mercoledì 31 ottobre 2012

Ratti tra i piedi, grilli per la testa, bandiere rosse di qua e di là


Abbiamo capito che quelli che aspettavamo eravamo noi. (Occupy Wall Street)

Non fateci sognare, svegliateci. (Altan)

Emozionatemi, sennò mi tocca di pensare. (Altan)

Liberi pensatori sono coloro disposti a usare le proprie menti libere da pregiudizio e senza tema di comprendere cose che si scontrano con i loro costumi, privilegi, credi. Questo stato mentale non è comune, ma è essenziale per un corretto pensare. Dove manca, la discussione diventa peggio che inutile. (Leo Nicolaievic Tolstoi)


Il Grillo Decostruens schiva il martello
So di provocare sconcerto e anche sdegno tra molti amici e interlocutori, custodi di nobili rigori, ogni volta che su Grillo e i suoi riverso non anatemi, ma attenzione e, spesso, condivisione. Non condivido la pratica del pre-giudizio ideologico, del processo alle intenzioni. Credo che il guru di Grillo, Casaleggio, sia una presenza esoterica calamitosa, ma non posso non riconoscere in quanto scrive e strepita Grillo il ribollire, a volte caotico, di un magma antagonista di cui noi tutti dovremmo far parte, o di cui dovremmo perlomeno ascoltare i gorgogli.  E il fatto che i chierici traditori lo abbiano in uggia peggio del mostro di Lochness, gli merita ulteriore attenzione. Appresso a Grillo ci stanno gli incazzati, che non sono il segmento peggiore della società. Se non gradite lui, almeno rispettiamo loro. Comunque, parliamone.

domenica 21 ottobre 2012

Gli uomini uccidono le donne. E altri depistaggi.




Abbiamo ammonito che sarebbe necessaria un'azione prudente e che sarebbe sbagliato cercare di ottenere qualsiasi cosa con la forza, perchè ne sarebbe scaturito il caos. E cosa vediamo oggi? Il caos imperversa. (Wladimir Putin)

Il problema con gli scherzi politici è che vengono eletti. (Henry Cate)

Hai tentato. Hai fallito. Non fa niente. Tenta ancora. Fallisci di nuovo. Fallisci meglio. (Samuel Beckett)

So che sei venuto a uccidermi. Spara, stai solo uccidendo un uomo. (Che Guevara)

Il futuro non ha futuro se non si porta per mano il passato. (Adriano Celentano)

Voi lo sapete e io lo so. Non ce n'è uno tra voi che osa scrivere la sua onesta opinione e, se lo facesse, saprebbe in anticipo che non verrebbe mai stampata. (John Swinton, Direttore del "New York Tribune" nel 1880)

Ermeneutica del femminicidio
Andiamo per disordine, in fretta, tutti argomenti brucianti, decostruendo come capita la pila di appunti e documenti che ho accanto alla tastiera e che rischia di divorarmi vivo. A Palermo uno, in quel momento passato da psicopatico addestrato a psicopatico d’emergenza, come tutti gli assassini, uccide una ragazzina e ne accoltella la sorella. Il 99% di chi ne parla (e non è il 99% cui fa riferimento Occupy) nuota a poderose bracciate nella scia della corazzata macho-femminista che spara a palle infuocate contro i maschi.  Corazzata finita, come la “Concordia” di Schettino, dritta come un missile sullo scoglio del senso comune. Cioè del comodo e spesso strumentale stereotipo delle battaglie di femministe che, come la brigata teleassidua di  Ida Dominianni o Paola Concia, a suo tempo inneggiavano all’ ”angelo bianco” Hillary Clinton e si fecero paladine delle mercenarie del guitto mignottaro. Lo scoglio su cui piantano e fanno svettare la bandiera delle donne martiri (tutte) e migliori degli uomini (tutti) è il paradigma dei maschi escatologicamente portati alla violenza e all’oppressione sulle donne. La violenza psicofisica di tante madri sui propri figli, che potrebbe avere qualche responsabilità in esiti tipo Palermo, rimane occultata nel buio degli antri sotto lo scoglio. Ma non c’è solo quella, per quanto pesante. Chi di queste menadi di una criminalizzazione senza attenuanti ed eccezioni, ha mai fatto il passetto più lungo fino ad arrivare a quanto viene fatto alla mente di una creatura, specie se maschio, specie se di questi tempi della glorificazione della violenza istituzionale, fin dai primordi del suo innocente e limpido cammino nella vita? Chi ha provato a misurare, magari con gli strumenti dei più validi scienziati della psiche, l’effetto che fa:

giovedì 18 ottobre 2012

DA FALLUJAH A BANI WALID E ALEPPO: PROVE DI OLOCAUSTO. Libia, Siria, Iran, la posta in gioco




 Bani Walid

Gheddafi vive a Bani Walid
Dopo Dresda, Hiroshima e Nagasaki, dopo spaventose carneficine dal 1945 ad oggi in oltre 85 paesi, dopo Fallujah, Sirte, Aleppo, gli specialisti di olocausti, Usa, Regno Unito, Nato e Israele, si stanno avventando con le soldataglie mercenarie di Al Qaida, al comando degli specialisti Nato, sulla città martire di Bani Walid. 90 mila persone assediate da mesi e ora condannate a morte dalla mancanza di cibo, acqua, farmaci, mentre piovono su civili, donne, bambini, gli stessi strumenti di morte impiegate sulle altre popolazioni innocenti: gas nervino, missili all’uranio, fosforo, bombe a grappolo. Bani Walid e il milione della tribù Warfalla, con 1,5 milioni la più grande del paese, nelle intenzioni della Nato e dell’ONU, che hanno negato risposta ai medici che dalla città chiedevano un intervento di aiuto e di pace, deve essere ridotta come Cartagine, cancellata col sale, o come Fallujah, la città dell’eroica resistenza, dove la metà dei neonati nasce deforme e il 47% delle gravidanze finisce in aborti spontanei.

domenica 14 ottobre 2012

NOBEL ALL'UE, 100MILA CAROTE AL RE DI BASTONI





“Per oltre sei decenni hanno contribuito al progresso della pace e della riconciliazione, della democrazia e dei diritti umani in  Europa. (Motivazione del Premio Nobel per la Pace all’Unione Europea. Jugoslavi, somali, iracheni, afghani, libici, siriani, da sottoterra o sottovita, si spellano le mani)

Quando si avvicinerà la fine dei tempi, gli uomini saranno ammaliati dal demonio e passeranno le loro giornate davanti a delle immagini tremolanti. (S.Giovanni, Apocalisse)

Ciò che pensiamo, o che sappiamo, o che crediamo e, in fondo, di scarsa rilevanza. E’ rilevante ciò che facciamo. (John Ruskin)

Nessuno ha fatto un errore più grande di colui che non ha fatto niente perché poteva solo fare poco. (Edmund Burke)

Io so che quando il grande potere menerà il colpo per dividere l’umanità in appena due fazioni opposte, io sarò dal lato della gente comune. (Che Guevara)


Unione Europea, premio Nobel per la Pace. Ovvio, no? Come diceva Tacito: “Hanno fatto un deserto e l’hanno chiamato pace”. E l’insegna dovrebbe abbagliarci, tanto da non farci accorgere che questa Unione di 27 cosche della criminalità organizzata in cravatta si va salutariamente disfacendo sotto la forza centrifuga di chi ha capito che la propria salvezza sta nella sovranità del suo Stato. Oggi. E forse, domani, in un’Europa liberata dalle élites e dai loro metodi. C’è chi con un Nobel ad assassini e bancarottieri fraudolenti si stupisce, si schernisce, nitrisce improperi. Perché mai? Qual è la sorpresa? Nobel l’Obama delle 7 guerre, degli elenchi degli assassinandi, dello stupro dei diritti civili e sociali a casa sua e fuori. Nobel Kissinger, che infilava dittatori necrofagi  nel corpo agonizzante dell’America Latina. Nobel Begin, che da terrorista stragista sotto mandato britannico è passato a killer seriale di arabi vicini e  lontani. Nobel Churchill, alla luce di quanto ha fatto con i gas nelle colonie dell’impero e col fosforo alle città tedesche. Nobel Aung San Suu Kyi, da vent’anni al servizio della Cia per vendere il suo paese alle multinazionali. Nobel retroattivi in vista a Gengis Khan, Hitler (che Oslo prese effettivamente in considerazione!), Goffredo di Buglione e a Landrù. Come potevano negare, in questo mondo da Lewis Carroll, un Nobel a chi ha mutilato il continente disintegrando la Jugoslavia, a chi si è impegnato nella decimazione degli afghani, libici, siriani, a chi, senza carote alcune, ma con la ricca varietà di bastoni del suo armamentario repressivo, sta conducendo una guerra all’ultimo sangue contro la propria società? Più Nobel della pace di così!

martedì 9 ottobre 2012

CHAVEZ ED EFFETTI COLLATERALI


CHAVEZ  ED EFFETTI COLLATERALI


Hugo Chavez 55,14%, Capriles Radonski 44,24%.
Pues el nombre del amor no es otro que socialismo. (Frei Betto)
E’ nell’interesse del tiranno mantenere povero il suo popolo, in modo che non possa permettersi il costo di proteggersi con le armi ed essere talmente occupato con i suoi oneri quotidiani da non aver tempo per la ribellione. (Aristotele)
Si può davvero credere che la democrazia, che rovesciò il sistema feudale e liquidò i re, si ritiri davanti a mercanti e capitalisti? Alexis de Tocqueville)

Dicono tutto le immagini. Sono anni che non abbiamo avuto una ragione così forte per essere felici e fiduciosi. Alla cupola criminale che vorrebbe fagocitare l’umanità, ai suoi sguatteri e sgherri europei e italiani che vorrebbero continuare a gozzovigliare tra i resti dei popoli e delle classi subalterne, ai decerebrati onanisti dei dogmi duri e puri su come si deve fare  una “vera rivoluzione”, ai predatori delle nostre vite, del nostro futuro, ai cerusici dei distinguo, dei pro e   contro, del né-né, del sì però, del cerchiobottismo opportunista, impotente e fiancheggiatore, ha risposto il popolo venezuelano.

Hugo Chavez, se la salute glie lo permette,  e, se non glielo permette, il popolo venezuelano per lui, per altri 6 anni costruirà nel modo, forse oggi  unico possibile, il socialismo nuovo, annichilerà i profittatori nostalgici dei banchetti celebrati del capitalismo con i corpi,  con gli eccessi tratti dalle privazioni e dal dolore del 99%, ostruirà la marcia dei cannibali imperialisti, coalizzerà popoli e governi contro i necrofori di Israele, Usa, UE, lavorerà all’emancipazione e all’integrazione dell’America Latina riscattata dal colonialismo, contribuirà al rafforzamento di un fronte di Stati  che si erge contro l’imperialismo, mostrerà la via della salvezza dall’olocausto ecologico, starà con i siriani, i palestinesi, gli iraniani, gli afghani, i russi rinati alla dignità e al coraggio, l’Africa cui gli evasi dal manicomio criminale capitalista avevano voluto togliere lo scudo del più grande combattente per la libertà continentale, Muammar Gheddafi.  

E diffonderà ai dannati nelle spire del rettile, Fondo Monetario Internazionale, Banca Mondiale, OMC, BCE, Goldman Sachs, nella stanza degli specchi costruitagli attorno da collaterali come Amnesty, Human Rights Watch e le Ong del volontariato al servizio dell’Impero, la consapevolezza che senza questi inventori dei trucchi letali alla Saw 1, 2, 3, 4…8, si può vivere bene, anzi, molto meglio. Che vi si può sottrarre, che li si possono cacciare a pedate, come hanno fatto il Venezuela, l’Argentina, l’Islanda. E, di più, che anche il cappio stretto attorno alla nostra sovranità, di popolo e di nazione, dalla dittatura del dollaro, può essere tagliato, come stanno facendo l’Iran e altri paesi con il passaggio per le transazioni allo yuan, o Chavez, quando ha introdotto un’unità valutaria autonoma per certi scambi con paesi della regione. Oggi l’operazione avrà più possibilità di successo che quella indicata e prematuramente attuata da Saddam con l’adozione dell’Euro e, da Gheddafi, con il proposito della moneta unica africana legata a valori veri e fissi. Vediamo se riusciranno a impiccare o linciare anche i loro emuli.

venerdì 5 ottobre 2012

HIC SUNT PRAEDONES, ILLIC SUNT SICARII





Necessità è la giustificazione di ogni violazione della libertà umana. E’ l’argomento dei tiranni. E’ il credo degli schiavi, (William Pitt)

Le nostre case sono piene di schermi  che distolgono la nostra attenzione dal mondo reale, anche quando presentano una visione distorta di quel mondo. Il problema di questi schermi ubiqui non è il controllo della mente, come in “1984”; è l’apatia della mente. (Aldous Huxley)

Non ci sono confini per questa lotta alla morte. Non possiamo restare indifferenti a quanto succede in qualsiasi parte del mondo, perché la vittoria di un qualsiasi paese sull’imperialismo è la nostra vittoria. (Che Guevara)

Siria, verso quale epilogo? Resta confuso quanto accaduto in territorio turco. Per la granata di mortaio caduta in territorio turco il governo siriano ha espresso il suo rammarico, ma, con il ministro degli esteri, ha risolutamente negato che la Siria abbia mai ammesso responsabilità e chiesto scusa, come falsamente affermato da Ankara e dai media imperiali. Girano peraltro video che indicherebbero che la paternità del bombardamento sarebbe proprio di provocatori infiltrati. Tutto questo, sul piano sostanziale della realtà, è insignificante, se non per l’uso che ne fanno i terroristi guerrafondai, da Erdogan alla Clinton, dal tiranno del Qatar al nostro grottesco ministruccolo Terzi, da Hollande allo tsunami di menzogne dei media di regime. A essere realisti e dunque onesti, infatti, le scuse dovrebbero essere pretese da una Turchia che da 18 mesi, con intervento di scagnozzi dei principali paesi Nato, in sue basi militari a ridosso del confine, addestra e arma mercenari Al Qaida rastrellati dai vari scenari di destabilizzazione Nato e poi li spedisce in Siria per compiere atrocità terroristiche come le distruzione di mezza Aleppo, gli attentati stragisti tra civili e apparati di Stato, la distruzione di infrastrutture vitali per la popolazione.

mercoledì 3 ottobre 2012

CHAVEZ O BARBARIE




Nella nostra condizione di schiavi coloniali non riuscivamo a vedere che la “Civiltà Occidentale” nasconde dietro alla sua scintillante facciata una muta di jene e sciacalli. E’ l’unico termine da applicare a chi si aggira per realizzare “compiti umanitari”. Una belva carnivora che si nutre di genti disarmate. Ecco cosa fa all’umanità l’imperialismo. (Che Guevara, all’Assemblea Generale dell’ONU, 1964)

Per quante critiche possano essere la situazione e le circostanze in cui vi trovate, non disperate; è proprio nelle occasioni in cui c’è tutto da temere che non bisogna temere niente; è quando siamo circondati da pericoli di ogni tipo che non dobbiamo averne paura; è quando siamo senza risorse che dobbiamo contare su tutte; è quando siamo sorpresi che dobbiamo sorprendere il nemico. (Sun Tzu, L’arte della guerra)

Ci siamo seduti dalla parte del torto perché tutti gli altri posti erano occupati. (Bertold Brecht)

Fra poche ore, con le elezioni presidenziali in Venezuela, dove Hugo Chavez si candida al terzo mandato, scocca un’ora decisiva per l’intero continente e, come succede col sasso gettato in acqua, l’increspatura delle onde arriverà ai lidi più lontani. In che contesto si inserisce questo avvenimento epocale? Scendiamo per l’America Latina, dall’alto in basso. Con l’eccezione del Nicaragua dei sandinisti (che ieri ha annunciato di aver creato più posti di lavoro a tempo indeterminato di tutto il Mesoamerica), dal Rio Bravo al confine colombiano, imperversa la militarizzazione neoliberista e narcotrafficante imposta dagli Usa con colpi di Stato, elezioni truccate, finti socialdemocratici ed effettivi fantocci. Il Messico di Neto, ladro delle vittoria di Lopez Obrador, insanguinato dall’incessante carneficina di cartelli e militari, entrambi controllati dagli “specialisti” Usa, e l’Honduras della decimazione degli oppositori al post-golpista Lobo e dei contadini nelle aree sequestrate dai latifondisti delle monoculture, sono i modelli di una riconquista strisciante del “cortile di casa” yankee. Con quelle basi militari che Zelaya, presidente liberal honduregno rovesciato dal golpe di Obama, voleva chiudere, l’intervento diretto di militari Usa contro i settori sociali in lotta (Misquitos), la DEA nuovamente regolatrice dei percorsi ed equilibri del narcotraffico, il corridoio, che deve assicurare il transito della droga dalla Colombia al famelico mercato Usa e alle sue banche, è stato consolidato e blindato.

lunedì 1 ottobre 2012

SIRIA, AGGIORNAMENTI - Un contributo




Di solito inserisco i contributi altrui nella colonna di sinistra nel blog. Stavolta mi affretto, anche per superare l’impasse della polemica con alcuni pacifisti, a far mio il testo qui sotto del compagno  turco-arabo Bahar Kimyongur, pronunciato in occasione di una manifestazione a Bruxelles, davanti all’ambasciata Usa, in difesa della Siria e della verità. Ne pubblico le parti salienti perché ne viene fuori un quadro sintetico, documentato, veritiero, del punto a cui é giunta la cospirazione salafita-Nato e della vera situazione in Siria e nei paesi vicini. Siamo di fronte alla sconfitta militare della Nato, dei dittatori del Golfo, della Turchia e dei  loro mercenari stragisti. La forza degli eventi ha costretto diplomazie e media a sbilanciarsi nell’ammissione del ruolo terroristico degli alqaidisti, fanteria di complemento Nato, dei colossali trasferimenti in Siria di armi, fondi e mercenari rastrellati da tutti gli scenari dove da anni agivano al soldo dei cannibali imperiali. Ne risulta compromesso il nuovo tentativo dell’ONU, attraverso l’emissario Al Brahimi, vecchio arnese di finti negoziati tra carnefici e vittime, di sbilanciare le responsabilità a danno del governo siriano. Sul piano diplomatico-politico il rapporto di forze, al di là degli schiamazzi di Obama, Clinton, Netaniahu, despoti arabi, servitorelli mediatici, è stato sanzionato dal vertice a Tehran di 120 paesi non allineati, concordi contro l’aggressione, e la sedicente “comunità internazionale” dell’Occidente colonialista, che rappresenta meno del 10% dell’umanità.