Scherzano,
o preparano l’apocalisse?
In molti esprimono, sui recenti movimenti
degli aggressori della Siria, un’opinione “moderata”, come dire, non allarmistica,
tutto sommato ottimistica. Il pandemonio scatenato sui bombardamenti degli
ospedali non sarebbe che la ripetizione di vecchie provocazioni false flag per
mettere in difficoltà i russi. Gli Usa, visti come divergenti rispetto agli
indemoniati cani da guerra turchi e sauditi, premono per tirare il fiato, la
Merkel spara a salve con la sua richiesta di una no-fly zone attorno al
confine, dato che gli europei non la seguono e il suo soffietto ai latrati di
Erdogan sarebbe solo un trucco perché il nazisultano blocchi a casa sua i rifugiati. Altri si sentono
rassicurati dal fatto che “oggi il mondo sa che sul campo siriano ci sono anche i terroristi” (ci sono solo quelli!) e danno la colpa ai
gruppi terroristi della mancata accettazione di cessate il fuoco che Putin e
Obama avrebbero concordato.
Se fosse così, ci sarebbe in effetti da stare
relativamente tranquilli. Ma a me non pare affatto così e non credo neanche che
i “gruppi terroristi” abbiano quell’autonomia, quella libertà di
autodeterminarsi, che gli permetterebbe di impedire le tregue. Pare invece che
i gruppi terroristi, salvo forse qualche frangia irrilevante costituitasi su
base locale o tribale, siano dall’inizio ad oggi e sempre agli ordini diretti di chi li ha inventati,
reclutati, foraggiati, armati e spediti sul campo. Cioè di Turchia, Arabia
Saudita, Qatar e principotti petroliferi minori. E, arrivando al quartier
generale e risalendo per li rami, di Nato, Usa, Israele, Cupola
militar-finanziaria occidentale. La stessa roba tossica che sta dietroall’operazione
Regeni. D’accordo che quelle di Monaco, Ginevra, Vienna, con le conseguenti
manifestazioni di ragionevolezza dei vari attori, sono commedie. Ma sono
commedie che distraggono dalla tragedia da mettere in scena.
L’incontro di Monaco, con il controcanto dei
latrati di Turchia, Saudia e milizie surrogate, non è che un diversivo. Come lo
sono le bombe sugli ospedali. Come lo erano gli attacchi dei terroristi con gas
turchi, attribuiti ad Assad, a Est Goutha, che dovevano scatenare un’offensiva
finale di tipo libico. Come lo è l’assordante can can – dignitoso in sé. ma
degradato dall’uso strumentale – sulle unioni civili, di genere, con adozione
di figliastri, a copertura del retroterra bancario delinquenziale dei vertici
del nostro governo, del colpo di maglio “bail in” a quanto resta di capacità di
sopravvivenza dei cittadini, della crisi 2.0 ora lanciata per finalizzare il
sociocidio e per trasferire in cima alla piramide gli spiccioli che quella
precedente ci aveva lasciato in saccoccia. Prima spennati, ora divorati.
Giulio
Regeni lavorava per il Charles Manson
del Dipartimento di Stato
Come lo è, in maniera sempre più lampante,
l’affaire Regeni, del quale ora, con grave imbarazzo dei corifei dell’ “eroico
militante democratico trucidato da Al Sisi”, spunta un’altra militanza. Davvero
sconvolgente. Quella del lavoro a tempo pieno alla “Oxford Analytica”. Cos’è? Andate a vedere in
internet e troverete una di quelle sporche agenzie di intelligence private,
dette di “consulenza”, che lavorano per governi e multinazionali e se ne
assumono le porcate sotto la copertura di operazioni commerciali. “Oxford Analytica”, fondata da un
assistente di Henry Kissinger, diretta dall’ex-capo dei servizi segreti di
Londra, Colin McCole, ha per Amministratore Delegato, roba da far rizzare i
capelli, John Negroponte, una belva subumana che ti fa venire in mente colui
che nel Medioevo veniva rappresentato come Satana. Bella gente, i colleghi di
Giulio.
Negroponte è probabilmente il serial killer
grondante più sangue tra quanti l’apparato terroristico di Stato Usraeliano ha
saputo mettere in campo contro milioni di civili inermi di cui alleggerire la
Terra. Inventore e gestore di squadroni
della morte in mezzo mondo, soprattutto in Centroamerica, padrino dei Contras e
macellaio dell’Honduras, e poi in Iraq nell’occupazione del 2003, è un simbolo
vivente della misura di ferocia e sadismo esercitata dagli Usa su popolazioni
innocenti da rimuovere. Guido Rampoldi,
Voice of America trasferitasi da La Reppublica a Il Fatto, esalta lo “straordinario ragazzo Regeni e la sua
straordinaria lezione”. Non so se la la straordinaria lezione di Regeni sia
quella di far carriera sotto belve subumane come l’israelita Negroponte.
Sicuramente una lezione straordinaria è quella che riceviamo dallo stesso Negroponte
se è vero, come è probabile, che il giovane adepto di questa banda di
malaffare, forse inconsapevole, forse no, può essere stato sacrificato ove si trattava
di mettere in difficoltà un leader importuno, troppo autonomo, troppo ricco di
gas, troppo amico di Putin e dei patrioti libici. Non ci mettono niente a buttare
i loro per la causa. Pensate ai 3000 delle Torri Gemelle.
Ci conforti la certezza che anche questa
notizia alla nitroglicerina lascerà indisturbati, nella morta ma turbinosa gora
delle loro mistificazioni, i vari Acconcia (il manifesto), Coen e Rampoldi (Il
Fatto), Molinari (La Stampa), Bonini (La Repubblica), il piccolo vendolino da
sinagoga Oggionni (Huffington Post) e tutta la compagnia cantante della voce
del padrone a stelle e strisce e croce di David (e svastika a Kiev).
A proposito di Leonardo Coen de Il Fatto,
diventato su Regeni uno specialista di condizionali, che scoppiettano nei suoi
pezzi come fuochi d’artifizio e tutti abbagliano – potrebbe, saprebbe, direbbe,
avrebbe, andrebbe – nell’ incidere sulle
sacre tavole del Sinai, di cui è cromosomicamente assertore, la colpevolezza
del Videla egiziano, ha coronato il suo trambusto polemico anti-Assad e
anti-russo con questa perla di inversione giorno-notte: “La più inquietante di tutte le manovre russe è stata la Trident Juncture dell’ottobre 2015, in cui la Russia ha mobilitato 35mila uomini. La
più grande mai effettuata dal crollo del muro di Berlino. Ecco, la Siria è
anche questo”. E non ha mancato
usato il congiuntivo. Era, come sa perfino Acconcia, esercitazione Nato. Quando
si dice Taffazzi. Ma Marco Travaglio, padre nobile di tutti i giornalisti, uno
così se lo tiene perché sennò a Tel Aviv s’incazzano?
Anche i
migliori prendono - o fanno - cantonate
A questo proposito, duole vedere precipitare
a testa in giù nella detta palude una persona che per ogni altro verso ha
meritato negli anni la nostra stima e amicizia. Giorgio Cremaschi, nel
formulare la piattaforma per una prossima manifestazione contro la guerra alla
Libia e tutte le guerre in corso e in preparazione, ha voluto, con scarso senso
del congruo, inserirsi nel coro dei bastonatori del “Videla egiziano”, con
tutti i relativi elementi di raggiro dell’opinione pubblica, con sentenze
pronunciate prima di aver accertato il minimo elemento probabante, sulla
falsariga dell’isteria trotzkista e nella scia degli amici del giaguaro
imperialista. Provocatori e spie che, fin da una primavera araba vera, ma poi
corrotta dai mercenari della Fratellanza Musulmana e dai soliti manipolatori
“colorati”, lavorano alla disintegrazione dell’ennesima realtà statuale non
inserita nell’orbita del padrone. I benevoli parlano di persone che hanno perso
ogni bussola politica. Fosse così, ci sarebbe da sperare in ravvedimenti sulla
base di informazioni e della logica. Ma informazioni e logica sono là, grandi
come la catena del Karakorum. E allora vuol dire che la bussola ce l’hanno.
Solo che hanno scambiato i punti cardinali.
Fuochi
d’artificio o redde rationem?
Ma torniamo a bomba. In ispecie alle bombe
sugli ospedali di Aleppo e Azaz che, dimostrate non russe dai russi (la nave
russa lanciamissili che, secondo i pappagallini mediatici, dal Mar Nero avrebbe
lanciato i missili contro quelle cliniche, nel Mar Nero non c’è proprio), hanno
un’origine più probabile nelle batterie di artiglieria turche che da 5 giorni martellano
il nord-ovest della Siria a sostegno dei terroristi Al Nusra e affini, incalzati
dalle offensive curda e siriana. Qualcuno argomenta che Erdogan e i suoi
alleati sauditi, entrambi in ambasce di fronte allo sfaldarsi del moloch
wahabita incaricato di far fuori Siria e Assad, siano sfuggiti al controllo dei
maestri Nato e Usa. Che Obama, di fronte agli Stati Uniti tracimanti di poveri
e sull’orlo della recessione, rilutta a chiudere con un costoso intervento a
terra due mandati che, già così come sono, ne hanno fatto il presidente più
sanguinario della storia americana.
Sarà anche così. Ma non è, in ultima analisi,
Obama colui che decide. Decidono coloro che ce l’hanno messo. Come, a colpi di
centinaia di milioni, mettono nella Casa Bianca, a capo della “più grande
democrazia”, tutti i presidenti. E se qualcuno vuole fare il Robert Kennedy,
muore. Ci sono, comunque, sviluppi in queste ore che rendono opinabile l’ipotesi
degli Usa in attrito con i subordinati sul posto e che, anzi, paiono indicare
il pieno impegno del moloch occidentale a guida Usa per un’escalation che a tutti
i costi impedisca la vittoria russo-siriana andatasi profilando e, con essa,
uno stravolgimento dell’assetto geopolitico esistente e, soprattutto, di quello
programmato insieme a Israele da anni, se non decenni.
Un punto che resta aperto è quello dei curdi.
Fanno pensare ad Arlecchino servitore di due padroni. Quali, unitisi nelle Forze
Democratiche Siriane con certi rimasugli di quello che era il Free Syrian Army, si fanno appoggiare
dai bombardieri Usa e gli cedono aeroporti all’interno della Siria
nord-orientale da usare contro Assad. E quali sono sostenuti da Mosca e,
occupando la striscia di confine fino all’enclave di Azaz, si adoperano per
impedire che i turchi vi costituiscano l’ambita zona-cuscinetto e No-Fly Zone (ma
anche qui pare che siano coadiuvati da Forze Speciali Usa). Entrambi danno il
mal di pancia al folle di Ankara, ma intanto si appropriano di territori arabi
e, oggettivamente, si inseriscono, come già in Iraq, nel progetto di
smembramento del paese. Un storia maledettamente equivoca, su cui incombono
anche figure abiette come Barzani, il boss iracheno, o ambigue come l’Ocalan
dell’accomodamento con Erdogan.
Curdi YPG e ratti siriani
Una
flotta Nato da guerra per salvare profughi?
L’alleanza Usa-Nato, pretendendo di dare una
mano all’Europa nella questione profughi (dall’alleanza stessa innescata e
pianificata per tagliare le gambe all’Europa), spedisce una flotta di guerra
nel Mediterraneo orientale. Mobilitazione per la guerra, fatta passare per salvataggio
di profughi su cannotti e punizione dei loro scafisti (introvabili perché al
sicuro nell’ hinterland turco sotto protezione del sultano organizzatore dei
flussi e ricattatore di Bruxelles). Se il regime
change a Damasco, che tanti sforzi, tanti rastrellamenti di mercenari,
tanti soldi e tante balle ha impegnato, va per le lunghe e minaccia di non
avverarsi, Turchia e Nato sembrerebbero pronte a giocarsi il tutto per il
tutto. Così Jens Stoltenberg, segretario-marionetta della Nato, annuncia al
vertice di Bruxelles che lo Standing Maritime Group 2, appena reduce da
esercitazioni con le forze armate turche, verrà impiegato nell’Egeo, “per monitorare e sorvegliare gli
attraversamenti illegali”, ma anche “per
pattugliare e raccogliere intelligence
sul confine turco-siriano”. E’ la seconda che hai detto.
Non è una sparata per far sapere in giro che
l’Occidente non se ne resta con le mani in mano, mentre turchi e sauditi, da
soli, sono costretti a salvare quel che resta dell’armata jihadista. L’ordine
della spedizione è venuto direttamente dal generale Philip Breedlove, comandante
supremo della Nato, uno che da tempo minaccia di azzannare i polpacci dell’orso
russo. E quella dell’Egeo non è una flotta per racattare naufraghi. Vi
partecipano Germania, Canada, Grecia e Turchia e “quello che andiamo a fare è un
lavoro militare”, ha precisato Breedlove. Infatti, qui non si tratta di
battelli guardiacoste. Si tratta di pesanti navi da guerra, di classe superiore
a incrociatori e corazzate, munite di armi anti-aeree, anti-navi,
anti-sommergibili e anti-missili. Non per nulla il gruppo viene chiamato “Forza
di reazione rapida”.
Anche Ash Carter, ringhioso ministro della Difesa Usa,
era presente al vertice che ha deciso
la nuova missione ”umanitaria”. Nelle
parole della BBC: “Questa decisione segna il primo intervento dell’Alleanza
nella crisi europea dei migranti”, incaricata di colpire le associazioni
criminali che gestiscono il traffico di carne umana. Una flotta di poderose navi da guerra che andrebbe a scovare a terra
gli imprenditori e manager del traffico, di cui anche i bambini, trasferiti
sotto attento occhio turco dal confine siriano alle coste dei gommoni, prima di
annegare, sapevano che chi organizzava tutto era un sultano intronato ad
Ankara. Non arrivavano, forse, a capire che quello lì era poi solo l’esecutore
di un’operazione destinata a sconvolgere l’Europa, indebolirla, tenerla al
guinzaglio. Significativo poi che, in prima linea, ci sia una solitamente
tiepida Germania, con Angela Merkel che giorni fa si è precipitata a
raddrizzare la spina dorsale a Erdogan, potenziando l’ormai assordante
propaganda Nato dei russi che massacrano i civili siriani.
Il pesce-pilota mediatico del partito della
guerra, il New York Times, voce dell’integralismo
bellicista israeliano, ha fatto una stupefacente ammissione:”I russi hanno tagliato molti dei sentieri
che la Cia ha utilizzato nel suo sforzo di armare i gruppi ribelli”. Si
sapeva, e ancor più si sapeva dei turchi, ma della Cia non era mai stato ammesso
in termini così espliciti. E non è stato il ministro della Difesa dell’entità
sionista, Aalon, a dichiarare che ad Assad e all’Iran preferisce nettamente l’Isis?
Preferenza condivisa anche dall’omino coi baffi Bialetti, il premier turco Davutoglu.
Perdendo la sua guerra coperta contro la Siria a causa dell’intervento dell’arcirivale,
pur assediato in tutto l’est europeo, Washington, secondo il NYT, è costretto a
prendere in considerazione il “Piano B”, cioè un “impegno militare molto più
grande contro Assad”. Le frustrazioni di Arabia Saudita e Turchia, diventano
quelle degli Usa e, quindi, della Nato. Può darsi che siamo a un’impennata
propagandistica. Oppure al redde rationem.
i compagni di Cipro la pensano in maniera simile:
RispondiEliminahttp://www.resistenze.org/sito/os/lp/oslpgb14-017510.htm
cordiali saluti