CHAVEZ ED EFFETTI COLLATERALI
Hugo
Chavez 55,14%, Capriles Radonski 44,24%.
Pues
el nombre del amor no es otro que socialismo. (Frei
Betto)
E’
nell’interesse del tiranno mantenere povero il suo popolo, in modo che non
possa permettersi il costo di proteggersi con le armi ed essere talmente
occupato con i suoi oneri quotidiani da non aver tempo per la ribellione. (Aristotele)
Si
può davvero credere che la democrazia, che rovesciò il sistema feudale e
liquidò i re, si ritiri davanti a mercanti e capitalisti? Alexis
de Tocqueville)
Dicono tutto le immagini. Sono anni che non abbiamo avuto
una ragione così forte per essere felici e fiduciosi. Alla cupola criminale che
vorrebbe fagocitare l’umanità, ai suoi sguatteri e sgherri europei e italiani
che vorrebbero continuare a gozzovigliare tra i resti dei popoli e delle classi
subalterne, ai decerebrati onanisti dei dogmi duri e puri su come si deve
fare una “vera rivoluzione”, ai
predatori delle nostre vite, del nostro futuro, ai cerusici dei distinguo, dei
pro e contro, del né-né, del sì però, del
cerchiobottismo opportunista, impotente e fiancheggiatore, ha risposto il
popolo venezuelano.
Hugo Chavez, se la salute glie lo permette, e, se non glielo permette, il popolo
venezuelano per lui, per altri 6 anni costruirà nel modo, forse oggi unico possibile, il socialismo nuovo,
annichilerà i profittatori nostalgici dei banchetti celebrati del capitalismo
con i corpi, con gli eccessi tratti
dalle privazioni e dal dolore del 99%, ostruirà la marcia dei cannibali imperialisti,
coalizzerà popoli e governi contro i necrofori di Israele, Usa, UE, lavorerà
all’emancipazione e all’integrazione dell’America Latina riscattata dal
colonialismo, contribuirà al rafforzamento di un fronte di Stati che si erge contro l’imperialismo, mostrerà
la via della salvezza dall’olocausto ecologico, starà con i siriani, i
palestinesi, gli iraniani, gli afghani, i russi rinati alla dignità e al
coraggio, l’Africa cui gli evasi dal manicomio criminale capitalista avevano
voluto togliere lo scudo del più grande combattente per la libertà
continentale, Muammar Gheddafi.
E diffonderà ai dannati nelle spire del rettile, Fondo
Monetario Internazionale, Banca Mondiale, OMC, BCE, Goldman Sachs, nella stanza
degli specchi costruitagli attorno da collaterali come Amnesty, Human Rights
Watch e le Ong del volontariato al servizio dell’Impero, la consapevolezza che
senza questi inventori dei trucchi letali alla Saw 1, 2, 3, 4…8, si può vivere bene, anzi, molto meglio. Che vi si
può sottrarre, che li si possono cacciare a pedate, come hanno fatto il
Venezuela, l’Argentina, l’Islanda. E, di più, che anche il cappio stretto
attorno alla nostra sovranità, di popolo e di nazione, dalla dittatura del
dollaro, può essere tagliato, come stanno facendo l’Iran e altri paesi con il
passaggio per le transazioni allo yuan, o Chavez, quando ha introdotto un’unità
valutaria autonoma per certi scambi con paesi della regione. Oggi l’operazione
avrà più possibilità di successo che quella indicata e prematuramente attuata da
Saddam con l’adozione dell’Euro e, da Gheddafi, con il proposito della moneta
unica africana legata a valori veri e fissi. Vediamo se riusciranno a impiccare
o linciare anche i loro emuli.