Visione
TV “Dietro il sipario”
https://www.youtube.com/watch?v=0CpdnlxTsA8
Conduce Francesco Toscano, con Mark Bernardini da Mosca,
Gianni Alemanno sì e no dall’auto, Fulvio Grimaldi
Dal bailamme su cosa fare di quest’Ucraina sbrindellata,
inaffidabile, troppo manifestamente nazista, dalle controffensive tutte
chiacchiere e distintivi, pare emergere una certezza: ci pensa la Polonia.
Biden una volta dice sì all’Ucraina nella Nato, poi, sentito
un pestone europeo sul piede, un’altra volta dice no. Dato che tra le due volte
ha anche avuto modo di inciampare sul tappeto, di salutare una conferenza
stampa con “God save the Queen” e di annunciarvi che costruirà una linea
ferroviaria attraverso l’Oceano Indiano, nessuno dà molto peso nè al suo sì, nè
al suo no.
Peso che peso invece vada dato al disco rotto, parole e
musica di Rasmussen, Stoltenberg, Macron, Sunak e Draghi, che suona la marcia
della Nato in parata lungo il Dniepr, mostrando i denti alla Russia.
Non tutta la NATO, a quanto risulta dal muso che le sta
tirando Scholz, ma anche Erdogan, e soprattutto dal pessimo umore che vanno
manifestando le maggioranze dei popoli europei. Da noi a tal punto e con tali
firme per il referendum contro le armi, che neanche l’euforia bellicista di un
cartonato sul Quirinale, o di una Yo soy Giorgia, armata di tutto punto
e crosetto, riescono a far passare per massa di idioti, pronti alla morte per Zelensky.
Chi invece ci sta è la Polonia, con contorno di patatine
baltiche. E non vede l’ora di entrare in campo. La posta? Salvare l’Ucraina?
Manco a parlarne, semmai riprendersi la fetta chiamata Galizia. Sconfiggere
Putin? Sì, come gli americani sulla Luna. O un vaccino mRNA buono.
Alla Polonia il compito di sollevare gli USA da un impegno
che perfino al titanico Biden (intendendo i non stupidi di Blackrock)
risulterebbe troppo gravoso: azzerare la Russia e, contemporaneamente, mettere
all’angolo la Cina. Fatica di Sisifo,
Il lavoro va diviso. La Polonia vuol sostituire la Germania
come, affidataria di Wall Street e Pentagono, potenza centrale e centripeda
europea? Benissimo, se po’ fa’. Ma allora si assuma il compito di proseguire,
lei, la guerra infinita di logoramento e spossamento della Russia, entri in
Ucraina a trombe sonanti e passo dell’oca. Completi la polverizzazione di quel
paese, ne ricavi in premio per sé la Galizia e continui a fare in modo che gli
armieri occidentali guadagnino e tengano in piedi la baracca neoliberista, i
russi si affannino a tenere botta sul campo e sotto sanzioni, Prigozhin e
Shoigu litighino.
Poi, una volta che l’Ucraina, tirata per il collo da Macron,
sarà diventata una nostra congiunta in UE, vedrete che anche il resto d’Europa
accentuerà l’impegno a non lasciare solA la Polonia. E finalmente si sarà
raggiunto l’optimum: Europa tutta contro Russia per uno zero a zero perenne
che, tuttavia, distolga i due fastidiosi euroasiatici concorrenti da un mercato
in cui ci deve essere posto solo per due. USA e Cina. Per due, per ora. La
famosa “fine della Storia” ne vedrà una solo.
Esito conseguito, come vaticinato da Truman con le due bombe
atomiche, dal PNAC dei Neocon con l’11 settembre, dal noto Fukuyama e messo
nero su bianco dal Grande Reset di Klaus Schwab. USA e basta.
Peccato che, oltre a noi, lì fuori ci sia tutto un mondo che
non la pensa proprio così.
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