutto nell'ultima fase della sua vita quando, a mio modesto parere, il rivoluzionario aveva lasciato il passo a una versione piú autoritaria e personalistica di potere.
RispondiElimina1) Se e' vero che Gheddafi godeva di autoritá morale ed era per questo fondamentale nelle decisione di carattere nazionale, perché i suoi figli sedevano in tutte le posizioni piú importanti, andando a parlare direttamente con leader stranieri (si vedano le foto accanto a Hillary Clinton dell'imbarazzante Mutassin, figlio di Gheddafi e che in un paese normale sarebbe considerato come un rampollo dalle fattezze e atteggiamenti lombrosianamente esplicativi. Stesso dicasi per le enormi fortune e case accumulate in Libia e all'estero dalla Famiglia Gheddafi. Se era solo un leader disinteressato del proprio popolo, perché appropriarsi delle ricchezze della nazione?
2) I discorsi all'ONU: se il tempo autorizzato era di 15 minuti, perché Gheddafi si profundeva in 90 minuti ridicolizzando la Libia agli occhi del mondo e soprattutto del resto dell'Africa?
3) le storie sui suoi sequestri e stupri di ragazzine libiche solo per puro piacere personale sono purtroppo state confermate da fonti anche vicine al Colonnello, e non possono certo venire cancellate da quanto di buono aveva fatto nei primi anni di governo.
Tutto questo per dire che, a buon vedere, negli ultimi anni Gheddafi si era trasformato in qualcosa di peggio di un leader rivoluzionario e aveva ormai considerato la Libia come una sua proprietá personale.
Gianfranco@
RispondiEliminaVedo che nuoce anche ai migliori la propaganda e la disinformazione, anche di sinistra.
Al n. 3 smaccatamente stronzata Cia, non vale la pena rispondere.
Il punto 2 fa sorridere per la sua inanità. Se parlava 90 minuti, come del resto il Che, si vede che aveva più cose da dire, e soprattutto tra le poche vere e giuste che si sentono di solito all'ONU.
Quanto ai figli, bisogna rispettare conoscere un po' meglio la cultura di certi popoli. Uno era il comandante dei reparti d'élite ed è morto in combattimento, per la sua patria. L'altro si occupava di assetti economici, Il terzo era uno bislacco.
Capita nelle migliori famiglie. Pensa alle dinastie Kennedy, Bush, Clinton.
Quanto alle fortune accumulate, andrebbe evitato il cliché propagandistico che attribuisce alla famiglia Gheddafi gli investimenti di Stato all'estero. La famiglia viveva in condizioni assolutamente normali. Secondo l'ONU (11 gennaio 2011), la Libia era prima in tutta l'Africa per prosperità e giusta distribuzione della ricchezza nazionale.
Non risponderò più a chi è talmente prono all'intossicazione degli aggressori. Un dato storico che non dovrebbe più infinocchiare nessuno.
Con tutto il rispetto per il Tuo giudizio (e forse proprio per il rispetto del Tuo blog), Fulvio, mi chiedo perché Tu abbia pubblicato codeste farneticazioni sui Gheddafi, quanto a lombrosiane questioni (???) inviterei l'autore del pezzo a rivedere il filmato della gorgheggiante Hillary e semmai ad andarsi a cercare gli ultimi e dignitosi momenti di Mutassim, ferito, prima che venisse ammazzato dai mercenari della NATO. Certi articoli meritano solamente la censura.
RispondiEliminaUn saluto
Emilio
Intanto sono rammaricato dallanotizia della morte di Khamis Gheddafi, le ultime notizie di in anno fa lo davano ancora attivo nella resistenza verde nel sud, dopo la distruzione di Bani walid con i gas da parte dei "ratti" che adesso si scannano era di loro. Riguardo a Mutassim, che e' stato linciato insieme al padre, a sua difesa devo dire che anche se ha fatto errori, e' rientrato dagli Stati Uniti per condividere Il tragico momento della Libia, quando avrebbe ottenuto ponti d'oro se avesse rinnegato la famiglia. A chi mi obietta del " potere familiare" io replico parlando della dgens Kennedy, Clinton, Bush, senza parlare delle monarchie arabe. Comunque volevo invitare a leggere Il vergognoso articolo del Corriere di oggi su in miliziano filonazista ucraino, che SI propone di eliminare tutti I "russi" e parla di rastrellamenti nella zona di Dnipro di cittadini presunti simpatizzanti, senza che l'intervistatore avesse nulla da obiettare.
RispondiEliminaFra I'altro sbaglio I le teorie lombrosiane (quelle che pretendevano di giudicare in criminale call a forma fella sua faccia) sono state da tempo rinnegate dalla comunita' scientifica?
RispondiEliminaFra I'altro sbaglio I le teorie lombrosiane (quelle che pretendevano di giudicare in criminale call a forma fella sua faccia) sono state da tempo rinnegate dalla comunita' scientifica?
RispondiEliminanel giudicare Gheddafi basta poco,credere che lui fosse all'oscuro delle manovre ostili nei suoi confronti è da stolti e lo dimostra l'accordo da ultima spiaggia col nano,nonostante ciò è rimasto a combattere a fianco del suo popolo a differenza di tanti "dittatori" che fuggono, basta questo a fare di lui un grande il resto son fregnacce
RispondiEliminarossoallosso
Oggi ho visto un manifesto su di un incontro tenutosi sull'esperienza Syriza, dal titolo "la democrazia senza capitalismo". Il titolo mi sembrava di per se ambiguo, e mi e' venuto in mente la manifestazione di Landini oggi, alla presenza di una taciturna Camusso, quasi a garanzia che anche se"radicale", l'iniziativa restera' fedelmente nell'alveo istituzionalizzato del sindacato concertativo, un po' come fece Cofferati una decina di anni fa. Anche nelle sue sincere denunce del job act, non manca mai di citare le parole "democrazia" e "tenuta democratica". Non e',oggi un segno di debolezza?
RispondiEliminaVolevo chiedere se la vittoria giudiziaria del no Muos vuol dire che il progetto e' stato effettivamente archiviato? (Ps. Quando esce Il nuovo post? Siamo in attesa..)
Alex1@
RispondiEliminaIl Tar ha decretato illegittimo il MUOS, gli Usa continuano a lavorarci e a preparasi ad operarlo, i No Muos si oppongono fisicamente e cpon denunce di omissiohne di atti d'ufficio alle autgorità. Penso che ora toccherà al Consiglio di Stato.
Quanto al docufilm, ci stiamo lavorando pancia a terra. Dovrebbe essere pronto e stampato verso il 10 maggio. Ciao.
Un video su 'Virgilio' parla di due Italiani andati a difendere il Donbass. Nonostante il giornalista credo delle Iene, fosse prevenuto inizialmente sua quelli che chiama 'filorussi', SI vede cal video che rimane toccato dall' umanita' di quella povera genre. E forse anche di questi due nostri concittadini, che mostrano una certaumanita' anche nei confronti dei nemici.
RispondiEliminaUn video su 'Virgilio' parla di due Italiani andati a difendere il Donbass. Nonostante il giornalista credo delle Iene, fosse prevenuto inizialmente sua quelli che chiama 'filorussi', SI vede cal video che rimane toccato dall' umanita' di quella povera genre. E forse anche di questi due nostri concittadini, che mostrano una certaumanita' anche nei confronti dei nemici.
RispondiEliminaa proposito di dittatori veri o presunti o democratici più presunti che veri pronti a far fagotto protetti da esportatori di democrazia USraeliana continua la mattanza di civili in Yemen moralmente peggiore di quella perpetuata dall'ISIS poichè agisce con la totale complicità della "comunità internazionale" che io sinceramente non ho ancora capito a quale comunità si riferisce
RispondiEliminarossoallosso
A proposito di guerre e di Isis: da un articolo del Corriere sembra che tale formazione stia purtroppo avanzando in Siria e che sia arrivata ad occupare un campo profughi palestinese.Senza che co sua nemmeno una briciola di quella condanna o preoccupazione manifestati dai nostri esponenti del "valori di democrazia e liberta" occidentalisti, che abbiamo visto a Parigi e recentemente a Tunisi sfilare con tanta enfasi della ' nostra' stampa. A loro un malaugurato successo dell'Isis, guidati da boia sedicenti islamici ma proceedings dall'Europa, in Siria ed in Yemen forse non dispiace affatto, e per quelle centinaia di civili in quei paesi sara' un male minore sulla via della conquista...pardon 'liberazione' dell'intero Medio Oriente?
RispondiEliminaForza Fulvio. "Noi" copiamo delle strategie antiche per difenderci dai portatori mal$ani di demoNIOcrazia!
RispondiEliminaLao Tzu
“La via del saggio è agire, ma non competere.”
“Produzione senza possesso,
azione senza imposizione di sé, sviluppo senza predominio.”
“Agire senza fare, lavorare senza sforzo.”
“Non porre in alto i più capaci fa sì che il popolo non contenda, non dar
valore ai beni difficili da ottenere fa sì che il popolo non rubi, non mostrare cose desiderabili fa sì che la mente del popolo non sia turbata.
Sun Tzu
"Il più grande condottiero è colui che vince senza combattere"
"In ogni conflitto le manovre regolari portano allo scontro, e quelle imprevedibili alla vittoria"
"Combatti con metodi ortodossi, vinci con metodi straordinari"
"Se sei inattivo mostra movimento, se sei attivo mostrati immobile"
"Chi è prudente aspetti con pazienza chi non lo è, sarà vittorioso"
"Quando ti muovi sii rapido come il vento, maestoso come la foresta, avido come il fuoco, incrollabile come la montagna"
"Conosci il nemico, conosci te stesso, mai sarà in dubbio il risultato di 100 battaglie"
"I Soldati vanno trattati innanzitutto con umanità, ma controllati con ferrea disciplina. Questa è la strada per la vittoria"
"Un risultato superiore consiste nel conquistare intero e intatto il paese nemico. Distruggerlo costituisce un risultato inferiore"
Forza Niscemi, Forza Noi!
Morgana
Fascinosa glottologa Morgana@
RispondiEliminaAlcuni dei pensierini sono azzeccati, per quanto ovvii. Altri sono da Renzi. Altri ancora si contraddicono fra di loro. Molti sono cazzate sesquipedali. Tutti puzzano di religione che ottunde il volgo a favore del principe.
Interessante articolo sulla cultura neocolonialista di area liberal progressista. https://byebyeunclesam.wordpress.com/2015/02/10/interventismo-occidentale-e-mentalita-coloniale/
RispondiEliminaAnche personalmente ho dovuto constatare in un dibattito che la resistenza palestinese all'occupazione (il tema era "il terrorismo")non si può politicamente appoggiare, ma va bene solo la lotta dei lavoratori contro i loro capi e le loro borghesie, allo slogan di "proletari di tutto il mondo unitevi". Tutto teoricamente giusto, ma che prescinde dal contesto di moderno colonialismo in cui gli abitanti di Gaza e CisGiordania vivono. La cosa che mi ha colpito di più è che alla mia osservazione che che la solidarietà di classe a favore dei palestinesi da parte della classe israeliana è stata pressocche nulla da anni a questa parte, ho sentito repliche da parte di alcuni partecipanti abbastanza sconcertanti ma frequenti nelle posizioni antiarabe (mi veniva in mente la trasmissione "sorgente di vita" quando parlava di questioni politiche), tipo "se avesssero accettato la spartizione ONU del 1947, colpa degli arabi che hanno attaccato e sono stati sconfitti", "colpa dei palestinesi che fanno saltare gli scuolabus" ed anche che "Arafat che era parente del Mufti che nel 1941 incontrò Hitler e si mise d'accordo con lui", "Mons. Capucci, rappresentante della Chiesa, sosteneva i terroristi", "Guarda che da Gaza i coloni se ne sono andati". Può darsi che sia un caso, visto che dieci anni fa, pure in posizioni antiterroristiche, in simili dibattiti non notavo una tendenza a prendere per buone queste pseuodmotivazioni, la condanna delle borghesie mediorientali non sfociava in un antiarabismo solo appena velato dall'internazionalismo. Episodio che mi fa riflettere e su cui devo riflettere.
Alex1@
RispondiEliminaTutto giustissimo e acuto. Aggiungerei, quanto alla chimera della solidarietà tra proletari, l'esempio irlandese, dove col cazzo che i proletari protestanti solidarizzavano con il popolo oppresso e discriminato cattolico-nazionalista.Anzi gli erano addosso più feroci dei soldati inglesi.
Ho solo citato Lao Tzu che era un filosofo, non un religioso! E' come dare del "credente" a Karl Marx! L'altro Sun Tzu è uno stratega. Che c'entra $trenzi Er Bucia?
RispondiEliminaLe cazzate non sono sesquipediali, se sono cazzate!?!? Però bisogna dimostrarlo che lo sono, altrimenti l'uso di parole "desuete" vale solo a sviare il ragionamento! Mi sono informata, ovviamente...
SESQUIPEDALE: enorme, smisurato, madornale. E’ indispensabile scoprire l’etimologia dell’aggettivo per capirne il significato. Sesquipedale deriva dal latino [sesqui] contrazione di [semisque] mezzo in più e [pedalis] piede. Nella lingua latina il ritmo della metrica poetica si scandiva battendo il tempo col piede, da qui il nome dell’unità metrica fondamentale in cui i versi erano divisi, il piede, che assumeva varie forme con diversi numeri e quantità di sillabe. Una parola lunga tanto da coprire un piede e mezzo risultava veramente pesante, ampollosa, esagerata, fuor di misura. Da qui, probabilmente, l’estensione semantica di sesquipedale a grande, enorme, smisurato. Il nostre Fulvio, qui, è uno dei maggiori esperti.
Esiste un dizionario delle parole "difficili"? Se no, sarebbe una buona idea farne uno, per guadagnare anche qualcosa, che male non fa.
Sesquipedale può essere riferito ad un errore rozzo e vistoso (come qualsiasi errore di grammatica), ad una lettera o un’e-mail retorica che necessita di mezz’ora per essere letta, o ad una conferenza interminabile e pomposa.
Buone Fe$te! Morgana !
morgana@
RispondiEliminaBenvenuta maestrina dalla penna rossa. Una categoria che ci accompagna sempre. Ribadisco: sesquipedale. Mi piace anche il suono. Come quello del tuono nei temporali, meglio degli spifferi di corrente....
e se non sapete scrivere con tutte e due le mani contemporaneamente, sguazzerete sempre nella pozzanghera della competizione...ridicolo gareggiare con Me!
RispondiEliminaMorgana !
Ciao Fulvio
RispondiEliminaTi riferivi all'Irlanda del Nord nell'epoca dell'occupazione inglese dalla fine degli anni '60 al 1980 con le lotte di resistenza, culminate con il bloody Sunday?
Alewx1@
RispondiEliminaGià, mi riferisco proprio a quella lotta, che però è scoppiata, sulle radici di una battaglia secolare dell'IRA per la liberazione e unificazione, alla fine degli anni '60, prima con il movimento dei diritti civili di Bernadette Devlin, poi, dopo la repressione terroristica dei militari britannici, con l'IRA. E' terminata formalmente nel 1996, con gli accordi firmati dai traditori Jerry Adams e Martin McGuiness (già miei amici!) e con il disarmo unilaterale dell'Ira nel 1996. Il partito politico dell'IRA, Sinn Fein, è poi andato al governo dell'Irlanda del Nord insieme ai fascisti unionisti. Nella Domenica di sangue del 30 gennaio 1072 io ero l'unico giornalista internazionale presente e ho documentato la strage britannica con due libri e un film.
Si, ti ho conosciuto come giornalista proprio a proposito del Bloody Sunday, se ne parlava a scuola, con l'insegnante di Italiano durante gli scioperi della fame dei detenuti politici. Poi ti ho ritrovato volentieri anni dopo in televisione su Rai tre e con alcune interviste da una radio romana. Pensavo alla situazione irlandese dei tempi di Marx, e quella della prima guerra mondiale conclusasi con l'indipendenza dell'Eire. Una questione non trattata dai media da anni, che sembrerebbe sopita, ma forse non e' proprio cosi.
RispondiEliminala caccia è aperta,dagli al nomade chiudiamolo nella riserva e rendiamolo agricoltore primo passo verso l'integrazione del lavoro sottopagato e del concetto di possesso,per chi non si adegua un tribunale ad hoc onde mortificare chiunque,Rom o meno, Spirito Libero che rigetta il dogma del progresso,della tecnologia e sfugge al controllo del Grande Fardello
RispondiEliminarossoallosso
Interessante un servizio su Ilaria Alpi, come al solito vengono fuori elementi di verita a distanza di anni. Mi ricordo dell'arresto a tradimento del somalo chiamato a testimoniare contro le torture dei militari italiani sui somali nel corso della missione 'umanitaria' Restore hope. (A proposito che fine hanno fatto quelle inchieste?).Avevo avuto discussioni sulla condanna di quell'imputato, pensavo di essere il solito complottista, due settimane fa e' venuto fuori che non solo era estraneo, ma anche che il testimone di accusa non era mai comparso in aula per un confronto durante il processo. Sarebbe da ricordarlo a tutti quelli che dicono che la 'nostra civilta' e' in pericolo per colpa degli immigrati, che 'sono diversi', 'non hanno cultura', 'non sono cristiani','ci invadono'...
RispondiEliminami piace,in qualsiasi situazione e per qualsiasi individuo,anche sedicente comunista,è lecito per demonizzare il comunismo,non capisco questa acrimonia verso una ideologia dichiarata fallita dalla storia. a questo punto è lecito chiedersi quale storia e quale comunismo?
RispondiEliminarossoallosso
P.S.
la parola di verifica non era una parola ma una serie di foto in cui dovevo individuare uno o più hamburger,quasi vomito