Livio Partiti 10 marzo 2018 Fulvio Grimaldi
Fulvio Grimaldi
“Un sessantotto lungo una vita”
prefazione di Vladimiro Giacché
Zambon Editore
http://zambon.net
“Un sessantotto lungo una vita”
prefazione di Vladimiro Giacché
Zambon Editore
http://zambon.net
Il decennio ’68-’77 è quello che considero il periodo più significativo nella storia recente del nostro paese. Un decennio di cui non si dovrebbe perdere la memoria e di cui si devono contrastare le analisi strumentali, quelle fatte con il facile senno di poi, spesso denigratorie, o mettendo al centro le scelte opportuniste e il degrado politico e morale di alcuni personaggi allora molto in vista. Si tratta anche di una mia esperienza personale di grandissima intensità e che alle radici molto lontane nel tempo aggiunge un retaggio che non muore.
Fulvio Grimaldi ci spiega nelle ultime righe del suo libro, “io continuo a fare il giornalista”. E cioè a intervenire “ovunque ci sia bisogno di buttare sabbia negli ingranaggi e verità in faccia di coloro che noialtri, meglio di molti, avevamo individuato e colpito molti anni fa”. A 50 anni di distanza, è difficile sintetizzare meglio il perdurante significato del “Sessantotto”. (Vladimiro Giacché)
Fulvio Grimaldi nasce a Firenze, vive parte della Seconda guerra mondiale in Germania, studia a Genova, poi a Monaco, Colonia, Londra.
Fulvio Grimaldi nasce a Firenze, vive parte della Seconda guerra mondiale in Germania, studia a Genova, poi a Monaco, Colonia, Londra.
Lavora come giornalista professionista per la BBC a Londra, dal 1962 al 1967. Inviato di guerra per “Paese Sera” alla Guerra dei Sei Giorni in Palestina. Per “Paese Sera” e il settimanale “Giorni – Vie Nuove” è inviato in Africa, Europa, Vietnam, Medio Oriente, Irlanda. Direttore del quotidiano “Lotta Continua” dal 1972 al 1975. Ripara a Londra per cumulo di processi per reati di stampa. Dal 1977 al 1979 corrispondente dallo Yemen per una catena di riviste terzomondiste britanniche. Firma anche reportage dall’estero su “La Repubblica”, “L’Espresso”, “il manifesto”. Dal 1984 in Rai, prima al TG1 e poi al TG3. Lascia la Rai nel 1999 per dissensi sulla linea adottata sulla guerra alla Jugoslavia (“intervento umanitario”).
Dal 1999, da autore indipendente, realizza documentari di guerra: Iraq, Balcani, Palestina, Libia, Siria e documentari sull’Iran e sui rivolgimenti politici e sociali in America Latina: Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador, Honduras, Messico, Argentina, Brasile.
Tiene un blog, www.fulviogrimaldicontroblog.info, di politica nazionale e internazionale. Ha realizzato nel 2014 il suo primo docufilm su tematiche italiane: “Fronte Italia – Partigiani del 2000, dai No Tav ai No Muos, tutti i No della resistenza”. Seguono altri due docufilm di soggetto nazionale: “L’Italia al tempo della peste – Grandi Opere, Grandi Basi, Grandi Crimini”, e “O la Troika o la vita – Epicentro Sud”, sempre fuori e contro il perimetro dell’informazione ufficiale.
È stato insignito dal presidente della Serbia della “Medaglia d’Oro” per meriti giornalistici.
Il suo libro, dott.Fulvio Grimaldi, lo leggerò con grande interesse. Mi suscitava già tanto interesse la sua presenza, tanti anni fa, durante alcuni dibattiti che si tenevano presso l'associazione culturale monteverde. Evidentemente sempre alla ricerca di realtà vere, notizie ed istanze che si possono raccogliere attraverso l'ascolto anche di piccole ma interessate riunioni. Se non sbaglio aveva con se il suo bassotto. L'associazione culturale monteverde ha chiuso da diversi anni per via dell'affitto degli spazi divenuto insostenibile. Era un posto dove potersi informare, vedere film, leggere libri, partecipare, condividere, vedere gente e tutto ciò dal vivo! Comprerò il suo libro. Leggere l'analisi proposta è il minimo per la stima che le riservo, sono certo che mi aiuterà a comprendere meglio la storia dei tempi che sto vivendo, è incredibile che un uomo in una sola vita abbia vissuto come le ha vissute lei tutta quella sequela di orribili tragedie che hanno segnato la storia di popoli e nazioni.
RispondiEliminaIncredibile! Un fuoriclasse!
Fred
Fred@
RispondiEliminaCaro Fred, anzitutto grazie per i suoi troppo generosi apprezzamenti. Siamo in tanti, quelli del '900 e che hanno superato il salto del millennio ad aver vissuto importanti episodi storici. Sono capitati, mica è merito nostro. Importava starci dentro con onestà e un po' di coraggio.
Mi ricordo Andrea di Monteverde, molto attivo nell'organizzare quegli eventi. Poi abbiamo fato scelte divergenti.
E guardi che non ho vissuto solo orribili tragedie, ma anche grandi esperienze di valore umano. Il mio libro sul '68 racconta proprio questo.
Un caro saluto,
Fulvio
Eppure il mio apprezzamento, e credo questo lei lo sappia, è proprio per aver scelto quei luoghi e in quei momenti...
RispondiEliminaFred
Un esempio del clima che c'e' in giro e dell'uso di facebook come strumento repressivo. Altro che caccia alle "fake news".
RispondiEliminahttp://torino.repubblica.it/cronaca/2018/03/26/news/torino_avvocato_denuncia_spedizione_punitiva_dei_vigili_urbani-192246812/?ref=fbpr
L'evidente asimmetria nel trattare la violenza privata si riflette anche nei tribunali. Donna rumena uccise ed eviro' il suo compagno. Assolta per problemi psicologi. Avete visto titoloni sui giornali o dichiarazioni indignate di autorita'? No! Tutto regolare.
http://www.affaritaliani.it/cronache/modena-uccise-ed-eviro-il-compagno-assolta-per-problemi-psicologici-532059.html
L'Italia tanto per servilismo verso la linea UE espelle due diplomatici russi. Cosa fara' il prossimo governo, mettera' in discussione finalmente questa linea criminale ed autolesionista?
Un servizio di Di Nucci sull'anniversario dell'aggressione alla Libia, guerra di rapina con la compiaciuta approvazione delle sinistre democratically correct, da Bersani a Vendola (che fine ha fatto, questo lottatore per i diritti umani, sopratutto per i suoi?)
https://www.pandoratv.it/larte-della-guerra-libia-sette-anni-di-sventura-nato/
Dimenticavo, a proposito del clima che c'e', la stampa dava per imminente un attentato a Roma organizzato da un tunisino immigrato, cane sciolto che si sarebbe "radicalizzato" (ancora devo capire bene cosa si intenda con questa parola) verso l'Isis. Salvo scoprire che quell'uomo vive tranquillamente a Tunisi e con l'Isis non ha niente a che vedere.
RispondiEliminaessendo fuori età per testimoniare il decennio di cui racconti, mi si rivolta lo stomaco a pensare a come viene interpretata ed attuata la solidarietà internazionale contemporanea. Vedere 'brigate-brigatist@ internazionali" passarelleggiare a Venezia, scrivere libri con tempistiche da saldi di fine stagione, andare e tornare da aree di guerra con facilità degne di Ryanair-Erasmus, o addirittura tornare a casa per curarsi ferite di 'guerrilla' lasciando sul campo compagnie varie, etc. propongo questa condivisione http://www.voltairenet.org/article197892.html per sapere cosa se ne pensa dell'analisi e se fosse il caso di riprendere la dissidenza Machknovicista come funzionale all'attuale scempio prodotto dall'euromaidan. Tralascio sulle valutazioni dell'area ex-movimentista italiana sul silenzio assenso verso il genocidio perpetrato verso il popolo siriano (lasciato in mano alla solid onlus) e sull'esaltazione della Catalonha eco-capitalista come parte delle triangolazioni (Barcellona-Berlino-Londra) delle nuove masse alternative pre e post g8 di Genova. =Viola-crociat@ in salsa Oxfam?=
RispondiEliminahttp://www.voltairenet.org/article197892.html
Ieri ho visto il massacro compiuto degli assassini sionisti verso i manifestanti palestinesi che ricordavano l'anniversario di un altro massacro quello avvenuto in occasione della cacciata di migliaia di arabi dalle loro terre. In quella occasione i morti furono 7 ieri 16. Nessuna condanna da parte dei paesi democratically correct mentre su La7 si riportavano le ridicole motivazioni del governo di Tel Aviv. Mi è venuto in mente il mio commento di pochi giorni fa, ma anche per associazione, il "bloody sunday" così come raccontato da Fulvio. Soldati scelti che sparano sui manifestanti, truppe che cercano di impedire i soccorsi, autorità che parlano di dieci "militanti di Hamas" fra gli uccisi (ed anche fosse? E gli altri sei? ) di video "manipolati". Non ho sentito un solo politico italiano dire nulla, ed il consiglio di sicurezza blocca l'istituzione di una commissione indipendente. I sionisti la sfangsno ancora.
RispondiElimina.un'appendice al precedente post su 'nuovo internazionalismo ed anarchismo'. Non credo che Ocalan avesse previsto o meglio sperato che il 'confederalismo democratico' avrebbe dovuto fare ricorso ad approviggionamenti Nato e ad ammiccamenti verso Liberi Eserciti in Toyota (prontamente ritortisi contro ad Afrin)
RispondiEliminagli anni del boom, economico e sociale, esplosioni implose nelle viscere della vecchia giovane Italia. La guerra non ortodossa e ad intensità variabile, da luogo a luogo, da città a città, attraversando longitudinalmente il vostro 68-77 fino alla massificazione dell'informazione, stordente e funzionale alle esigenze di una popolazione -italiana- troppo impegnata alla rincorsa di frigo e tv, prima, telefonini e last minute, oggi. Ma le varie e più diverse -analytica- e -tavinstock- sono da decenni e secoli (con sigle all'ombra degli ombrelli papali e romani) in agguato e gioco forza, nelle società moderne, passano indisturbate e nel più assoluto assenso, nella convinzione dei più che un salario a fine mese vale più di velleitarie verità. Peli ed Italicus erano le paroline d'ordine più inquietanti del famoso -l'io in divisa ed. Imago- agghiacciante dizionario che indicava bene come passare informazione alle varie organizzazioni del controllo e para statali. Peli che diventano rossicci diceva ed italicus noto modello di calcio balilla. Quando una tosata in barbieria o una partita al circolo degli amici, poteva indicare tetri obiettivi. fantapolitica e depistaggi di trame più semplici e meglio finanziate? Tuttavia i risultati sono ormai evidenti e l'agglomerato umano ne è quasi, fieramente, custode, in nome dello sviluppo, modernità e vacanze a tempo.
RispondiEliminaAnonimo@
RispondiEliminasiccome suona interessante, gradiremmo una versione per i semplici.
Non saprei come riformulare il pensiero evitando di riproporre tentativi di analisi su -guerra non ortodossa e capitalismo dal basso (pubblico e privato intriso di multinazionali, affiliate, majors dello spettacolo con relativi tentacoli indipendenti creati ad hoc). Voglio evitare di contorcermi attorno all'ovvio che compagni come te che hanno vibrato con i nervi ed il sangue dei popoli conoscono bene in termini di -accerchiamenti-manipolazioni-vendite ai più sadici offerenti. L'unica valutazione che mi permetto è che il lavoro di raccolta differenziata delle agenzie è pressoché concluso salvo ronde di controllo, le categorie lavorative sono trasversalmente marchiate e affiliate e chi pensava di far parte dello show (come lo chiamavano in Brasile) avrà tutta la vita per renderne conto. Aspettando il giro d'Isralia mi risuonano in mente -nostra signora dell'ipocrisia e telegraph road- p.s. i tuoi 4000e+ likes in fb, valgono oro in termini di distorsione del segnale unico ma questa è probabilmente la misura di quanto sia più funzionale, alle masse critiche, evitarti. hlvs con estrema riconoscenza.
RispondiEliminaessendo la tua pagina fb momentaneamente chiusa a commenti, tanto da non aprire neanche le foto da te postate, in un cambio di paradigma dettato dall'impotenza verso la strage di Gaza, il silenzio di Gente come De Luca, Saviano e brutte compagnìe varie è non la conferma ma la resa dei loro pseudo-cervelli dollarizzati che tiene alta la convinzione che siano sempre più spiattellati e complici verso il loro socialdemocratico muro, ugualmente a tutti i likes verso le loro pagine o le poetiche dediche ed i poetici ringraziamenti (patetici) dei e delle loro -fans- agli spettacolari casi dj Fabo, Ghouta sotto regime, masse eritree in fuga, etc. Non escludo l'occhio vigile delle loro scorte hollywodiane che tiene in catene le loro mani ed i loro manager da ufficio stampa. La loro resa è il miglior fregio alla loro bassolocata dignità. "Come sindaco di Napoli, città di incontro fra popoli del mediterraneo e città di pace, non posso che esprimere la mia più grande preoccupazione per un possibile intervento militare Usa verso la Siria, governata da un regime sanguinario- 2013" ps-sembra uno di quei libri per l'infanzia che una volta terminato, se ne può leggere un altro capovolgendolo. (l'appassionante pasqua di p.a.p. ombrellaio di rif.com. che riassembla la Bernardini ed il carcere da visitare per le feste porterà sicuramente all'ennesima ricollocazione sorosista che passa da Antigone e arriva direttamente all'ultima Otpor parlamentare, quella di una legge elettorale tesa ad evitare che il non-palazzo arrivi alle assemblee Nato e dei servizi vari). pss Dopo il film su Osho, ultimo rifugio per spiriti made by Baden-Powell e quello su Marx, tanto per umanizzare il già nato umano ideale anticapitalista, come il g8 genovese fu cartonificato sul grande schermo, inevitabile sarà il rispolvero di Violetta, fiction argentina con cui la Warner bros consigliò un colore ed un nome -violetta fiction podemos- tanto per esorcizzare il nuovo papa buono. Miscuso per ironia e sarcasmo miste a confusione, ma il surreale quotidiano merita tutto il dadaismo possibile.
RispondiEliminaAnonimmo@
RispondiEliminaTutto il dadaismo possibile, OK, affascinante anche se parzialmente oscuro. Ma non capisco la pagina FB chiusa a commenti. Vedrò di provvedere.