ASSAD
E GLI ALTRI,
NOSTRI. Il resto è silenzio (per tre settimane)
Avrei voluto, dopo la sosta
del giro dell’anno, dire la mia su alcune cose di attualità. A giorni parto e
rientro alla fine di gennaio. Ci sarà dunque un prolungato silenzio stampa sul
blog. Per il sollievo di tanti. Avrei voluto illustrare alcune emergenze. il
precipitare del Mali verso l’ennesimo intervento occidentale, l’intervento
francese e Usa nella Repubblica Centroafricana, a sostegno dei ribelli e contro
un presidente che ha osato concludere accordi con la Cina, il rapido estendersi
dei tentacoli neocoloniali sull’Africa del Sahel e subsahariana, giacimento di
diamanti, uranio, idrocarburi, metalli preziosi, mentre il mondo è concentrato
sulla tragedia siriana e sull’apocalisse promessa all’Iran. L’ulteriore
nazificazione di Israele, Stato razzista e cannibale, sempre più emulo e
perfezionatore dei progetti di Hitler.
Eppoi, nella luccicante giostra domestica,
l’imperversare di ciarlatani, imbonitori, guitti, saltimbanchi, con, sul podio
più alto, un alieno robotizzato, il superpartes
Goldman Sachs che rincorre il modello
berlusconiano di presunzione, insipienza, volgarità e indora di fanfaluche la
notte dei morti viventi che ci sta preparando, assistito da sguatteri come Casini
e pulitori delle stalle come Bersani. Avrei anche voluto approfondire, in
termini di perplessità, il discorso su Grillo e Ingroia che, comunque, sono
l’alternativa data, e sui lividi radical-girotondini di quella parte di
“Cambiare si può” che si dice scippata
da Ingroia e dai suoi partitini delle luminose sorti palingenetiche fiorite
dalle loro dieci assemblee di gentiluomini e gentildonne.