I due più grandi ostacoli alla democrazia in Occidente sono, primo, la diffusa illusione tra i poveri di avere una democrazia, secondo, il terrore cronico dei ricchi che la si possa conquistare. (Edward Dowling, 1941).
Impiccano l’uomo e frustano la donna / che rubarono l’oca dal prato comune / ma lasciano libero il vero mascalzone / che ruba il prato all’oca comune. (Poesia anonima del 17° secolo).
Osservatori ONU a Hula, Siria, sulla scena del massacro di 130 civili tra cui decine di bambini.
Nella prima dichiarazione dopo l'eccidio, il portavoce ONU assegna la responsabilità alle bande armate dei ribelli. Successivamente il capo degli osservatori dichiara che è stato il Regime di Assad. Poi, in videoconferenza con il Consiglio di Sicurezza, il capo, si corregge è afferma che non tutto è chiaro giacchè tutte le vittime sono state uccise non dai bombardamenti dell'esercito, ma da colpi ravvicinati a bruciapelo e a coltellate. Tecnica collaudata dei ribelli.
Restano: l'assurdità di un esercito regolare che compirebbe una simile strage dei propri cittadini, poi se ne andrebbe e lascerebbe che gli islamisti si precipitino a fotografe e a comunicare al mondo "l'eccidio di Assad"; il cui prodest: chi se ne avvantaggia, se non gli aggressori e i loro mandanti Nato-Petrodittature? Naturalmente i TG riferiscono solo la prima comunicazione del capo degli osservatoti. Inveiscono contro la Siria con bava a stelle e striscie alla bocca e invocano il famoso intervento alla libica. Stanno appesi ai fili degli stessi pupari che li manovravano in Matrix anzichè in Libia. E se Michele Giorgio, del "manifesto", ha straragione quando elenca le nequizie dei rinnegati dell'ANP di Abu Mazen, in risposta al patetico Jussef Salman, segretario di Fatah in Italia, che lo aveva svillaneggiato per riferire di tali infamie, lui e gli altri giornalisti "sinistri", si picconano deontologicamente i piedi quando insistono su un "Libero Esercito siriano", le bande di mercenari Nato, fatto di "disertori" di Assad. Ce ne saranno mezza dozzina. Gli altri, alcune centinaia, sono ragazzi di leva che non si sono voluti far squartare dai "ribelli" e sono fuggiti da parenti e in campi profughi all'estero.
Hula come Racak, in Kosovo, 15 gennaio 1999, quando gli osservatori Osce e l'UCK combinarono una messa in scena di 40 vittime civili "giustiziate dall'esercito serbo", mentre si scoprì che erano miliziani UCK caduti in combattimento e poi dai loro compagni mutilati e colpiti alla testa a bruciapelo. Racak fu l'innesco per la guerra alla Serbia, fase finale della frantumazione Nato della Jugoslavia. Come lo fu per la "guerra infinita" l'attentato dell'11/9, come lo fu il falso bombardamento di Gheddafi sulla sua gente e le sue "fosse comuni" inventate, come lo fu Piazza Fontana per fermare le lotte rivoluzionarie, come è Brindisi (con pedissequo contorno delle agenzie di Stato "anarcoinsurrezionalisti" e FAI) per l'instaurazione di uno Stato di polizia agli ordini del governo mondiale della Cupola capitalista-militar-finanziar-confessionale.
E, a proposito dell'operazione " Dimenticare Fornero", basterebbe, oltre a logica e cui prodest, il teatro dell'assurdo di un tizio, anzi ora di un gruppo, di terroristi esperti artificieri che per giorni guardano, percorrono studiano ambiente e tempi, confezionano elaborate tecnologie esplosive e... non si accorgono di due evidentissime, bianchissime telecamere a pochi centimetri dalla propria testa. Che sarebbe anche bastato un "uffa, ma quando arriva sto bus!" e uno sguardo al cielo. E lì sotto, ben inquadrato in varie pose, il terrorista sicario preme il telecomando per l'innesco. Magari premeva i tasti del suo cellulare per un messaggino alla moglie. E rischia un incastro alla grande. Magari era proprio l'incaricato di Stato che, di conseguenza, non si troverà mai. Da Valpreda, 43 anni fa, questi non sanno che inventarsi gli anarchici. Gli basta Bresci. Hanno una fantasia! Per certi versi trattasi davvero di "tigre di carta". E la carta è la laurea alla Bocconi, o quella albanese.
A proposito della Serbia, per quell’impresa della criminalità imperialista sta all’Aja, sotto processo nel tribunale-burletta degli Usa, il generale Radko Mladic, delinquente che ha osato difendere il suo popolo dai predatori Nato. Sul banco degli imputati paraddossalmente mancano (non se ne é trovato il recapito per le notifiche) i governanti e i capi militari che hanno lanciato contro la Serbia bande di fanatici narcotrafficanti islamisti e hanno raso al suolo con le bombe il paese. Del resto, le mancate notifiche funzionano anche per chi in Libia ha compiuto uno Staticidio e ucciso 60mila persone (70 per l'ONU, i sionisti di Amnesty e i soroniani di Human Rights Watch).
C'è anche il valore aggiunto della distrazione di massa, sia dal sociocidio neoliberista in corso, sia dalle grandi rivolte studentesche e di popolo antiliberiste e anti-guerra, sia dalla ferocia poliziesca con cui se ne sono abbattuti i partecipanti (mai visto in Russia): alla BCE di Francoforte, trasformata in Fort Knox con dentro i dollari e i dollaranti e fuori una generazione mondiale di esclusi, a Montreal e nel Quebec contro le tasse scolastiche e la legge liberticida, a Chicago contro il vertice Nato, in Cile, nel Mediterraneo. E' utile poteva venire l'orrore di Hula anche per far svaporare nel dimenticatoio la spaventosa catena di attentati stragisti a Damasco e in altre città, a volte rivendicate da Al Qaida e che diventava sempre più difficile attribuire a un governo mentecatto che, sotto assalto da mezzo mondo, si autodistruggeva popolazione e installazioni di sicurezza e difesa. E qui, a conferma della natura di "giovane rivoluzionario" assegnata da Lucia Goracci, TG3, e da tanti suoi affini embedded al primo trucido barbuto intervistato, con sulle mani ancora il sangue degli ultimi assadiani sgozzati, arrivano le notizie su questi orchi fatti dalla Nato addestrare nientemeno che nel narcostatarello Kosovo. Nella guerra contro la Serbia ci avevano mandato Osama bin Laden e i suoi tagliagole afghani, sauditi e ceceni a dare un po' di spinta ai narcos dell'UCK schiaffeggiati dall'esercito serbo. Ora sono questi UCK, ma sotto la guida degli specialisti Usa, ad addestrare la stessa marmaglia. Cosa ci sta a fare in Kosovo, la più grande base Usa d'Europa, Bondsteel? Mica solo a gestire il passaggio dell'eroina dall'Afghanistan all'Europa. Gemella del narcostato terrorista Kosovo, c'è Miami, la narcocittà terrorista dei fuorusciti cubani. Ebbene, chi l'avrebbe mai detto, è dimostrato e non smentito che, anche lì, sono terroristi surrogati, cubani stavolta, a insegnare ai colleghi islamisti come si infilano nei corpi dei miscredenti, che languono sotto dittature, diritti umani e democrazia.
Rendiamoci conto di che tasso di mendacità, cannibalismo e crimini contro l'umanità hanno coloro che ci gestiscono. O qua diventa tutta una Chicago, Montreal, Francoforte, Madrid, Atene, a fianco del popolo siriano alle prese con l'invasione degli ultracorpi, o si chiude.
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Qui non mi è riuscito a mettere la foto di un manifesto di Amnesty International in occasione del vertice Nato, in cui si dice "Forza Nato, avanti con il progresso!" Mi è arrivata con questo commento.
Has Amnesty Intl. Gone Mad?
It Cheers NATO War Criminal Albright Leads Amnesty Intl Program to Ask Justice From NATO for Afghan Women Amnesty Letter to Obama and Karzai "we are deeply concerned that the significant gains made by women and girls in Afghanistan may be threatened as U.S. and allied troops leave the country." Bizarre List of Signatories, from Madeleine Albright to Yoko Ono Where is Amnesty International's head? Karzai represenents the other faction of Afghan women despisers, the Warloards who were so disgusting in the early '90's that the Taliban women despisers looked good by comparison. And the US government stands by Karzai 100%. *****************************************************************************
Lettera aperta a Alexis Tsipras
Vari Autori -Various Authors - Verschiedene Autoren - AA.VV. - Auteurs divers -Από διάφορους συντάκτες - Olika skribenter - مؤلفون مختلفين
Stimato compagno Alexis Tsipras, come cittadine e cittadini dello Stato spagnolo, ti scriviamo colpiti come la Grecia dall’offensiva “debitocratica” dei poteri finanziari e oligarchici di Europa. Ci rivolgiamo a te, e attraverso te, alle migliaia di cittadine e cittadini della Grecia, che hanno affidato il loro voto alla vostra organizzazione politica, per esprimere la nostra gratitudine, la solidarietà e il nostro sostegno nei confronti della vostra resistenza, contro la devastazione neoliberista delle condizioni materiali di vita e delle condizioni politiche di convivenza, e nei confronti della vostra lotta per un’alternativa di giustizia, dignità e democrazia in favore del popolo greco e per tutti i popoli che compongono l’Unione europea. Alexsis Tsipras, leader di Syriza, la Coalizione della Sinistra Radicale Applaudiamo con entusiasmo al vostro risultato nelle ultime elezioni greche, come plaudiamo al modo con cui state gestendo questo risultato, e vi esortiamo ad insistere su questo impegno, che sta già costituendo un esempio e una speranza per milioni di donne ed uomini in tutta Europa. Desideriamo condividere con te, con le donne e gli uomini della tua organizzazione e con le cittadine e i cittadini greci che, pur appartenendo ad altre organizzazioni politiche, sindacali o sociali, compartecipano al progetto di una convivenza di libertà e di solidarietà, le aspettative piene di speranza con cui, in tutta Europa, si contempla la possibilità che, in un breve lasso di tempo, un nuovo governo greco di unità popolare affronti la dittatura dei mercanti e dei burocrati di questa Europa sequestrata. Noi consideriamo l’attuale congiuntura greca come un punto di svolta, che può condurre ad una trasformazione radicale dell’ordine politico ed economico europeo. Abbiamo bisogno di una nuova Europa, che sia quella dei suoi cittadini ed abitanti e non di un’Europa delle brutali politiche di austerità, che assumono come prioritario il pagamento del debito odioso, illegale ed illegittimo, che impedisce l’umano sviluppo delle nostre comunità. Questo è l’appello che lanciamo in questi giorni dalle nostre piazze di Europa, dalla Porta del Sol di Madrid a Piazza Syntagma di Atene, e da tante altre piazze distribuite dovunque nella carta geografica europea, piazze liberate, che sono sementi e fondamento costituente della democrazia reale che noi, donne e uomini di Europa, aspiriamo a costruire tutti insieme. La lotta contro l’autoritarismo neoliberista, che ipoteca il presente e il futuro dei nostri popoli, può risultare vittoriosa a livello europeo. Sempre a livello europeo, è indispensabile dotarci di istituzioni veramente democratiche, che contribuiscano alla libertà e alla solidarietà dei diversi popoli di Europa, di fronte all’attuale Direttorio oligarchico neoliberista e al suo stato di eccezione economica e politica permanente. “E dopo avere aspettato tanto, tanto / infine è arrivata l’ora di salpare”, così recita il vostro e il nostro poeta, cittadino Aléxandros Panagoulis. Noi, donne e uomini d’Europa, abbiamo tanto sperato, e sopportato ancor di più. E una volta ancora, spetta al popolo greco, così avvezzo alle cose di mare, ma anche a quelle della libertà, la responsabilità di aprire la strada a questa nuova Europa, che intravediamo nelle nostre piazze e nelle nostre voci ribelli. Per questo, mettiamoci fianco a fianco, per intraprendere insieme, come assemblea di popoli fratelli, questa navigazione pericolosa, di lotta, ma anche tanto ricca di speranza. Con un abbraccio pieno di riconoscenza e fraterno, ► Per firmare questa lettera, scrivere una e-mail a cartatsipras@gmail.com indicando nome, cognome, luogo di residenza, attività ed appartenenza ad organizzazioni. Questa lettera verrà diffusa sui media greci, con tutte le firme raccolte entro il 1 giugno 2012.
Da Beppe Grillo
Il non morto (*) (ma quasi) di un partito mai nato Bersani ha detto di aver "non vinto" a Parma, Comacchio e Mira. Lo ha spiegato con parole incontrovertibili: "Abbiamo non vinto perché lì erano governati dal centrodestra". Chiaro? C'è forse bisogno di spiegazioni? Chiamate un'ambulanza per un TSO. L'affermazione del Pdmenoelle "E' una vittoria senza se e senza ma". Bersani però è affranto, non potrà più costruire l'ennesimoinceneritore nella sua Emilia, a Parma non ci sarà un tumorificio come in altre città governate dal Pdmenoelle come con l'ebetino a Firenze. Il pollo che si crede un'aquilaè quindi tornato sui suoi cavalli di battaglia elettorali "Noi non cederemo ai populismi e ai qualunquismi" e alle argomentazioni politiche sulla vittoria del MoVimento 5 Stelle a Parma dovuta a "una destra che a Parma si è rimpannucciata sostenendo il grillino". Rimpannucciato il grillino, belin, Bersani batte nell'eloquio Vendola per 5 a 0! Non è finita qui. Per il non morto (ma quasi) la crisi della destra provoca "un vuoto d'aria". In praticail peto in cui si dissolvono i partiti. Bersani ha poi spiegato ai giornalisti "Che se stiamo fermi non andiamo lontano". Nessuno, dopo questa affermazione, ha accompagnato il buon uomo alla prima panchina con un sacchetto di becchime per i piccioni, anzi i giornalisti presenti seri in viso hanno preso appunti continuando quando ha affermato c'è un punto inevaso da Grillo: il lavoro. Abbiamo un tasso di disoccupazione che sommato agli sfiduciati, che il lavoro non lo cercano, più arriva al 20%. Chi ha creato la disoccupazione? Il MoVimento 5 Stelle oppure vent'anni di inciuci con il Pdl, di investimenti nei catorci della Fiat e nella cementificazione del Paese invece che in innovazione? Chi ha svenduto a debito la Telecom se non D'Alema condannandola a un nanismo industriale? Chi ha benedetto la legge sul precariato ieri e la "ristrutturazione" dell'articolo 18 oggi? Chi ha permesso alle nostre aziende di spostare la produzione all'estero, dalla Cina alla Romania consentendo di mantenere sui loro prodotti il marchio "Made in Italy"? Chi ha costretto una generazione di giovani a emigrare (secondi in Europa dopo la Romania)? Prima di parlare di lavoro, Bersani dovrebbe lavorare, ci provi, in futuro ne avrà bisogno. Ps: a Parma dopo il ballottaggio è stato istituito un nuovo piatto cittadino "gli Gnocchi Fritti". (*) Il morto vivente - detto anche non morto o morto che cammina, è una creatura mostruosa generata dalla resurrezione di un cadavere. L'accezione morto vivente può riferirsi a vari tipi di creature fantastiche, come ad esempio zombie, vampiri, mummie, o pdmenoellini.