Di Lorenzo Orsetti, in qualche misura, mi sento compagno per avere
anch’io, quasi cinquant’anni fa, combattuto insieme a un popolo in armi.
L’analogia, però, è del tutto fuorviante. Lui, con chi fa a pezzi un paese, io,
con chi il suo paese se l’era visto fare a pezzi. Lorenzo viene glorificato da
media e politica, mentre io dovetti, e dovrei tuttora, guardarmi dalle
rappresaglie dei nemici di allora (qui niente prescrizione) e dagli anatemi di
chi insiste a schierarsi dalla parte degli espropriatori di popoli. Che in
Siria sono i curdi.
Comprendo e mi dolgo della
sofferenza dei famigliari dell’uomo caduto in Siria, a Baghuz, nello scontro
tra Usa-curdi e Isis. Ma fare di lui, come sento, vedo e leggo, nientemeno che un Che Guevara, o un Garibaldi, è come
minimo sacrilegio. Non so con quale posizione idealistica sia partito Lorenzo
ma, una volta schierato in Siria, avrebbe dovuto ripensarci. Non si è accorto
che stava in territori che i curdi, sotto protezione degli invasori americani,
impegnati con bombe e missili a massacrare migliaia di civili siriani, da Raqqa
a Baghuz, per aprire la strada alla loro fanteria curda, con il sostegno di israeliani
e sauditi, avevano rubato alla Siria sovrana? Conoscendo un po’ di Storia, non
aveva notato che i suoi eroi stavano allargando il loro territorio iniziale a
un terzo della Siria, con pulizie etniche feroci degli arabi siriani? Non aveva capito di
trovarsi al servizio di un’operazione tutt’altro che ideale.
Guerra criminale, finalizzata allo
squartamento di un paese libero, democratico, emancipato, forse più del tanto
decantato, dai complici degli aggressori, ecologismo, femminismo, diritto
umanismo, dell’YPG. E, soprattutto, paese antimperialista, qualifica non
spettante ai curdi. Se Lorenzo era mosso da idealismo, l’unica scelta avrebbe
dovuto essere in difesa della Siria.La morte di Lorenzo nella battaglia tra le
due milizie, tutte e due inventate e armate dall’aggressore, addolora
doppiamente. E commuove. E indigna, pensando agli specchietti per le allodole.
Per lo spreco di una vita e per la causa sbagliata. Se si vuole parlare di
martiri, l’unico martirio, qui, è quello del popolo siriano.
Di Luca Casarini, corsaro di Sua Maestà George con la "Mare Jonio", specializzata nella tratta, ex-capo delle Tutine Bianche, capo global dei noglobal, già collaboratore
della ministra anti-migranti Livia Turco e ora strumento multinazionale per la
depredazione dell’Africa e la destabilizzazione sociale e culturale dell’Italia,
vanto tre significative verifiche personali dirette. 1) Le spedizioni coloniali
nel Chapas, per schierarsi nello scontro
tra indigeni cattolici e indigeni protestanti e contribuire alla mitizzazione
del subcomandante Marcos in funzione di sabotaggio della sinistra messicana,
capeggiata da Andres Manuel Lopez Obrador, e della rivoluzione bolivariana di
Chavez. 2) Le spedizioni imperialiste a
Belgrado a sostegno della Quinta Colonna sorosiana (poi Otpor) incistata in Radio
B92, dello stesso Soros, e della distruzione della Serbia in resistenza. 3) L’allestimento
dell’armata di cartone di Tutine Bianche che, minacciando sfracelli per il G8
di Genova, fornì al regime Berlusconi-De Gennaro il pretesto per la
militarizzazione e la successiva letale repressione.
Ciò che invece non mi vide testimone
è la torta in faccia a Casarini quando si presentò a New York per assumere la
guida anche di “Occupy Wall Street”. Che peccato.
A Belgrado e poi con voi in Lombardia
Vado a Belgrado in pieno tumulto per
vedere cosa succede e cosa c’è dietro le manifestazioni contro il presidente
Vucic. C’è puzza di Otpor, come li ho
visti operare nel 2000-2001. Partecipo alla conferenza internazionale del Forum
di Belgrado per un Mondo di Uguali che, nel 20° anniversario dell’aggressione
Nato, riunisce analisti, geopolitici, storici e tanti tra coloro che a suo
tempo sostennero la lotta della Jugoslavia contro la sua frantumazione decisa a
Washington, Berlino, Bruxelles e Vaticano. Ve ne renderò conto al mio ritorno.
Intanto vi segnalo due link per un ulteriore approfondimento della
baracconata dei bambini del 15 marzo per il clima che, sempre più, dimostra di
essere un’operazione politica di grande respiro, messa in campo dagli stessi
devastatori del clima con guerre militari ed economiche, impegnati a rilanciare
l’accumulazione e il profitto finanzcapitalisti mediante la mistificazione
detta “Green New Deal”. Che ha lo stesso tessuto di verità delle guerre
chiamate “interventi umanitari”.
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INIZIATIVE PUBBLICHE IN LOMBARDIA
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INIZIATIVE PUBBLICHE IN LOMBARDIA
Aggiungo anche l’annuncio di tre
iniziative pubbliche che mi vedono partecipe in diverse forme e a cui invito
tutti coloro che sono interessati all’argomento e si trovano in zone non troppo
lontane dagli eventi.
“L’Asse del Bene” che
verrà proiettato nel corso di un incontro sul Venezuela alla Casa Rossa di
Milano, e al quale non potrò intervenire perché a Belgrado, è il racconto della
rivoluzione bolivariana realizzata da Hugo Chavez e dal popolo venezuelano,
delle sue ricadute sulle condizioni di vita del paese e dei processi di
emancipazione che ha innescato nel mondo latinoamericano. Offre una conoscenza
fondamentale delle condizioni determinate da quei processi per valutare
correttamente l’attuale scontro tra ritorno imperialista e resistenza di
popolo.
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A Besnate (VA), presento il 29 marzo, alle 21.00, il docufilm “O la Troika o la vita”.
Presso la Biblioteca di Besnate - Sala Civica - in Via Milyus, 6
Il film illustra gli effetti sull’area mediterranea della globalizzazione neoliberista imposta
da Unione Europea, Banca Centrale Europea e Fondo Monetario Internazionale: la Grecia
distrutta nel corpo e nell’anima, Medioriente e Africa devastati da guerre e saccheggi, il
dramma dei migranti e il loro afflusso nei paesi europei che si affacciano sul Mediterraneo,
l’Italia dei gasdotti, delle trivelle, del terremoto, un territorio nazionale già dissestato sul
quale imperversano, nella complicità di una politica succube delle lobby, le multinazionali
del fossile. Nel film sono riportate anche interviste a voci autorevoli, leader della sinistra
greca, antropologi, economisti, fisici, filosofi, protagonisti delle lotte sul territorio, ed i temi
trattatati nella relazione dell’autore e nel successivo dibattito permetteranno di affrontare
alcune questioni determinanti dello scontro in atto tra popoli e loro territori ed i poteri che
ne devastano ambiente, comunità, patrimonio storico, cultura, salute e autodeterminazione.
Scontro che determinerà le sorti dell’umanità nei prossimi decenni.
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Presso la Biblioteca di Besnate - Sala Civica - in Via Milyus, 6
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Il 24 marzo 1999 Usa, UE e Nato
inaugurarono, affiancati dai “pacifisti” in pellegrinaggio a Sarajevo e dalle Tute Bianche di Luca Casarini a Belgrado con gli emissari di George Soros, l’epoca delle
“guerre umanitarie” e delle distruzioni di Stati e popoli disobbedienti..
Furono i primi bombardamenti su Belgrado. Quel giorno abbandonai per sempre RAI
e TG3 e, presa al volo una telecamera, mi precipitai in Serbia per offrire al
pubblico una documentazione degli eventi, diversa dalle menzogne che parlavano
di “intervento umanitario contro il
dittatore Milosevic”. Il primo documentario, realizzato sotto i raid Nato
in partenza dall’Italia, sotto il governo del premier D’Alema e del ministro
della Difesa Mattarella, demistifica il contesto propagandistico e illustra
l’eroica resistenza di coloro di cui scrissi “meglio serbi che servi”. Il secondo, girato l’anno dopo, racconta
gli spaventosi danni economici, sociali, ambientali inflitti dagli aggressori,
la quasi miracolosa ricostruzione, l’afflusso dei profughi dal Kosovo, la
minaccia della quinta colonna interna che portò all’arresto di Milosevic, tre
giorni dopo avermi concesso l’ultima sua intervista, e alla sua successiva
eliminazione nel carcere Usa dell’Aja. Appena tornato dalla conferenza
internazionale di Belgrado, il mio intervento cercherà di aggiornarci sulla
Serbia di oggi, sullo sfondo delle rinnovate minacce interne ed imperialiste.
Ho appena visto un servizio del TG3 volto ad esaltare Orsetti e a stigmatizzare la Giustizia Italiana, rea di eprseguire legalmente gli "eroi" che tornano dalla Siria.
RispondiEliminaHanno mostrato anche una conferenza a cui era presente ZeroCalcare che invocava i giovani a seguire le orme del martire Lorenzo.
Ieri ho ascoltato a radio 24, quella della confettindustria, un breve discorso di Orsetti in anglocazzone. Non è la pronuncia che potrebbe avere un toscano, è quella che potrebbe avere un ARABO. Una domanda sorge più che spontanea, intuitiva: che prove abbiamo che questo Orsetti sia esistito o esista? Potrebbe essere una falsa bandiera di propaganda per indurre i Nostri Giovani, deboli di sinapsi, specialmente quelli che fanno i cuochi, camerieri, pizzaioli di basso profilo, non i tvippari, a larciarsi in siffatte inutili anzi dannose avventure e sfoltirci un poco la gioventù che ancora sta a casa...Altro che il Poro Andreotti. Noi 667 ne sappiamo una più di “loro” perché facciamo anche i coperchi. Stesso pensiero di Fabrizio Casalegno. Il calcare si debella con l'aceto bollente, zero o uno che sia.
RispondiEliminaSu La7 due “donne” in “bianco”, Myrta Merlino e Tiziana Panella pesantemente schierate a favore dei traditori dell'Italia, “conduttrici” dem senza contraddittorio dell'altra parte. E su rai tv 1 e 3 Josephiine Alessio, salerno-torontese, anche lei col “bustone” in bianco, che forse era una bella ragazza prima che la “rifacessero” in quella orribile maniera. Antipatica. Indaghiamo il significato per le “femmine”, quelle che sono sono brutte copie dei maschi, di vestirsi di bianco. E' una scopiazzata dall'america o meglio dagli SU d'IL... ideato dalle suffragette Dem come speciale “flash mob” in WHITE, loro colore simbolo, durante il Congresso americano per la cerimonia sullo stato dell’unione 2019, perché “Feminists don’t wear pink”. Fra loro, la speaker della camera, Nancy Pelosi, feroce avversaria di Trump, al posto della debilitata gaia ilare che tanto ridanciana non è più...
Anonimo del commento sulla "False Flag" di Milano@
RispondiEliminaNon pubblico deliri.
A proposito di asimmetrie fra il soldato Orsetti (penso sia la definizione più giusta, al di là di approvare la sua scelta o meno) destinato a diventare forse il nuovo Regeni se non altro come effetto mediatico, paragonato addirittura ai volontari internazionali in Spagna (come avevo previsto) ed un attivista disarmato di armi ma non di coraggio per difendere i civili ed i pescatori id Gaza, prima ignorato apertamente dal quel campione di "democratically correct" di Saviano, poi dalle autorità, ed infine sbeffeggiato anche post mortem da alcuni "giornalisti" RAI (Forbice lo definì con sottile compiacimento "estremista ucciso da miliziani più estremisti di lui"), ecco due link per capire e non dimenticare.
RispondiEliminahttps://www.ilfattoquotidiano.it/2019/03/20/lorenzo-orsetti-ora-tutti-lo-celebrano-ma-anche-lui-era-uno-dei-cattivi/5049716/
https://www.youtube.com/watch?v=mw1YTeei3RI
Da ignorante le chiedo: Come mai il popolo kurdo con una propria identità e tradizione non ha diritto ad avere uno stato? Perché ne dà sempre un giudizio così negativo? Il principio di autodeterminazione dei popoli non vale anche per loro?
RispondiEliminaOrsetti da bimbo giocava con i soldatini, i giornalisti che lo incorniciato...giocavano a far iniezioni alle bambole..e oggi lo fanno ancora!
RispondiEliminaJugoslavia
Quando bombardano Novisad ben sapevano i danni CHIMICI nel lungo periodo..non mi stupirei se in quelle bombe ci fosse stato pure rifiuti tossici da smantellare...
Venezuela Golan Yemen e tutto il resto...aspettando il poi la Persia...culla della civiltà occidentale, così parlò Zarathustra..
Slobbysta
Il 20 marzo scorso è caduto il 25° anniversario dell'assassinio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin in Somalia, una giornalista e un operatore molto probabilmente eliminati in quel modo barbaro per aver scoperto qualcosa di veramente grosso e compromettente sui traffici che anche noi facevamo in Somalia al tempo dell'operazione Restore Hope degli americani.
RispondiEliminaCaro Fulvio mi piacerebbe leggere il tuo pensiero in merito alla triste fine che fecero i tuoi colleghi a Mogadiscio.
Continua così, c'è sempre più bisogno di uno spaccato di informazione libera ed indipendente e di giornalisti con la schiena dritta come te.
Proprio oggi ricorre l'anniversario dei venti anni (mi sembra l'altro ieri) dall'inizio dell'aggressione Nato alla Yugoslavia, prima guerra con la piena partecipazione dell'Italia (terza per forze militari impiegate) e con il pieno consenso democratically correct, passando pure per una parte della sinistra "arcobaleno", la quale ispirata da Woijtila ("fermate la mano di Caino", ve lo ricordate) divento' un buon pungolo, arrivando addirittura ad accusare i governi di "non intervenire perche' in Kossovo non c'e' il petrolio", pensate voi. Tanto per non dimenticare.
RispondiEliminaOggi c'e' un generale celebrazione per l'agente sionista Mossad scomparso a 93 anni responsabile del rapimento di Eichmann in Argentina e di averlo portato alla forca in un paese che all'epoca dei fatti contestati neanche esisteva, e c'erano gia stati due processi a Norimberga. Ricordo che la pena di morte in Israele, inizialmente non prevista, fu reintrodotta frettolosamente proprio allo scopo di vedere questo oscuro funzionario (presentato dai media come il "pianificatore dell'uccisione di sei milioni di ebrei") giustiziato per affermare il diritto di alcune minoranze "giuste", siano sionisti o meno poco importa, di perseguire, rapire, torturare (ricordiamo le grazie presidenziali per i rapitori e torturatori dell'Imam nella moschea di Milano) ed eliminare, senza limiti giurisdizionali, di tempo o di confini chiunque sia stato da una parte "sbagliata". Cosi' e' stato pure per Cesare Battisti.
Gianlu@
RispondiEliminaIl diritto all'autodeterminazione a chi si è schierato dalla parte dell'aggressore Usa della Siria, si è fatto mercenario dei criminali, grazie a loro ha contribuito allo squartamento di un paese libero, sovrano che non aveva aggredito nessuno, ha compiuto una terribile pulizia etnica degli arabi per allargare il proprio territorio fino a un terzo della Siria, sostenuto oltrechè dagli Usa, dalla Nato, da Israele e dall'Arabia Saudita? Proprio no!.
Non ha agito da popolo, ma da banda di mercenari al servizio dell'imperialismo.
@Fulvio
RispondiEliminaVerissimo. Anche all'epoca di Ocalan sono riusciti a farmi venire qualche simpatia per la causa kurda, questa e' rapidamente evaporata nel 2003, quando i curdi si schierarono contro l'Iraq, a favore degli invasori, occupando inoltre zone non curde per impossessarsi del petrolio iraqeno.
Mi si obietta: ma i curdi del PKK non sono i Peshmerga iraqeni. Ok. Ma i Kurdi di Kobane non sono quelli della pulizia etnica a Raqqa, ma quelli di Afrin combattevano contro i Turchi. Allora se sono così divisi e pronti a vendersi al miglior finanziatore, possono dirsi un popolo e rivendicare uno Stato, per giunta con territori conquistati con la violenza e pulizia etnica a danno di altri popoli?
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