giovedì 21 novembre 2013

SACCHEGGIO E DEVASTAZIONE


 Niente rafforza l’autorità, quanto il silenzio”. (Leonardo da Vinci)

Chi non batte ciglio alla vista di sanguinosi delitti conferisce loro propriamente l’apparenza delle cose naturali. Designa il crimine atroce come alcunché di scarsa rilevanza quale è la pioggia e, come la pioggia, altrettanto inevitabile. Già con il silenzio sostiene i criminali, ma presto si accorgerà che, se non vuole perdere il proprio pane, non solo deve tacere la verità, ma anche dire la menzogna”. (Bertold Brecht)



Siccome c’ero, posso smerdare le fetide intese tra garzoni di bottega del regime di destra e di “sinistra”, con l’impossibile Norma Rangeri (“il manifesto”) e quel figlio di povera donna, Mentana (“La7”), uniti sull’inginocchiatoio davanti alla Triade dei celebranti Napolitano-Letta-Alfano. Non c’è stata nessuna guerriglia ieri a Roma, Campo de’ Fiori, mentre, al sicuro tra i cristalli di Murano, le poltrone Luigi XVI e i tappeti Shiraz, decidevano di lanciare la guerra ai loro stessi territori, frantumando le Alpi tra Piemonte e Savoia con il maglio da 24 miliardi TAV. Saccheggio e devastazione di territori e genti, ma fondamentale asse logistico per speculatori, mafie, Nato ed Eurogendfor (la nuova polizia sovra- e anti-nazionale europea). Ma di guerriglie e violenza hanno blaterato, pronubi delle militarizzazioni sociali importate da Israele e Usa, i media di regime e di cripto-regime.  Devastazione e saccheggio è, nel classico repertorio dell’inversione della realtà della neolingua praticata a partire da “interventi umanitari”, “diritti umani”, “operazione di pace”, l’imputazione inventata per i No Tav della Val di Susa che non calano le braghe davanti a stupratori con ruspe, manganelli e pubblici ministeri con le zanne.

giovedì 14 novembre 2013

DELITTI E CASTIGHI A CASA NOSTRA



DELITTI  E  CASTIGI  A  CASA  NOSTRA

“Se uno , con parole al miele ma mente malvagia, convince le gente, grandi mali cadranno sullo Stato” (Euripide - “Oreste”)

Una democrazia che conduce guerre, o si prepara a guerre moderne e scientifiche, dovrà necessariamente cessare di essere democratica. Nessun paese può davvero preparasi alla guerra moderna se non quando sia governato da un tiranno, alla testa di una burocrazia altamente addestrata e perfettamente obbediente”. (Aldous Huxley)
S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra uno squillo risponde… Tutti fatti a sembianza d’un solo / figli tutti di un solo riscatto / in qual ora, in qual parte del suolo, trascorriamo quest’aura vital, / siamo fratelli; siam stretti a un patto: / maledetto colui che l’infrange, / che s’innalza sul fiacco che piange, / che contrista uno spirto immortal” (Alessandro Manzoni – “Il conte di Carmagnola”)

Per formazione e passione, e anche perché da quelle parti si incontrano più soddisfazioni che in questo nostro paese degradato e disperato, sono tanti anni che mi occupo di esteri, là dove lo scontro tra imperialismo e liberazione è più acceso e visibile. Ma sono davvero felice di aver fatto uno strappo alla regola decidendo di occuparmi di Italia e di trarne un nuovo documentario. Se non ne fossi stato convinto già dall’esperienza valsusina, cui ho fatto riferimento nell’ultimo pezzo, a confermarmi definitivamente e felicemente nella scelta è stato un altro incontro con una realtà italiana che, quanto a nobiltà coraggio, determinazione, chiaroveggenza, tiene il passo con i migliori dei miei amici combattenti in mezzo mondo, che siano o meno già vincenti, siriani, libici, venezuelani, serbi, boliviani, honduregni e, via, volando di fiore in fiore. Se è vero che abbiamo sul collo da trent’anni una orribile banda di grassatori, ladri, rapinatori, truffatori, stupratori e reazionari travestiti da politici di opposte fazioni, ma perfettamente omologhi, sta diventando vero che da questo diluvio di letame è spuntato il noto diamante. E sono giovani, maturi, anziani - in Val di Susa c’è una perfetta sintonia tra ormai tre generazioni - donne, bambini, studenti, pensionati, operai, impiegati, precari, imprenditori, bottegai, molti sostenuti dai loro cani, un campione di quel famoso 99% su cui solo gli irrimediabili dietristi, appesi alla palingenesi da sola classe operaia, arricciano il naso.

mercoledì 6 novembre 2013

GRANO E LOGLIO DI CASA NOSTRA



GRANO E LOGLIO DOMESTICI

“Chi è ribelle? L’uomo che dice no”. (Albert Camus)

“Il Presidente Napolitano esprime apprezzamento per i temi affrontati quest’anno, cultura e fratellanza, che testimoniano il costante e meritorio impegno del Grande Oriente d’Italia nel riaffermare quei principi di solidarietà e di contrasto a ogni forma di integralismo che sono alla base di un’etica civile fondata sul dialogo e sul rispetto reciproco”. (Giorgio Napolitano, 2013)

Tutta la propaganda per la guerra, tutte le bugie urlate e l’odio, vengono invariabilmente da gente che non combatte”. (George Orwell)

“Se si applicassero i giudizi di Norimberga, ogni presidente americano del dopoguerra sarebbe stato impiccato”. (Noam Chomsky)

“Sii gentile, poiché chiunque tu qui incontri sta combattendo una battaglia più dura”. (Platone, mentre si aggirava per la Val di Susa)


Dalla casa di Beppe che mi ospitava, l’alba vissuta dal grande finestrone era ogni giorno un abbagliante spettacolo pirotecnico: dai primissimi accenni di luce giallo-limone, a sbaffi giallo-ocra che s’inerpicavano sull’orizzonte sfondando la cancellata della bassa valle, a vampate carminio a sposare i monti da sud a nord, fino a un cielo celestino sfondato e striato a raggiera dall’epifania del sole. Sotto, una bruma dalla quale facevano capolino agglomerati di tetti, una striscia lucente di acqua, la Dora Riparia, capannoni ahinoi abbandonati, e quel fascio di infrastrutture (statali, autostrade, elettrodotti) che tagliano e opprimono la valle da cima a fondo. Infrastrutture che i bulimici di redditizie devastazioni vorrebbero coronare con una di quelle Grandi Opere che, riempiendone le tasche, ingrassano e tengono saldo in piedi il complesso politico-militar-affaristico incaricato dai padroni dell’Occidente di mettere le manette al resto dell’umanità.