Tranquilli, è lungo, ma giuro che non mi ripresento prima di una settimana
“Ecco dunque un principio essenziale: insegnare i dettagli significa
portare confusione. Stabilire la relazione tra le cose, significa portare la
conoscenza” (Maria Montessori)
Le amazzoni del fattucchiere
Il caravanserraglio di
giostrai da strapaese, con per direttore
un coniglio mannaro in ghingheri e lustrini che urla “venghino signori!” ed
esibisce ai bifolchi a bocca aperta le buffonate dei suoi nani
(dell’intelletto) e gli zompi imbranati delle sue ballerine – rispetto a quelli del guitto mannaro è cambiata solo la
scenografia –, di peggio ha solo la banda di sicofanti che in musica ne
sostiene le funambolerie per gonzi. Una marcetta assordante, in perfetta
armonia cacofonica, dal piffero del foglietto sinistro alla grancassa del giornalone
dei satrapi.Tuttavia, ai cafoni portati alla quinta elementare da maestri diplomati
ad Arcore, subito accorsi in massa in piazza, pare musica celestiale, tanto da
farsene travolgere tutti in trance estatica, come tanti dervisci. Tanto da non
sentire neanche una parola del complesso di rappers che, dall’alto della
collina, spara versi a raffica contro i trucchi, gli imbrogli, gli espedienti
da quattro soldi, della sbrindellata compagnia di giro.