I
“Sono qui per denunciare come Comunione e
Liberazione sia la più potente lobby italiana. Finalizzata sempre e comunque a
denaro e potere”. (Mattia
Fantinati, deputato M5S, al Meeting di CL a Rimini)
Gran film d’azione in
Belgio
E’ diventato il paese degli sbandieratori, l’Occidente, a
giudicare dalla frequenza e dalla quantità di False Flags. Ricordate “Flags
of our fathers” (Bandiere dei nostri padri), lo stupendo film anti-guerra
di Clint Eastwood, in cui si smaschera il falso dei finti marines che issano
una finta bandiera Usa sulla finta Iwo Jima? Quell’impresa, realizzata a
posteriori in studio (come lo sbarco sulla Luna), ma diventata, nell’infinita
credulità degli americani e loro succubi, l’icona dell’eroismo dei soldati Usa
nella vittoria sui giapponesi. Una miserabile farsa a oscurare l’orrendo
crimine di Hiroshima e Nagasaki. Una bandiera falsa da porre a capostipite di
tutte le False Flags successive,
dall’11/9 a Charlie Hebdo, quelle studiate sul libretto delle istruzioni “Dall’incrociatore
“Maine” di Cuba a Pearl Harbour al Golfo
del Tonchino”.
Ebbene, dall’arrampicata
delle comparse vestite da marines su una Iwo Jima di cartapesta,
all’annientamento di un terrorista musulmano, armato che neanche Mazinga, per
mano di una troupe Nato, inevitabilmente composta da eroi statunitensi (dell’Aviazione
e della Guardia Nazionale), britannici, francesi, la créme de la créme atlantica, il passo logico non è neanche di un
millimetro. Un
francese s’imbatte, nel cesso del treno Bruxelles-Parigi, in un straccione
denutrito, scalzo, vestito di maglietta e calzoncini sporchi, da poco levatosi
dal consueto giaciglio nei giardini davanti alla Gare du Midi. Entrambi, presi
alla sprovvista, fanno aaaahrrrg! Ma il francese ne esce con un graffio da
taglierino, che nelle successiva edizioni scompare. Come scompare il mitra con
cui, dal cesso, il delinquente avrebbe sparato. Ricomparirà altrove. Non si sa
come, taglio di ripresa, e ci si ritrova tutti nello scompartimento del
terrorista, impegnati in una lotta furibonda, di quattro contro uno, con il
concorso di passeggeri assortiti.
Qui si raggiungono toni da epopea di Iwo Jima. Uno dei
militari Usa, bicipiti e testa rasata di ordinanza, strappa di mano al reprobo
marocchino niente meno che un Kalachnikov con cui stava sparando sui passeggeri.
Poi c’era anche una pistola, 4 (o 9) caricatori, un coltello (o era un
taglierino?). Nell’ingaggio, l’aviere Spencer Stone si fa male a un braccio,
che poi compare fasciato con tutor. Il figurante francese scompare dal radar. O
forse era lui il professore americano
alla Sorbona, Mark Moogalian, capitato su quel treno assieme alla moglie
Isabelle Risachèr, una collaboratrice dei Rothschild, e che assieme agli altri
ha affrontato il marocchino? Del britannico non si sa bene cosa abbia
combinato. L’azione è tutta americana, noblesse oblige. Delle condizioni del potenziale
stragista del treno non si ha notizia. Ma foto e video rivelano un uomo a
terra, privo di sensi, legato, inzuppato di sangue. Le presunte sventagliate
del mitra sono abilmente dribblate dal quartetto Nato e vengono risparmiate ai
passeggeri. Tra i quali c’è un certo trambusto: chi ha udito uno sparo, chi
molti spari, chi nessuno sparo. Di fori di proiettili nel treno, e tanto meno
sui corpi, nessuna traccia.
Ma, porca miseria, chi è quel fotografo cretino che ha
immortalato uno zainetto sul sedile, chiuso e con la canna di un K47 che spunta
di qualche centimetro? E’ che nessuno aveva notato, come è ovvio per uno come
lui, che sulla scena fosse apparso il mago Silvan che, con rapida bacchettata e
un simsalabim, aveva fatto passare
l’arma dallo zainetto chiuso nelle braccia dello sprovveduto Ayub al Ghazzani e poi di nuovo nello
zainetto, prima che un poliziotto lo portasse via marciapiede. Sennò che
eroismo Nato antiterrorista sarebbe stato? E come si può dare la legion d’onore
solo per un paio di sganassoni?
Alek Skarlatos, Spencer Stone, Anthony Sadler, i tre “eroi”, prima di abbattere il terrorista.
Quello che è stato accertato, al di là delle taffazzate dei
servizi spagnoli, francesi e belgi, che tutti pretendono di aver saputo che da
quelle parti circolava un sicario del califfo pronto a provocare ecatombi, ma
poi si sono assopiti, è che sul treno di un terrorista scappato a ogni
controllo c’erano 4 cittadini qualsiasi pronti a pestare ogni malintenzionato. E che tutti erano di nazionalità Nato
(chissà perché mancava l’israeliano). E che i tre anglosassoni, incontratisi
per caso sul treno, si conoscevano, come risulta da una foto dove stanno
insieme. E che c’era anche un tale, forse lo stesso fotografo, che della rissa
ha girato un bel video e, guarda la combinazione, si tratta di Ahmad Meguini,
agente dei servizi Usa e israeliani. Poi è venuto fuori, da testimoni e compagni di
sventura, che Ayub, figlio di una famiglia di Tetuàn che vive di raccolta e
vendita di monnezza, era un senzatetto semianalfabeta, che non frequentava
moschee, alloggiato tra i cespugli della stazione, morto di fame e che, a
quanto racconta, mai più avrebbe pensato di immolarsi per il Califfo, che
nemmeno conosceva. Da povero squinternato, aveva pensato di rapinare passeggeri
per tirarsi un po’ su, grazie al sacco di armi che aveva scovato ( che gli
avevano fatto trovare?) nei giardinetti.
Vi suona assurdo? Può darsi. Può darsi che il meccanismo di
questo teatro dell’assurdo sia ancora un altro. Ma rispetto alle variabili della
verità forniteci dai protagonisti e relativi corifei mediatici, quella di Ayub
è la meno assurda. Quella dell’Ayub massacrato da 4-5 energumeni sul treno. Anche perché di Ayub al Ghazani sembra ne
esistano almeno due. Il primo è quello manifestamente pestato dagli eroi Nato. L’altro
ci viene descritto da agenzie, media e autorità e sovrapposto al primo. Per
quanto da lui diversissimo e dai connotati del classico terrorista che tutti i
servizi europei controllavano: in viaggio perenne tra Marocco, Spagna, Francia,
Belgio, Germania, Turchia, Siria, e dunque dotato di grandi mezzi e notevoli
perizie, fanatico frequentatore di moschee, trafficante di droga, probabile
combattente Isis dalle parti di Damasco. Secondo un giornale francese. Voix du
Nord, in Siria questo Ayub si sarebbe mosso per conto della Cia.
Intanto, cosa ne è venuto e a beneficio di chi, dall’epopea
dei nostri quattro eroi insigniti della massima onorificenza e applauditi, sui due lati delle sponde Nato,
da chi di terrorismo dal vivo, anche sotto le mentite spoglie delle False Flag, è il monopolista planetario?
Come dopo ognuno degli episodi
precedenti, né è venuto, col panico sociale propizio al tecnonazismo,
l’ennesimo pacchetto sicurezza. Ora con capitolo specifico sui controlli anche a
stazioni e treni (che fanno un baffo ai terroristi, del resto d’accordo con i
controllori, ma che rompono i coglioni ai cittadini) Quella stretta del
cappio alla democrazia e ai diritti umani che, tra tanti altri, i vigili di Torino, usciti anch’essi, come
i nostri poliziotti, carabinieri, guardie giurate, militari, dalla scuola ACAB
di Washington, hanno praticato sul collo del disabile Andrea Soldi fino alla
morte. Nessuna legion d’onore per loro? Negli Usa, i robocop hanno ucciso
nei primi sei mesi dell’anno 600 neri inermi, superando la media dei 500
all’anno finora registrata. I nostri ne hanno di strada da fare.
L’inconsapevole marocchino Ayub e i quattro angeli vendicatori gli danno una
mano.
Casamonica e soci
Gabrielli, scimmietta del noto trio, mediocre successore di
Bertolaso a sua volta catastrofico protettore civile e abile predatore di
disastri e ricostruzioni, ha detto che non ci sono teste da far rotolare
appresso al trionfale funerale del boss Casamonica. E perché dovrebbero? In
Italia se rotolano teste sono quelle che danno fastidio al palazzo, non
quelle che nel palazzo ci abitano, o lo
puliscono. Non rotolano le teste nemmeno di chi fa funerali di Stato alla
Costituzione, al territorio, ai pensionati, ai giovani, al lavoro come voluto
negli articoli uno e altri. Quello
lasciato praticare alla banda Casamonica è un riconoscimento dello Stato di
Renzi e della Chiesa dei Don Abbondio, in perfetta continuità con gli onori papali
tributati in Sant’Apollinare a Renatino De Pedis, capo della banda della
Magliana e socio, non si sa bene se di maggioranza o minoranza, della secolare
società per azioni mista Stato-mafia.
Qui di passaggi di azioni tra i due soci ne vediamo ogni giorno.
Ma nessuno, tranne i 5Stelle, ne trae motivo per un ambaradan del tipo
scatenato sul tiro a sei, sul carrozzone di Lucky Luciano, e sull’inno del
Padrino strombettato sotto l’immagine benevola di un Casamonica-papa affisso su
tutta la facciata della chiesa. Se i
Casamonica dai rubinetti d’oro sono strozzini, estortori, prevaricatori,
violenti, fuorilegge, criminogeni, avanzi di galera, pendagli da forca, cosa vi
pare di chi misura ogni suo provvedimento di legge sul tasso di illegalità da
far beneficiare a sostenitori, accoliti e sicofanti? Leggi punitive e
intimidatorie per i magistrati, decostruzione e disciplinamento dell’istruzione,
eliminazione di tutti i contrappesi di controllo, dal senato alle
sopraintendenze, legge elettorale finalizzata al totalitarismo, falsi in
bilancio restaurati, voto di scambio legalizzato, scudo ed evasione fiscale garantiti, costituzione
disfatta fino allo sventramento dell’art.9 che protegge ambiente e cultura,
silenzio –assenso per gli stupratori del territorio, cancellazione del Corpo
Forestale dello Stato e rimozione del Colonello Di Caprio (Capitano Ultimo) che
a quegli stupratori avevano messo il sale sulla coda, articolo 11 polverizzato
dal protagonismo bellico…
Non basterebbero tutti i fogli che ho nella stampante per
esaurire l’elenco dei favori all’illegalità, alla corruzione, alla protervia
dei malfattori, alle varie criminalità organizzate, fatti dal regime
renzian-napolitan-mattarelliano, cose solo sognate dai suoi predecessori..Tornando
al corteo trionfale del clan mafioso romano, il dato conclusivo è che tutti
sapevano, che tutti hanno lasciato fare, che tutti sono complici. Vigili,
carabinieri, polizia, magistrati, prefetti, amministratori, preti, insomma
l’intero cucuzzaro istituzionale come lo ha coltivato la terza renziana
repubblica. E avevano anche un retropensiero: hai visto mai che un nuovo
scandaletto dentro al Comune non possa dare la botta finale al sindaco Marino?
Gran farloccone, d’accordo, ma anche uno che pretende di fare un po’di piazza pulita là dove il pulito non conviene
né ai Casamonica, né tanto meno ai soci. E’
alle viste il megabanchetto del Giubileo e il Mondo di Mezzo e il Mondo di
Sopra (copyright Carminati) devono spartirsi gli appalti per il banchetto allestito
da Bergoglio. Ci pensi il prefetto Gabrielli, piuttosto che l’infido Marino. Ha due formidabili angeli custodi alle spalle: il bluff Cantone e il
sottosegretario alla PdC De Vincenti, una garanzia: è colui che è intervenuto
sulla magistratura di Savona che ha osato mettere sotto processo gli assassini
della Centrale a carbone di Vado. E’ intervenuto. Non dalla parte dei
magistrati.
E allora cosa sono gli assordanti schiamazzi, le virulenti
proteste, le tonitruanti indignazioni, che si levano da ogni parte, mediatica,
politica e un po’ meno clericale (pietas cristiana)? La clamorosa affermazione del controllo Casamonica sul territorio non è
che il rovescio plebeo e analfabeta della moneta che sull’altra faccia esibisce
la protervia, non meno volgare, ma azzimata e istituzionalizzata, della classe
dirigente in colletto bianco. La consociazione deve essere discreta. Al
Capone sta da un’altra parte. Già sono risultate spericolate le bisbocce pro-Renzi
celebrate insieme, nel segno di Mafiacapitale, da malviventi-ministri e
malviventi-malviventi; già erano venute alla luce (grazie, Capitano Ultimo) le
tresche estortive e ricattatorie, di classico stampo casamonichiano, tra Giglio
magico e generali della Finanza. Bisognava prendere le distanze, almeno dalla
manifestazione più rumorosa e rozza di questo grosso grasso matrimonio… di
Stato. Gli zingari di Vittorio Casamonica hanno esagerato. Rientrino nei
ranghi, stiano al posto loro, si tengano la loro greppia. Vedranno che verranno
trattati come il senatore Azzolini. E come i 100 farabutti indagati, processati
o condannati che, in larga intesa, dalle poltrone di Senato, Camera e Palazzo
Chigi, sorreggono e segnano il governo Renzi.
Il Noir ateniese e i
suoi figuranti italiani
A
proposito di grosso grasso matrimonio
greco, quanto è stata straordinaria la lungimiranza dei fan sinistronzi
italiani di Tsipras al suo primo apparire, quando la rivoluzione tsiprasiana già
si era dichiarata nel solco di Nato ed euro, tanto lo è tuttora la loro
chiaroveggenza nel giurare sul pragmatismo tsiprasiano che, presto o tardi,
porterà pure all’alternativa radicale promessa e votata dal popolo. Perseverare diabolicum. Il che non
distoglie minimamente dalle loro acrobazie dialettiche il “manifesto” e coloro
che sotto quel tetto lisergicamente si rattoppano le divise sbrindellate e
insistono a figurarsi un esercito e un suo comandante vittorioso. “I resti di quello che fu uno dei più
potenti eserciti del mondo (in questo caso si fa
per dire) risalgono in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso
con orgogliosa sicurezza”: la sindrome è sempre quella.
Noir, perché in quel genere
di film non mancano mai né gli assassini, né i complici, né i cadaveri. E anche
perché c’è della necrofilia in chi si affanna a puntellare una carogna affinchè
sembri viva e faccia sembrare vivi. Ricorda gli sbirri che fotografarono in
piedi il corpo del brigante maremmano Tiburzi,.già in corso di putrefazione.
Marco Revelli, maestro tra coloro per cui il “manifesto” afferma che “c’è vita
a sinistra”, titola “Tsipras aiuta le sfide d’autunno”. Lì vicino scrive
un altro esemplare dell’intellighenzia, Marco Doria, fallimentare sindaco di
una Genova che, facendo il verso a Lupi e Incalza, ripete senza posa il mantra:
“Il Tav Terzo Valico s’ha da fare, senza se e senza ma”. C’è da
chiedersi se, per sfide, Revelli intenda quelle di Tsipras, novello
Ferrucci che, spirando, al all’assassino
che gli punta la spada al petto sibila “Vile, tu uccidi un uomo morto!” O
quelle di coloro che ai greci, cui non avevano lasciato che gli occhi per
piangere, ora strappano anche gli occhi e si bevono le lacrime. Ma no, Revelli,
che è fine politico, tattico e stratega, chiarisce subito: “Io credo che la
decisione di andare a elezioni anticipate sia un esempio di Grande Politica”
(sic, con le iniziali maiuscole). Grande
Politica che ha meritato alla Grecia “aiuti” (debito) per altri 86 miliardi.
Per ridare fiato ai greci boccheggianti? Come no: 36 milioni vanno a pagare il
debito con altri paesi europei, prima la Germania; altri 25 sono destinati a
ricapitalizzare le banche elleniche; 18 miliardi pagano gli interessi sul
debito accumulato e gli ultimi 7 pagheranno i debiti che lo Stato ha verso le
imprese. Ai cittadini? Il famoso becco d’un quattrino.
Plausi all’indirizzo di un
furbacchione delle tre carte che, dal cimitero della sinistra, sotto le pietre
tombali dell’austerità, incanta il mondo giurando “Restiamo di sinistra e
contro l’austerità”. E, per portare a casa (a Bruxelles) il bottino
commissionatogli e far fuori quanto di onesto, giusto e coerente si era
separato dai fedifraghi di Syriza, ti piazza la tagliola delle elezioni a
trenta giorni. Sufficienti per impedire che “Unità Popolare” esca dalla fase
delle doglie del parto e appaia sulla scena nazionale. Mossa da magliaro.
Magliaro che, liberatosi dei suoi estremisti e felicemente privo di Cinque
Stelle, si propone di governare con chi, impinguendosi di suo, Nea Democratia e
Pasok, ha favorito che la Grecia morisse d’inedia per alimentare l’obesità
dell’orco europeo. Una prospettiva che, per i batraci di questa nuova batrocomiomachia
che gracidano dalla loro morta gora, non risulta affatto disdicevole, anzi
“Grande Politica” (in maiuscole). Veri radicali. Il modello è italiota:
rottamare i dissidenti , resuscitare Berlusconi e via con Merkel, Draghi,
Juncker, Lagarde e Squinzi, a compiere quello che il mafiopagliaccio di Arcore
non era riuscito a fare. Replay di Tsipras, che insuffla nuova vita ai Lazzari di Pasok e
ND.
Il porno riminese
Immaginatevi con che gusto
Fellini avrebbe realizzato una galleria freak delle facce ed espressioni, non
dico delle turbe di ragazzotti-bene accoccolati in adorazione un po’ ottusa fin
sotto al palco, ma proprio di coloro che sul palco si avvicendano e poi si pavoneggiano nelle passerelle tra
ali di folla festante. Questa CL, braccio mistico e lobby politica della più
operativa Compagnia delle Opere, è fantastico come incorpori in sé l’assoluto
primato di una caratteristica popolare, il cinismo mascherato dall’ ipocrisia e
sublimato in trasformismo. Scilipoti, Razzi, Migliore, Crispi, impallidiscono
di fronte a un’organizzazione che per quasi 40 anni ha saputo resistere a
qualsiasi visione e azione politica che non fosse quella di reggere lo
strascico dei rispettivi e opposti governi e poteri. Reggerlo e, quando del
caso, tirarlo. Bersaniani, montiani, berlusconiani, lettiani, finiani,
dalemiani… Riapparisse Tambroni, inesorabilmente tambroniani. Nella consecutio
temporum, ma non di alternative, di
questa repubblica sempre uguale a sé, CL
si è renzizzata, visto che la il tontolone-furbo di Rignano, occupato tutto la
spazio storico e attuale delle destra, ora lo sta estendendo a una forma
ammodernata di fascismo. Vecchi guru spompati e che non hanno saputo tenere
gli affari alla larga della magistratura, come Lupi e Formigoni, al macero. C’è
sempre di meglio in Italia.
E così a Rimini, città di
Amarcord quanto ai propositi di don Giussani, si va al passo dei tempi e dei
personaggioni e personaggetti che
contano e che fruttano. In particolare per istruzione, sanità e Grandi Opere.
Argomenti che CL ha dimostrato di saper trattare, dal Mose di Venezia all’Expo
a Mafiacapitale e a ogni pateracchio affaristico in cui la magistratura abbia
messo, o non ancora messo, il naso. Si
chiama “sussidarietà”, parola magica che apre il Sesamo dei forzieri di Stato,
ossia dei cittadini, per qualsiasi shopping di cui a CL venisse l’uzzolo.
In sintonia con la cupola mondialista suprema: morte al pubblico che dà
servizi, viva il privato che se li mangia. Sfilano, tra moti d’affetto e
strizzatine d’occhio, tutti coloro in grado di disporre del contenuto di
Sesamo: Renzi, al diapason degli slogan da imbonitore di mezza tacca, mezzo
gabinetto di Renzi, molti petali del Giglio Magico, tesorieri, cardinali,
confindustriali, banchieri, economisti con editore di riferimento a Wall Street
e giornalisti a rapporto da cardinali, lobby e Cia. Facce che, non ci avessero
convinto, a forza di riproporcele, che sono normali, allo sguardo incontaminato
di un bambino apparirebbero come quelle che impressionavano Lombroso.
Viva Mattia!
Ed è questa l’impressione
che ne deve aver avuto il temerario Mattia
Fantinati, deputato 5Stelle, avventuratosi tra le perplessità e le
rimostranze dei suoi, nella fossa dei coccodrilli. E li ha pietrificati a uno a
uno, manco fosse la Medusa, gettandogli in faccia l’agghiacciante dimensione
della propria turpitudine morale, affaristica, inciuci sta., Turpitudine di cui
“Renzi, il presidente imbonitore, viene qua a baciare pantofole e anelli”.
Il discorso più di sinistra che sia mai riecheggiato nei meeting, se per
sinistra s’intende non ciò che tale si definisce in Italia, ma quanto sta
scritto in certi libri di pensiero, di lotta, di Storia. Ma che nessun “sinistro”
ha mai pronunciato né dentro né fuori di qui. E ne è risultato coperta di polvere
anche la salma parlante del Bertinocchio, qui assoldato, come dal Circolo miliardario
dei Canottieri, o dalle feste di Valeria Marini. Prossima tappa Casa Pound? Di quella risma anche il compagno Luigi
Berlinger, venuto qui a commuoversi su come bene sia stato completato, dal
compagno Renzi e dai ciellini, la sua opera a beneficio della scuola italiana.
Fantinati merita un plauso, eccolo mentre mena..
Ragazzi, mettiamo insieme
lo Sblocca Italia, le riforme, l’eliminazione della Guardia Forestale, la
liquidazione del capo dei NOE, colonello Di Caprio, alcuni procuratori sotto
tiro per aver sfrucugliato delitti di potenti e tutti gli affari in cui si
intrecciano gli artigli di regime, mafia, sussidiarietà di coop rosse, bianche
e nere, e incominciamo a vedere ergersi potente e definitivo il Partito della
Nazione (peraltro poco nazione e molto colonia). E a capire perché ci mancano
l’aria e la terra sotto ai piedi. Non poteva mancare all’incoronazione del
nuovo uomo solo al comando, la benedizione della Cupola del crimine assoluto. Per Bilderberg, covo di boss con corredo di
prostituti, ha officiato a Rimini la presidente della Rai Monica Maggioni.
Del resto cosa ha detto il Papa rivoluzionario? Che CL è “autoreferenziale”,
mica che sono trafficoni e predatori di appalti.
Quanto
all’autoreferenziale, beh, è una malignità. Pensate a quante referenze e
riferimenti tengono!
Terrorismo a Bankok (e “il manifesto” ha capito tutto)
Dicevo sopra di
“sbandieratori” di False Flags scatenati. Non si danno requie, da un
capo all’altro del mondo. Perlopiù sono pressappochisti, spensierati e
grossolani, ma le ciambelle gli riescono sempre col buco in virtù di coloro che
quelle ciambelle vendono. Come l’ignoto ai più, ma nondimeno gran ciambelliere,
Emanuele Giordana, del solito “quotidiano comunista” che, sprecato anni
nell’attesa della vittoria della “società civile” afghana sulle ali dei droni e
caccia Nato, in virulenze e falsità sui movimenti di liberazione, è piombato
come un falco vendicatore su Bangkok. La Bangkok dove un tale, da Giordana
descritto “in maglietta gialla” (reiterato tre volte), il 17 agosto, ha
fatto saltare in aria il tempio induista di Erawan uccidendo 19 persone e
ferendone 117. I media si scapicollano su ogni immaginabile pista, ma escludono
i separatisti musulmani del Sud tailandese che, sì, da anni conducono una
guerriglia contro gli oppressori buddisti (vedi anche Myanmar), ma non hanno
mai messo il naso fuori dalla loro regione.
Cosa individua invece,
l’astuto Giordana (e sui grandi media non è il solo)? La pista delle camicie gialle,
cui fa mafiosetta allusione per tutto il
pezzo. Sta nel solco del suo giornale
che, nel 2009, onorò una rivolta di camicie furbescamente rosse e trascinò l’intera conventicola di “vite a
sinistra” a credere che esse fossero la rappresentanza dei ceti subalterni,
sfruttati e oppressi, mentre le “camicie gialle”, che le contrastavano,
sarebbero state i miliziani dell’oligarchia capitalista.
Era vero il contrario: Camicie
Rosse, come Tsipras e Nato, Camicie Gialle, la sinistra. Come ha potuto passare
l’abbaglio? Perché quelle rosse erano sostenute dalla povera popolazione rurale
del Nord e da certo sottoproletariato inurbato, mentre le gialle erano di
giovani, studenti, intellettualità del ceto medio ed erano sostenute dai
militari e dall’amatissimo re Bhumipol.. Ma, si sa, basta dire “contadino” o
“operaio” che i sinistronzi s’infervorano e partono per la tangente
rivoluzionaria (anche se colorata). Mentre se parli di militari e sovrani, per
quanto in questo caso, insofferenti ai furfanti del regime, non puoi che
parlare di reazionari e fascisti. Gli è che i rossi strumentalizzavano il
disagio di popolazioni arretrate, integraliste, massa di manovra
dell’oligarchia stracorrotta al potere. Il punto d’arrivo doveva essere la
difesa del clan miliardario dei Shinawatra, il più potente del paese, a partire
dalla premier Yingluch Shinawatra, sorella del predecessore Thaksin Shinawatra,
un tirannello ladrone che aveva svenduto il paese alla maniera dei gerarchi
sudamericani (e dei nostri, dal ’92 in poi), che aveva represso nel sangue le
proteste e che era stato spazzato via e in esilio da un’insurrezione di popolo.
Neanche il dato che i “rossi” esigevano il ritorno dello spogliatore del paese,
aveva suscitato dubbi tra i nostri sinistrati.
La tenzone fu risolta
dall’intervento delle forze armate, che, cacciata nel 2014 la sorella pantegana
del sorcio scappato nel 2005, costituirono una giunta provvisoria in vista di
elezioni entro l’anno.. Proprio quella presa di mira da attentatori e mandanti
del 17 agosto. Del resto i “rossi” (colore che tanto incanta “il manifesto”, a
prescindere) non le avevano fatto mancare minacce di “rappresaglie”. Un governo
che aveva fatto fare al paese una svolta geopolitica epocale. Dall’alleanza stretta e subalterna con gli
Usa, all’espansione dei rapporti con Cina e Russia, dalla collaborazione con la
Cina per la gigantesca infrastruttura euroasiatica detta “Via della Seta” (Cina
alla quale ha addirittura estradato i terroristi uiguri, cari alla Cia), dalla
concessione di una base navale alla Cina ai rapporti fattivi con i BRICS e all’ingresso
nella Banca d’Investimento Asiatica, temutissimo contraltare dell’FMI. Ce n’è
quanto basta e avanza per provocare una gran bella e sanguinaria False Flag.
Cia, Mossad, Pentagono, Nato e, ovviamente, Bilderberg, non ne potevano più.
Ma di questo in Giordana e affini, tutti presi
dalla moltiplicazione del lemmo “maglietta gialla”, non c’è accenno. Poco
gliene cale. Sono quelli che ogni anno celebrano, in coro con le entità sopra
citate, le ricorrenze d’ordinanza: 11 settembre e Srebrenica,
Ottima ed utile analisi, che ho prontamente pubblicizzato in un commento sul Fatto Quotidiano, se non me lo censurano.
RispondiEliminaL'Uccidente, ormai, si regge su quei fatti che se non accadessero bisognerebbe inventarli...
Mauro@
RispondiElimina"L'Uccidente" è un'altra delle tue brillanti perle! La rubo se non c'è copyright.....
Tranquillo, nessun copyright. Tuttalpiù, se mai ci rivedremo, mi offrirai un altro caffè!
RispondiEliminaMi aggiungo anch’io, oltre all’apprezzamento per l’ottimo articolo, anche al furto del neologismo. Che accoppio, a proposito delle vittime dell’Uccidente in Medio Oriente, con quello di Moriente.
RispondiEliminaAldo@ "Uccidente", "Moriente", bella gara. Che si facciano sotto anche altri. Poi io raccolgo...
RispondiEliminaRagazzi, stiamo creando un nuovo Esperanto!
RispondiEliminaAmo definire "tenie" quei personaggi che sui vari blog difendono l'indifendibile, da Israele a Luxuria che va a provocare i militari russi. Come i platelminti che si nutrono del bolo che attraversa l'intestino che li ospita, costoro vivono nel ventre dell'Uccidente (daje!) nel terrore che qualcuno li privi delle schifezze di cui si nutrono, da Madonna ai cheeseburger, da NCIS alle M&Ms.
Se questo è un uomo.
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=HSv3fixJPc4
Dmytro Korchinskiy, fondatore e leader del partito di estrema destra neonazista UNA-UNSO, giornalista e presentatore televisivo;
"I nostri insegnanti di democrazia sono gli americani. Durante la seconda guerra mondiale, l'America ha mantenuto tutte le istituzioni democratiche, elezioni, e così via, ma comunque diversi milioni di cittadini americani di origine giapponese furono deportati nei campi di concentramento a causa della guerra, perché minacciavano la sicurezza nazionale.
Gli Stati Uniti, che hanno il più alto standard democratico e un alto livello di umanesimo nel loro paese, hanno effettuato un attacco nucleare sul Giappone, hanno bombardato i quartieri popolari in Germania. L’80% delle città sono state bombardate dall'aviazione americana, la dottrina è stata quella di bombardare i quartieri popolari al fine di demoralizzare i soldati tedeschi.
L'Ucraina deve avere un livello di ampia Libertà, abbiamo poca libertà, abbiamo bisogno di più libertà, ma nelle zone al fronte e sui territori occupati, dobbiamo agire come gli americani. Se non possiamo riconquistare il territorio, deve diventare inabitabile. Se non può essere nostro allora non deve appartenere a nessuno.”.
A proposito di "tenie" o troll, io ne ho trovati molti, non so se passano tempo o sono piu' o meno "stipendiati". Uno dei temi piu' pullulate da questri strain animali si trovano sull'argomento Maro', dove si afferma contro le evidenze a turno che: 1) I pescatori erano pirati, protetti dall'India. 2) Che I due poveri pescatori sono stati cremate ed il peschereccio distrutto. 3) Che gli avrebbe sparato contrro una terza imbarcazione, mai vista o rilevata da nessuno. 4) Che I due Maro' sono "detenuti" illegalmente 5) Che nessuno avrebbe preso parte alla prova balistica ma che I Calibri non sarebbero quelle di armi Nato (come fanno a saperlo?). Ritengo grave questo perche' secondo me non e' "spontaneo" ma un ben orchestrate "teoria della confusione". Alimentata anche dai titoli e dai toni dei giornali Mainstream. Nessuno di loro, ha intervistato ne' I pescatori superstiti ne' qualche funzionario indiano, mentre parlano continuamente dei due maro', com fossero degli eroi, descrivendo ogni piccolo dettaglio, facendoli apparire quanto meno come protagonist di una fiction, attirandone le simpatie. Le loro vittime semplicemente, non esistono, quasi mai ricorda neppure I loro nomi. Io farei una proposta ad un qualsiasi giornalista di dare voce ai pescatori superstiti, almeno per ricordare che esistono e che hanno visto ed assistito al drama dei due compagni.
RispondiEliminaD'altra parte non e' lo stesso che si fa oggi elevando a protagonista la violenta ustionatrice di tre suoi ex compagni, facendoci partecipe di ogni suo desiderio, e facendo credere che in fondo e' un po'vittima di uno o piu' uomini violenti (Don Mazzi poi ha superato se stesso) e facendo sparire gli aggrediti? O quando all'uxoricida catanese che ha tentato abilmente di sviare le indagini simulando una violenta rapina, fanno da megafono alle sue improbabili accuse femministicamente corrette contro la vittima, che non puo' piu' difendersi?
Un ultima aspetto riguardo al giornalista che ha filmato il pestaggio del ragazzo palestinese (fra l'altro con un braccio fasciato). Il Corriere on-line titola: "libero attivista italiano arrstato in Cisgiordania" e sotto "Vittorio Fera era stato fermato per aver filmato gli scontri a Nabi Saleh". Notate, non si dice chi lo ha "arrestato" e si usa il termine "arrestato" come fosse una procedura in fondo legale, parlando genericamente di "scontri".
Per rossoallosso: azzeccatissimo il tuo post, dimostra infatti come i neonazisti ucraini e forse non solo, sono perfettamente in linea con il modus operandi della dirigenza americana durante le loro guerre.
RispondiEliminaNon e' un caso che allo stato fantoccio gli abbiano appena abbuonato una consistente parte del debito mentre alla Grecia continuano a stringere il cappio al collo con la complicita' del baro Tsipras
RispondiEliminaIn questo articolo sul Fatto Quotidiano dedicato al piccolo Aylan Kurdi fotografato morto su una spiaggia turca:
RispondiEliminahttp://www.ilfattoquotidiano.it/2015/09/03/migranti-la-storia-di-aylan-il-bimbo-in-fuga-dalla-guerra-morto-su-una-spiaggia-insieme-al-fratellino/2004833/
il padre dei due bambini morti insieme a sua moglie rilascia un’intervista ad una radio dell’opposizione siriana. Una radio al servizio dei terroristi che li hanno costretti a scappare da un paese un tempo libero, civile e sovrano. Perché? Quest’uomo è forse un sostenitore degli sterminatori della sua famiglia? O appartiene alla categoria, peraltro soprattutto occidentale, dei “non mi occupo di politica, voglio solo vivere in pace”, anche quando la politica, nelle sue forme più fetide, si occupa di loro eccome? Oppure, semplicemente, non c’era altra radio da cui farsi intervistare? Magari, essendo in Turchia, non si è persa l’occasione per rimarcare la legittimità delle squadracce di mercenari fatti passare per ”opposizione siriana”.
A me tutto questo fa vomitare, molto più dell’immagine del bambino spiaggiato, umiliato anche dopo morto da una miserabile “sinistra” al ketchup che non si scandalizza per i massacri quotidiani operati quotidianamente in Siria, Palestina, Iraq, Yemen, Libia, Afghanistan, Donbass eccetera dai loro amati USA, Israele, UE e rispettivi ascari. Gongola invece per aver trovato un nuovo “gadget” da esibire: l’Immigrato Assoluto, immateriale, inodore, che non sporca e non ti chiede perché il tuo paese ha bombardato la sua casa o ha pagato quelli che lo hanno fatto.
Mi pare pertinente questo commento al “doveroso” paginone del Manifesto, quotidiano “comunista” ormai da tempo adagiatosi nelle delizie dell’Uccidente:
http://megachip.globalist.it/Detail_News_Display?ID=123411&typeb=0&compagno-manifesto
Certa pseudosinistra salottiera e ancella dei criminali ormai fa piu' schifo dei vari Renzi e reggipalle mediatici
RispondiEliminaLa ministra dell'istruzione in un democratico confront con gli student alla festa dell'Unita'...fatevi un idea.http://video.repubblica.it/edizione/torino/torino-studenti-contestano-il-ministro-giannini-lei-e-bocciata/210671/209820?ref=fbplto
RispondiEliminaPer Mauro Murta.
RispondiEliminaCondivido in pieno. I "democratically correct" nostrani sono felici, dopo essersi voltati dall'altra parte per quattro anni durante I quali decine di migliaia di siriani sono stati massacrati, salvo quando si e' tentato, spesso con modesti risultati, di far cadere la colpa sui soldati di leva che difendono la popolazione non solo dall'Isis ma dai tanti "ribelli democratici" che, accidenti, non riescono proprio a fare breccia nel cuore dei siriani. Vorra' dire che ci diranno che dovranno intervenire direttamente per far "finire la Guerra", altrimenti ci saranno altri bambini innocenti che faranno la sua fine. Gia' gli altri bambini sono colpevoli. O forse non esistevano. Forse sono gia' sottoterra quindi nessuno ne sapeva niente. Neanche quelle due Gesha di Al Nushra che hanno fatto arrivare indirettamente ai ribelli democratici di Al Nushra, "meglio" degli altri perche' non pubblicizzano le loro esecuzioni (come una nota giornalista ha detto) molti milioni dal nostro Stato. Proprio l'altro ieri su di una delle tante trasmissioni dibattito, fra le varie argomentazioni, Salvini dichiarava non solo che l'Italia applica l'embargo alla Siria, ma che da pochi giorni tale embargo della "comunita' internazionale" e' stata estesa anche ai medicinali, senza che neanche uno degli altri ospiti, neanche la solita sciacquetta PD di turno, dopo avergli uralto contro "Sciacallo!" avesse una sola parola da dire su questa ennesima vergonga, sottaciuta dalla nostra "stampa libera"...Manifesto compreso.
A proposito di camice rosse...sara' irrilevante quello che racconto, ma lo vorrei condividere. Cinque anni fa scrissi su yuotube un comment di apprezzamento sulla musica di Cat Stevens. Mi arrivo' una risposta di un thailandese dal nickname "redshirts" il quale mi disse che il musicista era un fanatico che voleva la condanna a morte dei "moderati" e che approvava in pieno la fatwa contro Salman Rushdie. Io pensavo che le "camicie rosse fossero per un regime democratico ma di orientamento progressista e socialista, ed accettai all'inizio un confront. Invano gli risposi dicendo che quell'episodio fu una montatura della stampa, complice forse auna leggerezza del musicista, ma che l'episodio era rimasto isolato comunque chiarito in seguito. Gli spiegai anche che il mio commento era riferito ai suoi testi ed alla musica soltanto. Niente. Mi trovai per due giorni la posta personale intasata di insulti e velate minacce, nonostante avessi cercato di "bloccare il mittente" accuse di essere integralista islamico, immaturo come un bambino, nemico della democrazia ed amico dei dittatori, ed anche di peggio. Pochi giorni dopo diedero il premio Nobel alla principale oppositrice. Non so coa pensare, ma questo episodio mi ha fatto capire di non fidarsi troppo delle etichette, ma soprattutto degli etichettatori, sopratutto quelli nostrani.
RispondiEliminagioco social per eccellenza LA CACCIA AL COLPEVOLE ti mostro un cadaverino, se scuro di pelle ancora meglio,se è vivo deve essere sofferente, fame ,sete, oppure patire di qualche disfunzione purchè sia fotogenica.ATTENZIONE però non deve essere nè palestinese,nè del Donbass,così è troppo facile
RispondiEliminadomanda retorica,perchè i "migranti" volendo entrare in Europa attraverso i Balcani non vanno in Albania-Bosnia-Croazia-Slovenia dove sarebbero praticamente già arrivati ?
RispondiEliminaPer Rossoallosso: forse per mettere in difficolta' il governo serbo, ancora non dentro la UE e con la questione Kossovo tutt'altro che chiusa, e quello ungherese di Orban, destrorso e nazionalista si ma non ancora completamente svenduto? Non e' un caso che poco fa sul Corriere on line vedevo la foto di migrant inneggianti alla Merkel e con la bandiera UE. Quando si e' disperati si e' pronti ad inneggiare a tutto...
RispondiElimina@Alex
RispondiEliminaPiù che forse é una certezza,registrando i danni di chi ha fatto della bandana il suo simbolo direi che sono sovrastimati rispetto ai danni provocati da chi porta la bandana coi colori arcobaleno.
http://www.globalproject.info/it/in_movimento/venezia-sanzionato-e-chiuso-il-consolato-ungherese-in-solidarieta-con-la-marcia-dei-migranti/19372
Per come la vedo io Orban è si destrorso e nazionalista ma sembra stia combattendo la sua battaglia antimperialista con le sue forze a favore degli ungheresi,per ora mi basta.
Sui disperati mi pare che i veri profughi siano pochi rispetto alla moltitudine,la maggioranza sono clandestini teleguidati dove si può nascondere chiunque tra questi non so quanti di loro siano spostati a forza a me fa spece tutte queste donne incinte con bambini al seguito imbarcate su gommoni.Non è il caso del bimbo nella foto ma una pensiero in generale