martedì 8 gennaio 2013

ASSAD E GLI ALTRI, NOSTRI. Il resto è silenzio (per tre settimane)


ASSAD  E  GLI  ALTRI,  NOSTRI. Il resto è silenzio (per tre settimane)


Avrei voluto, dopo la sosta del giro dell’anno, dire la mia su alcune cose di attualità. A giorni parto e rientro alla fine di gennaio. Ci sarà dunque un prolungato silenzio stampa sul blog. Per il sollievo di tanti. Avrei voluto illustrare alcune emergenze. il precipitare del Mali verso l’ennesimo intervento occidentale, l’intervento francese e Usa nella Repubblica Centroafricana, a sostegno dei ribelli e contro un presidente che ha osato concludere accordi con la Cina, il rapido estendersi dei tentacoli neocoloniali sull’Africa del Sahel e subsahariana, giacimento di diamanti, uranio, idrocarburi, metalli preziosi, mentre il mondo è concentrato sulla tragedia siriana e sull’apocalisse promessa all’Iran. L’ulteriore nazificazione di Israele, Stato razzista e cannibale, sempre più emulo e perfezionatore dei progetti di Hitler.


 Eppoi, nella luccicante giostra domestica, l’imperversare di ciarlatani, imbonitori, guitti, saltimbanchi, con, sul podio più alto, un alieno robotizzato, il superpartes Goldman Sachs  che rincorre il modello berlusconiano di presunzione, insipienza, volgarità e indora di fanfaluche la notte dei morti viventi che ci sta preparando, assistito da sguatteri come Casini e pulitori delle stalle come Bersani. Avrei anche voluto approfondire, in termini di perplessità, il discorso su Grillo e Ingroia che, comunque, sono l’alternativa data, e sui lividi radical-girotondini di quella parte di “Cambiare si può” che  si dice scippata da Ingroia e dai suoi partitini delle luminose sorti palingenetiche fiorite dalle loro dieci assemblee di gentiluomini e gentildonne.