(Precedenti articoli sul blog “Il
prezzo è lo Yemen?” e “Pacificazione nel Corno”)
Avviso ai naviganti:
Facebook, dopo avermi sospeso e rimosso ripetutamente miei articoli, ora
rimuove anche i semplici titoli che posto senza il pezzo, indicando che questo
si può trovare sia sul mio blog, sia sul facebook alternativo VK, al quale
invito tutti a iscriversi. Cioè rimuove senza neanche conoscere il contenuto,
prova che sono stato segnalato come da eliminare tout court. Succede a me come
a Byoblu e a tanti altri, qui e nel mondo, vittime di queste liste di
proscrizioni compilate dai governi occidentali. Ricordate Niemoeller: “Prima
sono venuti a prendere gli zingari….” Eppure non si muove foglia. I cari amici
e compagni, lungi dal mobilitarsi, protestare, scrivere, firmare, come è
successo negli Usa, stanno alla finestra. Attenti a non cadere.
C’erano
tutti nell’abbordaggio politico-umanitario alla motovedetta della Guardia
Costiera “Diciotti”, comandata dal signor Massimo Kothmeir (nomen omen) che alle sue virtù marinare e
umanitarie aggiunge la rara perizia dell’arte marziale praticata dalle forze
speciali di Israele e colà appresa. Ognuno ne tragga le conclusioni che vuole,
alla luce del curiosissimo fatto che ha visto una quasi totalità di giovani
maschi eritrei (otto donne) tra i 170 migranti raccolti da un barcone in
perfetta efficienza in acque di spettanza maltese, trasportati verso Lampedusa
e infine dirottati dal governo a Catania.
Tutti, vuol dire il fior fiore dei portatori dei migliori
sentimenti umani, in Italia, Europa e sul pianeta, autentici o meno (ma questi
ultimi i più accaniti e vociferanti): Ong umanitarie del giro Nato-Soros,
giornale e televisione unici nazionali e internazionali, destri-sinistri (vale
a dire: tutti destri), il papa, preti e suore, cooperative di Comunione e
Liberazione (non importa se logorate da inchieste giudiziarie), renziani, franceschiniani,
martiniani, bersaniani, fratoianniani, arancioni demagistriniani, spiaggiati
rifondaroli, centri sociali affumicati, poterealpopulisti… Consacrati, tutti
quanti, da una magistratura che, con un guizzo da centometrista, incrimina il
ministro fellone per non aver scaricato subito quella fetta di dolente umanità.
Una magistratura in cui, come suol dirsi, abbiamo tutti la massima fiducia, che
si tratti di quelli che hanno inchiodato i Woodcock, i De Magistris, i Robledo,
i De Matteo, le Raggi e hanno sorvolato sui Renzi del Consip, o di Banca
Etruria.
Dall’altra parte,
reietti, solo i populisti, la maggioranza di chi vota in Italia. Convitato di
pietra, ma una pietra su cui erigere l’enorme cattedrale della solidarietà,
l’UE e il suo rifiuto di filarsi le richieste di ricollocazione del governo
italiano, enorme assist a quelli sotto la nave col cartello “welcome”.
Reduci
dall’inferno, ma tonici e in gran forma
Tutto un gigantesco can can buonista, con passerella di
Boldrini e boldriniani sotto gli occhi compiaciuti di capitan Kothmeir, alla
faccia degli odiatori di professione, dei rancorosi, invidiosi e, naturalmente
xenofobi e razzisti, senza dimenticare il vizio capitale del sovranismo. Perché
non far scendere quei disperati eritrei, dare subito l’asilo politico,
consolare e premiare per essere sfuggiti a un’orrenda dittatura e a quei campi
libici davanti alle cui atrocità lo stesso pontefice, poverino, ha dovuto
inorridire, costituiva certamente un crimine contro l’umanità (per inciso, a qualcuno è parso di aver già
visto quelle immagini di africani neri legati e appesi. Era subito dopo
l’occupazione della Libia da parte delle milizie dei Fratelli Musulmani, quando
i prodi liberatori di Misurata, quelli pro-Nato e curati dai MSF, si
impegnarono a far fare quella fine ai cittadini di Tawergha, abitata da
africani neri. 100mila tra assassinii mirati, case bruciate, quartieri rasi al
suolo, sequestrati in campi della tortura (questa, sì, vera).
Di Misurata, nel mio documentario ”MALEDETTA PRIMAVERA, Arabi tra rivoluzioni, controrivoluzioni e guerre
Nato”, ho potuto intervistare un miliziano pentito. Se ne ascoltate il
racconto agghiacciante di uccisioni e stupri di neri e soldati e civili
gheddafiani, avrete un idea di cosa i nostri media umanitari hanno favorito e
poi cancellato. Poi mettetelo al confronto con i latrati sulle infamie libiche e africane
di oggi e traetene una valutazione su pesi e misure dei nostri media.
Ma come, tutti eritrei? E dove li hanno trovati, tutta una
brigata di giovanotti e giovinetti, tutti torturati, ma senza segni, tutti
sfuggiti alla micidiale polizia segreta di Isaias Afewerki? Tutti integri, solo
con un po’ di scabbia, dopo traversate di deserti e mari? Che mo’ in Libia si
mettono a raggruppare sui barconi per nazionalità? O c’è stato una richiesta,
una commissione, un appalto, un ordine
di servizio? Forse quel don Mussa Zerai, quel prete che si dice eritreo, ma che
gli eritrei dicono etiope e che, col suo telefono satellitare e relativo numero
diffuso in tutto il Corno, governa “la fuga” degli scampati alla dittatura, da
lui insistentemente definita la più orribile del mondo e che l’immancabile
“manifesto” onora ogni tanto di interi paginoni?
Non ci
sono stati, ma conoscono crimini e criminali
Perché per questa sfida strategica agli ostacoli agli sbarchi
decretata dal governo, visto che il resto dell’Europa se ne fotte e non ha
neanche suddiviso per paesi, come promesso, quelli precedentemente sbarcati a
Pozzallo? Per un semplice e inconfutabile motivo: degli eritrei nessuno può
sfrucugliare l’accoglienza e a tutti va garantito l’asilo politico
semplicemente in virtù del paese d’origine. Impedirne lo sbarco, l’accoglienza
e l’occidentalizzazione (detta “integrazione”) sarebbe un crimine ancora più
grave perché mai potrebbero essere definiti clandestini o illegali. Come mai
questo privilegio garantito solo anche ai siriani perché fuggono dal loro paese
massacrato anziché difenderlo e ricostruirlo? Per chiarire, dopo un assist
fornito dal missionario comboniano Zanotelli relativo a un paese “orripilante”,
ma di cui non ha mai visto neanche un’antilope,
l’Avvenire, giornale dei vescovi esprime, in sostanza, questo giudizio:
“L’Eritrea
è governata da una delle dittature più spietate del mondo, che nega tutti i
diritti pratica esecuzioni sommarie senza processo. Nel paese è in corso una
tremenda carestia e vige il divieto assoluto di ottenere visti per lasciare il
paese legalmente. I cittadini sono tenuti all’oscuro di quanto accade
all’estero. Internet è pressochè inesistente e solo l’1% della popolazione ha
accesso alla rete, i cui contenuti sono filtrati dal governo”. Analoga
analisi, tanto diffamatoria quanto arbitraria e strumentale, è fatta da “Nigrizia”,
organo dei missionari comboniani, quelli di padre Zanotelli.
Vaticano,
foglio “comunista”, Cia: una sola voce
Questo lo dicono i vescovi e i missionari, da sempre
rompighiaccio caritatevoli della penetrazione coloniale. E, se lo dicono i
vescovi e i frati, in una monarchia assoluta come lo è la Chiesa cattolica, lo
dice il papa. Ebbene, il papa mente. E non solo sui chierici omo e pedo. In
positivo lo affermano i quasi diecimila
eritrei della diaspora in Italia, i 40mila giunti da tutta Europa che hanno
manifestato all’ONU di Ginevra contro le falsità diffuse dalle sue commissioni
mai state in Eritrea, le migliaia in altre parti del mondo che tutti sono
schierati con il loro governo e nel loro paese tornano regolarmente. In
negativo lo dimostrano quei poveri eritrei della Diciotti che, ai “mediatori
culturali” e agli interessatissimi dell’UNHCR, raccontano, bene istruiti, tutti
esattamente la stessa storia, ridicolmente identica fin nei dettagli, dei
soprusi e abusi subiti. Traversie e maltrattamenti per i quali qui avrebbero
dovuto sbarcare relitti umani, non giovani dichiarati dai medici in carne e
salute. Ho una bella intervista di uno di questi “mediatori culturali” che bene
illustra le manipolazioni e i ricatti ai richiedenti asilo eritrei.
Naturalmente non poteva mancare “il manifesto”, sulla stessa
linea dei preti, che poi è quella del governo Usa, ma anche più virulenta; che
si fa per guadagnarsi una nicchia nel salotto buono! Del resto perché stupirsi
con un giornale che imbratta la sua testatina schierandosi con la Cia in
Nicaragua, con i latifondisti bianchi espropriati in Zimbabwe, con tutti i
russofobi del regime-ombra Usa, con il PD, Juncker, McCain “destra perbene”,
Fratelli Musulmani, Soros, Hillary, Amnesty. Sapete cosa è stato capace di
scrivere nei titoli, a proposito dello scontro tra Roma e Parigi, su un
presidente ex-bancario, uomo di tutte le
lobby, combattuto da uno schieramento sociale come non lo si vedeva dai tempi del ’68, al 32% dei
consensi, sepolto dagli scandali, tra cui quello di stretti collaboratori che
pestano manifestanti, dal forfait dei suoi migliori ministri, che a Calais e
Ventimiglia tratta i migranti come appestati? Ecco: “Macron sfida i sovranisti e prova
a formare il fronte progressista”.
Progressista! Macron!