Una gentile mano ha girato questa clip, estratta da un
intervento che, sabato 10 marzo, ho fatto alla presentazione a Milano, Casa
Rossa, del mio film “O la Troika o la vita
– epicentro Sud, non si uccidono così anche i paesi”. Aggiungo alcune riflessioni a quelle che cercavano
di illustrare il parallelo che corre tra la sistematica distruzione dei
patrimoni di civiltà dei popoli aggrediti dall’Uccidente e le cosiddette
migrazioni. Che è improprio definire migrazioni, perché di spostamenti coatti
di genti si tratta.
Le forze del vero male assoluto, oggi del mondialismo
neoliberista e totalitario, da sempre sterminatrici, saccheggiatrici,
belliciste, colonialiste, sperimentarono il massimo del loro potenziale di
morte prima con le crociate (Goffredo da Buglione in “Terra Santa” ad Acri
passò a fil di spada tutti gli abitanti musulmani; Saladinonon ha torto un
capello neanche a uno dei successivi
cristiani; era già “scontro di civiltà”) e, poi, olocausto di tutti gli
olocausti, con l’eliminazione delle popolazioni native delle Americhe.e
dell’Africa (20 milioni di morti ammazzati in Congo per grazia di Leopoldo del
Belgio, tra 50 e 100 nel genocidio degli amerindi). Lo fecero nel nome e con la
benedizione della Chiesa che, da tale taglio di messi si aspettava un
concomitante allargamento del proprio dominio su beni e anime.
Nome e benedizione della Chiesa che anche oggi, col Bergoglio
indefesso raccoglitore di “migranti” per conto terzi e suo, concorre a validare
le imprese ancora e sempre di quelle che da qualche secolo si confermano le
potenze del male assoluto. La clip allegata si limita a riferire alcuni episodi
che hanno segnato la marcia devastatrice delle armate uccidentali e dei loro mercenari jihadisti nella stagione delle
guerre contro gli arabi. Arabi protagonisti di una delle più grandi civiltà
della Storia, oggi in macerie. Arabi che potremmo chiamare gli zii della nostra
civiltà, in quanto fratelli dei nostri padri latini, figli dei greci, insieme
ai quali dell’Ellade ci hanno fatto arrivare le parole di Euripide, Aristofane,
Euclide, Pitagora, Aristotele e tanti altri. Senza i quali non saremmo quelli
che siamo. Quelli che eravamo prima del “meticciato” prossimo venturo. Per quei
poteri colpa grave loro, difetto ormai quasi genetico nostro. Occorre
provvedere: si tratta di elementi identitari incompatibili con l’architettura
della globalizzazione, dove ogni elemento strutturale deve rispondere al
requisito della decostruzione di identità specifiche, dell’uniformità
funzionale a produzione, consumi, assetti politici, economici, sociali,
culturali (per dire anticulturali).
Così, come ricordo nella clip, distruzioni (ma anche predazioni
di quanto può produrre profitto nei caveau bancari e museali) di ogni segno del
percorso storico di un gruppo umano, della comunità costituitasi attorno a
territorio, lingua, opere, civiltà. Subito, aprile 2003, appena arrivati a
Baghdad, distruzione e saccheggio del Museo Nazionale iracheno, cui ho
assistito, e della Biblioteca Nazionale: polverizzati 4000 anni di quanto le
genti di quei luoghi avevano contribuito ai più alti valori del genere umano e
dell’ambiente in cui si sono perpetuati, fedeli e profondamente consapevoli di
un progetto collettivo proiettato ai limiti del tempo. A seguire i cingoli e
gli artigli dell’invasore e dei suoi briganti di passo sui siti con le opere della
passione, dello sforzo evolutivo di generazioni
in sfida con l’oblio. Cingoli e missili anche sulle opere contribuite da
ospiti e invasori, greci, persiani, romani, bizantini, ottomani. Opere divenute
tanto carne e ossa e spirito della nazione, quanto i suoi neuroni, le sue
vertebre, il suo cuore.
Stessa procedura in Libia e in Siria, tra Leptis Magna e
Palmira. Stessa procedura in Africa dove, mancando le bombe, il deserto
naturale e civile viene esteso e incrementato dai cambi climatici, nostri, dai
terroristi di una artefatta Jihad, nostri, dalle multinazionali della
devastazione mineraria, agraria, urbana, morale, nostre.
E il momento in cui vengono attivate luci verdi che lumeggino
da lontano e promettono a chi non se lo mangia il deserto, non se lo scarnifica
il trafficante, o non se lo beve il mare, la salvezza sotto padrone e prete
bianco. Promessa di mantenerlo in vita, magari a pace e acqua, di integrarlo,
assimilarlo, meticciarlo. Alienarlo per sempre, elevandolo al proprio rango
di occidentale. Ma privato
definitivamente di nome e cognome. Di un sostegno, un retroterra a cui
appoggiarsi, da cui prendere la rincorsa. Una volta che milioni di costruttori
del futuro della propria comunità, di quella comunità abbiano perso la memoria,
la speranza, il filo conduttore e il senso, tra macerie da bombe e fiumi
disseccati da dighe, la preda è spoglia, inerme, inerte. Pronta a concorrere
con chi lo dovrà ospitare per chi si vende al prezzo più basso.
Una comunità umana generizzata, uniformizzata,
de-destinizzata, con un futuro, un progetto, squallidamente individuali, senza
il conforto, il coraggio, il calore della collettività. Una comunità plebizzata,
inconsapevole di sé perché inconsapevole di origini e futuro. Prostrata al
verbo falso di un progresso senza la sua
impronta. Costretta a rinnegare, tradire la missione che i padri hanno
realizzato e trasmesso e i figli dei figli aspettavano che gli venisse
affidata.
Qualcuno a Babilonia si chiederà da dove mai venissero quei frammenti di smalto
con una zampa, o una testa di antilope. Qualcuno di Timbuctu, occupata dalla Legione
Straniera e i cui mausolei millenari i mercenari al soldo del colonialismo
hanno raso al suolo, sotto una coperta alla Stazione Centrale, o in corsa
affannata in un magazzino Amazon, si vedrà apparire in sogno la Grande Moschea
di Djenne, alla cui ombra sostava con i padri. Suo figlio, nella scuola
multietnica e multiculturale, sosterà tra le luci dell’Outlet finto moresco.
Forse qui avrà avuto lo jus soli. In cambio gli hanno preso lo Jus Patriae.
Com’è che della catena della “migrazione” nessuno veda mai il
primo anello? Forse perchè il manifesto non gliene parla? Forse perchè Soros glielo nasconde? Forse perchè colonialisti inveterati e razzisti sono quelli che accolgono senza se e senza ma? Appunto senza se e senza ma.
Meraviglioso
RispondiEliminaIo la penso così....l'imperialismo occidentale devasta e distrugge decine di Stati nel mondo...e non frega a nessuna delle cosiddette democrazie di Stati distrutti, anzi
RispondiEliminaguardate l'Irak, a parte le fandonie delle provette e tutti gli annessi...qualcuno di rende conto del danno immenso che un paese in cui lo Stato è distrutto comporta?
Guardate la Libia come ha spesso scritto Grimaldi....era lo Stato faro dell'Africa, ora è devastato ma non importa nulla alle democrazie occidentali, loro rubano petrolio ai libici
la conseguenza del depredamento di risorse è gigantesco, delle navi delle multinazionali che pescano e tolgono il pescato ai nativi o residenti in tanti posti....del prendere tutte le risorse possibili tramite governi corrotti e criminali....la conseguenza è centinaia di milioni di disperati che o emigrano o muiono
e queste centinaia di milioni di migranti in tutto il mondo vanno spesso a passare percorsi di morte, di umiliazione e di sfruttamento arrivando se non muoiono nei paradisi occidentali che li sfruttano economicamente definendoli dei parassiti e dei ladri di lavoro....ora il problema è che loro migranti spesso non hanno scelte, hanno percorsi obbligati che li portano anche a ridurre diritti e benessere tra le popolazioni un poco più fortunate ma sempre sfruttate nei paesi occidentali
il problema è che da sempre nei paesi si cerca, si fa venire, si invoglia l'arrivo di disperati pronti a condizioni indegne pur di sopravvivere
Soros è uno dei migliaia di iper capitalisti che fanno quello che serve a loro per aumentare profitti e disumanità (che fa sempre rima con profitti)
ma gli occidentali sfruttati dovrebbero capire che il nemico è appunto il capitalismo globalizzato che tritura tutto e rende le democrazie delle farse
e i disperati migranti che devono trovare un fronte comune con chi rischiano di danneggiare anche se involontariamente
se non si fa fronte comune in qualche modo per quanto difficile, non so come se ne esce
Che la destra cavalchi il binomio filantropismo-migrazioni, è l’ennesima cortina fumogena che intossica chiunque e le destre stesse, quelle che invocano le guerre contro genocidi o meglio le guerre contro chi non rinuncia alla svendita delle nazioni per gli sfruttamenti energetici e per le nuove aree di insediamento della modernizzata Nato _ quella Nato sempre più social-mente aperta al gender e agli appalti salva crisi occupazionali. La destra che addirittura si avvicina a Putin come Assad, che parla di sovranismi e autodeterminazioni, che addirittura difende la Crimea nel suo ritorno in patria natìa mentre in Italia urla e invoca l’ordine in ogni corteo fuori dalle righe , che ‘alliscia il pelo’ in pratica a tutto ciò che la valutazione occidentalistica ed eurocentrica ha offuscato a sinistra, quella sinistra che riduce l’internazionalismo a mero separatismo di convenienza (overdose di Dalai lama-yoga-vegan-biodinamica-stainerismi-papalismi-gender para cattolico -Luxurismi e Vendolismi fatti sparire come sotto l’effetto di GHB-). Tra le varie valutazioni sul come e perché migliaia di persone sbarchino verso l’europa non tralascerei quella del –debito da saldare- e cioè –quante compagnie di business ed i suoi contarctors@ al seguito, possono permettersi di muovere passi in aree difficili-di crisi, insomma da sfruttare a beneficio della finanza delle quote azionistiche, delle speculazioni, insomma dell’economia che muove la merendina così come gli f-35? Su quante migliaia di persone (nel totale tra dirette interessate e familiari) deve far leva un sistema neocolonizzante e apparentemente a bassa intensità come nelle ricostruzioni di aree post-guerra e nelle aree di nuovo sfruttamento energetico, dalle dighe alle miniere, dalle foreste pluviali inquadrate come riserve per scorte alimentari, farmaceutiche e combustibili- ? Quindi: è possibile pensare che le rotte ed i recuperi in mare siano la contropartita per servigi resi e ricevuti, oltre al silenzio per ciò che realmente succede nelle zone del –nuovo e mutevole magazzino dell’occidente? Cordiale e saluti. –inutile parlare del sacrificio di neonat@, la guerra mediatica non ha Convenzioni. http://ram.neon24.pl/post/138239,tangiers-group-moas-contractors-i-007 https://dpxgear.com/
RispondiEliminaAnonimo@
RispondiEliminaConcordo. Ma quel link non si trova.
https://dpxgear.com/ http://ram.neon24.pl/post/138239,tangiers-group-moas-contractors-i-007
RispondiEliminaAnonimo@
RispondiEliminaNiente da fare: "The page you requested could not be found"