“La sicurezza del Potere si fonda
sull’insicurezza dei cittadini” (Leonardo Sciascia)
Cari amici e interlocutori, stavolta
vado davvero per le lunghe. Più del solito. Ma fate finta che sia un livre
de chevet, libro da comodino, come li chiamava Montaigne, da prendere a
pizzichi e bocconi. Come cinque pezzi corti. Anche perché per un mese e passa
non ce ne saranno altri. Non busserò a casa vostra. Sto in montagna, a rompere
le palle alle marmotte.
Stati Generali per corona(virusa)re il
nostro futuro
Negli Usa ormai si manifesta con crescente
spudoratezza quel governo parallelo, chiamato “Deep State”, nella cui
militanza confluiscono i falchi repubblicani e, ben più guerrafondai, quelli
democratici. Stato profondo ben rappresentato nella serie “Saw”, formato da
elementi non eletti ma più potenti degli eletti e che tiene sulla graticola,
ultimamente con le sommosse, l’eterodosso Donald Trump, sebbene pure lui
prodotto dallo (s)fascio statunitense. Dal momento che l’Italia, da sempre, è
l’apprendista stregone minore su cui sperimentare il peggio del colonialcapitalismo,
anche qui abbiamo un governicchio in vetrina, parzialmente eletto, e un Deep
State per niente eletto, (in)visibile nelle varie task forces, dietro al
banco. Ora questo insieme metastatico deve essere davvero bravo per fare avere ragione
a gente come l’opposizione che oggi completa il nostro degrado. Eppure ci
riesce quando a una conventicola formatasi alle fonti del Po, nel mausoleo di
Predappio e nel ventre di Cosa Nostra ha potuto legittimamente dire “non c’è
più democrazia”, o “sul Coronavirus ci marciate”, o “è tornata la Troika”.
Con quella celebrazione del suo ego espanso
e del “servo encomio” ai rapinatori UE e neoliberisti in genere, la banda del
Conte Pippo ha per il quinto mese fatto come se il Parlamento non esistesse e ha
sgovernato agli ordini di una combriccola di non eletti che stanno al Deep
State come l’Isis sta ai Fratelli Musulmani, o come il Gatto e la Volpe
stanno al pescecane che inghiotte Pinocchio e babbo Geppetto (posso dire che il
tonno che li salva mi fa pensare a Sara Cunial e ai suoi?).
Per i non decerebrati dalla paura, la
risposta alla domanda “a chi conviene il circo dell’orrore Covid-19” è stata
facilissima dal primo contagio, a Wuhan come in tutto il mondo. Mancavano i
numeri. Che, secondo gli alti sacerdoti del sinedrio, sarebbero, al 22
giugno 2020, complessivamente 469.122 morrti, tutti ovviamente da questo virus,
su 9.003.042 contagiati, magari presunti giacchè asintomatici. Magari morti per
mancanza di cure perchè ristretti in casa. Magari e perlopiù morti di altro. E
ci sarebbe andata pure bene, se pensiamo al pronostico di Bill Gates, nella sua
precisissima simulazione-previsione dell’ottobre 2019: 20 milioni di decessi. E
bene c’è pure andata, se pensiamo che nell’influenza 2017-2018 ci sono state
decine di migliaia di morti in più (si chiamava influenza e basta e nessuno
veniva rinchiuso e vessato da misure Gestapo). Per avere un’idea non manipolata
ai fini della dittatura digital-sanitaria, vedere i diagrammi statistici
fornitimi da un attento amico.
2) Epidemie e relative vittime, dalla
“Peste di Antonino il Pio (165-180) al covid-19.
https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_epidemics
(il server non consente la pubblicazione qui)
Su questi numeri di morti, quelli
effettivi e quelli inventati, si sono sviluppate altre cifre, stavolta tutte
veritiere. Dieci miliardari transnazionali, in prima linea quelli di sanità e
digitale, i più ricchi del mondo, hanno guadagnato insieme più di 7 miliardi di
dollari da quando l’OMS ha dichiarato la pandemia. E molti di più gliene
verranno dal post-virus. Capifila dei numeri, ovviamente, gli USA. Nei 23
giorni dall’inizio della pandemia l’élite finanziaria ha guadagnato 282
miliardi di dollari, con un’economia che, nel primo trimestre, si è contratta
del 40%. Dal 2080 al 2020 il contributo fiscale di questi paperoni è calato del
79% e la loro ricchezza è cresciuta di oltre il 1.100%. In piena epidemia, Jeff
Bezos di Amazon, uomo più ricco del mondo e Bill Gates, della Fondazione Gates
per i vaccini, sono arrivati ad avere un patrimonio netto pari a quello della
metà della popolazione statunitense. La cui aspettativa di vita, nel frattempo
è precipitata come succede solo in fasi di guerre e carestie. Anche perchè i
dipendenti di Amazon, per potersi nutrire, devono ricorrere ai buoni cibo
elargiti dallo Stato ai poverissimi.
Come è possibile che questi cannibali ci
vengano presentati a volte come filantropi, a volte come portatori di sviluppo
e progresso? Ci vuole poco (dal punto di vista dei miliardari). “Mint Press”
ha scoperto che Bill Gates ha “donato” 9 milioni al liberal “Guardian”
(fratello maggiore del “manifesto”), 3 milioni alla tv NBC-Universal,
4,5 a NPR, 1 milione ad Al Jazeera e ben 49 milioni alla BBC.
Quanto a Bezos, i media preferisce comprarseli direttamente. E’ la stampa,
bellezza.
Forte delle soddisfazioni cavate da una
nazione debitamente sconquassata nei beni spirituali e materiali e dal fatto
che è riuscito a prospettare ai suoi mandanti UE, Big Pharma e Silicon Valley,
un paese pronto all’innovazione bio-tecno-fascista, popolato dall’“homo-machina”,
Pippo Conte si è presentato agli Stati Generali con la (virus)corona in
capo. Stati Generali, tra villa e parchi, paggi, ancelle e dame di compagnia,
nell’intimità senza mascherine e distanze, a marcare l’ulteriore obliterazione
del parlamento, degli eletti ed elettori, per consegnarsi ancora una volta agli
stregoni che vanno sperimentando l’era post-democratica del vaccino e della
connessione. Stati Generali delle teste autocoronate, come erano quelle di
Filippo IV nel 1302 e di Luigi XVI nel fatidico 1789. Stati Generali dove il
primo Stato erano i preti, il secondo i nobili e il terzo, che non contava una
mazza perché gli altri due gli si alleavano contro, genti urbane e rurali.
Venivano convocati quando alla nazione non andava troppo bene e si dovevano
imporre tasse, vessazioni e restrizioni. Come vedete, Historia magistra
vitae anche per il ben-titolato Conte Pippo. Cui potrebbe anche capitare,
e noi non glielo auguriamo, il destino del re che degli Stati Generali convocò
l’ultima edizione: 17 gennaio 1793.
Potete immaginarvi Jack lo Squartatore
che, dopo averle squarciato la gola, alla vittima tampona il sangue? O Obama
che, dopo aver raso al suolo la Libia, corre a donarle i mezzi per ricostruirsi
prospera e indipendente? Allora dovreste avere presente anche Conte Pippo e il
socio Colao Vittorio che promettono cure all’Italia annichilita. Pensate alle
le loro origini. Rispettivamente, da un megastudio di avvocati, organicamente legato
all’Olimpo del finanzcapitalismo sovranazionale e da una delle più micidiali
compagnie telefoniche pro-5G e digitalismo. Poi da alcune delle più grandi
banche d’affari. Conviene anche che pensiate, sempre in parallelo con Jack e
Obama, al retroterra giudiziario di Ursula von der Leyen e di Christine Lagarde,
Entrambe distintesi, negli incarichi originali per corruzione, come dame di
corte di Bill Gates e tagliagole di una Troika che ha fatto a pezzi, la Grecia.
Come Jack, una per una, le allegre ragazze di Whitechapel.
Ciò che lega il fondatore e poi capo di
Microsoft Bill Gates a Vittorio Colao e al valletto Conte, è uno dei più
colossali conflitti d’interesse mai visti, cementati dalla finanza speculativa
da cui tutti provengono, o dipendono (Colao da Morgan Stanley e McKinsey). Se
non si viene dalla formazione al furto su scala mondiale, ce lo ricorda Goldman
Sachs, non si va da nessuna parte. Per somma virtù anche bilderberghiani, si
sono presentati al popolo, che si era scritto la nota costituzione, e a un
parlamento, che la considera meno del diploma del nonno alla parete, con
l’eleganza del noto marchese del Grillo. Protagonisti della telefonia e delle
piattaforme, feldmarescialli dell’economia privata, bilderberghiani e davosiani
di lusso (e dunque anche a Villa Pamphili, le cose avvenivano a porte chiuse),
ecco che agli Stati Generali (Conte per il clero, Colao per l’aristocrazia) si
sancisce che in Italia le cose pubbliche, come la vita e tutto il resto,
passano alla mano, alla manona, del privato. Preferibilmente sanitario,
digitale, protetta da quelli che hanno alla cintura le manette.
Quando
uscì il Piano di 121 schede di Vittorio Colao, scritto con qualche commensale
delle piattafome nel loft di Londra, poco se ne parlò da parte degli amici,
molto si disse che trattavasi di fuffa, banalità, roba scritta sull’acqua,
vuoto pneumatico. Gelosia dell’apprendista stregone, Conte, nei confronti dello
stregone? Anche. Ma soprattutto depistaggio, fuffa per boccaloni. Una fuffa,
comunque, che è tutta lievito velenoso, ultraliberista, destinato a crescere.
Una visione del pubblico (devi da morì) e del privato (devi da vince’) di un
bilderberghiano di peso, osannato dal reparto Risorse Umane Bilderberg, come
Stefano Feltri, o Lilli Gruber, o Mario Monti, Draghi,.Elkann, Prodi, Letta,
Bonino, Visco…
Quello
di peso ci è stato inflitto da direttore del Tesoro, poi di Goldman Sachs e poi
governatore di Banca d’Italia, fino a elargitore di miliardi alle banche da
direttore di quella centrale europea. E’ il principio delle porte girevoli,
felice giostra del capitalismo. Principio che mantiene in circolazione perfino
uno il quale, per ciò che, nelle, e alle, nostre istituzioni, ha combinato
(Codice Penale, articoli 241-274, Delitti contro la personalità dello Stato).
avrebbe tutti i titoli di merito per stare come stava nella Torre della Muda il
conte Ugolino (1220-1289)
Di costui, Mario Draghi (nomen omen),
col nome che al plurale dell’archetipo che, da sempre, spaventa l’umanità e che
ora ci si minaccia addirittura come incombente Supremo di qualcosa, governo o
repubblica, o magari Nuovo Ordine Mondiale, non si dimentichi mai l’impresa del
1992. Pifferaio di Hamelin, con il suo programma di devastazione privata di
ogni bene pubblico e relativa svendita ai compari esteri, perfezionato poi da
Amato e Prodi. Sul panfilo della Regina, insieme ad altri della Banda del buco,
banchieri, CEO, George Soros, la créme della massomafia, il ministro
Andreatta, congiurò contro il patrimonio pubblico e contro gli italiani.
Scuola e Agricoltura? Zero. Ci pensano i
privati e il Terzo Settore, per l’una, Bayer/Monsanto per l’altra
Il copia e incolla dell’omologo Colao si
arricchisce di un particolare che tutti i nostri affiliati alla Cupola,
maggioranza e opposizione, hanno tenuto nell’ombra cianciando di “fuffa”, per
quanto ne abbiano profittato. Beppe Grillo, veterano del cavallo giusto, l’ha
invece subito individuato e ci si è fiondato sopra perorando la causa della
banda velocissima, in altre parole la connessione di quinta generazione, il 5G,
nel quadro della digitalizzazione dell’intera vita, di cui era stato precursore
con l’abominio “Rousseau”. Il comico, finito lo spettacolo dei
travestimenti vaffa, è così riapparso sul proscenio in borghese a prendersi gli
applausi di quelli che fino a ieri lo avevano spernacchiato e a farci capire il
solidissimo perno intorno al quale tutta la fuffa ruotava.
La fuffa, più che altro una dissolvenza,
riguardava due settori precisi. La scuola, lasciata nelle laccate mani di
una ministra dell’istruzione, delirante come un criceto nella ruota, impegnata
a fare uscire di senno studenti, genitori, insegnanti, presidi ed edifici scolastici.
Scuola da lei affidata alla nebulosa del Terzo Settore e quindi al
“volontariato” (eccome!) delle Ong di Soros e dei manager di McDonald’s.
L’altro settore, tanto insignificante da
non arrivare neanche alla fuffa, è l’agricoltura. Intanto perché se ne occupa
eccellentemente la ministra Bellanova, per la soddisfazione di semi brevettati
e fertilizzanti al glifosato di Monsanto/Bayer e soci. La quale Monsanto ha
appena finito di pagare 10 miliardi di euro in risarcimenti per danni causati
dal glifosato. E poi perché da quelle parti è giù tutto previsto: campi,
campetti, orti, tutta l’agricoltura “di prossimità” che nutre noi, pronta a
passare all’agrobusiness intensivo/esteso multinazionale degli OGM. Così il
Covid-19 sarà servito anche a farci esportatori netti del cibo che nasce da noi
e importatori netti del cibo-spazzatura che nasce altrove. E’ la
globalizzazione, baby.
Decorporizzare ed elettromagnetizzare
l’Italia
Il cuore del “manifesto” di Colao per il
nostro futuro è un altro. Il virus, ovviamente “de paura” perché letale, anche
per chi cade dal balcone, risponde al principio di Giambattista Vico. Nessuno
ne sa una cippa (come giustamente dice la somma virologa eretica del “Sacco” di
Miano, Maria Rita Gismondo), ma è certissimo che segua la legge dei “Corsi e
ricorsi”. Dunque resteremo, o ritorneremo, mascherati, distanziati,
menomati, carcerati. E salvati, sia dal vaccino ID2020 (programmino
Gates-Rockefeller-Davos per l’identità digitale universale sottopelle dalla
nascita), sia dalle piattaforme. Soccorritori, non per nulla capeggiati dai più
ricchi del mondo, per migliorare l’individuo sottraendolo alle contaminazioni
di ogni genere, non solo da virus fasulli e transeunti, soprattutto da
colletivi e comunità.
Di 7,5 miliardi di persone, qualche
miliardo, privo di strumenti digitali (un terzo di italiani), va messo alla
macina. Gli altri avranno la vita facilitata grazie al telesesso (riduzione
della sovrapopolazione là dove il Covid-19, sanzioni e guerre, non sono bastati)
e tutte le altre attività che impiegavano i nostri arcaici sensi corporei:
teleworking, telestudio, teleacquisti, telesport, telegiochi (già fatto),
televiaggi, teleconfessioni, telepenitenze . Alle teleagonie e telemorti ci
hanno già abituati, quando sottraevano i moribondi da presunto Covid-19 ai loro
cari e viceversa. Vedrete come, a forza di tele, ci identificheremo sempre più
con lo strumento, fino a diventarlo. Basta un dato: tra il 2019 e fine marzo
2020, i lavoratori italiani da remoto sono passati da 570mila a 8 milioni. E alle start-up di questo business Colao ha
fortemente alzato le detrazioni.
Bancomat, Visa, American Express, Go…. Una
bella cresta e ci pensiamo noi
Finirà anche questa storia del contante,
funesto veicolo del virus e dell’autodeterminazione. La determinazione passerà
alle banche che, per un lieve pizzo, faranno da passadati a chi ci deve dire
cosa fare e cosa avere per cui, se traligniamo, finisce che sul conto non ci
troviamo più nulla. Serve a combattere le mafie che, come è noto, non hanno
idea di come si usa l’elettronica. Intanto, detta Colao, riduciamo i possibili
pagamenti in cash da 3000 a 2000. E tiriamo giù la serranda al commerciante che
non usa il Pos. Ce n’est che un debut.
Tutto diventerà velocissimo grazie alla
banda ultralarga, il 5G. I suoi 30mila satelliti dallo spazio e i milioni di
sue antenne, sotto e sopra casa, ci faranno comunicare in un nanosecondo con la
zia e, nello stesso nanotempo, il gendarme di zona e quello a Forte Braschi
comunicheranno a chi di dovere chi siamo, dove siamo, cosa facciamo, come lo
facciamo, con chi e in quali condizioni di salute psicofisica, morale e
finanziaria. Con la fine del contante, chi ha più bisogno dell’app “Immuni” per
tracciarci? Anche perché tutto verrà agevolato dai vaccini. Insieme alla
riduzione dei limiti ai livelli di elettromagnetismo, imposta dal telefonista
Colao, saremo tracciabilissimi, perché fosforescenti come lampadine. Col
plusvalore che, sterilizzati dalle radiazioni, contribuiremo alla così
intensamente perseguita depopolazione.
Per tre mesi ci hanno ristretti. Ma gli alberi no.
Forse è per questa irriverente anomalia che, durante quei giorni, si sono
precipitati a tagliarli. Mica sarà stato perchè si intraponevano tra le antenne
5G e le nostre cellule cerebrali da scomporre?