giovedì 22 giugno 2023

LA RUSSIA? CI PENSA LA POLONIA

 



 

Visione TV “Dietro il sipario”

https://www.youtube.com/watch?v=0CpdnlxTsA8

https://youtu.be/0CpdnlxTsA8

Conduce Francesco Toscano, con Mark Bernardini da Mosca, Gianni Alemanno sì e no dall’auto, Fulvio Grimaldi

 

Dal bailamme su cosa fare di quest’Ucraina sbrindellata, inaffidabile, troppo manifestamente nazista, dalle controffensive tutte chiacchiere e distintivi, pare emergere una certezza: ci pensa la Polonia.

Biden una volta dice sì all’Ucraina nella Nato, poi, sentito un pestone europeo sul piede, un’altra volta dice no. Dato che tra le due volte ha anche avuto modo di inciampare sul tappeto, di salutare una conferenza stampa con “God save the Queen” e di annunciarvi che costruirà una linea ferroviaria attraverso l’Oceano Indiano, nessuno dà molto peso nè al suo sì, nè al suo no.

Peso che peso invece vada dato al disco rotto, parole e musica di Rasmussen, Stoltenberg, Macron, Sunak e Draghi, che suona la marcia della Nato in parata lungo il Dniepr, mostrando i denti alla Russia.

Non tutta la NATO, a quanto risulta dal muso che le sta tirando Scholz, ma anche Erdogan, e soprattutto dal pessimo umore che vanno manifestando le maggioranze dei popoli europei. Da noi a tal punto e con tali firme per il referendum contro le armi, che neanche l’euforia bellicista di un cartonato sul Quirinale, o di una Yo soy Giorgia, armata di tutto punto e crosetto, riescono a far passare per massa di idioti, pronti alla morte per Zelensky.



Chi invece ci sta è la Polonia, con contorno di patatine baltiche. E non vede l’ora di entrare in campo. La posta? Salvare l’Ucraina? Manco a parlarne, semmai riprendersi la fetta chiamata Galizia. Sconfiggere Putin? Sì, come gli americani sulla Luna. O un vaccino mRNA buono.

Alla Polonia il compito di sollevare gli USA da un impegno che perfino al titanico Biden (intendendo i non stupidi di Blackrock) risulterebbe troppo gravoso: azzerare la Russia e, contemporaneamente, mettere all’angolo la Cina. Fatica di Sisifo,

Il lavoro va diviso. La Polonia vuol sostituire la Germania come, affidataria di Wall Street e Pentagono, potenza centrale e centripeda europea? Benissimo, se po’ fa’. Ma allora si assuma il compito di proseguire, lei, la guerra infinita di logoramento e spossamento della Russia, entri in Ucraina a trombe sonanti e passo dell’oca. Completi la polverizzazione di quel paese, ne ricavi in premio per sé la Galizia e continui a fare in modo che gli armieri occidentali guadagnino e tengano in piedi la baracca neoliberista, i russi si affannino a tenere botta sul campo e sotto sanzioni, Prigozhin e Shoigu litighino.

Poi, una volta che l’Ucraina, tirata per il collo da Macron, sarà diventata una nostra congiunta in UE, vedrete che anche il resto d’Europa accentuerà l’impegno a non lasciare solA la Polonia. E finalmente si sarà raggiunto l’optimum: Europa tutta contro Russia per uno zero a zero perenne che, tuttavia, distolga i due fastidiosi euroasiatici concorrenti da un mercato in cui ci deve essere posto solo per due. USA e Cina. Per due, per ora. La famosa “fine della Storia” ne vedrà una solo.

Esito conseguito, come vaticinato da Truman con le due bombe atomiche, dal PNAC dei Neocon con l’11 settembre, dal noto Fukuyama e messo nero su bianco dal Grande Reset di Klaus Schwab. USA e basta.

Peccato che, oltre a noi, lì fuori ci sia tutto un mondo che non la pensa proprio così.

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