venerdì 29 novembre 2019

Rivolte dei signori(ni): tra le rose del clima e le viole di Hong Kong anche le petrosardine ci stan bene ---- MES NAZIONICIDA ED ELEZIONI CAPESTRO: I 5STELLE DA BENE MAGGIORE A MALE MINORE






Le sardine? Un movimento spontaneo di fiancheggiamento dell’establishment” (Giuliano Ferrara, Intelligence Usa, con incontenibile entusiasmo)

Il disordine sotto il cielo nell’ordine dei media
Dove eravamo rimasti? Ah già, le sardine, occhiutissime a “destra”, orbe a “sinistra”, per riprendere una categorizzazione che, oggi come oggi, vale quanto quella di “fedeli” e infedeli” per la religione, o “fascisti” e “democratici” per i globalisti neoliberali. E poi Di Maio e cosa stia facendo al M5S. E anche l’invasione nella parte nord-occidentale del pianeta di un movimento sul cambiamento climatico che ha tutte le caratteristiche, identitarie e strategiche, delle sollevazioni “spontanee” in corso nel mondo, da Hong Kong a Beirut, da Baghdad a Tehran. Che poi sono opposte ad altre di segno contrario, in Bolivia, Cile, Colombia. Ma che i media, strafurbi, mescolano tutte, facendone una zuppa nella quale si fa convivere la sana cicoria e la tossica mandragola. Così, l’ignaro se la pappa e viene steso da una bella colite di strumentalizzazioni.

Torniamo sull’argomento, proprio per dare una mano affinchè si eviti il debilitante inconveniente. E per dire della “spontaneità”, ecco un bell’esempio di manifestanti a Hong Kong che si battono per la democrazia con le mani nude degli oppressi e sfruttati, e un link che ne dimostra l’assoluta indipendenza e il rifiuto di ogni manipolazione esterna. https://youtu.be/98I4luNNai4 (si canta l’inno nazionale britannico e si sventolano bandiere UK)
 

 
Così bisognosi di essere soccorsi, questi inermi ragazzetti, che hanno messo a ferro e fuoco la metropoli, da richiedere l’intervento a gamba tesa di Trump, con sanzioni ai dirigenti cinesi (ormai siamo alle sanzioni a metà dei paesi del mondo che, peraltro, sarebbe una buona indicazione della perdita di egemonia degli Usa). Quanto a ingerenze negli affari interni di un altro paese, quella di Washington sta a quella presunta di Mosca nelle elezioni americane, come un caterpillar che sfonda la porta di casa sta a una mosca sul vetro della finestra.

Abbiamo visto la disarmata e del tutto autonoma “spontaneità” delle rivolte che piacciono alla gente che piace (al Sistema) e vediamo quelle che alla gente che piace piacciono per niente. Gente dilaniata dal dolore in Bolivia….


…..mentre dalle nostre parti abbiamo delle gradevolissime sardine…


   Extinction Rbellion con le brave ragazze e i bravi ragazzi di Bill Gates, George Soros e paperoni vari
 

 …. e, trattate un po’ diversamente, le cattivone del Cile.
Segnalate le differenze

Mentre dalla Bolivia si nota l’evoluzione, bene articolata dal “manifesto”, quando nelle sue analisi passa da “colpo di Stato fascista con direttore d’orchestra yankee”, al più equilibrato “crisi in Bolivia” e a certe femministe boliviane alle quali, nella congiuntura, preme soprattutto denunciare l’insopportabile machismo, mica del golpista Luis - el macho - Camacho, protagonista dichiaratamente nazista del golpe, ma l’evidentemente molto peggiore Evo Morales Ciò nel momento  in cui il popolo di Evo viene massacrato dai militari addestrati nella Scuola delle Americhe. Non manca mai al “manifesto” lo spunto per far risuonare alta e forte la voce del Deep State.

Da Bologna a Firenze a Palermo, i padroni si riprendono la piazza
L’organetto clintonian-obamiano che si annuncia come “quotidiano comunista”, esperto più di chiunque nel fingersi sorosianamente antagonista per frenare ogni vero antagonismo, alla vista di certe ascendenze renziane e piddine delle sardine, è stato anche il primo a suggerire agli organoni maggiori come sventare qualsiasi approfondimento, se non dubbio. Di quelli solitamente attribuiti a quei nemici del popolo che sono i complottisti. Dei bravi ragazzi che marinano la scuola il venerdì per ritrovarsi in piazza a salvare l’umanità dall’estinzione, nulla si può assolutamente dire, se non bene. Per cui quale migliore evoluzione che quella in cui tutta la meglio gioventù, Greta e i suoi, Fridays For Future, Extinction Rebellion, da 450 euro di rimborso al mese, e le “sardine”, si riunisca in un empireo di ragazzi, magari analfabeti funzionali, come dicono i ricercatori, ma compattamente e irriducibilmente anti-gas serra, antirazzisti, antipopulisti, anti-omofobi, magari LGBTQI, antisovranisti, implicitamente anti-Lega e, soprattutto, anti-Cinquestelle?

Sardine al petrolio? Per furbi e pirla basta un Bella ciao

Potevano mancare i soliti chierichietti  a fianco degli scontati incensatori dei pesci azzurri che ci penetrano in casa e sfondano certe ghiandole dagli schermi di Zoro, Formigli, Fazio, Gruber, Floris e via imbonendo? No, non potevano. Come non hanno potuto far mancare la propria fervida adesione a questi stessi quando navigavano, virtualmente o davvero, sui bastimenti della nuova tratta degli schiavi. Sono i cartonati sinistri messi a guardia di una Guantanamo Mondiale, operata dal globalismo delle sanzioni e delle guerre. Gli immancabili reperti museali della sinistra in buonafede, ma bischera. Il più esibito e, per buoni motivi, gradito agli amici del giaguaro Raiset-Cairo, è quel Marco Revelli, ultimo giapponese della Lista per gonzi Tsipras (Tsipras-Troika, in effetti) che, per ribadire la sua bravura negli abbagli, si sprofonda in peana per le sardine colorate.

Questa fusione di eccellenze democratiche, ecologiciste, antirazziste e ittiche, è la pietra filosofale che tramuta in oro liberal-socialdemocratico il cemento di un grande progressista  emiliano-romagnolo che, come l’ex-sindaco e poi ministro Delrio, governa sulla regione a più alta densità ‘ndranghetara d’Italia, ora vergognosamente pugnalato alle spalle da quei voltagabbana dei 5Stelle.

Del resto, non è che ci vuole molto a farsi sedurre da sardine e affini. Basta che intonino un Bella Ciao e il gioco è fatto. Tutti commossi e convinti che l’ossimoro sardine al petrolio, più Fridays For Future, sia la rivoluzione del subcomandante Marcos (peraltro truffaldina come questa). Io a quelli che hanno ridotto il canto partigiano a colonna sonora di ogni imbroglio dedicherei, se non proprio la sorte che i partigiani riservavano agli infiltrati, non sono ahinoi quei tempi, qualcosa di virtualmente simile.

Petrosardine – i trascorsi trivellisti della sardina Santori

 
pesci petrolizzati nella Basilicata dove per il capo-sardina servono più trivelle.


Le sardine sono una garanzia a 360 gradi. Non si fanno e non ci fanno mancare niente. Sono ecumenici, come “il manifesto”: dagli operai della Whirlpool alla Hillary Clinton del linciaggio della Libia e di Gheddafi. Pensate cosa ha scoperto il Professore di Diritto Costituzionale di Teramo, Enzo Di Salvatore, leader del movimento anti-idrocarburi No Triv (lo trovate da me intervistato anche sul docufilm “O la Troika o la vita”), oltre alle già note ascendenze renzian-piddine del caposardina fiorentino, Bernard Dika. Tre delle quattro sardine che hanno dato vita al fiancheggiamento dell’ultradestra PD-Italia Viva nelle prossime elezioni, lavorano con, o hanno a che fare con le compagnie dell’energia. Di cui poco agli anti-idrocarburi Fridays For Future sembra calare. Non vale a compremettere l’unità anti-populisti e anti-sovranisti.

Mattia Santori, subcomandante bolognese, nel 2014 si entusiasmò per lo Sblocca Italia di Renzi, culmine di ogni devastazione ambientale, più trivelle nella martoriata Basilicata e dappertutto, inceneritori e impianti energetici a gogò e militarizzati come strategici. Chi le contrasta è un disertore. Nel 2016 sostenne il sabotaggio del referendum contro le trivelle che squarciano Italia e Adriatico e a manetta per TAP e Grandi Opere. Un vero eroe della devastazione ambientale al servizio dei Grandi e Grossi. Non per nulla impazza in tv su onde di banalità sloganiste e vuoti politici e “il manifesto” gli ha lubrificato un’intervista degna di Rockefeller-Exxon, o George Soros (ve ne daremo conto prossimamente)


Le Petrosardine di Bologna

Chissà quanto la sorellina Greta, ospite coccolata da tutti i grandi inquinatori e guerrafondai della Terra, si troverà a suo agio accanto a questo giovanotto, circonfuso di allori e bagliori dal solito Formigli in Piazza Pulita, a compenso della sua totale inanità. Ciò che di lui e degli altri tre centurioni di Bologna – Roberto Morotti, Giulia Trapattoni e Andrea Garreffa - rende valido l’intervento accanto a una sinistra criptodestra in affanno e a spostare a destra il vuoto lasciato da Di Maio e soci, sono l’inevitabile faccia pulita, perché serena, curata, soddisfatta e compiaciuta, e le scelte che simili volti possono condividere.

Della Lega e dei Cinquestelle gli fanno schifo populismo, razzismo, sovranismo. Dei PD e sconnessi annessi non fanno schifo, anzi non fanno nemmeno notizia, l’obbedienza ai caudilli non eletti dell’UE, il ruolo di ascari dei sovranisti Usa, il plauso a colpi di Stato e rivolte colorate dei vari Soros, Cia, NED, le guerre ai “dittatori”, le sanzioni razziste ai popoli che hanno da morì, il genocidio strisciante dei palestinesi, il glifosato di Bayer-Monsanto, i vaccini coatti della Lorenzin-Glaxo, il populismo becero di Renzi, il clintonismo del PD, gli osceni scambi tra finanziamenti e favori, il consociativismo con ogni sorta di malaffare, il MES finalizzato a far sprofondare nel Mediterraneo, dopo la Grecia, l’altra appendice d’Europa, l’Italia, e far predare il nostro mare a chi, nel Nord, da duemila anni lo brama.

Il MES e altri boia

A proposito di MES, Meccanismo Europeo di Stabilità, che è il nome d’arte, o piuttosto di battaglia, dei terroristi UE impegnati a imporre il principio della democratura: il potere dell’oligarchia plutocratica, sciolta dalla dipendenza da elezioni, sui popoli che ancora s’illudono di poter dire la loro mediante voto. E qui l’azionista di maggioranza nel parlamento, quello che sorride alle sardine mentre gli stanno tirando via la terra sotto ai piedi, tentenna, traccheggia, s’avvia all’impossibile compromesso con una triade Gualtieri-Mattarella-Von der Leyen che sentenziano “cosa fatta capo ha”.

Ecco, il peccato originale e diononvoglia finale: si chiama Ursula von der Leyen, il voto dei Cinquestelle che ne ha permesso l’elezione, quello contrastato che ne ha permesso la conferma a stragrande maggioranza degli euro-eunuchi (4 Eurodeputati 5Stelle tra contro e astenuti, grazie Corrao!). E, conseguentemente, la proclamazione dell’ ”emergenza ambientale” che, come tutte le “emergenze” adottate dai regimi pencolanti verso l’autoritarismo, non punta ad altro che a imporci lacci e lacciuoli per assoggettarci al imperialcapitalismo della Green New Economy. Grazie a Greta, Fridays For Future, Extinction Rebellion e petrosardine.

Il MES e il figlio deforme di un genitore pesantemente afflitto da deriva genetica, il Fiscal Compact, l’obbligo del pareggio di bilancio, addirittura inciso nelle tavole costituzionali. La Lega di Salvini dice benissimo che si tratta di un commissariamento dell’Italia, con un cappio al collo, il debito, che i boia non eletti dell’Unione – eminentemente le banche tedesche - possono stringere e stringeranno, quando si tratterrà di disperdere al vento le briciole dell’Italia che si sono mangiati. Sarebbe più convincente il solito cartonato Salvini se il suo braccio destro, sinistro e di centro, Giorgetti, non ne fosse stato il primo firmatario.


Ma lo scandalo vero non sono le mosse propagandistiche di Salvini, quanto la verità della sua accusa strumentale che il trio euro-mattarelliano della cattiva sorte, Conte, Tria e Gualtieri, abbiano accettato questo carcere a vita con esecuzione finale, senza renderne conto al parlamento. Roba da alto tradimento della Repubblica, come non senza ragione dice l’imbonitore papeetiano. Del resto, quella del passare per le istanze transnazionali non elette, sopra e sotto al parlamento, e quindi del popolo, è la trave portante della divisione dei poteri secondo la globalizzazione.. Cosa ci hanno fatto sapere del TTIP, del CETA, tutti negoziati in segreto, o delle operazioni militari clandestine, di combattimento ora scoperte in Iraq, grazie all’ordigno dei jihadisti e in Libia, grazie ad Haftar che ha abbattuto il nostro drone. Anzi due.

E Di Maio e la sua consorteria governista, dopo aver ingoiato Tav, Tap, Muos, combine elettorale col PD in Umbria, F35, Nato, Euro, Von der Leyen, Lagarde, inseriranno nella cintura esplosiva che si sono stretti in vita anche questo ordigno? Daranno retta a gente come la Lombardi che, tentato assieme al baldo Spadafora di far fuori la migliore e più perseguitata sindaca che fosse capitata al MoVimento, pone il suo ruolo di sgabello di Zingaretti governatore a modello di quanto i Cinquestelle dovrebbero fare in Emilia-Romagna e dappertutto? Quello Zingaretti, che distribuisce licenze per la devastazione dei centri storici e che, per la gioia di Lombardi, ha mancato tutti i suoi impegni sullo smaltimento dei rifiuti, ritardando dal 2012 il Piano regionale relativo e dandone la colpa e osando ricatti nei confronti della Raggi?

I 5Stelle, da bene maggiore a male minore


Se si applicasse ai 5Stelle l’aurea massima del “dimmi con chi vai”, guardando agli accalappiallocchi turboliberisti e finti sovranisti di prima e al concentrato di malaffare renzian-piddino nel quale si stanno facendo frullare adesso, vi sarebbero tutti i motivi per emigrare in Islanda. Come e peggio di prima, quando se la dovevano vedere con i latrati del pitbull, la tenaglia in cui si ritrovano, tra boa constrictor e serpente a sonagli, gli vorrebbe far saltare i pochi denti che gli restano. E che sarebbero: la prescrizione dopo il primo grado, che eviterebbe al paese un nuovo governo di un associato mafioso; la legge sul conflitto d’interessi, che ci risparmierebbe una classe dirigente di traffichini e trafficoni; un NO al MES da assordare Bruxelles, Parigi e Berlino, che strappi la mannaia agli esperti di nazionicidio; l’inchiesta di Paragone sulle banche, compresa la BCE, affinchè sia neutralizzato il principale strumento per la mostruosa diseguaglianza sociale su cui il liberalismo ha trionfato; la riforma dei contributi all’editoria, perché strombazzatori di partito, cosche, logge, canoniche, Stati Profondi, non vengano più tenuti in piedi dai miei soldi; la revoca delle concessioni autostradali ai profittatori e manutentori inadempienti e colpevoli di omicidi colposi; lo stop ai devastatori petroliferi e farmaceutici. Eccetera eccetera. E, subito, un’organizzazione, come tanti la richiedono, che ponga fine al biumvirato sultano - visir e faccia parlare, crescere e decidere il popolo 5Stelle.

Ci credete? Boh. Alla luce dei mesi recenti, mica tanto. Però è successo finalmente che un segmento del popolo 5Stelle ha contraddetto sultano e visir e ha deciso di non nascondersi e di gareggiare, a dispetto dei tempi bui, alle elezioni regionali. Buon segno. Purchè la lotta sia  senza remore e con ogni fibra del corpo e della testa pentastellati e non si faccia il giochino di correre da soli, ma senza dar troppo fastidio all’energumeno cementificatore. Sarebbe davvero il meritato 5% e anche meno. Tutto questo è compatibile con l’alleanza di governo? Per me, no.

Alessandro alza la voce.
Alessandro Di Battista, tornato dall’Iran dopo il doloroso evento della morte della madre, dopo tanto amaro silenzio, ha fatto sentire la sua voce. Può dire mille volte, nel nome della coesione di quanto brilla ancora nelle 5 Stelle, che la pensa come Di Maio. Di Maio è altro. Dibba è l’uomo, il militante, il politico che, secondo me, assieme a coloro che la pensano come lui e come le sue parole nell’intervista al FQ del 29 novembre: con gli eurodeputati che hanno votato contro Von der Leyen, la legge sul conflitto d’interesse che disarmerebbe tutti i gangster della politica e della burocrazia, ambiente sul serio, giustizia, fondazioni, MES, Benetton, liberismo, IMU della Chiesa…. Mancano UE, euro, Nato, molte cose, ma vedremo. Uno si attacca alla ciambella che gli capita a tiro. E io credo che Di Battista potrebbe dare una svolta alla deriva, fiducia agli sconcertati, un itinerario ai disorientati, fuoco alle polveri. E un alt all’invasione della Sardinen Jugend  Forse. Se le future vicende mi smentiscono, non ci sarà cenere sufficiente per il mio capo.


Personalmente non vedo altri che possano essere credibili con il popolo dei 5Stelle. Che comunque rimane se non la migliore, se non la più matura, la parte meno contaminata della nostra società. E questo è ciò che conta di più.

1 commento:

  1. IN QUESTA MORTA GORA CHE FORSE PRELUDE ALL'APOCALISSE LEGGERE GRIMALDI E' UN RISTORO E UNA INCITAZIONE A RESISTERE

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