https://www.youtube.com/watch?v=H1rNagxuqF8
Interviste della Web-tv Byoblu (consigliata a tutti). Io ci sono dal
minuto 35’20
Il gioco è, per i ragazzini come
noi, il classico rimedio alla rabbia, al dolore, alla noia e alla tristezza.
Purchè non sia un videogioco e lo si giochi in tanti. A rimediare allo scorno
inflitto dai risultati a tutti coloro che non si sono fatti abbindolare dai
monopolaristi dell’ordine imperiale esistente, né dai pigolii di una Sinistra
che insiste a trasformare il voto in bolle di sapone, propongo il seguente giochino
statistico: su cento, quali sono le cause in percentuali che assegniamo allo schianto
dei 5 Stelle? Perché del resto non fa conto occuparci. In Europa è la conferma
di una struttura che incarcera i popoli e non li fa parlare neanche dietro al
vetro divisorio. Da noi è stato l’apice di una catastrofe meticolosamente
preparata, da almeno trent’anni a questa parte. Ma anche da molto prima.
Trasformeremo in calcolo le nostre valutazioni, a prescindere, ovviamente,
dalle balle passate, presenti e future che, sul trapasso dei Cinque Stelle,
verranno sparate dai vincitori, tutti delegati e commessi viaggiatori del
Capitale Globalizzante, vuoi di marca George Soros (sinistre farlocche, avanzi
di Storia e Verdi), vuoi tentacoli dello Stato Profondo militarfinanziario
internazionale (tutti i partiti pro UE-Nato).
Ultradestra? Il bue, l’asino e le corna
Sono quelli che, per esorcizzare il
loro fare la spesa al servizio dell’élite, danno a tutti gli altri la qualifica
di ultradestra, xenofobi, fascisti, pensando di salvare anima e voti mettendosi
dal lato buono di una dicotomia che, dai tempi di Gaber, ha poco senso, ma
molto nonsense. E’ la teppa benvestita, ben nutrita e mai sazia dei “da Macron
a Tsipras”.
Qualcuno, come i Verdi, è stato
rimesso in pista dai manovratori della nuova accumulazione capitalista green mimetizzati da bambina svedese.
Dal sottoscala in cui erano stati ospitati, grazie alle loro ignavie e
complicità di sistema (vedi i loro appoggi, o la loro indifferenza, al
neoliberismo e a tutte le guerre: causa massima dello sturbo ambientale), per
le quali erano più bravi socialdemocratici e conservatori, hanno ora spiccato
il gran salto dal trampolino della paura collettiva per il degrado climatico.
Vedrete come si agiteranno quando qualche popolo sotto sanzioni, per scaldarsi
o cuocersi da mangiare, brucerà la sua foresta inquinando e contribuendo al
disastro climatico.
Prima di giocare facciamo un punto:
Salvini sta al 35%? Vuol dire che in Italia, al netto dei pochi che la fuffa la
soffiano, c’è un buon 30% che la fuffa
se la beve. Perché se è vero che ci sono i sovranisti a cui l’UE sta sul
pancreas – e si sa cosa fanno i tumori al pancreas – ci sono anche i sovranisti
light, tutti chiacchiere e distintivo. Alla pari di quelli che considerano la
categoria “sovranisti” evacuazione di topi di fogna. Tutti uniti in un unico squadrone
cosmopolita color arcobaleno. Quello di
chi marcia contro la sovranità politica per
aprire la strada alla sovranità dei mercati.
Dalla padella alla brace
Altro punto. Tra i saggi e bene
intenzionati a salvare capra e cavoli, più questi che quella, c’è un bel po’ di
intellighenzia che si ritiene progressista perché auspica che, anziché a
Salvini, i 5Stelle facciano da ruotino al PD. Immancabilmente “rigenerato”.
Quello di Zingaretti, da De Luca e Pomicino a Calenda e Serracchiani, con al
seguito una torma di insostituibili faccendieri che, inquisiti o condannati,
dimostrano di saperci fare. E di conseguenza attribuiscono il merito della
migliore stagione dei pentastellati al Di Maio ragionevole e pragmatico, un
italiano vero, lontano dai vaffa di
Grillo, dalla passionalità di Dibba, dagli approfondimenti filosofici di Morra
e dagli anatemi di Paola Taverna. In questo caso parla il loro irrazionale
onirico cui ogni combinazione andrebbe bene, purchè nel salotto con i divani Luigi XV non entrino
bifolchi. Per cui non vogliono ammettere l’evidenza che, a dispetto del boom
del momento, per retroterra catto-massonico-mafioso-atlantico e benevolenza
della Cupola, la Lega di Salvini sta al PD di chiunque come la banda dei Marsigliesi sta alla Quinta Armata
.
.
Scrivono che in un partito normale,
Di Maio si sarebbe dovuto dimettere la sera stessa del dimezzamento dei voti
rispetto a 15 mesi fa. Lui e la sua squadra ne hanno fatto di cose buone,
addirittura mai viste: intervento concreto in aiuto a poveri e senzalavoro,
lotta concreta al malaffare, alla corruzione, al voto di scambio, prescrizione
ristretta, stop al pensionamento a schiena rotta, stop alle trivelle, decreto
dignità, il ministro Costa, l’incontro con i Gilet Gialli, vera avanguardia
europea… Se gli metti accanto l’energumeno col mitra, lo sciropposo ma scaltro
papà dei suoi figli cui dare il bacio della buonanotte, i catto-bigotti di
Verona, il lingua in bocca con Casa Pound, la guerra atomica alla cannabis
della salute, la difesa di malandrini dei suoi piani alti, l’assonanza dei suoi
amministratori con quanto di "produttivo" è venuto su da Calabria e Sicilia, le
ruspe sui Rom e sul suolo italiano, l’oculata coltivazione di una nuova
tangentopoli dalle Alpi al Lilibeo… Di Maio ne esce come Pericle contro i Trenta
Tiranni.
E allora perchè? Quelle che seguono
sono le mie priorità. Voi rimaneggiatele, sottraete, aggiungete, come vi
sconfinfera.
Cause della debacle e percentuali
Migranti 20% - Aver
ceduto il sacrosanto discorso dei taxi del mare alla sceneggiata dei “terroristi islamici” e dei “porti chiusi” di
Salvini e aver abbandonato la denuncia dell’Operazione Migranti come tecnica
colonialista per svuotare il Sud a vantaggio dei predatori del Nord, al
discorso strumentale salviniano del razzismo e della xenofobia.
Ilva, Tap, Terzo Valico, autonomie regionali: 20% - Messi assieme all’insopportabile e ingiustificato traccheggiare sul TAV, all’occhiolino alla
Pedemontana e ad altre devastazioni e
rapine asfalto-cementizio-palazzinare, per le quali la Lega ha preso il
testimone da PD e FI. Offuscata, se non spenta, una delle 5 stelle. La
subalternità passiva alla frantumazione di un paese che ci ha messo secoli,
opere e sangue per ritrovarsi e unirsi, con la secessione dei ricchi e servi
delle potenze centrali, chiamata “autonomie differenziate”(Di Maio: “Sono d’accordo sulle autonomie di Lombardia
e Veneto, dobbiamo studiarle”). Si tratta del bacio della morte alla
liberazione degli italiani. Dopo quello degli imperatori, dei papi, di
Mussolini, del Patto Atlantico con la criminalità organizzata e della UE.
Usa, Nato, UE, missioni militari, sanzioni alla Russia,
politica estera in genere: 15% - Tutta
la storia del Movimento, dagli inizi, rappresentava la ripresa di una strada
che ai tempi di Moro era un viottolo e poi ha sbattuto contro stelle e strisce,
stelle a sei punte e triangoli. Esame della possibilità dell’uscita dalla Nato,
rifiuto della grottesca russofobia di un regime di aggressori e violatori dei
diritti umani di mezza popolazione terrestre, atteggiamento perlomeno laico su
Libia e Siria (poi rovinato da cerchiobottismi vari e da Conte sul Venezuela),
critica radicale della gabbia UE e prospettiva di uscita dall’euro. Luci
stellari nella notte del “volgo disperso
che nome non ha e con un popolo e l’altro che sul collo gli sta”. Luci
spente.
Zero organizzazione, zero cultura collettiva, zero teoria
della società e dello Stato: 30% - Con la
fissa casaleggiana della rete, del tessuto connettivo digitale e basta, con il totem
impenetrabile di Rousseau, si è azzerato
il corpo vivo del movimento e dei suoi componenti. Si sono defisicizzati i
rapporti umani tra attivisti, rappresentanti, elettori, gente. Si è arrivati
addirittura a liquidare quel minimo di struttura di base che erano i meet-up
(anglicismo burino). Un partito in cui chi lo vive non vive gli altri, non ha
sedi per stare assieme agli altri, non sa valutare gli altri e non si sa far
valutare, non scherza, mangia, beve, pensa, dibatte, organizza con gli altri,
non fa assemblee, non produce comitati a nessun livello, non elabora cultura, e quindi non si dota di
teoria, di visione del mondo, di strategia e tattica. Fa solo un favore ai
sociocidi di Silicon Valley. E al capo che soffre il contradditorio.
La campagna dei media coalizzati nella diffamazione e
nelle fake news sui 5 Stelle: 10% (ma anche molto di più se si potesse andare
oltre 100) - Ci vorrebbe Diogene con
la sua laterna a trovare un solo organo di informazione di diffusione nazionale
che non abbia partecipato alla canea
di vituperi, falsità, distorsioni contro questa presenza che, per quanto
inficiata da quanto detto sopra, rappresenta tuttavia un’intollerabile minaccia
potenziale all’ordine stabilito tra dominati e dominanti. Un’opposizione alla
strategia della crescente diseguaglianza sociale, fino alla riduzione a zero
del potere decisionale delle masse, al seppellimento di ogni identità
collettiva, statale, nazionale, storicamente determinata, nella tomba della
globalizzazione gestita al di fuori e contro i principi della libera e decisiva
volontà popolare. A quando un mezzo di diffusione di massa? Un foglietto
stampato, un microfono radiofonico, una telecamera, un dazebao, qualche bacheca?
Colui cui una macchietta campano-salernitana dava del
“personaggetto” e che si è ritrovato in forza di non si sa quale processo
decisionale “capo politico”, vicepremier e ministro di ben tre dicasteri -
segno di sindrome di onnipotenza o di carenza di figure potabili ? - 5% (a essere buoni) - Un Di Maio a
cui tutti abbiamo riconosciuto qualità politica e abilità dialettica (grazie,
anche, a oppositori di scarsa valenza) quando era uno tra i primi intra pares, al suo posto nel concerto
con altri di maggiore estensione culturale e ricchezza emotiva: un buon
flautista tra violini, bassi, trombe e organi. Da solo si è trovato con il suo
flauto a doversi confrontare con i frastuoni
amplificati di una batteria da sette piatti e nove tamburi. L’insistere su un
abbigliamento che non indossano più neanche bancari e agenti immobiliari ha
fatto sorridere i marpioni che sanno
adeguarsi in fretta a magliette, jeans e colletti aperti, ha fatto guardare i
giovani da un’altra parte e ha fatto peggio di chi si travisa da poliziotto,
pompiere, o pastore sardo. Poi, non capendo che se uno vuol stare dentro alla
sedicente civiltà dell’immagine, deve muoversi con la velocità e l'eleganza di Fregoli, ha
commesso due peccati mortali: ha baciato la teca di San Gennaro e si è
sbaciucchiato con la fidanzata davanti agli obiettivi del peggio giornalino
scandal-gossiparo su piazza. Gente che aveva il buon gusto di stare con i 5
Stelle, non la ritrovi a forza di rincorrere Barbara D’Urso o Alfonso
Signorini.
E ora che succede?
Con il fiato sul collo, fetido come
non mai, delle lobby benevolenti, sponsorizzanti e paganti, ma anche per
autonoma congenita incultura e istinto predatorio, la Lega ha già proclamato da
tutte le sue bocche di fuoco che IL TAV – E MOLTO ALTRO – SI FARA’ ! Il che significa contratto di
governo coriandolizzato e sputo in faccia alla Valle a tutte le valli, ai
monti, ai piani, alle acque, al loro vissuto, ai loro viventi. Che fa il M5S
che all’osservanza del contratto, a questo punto è diventato il gancio di un
macellaio, ha appeso la vita del governo? Ottempererà all’escatologia del “SI”,
da fine del mondo, o terrà duro sui “NO”, che fin qui hanno saputo lasciare un
po’ di vita e bellezza alla nostra casa?
Resta lì, appeso, sotto la guida di
uno che è diventato l’icona della sconfitta, per demerito suo e per merito
unicamente del fuoco nemico dei falsari mediatici? Vandea impegnata dai suoi padroni
a spazzare via qualsiasi elemento osi alterare l’ordine disciplinato del loro
giardino potato e liftato all’italiana, fosse anche solo un busto con la
cravatta.
Ragazzi siamo messi male. Hanno
vinto dappertutto i malfattori. Sottobraccio agli abusatori d’ufficio in
servizio permanente effettivo. Il vuoto a rendere consegnato dai risultati
elettorali ha mostrato in che considerazione gli italiani tenessero i naufraghi
del barcone “La Sinistra”. E per quanto essi hanno fatto per le Ong, nessuna di
queste è corsa in loro soccorso. Verranno, le Ong, quando quell’1,7% potrà
essere traghettato, come un qualsiasi rifugiato, dal barchino al porto tornato
sicuro grazie al comandante Zingaretti.
Se i 5 Stelle restano con quello che
ormai è diventato un Gozilla al quadrato, vengono asfaltati. Li masticherà vivi
e li sputerà morti. Se escono non governeranno più per quattro lustri e il
monopolarismo PD-Lega-FI, da larghe intese o finta opposizione, sfascerà quel
che resta dell’Italia, con gli sfasciati che avranno perso ogni speranza e
fiducia in un’alternanza vera. TINA, come non mai. Ma se continui a nasconderti
dietro l’argine che dici di essere
contro le oscenità del partner, ricordati degli argini di New Orleans ai tempi
di Katrina: saltarono, furono fatti saltare, la città finì sott’acqua e non fu
mai più quella. Qui ci travolgeranno onde anomali come Tav, Flat Tax, sblocca
ruspe, l’Italia frantumata in contee, trivelle in terra e mare, mazzate e
carcere per chi si esprime male, ma rosari per tutti gli altri. Vuoi vedere che
i vescovi si accomoderanno?
In un solo sviluppo c’è da sperare: che il troppo stroppi e che dal
seme piantato da Grillo crescano
stavolta non alberi, ma boschi di alberi in fervido dialogo tra loro. Come
suole tra alberi vivi. T.I.N.A., non c’è alternativa, vale, però in un altro
senso rispetto alla Thatcher: o opposizione o morte.
Del resto, una cosa so, da lunga e
intensa esperienza personale sul campo della mia professione e attività
politica. Che nel corpo dei militanti, attivisti, sostenitori, simpatizzanti e
votanti 5 Stelle c’è molto del meglio dell’umanità italiana. In termini di
pulizia morale, onestà, buonafede, serietà e altruismo, visione del mondo. A
volte addirittura con un livello culturale, una perspicacia politica, una
preparazione teorica, in parte condivisa dal corpo parlamentare (quello
sopravvissuto a certe selezioni a capocchia), che non hanno confronti da
nessun’altra parte. Chi fino ad ora aveva trasformato il principio di uno vale
uno in uno vale tutti, saprà recepire a valorizzare questa ricchezza? Si
ricordi che se 1,5 milioni di voti 5 Stelle sono transitati alla Lega,
fraintendendo la guerra ai migranti per guerra alle migrazioni e prendendo per
buono i ringhi contro l’UE, 5 milioni si sono astenuti perché non s’è fatto ciò
che si doveva e poteva fare. Si ricordi anche che può succedere che ci si
consideri un uomo solo al comando, come Coppi in maglia rosa, e si finisca
coll’essere un uomo solo in coda, come Malabrocca in maglia nera. Il quale
Malabrocca, poi, dal Giro s’è ritirato.
Aggiungo. Una sinistra o, comunque la vogliate chiamare, una forza che sta con i bassotti contro gli altotti e che perciò avesse a cuore davvero la sorte dei dominati e sfruttati avrebbe sostenuto i 5 Stelle nelle molte cose buone e inedite, contro le depravazioni salviniane. Ma talmente odiavano i 5 Stelle, ladri dei loro ideali, da addirittura godere dei codardi oltraggi che ricevevano da Salvini. Da sempre preferiscono correre da soli per giocare a chi ce l’ha più lungo. Cioè più corto, come osserva Andrea Scanzi sul FQ.
Aggiungo. Una sinistra o, comunque la vogliate chiamare, una forza che sta con i bassotti contro gli altotti e che perciò avesse a cuore davvero la sorte dei dominati e sfruttati avrebbe sostenuto i 5 Stelle nelle molte cose buone e inedite, contro le depravazioni salviniane. Ma talmente odiavano i 5 Stelle, ladri dei loro ideali, da addirittura godere dei codardi oltraggi che ricevevano da Salvini. Da sempre preferiscono correre da soli per giocare a chi ce l’ha più lungo. Cioè più corto, come osserva Andrea Scanzi sul FQ.
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